giovedì 29 novembre 2018

LA METAFISICA DELL'EVOLUZIONE


29 nov, 15:16


"In breve, torniamo alla nozione di scopo, e all'effetto complessivo. Tutto ciò significa che la selezione accidentale su cui Wells insiste lascia troppi problemi insoluti. Nessuno dubita che la selezione accidentale sia una forza principale nell'evoluzione. Ma nessuno dubita nemmeno che i vari tipi di accidente abbiano una parte importante nella vita degli abitanti di una città; io posso imbattermi per caso in un uomo che mi dà un brutto raffreddore, o cambia l'intero corso della mia vita. Ciò non significa che qualsiasi cosa io faccia, dall'alzarmi la mattina all'andare a letto la sera, sia senza scopo. Al contrario, gli accidenti avvengono su uno sfondo di scopo. E lo stesso vale per l'evoluzione. Nessuno degli esempi sopra esaminati presenta il minimo problema per la "teoria telepatica dell'evoluzione". Noi supponiamo che la vita sia fondamentalmente intenzionale. Essa organizza la materia per i suoi propri fini, e il suo obiettivo consiste nel divenire più complessa, più libera. Tanto per cominciare, essa è concentrata sullo sviluppo di forze telepatiche, quelle stesse forze che consentono all'insetto flattide di comprendere il proprio posto nel fiore. Queste forze le hanno anche permesso di trasmettere scoperte importanti ai geni. Questa MENTE ISTINTIVA, questa MENTE DI GRUPPO, ha parecchi livelli. A un livello, organizza un gruppo di insetti flattidi in un fiore e si accerta che alcuni siano verdi, altri metà verdi e metà corallo, altri ancora completamente corallo. A un altro livello, organizza le cellule dello stomaco del planario in modo che portino capsule pungenti alla pelle esteriore. Per quanto ne sappiamo, il planario può essere capace di ordinare alle cellule di portare le capsule pungenti, proprio come in questo momento io sto dando ordine alle mie dita di battere questa pagina; in organismi così semplici come il planario, le connessioni istintive possono essere più dirette. E questo pensiero mette in rilievo, a sua volta, che tutti i tipi di processi stanno attualmente avendo luogo nel mio corpo, sebbene apparentemente io non ne sia conscio. Il postulato di Kepner, di una mente di gruppo tra le cellule del corpo, si applica a qualsiasi livello di vita". (dal libro "L'OCCULTO", di COLIN WILSON; pag.126)

Qual'è il confine fra il corpo e la mente, ma, soprattutto, ESISTE un confine, una linea di demarcazione per cui i fenomeni fisici dovrebbero essere del tutto indipendenti dagli influssi psichici, come se mente e corpo fossero due perfetti estranei costretti a convivere sotto lo stesso tetto? La realtà fondamentale dell'universo non conosce delimitazioni, così come in geometria la linea di un segmento, apparentemente limitato, in realtà è costituita da punti illimitati, infiniti; così come non esistono linee di demarcazione fra alto e basso, fra la notte e il giorno...ma solo infinite sfumature e gradazioni. Il pozzo è senza fine, più si scende in profondità e più si amplia l'abisso sotto i nostri piedi. Così come non vi è reale separazione fra inconscio individuale ed inconscio collettivo, fra filosofia e scienza.

La psiche (o anima), si trova nel cervello, fa parte dell'elemento biologico o ne è separata, distinta? E qual'è la linea di demarcazione fra il pensiero (invisibile) e l'elemento biologico che possiamo sezionare ed osservare? La risposta proviene dallo stesso concetto d'Infinito: la materia stessa è spirito, infatti esiste come informazione e concentrazione di energia, ma la sua massa è del tutto apparente, ologrammatica, come un sogno, il sogno dell'anima, appunto. Il nostro mondo materiale non è una realtà "fisica", l'indagine sulle particelle elementari, man mano che prosegue, diventa sempre più elusiva, come un pozzo senza fondo. Non ha quindi senso considerare l'anima come fattore immateriale ed il corpo come elemento materiale, perchè la materia stessa è immateriale, e segue i movimenti dell'anima, non è una prigione, o un peso di cui ci dobbiamo liberare: è il punto in cui siamo giunti, il passo che stiamo calcando sul sentiero evolutivo, sia individuale che dell'intera specie, la forma perfetta della nostra condizione psichica presente. Il corpo è il QUI E ORA della psiche, il suo ERGO SUM. Ma se la manifestazione fisica è correlata all'esistenza psichica, quest'ultima potrebbe essere in modo "continuo" riassorbita da nuove manifestazioni attraverso universi paralleli? Leggiamo, a questo proposito, un brano dal libro di DAVID DEUTSCH, "L'INIZIO DELL'INFINITO":

"La spiegazione migliore di noi stessi nella scienza reale è che noi - esseri senzienti in questa struttura gigantesca e sconosciuta in cui gli oggetti materiali non hanno continuità, in cui anche qualcosa di fondamentale come il movimento o il cambiamento è diverso da tutto ciò che conosciamo - siamo soggetti multiversali. Ogni volta che osserviamo qualcosa - uno strumento scientifico, una galassia o un essere umano - in realtà guardiamo dalla prospettiva di un solo universo un oggetto più grande che si estende in altri universi. In alcuni di questi, l'oggetto ha esattamente lo stesso aspetto che ha per noi, in altri appare diverso o del tutto assente.

