domenica 10 gennaio 2021

L'ELEGANTE UNIVERSO DELLA TEORIA DELLE STRINGHE

LA TEORIA DELLE STRINGHE SOLLEVA IL VELO DI UNA REALTA' MOLTO PIU' RICCA E COMPLESSA DI QUANTO POTEVAMO IMMAGINARE, CHE COMPRENDE DIMENSIONI EXTRA, UNIVERSI PARALLELI, IPOTESI OLOGRAFICA...COME RISULTATO DELLE VIBRAZIONI DI SUBATOMICI ELEMENTI FILIFORMI DETTI "STRINGHE". MA SE LA LORO ESISTENZA FOSSE CONFERMATA POTREBBERO COMUNQUE ESSERE SOLTANTO EFFETTI SECONDARI DI UN ELEMENTO PIU' ESSENZIALE ED ASTRATTO: L'INFORMAZIONE.

"L'armonia nascosta vale più di quella che appare". (Eraclito di Efeso)

"La bellezza profonda risiede nelle connessioni profonde". (Brian Greene)

Immagine: ncisione apparsa per la prima volta nel libro "L'atmosphere, meteorologie populaire" (del 1888) di Nicolas Flammarion (1842-1925), astronomo francese: un uomo osserva oltre il velo della realtà; la sua origine è sconosciuta, ma potrebbe essere opera dello stesso Flammarion.

PREMESSA

Questo saggio sulla teoria delle stringhe è stato scritto utilizzando come linee guida i libri divulgativi di Brian Greene "L'UNIVERSO ELEGANTE" e "LA REALTA' NASCOSTA", estremamente illuminanti per quel che riguarda le dinamiche della realtà fondamentale. Si tratta di due classici essenziali per l'argomento, dal contenuto asettico ed imparziale, oltre che rigorosamente scientifico e privo dei consueti preconcetti accademici perchè aperto a tutti gli orizzonti possibili. BRIAN GREENE (New York 1963) è uno dei più grandi studiosi della TEORIA DELLE STRINGHE, elaborata inizialmente dal fisico italiano GABRIELE VENEZIANO nel 1968 e poi sviluppata da molti altri ricercatori negli anni successivi. La TEORIA DELLE STRINGHE, per introdurre in parole semplici l'argomento, è connessa alla FISICA QUANTISTICA e alla dimensione subatomica, perchè considera i più piccoli costituenti fondamentali della realtà non come particelle puntiformi, ma come stringhe filiformi a dimensione 1 (indivisibili e perciò non composte), mentre le particelle subatomiche che noi osserviamo come punti (dotate di qualche di massa o senza massa, come i fotoni) costituirebbero il campo creato dall'intensità della vibrazione delle stringhe, che sarebbero miliardi e miliardi di volte più piccole di qualsiasi particella, raggiungendo la dimensione minima e invalicabile della LUNGHEZZA DI PLANCK (ricavata dalle formule del fisico tedeco MAX PLANCK; 1858-1947), oltre la quale anche il concetto di spazio e tempo non ha più senso e le fluttuazioni quantistiche raggiungono valori incommensurabili. Le STRINGHE, grazie alla loro essenza filiforme e alla possibilità di avvolgere nelle proprie spire qualsiasi dimensione, hanno un grande vantaggio dinamico rispetto alle particelle puntiformi: non potrebbero mai collassare in singolarità, ovvero degenerare nel proprio nucleo fino ad annullarsi; problema che, invece, sorge riguardo le particelle puntiformi e la sussistenza della GRAVITA' QUANTISTICA, di cui tratteremo nei successivi capitoli; le STRINGHE sono concepite a 1 dimensione, mentre le particelle puntiformi sono a dimensione 0 e bisogna ricordare che il "punto" è sempre un ente che può degenerare in singolarità. La TEORIA DELLE STRINGHE è basata esclusivamente su deduzioni matematiche ed esperimenti concettuali, secondo i quali l'esistenza di elementi fondamentali "ultimi" e indivisibili, di dimensione 1 (dunque corrispondenti alla lunghezza di Planck), filiformi e vibranti detti "STRINGHE", porterebbe alla conciliazione di FISICA QUANTISTICA e RELATIVITA' GENERALE di EINSTEIN che, ad oggi, appaiono come due mondi separati, dalle opposte leggi fisiche fra le quali non si riesce a trovare l'anello di congiunzione. Il modo di avvolgimento e vibrazione attorno al relativo spazio dimensionale delle stringhe e i valori di intensità determinano la forma e le proprietà dei fenomeni fisici nell'Universo macroscopico. Ma vi è un insormontabile problema che riguarda l'ambita prova sperimentale della TEORIA DELLE STRINGHE: con gli strumenti attuali, e forse anche in un lontano futuro, non riusciremo mai a raggiungere una potenzialità tale da poter osservare qualcosa alla LUNGHEZZA DI PLANCK, almeno basandoci sulle attuali tecniche ad alta energie degli acceleratori di particelle; anche di questo argomento ci occuperemo nei prossimi capitoli. Per farci un'idea dell'infinitesima piccolezza di una stringa dobbiamo pensare che essa è un milione di miliardi di volte più piccola di un atomo, come il puntino di una penna su un foglio (la stringa) nei confronti dell'intera galassia (in questo caso l'atomo). Come potremmo mai confermarne l'esistenza? Ciò potrebbe succedere soltanto mediante prove indirette, fenomeni osservabili che potrebbero avvenire solo in presenza di componenti fondamentali filiformi come stringhe; ma questo non è ancora avvenuto e, dunque, ad oggi possiamo soltanto appellarci alla straordinaria facoltà della TEORIA DELLE STRINGHE di conciliare FISICA QUANTISTICA e RELATIVITA' GENERALE di EINSTEIN, le cui leggi fisiche gravitazionali sono opposte e complementari, perchè le stringhe sarebbero comunque particelle fisiche a dimensione 1, mentre le particelle subatomiche della TEORIA STANDARD della fisica quantistica sono punti privi di dimensione e dunque di collegamenti concreti con le leggi del mondo macroscopico. Ogni oggetto percepibile dai nostri sensi è costituito da atomi, all'interno dei quali vi sono elettroni orbitanti intorno a un nucleo di protoni e neutroni, a loro volta composti da elementi ancora più piccoli denominati "Quark". Secondo la TEORIA DELLE STRINGHE la sequenza non termina qui, perchè nell'abisso dell'infinitamente piccolo, miliardi di volte più in profodità, vi sarebbero filamenti detti STRINGHE, che secondo la loro intensità di vibrazione e modo di avvolgimento intorno alla relativa dimensione spaziale, sarebbero responsabili di tutto ciò che esiste nell'Universo, e anche nel mondo subatomico. Questo dovrebbe essere il motivo per cui lo zoo delle particelle del MODELLO STANDARD (nato negli anni '60) della FISICA QUANTISTICA sembra non avere fine: ad ogni passo se ne aggiungono altre dalle proprietà sempre più stravaganti ed elusive; ciò si verifica perchè i modi di vibrazione di una stringa, come una sinfonia composta da note musicali, sono infiniti e le particelle a noi note non sono altro che i campi di forze generati dalla potenza delle diverse vibrazioni. Perciò l'essenza delle STRINGHE viene paragonata, giustamente, ad una sinfonia generata da questi modi differenti di vibrazione, che intrecciano il Cosmo in una grande armonia universale. La TEORIA DELLE STRINGHE non esclude il MODELLO STANDARD, ma lo completa, come succede in genere riguardo tutte le teorie scientifiche e spesso le correnti filosofiche. Ci possono essere STRINGHE APERTE e STRINGHE CHIUSE: le stringhe aperte sono ancorate alla dimensione in cui i fenomeni fisici vengono creati; le stringhe chiuse ad anello sarebbero i costituenti della FORZA GRAVITAZIONALE, fornendo in questo modo una spiegazione all'incredibile debolezza della GRAVITA' se paragonata alle altre forze(nucleare debole, nucleare forte ed elettromagnetismo). I detrattori della TEORIA DELLE STRINGHE, nonostante la sua indiscutibile logica matematica, non mancano di certo, poichè a causa della sua inconfutabilità (non potendo mai le stringhe essere direttamente osservate), viene considerata più come una branca filosofica, dal carattere metafisico, piuttosto che una deduzione rigorosamente scientifica. Osservazioni alla scala dimensionale delle stringhe richiederebbero una quantità di energia inimmaginabile con i mezzi attuali degli acceleratori di particelle, anche se, nonostante ciò, al CERN di Ginevra si stanno effettuando esperimenti che potrebbero rilevare l'eventuale migrazione di una particella in una delle DIMENSIONI EXTRA previste dalla teoria, mediante una rilevabile perdita di energia nel nostro Universo. Infatti, la PRIMA TEORIA DELLE STRINGHE prevedeva uno spazio a 6 dimensioni; in seguito a quella che è conosciuta come LA PRIMA RIVOLUZIONE DELLE SUPERSTRINGHE compresa in un periodo dal 1984-'86, durante la quale avvennero molte importanti scoperte, ci fu l'aggiunta di altre tre dimensioni, che portarono a 10 il numero di dimensioni spaziali in cui le stringhe possono espandere le proprie vibrazioni. Dunque, ben 10 DIMENSIONI EXTRA sono previste dalla TEORIA DELLE SUPERSTRINGHE, che corrispondono ad altrettanti spazi di libertà in cui una stringa può vibrare, dedotti da complicate formule matematiche, secondo le quali non è possibile limitare le vibrazioni a sole 3 dimensioni spaziali, più una temporale (presenti nella nostra realtà percepibile), nemmeno soltanto a 5, bensì, per funzionare, queste dinamiche non possono subire restrizioni dimensionali. Le DIMENSIONI EXTRA emergono necessariamente dalla TEORIA DELLE STRINGHE: nella prima versione si trovano compattificate ed arrotolate in spazi geometrici infinitesimali formati dalle stesse stringhe, detti SPAZI DI CALABI YAU (dai nomi dei matematici che li hanno formulati: inizialmente ipotizzati da EUGENIO CALABI nel 1964, successivamente dimostrati dal cinese SHING TUNG YAU nel 1977); nella sucessiva TEORIA M di WITTEN queste dimensioni si sviluppano forse anche all'infinito, come vedremo ora. Un'altro apparente problema sorto  durante lo studio della TEORIA DELLE STRINGHE furono le sue 5 diverse versioni, relative alla modalità di vibrazione ed avvolgimento, tutte quante matematicamete ineccepibili, ma apparentemente inconciliabili. Com'era possibile che ci fossero cinque verità matematiche e fisiche dalla logica inconfutabile relative ad un'unico fenomeno? Il problema venne risolto nel 1995, come approfondiremo in seguito, per merito del matematico e fisico statunitense EDWARD WITTEN che trovò il modo di conciliare tutte le 5 versioni in un'unica, grande formula: la TEORIA M (dove per "M" non si è mai saputo cosa intendesse esattamente l'autore), svelando che fondamentalmente le cinque teorie non sono altro che diverse prospettive della stessa cosa, come quando un oggetto viene posto di fronte a molti specchi mostrando in ognuno un'angolazione diversa. La TEORIA M estese il campo d'azione delle stringhe fino a 11 dimensioni, 10 spaziali e 1 temporale, in un iperspazio detto BULK composto da BRANE di molteplici dimensioni, stese come lenzuola sovrapposte, separate e ondeggianti, veri e propri mondi estesi e superiori per quel che riguarda le dimensioni spaziali, non più limitate alla tridimensionalità. Ogni dimensione in più costituisce un'ulteriore libertà d'azione e di percezione, con grandi implicazioni filosofiche e speculative. Inoltre, le stringhe sono elementi unidimensionali che vibrando velocemente danno una "parvenza" di tridimensionalità alle particelle, che sembrano avere forma e volume, ma che in realtà sono monodimensionali. Tuttavia le stringhe, nonostante siano troppo perfette per non essere vere, rimangono ancora oggi nel campo degli elementi ipotetici del mondo subatomico, attendendo di poter un giorno inglobare il MODELLO STANDARD della FISICA QUANTISTICA, sviluppando una nuova visione coerente dell'Universo in un'ambiziosa TEORIA DEL TUTTO in grado di spiegare e prevedere tutti i fenomeni dell'Universo. 


 

Il punto della situazione, dal libro "L'UNIVERSO ELEGANTE di Brian Greene, capitolo "Relatività generale contro meccanica quantistica"; paragrafo "Lo scontro tra relatività generale e meccanica quantistica"; pag. 111:

"E' a queste scale che incontriamo l'incompatibilità di fondo fra meccanica quantistica e relatività generale: la nozione di geometria spaziale regolare, cardine della relatività generale, a scale molto piccole perde di senso a causa delle violente fluttuazioni quantistiche. Nel mondo ultramicroscopico i nuclei delle due teorie - il principio di indeterminazione e il modello geometrico dello spazio-tempo - sono in conflitto diretto. Nella pratica questo problema si mostra in modi molto concreti: i calcolo fatti tenendo conto sia delle equazioni della relatività generale, sia di quelle della meccanica quantistica, danno solitamente lo stesso assurdo risultato: infinito".

Immagine: stringhe aperte e stringhe chiuse ad anello come minuscoli filamenti le cui vibrazioni sono alla base della creazione di ogni particella quantistica e fenomeno dell'Universo.

 

Immagine: Brian Greene, autore dei libri "L'universo elegante" e "La realtà nascosta", linee guida di questo saggio.

DUALITA' E PROSPETTIVA

Dal libro "LA REALTA' NASCOSTA" di Brian Greene, paragrafo "La dualità", capitolo "Universi sospesi in dimensioni vicine", pag.142:

"Di recente ho scoperto una splendida immagine che da vicino sembra una foto di Albert Einstein e da molto lontano una di Marilyn Monroe. Se vedeste soltanto le immagini che sono a fuoco ai due estremi, avreste tutte le ragioni di pensarle come due foto diverse. Se però continuate a fissare l'immagine variando la distanza, scoprite con grande sorpresa che Einstein e la Monroe sono aspetti di un unico ritratto. In maniera simile, l'esame di due teorie delle stringhe, nel caso estremo in cui entrambe le costanti di accoppiamento sono piccole, rivela che sono diverse proprio come Albert e Marilyn".

Commento:

Questo esempio ha implicazioni straordinariamente rivoluzionarie per quel che riguarda la nostra apertura mentale ad ogni teoria o corrente di pensiero, perchè, come asseriva il filosofo tedesco FRIEDRICH HEGEL (1770-1831), ad un livello superiore, tutte le diverse sfaccettature della realtà apparentemente opposte, vengono ad integrarsi in un giudizio più totalizzante. In realtà il livello superiore corrisponde al livello più profondo da cui scaturisce la materia, le radici sono anche le chiome, e le chiome sono anche le radici dell'albero nel contesto di una continuità inscindibile in cui la dualità rimane un'illusione ottica e un'errore di valutazione. La non-dualità è la realtà senza veli presentata dalle antiche tradizioni mistiche, dalla spiritualità sciamanica e dai testi sapienziali di tutte le antiche civiltà; ed ecco che il progresso della scienza si dimostra di volta in volta un ulteriore gradino verso l'integrazione fra antiche conoscenze intuitive e nuove prove scientifiche e teorie matematiche.

Immagine: foto ibrida Marily-Einstein, descritta nel paragrafo qui sopra; osservandola da vicino compare il volto di Albert Einstein, osservandola da lontano compare quello di Marilyn Monroe.

 

IL PROBLEMA DELLE 5 VERSIONI DELLA TEORIA

Dal libro "L'UNIVERSO ELEGANTE" di Brian Greene, capitolo XII "Oltre le stringhe: alla ricerca della M Teoria", paragrafo "Un breve riassunto della seconda rivoluzione delle superstringhe"; pag. 262:

"La seconda caratteristica ormai assodata della M teoria, è che contiene, oltre a stringhe vibranti, anche altri elementi: membrane bidimensionali vibranti, masserelle tridimensionali oscillanti (chiamate tribrane) e una miriade di altri oggetti. Come per l'undicesima dimensione, anche queste proprietà della M teoria emergono una volta che i calcoli non si riducono più a quelle tecniche di approssimazione che si usavano prima della metà degli anni '90".

Commento:

Come detto in precedenza, le stringhe sono elementi concreti e rigidi alla LUNGHEZZA DI PLANCK, mentre le particelle quantistiche osservabili prive di massa sarebbero il prodotto del loro campo di forza. L'unificazione di FISICA QUANTISTICA e RELATIVITA' GENERALE di Einstein ad opera della teoria delle stringhe deriva dal fatto che questi elementi ultimi, di dimensione 1, costituirebbero il punto d'origine che unifica ogni cosa esistente nell'universo, sia nelle DIMENSIONI EXTRA che negli UNIVERSI PARALLELI, mentre le particelle elementari considerate indipendenti l'una dall'altra (come nel MODELLO STANDARD) non offrono possibilità di una spiegazione dei principi della loro interazione, costringendo i fisici ad ipotizzare sempre nuovi elementi da accoppiare a quelli già noti sperimentalmente allo scopo di creare qualche intreccio. Se la TEORIA DELLE STRINGHE venisse confermata, tutto il funzionamento dell'Universo ne sarebbe estremamente semplificato. Ma i fisici si sono trovati di fronte a un apparente problema, ovvero l'esistenza di 5 DIVERSE TEORIE DELLE STRINGHE, ineccepibili dal punto di vista matematico, tutte quante indiscutibilmente vere. Come poteva essere possibile? Il problema è stato risolto dal fisico teorico statunitense EDWARD WITTEN (classe 1951) che, tenendo un discorso alla conferenza annuale sulla TEORIA DELLE STRINGHE nel 1990 suggerì che le 5 diverse formulazioni di quest'ultima potevano essere espressioni differenti della medesima cosa. 

Immagine: modalità di propagazione delle vibrazioni di una stringa.

LE DIMENSIONI EXTRA E GLI SPAZI DI CALABI YAU

Dal libro "L'UNIVERSO ELEGANTE" di Brian Greene, capitolo "Oltre le stringhe: alla ricerca della M Teoria", pag.257-258:

"Verso la fine degli anni '80 ai fisici divenne chiaro che la teoria delle stringhe per quanto arrivi molto vicino a fornire una descrizione unificante dell'universo, non riesce però a raggiungere questo obiettivo. Due ragioni erano alla base di questa consapevolezza. In primo luogo i fisici avevano scoperto che esistevano 5 differenti varianti della teoria delle stringhe. Ricorderete forse i nomi di queste teorie: tipo I, tipo IIA, tipo IIB, eterotica 0, eterotica E. Tutte hanno in comune numerose caratteristiche di base - necessitano di 10 dimensioni spaziali, di cui 6 compattificate in uno spazio di Calabi Yau, i modi di vibrazione determinano le masse e le cariche di gauge, ecc.....Studiando le equazioni di una qualsiasi delle 5 teorie di stringa, i fisici scoprirono infatti che esse ammettono molte soluzioni - ad esempio, molti possibili spazi su cui compattificare le dimensioni extra, e che ogni soluzione corrisponde a un universo con proprietà diverse. La maggior parte di questi universi, sebbene nascano tutti come soluzioni perfettamente valide delle equazioni di una teoria di stringa, non sembrano avere niente a che vedere con l'universo che conosciamo..... I teorici delle stringhe, infatti, sono già riusciti a stabilire, con loro grande soddisfazione, che le equazioni esatte, una volta che saranno state comprese, mostreranno che tutte 5 le teorie di stringa sono intimamente connesse l'una con l'altra. Simili alle punte di una stella di mare, queste cinque teorie fanno parte di un'unica entità, le cui specifiche qualità sono ancora oggetto di intense attività di ricerca".

Commento:

Questo brano ci illumina sulla natura ambivalente della realtà e, ricollegandoci all'aforisma di apertura ("la bellezza profonda risiede nelle connessioni profonde"), all'unità fondamentale di tutti gli elementi. Nell'infinitamente piccolo tutto è armonicamente connesso e la realtà del divenire, dell'eterno mutamento universale nello spazio e nel tempo, assieme alle sue leggi fisiche e ai loro effetti, si rivela illusoria e una mera proiezione distorta di ciò che fondamentalmente è perfetto e imperturbabile. La TEORIA DELLE STRINGHE prevede l'esistenza di 10 DIMENSIONI EXTRA, compattate in spazi geometrici ottenuti da complicate formule ed eleborazioni al computer; sono gli SPAZI DI CALABI YAU, così detti perchè elaborati dal matematico italiano EUGENIO CALABI (classe 1923) e dal matematico cinese YAU SHING TUNG (classe 1949). Parliamo di strutture dell'ordine di milionesimi di miliardesimi di metro, e quindi non osservabili sperimentalmente. Le forme degli SPAZI DI CALABI YAU ospitano le STRINGHE e possono essere infinite, contenere fino a 500 fori (o accessi ad altre dimensioni) e sono presenti ovunque, in ogni punto dello spazio-tempo. L'esistenza delle DIMENSIONI EXTRA emersa dalla TEORIA DELLE STRINGHE può essere descritta dalla rappresentazione in 3D di uno SPAZIO DI CALABI YAU; una di queste "porte" crea il nostro mondo a 3 dimensioni con l'aggiunta di quella temporale, che per noi che ci troviamo immersi sono estese e visibili. Gli SPAZI DI CALABI YAU, mediante elaborazioni al computer, hanno riservato un'altra importante sorpresa: la manipolazione della loro struttura geometrica (CALABI YAU MANIFOLD) e il cambiamento di posizione dei fori, per quanto possa essere portata all'estremo, secondo calcoli matematici incontrovertibili offre come risultato la creazione del medesimo universo e delle stesse leggi fisiche, sia per quel che riguarda la nostra dimensione, che le dimensioni extra; in poche parole: la manipolazione della forma non altera in alcun modo la manifestazione della dimensione relativa, perchè a livello fondamentale l'unica cosa che conta è l'insieme delle informazioni e dell'energia nel loro complesso, nella loro unità; in sostanza: l'insieme degli elementi viene considerato un "unicum dilatato".

Immagine: animazione degli spazi di Calabi-Yau.


 

Dal libro "L'UNIVERSO ELEGANTE" di Brian Greene, capitolo VIII, paragrafo "Come sono fatte le dimensioni extra?", pag.182:

"Queste nuove dimensioni sono parte integrale e onnipervasiva della struttura dello spazio, esistono ovunque. Ad esempio: quando facciamo compiere un ampio gesto circolare a una mano, non ci stiamo muovendo solo attraverso le 3 dimensioni estese e familiari, ma anche all'interno di quelle invisibili. Naturalmente, visto che sono microscopiche, la mano che si sposta le circumnaviga un numero enorme di volte, tornando ogni volta al posto di partenza. La loro piccolezza fa sì che non ci sia spazio per un oggetto grande come la mano; e così alla fine non ci siamo resi conto di aver compiuto un viaggio anche attraverso le dimensioni extra, arrotolate in uno spazio di Calabi Yau".

Commento:

L'esistenza di DIMENSIONI EXTRA venne già teorizzata dal matematico e fisico tedesco THEODOR KALUZA (1885-1954) nel 1919, nel tentativo di unificare ELETTROMAGNETISMO e CAMPO GRAVITAZIONALE; elettromagnetismo e gravità sarebbero espressioni di un'unica forza scaturita da un'ondulazione dello spazio, con la forza elettromagnetica considerata come una deformazione geometrica. In uno spazio pentadimensionale questa teoria comprende RELATIVITA' GENERALE e INTERAZIONI ELETTROMAGNETICHE. Nell'ambito di ulteriori dimensioni include RELATIVITA' GENERALE e TEORIE DI GAUGE (queste ultime basate sulle meccaniche invarianti del sistema elettromagnetico). La teoria venne in seguito sviluppata dal fisico svedese OSKAR KLEIN (1894-1977): a lui si deve l'intuizione che le DIMENSIONI EXTRA siano assolutamente reali, ma ripiegate, in modo da risultare infinitesime. La combinazione di questa teoria con il concetto di SUPERSIMMETRIA (teoria basata su ipotetiche particelle accoppiate alle particelle note, ma con un valore numerico di spin, o modo di rotazione, diverso, in modo che questo allineamento possa dare un valore non infinito), dà origine alla SUPERGRAVITA'(teoria di unificazione delle interazioni di campo fondamentali), la quale necessita di uno spazio a 11 DIMENSIONI. In conclusione, nell'elaborazione della loro teoria KALUZA e KLEIN ipotizzarono che le dimensioni superiori non fossero estese, ma arrotolate, mediante il processo detto "di compattazione spontanea", liberando solo le 4 dimensioni spazio-temporali. Proprio da questa iniziale radice teorica si è potuta sviluppare la TEORIA M che ha successivamente unificato le 5 versioni della TEORIA DELLE STRINGHE ad opera di EDWARD WITTEN nel 1995. 

Immagine: Theodor Kaluza (1885-1954)

Immagine: Oskar Klein (1894-1977)

Dal libro "L'UNIVERSO ELEGANTE" di Brian Greene, capitolo "Dimensioni che l'occhio non vede", paragrafo "Su e giù per il Tubuniverso", pag.171:

"Eccoci arrivati all'idea di Kaluza e Klein: il nostro universo tridimensionale potrebbe avere una quarta dimensione spaziale arrotolata, segreta, inaspettata. Se questo fosse vero (ovvero, come vedremo ora, se fosse vera la sua generalizzazione a molte dimensioni aggiuntive) e se le nuove dimensioni si espandessero fino a diventare visibili, è chiaro dagli esempi appena visti che la vita come la conosciamo adesso cambierebbe radicalmente".

