giovedì 29 novembre 2018

LA METAFISICA DELL'EVOLUZIONE


29 nov, 15:16


"In breve, torniamo alla nozione di scopo, e all'effetto complessivo. Tutto ciò significa che la selezione accidentale su cui Wells insiste lascia troppi problemi insoluti. Nessuno dubita che la selezione accidentale sia una forza principale nell'evoluzione. Ma nessuno dubita nemmeno che i vari tipi di accidente abbiano una parte importante nella vita degli abitanti di una città; io posso imbattermi per caso in un uomo che mi dà un brutto raffreddore, o cambia l'intero corso della mia vita. Ciò non significa che qualsiasi cosa io faccia, dall'alzarmi la mattina all'andare a letto la sera, sia senza scopo. Al contrario, gli accidenti avvengono su uno sfondo di scopo. E lo stesso vale per l'evoluzione. Nessuno degli esempi sopra esaminati presenta il minimo problema per la "teoria telepatica dell'evoluzione". Noi supponiamo che la vita sia fondamentalmente intenzionale. Essa organizza la materia per i suoi propri fini, e il suo obiettivo consiste nel divenire più complessa, più libera. Tanto per cominciare, essa è concentrata sullo sviluppo di forze telepatiche, quelle stesse forze che consentono all'insetto flattide di comprendere il proprio posto nel fiore. Queste forze le hanno anche permesso di trasmettere scoperte importanti ai geni. Questa MENTE ISTINTIVA, questa MENTE DI GRUPPO, ha parecchi livelli. A un livello, organizza un gruppo di insetti flattidi in un fiore e si accerta che alcuni siano verdi, altri metà verdi e metà corallo, altri ancora completamente corallo. A un altro livello, organizza le cellule dello stomaco del planario in modo che portino capsule pungenti alla pelle esteriore. Per quanto ne sappiamo, il planario può essere capace di ordinare alle cellule di portare le capsule pungenti, proprio come in questo momento io sto dando ordine alle mie dita di battere questa pagina; in organismi così semplici come il planario, le connessioni istintive possono essere più dirette. E questo pensiero mette in rilievo, a sua volta, che tutti i tipi di processi stanno attualmente avendo luogo nel mio corpo, sebbene apparentemente io non ne sia conscio. Il postulato di Kepner, di una mente di gruppo tra le cellule del corpo, si applica a qualsiasi livello di vita". (dal libro "L'OCCULTO", di COLIN WILSON; pag.126)

Qual'è il confine fra il corpo e la mente, ma, soprattutto, ESISTE un confine, una linea di demarcazione per cui i fenomeni fisici dovrebbero essere del tutto indipendenti dagli influssi psichici, come se mente e corpo fossero due perfetti estranei costretti a convivere sotto lo stesso tetto? La realtà fondamentale dell'universo non conosce delimitazioni, così come in geometria la linea di un segmento, apparentemente limitato, in realtà è costituita da punti illimitati, infiniti; così come non esistono linee di demarcazione fra alto e basso, fra la notte e il giorno...ma solo infinite sfumature e gradazioni. Il pozzo è senza fine, più si scende in profondità e più si amplia l'abisso sotto i nostri piedi. Così come non vi è reale separazione fra inconscio individuale ed inconscio collettivo, fra filosofia e scienza.