LoO SPIRITO E' L'UNICA REALTA' E LA MATERIA LA SUA TRADUZIONE; così come il nucleo immateriale dell'Essere non è localizzato in un punto o in un altro della sua rappresentazione fisica, ma esattamente in ogni punto e in ogni luogo dello spazio e del tempo: ogni pensiero, ogni azione, ogni sentimento ed emozione non sono racchiusi dalla presenza fisica del nostro cervello o del nostro cuore, ma si irradiano attraverso l'infinito espandendosi all'intero universo e modificando la realtà; questi desideri, pensieri e sentimenti, più sono autentici, consapevoli, più acquisiscono potere. La TEORIA TELEPATICA DELL'EVOLUZIONE, sopra esposta da COLIN WILSON, presuppone, appunto, che non esistano eventi privati, ma una fondamentale interconnessione quantistica fra tutti i fenomeni e le cose esistenti. L'isolamento, seppure ci ritirassimo nella più remota spelonca, è dunque PURA ILLUSIONE.

In base a ciò, possiamo affermare il postulato "COSI' E' NEL GRANDE COME NEL PICCOLO", che consiste nello stesso principio ermetico "COSI' E' SOPRA COME SOTTO", in base al quale ogni organo, particella ed elemento biologico contiene in sè qualcosa di equiparabile alla mente, qualcosa di essenzialmente interconnesso e guidato da una MENTE DI GRUPPO, un'essenza comune fondamentale che persegue obiettivi evolutivi, e non è soggetta al caso. In seguito la VOLONTA', il LIBERO ARBITRIO e, perciò, la libertà, avanzano di pari passo con la COMPLESSITA', ovvero con l'espansione dovuta all'accrescimento delle interazioni e delle informazioni acquisite da un'unità d'insieme, in questo caso, l'Uomo. Le cellule, i microrganismi, così come gli insetti presi ad esempio nel brano sopracitato, non possiedono libro arbitrio, sono semplici, privi della complessità necessaria a proporsi obiettivi superiori alla propria sopravvivenza e al proprio ruolo meccanicistico. La libertà, e, dunque, la complessità, sono gli obiettivi che stabiliscono le leggi e la necessità del grande pensiero che sottende la realtà universale.

ESSERE equivale ad ESSER MANIFESTO, e dunque ad ogni entità equivale un'oggettivazione corporea ed un'universo fisico corrispondente al livello evolutivo raggiunto fino al momento presente, niente di più, niente di meno. Le nuove potenzialità, il futuro, ciò che l'evoluzione dovrà esprimere nel tempo, è già presente all'interno delle nostre cellule e attende la scintilla che lo potrà destare dal sonno, sotto forma di SALTO EVOLUTIVO? La MUTAZIONE può essere indotta dall'accumulo delle nozioni acquisite a livello di gruppo, e dalla necessità di creare un nuovo "mezzo" di espressione in grado di perseguire ulteriori obiettivi? Leggiamo quanto afferma il biologo RUPERT SHELDRAKE, di cui ci occuperemo tra poco:

"La natura cumulativa del processo evolutivo, il fatto che la memoria sia preservata, significa che la vita cresce non solo attraverso una proliferazione casuale di nuove forme, ma esiste una sorta di qualità cumulativa". (Rupert Sheldrake)



Possiamo considerare anche la questione riguardante la tesi del fisico teorico YAKIR AHARONOV, secondo la quale IL FUTURO DETERMINA IL PRESENTE, e non viceversa. Se l'esistenza dell'Universo è imprescindibile dalla sua necessità evolutiva, allora il futuro determina il presente. Se passato, presente e futuro ed il tempo stesso sono un'illusione, mentre tutto esiste nello stesso istante, allora le istanze del futuro attirano gli eventi del presente come una calamita, innescando la spinta evolutiva. Ciò non esclude volontà e senso di scopo, ma implica che volontà e senso di scopo siano allineati con gli obiettivi delle manifestazioni future.