Commento:

Siamo infatti portati a considerare queste dimensioni come spazi di possibilità per quel che riguarda lo sviluppo delle capacità percettive e i gradi di libertà d'azione e interazione, che al nostro livello tridimensionale sono molto limitanti. Per fare un esempio di come apparirebbe ai nostri occhi una realtà superiore possiamo appellarci al famoso video del "DOTTOR QUANTUM IN FLATLAND", su Youtube, ispirato al racconto fantastico di EDWIN ABBOTT del 1884, in cui un illuminato abitante di uno spazio bidimensionale, guidato dal suo genio, intuisce la possibilità di una realtà tridimensionale e viene considerato pazzo da tutti gli abitanti mediocri di Flatlandia. Per immaginare una dimensione extra spaziale, ad esempio la 4° dimensione, dobbiamo effettuare un "salto" concettuale abbandonando la nostra coscienza ordinaria e immaginando nuove possibilità legate a leggi fisiche sempre meno restrittive. Questi tre video sono estremamente illuminanti a riguardo:

"Dottor Quantum in Flatland":
https://www.youtube.com/watch?v=ibSuOEMxvp0

"Ecco com'è fatta la 4° dimensione":
https://www.youtube.com/watch?v=CBDzp5DawJ4

"Come appariresti nella 4° dimensione":
https://www.youtube.com/watch?v=GAI3_OBIABQ

"Hubble indirettamente ci ha dato mappe di materia oscura che pervade la Galassia e alcuni credono che stiamo tracciando la mappa dell'Uomo Invisibile, come quello del romanzo di H.Welles. Galassie invisibili, mondi invisibili, sospesi appena sopra il nostro universo, invisibili perchè la luce passa sotto di essi ma li percepiamo per la gravità che passa tra gli universi che può essere misurata per determinare la presenza di universi paralleli". (MICHIO KAKU, fisico teorico statunitense di origini giapponesi, uno dei massimi studiosi della teoria delle stringhe, nato nel 1947)

"Sfortunatamente, siamo bloccati nella nostra membrana e non possiamo saltare nell'iperspazio. Siamo come mosche sulla carta moschicida: non possiamo saltare in una dimensione più vasta. Ma poiché la gravità può muoversi tra gli universi, se misuriamo la forza di gravità a piccole distanze, potremmo riuscire a scoprire che la gravità si dilegua dal nostro universo verso una dimensione superiore. Oggi, in tutto il mondo, si stanno facendo molti esperimenti per verificare questa idea". (MICHIO KAKU, classe 1947, fisico teorico giapponese fra i massimi studiosi della teoria delle stringhe, intervistato nel 2016 da MASSIMO TEODORANI, classe 1956, astrofisico-divulgatore scientifico). 

 
Immagine: le "brane" sulle quali si estendono dimensioni e universi paralleli.
 
 

JOSEPH POLCHINSKI (1954-2018, fisico teorico statunitense) era un luminare della teoria delle stringhe, e scandagliando a fondo nelle sue intricate formule ed equazioni matematiche concluse che qualcosa doveva essere aggiunto perchè il meccanismo funzionasse; queste le sue parole in un documentario:

"Sappiamo che le unità costitutive della materia sono molto piccole, più di qualunque cosa mai vista, molto di più. Se queste unità sono stringhe e sono così elusive, come sappiamo che esistono? E' una bella sfida. Così abbiamo fatto un calcolo matematico e il risultato non coincideva con il quadro che ci eravamo fatti dal punto di vista fisico. Il problema era che le stringhe da sole no bastavano, secondo il calcolo dev'esserci qualcos'altro, manca quacosa per completare il quadro". (JOSEPH POLCHINSKI)

Nel 1995 POLCHINSKI, calcolando più a fondo i processi matematici, ne fece emergere  delle entità spaziali estese che denominò D-BRANE: estensioni dimensionali extra, stese come lenzuola oscillanti sovrapposte in uno spazio detto "BULK", o IPERSPAZIO (costituito da intercapedini fra una dimensione e l'altra). Alla superficie di queste dimensioni sono agganciate le STRINGHE con estremità aperte, che si radicano come i fili di un tessuto al supporto; mentre le STRINGHE chiuse ad anello (che sarebbero quelle responsabili della FORZA DI GRAVITA'), non avendo appigli, scivolano da una dimensione all'altra diluendo immensamente il loro campo di forza. Queste D-BRANE possono essere paragonate ad una ragnatela, solo che quest'ultima è bidimensionale e limitata, mentre le DIMENSIONI EXTRA possono estendersi all'infinito, e possono avere da 0, a 1, a 2, a 3, fino a un numero incalcolabile di estensioni spaziali.

Dal punto di vista spaziale la QUARTA DIMENSIONE corrisponde invece ad un'intercapedine, uno spazio intermedio fra una dimensione e l'altra. Perchè non possiamo nè vedere le dimensioni extra, nè sconfinare nell'IPERSPAZIO (BULK)? Perchè le estremità delle STRINGHE aperte che formano la realtà fenomenica, compresi i FOTONI, sono agganciate saldamente alle BRANE BIDIMENSIONALI su cui si estende il nostro universo tridimensionale, perciò non possono in nessun modo sconfinare nel "BULK" che contiene le BRANE oscillanti delle DIMENSIONI EXTRA. Il nostro mondo si estende su una BRANA a tre dimensioni, mentre altri universi-brana nell'IPERSPAZIO (o Bulk) possono comprendere un numero maggiore di dimensioni, fino a 9 (escluso il tempo e lo spazio intermedio del Bulk). 


 


I BRANA-UNIVERSI

Questa teoria, dedotta dalla TEORIA M delle stringhe, nasce dal tentativo di determinare il numero delle dimensioni nel nostro Universo. Secondo la teoria degli UNIVERSI-BRANA il nostro universo è una superficie, chiamata BRANA, sulla quale si estende un universo tridimensionale, ma incorporata in un IPERSPAZIO nel quale si sovrappongono 11 DIMENSIONI. L'esempio intuitivo più semplice è quello di immaginare un libro: ogni pagina forma una superficie bidimensionale; le pagine unite insieme formano un oggetto tridimensionale; in questo caso le pagine (bidimensionali) sono paragonabili agli universi tridimensionali, mentre la sovrapposizione delle pagine (in questo caso 11) forma l'IPERSPAZIO a 11 dimensioni compreso in ognuno degli universi. Dunque: la TEORIA M delle stringhe teorizza 11 DIMENSIONI; la TEORIA DELLE STRINGHE BOSONICHE ne calcola addirittura 26. Solo le STRINGHE AD ANELLO della gravità, come visto precedentemente, possono attraversare l'IPERSPAZIO perdendo forza attraverso le DIMENSIONI EXTRA. Le D-BRANE sono supporti fondamentali per l'estensione delle DIMENSIONI EXTRA su grandi dimensioni. Nei MODELLI DI STRINGA TOPOLOGICI le D-BRANE, invece, sono compattificate all'interno degli SPAZI DI CALABI YAU, questo perchè riducendole ad uno spazio estremamente più ristretto e ad un numero ridotto di stati fisici (rispetto al numero infinito di campi interagenti della teoria delle stringhe ordinaria) diventano più utili alla comprensione dei problemi più ostici della TEORIA DELLE STRINGHE.

Le D-BRANE della teoria di POLCHINSKI si muovono seguendo una dinamica corrispondente alle "CONDIZIONI AL CONTORNO" di JOHANN DIRICHLET (1805-1859-matematico tedsco). Le "condizioni al contorno" di DIRICHLET sono valori ottenuti da equazioni nello studio della fluidodinamica, in cui viene assegnata una velocità ai punti della superficie di un fluido. Le D-BRANE sono così denominate dall'iniziale del cognome di J. DIRICHLET perchè rappresentano delle dimensioni spaziali estese il cui movimento corrisponde alle condizioni di contorno dedotte dalle equazioni di questo studioso.

Le D-BRANE vengono classificate con un numero dopo la D, il quale corrisponde al numero di dimensioni spaziali da esse ospitate. Ad esempio: D-0-BRANA: brana corrispondente a un punto. D-1-BRANA: brana corrispondente a una linea (una dimensione). D-2-BRANA: brana  bidimensionale (2 dimensioni-spazio piatto ed esteso). D-3-BRANA: brana tridimensionale (altezza-larghezza-profondità). La TEORIA DELLE STRINGHE CLASSICA prevede fino a 11 DIMENSIONI EXTRA; la TEORIA DI STRINGA BOSONICA prevede fino a fino a 25 dimensioni, più il tempo 26 (D-25-BRANA); significa che le anomalie presentate dalla teoria si annullano se le dimensioni salgono a 26. La TEORIA DI STRINGA BOSONICA è la prima teoria delle stringhe, sviluppata alla fine degli anni '60 (XX sec.): i suoi componenti sono tutti BOSONI (messaggeri delle forze); inoltre sono previste PARTICELLE FANTASMA, dette così per i loro stati negativi, che compaiono quando il sistema è instabile e scompaiono quando si ricorre ad una TEORIA SUPERSIMMETRICA A 10 DIMENSIONI.  

L'origine del BIG BANG secondo la TEORIA M delle stringhe può derivare dalla collisione di due BRANE. Dunque il BIG BANG sarebbe stato causato dall'incontro fra due dimensioni, o UNIVERSI PARALLELI.

 

LA PROPORZIONALITA' INVERSA

Dal libro "L'UNIVERSO ELEGANTE" di Brian Greene, capitolo "La geometria quantica", paragrafo "Lo spettro degli stati di stringa", pag.213:

"Innanzitutto due osservazioni essenziali. Primo: le eccitazioni vibrazionali uniformi di una stringa hanno un'energia che è inversamente proporzionale al raggio della dimensione circolare. Questo fatto è conseguenza diretta del principio di indeterminazione: se il raggio diventa più piccolo, la stringa è confinata in uno spazio più angusto e, per effetto della claustrofobia quantistica, la sua quantità di energia cinetica, cioè quella dovuta al moto, aumenta. Così, quanto minore è il raggio della dimensione circolare, tanto maggiore è l'energia cinetica della stringa, e questa è proprio l'incredibile caratteristica di una relazione di proporzionalità inversa. Secondo: le quantità di energia di movimento sono "direttamente", non inversamente, proporzionali al raggio. Da queste due osservazioni possiamo concludere che per grandi valori del raggio della dimensione circolare si avranno grandi energie di avvolgimento e piccole energie vibrazionali, mentre, al contrario, per piccoli valori del raggio si avranno piccole energie di avvolgimento e grandi energie vibrazionali".

Commento:

Secondo il PRINCIPIO DI INDETERMINAZIONE DI HEISENBERG (Werner Heisenberg - 1901-1976, fisico teorico tedesco, uno dei pionieri della meccanica quantistica), la posizione esatta delle particelle e gli eventi relativi al campo della dimensione subatomica (quantistica) non sono osservabili indipendentemente dal condizionamento apportato dalla presenza dell'osservatore. E' un principio fondamentale della fisica quantistica, pluridimostrato, sperimentato e indiscutibile. Dunque, più ristretto è il campo d'azione, più le particelle vibrano intensamente cercando di sfuggirgli. Proviamo ad illustrare meglio i concetti, espressi a pag.212 di "L'universo elegante, sempre nel capitolo X "La geometria quantica). Le STRINGHE, alla DIMENSIONE DI PLANCK, sono di 2 tipi: a SPIRALE (avvolte attorno alla dimensione circolare) e ad ANELLO (chiuse a cappio attorno alla dimensione circolare). L'intensità delle vibrazioni (dette "lunghezze d'onda") delle STRINGHE e l'energia di avvolgimento sono determinate dalla grandezza dello spazio circolare: più lo spazio è piccolo, più l'energia di avvolgimento sarà debole e quella vibrazionale forte, per il PRINCIPIO DI INDETERMINAZIONE secondo il quale, come detto sopra, nessuna particella subatomica sopporta limitazioni (sappiamo che proprio l'energia vibrazionale permette alla particella di espandere le vibrazioni potendo essere in questo modo presente in molti luoghi contemporaneamente). Dunque L'ENERGIA DI UNA STRINGA E' PRODOTTO DEL RAGGIO E DEL NUMERO DI VOLTE IN CUI SI AVVOLGE INTORNO ALLO SPAZIO. Se le vibrazioni sono uniformi, esse corrispondono all'inverso del raggio ("se il raggio iniziale è R=10, il suo inverso è 1/10" - pag.217) della circonferenza della forma circolare e il loro numero energetico sarà un multiplo intero dell'inverso del raggio. 


 Immagine: effetto osservatore, l'onda diviene particella all'atto dell'osservazione.

"Non osserviamo la Natura in sè, bensì la Natura sottoposta al nostro metodo d'indagine" (WERNER HEISENBERG, 1901-1976, fraa i pionieri della fisica quantistica)

A pag. 218, nel paragrafo "Una controversia" del decimo capitolo (L'UNIVERSO ELEGANTE), che citeremo più avanti, viene illustrata una caratteristica essenziale delle STRINGHE e della realtà fondamentale, ovvero come l'inversione dei valori energetici di avvolgimento e vibrazione delle stringhe non apportino alcuna modifica alle proprietà dell'universo creato, denominata "PROPORZIONALITA' INVERSA". Tutti gli esempi vengono esposti mediante il dialogo di due personaggi immaginari, George e Mildred, che viaggiano nell'universo alla velocità del pensiero e vengono "strapazzati" dall'autore che li pone in tutte le situazioni possibili immaginabili. In questo caso George calcola il raggio su cui le STRINGHE si avvolgono come 10 volte la LUNGHEZZA DI PLANCK, mentre Mildred lo calcola all'inverso del raggio, come 1 decimo della LUNGHEZZA DI PLANCK (quindi, paradossalmente, inferiore a quella che è considerata la lunghezza limite della dimensione subatomica): nonostante il rovesciamento di prospettiva il risultato è lo stesso perchè alla dimensione quantistica la forma, il modo e la distribuzione delle energie e degli elementi non ha alcuna importanza rispetto al totale delle energie scaturite; le implicazioni di questo risultato sono enormi, perchè annullano praticamente ogni idea "classica" della realtà, basata sulle leggi dell'universo macroscopico, rendendone l'essenza fondamentalmente ologrammatica, creata dai fotoni che nella loro fuga dalla LUNGHEZZA DI PLANCK "proiettano" gli elementi dell'universo che rimane essenzialmente un punto infinitamente piccolo al di sotto della stessa LUNGHEZZA DI PLANCK (considerata la misurazione microscopica più piccola oltre la quale nulla è più osservabile e lo stesso concetto di spazio e tempo cessa di esistere: la dimensione del "nulla").

Dal libro "L'UNIVERSO ELEGANTE" di Brian Greene, capitolo "La geometria quantica"; paragrafo "Una controversia", pag.218-219:

"George e Mildred, che si sono appiattiti fino a diventare bidimensionali, prendono dimora nel Tubuniverso, impiantando due laboratori. Dopo un po' di tempo, affermano, indipendentemente l'uno dall'altra, di aver determinato il raggio della dimensione circolare (inerente alle stringhe). Sorprendentemente, però, i loro risultati non concordano, nonostante abbiano fama di ottimi ricercatori. George sostiene che il raggio (attorno al quale la stringa si avvolge) è R=10 volte la lunghezza di Planck, mentre Mildred sostiene che il raggio è R=1/10 (un decimo) della lunghezza di Planck. "Mildred" - dice George - "sulla base dei miei calcoli della teoria delle stringhe so che se la dimensione circolare ha raggio R=10, allora si devono osservare stringhe le cui energie sono quelle elencate nella tabella 10.1 (le tabelle menzionate in questo brano sono presenti sul libro e descrivono il rovesciamento dei valori energetici fra le deduzioni di George e quelle di Mildred). Ho effettuato un gran numero di esperimenti con il mio nuovo acceleratore, abbastanza potente da raggiungere la lunghezza di Planck, e queste previsioni teoriche sono state confermate con assoluta precisione. Posso perciò asserire con certezza che la dimensione circolare ha raggio R=10". Mildred, a sostegno delle proprie affermazioni, adduce le stesse argomentazioni di George, con la differenza che il suo elenco delle energie di stringa è quello fornito dalla tabella 10.2, il che conferma appunto che il raggio sia R=1/10 (1 decimo)....Mildred, che ha ormai penetrato i segreti della teoria delle stringhe, gli ribatte: "Ciò che dici è giusto, ma sbagliato. E' vero in genere che due diversi valori del raggio danno luogo a diverse energie accessibili. Ciò nonostante, nel caso particolare in cui i due valori siano l'uno l'inverso dell'altro, come 10 e 1/10, le energie e le cariche di stringa risultano identiche. Tu chiami modo di avvolgimento quello che io chiamo modo di vibrazione, mentre chiami modo di vibrazione quello che io chiamo modo di avvolgimento. Ma alla Natura non interessa il linguaggio che usiamo. La fisica è governata soltanto dagli ingredienti fondamentali, le masse (cioè le energie) delle particelle e le cariche che esse trasportano. Se il raggio è uguale a 10 oppure a 1/10, l'elenco completo delle proprietà degli ingredienti fondamentali nella teoria delle stringhe rimane lo stesso".

Commento:

Come mai, se la LUNGHEZZA DI PLANCK è un limite invalicabile nell'infinitamente piccolo, in questo brano si discute di 1/10 della stessa LUNGHEZZA DI PLANCK? Ed è proprio a questo punto che si svela il più straordinario risultato della TEORIA DELLE STRINGHE: secondo i principi della PROPORZIONALITA' INVERSA, le energie di avvolgimento e vibrazione delle stringhe si scambiano in modo inversamente proporzionale, per cui se sono più forti le energie di vibrazione, saranno più deboli quelle di avvolgimento, se sono deboli le energie di vibrazione, saranno più forti le energie di avvolgimento, ma anche scambiando i valori energetici fra vibrazione e avvolgimento, il risultato sarà sempre lo stesso, cioè l'universo che si manifesterà non cambierà nessuna delle sue leggi o delle sue apparenze, sia che si restringa sempre più a causa di energie di vibrazione deboli, sia che si espanda immensamente a causa delle energie di vibrazione più forti. Perciò le ragioni di George e quelle di Mildred, nel brano riportato qui sopra, sono entrambe vere e supportate da formulazioni incontrovertibili. Le implicazioni di questo risultato sono enormi: significa che l'universo, tutto l'universo nella sua inconcepibile estensione di miliardi e miliardi di anni luce, potrebbe contrarsi sotto la LUNGHEZZA DI PLANCK, ovvero divenire un punto di estensione nulla, eppur rimanere sè stesso, con tutte le sue galassie, pianeti, esseri che lo abitano, i quali non si accorgerebbero minimamente della differenza. E significa anche che se tutto l'universo può divenire un nulla senza cambiare sè stesso, l'unica realtà che rimane è l'elemento imperscrutabile e non sperimentabile: l'informazione; e l'essenza dell'informazione è il pensiero. 

 

Dal libro "L'UNIVERSO ELEGANTE" di Brian Greene, capitolo "La geometria quantica", paragrafo "Tre domande", pag.221:

"Com'è mai possibile che un essere umano alto 1 metro e 80 entri in un universo così incredibilmente microscopico? Com'è mai possibile che questo granellino di universo sia fisicamente identico al grande manto stellato che vediamo sopra di noi? Per di più, ora siamo costretti a dare risposta alla seconda delle nostre tre domande: la teoria delle stringhe avrebbe dovuto eliminare ogni possibilità di misurare sperimentalmente distanze minori della lunghezza di Planck. La risposta che ci permetterà di risolvere anche l'ultima delle nostre domande metterà in luce un aspetto importante delle nozioni di spazio e distanza".

Dal libro "L'UNIVERSO ELEGANTE" di Brian Greene, capitolo "La geometria quantica", paragrafo "Due nozioni di distanza", pag.224:

"I modi di stringa leggeri ci mostrano un universo grande e in espansione; i modi di stringa pesanti, al contempo, mettono in evidenza un universo minuscolo che si contrae. In tutto questo non c'è nessuna contraddizione: ci troviamo davanti a due definizioni di distanza, diverse, ma ugualmente sensate. La prima ci è maggiormente familiare solo a causa delle nostre limitazioni tecnologiche, entrambe, però, sono altrettanto valide".

Commento:

Secondo il principio di PROPORZIONALITA' INVERSA, infatti, l'universo è contemporaneamente infinitamente grande e infinitamente piccolo, perchè le circonferenze attorno a cui si avvolgono i modi di stringa più pesanti (cioè quelli dalle vibrazioni più intense) divengono sempre più piccole in modo proporzionalmente inverso alla velocità di vibrazione, precipitando sotto la LUNGHEZZA DI PLANCK. A questo punto, però, per il PRINCIPIO DI INDETERMINAZIONE DI HEISENBERG, secondo il quale le particelle quantistiche non sopportano restrizioni spaziali e si agitano sfuggendo alle limitazioni tanto quanto quest'ultime sono accentuate, si generano modi di stringa più leggeri, come i FOTONI, che sfuggono alla dimensione dell'infinitamente piccolo creando l'ologramma di un universo infnitamente grande, che però detiene la base operativa al di sotto della LUNGHEZZA DI PLANCK, nel regno del NULLA, che diviene il regno del TUTTO. Ora vediamo perchè, secondo questo principio, l'universo non potrebbe collassare su sè stesso annullandosi in un BUCO NERO. Nel libro viene usata la metafora dell'astronauta; la sostanza del discorso è: se le tre dimensioni spaziali hanno forma circolare (di modo che se un astronauta giungesse ai confini dell'universo circumnavigherebbe le immensità fino a trovarsi al punto di partenza), allora, secondo la PROPORZIONE INVERSA della geometria quantistica, l'espansione del raggio nel tempo e nello spazio sarebbe correlata a una inversamente proporzionale contrazione dei modi di stringa pesanti, cioè dell'INVERSO DEL RAGGIO che corrisponde a 1 decimo della LUNGHEZZA DI PLANCK. Si verifica dunque il paradosso di un universo infinitamente grande e infinitamente piccolo al contempo. Infatti se l'universo collassasse su sè stesso, i modi di stringa più leggeri, i FOTONI, si espanderebbero di più in modo inversamente proporzionale alla progressiva riduzione del raggio dei modi di stringa pesanti, i quali si ridurrebbero a una dimensione minore a quella di Planck proprio per l'effetto della pressione del collasso. Che cosa misuriamo dunque noi con i nostri mezzi tecnologici attuali, con i potenti telescopi di cui siamo dotati? Con il nostro sguardo misuriamo i modi di stringa leggeri, che attraverso la loro fuga dalla DIMENSIONE DI PLANCK proiettano intorno a noi l'impressione di uno spazio infinito: i FOTONI, percorrendo i miliardi di anni luce della loro espansione inversamente proporzionale ai modi di stringa più pesanti, danno l'llusione di un universo infinito in continua espansione, maa in realtà l'universo si trova fisicamente contratto in un punto di estensione nulla. Se le particelle più leggere, secondo il PRINCIPIO DI INDETERMINAZIONE DI HEISENBERG, reagiscono sfuggendo con maggiore energia quanto vengono ristrette nello spazio, il BIG CRUNCH (il collasso dell'universo per contrazione) non può avvenire. 

 

Dal libro "L'UNIVERSO ELEGANTE" di Brian Greene, capitolo "Riflessioni sulla cosmologia"; paragrafo "Perchè tre?", pag.337:

"Perchè mai e in che modo la riduzione di simmetria seleziona per l'espansione precisamente tre dimensioni spaziali? Cioè, al di là del fatto sperimentale che soltanto 3 dimensioni spaziali si sono espanse fino a diventare osservabili, la teoria delle stringhe fornisce una ragione fondamentale del perchè così non è stato per un numero diverso di dimensioni o addirittura per tutte quante in maniera perfettamente simmetrica? Brandenberger e Vafa hanno trovato una spiegazione possibile. Vi ricorderete che la dualità raggio R-, raggio I/R si basa sul fatto che, quando una dimensione compattificata è circolare, una stringa le si può arrotolare attorno. Come un elastico stretto attorno a una camera d'aria di bicicletta queste stringhe arrotolate tendono a strangolare le dimensioni attorno alle quali sono avvolte, impedendo loro di espandersi. A prima vista ciò sembrerebbe avere come conseguenza che ogni dimensione sia destinata a rimanere compressa, dato che le stringhe possono avvolgerle tutte indistintamente (e così effettivamente è). MA C'E UNA SCAPPATOIA: se una stringa arrotolata interagisce con la corrispondente antistringa (una stringa arrotolata nella direzione opposta), allora entrambe si annichilano l'una con l'altra, producendo una stringa non arrotolata. Se questo processo avviene con sufficiente rapidità ed efficacia, un numero abbastanza elevato di elastici verrà eliminato e alcune dimensioni potranno espandersi".