La psiche (o anima), si trova nel cervello, fa parte dell'elemento biologico o ne è separata, distinta? E qual'è la linea di demarcazione fra il pensiero (invisibile) e l'elemento biologico che possiamo sezionare ed osservare? La risposta proviene dallo stesso concetto d'Infinito: la materia stessa è spirito, infatti esiste come informazione e concentrazione di energia, ma la sua massa è del tutto apparente, ologrammatica, come un sogno, il sogno dell'anima, appunto. Il nostro mondo materiale non è una realtà "fisica", l'indagine sulle particelle elementari, man mano che prosegue, diventa sempre più elusiva, come un pozzo senza fondo. Non ha quindi senso considerare l'anima come fattore immateriale ed il corpo come elemento materiale, perchè la materia stessa è immateriale, e segue i movimenti dell'anima, non è una prigione, o un peso di cui ci dobbiamo liberare: è il punto in cui siamo giunti, il passo che stiamo calcando sul sentiero evolutivo, sia individuale che dell'intera specie, la forma perfetta della nostra condizione psichica presente. Il corpo è il QUI E ORA della psiche, il suo ERGO SUM. Ma se la manifestazione fisica è correlata all'esistenza psichica, quest'ultima potrebbe essere in modo "continuo" riassorbita da nuove manifestazioni attraverso universi paralleli? Leggiamo, a questo proposito, un brano dal libro di DAVID DEUTSCH, "L'INIZIO DELL'INFINITO":

"La spiegazione migliore di noi stessi nella scienza reale è che noi - esseri senzienti in questa struttura gigantesca e sconosciuta in cui gli oggetti materiali non hanno continuità, in cui anche qualcosa di fondamentale come il movimento o il cambiamento è diverso da tutto ciò che conosciamo - siamo soggetti multiversali. Ogni volta che osserviamo qualcosa - uno strumento scientifico, una galassia o un essere umano - in realtà guardiamo dalla prospettiva di un solo universo un oggetto più grande che si estende in altri universi. In alcuni di questi, l'oggetto ha esattamente lo stesso aspetto che ha per noi, in altri appare diverso o del tutto assente.

LoO SPIRITO E' L'UNICA REALTA' E LA MATERIA LA SUA TRADUZIONE; così come il nucleo immateriale dell'Essere non è localizzato in un punto o in un altro della sua rappresentazione fisica, ma esattamente in ogni punto e in ogni luogo dello spazio e del tempo: ogni pensiero, ogni azione, ogni sentimento ed emozione non sono racchiusi dalla presenza fisica del nostro cervello o del nostro cuore, ma si irradiano attraverso l'infinito espandendosi all'intero universo e modificando la realtà; questi desideri, pensieri e sentimenti, più sono autentici, consapevoli, più acquisiscono potere. La TEORIA TELEPATICA DELL'EVOLUZIONE, sopra esposta da COLIN WILSON, presuppone, appunto, che non esistano eventi privati, ma una fondamentale interconnessione quantistica fra tutti i fenomeni e le cose esistenti. L'isolamento, seppure ci ritirassimo nella più remota spelonca, è dunque PURA ILLUSIONE.

In base a ciò, possiamo affermare il postulato "COSI' E' NEL GRANDE COME NEL PICCOLO", che consiste nello stesso principio ermetico "COSI' E' SOPRA COME SOTTO", in base al quale ogni organo, particella ed elemento biologico contiene in sè qualcosa di equiparabile alla mente, qualcosa di essenzialmente interconnesso e guidato da una MENTE DI GRUPPO, un'essenza comune fondamentale che persegue obiettivi evolutivi, e non è soggetta al caso. In seguito la VOLONTA', il LIBERO ARBITRIO e, perciò, la libertà, avanzano di pari passo con la COMPLESSITA', ovvero con l'espansione dovuta all'accrescimento delle interazioni e delle informazioni acquisite da un'unità d'insieme, in questo caso, l'Uomo. Le cellule, i microrganismi, così come gli insetti presi ad esempio nel brano sopracitato, non possiedono libro arbitrio, sono semplici, privi della complessità necessaria a proporsi obiettivi superiori alla propria sopravvivenza e al proprio ruolo meccanicistico. La libertà, e, dunque, la complessità, sono gli obiettivi che stabiliscono le leggi e la necessità del grande pensiero che sottende la realtà universale.