Il biologo britannico RUPERT SHELDRAKE (e moltissimi altri scienziati assieme a lui) ha formulato la teoria secondo la quale lo sforzo stesso, la concentrazione e l'intenzione si estendono oltre il cervello, allo stesso modo in cui le cellule si estendono verso altre cellule formando reti di comunicazione; ancora una volta, dunque, abbiamo la conferma che "il grande disegno" è racchiuso nel piccolo, e che la macchina bilogica è solo una traduzione apparentemente limitata delle leggi dell'infinito. E' proprio qui che viene superata la teoria di DARWIN, secondo la quale ogni mutazione genetica che ha portato all'evoluzione sarebbe dovuta al caso; alla luce di questi sviluppi della scienza, al contrario, l'evoluzione non potrebbe prescindere da un profondo senso di scopo. Ed, in effetti, la perdita del SENSO DI SCOPO, la rassegnazione all'abitudine, la separazione dell'esistenza dalla necessità evolutiva porterebbero ad una rapida dissoluzione, sia mentale che fisica. E' il SENSO DI SCOPO che tiene unite le particelle permettendo la manifestazione dell'esistenza, e senza di esso nulla potrebbe esistere. Se il SENSO DI SCOPO dell'Uomo equivale al senso di scopo dell'Universo, quest'unione genera immenso potere sulla realtà: è il sentimento degli obiettivi superiori, che travalicano le istanze del nostro Io individuale.

Il filosofo arabo vissuto a Baghdad nella prima metà dell’800, AL KINDI, scrisse: "E’ manifesto che ogni cosa in questo mondo produce raggi, proprio come una stella. Tutto ciò che esiste realmente nel mondo degli elementi emette raggi in ogni direzione, i quali riempiono il mondo intero”.


Se la materia è spirito, tutto è materia, perchè tutto è spirito, ed essi sono esattamente la stessa cosa. Ogni manifestazione fisica e materiale esiste in quanto persegue un sentiero evolutivo che punta alla creazione di forme di vita sempre più complesse e, dunque, libere. Tutto ciò che tocchiamo, vediamo e sperimentiamo, è un sogno nel sogno, ed il sogno diventa sempre più vivo e potente quanto più grande, estesa e complessa è l'immaginazione del sognatore. Se i sogni di noi esseri limitati, con la loro incoerenza e confusione, ci sembrano così reali e vividi, come può essere un sogno alla potenza dell'Infinito? Questo sogno dell'Infinito (con le sue leggi fisiche ed i suoi muri apparentemente invalicabili) si chiama REALTA'.

Alessia Birri



venerdì 23 novembre 2018

LA MISTERIOSA BORSA DEGLI DEI


23 nov, 13:13



 Foto: la STELE DEGLI AVVOLTOI dal sito paleolitico di GOBEKLI TEPE (12.000 a.C.). Evidenziata la raffigurazione della BORSA DEGLI DEI.


Il concetto racchiuso in ogni antico simbolo che non riusciamo a decifrare, in realtà risiede nei sotterranei della psiche, nella sua parte addormentata, che apparentemente ignoriamo. Da millenni la mente umana è caduta in preda ad un'amnesia che l'allontana dalla sua realtà infinita, e dalla ritualità iniziatica che l'ha accompagnata fin dalla notte dei tempi. Nessun errore di percorso: l'oblio era necessario affinchè l'uomo potesse comprendere e sperimentare in quale tragica calamità consiste la separazione da se stesso e dalla totalità cosmica, per concretizzare la sua essenza spirituale, per compiere il prossimo passo evolutivo.

La cosiddetta BORSA DEGLI DEI (che in ambito accademico viene considerata uno strumento di peso e misura, o "weight", anche se è palesemente un'attribuzione un po' forzata) è senza dubbio uno dei simboli più misteriosi di questa ritualità, appunto per la sua forma simile a quella di una "borsetta" o, in ogni caso, un contenitore, qualcosa che viene tenuto con sè, conservato gelosamente. Questo oggetto viene rappresentato sia su bassorilievi e dipinti, sia in forma autonoma, come manufatto a tutto tondo. La sua raffigurazione più antica si trova presso il TEMPIO PALEOLITICO DI GOBEKLI TEPE, certamente il più importante sito megalitico del mondo, che testimonia l'origine ancestrale ed intuitiva delle conoscenze che la nostra epoca sarà destinata a dimostrare sempre più mediante l'indagine scientifica.