Commento:

Le STRINGHE vibrano e oscillano come elastici infinitamente sottili le cui modulazioni non possono essere circosscritte ad un'unica dimensione, ma i loro effetti si propagano come fanno le onde sono re o gli anelli formati da un sasso nell'acqua di uno stagno: esse si dimostrano oggetti iperdimensionali. La matematica della teoria delle stringhe richiede 6 DIMENSIONI EXTRA, in formazioni irregolari e circolari: gli SPAZI DI CALABY YAU sono strutture geometriche a 6 DIMENSIONI formate, appunto, da STRINGHE e si approssimano alla LUNGHEZZA DI PLANCK, un miliardo di miliardesimo delle dimensioni di un elettrone. Se potessimo costruire dei microscopi così potenti da indagare queste distanze, l’esistenza di tali dimensioni sarebbe palesata. Quattro di queste dimensioni (altezza-larghezza-profondità, più il tempo) costituiscono l'Universo a cui apparteniamo, le altre 6 sono "ripiegate", cioè non estese o accessibili a noi. Possiamo considerare le DIMENSIONI COMPATTIFICATE come elementi in sonno della nostra realtà, spazi potenziali che probabilmente non riusciremo mai a cogliere ed osservare fisicamente, proprio perchè infinitesimi e non alla portata delle strumentazioni "classiche" dei laboratori. Una cosa però è certa: le radici della nostra realtà, le leggi fisiche, le COSTANTI UNIVERSALI...provengono da altrove, si trovano al di là del nostro spazio-tempo, così come tutti i fenomeni visibili dell'universo sono dovuti all'azione dei "campi di forze" invisibili intorno a noi: CAMPO ELETTROMAGNETICO, CAMPO GRAVITAZIONALE, ONDE SONORE, CAMPO MAGNETICO TERRESTRE (che gli uccelli percepiscono seguendo le rotte annuali), e tutti i campi di forze che gli animali sono in grado di percepire e noi no....Noi non vediamo i segnali che percorrono lo spazio intorno a noi, segnali radio, tv, Internet, telefoni cellulari, radiazioni, ecc...che peraltro servono ogni giorno alle nostre attività creando realtà visibili e udibili dai nostri sensi. E' evidente che non potremmo, fisicamente, aprire questi fori-portali a imbuto che si trovano negli SPAZI DI CALABI YAU per sperimentare altre dimensioni, nè con i nostri corpi, nè con gli strumenti macroscopici o innescando energie dalla potenza inimmaginabile allo scopo di mettere a nudo elementi sempre più piccoli. COS'E' CHE CI IMPEDISCE DI ESSERE RISUCCHIATI DA QUESTI TUNNEL? La loro dimensione minima: se questi fori fossero grandi abbastanza la loro trazione gravitazionale sarebbe irresistibile e noi potremmo precipitare fisicamente oltre la nostra dimensione. L'esistenza delle DIMENSIONI EXTRA potrebbe spiegare inoltre l'origine delle COSTANTI FONDAMENTALI e il mistero della FORZA DI GRAVITA', che sappiamo essere miliardi di volte più debole dell'ELETTROMAGNETISMO, e si presume perciò "diluita" attraverso innumerevoli dimensioni multiple. Facciamo un esempio: i magneti sono dominati dalla FORZA ELETTROMAGNETICA, che governa anche la luce e l'elettricità, e l'ELETTROMAGNETISMO è miliardi di volte più forte della gravità, 1 seguito da 39 zeri; ragion per cui un elefante può reggersi e camminare sulla superficie della Terra. La debolezza della FORZA DI GRAVITA' sarebbe inspiegabile senza la TEORIA DELLE STRINGHE, che prevede l'esistenza di MEMBRANE ESTESE che costituirebbero le DIMENSIONI EXTRA nella loro forma "estesa" e sviluppata, appunto, secondo il principio della DUALITA' per cui un elemento si manifesta in due modi apparentemente opposti, ma che corrispondono in realtà a due prospettive diverse. Dunque le DIMENSIONI EXTRA sono compattificate (riguardo alla nostra possibilità di raggiungerle) e allo stesso tempo, però, estese, perciò già esistenti ed evolute al di là del nostro spazio-tempo e della nostra possibilità percettiva. Ma perchè la FORZA DI GRAVITA' dovrebbe essere diluita attraverso le DIMENSIONI EXTRA, mentre l'ELETTROMAGNETISMO no? Secondo la TEORIA M (che è l'evoluzione della teoria delle stringhe dopo l'unificazione delle 5 diverse visuali ad opera di EDWARD WITTEN) non dovremmo considerare solo l'esistenza di STRINGHE APERTE che vibrano come fulmini verticali agganciate indissolubilmente alla BRANA (tessuto) di una data dimensione, ma anche l'esistenza di STRINGHE CHIUSE ad anello, perciò prive di ancoraggio e che possono dunque viaggiare liberamente da una dimensione all'altra, indebolendo la potenza gravitazionale. Questi modi di stringa circolari sono detti "GRAVITONI" e sono responsabili della FORZA DI GRAVITA'. Oggi, molti sono convinti che si potrebbe comunicare con esseri di altre dimensioni mediante segnali prodotti dal CAMPO GRAVITAZIONALE. Più in gnerale, le 20 COSTANTI FONDAMENTALI (che sono valori numerici precisi sui quali si basa l'esistenza del nostro Universo, fra i quali vi è il peso dell'ELETTRONE, FORZA DI GRAVITA', FORZA ELETTROMAGNETICA, FORZA NUCLEARE FORTE e FORZA NUCLEARE DEBOLE) sarebbero promanate dalle DIMENSIONI EXTRA; dunque la nostra realtà sarebbe la propaggine di "ordinamenti" le cui premesse sono promulgate "altrove". Ma perchè le STRINGHE si possano trasformare in MEMBRANE, cioè si possano estendere effettivamente oltre il nostro spazio-tempo, c'è bisogno di introdurre un'ulteriore potenzialità: l'UNDICESIMA DIMENSIONE, dedotta da EDWARD WTTEN con la TEORIA M. Nell'Universo tutto è e non è, ogni aspetto "opposto" è solo una visione in prospettiva diversa della stessa cosa; in questo caso, le DIMENSIONI COMPATTIFICATE (potenziali e non sviluppate per noi, al livello della nostra percezione) sono allo stesso tempo DIMENSIOI ESTESE (sviluppate) che formano altri universi. Ma come potrebbe essere possibile per noi aprire questi spazi "potenziali"? Potremmo considerare la questione solo dal punto di vista meccanico, fisico, per come noi consideriamo la Natura secondo la fisica classica; e certamente questa è una prospettiva, seppur limitata. Ma non possiamo fare a meno di cogliere l'analogia evidente degli spazi multidimensionali di CALABI YAU con i livelli percettivi della nostra mente. Uno dei più grandi dilemmi della fisica quantistica è, infatti, l'impossibilità di formalizzare matematicamente e fisicamente l'influsso dell'osservazione (scientificamente sperimentato e incontrovertibile) sulle particelle subatomiche e, dunque, a che livello la mente può condizionare la realtà. Nel caso degli spazi multidimensionali di CALABI YAU, le DIMENSIONI COMPATTIFICATE non possono essere considerate tanto elementi inerenti alla meccanica dell'universo, ma soprattutto come livelli di profondità di percezione del reale, e come potenzialità intellettive "in sonno" (intelligere: guardare dentro, oltre la superficie dell'ordinario). E' del tutto ovvio, infatti, che a ulteriori dimensioni aggiunte alle 4 del nostro mondo attuale, corrisponda un superiore livello dell'Essere, e dunque della PERCEZIONE. Se facciamo un confronto con gli abitanti bidimensionali di FLATLANDIA descritti da EDWIN ABBOTT nel suo romanzo fantastico-metaforico del 1884, se fosse trascurato, o peggio, negato l'aspetto psichico della realtà profonda, potremmo ridurci al ruolo di piccoli oscurantisti e grigi personaggi di cui il mondo non si ricorderà, convinti che la luce provenga dalla finestra e non dal sole, chiusi fra le pareti delle nostre stanze. La nozione delle dimensioni nascoste ci porta a considerare il nostro piano esistenziale come una condizione inviluppata, inespressa, come un Universo-seme che, più che mediante acceleratori di particelle ed energie potentissime, dev'essere "spacchettato" dalla nostra consapevolezza nel vero senso della parola in tutte le direzioni e le mete del possibili: IL CONCETTO DI DIMENSIONE DEVE COINCIDERE CON QUELLO DI PERCEZIONE. Alla base della TEORIA DELLE STRINGHE a nostro avviso vi è proprio il principio di "potenzialità". Ciò comporta non considerare soltanto l'aspetto prettamente "meccanico", ma soprattutto ciò che prescinde da qualsiasi cosa possiamo sperimentare fisicamente ed è strettamente vincolato alla coscienza, cioè alla nostra capacità di cogliere elementi sempre più profondi della realtà che ci circonda, di concepirli, di esserne consapevoli. E' giusto, ovviamente, provare ad individuare le DIMENSIONI EXTRA tramite il costoso acceleratore LHC del CERN di GINEVRA, ma non riusciremo ad ottenere nulla meccanicamente, quanto piuttosto mediante la correzione della nostra concezione della realtà, e il raggiungimento di un profondo livello di consapevolezza, dato per certo che questa è davvero la base di "tutto", e che anche gli scienziati sono d'accordo nell'affermare che ciò che la nostra mente e il nostro sguardo non può cogliere, praticamente non esiste, o almeno non ancora. Esisterebbe l'Universo senza esseri in grado di concepirlo? O meglio: potrebbe esistere qualcosa di totalmente insensato, privo di mèta evolutiva, di possibilità infinite? La TEORIA DELLE STRINGHE, così come tutta la FISICA QUANTISTICA, cancella l'apparente confine fra scienza e filosofia, fra mente e materia, liberando la percezione della realtà da secolari illusioni ottiche, o convenzioni. 

Immagine: ricostruzione di uno spazio di Calabi-Yau formato da stringhe con relativi accessi a dimensioni extra.


Dal libro "L'UNIVERSO ELEGANTE" di Brian Greene; capitolo "Il super delle superstringhe"; paragrafo "L'importanza della supersimmetria nelle teorie di campo", pag.152:

"La forza elettromagnetica è meno dell'uno per cento della forza nucleare forte, la forza nucleare debole è un migliaio di volte meno intensa dell'elettromagnetismo, e la forza di gravità è circa cento milioni di miliardi di miliardi (proprio così, è scritto due volte) di volte ancora meno intensa".

 

BIG BANG ED ESPANSIONE SPAZIALE

"Alcuni pensano che il big bang sia la spiegazione di come è iniziato l'universo: non lo è. Il big bang è una teoria di come l'universo si sia evoluto da una frazione di secondo dopo di ciò che l'ha portato all'esistenza". (BRIAN GREENE)

Dal libro L'UNIVERSO ELEGANTE di Brian Greene, capitolo "curve e pieghe", paragrafo "I buchi neri, il big bang e l'espansione dello spazio", pag.71:

"L'immagine del big bang come di una bomba a frammentazione che lancia in giro il contenuto materiale dell'universo è intuitiva ma fuorviante. Una bomba esplode in un particolare punto dello spazio e del tempo e proietta la sua materia nello spazio circostante. Ma nel big bang lo spazio circostante non esiste: la contrazione prima si verifica perchè lo spazio si contrae. L'arancia, il limone e così via sono tutto l'universo e non un oggetto dentro l'universo. Il big bang è l'eruzione dello spazio compresso, la cui espansione, come un'onda di marea, porta con sè materia ed energia fino ai giorni nostri".

Commento:

Vi è infatti qualcosa di molto più veloce della LUCE, ed è lo SPAZIO, la cui velocità d'azione è immanente alle dinamiche del pensiero ed istantanea e connessa a quella del TEMPO. 

 

 

LA SUPERSIMMETRIA - SVILUPPO DELLA TEORIA DELLE SUPERSTRINGHE

Dal libro "L'UNIVERSO ELEGANTE" di Brian Greene, capitolo "Il super delle super-stringhe", paragrafo "L'importanza della supersimmetria nelle teorie di campo", pag.151:

"La supersimmetria dà una svolta alla faccenda. Le particelle a spin intero, dette bosoni in onore del fisico indiano Satyendra Bose, e quelle il cui spin è pari a metà di un numero dispari, i fermioni, così chiamati in onore di Enrico Fermi, danno contributi all'agitazione quantistica che si cancellano a vicenda: se le fluttuazioni di un bosone sono positive, quelle di un fermione tendono ad essere negative e viceversa. Poichè la supersimmetria ci assicura che bosoni e fermioni sono sempre accoppiati, le cancellazioni finiscono per essere rilevanti e calmano l'agitazione quantistica".

Dal libro "L'UNIVERSO ELEGANTE" di  Brian Greene, capitolo "Il super delle super stringhe", paragrafo "La supersimmetria e la teoria delle stringhe", pag.157:

"Nel 1977 le ricerche di Ferdinando Gliozzi dell'Università di Torino, Joel Scherk e David Olive dell'Imperial College, fecero luce sul fenomeno: si era scoperto che la teoria delle stringhe prevedeva la supersimmetria e l'accoppiamento bosone-fermione ne era un segno. Era nata la teoria delle stringhe supersimmetrica, cioè la teoria delle SUPERSTRINGHE". Le particelle accoppiate sarebbero uguali in tutto a quelle note, eccetto che nella massa e nello spin. La teoria afferma che 'è una simmetria fra le principali particelle fondamentali: i fermioni e i bosoni. I primi sono i mattoni definitivi della natura, i secondi sono legati alla manifestazione delle forze fondamentali. Le particelle supersimmetriche sono molto pesanti e gli esperimenti del 2012 dell'acceleratore LHC del CERN Ginevra, dai risultati delle collisioni, non ha rilevato valori che andassero oltre quelli stabiliti dal Modello Standard. E dunque il bosone rimane ancora l'unico elemento fondamentale a determinare l'esistenza della massa e delle forze dell'universo".

Commento:

Nel modello iniziale di GABRIELE VENEZIANO la TEORIA DELLE STRINGHE descrive solo circa la metà delle particelle connesse da INTERAZIONI FORTI. Alla scala del nucleo atomico, i PROTONI ed i NEUTRONI sono tenuti insieme da una forza detta INTERAZIONE FORTE, che funge da collante impedendo la disintegrazione del nucleo a causa della repulsione elettromagnetica tra i PROTONI dello stesso nucleo. Era necessario che la teoria comprendesse anche la metà mancante, e dunque doveva essere approfondita. Fu così che all'inizio degli anni '70, per merito degli studi di PIERRE RAMOND (classe 1943), JOHN SCHWARZ (1941), ANDRE' NEVEU (1946) la teoria delle stringhe si evolve nella TEORIA DELLE STRINGHE SUPERSIMMETRICA, o delle SUPERSTRINGHE, basata sulla SUPERSIMMETRIA, ovvero sull'accoppiamento di diverse particelle; ossia: ognuna delle particelle coincide con una compagna di cui non si conosce l'immagine ma dalla dinamica uguale. La conferma sperimentale della SUPERSIMMETRIA potrebbe rivoluzionare tutta la nostra concezione della realtà che ci circonda, proprio come fecero all'epoca le scoperte di ISAAC NEWTON e la RELATIVITA' GENERALE di EINSTEIN, aggiungendo nuove fondamenta alla nostra conoscenza del Cosmo, della Natura, e di noi stessi, poichè lo studio delle caratteristiche delle COMPAGNE SUPERSIMMETRICHE delle particelle, in modalità speculare, agevolerà la comprensione delle particelle conosciute. Si spera, pertanto, che in futuro si possano scoprire le PARTICELLE SUPERSIMMETRICHE grazie al potente acceleratore di particelle del CERN di GINEVRA. Le particelle descritte dalla teoria "in fieri" di GABRIELE VENEZIANO non comprendevano il PROTONE, il MESONE e il NEUTRONE: la teoria doveva essere estesa. PIERRE RAMOND, JOHN SCHWARZ, ANDRE' NEVEAU dovettero teorizzare una struttura più ampia: la SUPERSIMMETRIA, che fu un modo, basato su formule matematiche e deduzioni logiche, di estendere la descrizione anche a tutte le particelle conosciute. La nuova formulazione della TEORIA DELLE STRINGHE richiese l'aggiunta di DIMENSIONI EXTRA dello spazio-tempo, ma anche l'esistenza di particelle prive di massa, come le ONDE GRAVITAZIONALI e le ONDE ELETTROMAGNETICHE. Nel frattempo nacque però una nuova teoria che riguardava le particelle a interazione forte: il concetto di LIBERTA' ASINTOTICA. Nel linguaggio scientifico "asintotico" (dal greco a-sým-ptotos, o "ciò che non interseca") significa quel che tende ad avvicinarsi sempre più a qualcosa senza mai raggiungere un punto di contatto con essa; questa novità teorica doveva riuscire a spiegare il fatto che le particelle, soprattutto i QUARK, non possano collassare nel nucleo, poichè a livello quantistico la FORZA GRAVITAZIONALE funziona in modo opposto:

QUANDO NELL'UNIVERSO MACROSCOPICO LA DISTANZA FA DIMINUIRE LA FORZA ATTRATTIVA, ALLA DIMENSIONE ATOMICA QUESTA FORZA DIMINUISCE QUANTO PIU' LA VICINANZA AUMENTA, COME SE LE PARTICELLE FOSSERO UNITE DA UNA FORZA CHE AGISCE COME UN ELASTICO.

Quando le particelle sono abbastanza vicine l'una all'altra, non avvertono più alcun legame e sono, appunto, libere...Questa deduzione è frutto di calcoli e formule matematiche molto complesse, ma per noi è importante ruscire a coglierne la versione concettuale, intuitiva.

La LIBERTA' ASINTOTICA prende le mosse dalle TEORIE DI GAUGE (dall'inglese "gauged", calibrare) che in alcuni casi predicono proprio la dinamica della LIBERTA' ASINTOTICA: una serie di teorie quantistiche atte a spiegare le interazioni fondamentali. Questa nuova visione fece perdere punti alla TEORIA DELLE STRINGHE, facendo diminuire il numero di coloro che se ne occupavano, accantonandola per un certo periodo. La LIBERTA' ASINTOTICA costituisce il principio fondamentale dell'INTERAZIONE FORTE fra le particelle, frutto dei progressi della TEORIA STANDARD che rendeva la teoria delle stringhe superflua e stravagante. Ideatori della teoria della LIBERTA' ASINTOTICA furono il fisico statunitense DAVID GROSS (1941), FRANK WILCZEK (statunitense-1951) e DAVID POLITZER (New York-1949). Erano gli anni in cui EDWARD WITTEN stava ancora studiando per la specializzazione. Ma a far sì che la teoria non fosse abbandonata fu un gruppetto di studiosi fa cui JOELE SCHERK, JOHN SCHWARZ, MICHAEL GREENE e alcuni altri, motivati dalla sua straordinaria coerenza, eleganza e inattaccabilità dal punto di vista logico e matematico: non è possibile che un'armonia come quella che verrebbe creata dalla TEORIA DELLE STRINGHE non corrisponda a realtà; pensare ciò corrisponderebbe a minare il fondamentale scopo evolutivo sottinteso, sostenuto dall'armonia universale. L'esistenza delle PARTICELLE SUPERSIMMETRICHE potrebbe risolvere l'enigma della MATERIA OSCURA, che potrebbe essere composta da PARTICELLE SUPERSIMMETRICHE stabili. Le particelle compagne sono infatti soggette a decadimento, ma da questo decadimento si conserverebbe un valore, detto PARITA' R, che distingue le PARTICELLE SUPERSIMMETRICHE dalle compagne note (cioè osservabili); queste legge di conservazione permette che, al decadimento di una PARTICELLA SUPERSIMMETRICA di massa maggiore, ne siano prodotte in coppia due del valore di PARITA' R, generando un altro sistema di PARTICELLE SUPERSIMMETRICHE STABILI. Negli anni durante i quali la TEORIA DELLE STRINGHE venne un po' da tutti relegata in soffitta, dalla fine degli anni '70 all'inizio degli anni '80, gli studiosi MICHAEL GREENE, JOHN SCHWARZ e molti altri decisero di donarle nuovo smalto indirizzando l'attenzione soprattutto alla conciliazione di RELATIVITA' GENERALE e FISICA QUANTISTICA, cioè fra leggi famigliari e logiche dell'Universo macroscopico e dinamiche anti-intuitive e probabilistiche della dimensione subatomica. Questo nuovo approccio iniziò a dare risultati soddisfacenti. Infatti, introducendo il concetto di SUPERSIMMETRIA essi riuscirono, almeno teoricamente e in base alle complesse formule matematiche che raggiungevano un risultato coerente, ad annodare il rapporto fra leggi fisiche macroscopiche e mondo quantistico. La SUPERSIMMETRIA doveva raggiungere l'obiettivo di includere NEUTRONI e PROTONI nella teoria iniziale di GABRIELE VENEZIANO. Nel 1976 i fisici teorici JOEL SCHERK (Francia - 1946-1980), DAVID OLIVE (Inghilterra 1937-2012) e FERDINANDO GLIOZZI (1940) dell'Università di Torino provarono che la teoria delle stringhe sfocia inevitabilmente nella SUPERSIMMETRIA, ampliandola verso nuove prospettive.

Immagine: Gabriele Veneziano, (classe 1942), fondatore della Teoria delle Stringhe nel 1968, nata grazie all'introduzione della nuova grandezza fisica detta "ampiezza di Veneziano", riguardante l'estensione della sezione d'urto nell'interazione fra le particelle.

Immagine: particelle note e particelle supersimmetriche nel modello detto "Supersimmetria".

Immagine: la struttura dell'atomo. Una stringa è milioni di miardi di volte più piccola di un nucleo atomico.


CHIRALITA', o "VIOLAZIONE DELLA PARITA' FRA DESTRA E SINISTRA"

La CHIRALITA' è stata una delle più grandi scoperte della fisica quantistica, effettuata già negli anni '50, e consiste nella "VIOLAZIONE DELLA PARITA' FRA DESTRA E SINISTRA NELLA FISICA A LIVELLO FONDAMENTALE", soprattutto per quel che riguarda le INTERAZIONI DEBOLI responsabili della radioattività atomica. L'asimmetria dell'oscillazione NEUTRINO-ANTINEUTRINO (se il neutrino che giunge ruota in un senso, l'antineutrino ruota al contrario) evidenzia la VIOLAZIONE DI PARITA' fra destra e sinistra, esattamente come le due mani (destra e sinistra) non sono sovrapponibili. CHIRALITA' (dal greco keir, mano, per indicare la non sovrapponibilità delle mani rispetto a destra e sinistra) è la proprietà di esistere in forme strutturali sinistrose o destrose, l'una l'inverso dell'altra e non sovrapponibili. Già nel 1836 il chimico francese AUGUSTE LAURENT (1807-1853) teorizzò che le MOLECOLE non fossero disordinati insiemi di ATOMI, ma strutture geometriche con un nucleo centrale e legami "ordinati" fra gli ATOMI. La sua teoria è detta TEORIA DEL NUCLEO. Lo sviluppo della STEREOCHIMICA fino ai giorni nostri ha compiuto ulteriori e interessanti passi, nella conoscenza delle strutture e delle reattività molecolari. Infatti la posizione tridimensionale che una MOLECOLA BIOLOGICA assume nello spazio (in questo caso l'inversione fra destra e sinistra) determina le proprietà e le attività chimiche della stessa. Questa struttura geometrica si chiama ENANTIOMETRO: un agglomerato di ATOMI con la capacità di esistere in due forme e con la capacità di ruotare il piano della luce nella polarizzazione che li colpisce. L'implicazione di questa scoperta è enorme: di fatto, se le MOLECOLE ruotate da destra a sinistra e viceversa realizzano proprietà diverse non essendo sovrapponibili le due immagini speculari, significa che la Natura a un certo punto dell'evoluzione ha operato una scelta fra le due versioni, e che le MOLECOLE stesse comprendono una doppia identità; ma anche che nulla impedisce di ipotizzare l'esistenza di un UNIVERSO-SPECCHIO nel quale si sia in effetti realizzata la versione opposta. Ergo: le leggi della fisica, se riflesse in uno specchio, sono decisamente diverse.

VIOLAZIONE DI PARITA': a livello macroscopico la parità fra destra e sinistra è rispettata perchè l'ELETTROMAGNETISMO di MAXWELL e la LEGGE DI GRAVITA' di EINSTEIN rispettano simmetricamente la riflessione speculare. Ma le INTERAZIONI DEBOLI a livello atomico (cioè le radiazioni) da un esperimento della fisica cinese CHIEN-SHUNG WU (1912-1997), mettono in risalto l'asimmetria speculare dell'Universo: la scienziata congelò gli ATOMI DI COBALTO vicino allo zero assoluto e, facendoli ruotare tutti nello stesso senso, si determinava una radiazione di ELETTRONI che uscivano tutti nello stessa direzione, non in due direzioni; mentre se gli stessi ATOMI venivano fatti girare in senso contrario, antiorario, gli ELETTRONI emessi si dirigevano verso l'osservatore cambiando direzione. Se l'universo fosse perfettamente simmetrico gli ELETTRONI uscirebbero da tutti e due i lati contemporaneamente.

Agli inizi degli anni '80  MICHAEL GREENE e JOSEPH SCHWARZ risolsero il problema della VIOLAZIONE DI PARITA' delle interazioni deboli ottenendo in più molti altri risultati. Fu improvvisamente possibile ampliare la teoria delle stringhe in modo da spiegare la GRAVITA' QUANTISTICA e anche le proprietà delle particelle elementari, illuminando la scena su molti interrogativi. L'impresa stava conseguendo importanti sviluppi. Tutti gli studiosi furono d'accordo nell'affermare un concetto molto importante, ovvero che:

AL CRESCERE DELLA COMPLESSITA' DEI SISTEMI DEVONO SUBENTRARE NUOVE E DIVERSE LEGGI FISICHE.

