domenica 11 novembre 2018

LE VIE DELLA CONOSCENZA SONO INFINITE


18 mar 2017




Ammesso che il sistema quantistico sia un "muro" che ci impedisce di osservare oltre, ammesso che non costituisca la realtà "oggettiva" e fondamentale" dell'universo, la TEORIA DELLE VARIABILI NASCOSTE di EINSTEIN e BOHM potrebbe riempire la lacuna? Qualora la riempisse e si giungesse alla conclusione che le VARIABILI NASCOSTE esistono e ci permettono di risolvere i paradossi della fisica quantistica, queste VARIABILI NASCOSTE, a loro volta, su cosa poggerebbero? Sì, perchè "la realtà oggettiva" ricercata da EINSTEIN e BOHM non sarebbe, in effetti, una realtà "oggettiva", perchè le sue premesse si baserebbero su una fisica newtoniana, relativistica, e questo porterebbe, come abbiamo constatato più volte, ad una regressione di cause infinita, praticamente senza fondo; da profana penso che questa ipotesi sia più inconcepibile di una realtà fondamentale (quantistica) che per la sua stessa natura di "principio" non può basarsi su leggi aapparteneti al mondo maacroscopico. Per quel che riguarda la fisica quantistica dovremmo addestrare la nostra mente a vedere l'infinito nel finito, ovvero il relativo (che è "finito") come espressione dell'infinito e quindi come "finito" ai nostri occhi, ma "infinito" in sè, in quanto tutto ciò che esiste è INFORMAZIONE, e l'informazione non può mai smettere di esistere, è infinita, appunto, ed è sempre necessaria la sua realizzazione in qualche luogo nell'universo (che è infinito). In qualche modo l'INFINITO contiene tutto ciò che può essere concepibile, e tutto quel che può essere concepibile si realizza e non passa mai, si perpetua per l'eternità. Ma l'INFINITO, per realizzare sè stesso, ha bisogno dello spazio, del tempo, degli anni luce, dell'illusione della materia...e sono solo i limiti della consapevolezza che "separano" il principio dalla sua espressione materiale relativistica: l'universo non può non esistere, è NECESSARIO, come tutto quel che contiene, e la LEGGE PROBABILISTICA della fisica quantistica non potrebbe esistere senza LA LEGGE DI CAUSALITA' del mondo macroscopico, così come il mondo macroscopico non potrebbe esistere senza il mondo quantistico: essi sono UNO, sono messi nello stesso rapporto dell'uomo e della sua mente: non si può separare la mente dall'uomo, altrimenti egli non esisterebbe più. Ma la non-esistenza non è messa in cantiere nell'universo; quel che si pensa non possa esistere, esiste solo per il fatto che lo si è potuto concepire; quel che non esiste non si può concepire e quindi non è problema dell'universo. Il NULLA non si può concepire, ma l'INFINITO sì, perchè la nostra mente stessa non potrebbe immaginare il proprio annullamento, mentre può immaginare l'immortalità, la nostra mente nell'intimo non la metterebbe mai in dubbio, qualsiasi fossero le forzature "esterne" dovute a credenze, correnti ideologiche e convenzioni superficialmente aaccettate. E' un bene o è un male l'infinito nell'esistenza? E' un bene quando ci si apre la porta di una nuova consapevolezza e la nostra mente si espande oltre il muro che la racchiudeva; è un male quando la mente si accorge che oltre il muro della propria attuale ignoranza, vi è un mondo più colorato e complesso, più nobile di quello appena lasciato alle spalle, ma che, più in là, incontrerà un altro muro da superare con altra fatica, che porterà, a sua volta, ad un mondo ancora più complesso, più vivo, più colorato del precedente, e così all'INFINITO...attraverso la via dell'apparente e momentaneo "male" (perchè implica uno sforzo) a cui segue un reale ""bene" nella costruzione di una consapevolezza che va a nutrire la polarità cosciente dell'Universo. (Alessia Birri)

Riguardo le VARIABILI NASCOSTE trattate in questo articoletto leggiamo dal libro di ROGER PENROSE, LA MENTE NUOVA DELL'IMPERATORE, pag.361, capitolo MAGIA QUANTISTICA E MISTERO QUANTISTICO:

"D'altro canto, pare che BOHR considerasse lo stato quantico di un sistema (fra una misurazione e l'altra), come privo di qualsiasi realtà fisica reale, come una sorta di compendio della conoscenza che l'osservatore ha di tale sistema. Ma osservatori diversi non potrebbero avere una conoscenza diversa di un sistema, e questo fatto non faarebbe aapparire la funzione d'onda come qualcosa di essenzialmente soggettivo, tutto nella mente del fisico? non si deve permettere che la nostra immagine meravigliosamente precisa del mondo, quale fu sviluppata nel corso di molti secoli, svanisca completamente; perciò BOHR sentì il bisogno di considerare il mondo al livello classico come dotato di una realtà obiettiva. E nondimeno egli non vide alcuna realtà negli stati del livello quantistico, che sembrano essere alla base del mondo macroscopico. Un tale quadro era inaccettabile per EINSTEIN, il quale credeva che debba esistere di fatto un mondo fisico obiettivo, perfino alla scala minima dei fenomeni quantistici. Nelle sue numerose discussioni con BOHR, EINSTEIN tentò di dimostrare senza riuscirci che nella descrizione quantistica della realtà esistono contraddizioni intrinseche, e che al di sotto del livello quantistico debbaa esserci una struttura ancora più profonda, probabilmente più affine alle immagini che ci presenta la fisica classica. Alla baase del comportamento probabilistico dei sistemi quantistici doveva esserci l'azione statistica di ingredienti o parti minori del sistema, di cui non si aveva una conoscenza diretta. I seguaci di EINSTEIN, in particolare DAVID BOHM, svilupparono il punto di vista delle VARIABILI NASCOSTE, secondo cui esisterebbe in effetti una qualche realtà definita, ma i parametri che definiscono con decisione un sistema non ci sarebbero direttamente accessibili e le probabilità quantistiche sarebbero una conseguenza dell'esserci ignoti i valori di questi parametri prima delle misurazioni. Può una tale teoria delle VARIABILI NASCOSTE essere in accordo con tutti i fatti d'osservazione della fisicaa quantistica? La risposta sembrerebbe essere sì, ma solo se la teoria è, in un modo essenziale, non-locale, nel senso che i parametri nascosti dovrebbero essere in grado di influire in modo istantaneo su regioni lontane a piacere!Questa condizione non sarebbe piaciuta a EINSTEIN, soprattutto in considerazione delle difficoltà che ne derivano con la RELATIVITA' SPECIALE. Prenderemo in considerazione queste difficoltà più avanti. La TEORIA DELLE VARIABILI NASCOSTE che ha avuto maggior successo è quella nota come il MODELLO DE BROGLIE-BOHM (DE BROGLIE-1956-BOHM-1952)".


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