TESTIMONIANZA DELL'ANTICA CONNNESSIONE UNIVERSALE

Quest'immagine della BORSA DEGLI DEI non è altro che una delle innumerevoli ed incontestabili testimonianze di un'antichissima CULTURA UNIVERSALE, condivisa da tutti i popoli del mondo e custodita, in seguito, gelosamente da caste sacerdotali e culti segreti. Possiamo portare ad esempio l'ALBERO DELLA VITA, le cui profonde radici (nel mondo della manifestazione) permettono la realizzazione spirituale; la SVASTICA, presente nei reperti paleolitici di MEZIN, in Ucraina, risalenti a 15.000 anni fa e simboleggiante la ciclicità e l'equilibrio cosmico; il CADUCEO, simbolo di conciliazione degli opposti, guarigione e pacificazione, presente dalla CIVILTA' VEDICA, agli EGIZI, agli HITTITI, agli EBREI, ecc...inoltre lo stesso abusato simbolo del CUORE, presente fin dal Paleolitico, ad esempio sul corpo di un mammuth dipinto nella CAVERNA DEL PINDAL, in SPAGNA (risalente a 23.000 anni fa), e moltissime altre testimonianze di una cultura universale comune a tutti i popoli e tutte le civiltà, le cui divinità, culti e manifestazioni esteriori non erano altro che diverse espressioni degli stessi principi e delle stesse conoscenze profonde ed intuitive delle leggi universali e dei segreti nascosti dietro il velo dei fenomeni materiali.

SIMBOLO DI CONOSCENZA E POTERE?

Questo simbolo misterioso (la BORSA DEGLI DEI) si trova in ogni luogo e in ogni tempo, a partire dal già citato tempio di GOBEKLI TEPE (11.000 a.C.) fino alle raffigurazioni dei SUMERI, degli EGIZI, nelle iconografie delle DIVINITA' VEDICHE, nei petriglifi preistorici nel canyon di COSO MOUNTAIN, in California, risalenti a 10.000 anni fa; nel sito archeologico di LA VENTA, in Messico (testimonianza della civiltà degli OLMECHI), la borsa si trova in una raffigurazione di QUETZACOATL, il SERPENTE PIUMATO, simbolo di morte e resurrezione; inoltre nelle decorazioni tribali dei MAORI della NUOVA ZELANDA, presso gli insediamenti neolitici della cultura JIROFT, in IRAN. La borsa si trova effigiata nel geroglifico indicante il nome della regina NEITHOTEP, moglie di Re NARMER, della I Dinastia egizia, la prima donna di cui si conosce il nome della storia. Ad esempio, presso i SUMERI le "borse" erano associate all'iconografia degli ANUNNAKI (divinità simboleggianti i 7 archetipi fondamentali mediante i quali l'infinito si manifesta nella realtà fenomenica). Dunque, l'oggetto misterioso è sempre impugnato da entità legate all'idea del potere, della conoscenza e al mistero dell'esistenza. La CONOSCENZA è POTERE, consapevolezza che proviene dalle profondità recondite della psiche aprendo le porte dei segreti e dei misteri del Cosmo; Conoscenza e potere che vengono trasmessi, consegnati di generazione in generazione a tutti coloro che ne sono degni e, nello stesso tempo, gelosamente custoditi nella propria interiorità. Dunque, la BORSA, più che uno scrigno, diventa uno strumento di "trasmissione", indicante un "passaggio di consegne" da una generazione all'altra, o da un individuo all'altro. "CHI HA OCCHI PER VEDERE VEDA, CHI HA ORECCHI PER INTENDERE, INTENDA": questo sembra suggerire il misterioso oggetto impreziosito da simboli ancestrali, simile ad una capsula del tempo.

UNA RAPPRESENTAZIONE DELL'UNITA' COSMICA?

L'interessante teoria della scrittrice statunitense KERRY SULLIVAN, della Boston University, suggerisce l'interpretazione della BORSA DEGLI DEI come una rappresentazione semplice e diretta del COSMO, ricordando che ogni cultura e civiltà del pianeta ha sempre considerato il semicerchio (che in questo caso è raffigurato dal cinturino della borsa) come simbolo celeste, immateriale e spirituale, mentre il quadrato (la borsa in questo caso) è associato alla materialità e al mondo della rappresentazione. Possiamo spingerci ancora più in là, osservando che quest'oggetto non è soltanto un "quadrato" bidimensionale, ma anche un contenitore, perchè custodisce il segreto dell'esistenza nascosto nella materia. Possiamo ricordare, a questo proposito, le immagini della dea ISIDE velata o il CUBO di SATURNO, Signore del Cosmo primordiale. E in cosa consiste la conquista della pienezza e, dunque, del potere sulla realtà fenomenica? Nella consapevolezza dell'unità fra materia e spirito, nella visione della continuità e dell'unità fondamentale dei fenomeni e di tutto ciò che vive ed esiste nell'universo. Quello che possiamo definire: la conquista dell'Infinito, la concretizzazione dello Spirito, la liberazione del Cuore pulsante del Sè interiore dalle scorie dell'illusione.

UNA REMINISCENZA DELLA PREISTORICA BORSA DEL CACCIATORE?