I fisici teorici sono comunque concordi nell'affermare che la complessità assoluta e sempre crescente dell'Universo non si può ridurre a una teoria che riesca a fornire una visione totale del Tutto. Una TEORIA DEL TUTTO non può esistere, sarebbe una contraddizione e un paradosso rispetto all'essenza stessa dell'Infinito. Se la TEORIA DELLE STRINGHE fosse confermata, sarebbe più correttamente da considerare un punto d'inizio, "l'inizio dell'Infinito", come direbbe il fisico britannico DAVID DEUTSCH (classe 1953).

La SUPERSIMMETRIA può esser inclusa in 5 modi diversi nella teoria, ovvero le CINQUE TEORIE DELLE STRINGHE. In quattro di queste teorie la stringa è un piccolo anello vibrante, e 1 sola di queste teorie prevede che la stringa possa avere delle estremità; le doppie estremità di queste stringhe a ferro di cavallo si agganciano alla BRANA di una specifica dimensione e non si possono sradicare da essa; in due altre teorie la stringa conduce correnti elettriche e nelle altre tre è invece un isolante elettrico. In ogni modo, avere solo cinque teorie delle stringhe fu già un miracolo in confronto alle infinite combinazioni e teorie scaturite nei decenni nel MODELLO STANDARD. Questo fatto mette in luce l'elegante coerenza della TEORIA DELLE STRINGHE. 

Immagine: Wu Jianxiong-1912-1997: scienziata cinese che sperimentò, nel 1957, la fondamentale asimmetria nelle interazioni "deboli" (radioattive), la cosiddetta "violazione della parità" destra-sinistra. Ciò implica che la Natura, in versione speculare, muta le leggi della fisica.


L'UNIFICAZIONE DELLE 5 TEORIE DELLE STRINGHE NELLA FORMULA DI EDWARD WITTEN

Dal libro "L'UNIVERSO ELEGANTE" di Brian Greene; capitolo "Il super delle superstringhe"; pag.145:

"Nella fisica come nell'arte, la simmetria gioca un ruolo importante nei giudizi estetici. Ma in fisica la parola simmetria ha un significato molto concreto e preciso. Usando questo criterio diligentemente, fino ad arrivare a precise formulazioni matematiche, i ricercatori sono stati in grado di formalizzare teorie in cui le particelle materiali e quelle mediatrici delle forze sono legate in modo indissolubile fra loro, più di quanto si crdesse possibile in passato. Queste teorie uniscono foze e materia e hanno dunque il grado più alto di simmetria. Ecco perchè sono state chiamate "SUPERSIMMETRICHE". La teoria delle superstringhe , come vedremo, ne è la progenitrice, nonchè la rappresentante più importante".

Commento:

Nel 1995 il fisico statunitense EDWARD WITTEN (classe 1951) integra le 5 teorie delle stringhe (apparentemente diverse perchè diversi sono i valori numerici che ne risultano) in un'unica formula detta TEORIA M. Il significato della M sembra sia stato chiarito nel 2013 dallo stesso WITTEN, poichè ne erano scaturite diverse congetture, e sarebbe "MEMBRANA". La quantità di teorie formulate, ben cinque, tutte matematicamente ineccepibili, che descrivono le proprietà fondamentali delle STRINGHE, rischiava di compromettere di fatto l'attendibilità della teoria nel suo complesso. Il MODELLO DI STRINGA, fra gli altri 4, che descrive il mondo in cui viviamo è stato denominato:

"ETEROTICA E8 X E8".

E, se uno solo di questi modelli ci include, gli altri mondi saranno superiori, avranno spazi di libertà maggiori? Questi interrogativi, assieme alla necessità di conciliare le teorie in un unica cornice, fece intuire ad EDWARD WITTEN  che le 5 teorie o formule fossero in realtà casi limite di un unico elemento fondamentale, come se un'osservatore guardasse una statua da diverse prospettive. Ma non fu abbastanza: per ottenere l'unificazione fra RELATIVITA' GENERALE di EINSTEIN e SUPERSIMMETRIA generata dalla teoria delle stringhe si dovette introdurre il concetto di SUPERGRAVITA' a 11 DIMENSIONI.

"Capire cosa sia realmente la teoria M, modificherebbe la nostra comprensione della natura in maniera non meno radicale di quanto abbiano fatto le grandi rivoluzioni scientifiche del passato". (EDWARD WITTEN)

"Anche il mio lavoro sull'unificazione della teoria delle stringhe aveva a che fare con il tentativo di dimostrare che esse non erano coerenti, che una di esse non era coerente, e invece quella dimostrazione ha portato a comprendere meglio come le diverse teorie sono facce diverse di una stessa medaglia. La mia opinione personale è che la teoria delle stringhe sa molte cose che gli esseri umani ignorano, penso che conosca molti segreti profondi del nostro universo, non posso garantire fino a che punto riusciremo a comprenderli, possiamo solo fare del nostro meglio." (EDWARD WITTEN)

"Ok, ma se solo una delle cinque teorie delle stringhe descrive il nostro universo, chi vive negli altri quattro mondi?". (EDWARD WITTEN)

 

Dal libro "L'UNIVERSO ELEGANTE" di Brian Greene, capitolo "Dimensioni che l'occhio non vede"; paragrafo Le dimensioni extra e la teoria delle stringhe", pag.177:

"Tutto inizia da una semplice osservazione. Se una stringa è vincolata a rimanere su una superficie bidimensionale, come il piano di un tavolo o il tubuniverso, il numero delle direzioni in cui la stringa può vibrare è due: quella sinistra-destra e quella davanti e indietro. Tutti i modi di vibrazione possibili sono una combinazione di oscillazione in queste due direzioni. Se lasciamo che la stringa si muova liberamente nello spazio, il numero di direzioni indipendenti in cui può vibrare sale a tre, poichè si aggiunge quella su e giù. Anche se è difficile da immaginare, il discorso può continuare ancora. In un universo con più direzioni spaziali ci sono più direzioni in cui una stringa può vibrare".

Commento:

SUPERGRAVITA' A 11 DIMENSIONI: è una teoria di campo che si interessa a tutte le interazioni fondamentali note che coinvolgono la SUPERSIMMETRIA. La SUPERGRAVITA' è generalmente espressa in forma di TEORIA DI KALUZA-KLEIN, comprende particelle con spin 2 denominate GRAVITONI (responsabili dell'interazione gravitazionale) e nuove particelle di spin 3/2, 1, 1/2 e 0. Il punto chiave è nei calcoli matematici dei valori (rotazione-spin-velocità, ecc...) delle particelle che nell'interpretazione della SUPERSIMMETRIA consentono di rimuovere le probabilità infinite che risultano invece nel MODELLO STANDARD; questo processo di "rinormalizzazione" trova il punto di convergenza fra RELATIVITA' GENERALE e dinamiche della GRAVITA' QUANTISTICA. Infatti, se le particelle sono considerate come puntiformi, come nel MODELLO STANDARD, esse rimangono isolate e prive di connessione, non in grado di creare un sistema esteso come quello imposto dalle STRINGHE con le loro conformazioni "ancorate" alla BRANA dell'universo e i loro modi di vibrazioni in grado di estendersi oltre le tre dimensioni da noi conosciute, conferendo un quadro coerente in un orizzonte infinito: valori numerici finiti per MULTIVERSI infiniti. In questo modo si vennero a conciliare due fondamentali variabili: la LUNGHEZZA DI PLANCK e l'AMPIEZZA DI GABRIELE VENEZIANO (formulata nel 1968 dal Veneziano appena ventiseienne, che elaborò un'ampiezza d'urto che generava la dualità fra risonanze e dinamiche delle particelle).
 
Le Particelle puntiformi della TEORIA STANDARD presentano però un insormontabile problema: la degenerazione in SINGOLARITA' e vediamo come:

Facciamo il punto sulla coerenza della TEORIA DELLE STRINGHE rispetto alle lacune del MODELLO STANDARD: Il MODELLO STRANDARD prevede che le particelle quantistiche siano "elementari", nel senso che costituiscono dei semplici punti senza struttura; ma il punto senza struttura di per sè è un'assurdità, perchè riconduce al nulla, e concentrare su di esso carica elettrica e massa porta ovviamente a dei valori infiniti uniti a massa infinita e, infine, alla SINGOLARITA'. La TEORIA DELLE STRINGHE, invece, permette di rimuovere i valori infiniti proprio perchè ipotizza gli elementi fondamentali come STRINGHE filiformi e anelliformi, le quali oscillano e vibrano generando delle dinamiche calcolabili matematicamente: dei valori finiti per descrivere l'Infinito.

Immagine: stringhe aperte e stringhe chiuse. Le stringhe aperte sono ancorate mediante le estremità alla brana dimensionle, quelle chiuse ad anello sono responsabili della forza di gravità e scivolano da una dimesione all'altra, in modo che la forza di gravità sia diluita da dimensione a dimensione.
 

Dal libro "LA REALTA' NASCOSTA" di Brian Greene, capitolo "Riunificare le leggi della Natura"; paragrafo "La teoria delle stringhe e le proprietà delle particelle"; pag.117:

"Come le molte forme di DNA permettono la varietà della vita sulla Terra, le molte forme delle dimensioni extra possono permettere una gran varietà di universi appartenenti a un Multiverso basato sulle stringhe".

Commento:

Negli anni '70 la TEORIA DELLE STRINGHE fu accantonata momentaneamente, poichè la novità delle PARTICELLE EXTRA dotate di massa e le DIMENSIONI EXTRA erano motivo d'imbarazzo. E infatti nella formulazione supersimmetrica le particelle note e le "superpartner" devono avere uguale massa. Ma nessuna delle PARTICELLE COMPAGNE è mai stata osservata fino ad oggi. Pertanto questo problema venne superato estendendo l'influsso della TEORIA DELLE STRINGHE praticamente a tutti i campi della fisica: RELATIVITA' GENERALE, GRAVITA' QUANTISTICA, descrizione delle particelle del MODELLO STANDARD, fino a giungere alla consapevolezza matematica dell'indispensabilità di queste nuove particelle accoppiate alle particelle note, che divengono "ponti" fra la GRAVITA' QUANTISTICA e la RELATIVITA' GENERALE di Einstein. Unitamente le DIMENSIONI EXTRA divennero anch'esse fattori imprescindibili della teoria, indispensabili a spiegare la debolezza della FORZA DI GRAVITA' (che verrebbe diluita nell'attraversamento di innumerevoli DIMENSIONI EXTRA). In sostanza: per descrivere tutte le particelle del MODELLO STANDARD come campi di forza della vibrazione di infinitesime STRINGHE monodimensionali alla LUNGHEZZA DI PLANCK, è necessario che le vibrazioni di dette stringhe si propaghino anche in dimensioni invisibili a noi, e in questo modo la teoria si arricchisce riuscendo a descrivere praticamente tutto: GRAVITA', ELETTROMAGNETISMO, e anche molti tipi di QUARK, BOSONI W, e tutte le nuove particelle scoperte nel corso degli anni grazie agli acceleratori di particelle.  



IL PRINCIPIO OLOGRAFICO E LA TEORIA DELLE STRINGHE


Dal libro "LA REALTA' NASCOSTA" di Brian Greene; capitolo "Buchi neri e ologrammi"; paragrafo "Teoria delle stringhe e olografia"; pag.336:

"Il primo passo di Juan Maldacena consisteva nel concentrare l'analisi matematica sulle stringhe di bassa energia, vale a dire su quelle che vibrano in modo relativamente lento. Vediamo perchè. La forza di gravità tra due oggetti qualsiasi è proporzionale alla loro massa, e questo è vero anche nel caso in cui gli oggetti siano stringhe. Le stringhe che hanno un'energia bassa hanno una massa piccola e quindi reagiscono appena alla gravità. Concentrandosi su questo tipo di stringhe, quindi, Maldacena eliminava l'influenza della gravità, operando una semplificazione notevole. Nella teoria delle stringhe, come abbiamo visto al capitolo V, la gravità è trasmessa da un luogo all'altro da stringhe chiuse. Sopprimere la forza di gravità dunque era equivalente a sopprimere l'influenza delle stringhe chiuse su qualsiasi cosa potessero incontrare, in particolare, sulle stringhe aperte che vivono sulla pila di brane. Garantendo l'assenza di influenze reciproche tra i due tipi di stringhe, Maldacena garantiva la possibilità di analizzarle separatamente".

Commento:

Secondo la teoria del PRINCIPIO OLOGRAFICO, che vedremo qui di seguito seguendo il pensiero dei molti scienziati che se ne occupano, la nostra realtà si estende su una delle molte frequenze esistenti in un mare di frequenze multimensionale, esattamnte come quando ci si sintonizza su un canale televisivo; in questo caso la realtà oggettiva non esiste, l'Universo, con i suoi spazi incommensurabili, leggi fisiche, e tutto ciò che può essere visto e toccato dai nostri sensi, è pura illusione, allineando ancora una volta le scoperte scientifiche alla filosofia orientale e al concetto vedico di MAYA (illusione, inganno). Se l'Universo è olografico le STRINGHE agiscono dunque sulla nostra realtà apparentemente tridimensionale da uno spazio bidimensionale, piatto, privo di gravità, uno spazio da cui provengono le leggi note che condizionano la nostra esistenza, ma libero da queste ultime, semplificato, perchè avente la funzione di MATRICE. Ciò implica che nemmeno lo SPAZIO-TEMPO sarebbe più da considerare come una legge fondamentale: semplificando tutta la matrice della realtà ad uno spazio fondamentalmente bidimensionale si viene a superare l'opposizione fra RELATIVITA' GENERALE di EINSTEIN e leggi controintuitive della FISICA QUANTISTICA, semplicemente perchè alla base della realtà rimane un unico virtuale elemento: l'INFORMAZIONE. Tutto il resto, tutte le leggi della fisica, le forze, le particelle, sarebbero soltanto un effetto secondario.

Approfondiamo il concetto: la teoria del PRINCIPIO OLOGRAFICO postula l'esistenza delle STRINGHE in 9 DIMENSIONI di spazio, più una di tempo, che eseguono la loro attività in uno SPAZIO BIDIMENSIONALE piatto senza gravità. Questo implica che ogni forza e legge del nostro mondo (e dei molti altri mondi, forse infiniti) proviene da una dimensione matrice senza LEGGE DI GRAVITA'. Con ciò viene superato il divario fra RELATIVITA' GENERALE legata allo SPAZIO-TEMPO e FISICA QUANTISTICA, nella cui dimensione gli effetti delle leggi relativistiche non hanno alcun ruolo. Date queste premesse, dobbiamo aggiungere che, anche se il PRINCIPIO OLOGRAFICO dell'Universo scaturisce dalla TEORIA DELLE STRINGHE, ne supera ampiamente i confini presentando un quadro generale dell'essenza stessa dell'Universo. Secondo il PRINCIPIO OLOGRAFICO tutta l'informazione di una figura tridimensionale può essere contenuta in una superficie a due dimensioni, quindi secondo questa teoria:

"BASTANO DUE DIMENSIONI PER OTTENERE UNA DESCRIZIONE MATEMATICA DELL'INTERO UNIVERSO".

La tridimensionalità del nostro mondo sarebbe perciò solo illusoria, ovvero la proiezione di due processi dimensionali su un'enorme ORIZZONTE COSMICO. Le sue implicazioni sono enormi ed enormemente rivoluzionarie, dal punto di vista psicologico, filosofico ed esistenziale.

 

 NULLA E' REALE: L'IPOTESI OLOGRAFICA DI JUAN MALDACENA

"L'idea è che tutta la fisica che si verifica all'interno sia registrata al confine di qualche regione. Negli ologrammi, un'immagine tridimensionale è memorizzata su una lastra fotografica bidimensionale in modo da avere le informazioni codificate in queste due dimensioni, ma quando la guardi vedi un'immagine tridimensionale. L'idea è che nella gravità quantistica succederebbe qualcosa di simile dove codifichi tutta la fisica all'interno con una teoria che vive sul confine". (JUAN MALDACENA)

JUAN MALDACENA (nato a Buenos Aires nel 1968) è un fisico teorico argentino, collega di EDWARD WITTEN  all'Institute for Advanced Study di Princeton (New Jersey, U.S.A). Nel 1997 ipotizza una descrizione della GRAVITA' QUANTISTICA completamente diversa dal modello conosciuto fino ad allora, uguale alle dinamiche sulle quali si fonda il legame delle particelle QUARK e GLUONI nei NUCLEI ATOMICI, con una novità però: l'esistenza di una dimensione in meno, ovvero tutte queste dinamiche avverrebbero in uno SPAZIO BIDIMENSIONALE, simile ad un foglio, in cui le informazioni della realtà tridimensionale sarebbero presenti in una forma difficilmente interpretabile, perchè non sono in nulla simili ad un'immagine chiara, ma ad un coacervo intricato che contiene in ogni più piccola sua componente l'immagine nella sua interezza, secondo il concetto del TUTTO IN TUTTO. Questa teoria è stata elaborata sulla base di formule matematiche il cui risultato confermerebbe l'inconsistenza del "volume" (ossia dell'estensione tridimensionale) giungendo alla conclusione che l'ENTROPIA (ovvero la quantità di BIT-INFORMAZIONE nascosta nella massa di ogni oggetto) avviene soltanto ad un livello superficiale, bidimensionale, e la stessa tridimensionalità e solidità del mondo reale si palesa dunque come fondamentalmente illusoria, creata dalle informazioni veicolate dal nostro cervello che agirebbe come un ricettore. Il nostro cervello, infatti, possiede una capacità di immagazzinamento di informazioni illimitata, infinita, proprio come l'Universo. JUAN MALDACENA giunse a questa conclusione dallo studio dell'ENTROPIA dei BUCHI NERI, le cui informazioni potrebbero essere concentrate sulla superficie bidimensionale del cosiddetto BUCO NERO, che diverrebbe perciò un oggetto cosmico estremamente complesso, ricettacolo di un'inimmaginabile quantità di informazione. Ciò smentirebbe l'ipotesi proposta da STEPHEN HAWKING secondo la quale i BUCHI NERI sarebbero in grado addirittura di distruggere l'informazione una volta che un oggetto vi è caduto dentro, eliminando dall'intero universo la memoria della sua passata esistenza. Ma questo non sembra possibile: nulla di ciò che è esistito può realmente essere cancellato; se ne può distruggere l'apparenza materiale, ma l'informazione ologrammatica dell'intero suo essere è eterna e indistruttibile. Il fisico israeliano JAKOB BEKENSTEIN (1947-2015) ipotizzò a sua volta che le informazioni di un BUCO NERO siano immagazzinate non all'interno, ma nella superficie dell'ORIZZONTE DEGLI EVENTI, come se i BIT D'INFORMAZIONE non creassero un volume, ma fossero spalmati in superficie, la quale si allarga tanto più quanta ne contiene. L'UNIVERSO OLOGRAFICO si basa sulla concezione di spazio a curvatura negativa, denominato SPAZIO ANTI DE SITTER, che al contrario dello SPAZIO DI DE SITTER (che prende il nome dall'astronomo e matematico olandese WILLEM DE SITTER-1872–1934) è costituito da una curvatura a costante negativa, equivalente a zero, dunque piatta. La COSTANTE COSMOLOGICA è connessa alla curvatura (deformazione) dello spazio-tempo in cui i corpi si muovono.

 

Immagine: nella teoria dell'universo olografico di Juan Maldacena le stringhe non collassano all'interno del buco nero perdendo informazione, bensì l'informazione viene estesa sulla sua superficie indefinitamente, metre le particelle puntiformi della teoria quantistica Standard collassano all'interno perdendo informazione. 

Nel 2017 un'equipe di eminenti scienziati di tutto il mondo è riuscita a mettere insieme una serie enorme di dati che sono poi stati confrontati con i risultati sperimentali satellitari della radiazione cosmica di fondo. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista PHYSICAL REVIEW LETTERS da un gruppo internazionale di fisici e astrofisici teorici a cui ha preso parte anche l'Italia con l'UNIVERSITA' DEL SALENTO e la sezione di Lecce dell'ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE (Infn). Lo studio conferma che vi è una possibilità del 50% che l'Universo sia realmente olografico, essendo entrambe le teorie (UNIVERSO OLOGRAFICO PIATTO e UNIVERSO A COSTANTE POSITIVA di EINSTEIN) compatibili con i dati sperimentali.

Il fisico teorico CLAUDIO CORIANO' dell'Università del Salento afferma:

“L'ipotesi che il nostro Universo funzioni come un enorme e complesso ologramma è stata formulata negli anni ’90 del secolo scorso da diversi scienziati, raccogliendo evidenze teoriche in vari settori della fisica delle interazioni fondamentali. L’idea alla base della teoria olografica dell’universo è che tutte le informazioni che costituiscono la ‘realtà’ a tre dimensioni - più il tempo - siano contenute entro i confini di una realtà con una dimensione in meno”.

Documento ufficiale dell'esperimento del 2017:
https://home.infn.it/it/comunicazione/news/2130-l-universo-come-ologramma-la-teoria-cosmologica-e-compatibile-con-i-dati-sperimentali

 

Nel 1972 JAKOB BEKENSTEIN (1947-2015)-fisico teorico israeliano- si pose la domanda su che fine facesse l'ENTROPIA (ossia la dispersione di energia, il SECONDO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA) di un gas che attraversasse l'orizzonte degli eventi, formulando l'ipotesi che la dimensione del BUCO NERO sia instabile, ingrandendosi ogni volta che qualche informazione cade al suo interno. Ed essendo le INFORMAZIONI incasellate sulla superficie all'ORIZZONTE DEGLI EVENTI, ecco che il SECONDO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA è salvo. I BUCHI NERI sono quindi oggetti con un'enorme livello di ENTROPIA, instabili, il cui incremento compensa la dispersione entropica di ogni cosa risucchiata al loro interno. La sua teoria venne confermata da uno studio del 1974 di STEPHEN HAWKING che provò l'effettiva emissione di radiazione del BUCO NERO, e dunque la presenza di ENTROPIA, denominata RADIAZIONE DI HAWKING. Lo stesso principio dev'essere esteso all'intero universo, come afferma lo stesso BEKENSTEIN:

"I risultati teorici sui buchi neri suggeriscono che l'universo potrebbe essere come un gigantesco ologramma". (JAKOB BEKENSTEIN)

 

COME SI PRODUCE UN OLOGRAMMA?

Un RAGGIO LASER viene indirizzato in due diverse direzioni attraversando una serie di specchi; il primo raggio, dunque, rimbalza sull'oggetto che dev'essere riprodotto; il secondo raggio incontra il riflesso luminoso del primo formando uno schema di interferenza (cioè simile a quello che si genera all'incontro fra due onde) che si imprime su una superficie fotosensibile. La straordinaria caratteristica della pellicola olografica rispetto a quella tradizionale è proprio questa: ogni più piccola componente della pellicola olografica contiene l'INFORMAZIONE completa dell'oggetto riprodotto, IL TUTTO IN TUTTO. Ma c'è un limite alla nostra osservazione, perchè più ci inoltreremo nella dimensione dell'infinitamente piccolo, più l'immagine diverrà nebulosa e, anche ingrandendola, non ne potremmo ottenere una visione definita. Questo, ad esempio, è ciò che accade a tutte le PARTICELLE SUBATOMICHE. 


 

L'UNIVERSO OLOGRAFICO SECONDO ALCUNI AUTOREVOLI STUDIOSI E IN RELAZIONE ALLE DINAMICHE CONTROINTUITIVE QUANTISTICHE

MATERIA ed ENERGIA, secondo i nuovi sviluppi della FISICA QUANTISTICA, sembrano essere granulose. Vi sono dei grandi limiti nella nostra osservazione: le componenti più infinitesime appaiono annebbiate, come se si provasse a mettere a fuoco l'immagine di una persona su un pianeta lontano, ovviamente sarebbe indistinguibile dal contesto. Questa composizione granulosa può essere paragonata a quella dei BIT (0-1) del computer. Dunque ogni interazione nella realtà è una forma di calcolo, rendendo l'Universo simile ad un gigantesco computer quantistico.

Dice SETH LLOYD, (nato nel 1960, fisico statunitense; laurea in filosofia alla Cambridge University, dottorato in fisica alla Rockfeller University con tesi sui buchi neri in rapporto ai sistemi complessi. Ricercatore al California Institute of Technology e Los Alamos National Laboratory, ingegnere di computer quantistici):

"Se osserviamo i suoi più piccoli componenti questi non sono altro che dei bit quantici che compiono operazioni digitali. Quest'ultima osservazione ci porta al succo del discorso: se la realtà è soltanto informazione noi non siamo più o meno reali che se ci trovassimo in una simulazione; in entrambi i casi tutto ciò che possiamo essere è pura informazione". (SETH LLOYD)

Si deve perciò procedere all'unificazione di REALTA' e INFORMAZIONE, così com'è stato fatto per l'ELETTROMAGNETISMO e lo SPAZIOTEMPO. Il vettore dell'INFORMAZIONE, conseguentemente, deve consistere in qualcosa di assolutamente più fondamentale: l'essenza o l'elemento puro dell'intelligenza cosmica, che ha radici psichiche, di pura INFORMAZIONE non fisica e che esiste a prescindere da tutto ciò che è manifesto.