ESSERE equivale ad ESSER MANIFESTO, e dunque ad ogni entità equivale un'oggettivazione corporea ed un'universo fisico corrispondente al livello evolutivo raggiunto fino al momento presente, niente di più, niente di meno. Le nuove potenzialità, il futuro, ciò che l'evoluzione dovrà esprimere nel tempo, è già presente all'interno delle nostre cellule e attende la scintilla che lo potrà destare dal sonno, sotto forma di SALTO EVOLUTIVO? La MUTAZIONE può essere indotta dall'accumulo delle nozioni acquisite a livello di gruppo, e dalla necessità di creare un nuovo "mezzo" di espressione in grado di perseguire ulteriori obiettivi? Leggiamo quanto afferma il biologo RUPERT SHELDRAKE, di cui ci occuperemo tra poco:

"La natura cumulativa del processo evolutivo, il fatto che la memoria sia preservata, significa che la vita cresce non solo attraverso una proliferazione casuale di nuove forme, ma esiste una sorta di qualità cumulativa". (Rupert Sheldrake)



Possiamo considerare anche la questione riguardante la tesi del fisico teorico YAKIR AHARONOV, secondo la quale IL FUTURO DETERMINA IL PRESENTE, e non viceversa. Se l'esistenza dell'Universo è imprescindibile dalla sua necessità evolutiva, allora il futuro determina il presente. Se passato, presente e futuro ed il tempo stesso sono un'illusione, mentre tutto esiste nello stesso istante, allora le istanze del futuro attirano gli eventi del presente come una calamita, innescando la spinta evolutiva. Ciò non esclude volontà e senso di scopo, ma implica che volontà e senso di scopo siano allineati con gli obiettivi delle manifestazioni future.

Il biologo britannico RUPERT SHELDRAKE (e moltissimi altri scienziati assieme a lui) ha formulato la teoria secondo la quale lo sforzo stesso, la concentrazione e l'intenzione si estendono oltre il cervello, allo stesso modo in cui le cellule si estendono verso altre cellule formando reti di comunicazione; ancora una volta, dunque, abbiamo la conferma che "il grande disegno" è racchiuso nel piccolo, e che la macchina bilogica è solo una traduzione apparentemente limitata delle leggi dell'infinito. E' proprio qui che viene superata la teoria di DARWIN, secondo la quale ogni mutazione genetica che ha portato all'evoluzione sarebbe dovuta al caso; alla luce di questi sviluppi della scienza, al contrario, l'evoluzione non potrebbe prescindere da un profondo senso di scopo. Ed, in effetti, la perdita del SENSO DI SCOPO, la rassegnazione all'abitudine, la separazione dell'esistenza dalla necessità evolutiva porterebbero ad una rapida dissoluzione, sia mentale che fisica. E' il SENSO DI SCOPO che tiene unite le particelle permettendo la manifestazione dell'esistenza, e senza di esso nulla potrebbe esistere. Se il SENSO DI SCOPO dell'Uomo equivale al senso di scopo dell'Universo, quest'unione genera immenso potere sulla realtà: è il sentimento degli obiettivi superiori, che travalicano le istanze del nostro Io individuale.

Il filosofo arabo vissuto a Baghdad nella prima metà dell’800, AL KINDI, scrisse: "E’ manifesto che ogni cosa in questo mondo produce raggi, proprio come una stella. Tutto ciò che esiste realmente nel mondo degli elementi emette raggi in ogni direzione, i quali riempiono il mondo intero”.


Se la materia è spirito, tutto è materia, perchè tutto è spirito, ed essi sono esattamente la stessa cosa. Ogni manifestazione fisica e materiale esiste in quanto persegue un sentiero evolutivo che punta alla creazione di forme di vita sempre più complesse e, dunque, libere. Tutto ciò che tocchiamo, vediamo e sperimentiamo, è un sogno nel sogno, ed il sogno diventa sempre più vivo e potente quanto più grande, estesa e complessa è l'immaginazione del sognatore. Se i sogni di noi esseri limitati, con la loro incoerenza e confusione, ci sembrano così reali e vividi, come può essere un sogno alla potenza dell'Infinito? Questo sogno dell'Infinito (con le sue leggi fisiche ed i suoi muri apparentemente invalicabili) si chiama REALTA'.

Alessia Birri



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