L'origine di questa rappresentazione, poi elevata a funzione rituale, potrebbe anche affondare le radici nell'importanza che assumeva il ruolo del CACCIATORE PREISTORICO e del bottino trasportato dal suo zaino, anche se ci rendiamo conto che questa può essere un'ipotesi troppo semplicistica, ma dobbiamo ricordare che ogni funzione pratica e materiale trova sempre, per estensione, una corrispondenza superiore e spirituale. Dunque l'iconografia dell'antica "BORSA DA CACCIA" potrebbe, per l'importanza vitale della sua funzione nei millenni, essere stata tradotta come un simbolo cosmico di ricchezza e abbondanza. Possiamo notare, infatti, come nella maggior parte delle raffigurazioni, la borsa non sia raffigurata come un mero simbolo astratto, ma ne vengano indicati i particolari degli anelli uniti al cinturino e dell'intreccio della legatura. Quindi, si suppone che fosse un oggetto concreto.


In CONCLUSIONE: gli antichi simboli sono rappresentazioni di concetti inconsci che accompagnano un percorso iniziatico universale lungo millenni, non sono astrazioni mentali, ma provengono dal CUORE, dalla profondità, dagli abissi interiori. La loro funzione è quella di condurre alla comprensione, al riconoscimento della radice infinita di ogni realtà, al risveglio della Coscienza. I simboli non sono antichi, nè moderni, nè appartenenti ad un luogo o ad un altro, ad un'epoca o ad un'altra: essi semplicemente SONO, assoluti, eterni e vivi, e ci osservano attendendo il momento propizio per svelarci il loro segreto.

Alessia Birri



GALLERIA FOTOGRAFICA:



Frammento di un elmo di bronzo dell'era di ARGISTIH I, del REGNO DI URARTU (ARMENIA).  Vi è raffigurato l' '"ALBERO DELLA VITA" e i personaggi che lo affiancano, divini o regali, recano con sè la BORSA DEGLI DEI.  L'elmo fu scoperto durante gli scavi della fortezza di Teyshebaini a Karmir-Blur (Collina Rossa). 786 a.C. – 764 a.C.


Rappresentazione della BORSA DEGLI DEI in un manufatto litico mesopotamico. Non ho potuto trovare fonti che ne riportano la datazione precisa, ma potrebbe essere dal 3000 al 2000 a.C.  La grande casa raffigurata sull'oggetto potrebbe simboleggiare il corpo del dio TELIPINU, reggitore dell'ordine cosmico e della Natura, equiparato ad una grande casa, metafora del Cosmo.


Louvre Museum. Rilievo di "GENIO ALATO" Periodo neo Assiro, 721-705 a.C. PALAZZO DI SARGON  II a Khorsabad, antica DURSHARRUKIN, IRAQ. Periodo del Regno di Sargon II, (721-705 a.C.); nella mano reca la BORSA DEGLI DEI.


Manufatto mesopotamico come rappresentazione della BORSA DEGLI DEI, risalente a circa 3000 - 2000 a.C. La divinità raffigurata possiede zampe caprine o taurine e tiene a bada due leoni a voler rappresentare l'equilibrio delle forze opposte. Ai lati due scorpioni, simboli di protezione e, allo stesso tempo, delle profondità della Terra. Forse la scena è legata alle storia dell'EPOPEA DI GILGAMESH. Stile interculturale.


BORSA DEGLI DEI in pietra, dalla città sumera di UR, risalente al 2500 a.C., decorata con gli occhi, stelle e rosette a forma di stella a otto punte, simbolo sia di Inanna che del biblico Salomone.


Statuetta appartenente alla cultura TAIRONA. I TAIRONA erano un gruppo tribale stanziato in COLOMBIA dal 900 al 1600 d.C.  La BORSA DEGLI DEI nella sua mano destra.


La borsa è raffigurata nel geroglifico indicante il nome della regina NEITHOTEP, moglie di Re NARMER, della I Dinastia egizia, la prima donna di cui si conosce il nome della storia.


 Frammento di vaso con il nome della regina NEITHOTEP. La BORSA DEGLI DEI si trova effigiata nel geroglifico indicante il nome della regina Neithotep, moglie di Re NARMER, della I Dinastia egizia, la prima donna di cui si conosce il nome della storia.


 Nel sito archeologico messicano di LA VENTA, troviamo una stele di pietra raffigurante l'antico dio mesoamericano QUETZACOATL, sulla quale compare la misteriosa "BORSA DEGLI DEI". 1200 a.C. circa, civiltà degli OLMECHI.


 Nell'antico tempio indiano di GANGAICONDA CHOLAPURAM, risalente al 1025 d.C, su un bassorilievo raffigurante il dio SHIVA, pendente dai rami di un albero, compare la misteriosa BORSA DEGLI DEI.


 La BORSA DEGLI DEI si bassorilievi della STELE DELL'AVVOLTOIO del TEMPIO PALEOLITICO di GOBEKLI TEPE, risalente a 11.000 a.C.