 

DEEPAK CHOPRA (classe 1947), medico endocrinologo indiano famoso per aver proposto un nuovo-antico paradigma della connessione tra mente, corpo, spirito e salute per raggiungere l'armonia esistenziale e superare le malattie, che non si limitano mai ad una condizione fisica) racconta ad alcuni saggi HINDU con entusiasmo la storia delle scoperte di una scienziata sua amica, la neuroscienziata di fama internazionale CANDACE BEEBE PERT (1946-2013), statunitense, che ha dimostrato l'esistenza dei RECETTORI PER GLI OPPIOIDI:

"E' incredibile, è meraviglioso, questa donna ha trovato le molecole, ha trovato i gel i recettori, i peptidi...è incredibile! I saggi chiesero: "Che cosa? Che cosa?" - "No, no, non capite: ha trovato le vere e proprie molecole dell'emozione, sono le endorfine e i peptidi, gli ormoni e i recettori, è incredibile!" Ci provò diverse altre volte finchè il più vecchio e saggio dei Rishi disse: "Ho capito, lei pensa che queste molecole siano reali!". (DEEPAK CHOPRA, dal libro "What the bleep do we know" di William Arntz, Betsy Chasse, Mark Vicente, 2006)

 

La principale scoperta della FISICA QUANTISTICA ci riconduce alla nuda e semplice essenza della realtà, poichè ogni più piccola particella, come FOTONE, ELETTRONE, PROTONE, QUARK, ecc...proprio come abbiamo potuto dedurre dal precedente aneddoto, non ha proprietà fisiche, dunque non è un oggetto, non possiede alcuna dimensione, ma è una modulazione, consistente in un particolare "andamento" che emerge dal mare di onde dell'indefinito CAMPO QUANTICO "informato" dalla nostra osservazione. I fisici hanno scoperto che nemmeno gli ATOMI possiedono una dimensione e immaginarli come minuscole sfere è assolutamente lontano dalla realtà. Tutto è composto da atomi, ma

"gli atomi non sono cose". (WERNER HEISENBERG)

JOE DISPENZA, attualmente considerato uno dei maggiori esperti del cervello a livello mondiale, neuroscienziato, studioso di fisica quantistica ed epigenetica, dottore presso Life University in Atlanta, Georgia, afferma:

"Il campo quantico non risponde a ciò che vogliamo, ma a ciò che siamo".

 

Lo stesso WERNER HEISENBERG (fisico tedesco-1901-1976-uno dei pionieri della FISICA QUANTISTICA; vedi anche il PRINCIPIO DI INDETERMINAZIONE DI HEISENBERG che postula l'impossibilità di misurare i valori delle particelle nel loro stato originario antecedente all'osservazione) dichiarò:

“Gli atomi o le particelle elementari stesse non sono reali; formano un mondo di potenzialità o possibilità piuttosto che uno di cose o fatti." (WERNER HEISENBERG)

E' difficile per noi che ci troviamo completamente immersi in questo palcoscenico riuscire a pensare in modo talmente controintuitivo e apparentemente inconciliabile con la realtà. Dopotutto noi, avvinghiati da questa infinita ragnatela, tutto ciò che ci circonda lo percepiamo come pesante, avvertiamo la fatica del corpo, l'opposizione della gravità, la solidità degli oggetti...se ci rinchiudono in prigione non possiamo attraversare le pareti e fuggire nello spazio infinito come fanno i neutrini: eppure quelle pareti non esistono, la materia di cui sono composte è completamente vuota, spettrale, come i nostri corpi, e il motivo per cui non possiamo fuggire senza un'assoluzione è perchè la carica elettrica delle nostre particelle è uguale a quella del muro, una FORZA ELETTROMAGNETICA potente, miliardi di volte più forte della FORZA DI GRAVITA', che ci respinge. La realtà che ci circonda è resa concreta non dalla materia (che è un'illusione) ma dai CAMPI DI FORZE invisibili che soprintendono la Natura.

Il PRINCIPIO DI INDETERMINAZIONE DI HEISENBERG ci riporta a considerare il fattore della DUALITA' nella TEORIA DELLE STRINGHE, riguardante la PROPORZIONALITA' INVERSA trattata al X capitolo del libro "L'UNIVERSO ELEGANTE", pag.218-219, ovvero l'inversione dei valori energetici di avvolgimento e vibrazione delle stringhe, che nel presente saggio sul blog abbiamo esposto in un capitolo precedente (scorri la pagina qui sopra) così denominato: "L'UNIVERSO ELEGANTE", pag.218-219, capitolo "La geometria quantica"; paragrafo "Una controversia". Riassumiamo nuovamente questo complicatissimo e tortuoso concetto: la nozione di spazio si basa sull'osservazione della luce, quindi dei FOTONI. Vediamo come proprio gli stessi FOTONI creino lo SPAZIO, ovvero l'illusione, l'apparenza dello spazio intorno a noi. Per "MODI DI STRINGA" si intende l'intensità di vibrazione e il modo di avvolgimento della STRINGA intorno alla sua dimensione, quest'ultimo cosiderato nella sua grandezza. Il prossimo brano dal libro ci esporrà l'argomento.

Dal libro "L'UNIVERSO ELEGANTE" di Brian Greene, capitolo "La geometria quantica, paragrafo "Lo spettro degli stati di stringa", pag.213:

"Punto primo: le eccitazioni vibrazionali uniformi di una stringa hanno un'energia che è inversamente proporzionale al raggio della dimensione circolare. Questo fatto è una conseguenza diretta del principio di indeteminazione: se il raggio diventa pù piccolo, la stringa è confinata in uno spazio più angusto e, per effetto della claustrofobia quantistica, la sua quantità di energia cinetica-quella cioè dovuta al moto-aumenta. Così, quanto minore è il raggio della dimensione circolare, tanto maggiore è l'energia cinetica della stringa, e questa è proprio l'inconfondibile caratteristica di una relazione di proporzionalità inversa. Punto secondo: le quantità di energia di avvolgimento sono direttamente, non inversamente, proporzionali al raggio. Da queste due osservazioni possiamo dedurre che per grandi valori del raggio della dimensione circolare si avranno grandi energie di avvolgimento e piccole energie vibrazionali, mentre, al contrario, per piccoli valori del raggio si avranno piccole energie di avvolgimento e grandi energie vibrazionali".

Commento:

Dulcis in fundo: tutta l'informazione dl nostro universo potrebbe essere racchiusa in un punto infinitamente piccolo sotto la LUNGHEZZA DI PLANCK a causa di modi di avvolgimento di stringa talmente piccoli (sotto la LUNGHEZZA DI PLANCK) da costringere le STRINGHE ad avere modi di vibrazione intensi in modo inversamente proporzionale, tale da causare la fuga radiante dei FOTONI che "proietterebbero" lUuniverso intero oltre la LUNGHEZZA DI PLANCK in un ORIZZONTE COSMICO infinitamente grande. Ed ecco illustrato il concetto di DUALITA' della TEORIA DELLE STRINGHE, che può comprendere il PRINCIPIO OLOGRAFICO dell'Universo, perchè è paragonabile alla dualità tra un volume tridimensionale e una superficie bidimensionale che ne costituisce il bordo. Nella DUALITA' della TEORIA DELLE STRINGHE l'Universo è infinitamente grande e, allo stesso tempo, infinitamente piccolo, ma pur sempre un OLOGRAMMA. Ma non è finita qui: se i MODI DI STRINGA venissero invertiti (modi di avvolgimento più grandi e modi di vibrazione più leggeri, in questo caso) nulla muterebbe nell'essenza e nella manifestazione cosmica; ovvero l'Universo continuerebbe ad esistere con le stesse leggi e gli stessi elementi sotto la DIMENSIONE DI PLANCK, senza che i suoi abitanti si accorgano della differenza, poichè nulla cambia nelle INFORMAZIONI stabilite dalle STRINGHE; dimensione infinitamente grande e infinitamente piccole si equivalgono per ciò che riguarda elementi non materiali, ma puramente psichici, come le stringhe e, conseguentemente, tutte le particelle subatomiche. Sì, è un concetto contorto, ma dobbiamo farcene una ragione...anche se non una ragione nel senso classico del termine. Al di là dello spazio e del tempo (che sono illusori) non ha più senso parlare di grande e piccolo; il concetto di grandezza vale solo a livello della manifestazione, a livello fondamentale non ha più senso parlarne, così come non avrebbe senso pensare ad un oggetto infinitamente piccolo; potrei misurare larghezza, altezza e profondità di un oggetto presente nel mio pensiero?

 

Immagine: esempio di universo olografico, ossia della realtà come proiezione tridimensionale di informazione presente in uno spazio periferico bidimensionale. La teoria dal 2017 è compatibile al 50% con i dati sperimentali, proprio come il suo opposto: la costante cosmologica di Einstein.
 

IT FROM BIT - LA TEORIA DELLA PURA INFORMAZIONE DI JOHN ARCHIBALD WHEELER

Tutte queste congetture ci conducono inevitabilmente alla TEORIA DELL'INFORMAZIONE, abbracciata da JOHN ARCHIBALD WHEELER (1911-2008, fisico teorico statunitense, uno dei massimi studiosi della gravità quantistica, dei buchi neri e della trama fondamentale dell'universo, costituita da unità "discrete", "pacchetti" di energia che formano un "continuum" discontinuo). Il motto creato da WHEELER per questa proposizione è "IT FROM BIT", che letteralmente è difficile da tradurre, e sarebbe "esso dai bit", che preferiamo trasformare in "ciò che proviene dai bit". Nel suo articolo del 1990 ("A journey into gravity and spacetime", pubblicato su Scientific american libray) propose per primo questa teoria destinata a divellere nel tempo il paradigma determinista:

"It from bit simbolizza l’idea che ogni oggetto del mondo fisico possieda, molto in profondità, una sorgente e una causa immateriale; che ciò che chiamiamo realtà emerga in ultima analisi dal porre domande binarie sì/no e registrare le risposte; in breve, che tutte le cose fisiche siano in origine informazione teorica e che questo sia un universo partecipativo". (JOHN ARCHIBALD WHEELER)

"L'universo non esiste "là fuori", indipendente da noi. Siamo inevitabilmente coinvolti nel realizzare ciò che sembra accadere. Non siamo solo osservatori. Siamo partecipanti. In qualche strano senso, questo è un universo partecipativo. La fisica non è più soddisfatta solo delle intuizioni relative alle particelle, ai campi di forza, alla geometria o persino al tempo e allo spazio. Oggi chiediamo alla fisica una certa comprensione dell'esistenza stessa". (JOHN ARCHIBALD WHEELER, citato in "Denis Brian, The Voice Of Genius: Conversations with Nobel Scientists and Other Luminaries", pag.127.)




 

Dal libro "LA REALTA' NASCOSTA" di Brian Greene; capitolo "Buchi neri e ologrammi"; paragrafo "Informazione"; pag. 305:

"...A quel punto Wheeler sosteneva una visione della legge fisica molto diversa da quella che uno studente di fisica impara nell'usuale programma di studi. Tradizionalmente, la fisica si concentra sulle cose (i pianeti, le rocce gli atomi, le particelle, i campi...) e indaga le forze che ne influenzano il comportamento e ne governano le interazioni. Wheeler suggeriva che le cose (materia e radiazione) andrebbero considerate secondarie, come vettori di un'entità più astratta e fondamentale: l'informazione. La sua tesi non era che radiazione e materia siano in qualche modo illusorie, ma che dovrebbero essere considerate come le manifestazioni materiali di qualcosa di più fondamentale. Per Wheeler l'informazione (dove si trova una particella, se ruota in un senso o nell'altro, se la sua carica è positiva o negativa e così via) forma un nucleo irriducibile al centro della realtà. Il fatto che questa informazione si concretizzi in particelle reali, che occupano posizioni reali, che hanno un dato spin e una data carica, è qualcosa di simile ai disegni di un architetto che si concretizzano in un grattacielo. Le informazioni fondamentali si trovano nel progetto. Il grattacielo non è che la realizzazione fisica dell'informazione contenuta nel disegno dell'architetto".

Commento:

Ricapitoliamo quanto detto sopra: JOHN ARCHIBALD WHEELER (1911-2008, fisico teorico statunitense) fu pioniere negli studi sulla GRAVITA' QUANTISTICA, fu promotore del PRINCIPIO ANTROPICO PARTECIPATIVO, che considera l'esistenza delle COSTANTI UNIVERSALI, delle leggi fisiche e di ogni manifestazione cosmica come inscindibile dalla presenza dell'osservatore, e non solo: le caratteristiche stesse della realtà, in base a questo principio, possono essere modificate dal livello di coscienza dell'osservatore o, più estesamente, del campo interagente della coscienza collettiva. Questo concetto scientifico-filosofico implica che alla base della struttura dell'intera realtà non vi sia altro che un'elemento ontologico immateriale: l'INFORMAZIONE; da ciò il celebre motto coniato dallo stesso WHEELER: "IT FROM BIT", (composto da bit). Sulla base di queste considerazioni l'universo dovrebbe essere simile ad un enorme COMPUTER QUANTISTICO alle sue più profonde radici, che sarebbero analoghe al software, mentre l'hardware è costituito dalla realtà macroscopica. Ma non dobbiamo per questo paragonare l'Universo ad un computer come lo possiamo intendere noi, bensì ad un'unità ontologica auto-organizzata; insomma: non esiste un programmatore esterno, altrimenti entreremmo nella spirale di una regressione infinita di manipolatori. L'universo è, fondamentalmente, un'intelligenza immateriale che si auto-organizza in complesse strutture materiali ed organiche; queste strutture, (la loro forma e il loro livello di manifestazione) non sono altro che gradi evolutivi diversi dello stesso elemento fondamentale. Tutto questo include l'IPOTESI OLOGRAFICA, INFORMATIVA, AUTO-ORGANIZZATIVA alla base del funzionamento degli organismi biologici, come vedremo di seguito. E' un ipotesi al limite dell'assurdo immaginare che un'organismo in grado di replicarsi sia scaturito da eventi casuali, un po' come quello di una scimmia che scrive la Divina Commedia; allora dobbiamo tenere presente il concetto di AUTO-ORGANIZZAZIONE COMPLESSIVA. 

 

Leggiamo a questo proposito DOCUMENTO DELL'UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI MILANO, del 10 marzo 2015, pubblicato su "Nature Communications", che descrive i risultati della ricerca:

"L’ordine “spontaneo” del DNA primordiale. Quattro  miliardi  di  anni  fa  le  proprietà di  auto-organizzazione di  frammenti  di  DNA  avrebbero  guidato  la  formazione  delle  catene  polimeriche  alla  base  della  vita  primordiale,  senza  l’ausilio  di  meccanismi  biologici. I risultati pubblicati consolidano un’ipotesi sulla quale il gruppo della Statale è impegnato da tempo, e cioè che il modo con cui il DNA è emerso nella Terra primordiale vada ricercato nelle sue proprietà strutturali e nelle  sue  capacità  di  auto-organizzarsi. Secondo  questa  ipotesi,  nel  pre-RNA  world  l’autoassemblaggio  spontaneo  di  frammenti  di  acidi  nucleici  (DNA  e  RNA) ha  guidato,  come  uno  “stampo”,  il  loro  unirsi  chimicamente in polimeri. Per  usare  un  paragone,  immaginiamo  di  scoprire  una  macromolecola  che  abbia  la  forma  di  un  fiocco  di  neve  senza  averne  mai  visto  prima  uno.  Senza  dubbio  sembrerebbe  una  struttura  simmetrica  e  sofisticata  difficile  da  spiegare.  Questa  difficoltà  svanisce  nel  momento  in  cui  scopriamo  che  delle  semplici  molecole  d’acqua  possono  assemblarsi  spontaneamente  in  strutture  così  complesse  a  causa  di  fenomeni  fisici  e  chimici. Analogamente, nell’articolo  apparso  su  Nature  Communications  si  mostra  che,  in  presenza  di  opportune  condizioni  chimiche,  l’ordine  spontaneo  di  piccoli  frammenti  di  DNA  favorisce  enormemente  il  loro  legarsi in lunghi polimeri, con ciò fornendo una possibile spiegazione all’instaurarsi del RNA world". (PDF:
https://www.unimi.it/sites/default/files/comunicati_stampa/images/Bellini_Nature_Communication.pdf)


Immagine: Simon Mitton. "La possibilità che si crei dal caso un organismo capace di replicarsi è stata paragonata a quella di una tromba d'aria che, attraversando una fabbrica di aerei, costruisca un jambo mettendone insieme i pezzi". (SIMON MITTON-1946, astronomo britannico, Trinity College, Cambridge University)



L'ESPERIMENTO DELLA DOPPIA FENDITURA

Il celebre esperimento della DOPPIA FENDITURA è sconvolgente nella sua paradossalità: l'ELETTRONE che viene sparato attraverso un pannello divisorio con due fessure semplicemente non è un oggetto, ed è inutile provare a misurarlo nel suo stato originario poichè prima che qualsiasi sguardo si posi su di lui (compreso quello di una telecamera) esso non esiste, è un ONDA, la quale si increspa richiamata dalla nostra osservazione apparendo come corpuscolo; il cosiddetto "ELETTRONE" in sè si può trasformare in ONDA, corpuscolo, si può dissolvere in una nube di energia...Se attraversa il pannello con le famose due fenditure le può attraversare contemporaneamente come ONDA scindendosi, interferendo successivamente con sè stesso e formando sul pannello successivo uno SCHEMA D'INTERFERENZA uguale a quello formato da due cerchi d'acqua che si incontrano. Ma la capacità di trasformarsi da onda a particella a nube non è prerogativa dell'ELETTRONE, ma di tutte le particelle che formano la realtà a livello fondamentale. Questi "quanta" che non sono nè onde, nè particelle, nè nubi ma tutto ciò allo stesso tempo hanno la facoltà di manifestarsi come corpuscoli apparentemente concreti solo all'atto dell'osservazione facendo collassare il campo quantico secondo una determinata frequenza corrispondente al livello dimensionale in cui vegeta la nostra coscienza, ovvero la capacità di "comprensione". In sostanza: DIVERSI LIVELLI DI CONSAPEVOLEZZA, DIVERSE REALTA'.

Il fisico teorico NICK HERBERT (Pittsburgh-Pennsylvania 1936-Ohio State University) afferma che la FISICA QUANTISTICA ci rende consapevoli che le fondamenta della realtà consistono in un'ambigua sabbia mobile che muta incessantemente. Queste le sue parole:

"Gli esseri umani sono bloccati in una situazione simile a quella di Re Mida: non possiamo sperimentare direttamente la vera trama della realtà perché tutto ciò che tocchiamo si trasforma in materia." (NICK HERBERT)

Immagine: effetto della doppia fenditura. Gli elettroni vengono sparati attraverso una doppia fenditura; se osservati (a sinistra) si presentano come particelle; se non osservati (a destra) come onde. 


 

SVILUPPARE LE DIMENSIONI EXTRA

Ma l'ELETTRONE possiede una coscienza? A questo punto verrebbe da porsi questa domanda. No, l'ELETTRONE non ha una coscienza, bensì risponde a determinate circostanze, e infatti non distingue una telecamera da un qualsiasi essere vivente, è guidato da istanze inconsce, non può decidere come e dove manifestarsi; l'intera responsabilità della manifestazione reale è delegata all'osservatore stesso; noi percepiamo tutti la stessa realtà, in modi diversi, dietro lenti e filtri diversi di consapevolezza, ma la strada, la montagna, il muro, l'albero, lo vediamo noi come lo vede un qualsiasi animale o un qualsiasi altro essere umano come noi; questo non significa che questi elementi siano reali, ma indica che la nostra coscienza individuale è abbarbicata nel campo più ampio della COSCIENZA COLLETTIVA della nostra specie, che comprende anche i vari livelli del mondo animale. Aprire nuovi varchi di consapevolezza, vedere oltre la realtà ordinaria e lineare della coscienza comune significa apportare elementi nuovi che possono contribuire allo "squadernarsi" (per dirla dantescamente) di nuovi livelli di coscienza e, quindi, di realtà; nel linguaggio della TEORIA DELLE STRINGHE ciò si traduce in nuove dimensioni e più ampi spazi di libertà, compattificati e "in potenza" negli SPAZI DI CALABI YAU, come visto nei capitoli precedenti di questo lungo saggio.

"Uomo, se il tuo spirito sa sollevarsi oltre il tempo e lo spazio, allora in ogni momento potrai essere nell'eternità". ("ANGELUS SILESIUS", pseudonimo di Johannes Scheffler, 1624-1677, poeta e mistico tedesco)


 

ENTANGELMENT

Ora proviamo a spiegare uno dei fenomeni più celebri e comprovati sperimentalmente delle particelle subatomiche. Prendiamo due ELETTRONI creati insieme (che cioè appartengono allo stesso oggetto fisico e ne contengono le informazioni) e allontaniamoli fino a distanziarli ad una distanza abissale: essi rimarranno sempre collegati, intrecciati (in ENTANGELMENT) fra loro, tanto che se vengono effettuate delle modifiche su uno (cambiandone, ad esempio, la direzione di rotazione) esse verranno istantaneamente proiettate sulla particella compagna, anche se distate anni luce, come se una forza agisse al di là dello spazio e del tempo; se viene cambiato il moto di rotazione sulla prima, immediatamente esso cambia allo stesso modo nella seconda senza intervento alcuno, alla velocità del pensiero. La costante universale insuperabile a livello macroscopico, ovvero la VELOCITA' DELLA LUCE, viene totalmente ignorata, non esiste nella dimensione del CAMPO QUANTICO. Le particelle quantistiche e tutta la realtà fondamentale rimane eternamente in ENTANGELMENT, intrecciata, proprio come se il BIG BANG non fosse mai avvenuto. 

Immagine: due particelle create insieme rimangono in entangelment (intrecciate) al di là dello spazio e del tempo a qualunque distanza nell'universo.
 

IL PRINCIPIO DI INDETERMINAZIONE DI HEISENBERG ci riporta a considerare il fattore della DUALITA' nella TEORIA DELLE STRINGHE, riguardante la PROPORZIONALITA' INVERSA trattata al X capitolo del libro "L'UNIVERSO ELEGANTE", pag.218-219, ovvero l'inversione dei valori energetici di avvolgimento e vibrazione delle stringhe, che nel presente saggio sul blog abbiamo esposto in un capitolo precedente (scorri la pagina qui sopra) così denominato: "L'UNIVERSO ELEGANTE", pag.218-219, capitolo "La geometria quantica"; paragrafo "Una controversia". Riassumiamo nuovamente questo complicatissimo e tortuoso concetto: la nozione di spazio si basa sull'osservazione della luce, quindi dei FOTONI. Vediamo come proprio gli stessi FOTONI creino lo spazio, ovvero l'illusione, l'apparenza dello spazio intorno a noi. Per cui: più piccola è la dimensione attorno alla quale le STRINGHE si avvolgono, più i modi di stringa leggeri (scaturiti dalle vibrazioni) per l'effetto della CLAUSTROFOBIA QUANTISTICA tendono a fuggire dalla costrizione, e lo fanno in modo inversamente proporzionale.

"Nonostante la sua apparente solidità l'Universo è un fantasma, un ologramma gigantesco e splendidamente dettagliato". (DAVID BOHM, 1917-1992, fisico e filosofo statunitense, uno dei padri della fisica quantistica)

Le prove sperimentali della FISICA QUANTISTICA, la TEORIA DELLE STRINGHE, l'IPOTESI OLOGRAFICA dell'Universo attestano che le particelle subatomiche sono sempre collegate, al di là dello spazio e del tempo, e che al livello più profondo la separazione fra ogni oggetto, essere vivente, particella...è inesistente. Ogni manifestazione, dall'uomo, agli animali, alle piante, fino alle pietre incarna diversi livelli di esistenza della stessa entità ed intelligenza universale.

"Dio dorme nelle pietre, sogna nelle piante, si muove negli animali, si sveglia nell'uomo." (PROVERBIO SUFI)

Tutto ciò che esiste è parte di una rete interconnessa ininterrotta, ne consegue che non esistono fatti "privati", ogni nostra azione e intenzione, seppure ci nascondessimo nei più profondi pertugi della Terra, lontani da contatti con ogni forma vivente, genera un'onda inarrestabile che interferisce, risuona e comunica con l'intero Universo, apportando modifiche più sostanziali se il nostro intento è autentico e proviene dalle più intime istanze inconsce; ciò che è falso e proviene da una volontà indotta da fattori esterni non ha potere. In ogni circostanza però, non siamo mai soli. 

Immagine: David Bohm ((Wilkes-Barre, 20 dicembre 1917 – Londra, 27 ottobre 1992) è stato un fisico e filosofo statunitense, uno dei pionieri della fisica quantistica.
 

