martedì 24 settembre 2019

L'Amazzonia e i crimini del capitalismo globale



Insorgere per le conseguenze perdendo di vista la causa dei crimini contro il nostro ambiente e contro l'umanità che si sono succeduti non solo in Amazzonia ma, analogamente, in ogni parte del mondo denota ipocrisia, ignoranza o, tutt'al più, stupidità, quando la causa di ogni attuale rovina e regresso culturale e sociale è sotto gli occhi di tutti ed è soltanto una: il capitalismo nella sua forma terminale e ultra-liberista. Sarebbe superfluo ripetere i soliti argomenti ovvi e lampanti ad ogni mente sana su come questo sistema abbia il suo fondamento nel parassitismo dell'uomo sull'uomo e dell'uomo sul suo stesso ambiente vitale.


Mai come in quest'epoca potremo dimostrare se saremo degni di sopravvivere o se dovremo soccombere miseramente nelle spire di un sistema sorretto dalla componente parassitaria, inutile e malata dell'umanità, costituita da tipi umani inferiori, magnati e loro servi politici, che vive sulle spalle di popolazioni inebetite e private di ogni pensiero critico, come ratti in dispensa che continuiamo a nutrire. Nel capitalismo affonda le radici ogni tipo di criminalità organizzata, dalla mafia al terrorismo, usati al bisogno dallo stesso sistema simulandone poi il contrasto allo scopo di confondere l'opinione pubblica.


Il mondo non finirà, c'è uno scopo nell'intera esistenza, un obiettivo profondo imprescindibile, ma questo non esonera ognuno dalla responsabilità nei confronti di sè stesso e, dunque, dell'estensione del suo stesso essere: l'ambiente di cui è parte. Se perdessimo gli apporti vitali delle foreste ovviamente saremmo destinati a perire assieme al neoplasma che abbiamo nutrito con la nostra stupidità; se perdessimo la bellezza e la biodiversità dei luoghi più vitali della Terra inscindibili dalla nostra stessa essenza, la nostra esistenza si perderebbe in un automatismo senza senso: non avremo più radici, non varrebbe la pena di esistere perchè avremmo annullato noi stessi.


Allo stesso modo se perdessimo la testimonianza della nostra spiritualità ancestrale, della quale le popolazioni indigene amazzoniche sono fra i più importanti custodi, avremmo perso la bussola del futuro e il nostro stesso perno vitale, perchè sarà grazie ai pochi testimoni di questa consapevolezza che l'equilibrio si rinnoverà, coinvolgendo le generazioni future di tutto il pianeta. Nei loro confronti avremo sempre un debito inestinguibile, perchè essi hanno resistito non solo per difendere il valore vitale e spirituale della foresta contro l'aberrazione del profitto, ma per la nostra anima, la nostra salute mentale e il nostro futuro.

Foto: bambini piantano alberi in Etiopia. Il record del Paese Africano per l'iniziativa "Green Legacy" in cui, in un solo giorno, sono stati piantati 300 milioni di alberi. Leggi:
https://www.repubblica.it/ambiente/2019/07/30/news/in_etiopia_piantati_piu_di_350_milioni_di_alberi_in_un_giorno-232385269/

L'unico rimedio contro quest'aberrazione è uno solo, a senso unico, il più ovvio ed essenziale: l'abbattimento del capitalismo, dell'interesse privato, e la globalizzazione socialista, quella vera, nel solco della Comune di Parigi (1871), all'insegna del benessere collettivo e dell'interesse di tutte le popolazioni del mondo. Qualcosa è andato storto duecento anni fa, dopo la Rivoluzione Francese, qualcuno ne ha usurpato gli ideali e i simboli a vantaggio di pochi interessi privati: riannodiamo il filo spezzato della storia e rimuoviamone una delle sue più tragiche e fatali deviazioni: l'anomalia del capitalismo.

Alessia Birri

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Per un nuovo socialismo globale:
https://www.liberopensiero.eu/23/09/2019/attualita/ambiente/ecosocialismo/

Il capitalismo che distruggerà noi e il pianeta - Durango Edizioni:
https://www.durangoedizioni.it/capitalismo-che-distruggera-pianeta/

Appello internazionale per l'Amazzonia "Territorio: nostro corpo, nostro spirito":
http://www.euronomade.info/?p=12435