Una raffigurazione della BORSA DEGLI DEI in un bassorilievo del PALAZZO DI ASSURNASIRPAL, nella capitale dell'impero assiro NIMRUD.


Il Dio MAYA della pioggia, adorato in Messico dal 300 al 900 d.C. La BORSA DEGLI DEI si trova fra le sue mani.


Collage di divinità assire recanti la BORSA DEGLI DEI.


Placca votiva in lamina bronzea dal REGNO DI URARTU - ARMENIA   (risalente all'860 - 585 a.C.)


La BORSA DEGLI DEI raffigurata in un altorilievo in avorio, dall'antico regno di URARTU, situato tra la Mesopotamia e l'Asia Minore, che successivamente divenne Armenia, risalente all'860 - 585 a.C. Mus.of Anatolian Civ., Ankara, TÜRKİYA.


Rappresentazione della BORSA DEGLI DEI sulle statue del TEMPIO TOLTECO di TULA, in Messico, risalente all'VIII secolo d.C.


Totem dall'isola indonesiana di SUMBA, sui bassorilievi del quale si trova la BORSA DEGLI DEI.


Un rilievo del  del XIV secolo a.C.  raffigura un "uomo-pesce" con una pala e un secchio. Il suo nome è DAGON: l'uomo-pesce, ed appartiene ad un'iconografia comune a tutti i continenti e a tutte le epoche storiche e preistoriche, simbolo della connessione universale esistente in epoche remote fra tutti i popoli della Terra, la cui ritualità è da sempre sopravvissuta, divenendo segreta,  presso i culti iniziatici di ogni tempo.  Tempio di Adda, dio delle tempeste, da Aleppo.


Manufatto litico a forma di BORSA DEGLI DEI, da TEPE YAHYA. Tepe Yahya è un sito archeologico nella provincia di Kermān, in Iran, Tepe Yahya fu occupato, con interruzioni, dal tardo Neolitico (circa 5.500 aC) al primo periodo sasanide (300 d.C).


La BORSA DEGLI DEI in un manufatto litico dal sito neolitico di TEPE YAHYA, IRAN. Tepe Yahya è un sito archeologico nella provincia di Kermān, in Iran, Tepe Yahya fu occupato, con interruzioni, dal tardo Neolitico (circa 5.500 aC) al primo periodo sasanide (300 d.C).


Louvre Museum. Rilievo di "GENIO ALATO" con la BORSA DEGLI DEI.  Periodo neo Assiro, 721-705 a.C. Palazzo di SARGON II a Khorsabad, antica DURSHARRUKIN, Iraq.


Pannello con bassorilievo dal PALAZZO REALE ASSIRO, raffigurante il dio alato NISROCH, recante con sè la BORSA DEGLI DEI. (Nimrud, ca. 883–859 a.C.)


Manufatto litico rappresentante la BORSA DEGLI DEI, dalla cultura neolitica di JIROFT, Iran, risalente a circa  5500 a.C. Sono presenti simboli ancestrali come lo SCORPIONE, l'UOMO-PESCE, le CORNA sul capo delle divinità gemelle come simbolo di energia vitale e potenza. Le figure contrapposte possono simboleggiare la dualità cosmica.







Manufatto litico raffigurante la BORSA DEGLI DEI, risalente al 3° millennio a.C. ed appartenente alla cultura di JIROFT, Iran.


Uno degli antichi manufatti dalla cultura neolitica di JIROFT, IRAN, dai 5000 ai 7000 anni a.C.


Questa BORSA DEGLI DEI mesopotamica  in clorite raffigura il comune tema dell'AMMAESTRATORE DI ANIMALI, che in realtà rappresentano FORZE, dal profondo valore simbolico; il disegno è quasi identico a quello di una grande nave trovata in Iraq, e ora nel British Museum. Il pezzo è di circa 22,5 cm di altezza. Periodo 5000 anni.


Bassorilievo sumero raffigurante la divinità OANNES, metà uomo e metà pesce, simboleggiante la profondità della conoscenza iniziatica che risiede  negli abissi della psiche. Con sè reca la famigerata BORSA DEGLI DEI. 3000 o 2000 a.C.


Frammento dell'altare della dea assira di YANOUH, 700 - 800 a.C. raffigurante la BORSA DEGLI DEI. Beirut National Museum.


Un team di ricercatori giapponesi e peruviani scopre, nel 2015, a nord del Perù, la cosiddetta TOMBA DEL GIAGUARO, in cui sono stati inumati i corpi di due sacerdoti appartenenti alla cultura PACOPAMPA, risalente ad almeno 2700 anni fa. In questa foto il ritrovamento di una BORSA DEGLI DEI sotto forma di manufatto litico. La scoperta è avvenuta nella regione di Cajamarca, 800 chilometri a nord di Lima.