DIVERSI LIVELLI DI CONSAPEVOLEZZA, DIVERSE REALTA'

DAVID BOHM dedusse che le particelle rimangono in contatto fra loro a qualsiasi distanza (come visto precedentemente) proprio perchè la loro separazione è illusoria, e perchè non esistono entità individuali, ma solo espressioni su vari livelli di un'unica entità fondamentale. I principi del PANTEISMO, alla base della più ancestrale e genuina conoscenza intuitiva, vengono dunque confermati scientificamente. Ciò che vediamo, proprio come accade per la TEORIA M delle stringhe, sono sfaccettature, prospettive diverse dell'unità fondamentale. Con ciò viene riassunto anche il pensiero di DAVID BOHM, e sulla base di queste deduzioni nasce la TEORIA MATEMATICA DELL'UNIVERSO OLOGRAFICO, che semplifica enormemente la descrizione dell'Universo, poichè per i nostri calcoli possiamo fare a meno del complicato intreccio tridimensionale, in quanto possono essere svolti con una dimensione in meno, sulla base di una superficie cosmica bidimensionale che si estende sull'ORIZZONTE COSMICO, concetto espresso alla perfezione dai REGISTRI AKASHICI negli antichi testi sapienziali vedici dell'India, che descrivono la memoria eterna e il campo da cui trae origine tutto ciò che esiste. Le formule scaturite da questa teoria sono state confrontate nel 2018 da un team internazionale di scienziati (come già esposto in paragrafi precedenti) confermando per il 50% la validità della teoria dell'UNIVERSO OLOGRAFICO: "l'entropia di entangelment assume lo stesso valore per la gravità quantistica piatta e per la teoria quantistica dei campi a dimensione ridotta"; questo significa che gli sviluppi della scienza fanno sempre più convergere i risultati verso la conferma dell TEORIA OLOGRAFICA: l'Universo olografico unisce tutte le teorie.

Leggiamo un brano dal libro "LA SCIENZA E IL CAMPO AKASHICO di ERVIN LASZLO (Budapest, 12 giugno 1932 - un filosofo e pianista ungherese, considerato il fondatore della teoria dei sistemi); pag.18:

"Si dice che tutte le informazioni che costituiscono l'universo vengono archiviate alla sua periferia, che è una superficie bidimensionale. Tali informazioni bidimensionali riappaiono in modo tridimensionale all'interno dell'universo. Vediamo l'universo in tre dimensioni anche se ciò che lo rende tale è un campo di informazioni bidimensionale. Il problema affrontato dal concetto di universo olografico viene dalla termodinamica. Secondo la sua legge da tempo affermata, il disordine non può mai diminuire in qualsiasi sistema chiuso. Questo significa che il disordine non può diminuire nell'universo intero perchè se prendiamo il cosmo nella sua totalità, esso è un sistema chiuso: non vi è "fuori" e quindi nulla a cui potrebbe essere aperto. Che tale disordine non possa diminuire significa che l'ordine (che può essere rappresentato come informazioni) non può aumentare. Secondo la teoria dei quanti, le informazioni che creno e mantengono l'ordine devono essere costanti: non possono aumentare e nemmeno diminuire". (ERVIN LASZLO)

Ma il nocciolo della questione riguardo la TEORIA DELLE STRINGHE giunge alla pagina 19, la successiva:

"La riduzione dimensionale funzionerebbe anche per l'universo intero? I teorici delle stringhe si stanno dibattendo con molte dimensioni in più, avendo scoperto che lo spazio tridimensionale non è sufficiente per arrivare a mettere in relazione le vibrazioni con le varie stringhe dell'universo in un'unica equazione master. Il principio olografico aiuterebbe, poichè l'intero universo potrebbe allora essere visto come un ologramma a molte dimensioni, conservato in un numero più piccolo di dimensioni alla sua periferia". (ERVIN LASZLO)

Quest'ultimo assunto spiegato molto bene nel libro "LA SCIENZA E IL CAMPO AKASHICO" di ERVIN LASZLO, potrebbe forse suggerire un'ipotesi "scalare" della percezione e, quindi, dei livelli di consapevolezza: le coscienze più evolute, in questo caso, costituirebbero i presupposti per la costruzione della dimensioni in cui si concretizzano più livelli di possibilità, vibrazioni più elevate e spazi più estesi.

 

KOSTAS SKENDERIS (fisico teorico greco, direttore dello STAG nel campo delle scienze matematiche all'Università di Southampton, studioso della DUALITA' OLOGRAFICA dell'universo) afferma che le informazioni contenute nel rumore di fondo persistente fin dalla nascita dell'universo (la RADIAZIONE COSMICA DI FONDO) fanno comprendere come le teorie quantistiche di campo più semplici siano sufficienti a spiegare l'assetto dell'Universo primordiale. Da ciò deriva che L'UNIVERSO OLOGRAFICO UNISCE TUTTE LE TEORIE, e la teoria quantistica dei campi si può connettere alla relatività di Einstein. Lo studio di SKENDERIS è stato pubblicato su "PHYSICAL REVIEW MATERIALS". Peraltro, l'esperimento attuato nel 2018 di cui abbiamo trattato precedentemente prova al 50% che l'Universo potrebbe essere di natura olografica.  

"Immagina che tutto ciò che vedi, senti e ascolti in tre dimensioni (e la tua percezione del tempo) in realtà emana da un campo bidimensionale piatto. L'idea è simile a quella degli ologrammi ordinari in cui un'immagine tridimensionale è codificata in una superficie bidimensionale, come nell'ologramma di una carta di credito. Tuttavia, questa volta, l'intero universo è codificato! L'olografia è un enorme passo avanti nel modo in cui pensiamo alla struttura e alla creazione dell'universo. Gli scienziati hanno lavorato per decenni per combinare la teoria della gravità di Einstein e la teoria quantistica. Alcuni credono che il concetto di un universo olografico abbia il potenziale per riconciliarsi i due. Spero che la nostra ricerca ci faccia un altro passo in questo senso". (KOSTAS SKENDERIS)

Noi sappiamo che l'universo esiste grazie alla combinazione di circa 30 valori (parametri) la variazione dei quali, seppure di un miliardesimo) impedirebbe il formarsi dei nuclei atomici, delle stelle, della vita e di tutto ciò che esiste. Questi valori esistono e basta, non sono spiegabili, non se ne conosce l'origine.


 

La fisica teorica PAOLA ZIZZI (del Dipartimento di matematica applica dell'Università di Padova, studiosa della GRAVITA' QUANTISTICA A LOOP, della "RIDUZIONE OGGETTIVA ORCHESTRATA" di ROGER PENROSE e dell'Universo considerato come un computer quantistico), nel suo articolo "Emergent consciusness" ipotizza che l'Universo prima del BIG BANG fosse costituito da una sovrapposizione di universi multipli, e che l'universo attuale sarebbe stato determinato da un osservatore esterno che ne avrebbe fatto collassare la funzione d'onda tramite una misurazione molto sofisticata e una decisione determinata e cosciente, operando una vera e propria selezione fra infinite altre possibilità. Ciò sarebbe avveenuto nel periodo inflazionario, ovvero in una frazione di tempo infinitesima, alla 0,00000000000000000000000000000000000 (35 zeri, tradotto: alla 10 meno 35 secondi) dopo il BIG BANG.

Dal libro "LA REALTA' NASCOSTA" di Brian Greene; capitolo "Buchi neri e ologrammi"; pag.305:

"Per Platone la nostra visione del mondo era come quella di un uomo che osserva le ombre che si agitano sulla parete di una caverna poco illuminata. Nella concezione platonica, le nostre percezioni non sono altro che pallidi indizi di una realtà molto più ricca che balugina al di là della nostra portata. Due millenni dopo, sembra che la caverna di Platone possa essere qualcosa di più di una semplice metafora. Ribaltando la sua proposta, la realtà (non la sua semplice ombra) potrebbe avere luogo in una remota superficie di confine, mentre tutto ciò a cui assistiamo nelle tre dimensioni spaziali ordinarie è una proiezione di quei distanti accadimenti. La realtà, in altre parole, potrebbe essere simile a un ologramma. O meglio, a un film olografico".


 


LE PRINCIPALI TEORIE SUL MULTIVERSO

In questo capitolo prenderemo in esame le varie teorie sul Multiverso, tranne i "Brana-universi" e l'"Universo olografico" già trattati nei precedenti capitoli. Dobbiamo precisare che ad ogni universo corrisponde un determinato numero di dimensioni extra al suo interno.    

IL MULTIVERSO INFLAZIONARIO

Dal libro "LA REALTA' NASCOSTA" di Brian Greene, capitolo "Eternità e infinito"; paragrafo "Il gruviera e l'universo"; pag.72:

"Non fatevi ingannare dall'espressione universo-bolla, che ben descrive la situazione ma può far pensare a qualcosa di minuscolo: il nostro universo è gigantesco. Il fatto che possa essere una singola regione immersa in una struttura cosmica ancora pù grande, una singola bolla in un enorme blocco di formaggio cosmico, indica l'enormità, nel paradigma inflazionario, della distesa del cosmo. E questa considerazione vale anche per le altre bolle: ciascuna è un universo, una distesa reale, gigantesca e dinamica, tanto quanto il nostro. In alcune versioni della teoria l'inflazione non è eterna: facendo variare con cura dettagli quali il numero degli inflatoni e la forma delle curve dell'energia potenziale, i teorici riescono abilmente a combinare le cose in modo che l'inflazione, a tempo debito, sia fatta scendere dappertutto. Ma queste proposte sono l'eccezione: i modelli inflazionari ordinari prevedono un numero enorme di universi-bolla intagliati in una distesa spaziale in eterna espansione".

Commento:

Il nostro Universo è in continua espansione dall'evento iniziale del BIG BANG, ma questa espansione può proseguire al di là dell'ORIZZONTE COSMICO i cui confini possono essere raggiunti dalla nostra osservazione. L'Universo ha un'estensione di 15 miliardi di anni luce (e cioè la luce, a 370.000 Km. al secondo, ci mette 15 miliardi di anni per coprire quella distanza); l'ORIZZONTE COSMICO osservabile (il limite oltre il quale ogni oggetto si allontana dall'osservazione più velocemente della luce) è di 46,5 miliardi di anni luce. Dunque, ciò che si dovesse trovare al di là di questo orizzonte, non sarebbe più osservabile, proprio perchè la luce emessa 15 miliardi di anni fa non potrebbe raggiungerlo, e consisterebbe perciò in una regione "altra", in un'estensione dell'Universo che si è separata dalla nostra, pur provenendo dalla stessa matrice: il BIG BANG. Questa dinamica crea una struttura a FRATTALE in cui ogni bolla rappresenta un'unità cosmica a sè e si verificherebbe a ondate successive. Queste regioni "sganciate" fra loro per l'impossibilità di essere raggiunte vicendevolemente dalla velocità della luce, avrebbero raggiunto la stessa temperatura, ma potrebbero avere leggi fisiche diverse, potrebbero ospitare ogni forma di vita immaginabile, fino alla duplicazione del nostro pianeta e di noi stessi, creando sosia le cui vite si diversificherebbero dalle nostre per minimi particolari o in modo radicale; questi duplicati infiniti di ogni individuo o essere vivente vengono denominati con il poco romantico termine di DOPPELGANGER, che sembrerebbe più il nome di un'arma letale. Tutto ciò perchè, appunto, nell'ambito di un'INFLAZIONE INFINITA ogni possibilità si realizza, ma prima o poi viene anche replicata se ci dobbiamo attenere alle considerazioni strettamente matematiche. A questa teoria si connette il famoso PARADOSSO DI BOREL (EMILE BOREL-1871-1959: matematico francese) che  afferma la possibilità che una scimmia (come qualsiasi altro animale) se fosse dotata di una macchina da scrivere e avesse a disposizione un tempo infinito, battendo a caso sui tasti per miliardi e miliardi di anni, prima o poi potrebbe riuscire a scrivere casualmente un'opera come la Divina Commedia o qualsiasi altro capolavoro della letteratura. Capiremo meglio ciò che questo teorema voleva dimostrare citando le stesse parole di EMILE BOREL:

"Si tratta del tipico evento la cui impossibilità non può essere dimostrata razionalmente, e tuttavia è così improbabile che nessuna persona di buon senso esiterebbe a definirlo impossibile. Se qualcuno affermasse di aver osservato un simile evento, avremmo la certezza che ci sta ingannando o che è stato egli stesso vittima di un inganno". (EMILE BOREL)

 
 

Appunto, l'intenzione di BOREL era quella di dimostrare che ciò che è sufficentemente improbabile diviene impossibile, mentre, al contrario, questo teorema viene strumentalizzato anche oggi per dimostrare che tutto, compresa l'intelligenza, si sarebbe generato dal caso. La matematica è un pozzo infinito di "probabilità", nel quale si può pescare qualsiasi cosa, ma qualsiasi cosa necessita di un "vettore" per essere realizzata, di un imput cosciente. A questo proposito è stato fatto un'esperimento da ricercatori dell'Università di Plymouth in Gran Bretagna, nel 2003, con sei macachi ospiti dello zoo di Paignton ai quali era stato portato un computer ciascuno, protetto dalla plastica con solo i tasti scoperti. Il risultato fu, com'è ovvio, disastroso, visto che le scimmie non erano affatto attratte da questa attività, al massimo avrebbero rotto in qualche modo il computer rendendolo inutilizzabile. Ma torniamo alla TEORIA DEL MULTIVERSO INFLAZIONARIO: al potere dell'azione del tempo infinito si appella la tesi secondo la quale l'Universo, le COSTANTI UNIVERSALI, la vita e la coscienza si sarebbero originati dal puro caso; in sostanza: l'INFORMAZIONE, anche la più elaborata e precisa, si potrebbe creare per accumulo da un'infinita serie di combinazioni. Ma il movimento iniziale e la causa prima rimangono comunque avvolti da un mistero impenetrabile: senza un imput nulla si può evolvere, e nemmeno "esplodere" come si dice sia accaduto nell'attimo del BIG BANG. Ad esempio, se poni qualcosa di totalmente inanimato, come due pietre sulla Luna, una accanto all'altra e le lasci lì per miliardi e miliardi di anni, non accadrà che queste pietre interagiscano fra loro o si possano in qualche modo animare: rimangono immobili per l'eternità. Che il BIG BANG sia avvenuto è plausibile, ma potrebbe essere consistito in un'esplosione di INFORMAZIONE piuttosto che di pura materia ed energia, informazione caotica (dal caos l'ordine) contenente infinite possibilità che, secondo la teoria del MULTIVERSO INFLAZIONARIO, si sarebbero realizzate in infiniti universi. Se prendiamo in considerazione la nostra capacità di immagazzinare informazioni, scopriamo che è illimitata: non c'è un limite alla memoria, come all'immaginazione o al pensiero; dunque come può qualcosa di calcolabile e limitato, come la materia, creare mediante la complessità qualcosa di infinito, come il pensiero soggettivo? Non potrebbe essere più logico pensare che MATERIA e INFORMAZIONE siano inscindibili, due aspetti della medesima entità che sottende l'Universo nati insieme, e che dunque dall'infinta INFORMAZIONE scaturiscano gli oggetti "finiti" nel mondo materiale? Personalmente preferisco immaginare un "continuum" fra INFORMAZIONE e MATERIA, pur considerando l'INFORMAZIONE (termine scientifico per designare lo Spirito) come il vettore più fondamentale. L'INFORMAZIONE si è fatta MATERIA (che sia illusione o meno, per noi che ci siamo dentro corrisponde alla realtà); come non possiamo porre limiti alla nostra memoria e immaginazione, non li possiamo porre nemmeno all'INFORMAZIONE universale. Ma la teoria dell'UNIVERSO INFLAZIONARIO come oggi viene congetturata suscita problemi e dubbi insolubili, soprattutto per ciò che riguarda il concetto di infinite copie di ogni essere (vivente e non, compresi noi stessi) che si realizzerebbero con piccole e grandi differenze da qualche parte nel MULTIVERSO; in ciò questa teoria riprende lo stesso tema dei "MOLTI MONDI" di HUGH EVERETT, ma questa come quella porta ad esempio solo scelte o azioni macroscopiche, riconoscibili; ma ci rendiamo conto di quante infinitesime dinamiche, combinazioni, accadimenti di varia natura si succedono ogni millesimo di secondo nel corpo, nello spazio e nel tempo? Sembra possibile che per ognuna di queste infinitesime e impercettibili cause si debba creare un nuovo universo? E poi: sono davvero misurabili i micro-eventi o si perdono in un pozzo del quale non riusciremo mai a veder il fondo? E' possibile, inoltre, che possa esistere un universo senza spettatori, ovvero senza una presenza cosciente che doni un senso a tutto ciò che esiste? E in definitiva: può esistere un MULTIVERSO senza senso, privo di un imput evolutivo che lo possa condurre all'ordine creando, progressivamente, forme sempre più coscienti di esistenza? E' più plausibile, a mio avviso, pensare che ogni forma di vita, seppur la più bizzarra possa essere immaginata nel MULTIVERSO infinito, ammesso che sia stata richiamata all'esistenza, debba giungere inevitabilmente alla comprensione della propria dimensione cosmica, che altrimenti sarebbe priva di senso e, dunque, di esistenza. Nulla può infatti essere richiamato all'esistenza senza una presenza consapevole dalla quale possa essere riconosciuto. Dobbiamo aggiungere però, che la teoria dell'UNIVERSO INFLAZIONARIO è e rimarrà un'ipotesi puramente speculativa, che mai potrà avere conferme scientifiche, non essendo, appunto, questi regni lontani (o UNIVERSI PARALLELI) raggiungibili dalla nostra osservazione, dalla luce del nostro ORIZZONTE COSMICO (e quindi dall'INFORMAZIONE), rimanendo per noi eternamente in una dimensione fantastica: ciò che non si può osservare, in sostanza, non esiste. Il prossimo paragrafo descriverà una teoria sul MULTIVERSO molto simile al MULTIVERSO INFLAZIONARIO, che in realtà si potrebbe integrare alla precedente: il cosiddetto MULTIVERSO PATCHWORK, o "QUILTED MULTIVERSE" (Multiverso trapunta).


 

IL MULTIVERSO PATCHWORK-TRAPUNTA

Dal libro "LA REALTA' NASCOSTA" di Brian Greene, paragrafo "Lo spazio infinito e la coperta patchwork", pag.33

"In un universo infinito, la maggior parte delle regioni sta al di là della portata dei telescopi, anche dei più potenti. Sebbene la luce viaggi a una velocità enorme, se un oggetto è sufficientemente distante, la luce che emette, anche la luce che può essere stata emessa poco dopo il Big Bang, molto semplicemente non avrà avuto il tempo necessario per raggiungerci. Poichè l'Universo ha 13,7 miliardi di anni, potreste pensare che qualsiasi cosa più distante di 13,7 miliardi di anni rientri in questa categoria. Il ragionamento alla base di questa intuizione è corretto, ma l'espanione dello spazio aumenta la distanza tra noi e gli oggetti la cui luce viaggia da tempo ed è stata apppena ricevuta...Il punto importante è che le regioni al di là di una certa distanza sono regioni attualmente al di là della portata delle nostre osservazioni...Ricorrendo a un'analogia bidimensionale potremmo paragonare l'espansione dello spazio, in un dato momento, ad una gigantesca coperta patchwork con pezze circolari, in cui ogni pezza rappresenta un particolare orizzonte cosmico. Qualcuno posto al centro di un pezza può aver interagito con qualsiasi cosa presente nella pezza, ma non può aver avuto contatti con qualsiasi cosa si trovi in una pezza diversa perchè troppo lontana...Poichè la velocità della luce è finita, un osservatore al centro di qualsiasi pezza (detto orizzonte cosmico dell'osservatore) può avere interagito soltanto con oggetti situati nella stessa pezza. Orizzonti cosmici sufficientemente distanti sono troppo lontani per avere avuto interazioni e quindi si sono evoluti in modo del tutto indipendente l'uno dall'altro".

Commento:

Vi sarete accorti che la TEORIA DEL MULTIVERSO PATCHWORK qui sopra esposta nel brano di Brian Greene è sovrapponibile alla precedente del MULTIVERSO INFLAZIONARIO: entrambe si basano sul postulato che ogni possibile evento accada infinite volte in infiniti altri universi configurati come bolle. Allora qual'è la "sottile" differenza fra MULTIVERSO PATCHWORK e MULTIVERSO INFLAZIONARIO? Il primo emerge se l'estensione dello spazio è infinita, mentre la varietà del secondo emerge dall'eterna espansione inflazionistica. Dobbiamo ricordare che lo spazio si espande più velocemente della luce, perchè lo spazio semplicemente "è", ed è la pura realtà, oltre la quale non ci è concesso osservare.

 

Immagine: Multverso patchwork, o "trapunta", anche "Quilted Multiverse", ricostruzione schematica.


IL MULTIVERSO PAESAGGIO


Dal libro "LA REALTA' NASCOSTA" di Brian Greene, capitolo "Un nuovo modo di pensare a una vecchia costante; paragrafo "Tunneling quantistico nel paesaggio""; pag.201-202-203

"Grazie all'effetto tunnel quantistico, un universo permeato da un campo con un valore maggiore può passare al valore minore. In questo processo, una piccola regione dello spazio in una posizione casuale nell'universo originario assume il valore minore; la regione poi si espande, facendo passare un dominio sempre più grande di un valore di energia maggiore a quello minore. Le dimensioni extra della minuscola regione mutano di forma. Il nuovo universo si espanderà rapidamente continuando a trasformare le dimensioni extra; tuttavia, avendo una costante cosmologica più piccola rispetto all'universo originario (l'altitudine è minore) è soggetto a una gravità repulsiva pù debole e di conseguenza non si espanderà alla stessa velocità. Abbiamo quindi un universo-bolla in espansione, con una nuova forma delle dimensioni extra, contenuto in un universo-bolla che si espande ancora più velocemente, con la forma originaria delle dimensioni extra".

Commento:

La teoria del MULTIVERSO PAESAGGIO è così denominata perchè prevede un cambiamento della COSTANTE COSMOLOGICA da universo a universo, e dunque un irregolare innalzamento e abbassamento dei valori di stringa (energia di vibrazione e modo di avvolgimento) da bolla a bolla. A differenza delle altre due teorie trattate qui sopra, non prevede un espansione spaziale lineare con universi distribuiti separatamente e distanziati dal rispettivo ORIZZONTE COSMICCO, bensì la continua nascita di universi uno "dentro" l'altro, rappresentati da bolle che crescono all'interno di altre bolle, ma con una velocità minore della bolla matrice perchè aventi una COSTANTE COSMOLOGICA minore. Questa creazione continua di universi in universi è fondata sul meccanismo di TUNNELING QUANTISTICO secondo il quale, come per le particelle elementari è sempre possibile superare qualsiasi barriera (ad esempio, un ELETTRONE, dopo molti tentativi, può attraversare un muro di cemento perchè c'è sempre una possibilità di riuscita), le FLUTTUAZIONI QUANTISTICHE all'interno degli SPAZI DI CALABI-YAU (spazi infinitesimi alla LUNGHEZZA DI PLANCK nei quali sono compattificate le DIMENSIONI EXTRA) modificano i valori di energia relativi a tali spazi (ossia l'intensità di vibrazione e il modo di avvolgimento delle stringhe) creando nuovi spazi, o bolle, all'interno della BOLLA-MATRICE dell'universo più grande, con altre leggi fisiche e costanti universali, come può essere la velocità della luce o la massa del PROTONE; in sostanza: un nuovo universo, con galassie, pianeti, forme di vita coscienti, dotato anch'esso di dimensioni extra che possono essere più o meno numerose rispetto a quelle del nostro Universo. Questo scenario viene rappresentato come un paesaggio irregolare di valli e montagne disegnato dalle costanti che si alzano e abbassano creando sempre nuove realtà. La madre di tutti questi UNIVERSI-BOLLA è detta MEGAVERSO e in essa (che si espande infinitamente) sono contenuti tutti gli altri infiniti universi compreso il nostro. Il numero di Universi possibili è talmente alto che dev'essere indicato da un numero 1 seguito da 100 zeri, detto GOOGLE. Il "paesaggio" è lo sfondo nel quale fluttuano gli universi all'interno del MEGAVERSO. 


 


Dal libro "LA REALTA' NASCOSTA" di Brian Greene; capitolo "Eternità e infinito"; paragrafo "Universi in un guscio di noce"; pag.85

"In analogia con un concetto espresso da Amleto ("Potrei vivere confinato in un guscio di noce e sentirmi Re di uno spazio infinito"), ciascuno degli universi-bolla sembra avere un'estensione spaziale finita se esaminato dall'esterno, ma infinita se esaminato dall'interno".

 

MULTIVERSO CICLICO, O COSMOLOGIA CICLICA CONFORME

Dal libro "LA REALTA' NASCOSTA" di Brian Greene, capitolo "Universi sospesi in dimensioni vicine", paragrafo "Tempo, cicli e Multiverso" e "Il passato e il futuro degli universi ciclici", pag. 154-155:

"Se viviamo in una brana del Multiverso ciclico, gli altri universi membri (oltre alla brana compagna con cui ci scontriamo periodicamente) sono nel nostro passato e nel nostro futuro. La stima calcolata dall'equipe di Steinhardt della scala temporale per un intero ciclo del tango cosmico di collisioni (nascita-evoluzione e morte) è all'incirca mille miliardi di anni. In questo scenario, l'Universo come lo conosciamo non sarebbe altro che l'ultimo in una successione temporale di universi, alcuni dei quali forse contenevano una forma intelligente e la sua cultura, ma ora sono estinti da tempo.....Nella moderna era scientifica, i modelli ciclici sono stati studiati fin dall'epoca delle prime indagini cosmologiche basate sulla relatività generale. Aleksandr Fridman, in un libro divulgativo pubblicato in Russia nel 1923, osservò che alcune delle sue soluzioni cosmologiche nelle equazioni gravitazionali di Einstein suggerivano un universo oscillante che si espande, raggiunge una dimensione massima, si contrae, raggiunge la dimensione di un punto e poi può iniziare di nuovo ad espandersi.....L'attrazione esercitata da una cosmologia ciclica in parte è dovuta alla sua evidente capacità di evitare lo spinoso problema dell'inizio dell'universo. Se l'Universo attraversa un ciclo dopo l'altro, e se i cicli sono sempre esistiti (e forse sempre esisteranno) il problema di un primo inizio viene aggirato. Ogni svolta ha il proprio inizio, ma la teoria offre una causa fisica concreta: il completamento del ciclo precedente. E se qualcuno domanda quando iniziò l'intero ciclo dell'Universo, la risposta è semplice: non ci fu mai un inizio, poichè i cicli si ripetono ab aeterno".

Commento:

La teoria del MULTIVERSO CICLICO è un fiore all'occhiello degli studi del fisico e matematico inglese ROGER PENROSE (classe 1931), e in effetti, l'idea di una serie infinita di universi che scaturiscono da infiniti BIG BANG eliminerebbe definitivamente il problema dell'inizio dei tempi e della fine. Questi universi si vengono a creare in successione, non esistono contemporaneamente e vengono designati quindi con il nome di "EONI". Ad ogni EONE si dovrebbe generare un universo con le stesse leggi fisiche, ma gli eventi evolutivi nel campo del divenire sarebbero sempre diversi, permettendo la libera realizzazione di ogni possibilità. A conferma di questa teoria vi sarebbe l'osservazione del FONDO COSMICO A MICROONDE (o RADIAZIONE COSMICA DI FONDO), una radiazione elettromagnetica residua che proviene dall'Universo primordiale, quando i primi nuclei atomici si stavano formando e che permea tutto il Cosmo: zone più calde osservate nel fondo cosmico potrebbero essere state prodotte da BUCHI NERI evaporati prima del BIG BANG. Un gruppo di tre scienziati guidati dal fisico ROGER PENROSE ha recentemente identificato questi punti ritenendo che siano una prova di questa teoria, sviluppata nel 2001 da PENROSE assieme al fisico e matematico armeno VAHE GURZADYAN (classe 1955).

“Abbiamo un universo che si espande e si espande, e tutta la massa decade, e in questa mia folle teoria, quel remoto futuro sarà il Big Bang di un altro Eone. Quindi il nostro Big Bang è iniziato con qualcosa che era il futuro remoto di un Eone precedente in cui si sarebbero osservati buchi neri che evaporavano, tramite l’evaporazione di Hawking, e che avrebbero prodotto questi punti nel cielo, che io chiamo Punti di Hawking. Li stiamo vedendo anche oggi, sono regioni leggermente riscaldate e ci sono prove abbastanza buone per l’individuazione di almeno sei di questi punti”.(ROGER PENROSE-1931, fisico e matematico britannico, Premio Nobel per la Fisica 2000)

"Queste strutture sono reali. Non c'è dubbio che i nostri calcoli siano affidabili e corretti. Quei segni sono stati confermati da gruppi alternativi". (VAHE GURZADYAN-1955-fisico e matematico armeno)

 


 


La teoria del MULTIVERSO CICLICO potrebbe essere associata all'ipotesi filosofica dell'ETERNO RITORNO di NIETZSCHE, ma su questo punto bisogna fare una distinzione fra ETERNITA' e INFINITO: ciò che è infinito è sempre connesso alla legge della trasformazione, e dunque del "divenire" e non può mai fare ritorno allo stesso modo e nelle stesse condizioni di prima, così come sono infinite le combinazioni dei numeri; ciò che è eterno è connesso alle leggi fisse e immutabili, rappresentate dalle COSTANTI UNIVERSALI, che costituiscono il supporto di ogni possibilità e combinazione. Sarebbe illogico pensare ad una ricombinazione identica come quella proposta da FRIEDRICH NIETZSCHE (1844-1900-filosofo tedsco), del tutto priva di alcun fondamento scientifico e più simile ad un'oscurità mentale soggettiva trasformata in inquietante profezia.

“Nessun uomo entra mai due volte nello stesso fiume, perché il fiume non è mai lo stesso, ed egli non è lo stesso uomo.” (ERACLITO DI EFESO,filosofo greco,535-475 a.C.)


 

MULTIVERSO ESTREMO o MULTIVERSO MATEMATICO

Dal libro "LA REALTA' NASCOSTA" di Brian Greene, capitolo decimo, paragrafo ...pag.376

"Lo schema di fondo è chiaro: quando lasciamo il timone alle basi matematiche delle più importanti leggi fisiche proposte, siamo condotti più e più volte a qualche versione dei mondi paralleli...Questo è l'ultimo Multiverso che prenderemo in considerazione, poichè è il più vasto di tutti, il più vasto possibile. Qualsiasi Multiverso mai proposto, o che potrà mai essere proposto, è composto da universi possibili e quindi fa parte di questo megaconglomerato, che chiamerò MULTIVERSO ESTREMO. In questo quadro di riferimento, il motivo per cui il nostro Universo è governato dalle leggi rivelate dalle nostre ricerche ricorda il principio antropico: esistono anche altri universi, in realtà esistono tutti gli universi possibili, e noi ci troviamo in questo perchè è tra quelli che sostengono la nostra forma di vita. Negli altri universi in cui potremmo vivere (ne esistono molti perchè, tra l'altro, potremmo certamente sopravvivere a lievissimi cambiamenti dei vari parametri fondamentali della fisica) esistono persone che come noi si pongono questa domanda. E la stessa risposta vale anche per loro. Il punto è che la proprietà di esistere non rende speciale un universo, poichè nel Multiverso estremo esistono tutti gli universi possibili. Non ci si può più domandare perchè un certo insieme di leggi descrive un universo reale, il nostro, mentre tutti gli altri sono astrazioni sterili. Nessuna legge è sterile: tutti gli insiemi di leggi descrivono universi reali".

Commento:

La teoria del MULTIVERSO ESTREMO, se presa per il verso giusto, potrebbe contenere tutte le altre diverse teorie del MULTIVERSO elaborate fino ad oggi, proprio perchè "estrema", e che dunque non esclude alcuna possibilità emergente da complessi calcoli matematici. In pratica: matematicamente tutto è possibile, poichè la matematica stessa è formale ed astratta, e segue deduzioni logiche anche senza fondamento sperimentale. Il MULTIVERSO ESTREMO è una teoria puramente matematica, un'astrazione mentale, che non potrà mai essere verificata sperimentalmente. Anch'essa si fonda  sul concetto di un passato infinito e di un futuro infinito, poichè non vi è un punto d'inizio, ma una generazione continua priva di sorgente che si auto-produce e si espande senza meta apparente, realizzando ogni forma di esistenza possibile, al di là del limite della nostra immaginazione. Ma è proprio questo il punto: la "nostra" immaginazione, in quanto elemento soggettivo, insondabile dall'esterno, non misurabile e senza limite, che scaturisce dalla nostra individualità, indivisibile in quanto non misurabile. "Non misurabile" è ciò che non può essere replicato, nè con grandi nè con piccole differenze, e dunque non potrebbero esistere infinite copie di noi stessi con lievi o grandi differenze esistenziali, poichè ciò non potremmo immaginarlo nemmeno matematicamente parlando, in quanto, se fosse possibile, dovrebbero esistere anche infinite copie con identico (in ogni minimo particolare) percorso esistenziale, compresi i microeventi la cui radice rimane tutt'ora insondabile, e lo sarebbe anche se dovessimo un giorno poter osservare le STRINGHE alla LUNGHEZZA DI PLANCK, proprio come non potremo mai conoscere, razionalmente, ciò che esisteva prima del BIG BANG. Ma ciò avrebbe senso? Se esistesse un'altra Terra, i cui eventi fossero identici, potremmo ancora parlare di due terre, o di un numero infinito di terre ed esseri uguali? O il fatto che siano specularmente identici dovrebbe farli considerare come un'unica entità? Se io digito sul mio computer una serie di lettere uguali, ad esempio "tttttttttttt..." posso ragionevole affermare che ogni "t" sia un'altra "t", o non è piuttosto sempre la stessa? Così come anche se ci fossero eventuali copie identiche del mio gatto, con identici avvenimenti e identico contesto (identico fino agli elementi infinitesimi) non potremmo più star qui a parlare di due gatti, o un milione di gatti, ma dello stesso gatto, fuso interamente alle sue copie, la cui esistenza in questo caso sarebbe un ossimoro e dunque le "copie" semplicemente non esistono. Se poniamo che esistano infinite copie di ogni essere con minimi o grandi differenze di percorso, dobbiamo dare per scontato che ne esistano di assolutamente identici, e ciò sarebbe paradossale. Dovremmo concludere che anche l'Infinito ha i suoi limiti, e consistono nella non riproducibilità di ciò che di per sè è altrettanto infinito: la soggettività, o l'essenza di ogni essere vivente, la sua immaginazione, la sua individualità: un'infinito nell'Infinito.


 

 "Noi siamo l'incarnazione locale di un Cosmo cresciuto fino all'autocoscienza. Abbiamo incominciato a comprendere la nostra origine: siamo materia stellare che medita sulle stelle." (CARL SAGAN, 1936-1996, astronomo e divulgatore scientifico)

Appunto, questa "materia stellare" si sarebbe evoluta fino all'autocoscienza solo con il presupposto che la realtà fisica sia vettore del campo d'informazione non-fisico, che procede seguendo una mèta evolutiva, un percorso "in-formazione" e semplicemente esiste al di là di ogni possibilità di calcolo e deduzione. A pag.377 del presente libro, si legge un passo che illustra bene la situazione:

Dal libro "LA REALTA' NASCOSTA di Brian Greene, capitolo decimo, paragrafo "La biblioteca di Babele", pag.377:

"Perchè non c'è il nulla? Il nulla sarebbe stato decisamente elegante. Ebbene, nel Multiverso estremo , un universo fatto di nulla esiste. Per quanto possiamo dire, il nulla è una possibilità perfettamente logica e quindi dev'essere inclusa in un Multiverso che comprende tutti gli universi possibili. Quindi, nel Multiverso estremo non vi è uno squilibrio tra il qualcosa e il nulla che richieda una spiegazione. Di questo Multiverso fanno parte universi di entrambi i generi. Un universo fatto di nulla non è nulla di cui preoccuparsi. E' solo perchè noi esseri umani siamo qualcosa che l'universo fatto di nulla ci sfugge".

E infatti, questa conclusione sull'esistenza di un universo fatto di nulla, che nessuno può osservare perchè probabilmente non conterrebbe nemmeno lo spazio, ci fa comprendere su quali spiagge (anzi, NULLA) può naufragare la pura logica matematica se non accompagnata da una componente imprescindibile dell'intelligenza e infinitamente più importante: l'INTUIZIONE, connessa alla nostra essenza profonda e all'INFORMAZIONE universale, al di là delle logiche della fisica classica. 

 

 "La mente intuitiva è un dono sacro e la mente razionale è un fedele servo. Noi abbiamo creato una società che onora il servo e ha dimenticato il dono". (ALBERT EINSTEIN-1879-1955)

L'INTUIZIONE può essere paragonata al salto del delfino, secondo un'efficace analogia proposta dallo psichiatra contemporaneo ALESSANDRO MELUZZI (classe 1955) durante un'intervista televisiva, descrivendo i pochi preziosi istanti in cui la mente si divincola dalla trama della dimensione ordinaria per guardare oltre il velo "la realtà nascosta", appunto.

 

MULTIVERSO QUANTISTICO o TEORIA DEI MOLTI MONDI contro INTERPRETAZIONE DI COPENAGHEN di BOHM

Dal libro "LA REALTA' NASCOSTA" di Brian Greene, capitolo "I molti mondi della misurazione quantistica", paragrafo "Non così veloce", pag.255-269-280:

"Le onde di probabilità su cui si basa la meccanica quantistica sono qualcosa che possiamo vedere? Esiste un modo per accedere direttamente alla strana e misteriosa nebbia probabilistica in cui una particella può trovarsi in varie posizioni? No. L'approccio standard della meccanica quantistica, sviluppato da Bohr e dal suo gruppo, e chiamato interpretazione di Copenaghen in loro onore, prevede che, ogni volta che cerchiamo di vedere un'onda di probabilità, il tentativo sia contrastato dall'attostesso di osservare. Se guardiamo l'onda di probabilità di un elettrone (guardarla significa misurarne la posizione), l'elettrone reagisce scattando sull'attenti e assumendo una posizione ben precisa. Di conseguenza, l'onda di probabilità raggiunge il 100 per cento in quel punto e collassa allo 0 per cento in tutti gli altri. Se guardiamo da un'altra parte, l'onda di probabilità sottile come uno spillo si diffonde rapidamente indicando che è di nuovo ragionevole aspettarsi di trovare l'elettrone in molte posizioni. Se riprendiamo ad osservarla, l'onda dell'elettrone collassa nuovamente, eliminando tutte le possibili posizioni alternative a favore di un punto ben preciso. In poche parole: ogni volta che cerchiamo di osservarla la nebbia probabilistica scompare, ed è sostituita dalla realtà familiare".

"La matematica dei molti mondi, a differenza di quella di Copenaghen, è pura, semplice e costante. L'equazione di Schrodinger determina l'evoluzione nel tempo delle onde di probabilità e non viene mai messa da parte; è sempre valida. E' in base a questa equazione che la forma delle onde di probabilità si muove, si trasforma e ondeggia nel tempo. Che si tratti dell'onda di probabilità di una particella o di una collezione di particelle o di vari aggregati di particelle che costituiscono voi e il vostro strumento di misura, l'equazione di Schrodinger  si applica alla forma iniziale dell'onda di probabilità e produce, come il programma di grafica che guida la complicata animazione di un salvaschermo, la forma d'onda in qualsiasi momento futuro. Secondo questa teoria, è così che l'universo si evolve". (pag.269)

"Così mentre per Bohr e il gruppo di Copenaghen di questi universi ne esiste soltanto uno (perchè l'atto di misurare, a loro avviso, al di là della portata di Schrodinger, farebbe collassare tutti gli altri), e benchè un primo tentativo si superare Bohr estendendo l'equazione di Schrodinger a tutte le particelle, comprese quelle che costituiscono gli strumenti e i cervelli, produca una confusione da far girare la testa (poichè sembra che una data macchina indichi tutti i risultati possibili nello stesso tempo), Everett scoprì che una lettura più attenta dell'equazione di Schrodinger porta a qualcos'altro: a una ricca realtà popolata da una collezione sempre più grande di universi". (pag.280)

Commento:

Il MULTIVERSO QUANTISTICO emerge da una teoria secondo la quale la FUNZIONE D'ONDA del CAMPO QUANTICO non farebbe collassare tutte le possibilità in esso contenute, e non realizzerebbe, dunque, solo un tipo di realtà corrispondente a un unico universo, perturbato dallo sguardo dell'osservatore, secondo le meccaniche che ben conosciamo. Proseguiamo gradualmente: noi non potremo mai osservare lo stato della realtà al di là della nostra osservazione, perchè a livello subatomico ogni informazione si trova in una condizione potenziale in un indifferenziato campo di onde elettromagnetiche; immaginiamo un'oceano le cui acque siano placide e tranquille, ma suscettibili all'attrazione magnetica del nostro sguardo che nello spazio di un miliardesimo di secondo le fa agitare creando un'increspatura che da ONDA diviene PARTICELLA, precipitando immediatamente nella dimensione della nostra realtà da un precedente stato di indeterminazione per farsi osservare. Cosa c'era prima? Che ne è stato di tutte le altre infinite possibilità contenute nell'illimitato mare di onde subatomico?

Immagine: Incontro al Niels Bohr Institute di Copenaghen nel 1930. Dalla nostra sinistra in prima fila Oskar Klein, Niels Bohr, Werner Heisenberg, Wolfgang Pauli, George Gamow, Lev Landau, Hans Kramers. L'Interpretazione di Copenaghen della Fisica Quantistica si basa sui lavori svolti nella capitale danese nel 1927. 


"La fisica quantistica, per sua stessa essenza, implica la necessità della rinuncia completa alla classica idea di causalità, è una radicale revisione dell'atteggiamento verso il dilemma della realtà fisica".(NIELS BOHR-1885-'62, fisico danese pioniere della Fisica quantistica)

 


 


 

Ci sono due teorie che riguardano il COLLASSO DELLA FUNZIONE D'ONDA:

1: INTERPRETAZIONE DI COPENAGHEN: teoria quantistica classica elaborata da NIELS BOHR (1885-1962), ERWIN HEISENBERG (1901-1976) e WOLFGANG PAULI (1900-1958) ad un incontro-confronto tenutosi a Copenaghen fra il 1925-'27, la quale afferma, da evidenze sperimentali, che la realtà a livello quantistico fondamentale è costituita da un'indefinita nube di onde di probabilità, secondo il PRINCIPIO DI INDETERMINAZIONE DI HEISENBERG, che solo all'atto dell'osservazione si concretizzano in particelle, mentre tutte le altre possibili manifestazioni collassano, si ritirano rimanendo perciò "in potenza" nella nube, non realizzate. L'INTERPRETAZIONE DI COPENAGHEN fu una rivoluzione di importanza assoluta, destinata ad abbattere l'ottocentesco paradigma meccanicistico, secondo il quale il mondo era costituito da automatismi assolutamente prevedibili ed esplorabili dalla scienza in ogni minimo dettaglio, senza alcun ruolo per l'osservatore cosciente. Il nuovo paradigma quantistico dell'universo asserisce che la realtà non è connessa a meccanismi deterministici che incatenano l'esistenza dello spettatore e dai quali emerge la coscienza come elemento secondario, ma al contrario: la realtà e la coscienza costituiscono un continuum, e vi è uno spazio di libertà, un piccolo seme a partire dal quale la realtà, e tutto ciò di cui è composta, può essere modificata, e ognuno di noi può fare la differenza. Possiamo a questo proposito ricollegare il discorso agli infinitesimi spazi di CALABI YAU, all'interno dei quali si trovano le DIMENSIONI EXTRA, che costituiscono nuovi spazi di libertà e possibilità, fisiche e percettive, come abbiamo già visto nei capitolo precedenti. Da quel momento si comprese che la scienza non può spiegare ogni cosa, che vi è una dimensione ad essa irragiungibile, conoscibile soltanto in modo indiretto, che è l'oceano infinito di onde dal quale emerge tutta la realtà, e verso il quale gli antichi sapienti indirizzavano la mèta dello Spirito. La realtà non è comprensibile al di là della nostra percezione, e non possiamo nemmeno sapere quanto in profondità si estende il regno dell'infinitamente piccolo, forse non c'è nemmeno un confine, ma solo l'infinito, un infinito che reca le proprie informazioni, appunto per essere "in-formato" nell'Universo. L'INTERPRETAZIONE DI COPENAGHEN, basata sull'EQUAZIONE DI SCHRODINGER che governa l'evoluzione delle onde di probabilità (o FUNZIONE D'ONDA) prevede che una e una soltanto fra le infinite probabilità emerga concretizzandosi in PARTICELLA e, più estesamente, in evento alla dimensione macroscopica, metre tutte le altre, non richiamate dall'attenzione, si ritirano e collassano rimanendo sotto forma di ONDE. Dunque non esiste una realtà oggettiva, ineluttabile, morta sotto i nostri piedi, ma tutto è assolutamente instabile, tenuto insieme nella sua forma solida solo perchè le nostre coscienze, soltanto apparentemente separate, in realtà aderiscono tutte ad un campo di COSCIENZA COLLETTIVA, per cui tutti percepiamo, in modi diversi, la stessa realtà. Ma se le DIMENSIONI COMPATTIFICATE di cui abbiamo trattato nei capitoli precedenti esplodessero in tutta la loro magnificenza grazie ad uno straordinario sussulto di coscienza, o illuminazione, quanta realtà nuova, che prima era  impercettibile, si aprirebbe dinnanzi a noi, creando un nuovo scenario, un palcoscenico immensamente più esteso? Ma questo non lo otterremo mediante protesi tecnologiche delle funzioni della nostra mente, sarà un processo graduale, ma è certo che si realizzerà, perchè nulla esiste senza uno scopo oltre sè stesso. Più scrutiamo in profondità più tutto ci appare calmo perchè l'agitazione quantistica è tale che le fluttuazioni fanno apparire tutto come uniforme, mentre al di sotto della LUNGHEZZA DI PLANCK, che è il limite oltre il quale nulla può essere misurato, le fluttuazioni assumono un'intensità infinita. 

"Lo spiegamento delle dimensioni nascoste sarebbe il più grande spettacolo visivo mai visto, se potesse essere visto". (SHING TUNG YAU-1949- matematico cinese: con EUGENIO CALABI scopre nel 1977 gli spazi detti CALABI-YAU, micro-geometrie multidimensionali della teoria delle stringhe).

"La meccanica quantistica, per la sua stessa essenza, implica la necessità di una rinuncia completa alla classica idea di causalità, è una radicale revisione del nostro atteggiamento verso il problema della realtà fisica". (NIELS BOHR, 1885-1962, fisico danese, Premio Nobel per la Fisica)

"Le osservazioni non solo disturbano ciò che deve essere misurato, ma lo producono". (PASCUAL JORDAN, 1902-1980, fisico e matematico tedesco)

Foto: nell'Interpretazione di Copenaghen della fisica quantistica una e solo una funzione d'onda si concretizza fra tutte le altre infinite probabilità, che collassano rimanendo "in potenza" nel mare di onde quantistico.

2: INTERPRETAZIONE A MOLTI MONDI: è stata inizialmente formulata da HUGH EVERETT (1930-1982, fisico statunitense) nel 1957 come alternativa all'INTERPRETAZIONE DI COPENAGHEN. Si basa sul tentativo di superare la discontinuità data dall'evoluzione temporale della FUNZIONE D'ONDA dell'EQUAZIONE DI SCHRODINGER, trasformandola in un processo lineare continuo per il quale tutti gli stati possibili (e dunque avvenimenti, condizioni e oggetti fisici nei molti mondi) possono emergere. Dato per certo che la nostra realtà macroscopica sia formata da particelle quantistiche precipitate, dal mare dell'indifferenziato, nella nostra realtà, proprio come il singolo ELETTRONE sotto l'occhio vigile del ricercatore in laboratorio, siamo indotti a credere che la nostra stessa coscienza, la nostra aspettativa, crei effettivamente la realtà in cui ci troviamo immersi e che ci sembra così ineluttabile, invalicabile, pervasiva. Mentre laggiù, nella tana del Bianconiglio, vi sono infiniti sentieri, infinite possibilità, che ribollono e attendono il loro turno. Ma alcuni si chiedono: se lo stato quantico di sovrapposizione di tutte le possibili manifestazioni comprende infinite possibilità, con conseguenti infiniti avvenimenti e forme che potrebbero emergere, è forse possibile che anche le altre innumerevoli realtà si realizzino, contemporaneamente alla nostra, e che nessuna FUNZIONE D'OND rimanga "in attesa"? Per confermare questo sarebbe necessario osservare il CAMPO QUANTICO in nostra assenza, ed è impossibile, perchè se anche sostituiamo il nostro occhio con una telecamera, la particella "sa" che c'è comunque uno strumento di rilevazione, e si comporta di conseguenza, emergendo dal mare di onde proprio come se ci fosse un osservatore cosciente. Nasce in questo modo la teoria del MULTIVERSO QUANTISTICO, basata sull'idea che anche ogni altra possibilità sia al contempo realizzata, al di là della nostra osservazione; vediamone i meccanismi. Questa teoria si differenzia dalle precedenti sul MULTIVERSO infinito, perchè non si fonda sul concetto di "spazio" o di "espansione", ma presuppone che i MOLTI MONDI emergano direttamente dal campo dell'indifferenziata dimensione quantistica, attraverso un meccanismo di "biforcazione" degli eventi, per il quale ogni possibile ed immaginabile fatto o manifestazione si deve per forza realizzare. Ad esempio, se in questa realtà (che sarebbe una fra infinite altre) io scelgo di svoltare a destra, immediatamente con la mia decisione creo una realtà parallela in cui svolto a sinistra; questo in sostanza è il ragionamento; ma ciò allora succederebbe per ogni minima infinitesima e impercettibile manifestazione, non soltanto riguardo le macro-decisioni identificabili nell'esistenza quotidiana, che di solito vengono prese ad esempio. 

Immagine: nell'interpretazione a molti mondi della fisica quantistica la realtà si biforca ad ogni scelta effettuata, creando continui universi paralleli.
 