Placca etrusca raffigurante il dio ARISTAIOS, divinità minore nel pantheon greco ed etrusco, legato al mondo agricolo. Nella mano regge la BORSA DEGLI DEI. VII secolo a.C.


I petroglifi di COSO ROCK, in Nord America, un canyon che si estende da Mojave Desert e Coso Range, in California, nei quali è raffigurata la BORSA DEGLI DEI. I petroglifi preistorici risalgono ad almeno 10.000 anni fa, se ne contano almeno 100.000 lungo tutto il Canyon; è difficile affermare da quali popolazioni siano stati realizzati e costituiscono uno scenario quasi onirico di animali e simboli.


Placca d'avorio con guerriero barbuto con BORSA DEGLI DEI e pigna. VIII secolo a.C., Mesopotamia. Fine arts Museum of San Francisco.



Sigillo cilindro, Periodo: Mitanni Data: ca. XV-XIV secolo a.C. , in cui è presente LA BORSA DEGLI DEI nella mano di una divinità alata. Il REGNO DI MITANNI apparteneva alla stirpe indo-ariana, un'elite aristocratica che si impose sulla popolazione hurrita, che non apparteneva nè al ceppo indoeuropeo, nè a quello semitico. L'aristocrazia mitannica era depositaria dell'antichissima conoscenza e saggezza vedica e in un trattato fra Regno di Mitanni e Hittiti vengono invocate le divinità dei VEDA: MITRA, VARUNA, INDRA, NASATYA.


Manufatti raffiguranti la BORSA DEGLI DEI, provenienti dal territorio della BACTRIANA, nell'odierno nord dell'Afghanistan. (CA. 2800-2400 A.C.)


Manufatti raffiguranti la BORSA DEGLI DEI, provenienti dal territorio della BACTRIANA, nell'odierno nord dell'Afghanistan, purtroppo mancanti della parte superiore. (CA. 2800-2400 A.C.)


Dalla cultura neolitica di JIROFT, LA BORSA DEGLI DEI raffigurata da un raffinatissimo manufatto litico cerimoniale, risalente ad almeno il 3000 a.C. IRAN.


Dalla cultura neolitica di JIROFT, raffigurazione della BORSA DEGLI DEI come manufatto litico. Terzo Millennio a.C.  Museo dell'Azerbaijan.


Purtroppo ho trovato solo questa piccola foto di questo manufatto appartenente alla cultura tardo neolitica di JIROFT, IRAN, circa 3000 a.C. Lo stesso simbolo dei serpenti intrecciati con la testa di leone si trova nei sigilli sumeri e sulla tavoletta del primo Re egizio, NARMER. Importante simbolo iniziatico indica probabilmente il raggiungimento della completezza.


Il Complesso Archeologico BACTRIA MARGIANA (o BMAC, noto anche come civiltà Oxus) è il nome dato ad una cultura dell'età del bronzo dell'Asia centrale. Datato a ca. 2300-1700 aC, e centrato sull'Amu Darya superiore (fiume Oxus), si trova nell'attuale Afghanistan settentrionale, nel Turkmenistan orientale, nell'Uzbekistan meridionale e nel Tagikistan occidentale. Da Susiana alla Persia centrale e alla Persia orientale (Bactria), hanno portato i loro simboli di draghi come quelli trovati nel Distretto di Kerman a sud del Mar Caspio: Questo è il simbolo ormai consacrato dei DRAGHI GEMELLI CON LA FENICE, un glorioso uccello mitico che viene spesso mostrato con un drago o il simbolo del drago gemello . Qui è lavorato in steatite, una pietra tenera. In altri tempi e luoghi, è stato prodotto in giada, specialmente in quelle che oggi sono le moderne zone autonome della Cina: la Mongolia Interna e la provincia dello Xinjiang nelle vicinanze.


Manufatto appartenente alla cultura tardo neolitica di JIROFT, IRAN, circa 3000 a.C., cosiddetto BORSA DEGLI DEI con bassorilievi raffiguranti una FENICE e due SERPENTI DALLA TESTA LEONINA.


Artefatto della civiltà JIROFT del 3500 a.C. che raffigura due ghepardi che circondano un uomo in abito sacerdotale. IRAN.






venerdì 16 novembre 2018

IL VALORE DI UN UOMO


3 mag 2018



"Uno per me vale diecimila, se è il migliore" (Eraclito di Efeso, frammento 49)

La vera vita, la vera libertà, la vera forza sono sempre state possedute da coloro che hanno combattuto le folle, che non si sono mai riconosciuti in nessuna patria, in nessun'ideologia dominante, in nessun'epoca e in nessuna compagine, imprendibili, lontani, stranieri. Il loro seme è cosparso nel presente, ma il loro frutto nascerà nel futuro. Il vero Uomo disprezza tutti i doni della moltitudine:

"Qual'è mai, infatti, la loro mente e la loro intelligenza? Danno retta agli aedi popolari e si valgono della folla come maestra, senza sapere che I MOLTI NON VALGONO NULLA E SOLTANTO I POCHI SONO BUONI" (Eraclito, frammento 104)

Il valore di un Uomo si misura dalla sua ribellione, dalla sua intolleranza ad ogni regola che non sia in sintonia con il suo sentimento profondo, dal suo essere un guerriero contro ogni convenzione, tradizione, legge e sistema. Il valore di un uomo si misura dallo sdegno che suscita nelle masse dei mediocri senza volto e senza identità, nel suo essere pericoloso per ogni ordine costituito, nel suo essere un fuoco che distrugge per creare, un vento di tempesta, un abisso dal quale apparirà una luce infinitamente più intensa destinata ad illuminare nuovi Eoni. Un simile uomo è superiore alla sua epoca, proviene dal futuro, vede con gli occhi di un Dio perchè ha scelto di essere un Uomo, e ripete a sè stesso: non riconosco altro male che l'ignoranza.

Il valore di un Uomo si riconosce da ciò che trasforma intorno a sè, dal suo essere proiettato verso il futuro, dalla sua imprevedibilità. Un Uomo di valore è sempre un UOMO NUOVO, lo straniero che giunge da molto lontano, la solitudine è la sua irrinunciabile dimensione esistenziale, il mondo la sua casa e l'Infinito la sua destinazione suprema. Egli rifugge il gregge e il ricatto sociale poichè possiede una ricchezza molto più importante di ogni sicurezza, di ogni rispettabilità, di ogni comodità: la sua anima.

Alessia Birri


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28 sett.
Foto del profilo di MERLINO SILVESTRE
Complimenti Alessia!
Ottimo!
Nel leggere, ti confesso, mi è venuto in mente, Leonardo da Vinci .Un Uomo al di fuori dal tempo in cui visse e circondato dall'ignoranza e dalla superstizione opprimente degli omuncoli suoi contemporanei.
Non so se nasceranno nuovi Eoni, ma sono molto dubbioso sul fatto che nasceranno nuovi uomini!
Ci vorrebbe una Rivoluzione Spirituale ... ma questa dovrebbe essere il presupposto ad una presa di coscienza da parte delle masse del vuoto esistenziale in cui viviamo. Joung ha scritto che "difficilmente ci guardiamo dentro e questa difficoltà nasce dalla paura di dover accettare ciò che siamo veramente" . Le parole non sono proprio queste, ma esprimono bene il concetto del filosofo.
Buon pomeriggio, Alessia.
Leggerti è sempre un piacere.
28 sett.
Foto del profilo di Luca Manetta
+Alessia Birri Buon pomeriggio cara amica mia, complimenti per questo articolo , concordo con il contenuto :-)
28 sett.
Foto del profilo di Roberto Girelli
Condivido appieno il concetto di base, Alessia: il valore del singolo, la mediocrità dei tanti.
Ma estremizzato il concetto porta inevitabilmente a perdere una parte del "valore". Grazie comunque per la riflessione.
28 sett.
Foto del profilo di Alessia Birri
+MERLINO SILVESTRE : buonasera, grazie per questo interessantissimo commento! La catarsi, la rivoluzione spirituale vera e propria deve scaturire proprio dal caos, dal disordine, dalla crisi che, raggiungendo i massimi livelli, permetterà l'emergere di un nuova coscienza universale, dell'Uomo Nuovo. L'evoluzione, il progresso, la perfettibilità dell'Uomo sono processi inarrestabili e imprescindibili, possono essere arrestati per un periodo più o meno lungo di oscurantismo e barbarie, com'è successo in passato, ma mai elusi. Lo stesso vale individualmente: l'Uomo deve conoscere se stesso, portare in superficie i suoi lati più nascosti, amarli, perchè alla luce della conoscenza tutto è bene, l'unico male è l'ignoranza che genera una percezione distorta della realtà. Sono felice di aver potuto comunicare con te, grazie, ti auguro una buona serata :-)
28 sett.
Foto del profilo di Alessia Birri
+Luca Manetta : ciao Luca, sei sempre molto gentile, grazie! Spero di finire presto questi lavori straordinari per essere più presente anche nelle Community! Buona serata :-)
28 sett.
Foto del profilo di Alessia Birri
+Roberto Girelli : ciao Roberto, mi fa piacere risentirti! Penso che gli uomini più grandi della storia (per "grandi" non intendo solo quelli famosi, mi riferisco ad una grandezza interiore), e i più idealisti, ovvero coloro che davvero hanno contribuito al progresso, si siano sempre distinti per un carattere estremo, che è un requisito necessario al motore della storia. Buona serata e grazie per il commento :-)