L'inconsistenza della teoria dei MOLTI MONDI si palesa maggiormente analizzando a fondo lo "sdoppiamento" continuo della realtà su cui è fondata e l'idea dei DOPPELGANGER, o doppi infiniti di noi stessi, e quindi di qualsiasi altro essere, che verrebbero creati in una sequenza illimitata di eventi alternativi. Ma se "io" (ammesso che questa struttura psichica, che percepiamo come relativamente stabile, possa venire considerata in questa teoria) sono destinato a creare infinite copie di me stesso ad ogni insignificante decisione (ad esempio, se ora muovo la testa verso l'alto per guardare il soffitto, creo immediatamente un universo alternativo in cui la muovo verso il basso per guardare il pavimento), ciò implica che ad ogni mia biforcazione trascino, come la tartaruga con il suo guscio, tutto il mondo e l'Universo assieme a me? E tutti gli altri esseri che si trovano nel mio mondo dunque non possiedono individualità? Ma il problema non si pone, visto che, sulla base di questi meccanismi, nemmeno io dovrei possedere individualità, visto che, a questo punto, ogni mia conquista e ogni mia azione sarebbero annichilite da un loro sdoppiamento di segno opposto. Seguendo questa "logica" (se così si può chiamare) l'Universo stesso, o il MULTIVERSO, dovrebbe essere considerato come un meccanismo vuoto e senza senso, dove ogni lunghezza d'onda trova la sua realizzazione al pari delle altre in perfetto pareggio, in uno scenario piatto e lineare. Ipotesi sconfortante, ma priva di alcun fondamento scientifico proprio perchè non prende in considerazione il semplice fatto che nulla si muove senza un "input" (per usare un termine informatico), e cioè senza una motivazione, uno scopo, una "destinazione". Il punto è questo: accettare queste paradossali teorie significa abdicare sè stessi, e quando viene ignorato il principio cosciente, si è indotti a credere veramente a qualsiasi cosa, in quanto matematicamente tutto è possibile, è vero, ma in mezzo ci sono i sentieri, i presupposti, gli intrecci imperscrutabili della dimensione psichica che guida la percezione, l'insieme infinito di onde elettromagnetiche del CAMPO QUANTISTICO, che veramente contiene illimitate eventualità "in potenza", nelle quali, mediante le equazioni matematiche, si può andare a pescare per trovare tutto ciò che si desidera, e potete stare sicuri che non mancherà nulla. La matematica è proprio questo: "possibilità"; mentre il CAMPO QUANTICO è costituito da onde di "PROBABILITA'", e ciò significa che c'è qualcosa nel mezzo: fra la "possibilità" e la "probabilità" vi è la "scelta", la volontà, l'elemento non calcolabile, non composto e non prevedibile che consiste nell'essenza profonda, in ciò che "è", in analogia con l'indivisibile e incomposta sostanza di cui sono fatte le STRINGHE. In definitiva: NON TUTTO CIO' CHE E' POSSIBILE E' PROBABILE. Facciamo un esempio: io abito in un paesino di campagna e, un giorno, aprendo le finestre, mi sembra di veder passare Papa Francesco in tuta da ginnastica che corre solo nella nebbia alle prime ore del mattino (magari penserei ad un sosia): è certamente possibile che il Papa si rechi, da solo, all'alba, a correre nelle vie di un paesino in tuta, fisicamente e logicamente, ma molto improbabile, dunque impossibile, per tutta una serie di intrecci burocratici che si trovano fra logica matematica e probabilità. Punto e basta.

Riassumiamo:

INTERPRETAZIONE DI COPENAGHEN DI BOHR: solo una FUNZIONE D'ONDA è destinata a collassare e divenire realtà fisica, mentre tutte le altre collassano rimanendo nel campo indifferenziato sotto forma di PROBABILITA'.

INTERPRETAZIONE A MOLTI MONDI DI EVERETT: tutte le FUNZIONI D'ONDA sono destinate a realizzarsi in realtà fisica, mediante la continua biforcazione di eventi alternativi in UNIVERSI PARALLELI, creando infiniti  doppi, o DOPPELGANGER, di ogni essere vivente o cosa.



LO SPAZIO SI STRAPPA: CUNICOLI SPAZIOTEMPORALI NEGLI SPAZI DI CALABI YAU


Dal libro "L'UNIVERSO ELEGANTE" di Brian Greene, capitolo "Lo spazio si strappa", pag.238:

"Un cunicolo spaziotemporale...è un ponte, o se preferite un tunnel, che mette in collegamento, come una scorciatoia, due regioni dello spazio-tempo. In un universo a forma di U l'unico modo per andare da un capo all'altro è percorrere tutta la lunghezza del cammino. La trama dello spazio si strappa e cominciano a formarsi le due estremità di un cunicolo spazio-temporale. Le due estremità del cunicolo spaziotemporale si fondono, formando un ponte, una scorciatoia, che collega le due regioni dell'universo".

"La teoria delle stringhe dimostra, per la prima volta, che esistono circostanze fisiche, che non hanno niente a che vedere con i buchi neri e i cunicoli spaziotemporali, nelle quali la trama dello spazio si può strappare". Pag.240

Dal libro "L'UNIVERSO ELEGANTE" di Brian Greene, capitolo "Lo spazio si strappa", paragrafo "L'idea di Witten", pag.253-254:

"Il ragionamento di Witten evidenzia la differenza essenziale tra una teoria basata su particelle puntiformi e una teoria basata su stringhe nel caso si verifichino strappi spaziali. Il fatto è che una stringa può effettuare due diversi tipi di moto in prossimità di uno strappo, mentre una particella può muoversi in una sola maniera. Precisamente, una stringa può passare vicino a uno strappo, mentre una particella può muoversi in una sola maniera. Precisamente, una stringa può passare accanto allo strappo, proprio come una particella, oppure può spostarsi formando una circonferenza attorno ad esso. L'analisi di Witten, in buona sostanza, rivela che le stringhe che circondano lo strappo (un fenomeno, questo, che non può verificarsi in una teoria particellare) formano una specie di scudo che protegge l'universo circostante dagli effetti catastrofici, che in caso contrario non mancherebbero di prodursi. E' come se il foglio di universo di una stringa, cioè la superficie bidimensionale generata dalla stringa durante il moto, costituisse una barriera protettiva in grado di neutralizzare esattamente le conseguenze perniciose della degenerazione geometrica dello spazio".

Dal libro "L'UNIVERSO ELEGANTE" di Brian Greene, capitolo "Lo spazio si strappa", paragrafo "Un'intrigante possibilità", pag.240-241-242:

"Nel 1987, Shing Tung Yau e il suo studente Gang Tian, ora al Massachussets Institute of Tecnology, fecero un'interessante osservazione matematica. Servendosi di tecniche geometriche già note, scoprirono che era possibile trasformare certi spazi di Calabi Yau in altri spazi di Calabi Yau, praticando una puntura sulla loro superficie e poi ricucendo il forellino secondo un ben preciso procedimento matematico. In termini molto approssimativi, individuarono un tipo particolare di sfera bidimensionale, simile alla superficie di una palla, all'interno dello spazio di Calabi Yau iniziale...Passarono quindi a rimpicciolire la sfera fino a contrarla alle dimensioni di un punto. Tian e Yau procedevano quindi a strappare delicatamente lo spazio di Calabi Yau nella strozzatura prodotta, aprendolo e incollandovi un'altra sferetta che gonfiavano fino a renderla bella piena. I matematici chiamano questa successione un flop. Yau, Tian e altri notarono che in certi casi il nuovo spazio di Calabi Yau  prodotto da un flop è topologicamente diverso da quello di partenza. Ciò significa, in parole povere, che è assolutamente impossibile ottenere lo spazio di Calabi Yau finale deformando quello iniziale senza produrre strappi in qualche fase intermedia dell'operazione".

Dal libro "L'UNIVERSO ELEGANTE" di Brian Greene, capitolo "Lo spazio si strappa", paragrafo "Conseguenze", pag.155:

"Sia il nostro lavoro, sia quello di Witten, dimostrano che molte caratteristiche fisiche, quali il numero di famiglie di vibrazioni di stringa e i tipi di particella all'interno di ciasuna famiglia, rimangono inalterate durante trasformazioni di questo genere. Durante la transizione  attraverso flop di uno spazio di Calabi Yau si modificano invece i valori delle masse delle singole particelle, cioè le energie dei possibili modi di vibrazione delle stringhe...Abbiamo già osservato che anche le consuete tre dimensioni spaziali potrebbero essere curve e ritornare su sè stesse dopo aver attraversato l'intero universo, cosicchè la rigida distinzione fra dimensioni arrotolate e dimensioni estese è alquanto artificiosa. Un simile cambiamento di topologia, causato da uno strappo nella trama dello spazio, potrebbe verificarsi oggi o domani? Potrebbe essersi verificato in passato? La stabilità delle masse delle particelle elementari indica che, se la trama spaziale dell'universo sta attualmente subendo uno strappo che modifica la sua topologia, ciò deve avvenire in maniera estremamente lenta, così lenta che gli effetti sulle masse delle particelle elementari sono al di sotto della risoluzione dei nostri strumenti. Anzi, se questo fosse così lento, potremmo anche non accorgercene mai. Resta il fatto che un'evoluzione geometrica così singolare sia priva di effetti catastrofici testimonia quanto oltre le previsioni di Einstein si sia spinta la teoria delle stringhe".

Commento:

Le stringhe hanno bisogno di 10 DIMENSIONI (o spazi di libertà) per poter vibrare e muoversi, come abbiamo visto nei capitoli precedenti: le 4 usuali spaziotemporali, più altre 6 dimensioni arrotolate infinitesime, i cui accessi sono contenuti come fori all'interno degli SPAZI DI CALABI YAU. Nel 1995 EDWARD WITTEN (classe 1951, matematico e fisico statunitense) formulò la "TEORIA M" delle stringhe, secondo la quale alle dieci dimensioni già calcolate se ne deve aggiungere un'undicesima. Nell'UNDICESIMA DIMENSIONE le STRINGHE si espandono trasformandosi in BRANE e sviluppando le DIMENSIONI EXTRA, che assumono in questo modo la forma di veri e propri mondi estesi, con spazi di libertà superiori a ciò che finora abbiamo conosciuto (limitato alle tre dimensioni spaziali più il tempo). La dimensione degli SPAZI DI CALABI YAU è nell'ordine di grandezza della LUNGHEZZA DI PLANCK: l'unità di misura più piccola del mondo subatomico, oltre la quale cessano di esistere le trame spaziotemporali e le perturbazioni quantistiche assumono valori incommensurabili. Gli SPAZI DI CALABI YAU sono miliardi e miliardi di volte più piccoli di un ATOMO e appartengono alla topologia geometrica della dimensione più profonda, cioè consistono nella forma geometrica precisa che le STRINGHE vibrando assumono, e che restituisce sempre le stesse proprietà dell'Universo manifestato anche se viene manipolata la loro conformazione: in qualsiasi modo venga distorto e deformato lo SPAZIO DI CALABI YAU rimane sempre sè stesso, come se fosse di gomma, nulla cambia in relazione all'Universo a cui è correlato.

"Nella relatività generale di Einstein la struttura dello spazio può cambiare ma non la sua topologia. La topologia è la proprietà di qualcosa che non cambia quando la pieghi o la allunghi finché non rompi nulla". (EDWARD WITTEN)

Ma se, invece, si dovessero verificare degli STRAPPI nella TRAMA DELLO SPAZIO? Allora si verrebbe a produrre un nuovo SPAZIO DI CALABI YAU, dalle proprietà diverse e si verificherebbero delle conseguenze catastrofiche di degenerazione spaziale nell'Universo correlato. Se questo non succede è dovuto al fatto ch le STRINGHE filiformi si possono arrotolare attorno allo strappo, effettuandone una sutura, e impedendo che l'ordine universale venga distorto, secondo una dinamica che sarebbe impossibile da concepire in una teoria basata su PARTICELLE PUNTIFORMI e descritta nel brano tratto dal libro qui sopra. L'esperimento teorico-matematico è stato compiuto da uno degli scopritori stessi degli SPAZI DI CALABI YAU, formulati da SHING TUNG YAU ed EUGENIO CALABI nel 1977. Lo scienziato cinese SHING TUNG YAU (classe 1949), attraverso complicati procedimenti matematici sperimentati al computer, riuscì a trasformare uno SPAZIO DI CALABI YAU praticando un foro al centro della struttura, ricucendolo e individuandone all'interno una piccola sfera che avrebbe potuto contrarsi fino alla dimensione di un punto (o singolarità) fino ad esplodere sostituendo quella precedentemente lacerata. Ma secondo la SIMMETRIA SPECULARE due varietà di CALABI YAU geometricamente diverse rimangono comunque identiche per quel che riguarda le DIMENSIONI EXTRA e i valori e proprietà di una STRINGA. Tutto questo da cosa può essere dedotto? La prima congettura giunge nel 1996 proposta da tre ricercatori: ANDREW STROMINGER, ERIC ZASLOW e, appunto, SHING TUNG YAU, i quali scoprirono che una struttura di CALABI YAU può essere suddivisa in due spazi tridimensionali a forma di ciambella, detta "TORO" nel gergo professionale, creando in questo modo una varietà speculare della forma spaziale originale che, invertita e riassemblata, assume le stesse proprietà dell'originale. In sostanza, la SIMMETRIA SPECULARE degli SPAZI DI CALABI-YAU si basa sulla costruzione di spazi gemetrici a partire da quello dato, e in conseguenza di ciò la varietà speculare delle spazio originale manterrebbe le proprietà iniziali impedendo la degenerazione spaziale effettiva. Una cosa rimane certa: anche questo esperimento su eventuali strappi spaziali nella struttura di CALABI-YAU gioca a favore dell'attendibilità della TEORIA DELLE STRINGHE, perchè nell'ambito di una trama spaziale perfettamente liscia, come quella predetta dalla RELATIVITA' GENERALE, eventuali lacerazioni creerebbero effetti catastrofici, mentre le STRINGHE filiformi impedirebbero di fatto la reazione a catena dello strappo, avvolgendosi intorno al suo spazio e suturando l'anomalia sopraggiunta. 

 


 


 


 


 


 

 CONCLUSIONE


"Non credo di essere riuscito a trasmettervi la sua meraviglia, la sua incredibile consistenza, notevole eleganza e bellezza. In altre parole, la teoria delle Superstringhe è troppo bella per essere sbagliata". (EDWARD WITTEN, classe 1951, fisico e matematico statunitense)

Ma possiamo davvero pensare che, se in un lontano futuro la TEORIA DELLE STRINGHE fosse, anche mediante prove indirette ed inconfutabili, confermata e incorporata al MODELLO STANDARD della fisica quantistica, potremmo davvero affermare di aver ottenuto una TEORIA DEL TUTTO in grado di spiegare e prevedere ogni evento nell'Universo? O non sarà piuttosto soltanto un ulteriore gradino in una scala infinita, le cui radici si immergono illimitatamente nel mondo dell'infinitamente piccolo verso l'infinitamente grande, svelando e "rivelando" di volta in volta una realtà sempre più estesa, ricca ed interconnessa, che scaturisce dall'ampiezza e dalla capacità della nostra percezione riflettendo come uno specchio le stesse proprietà del pensiero e della memoria, che sono infinite, così come la psiche stessa non può essere riducibile? Non possiamo immaginare quel che ci riserva il futuro, tutte le scoperte più rivoluzionarie avvengono per caso, mentre siamo intenti a cercare qualcos'altro guidati da vecchi preconcetti, allora si accende la scintilla, ed ogni volta che questo succede scopriamo un Universo sempre più vasto, sempre meno controllabile e prevedibile, ma, soprattutto, ad ogni nuovo passo, mentre progressivamente la luce avanza, la realtà stessa  si muove attraverso l'ampliamento della nostra percezione, della quale gli strumenti tecnologici che oggi ci aiutano a scandagliare l'infinitamente piccolo e l'infinitamente grande, non sono altro che protesi dell'illimitao campo in cui la nostra psiche può operare e a cui si può estendere quando non viene inibita da limitazioni indotte e pregiudizi. 


MIKIO KAKU (1947-fisico teorico giapponese studioso della teoria delle stringhe) intervistato nel 2016 da Massimo Teodorani (1956-astrofisico-divulgatore scientifico):

"Oggi, molti fisici ritengono che questa giungla di particelle possa essere espressa attraverso la teoria delle stringhe. Ma poiché la teoria delle stringhe include automaticamente la teoria einsteiniana della relatività, essa fornisce una descrizione dell'universo intero, il che è un concetto olistico. Quindi, anche se le origini della teoria delle stringhe sono riduzioniste, le sue conclusioni sono olistiche. Anziché descrivere soltanto particelle minuscole, ha finito con il descrivere l'universo".

Non ci saranno nuove scoperte e non si apriranno nuovi orizzonti finchè non saremo in grado di pensare oltre, di abbandonare il vecchio paradigma deterministico ottocentesco, che da quasi 100 anni, con l'INTERPRETAZIONE DI COPENAGHEN della fisica quantistica, ha dimostrato il suo infantile desiderio di controllo sulla Natura, unito ad una svalutazione della responsabilità umana e dell'esistenza stessa. Ogni nuova scoperta è connessa indissolubilmente alla nostra capacità di comprensione, ai valori legati al nostro stile di vita, non avviene solo meccanicamente, mediante sofisticati strumenti tecnologici, perchè quando parliamo di dimensioni subatomiche, di componenti così piccoli che sono compresi in un atomo come un granello di sabbia è compreso nell'intera galassia, non ci troviamo più nel reame della manifestazione macroscopica, delle leggi meccaniche, ma in quello della psiche, così come le dimensioni compattificate negli spazi di CALABI-YAU sono dimensioni interiori, potenzialità della nostra mente in espansione, che vengono "squadernate" (per dirla in gergo dantesco) di fronte a noi in un continuum indissolubile fra mente e Cosmo:

"Nel suo profondo vidi che s'interna,
legato con amore in un volume,
ciò che per l'universo si squaderna". (DANTE ALIGHIERI, 1265-1321 -
"Divina Commedia" - Paradiso - XXXIII)

E proprio come DANTE, alla fine del nostro lungo viaggio rimarremo solo noi, con la nostra consapevolezza, con la nostra unica e immensa responsabilità di fronte alla realtà fenomenica, che muta e si espande al mutare della nostra percezione; allora saremo davvero liberi:

"A quella luce cotal si diventa
che volgersi da lei per altro aspetto
è impossibil che mai si consenta...

Non perchè più ch'un semplice sembiante
fosse nel vivo lume ch'io mirava
che tal è sempre qual s'era davante;
ma per la vista che s'avvalorava
in me guardando, una sola parvenza,
mutandom'io, a me si travagliava". (DANTE ALIGHIERI, "Divina Commedia", canto XXXIII)

Questi versi sono così interpretati dal letterato FRANCESCO DA BUTI (1324-1406): "La visione si mutava quanto al cospetto mio, non quanto all'essere suo, che è sempre immutabile". Ed è sempre la capienza della nostra comprensione la tecnologia imprescindibile di cui disponiamo per accrescere la dimensione esistenziale verso le sue infinite potenzialità, fino a che spontaneamente si riveleranno alla nostra intuizione. Da ciò si evince la complementarietà fra eternità e infinito: la realtà profonda è eternamente davanti a noi, e i suoi spazi non hanno confini, siamo noi che dobbiamo raggiungere ed espandere il sentimento dell'Infinito, non sarà mai l'Infinito a piegarsi ai limiti della nostra visione, altrimenti trascorreranno ancora secoli a rincorrere elementi microscopici e particelle emerse dal campo quantico all'atto dell'osservazione, prima di renderci conto che non sono "cose", così come le menti che le richiamano all'attenzione non sono "cose". Se fossimo in grado di rilevare l'esistenza delle STRINGHE, potremmo considerarle l'elemento ultimo o, piuttosto, l'elemento ultimo non sarà mai rilevabile, perchè si è fatto esso stesso Universo ed è al di là di ogni manifestazione?

"La coscienza è il teatro, e precisamente l'unico teatro su cui si rappresenta tutto quanto avviene nell'Universo, il recipiente che contiene tutto, assolutamente tutto, e al di fuori del quale non esiste nulla". (ERWIN SCHRODINGER, 1887-1961, fisico austriaco, uno dei pionieri della fisica quantistica)


"La coscienza non può essere spiegata in termini fisici, perchè la coscienza è assolutamnte fondamentale, non può essere spiegata in termini di nient'altro". (ERWIN SCHRODINGER, 1887-1961, fisico austriaco, uno dei pionieri della fisica quantistica).



La nostra comprensione è dunque davvero un grandioso teatro a scatole cinesi, dove ogni verità profonda ne contiene un'altra, fino al raggiungimento non della conoscenza di tutto, che sarebbe impossibile, ma della coscienza profonda dell'interconnessione di ogni elemento esistente che conduce alla fine del grande sonno di fronte allo specchio in cui vedremo noi stessi, e capiremo di essere gli unici responsabili della felicità universale. In questo immenso teatro ci accorgeremo che la MATEMATICA è un mezzo che pesca nel mare delle infinite possibilità, ma un mezzo non può agire da solo, in modo assurdo ed automatico, che il BIG BANG probabilmente non è stato un'esplosione di materia, ma di INFORMAZIONE. Ed è proprio questo il punto: la TEORIA DELLE STRINGHE, se confermata, porterebbe davvero alla grande unificazione fra MECCANICA QUANTISTICA e RELATIVITA' GENERALE di EINSTEIN, sarebbe una conquista scientifica spartiacque, che muterebbe completamente gli scenari della nostra comprensione, ma fino a che punto? La prima grande unificazione fu fatta da ISAAC NEWTON nel XVII secolo con la scoperta che un'unica forza, la FORZA DI GRAVITAZIONE UNIVERSALE, è responsabile del fenomeno della caduta dei corpi sulla superficie terrestre e, nello stesso tempo, del moto dei pianeti intorno al Sole; la seconda fu l'unificazione di campo elettrico e magnetico nelle equazioni di JAMES CLERK MAXWELL (XIX secolo) nel fenomeno dell'ELETTROMAGNETISMO; la terza l'unificazione di spazio e tempo  nel concetto SPAZIOTEMPORALE della RELATIVITA' GENERALE di EINSTEIN (XX secolo); in seguito si comprese l'interazione fra mente e corpo nella medicina PSICOSOMATICA...Ma la vera rivoluzione, il balzo verso l'Infinito e la fine di ogni concezione nichilista e distruttiva dell'esistenza, non avverrà soltanto confermando l'esistenza di minuscoli filamenti come componenti fondamentali della realtà, ma con la grande unificazione di mente (come fenomeno di AUTO-ORGANIZZAZIONE DELL'INFORMAZIONE) e materia, coscienza e rivelazione della realtà in una grande, panteistica visione come unica guida, altrimenti continueremo a vegetare nell'oscuro e freddo mondo di un'autodistruttiva e nichillista divisione lungo il sentiero della svalutazione dell'esistenza. La prospettiva di questa suprema, ultima unificazione sarà strettamente correlata al passaggio all'età adulta di tutta l'umanità, perchè coinvolgerà ogni aspetto dell'esistenza, smantellando il deleterio sistema economico capitalistico, modificando radicalmente l'atteggiamento individuale nei confronti di ogni essere vivente e della Natura, che non è un meccanico deposito di materie prime, di ossigeno e di mezzi di sostentamento, ma prima di ogni altra cosa una dimesione spirituale. 


         
"Non credo ci sia una teoria cosmologica definitiva, ma infinite ipotesi che inglobano progressivamente le precedenti. Lo spettacolo non finirà mai". (TULLIO REGGE, 1931-2014, fisico e matematico torinese-Università degli Studi di Torino, Rochester University, Institute for Advanced Study).

Alessia Birri, 10 gennaio 2021




ARTICOLI CORRELATI:

Teoria delle stringhe-Wikipedia:
https://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_delle_stringhe

Edward Witten racconta la teoria delle stringhe-Youtube:
https://www.youtube.com/watch?v=pRABRKm3s8w&t=3606s

Spazi di Calabi-Yau, o Varietà di Calabi-Yau:
https://it.wikipedia.org/wiki/Variet%C3%A0_di_Calabi-Yau

Dimensione compattata-Wikipedia:
https://it.wikipedia.org/wiki/Dimensione_compattata

Le dimensioni nascoste dell'universo-Focus:
https://www.focus.it/scienza/spazio/le-dimensioni-nascoste-dell-universo

L'Universo, un ologramma a 10 dimensioni-L'ipotesi mette d'accordo teorie inconciliabili-Ansa:
https://www.ansa.it/scienza/notizie/rubriche/spazioastro/2013/12/16/Universo-ologramma-10-dimensioni_9789042.html

Substantial evidence of holographic universe found: Scientists-London, Jan 30 (IANS) An international team of scientists has found the first observational and substantial evidence that our universe could be a vast and complex hologram:
https://economictimes.indiatimes.com/news/science/substantial-evidence-of-holographic-universe-found-scientists/articleshow/56880769.cms

L'ipotesi dell'Universo olografico-Gruppo Astrofili di Vicenza-Youtube:
https://www.youtube.com/watch?v=o7QO66UGp-E&t=1838s

Un nuovo studio, pubblicato su Physical Review Letters, ha fornito le prime importanti indicazioni scientifiche sulla compatibilità statistica con i dati sperimentali del modello olografico dell’universo:
https://home.infn.it/it/comunicazione/news/2130-l-universo-come-ologramma-la-teoria-cosmologica-e-compatibile-con-i-dati-sperimentali

It from bit, l’informazione come fondamento della fisica:
https://www.indiscreto.org/it-from-bit-linformazione-fondamento-della-fisica/

Seth Lloyd sulla questione del libero arbitrio, determinismo e indeterminazione quantistica:
https://informationphilosopher.com/solutions/scientists/lloyd/

Quanti tipi di Universi Esistono? Ecco la teoria del Multiverso:
https://sciencecue.it/quanti-tipi-universi-esistono-la-teoria-dei-multiverso/10467/

Dall’universo al multiverso: i nove scenari di Brian Greene:
http://www.associazioneitalianadellibro.it/site/2014/05/19/dalluniverso-al-multiverso-i-nove-scenari-di-brian-greene/

L'Interpretazione di Copenaghen e quella dei molti mondi della fisica quantistica:
https://www.focusuniverse.com/le-interpretazioni-di-copenaghen-e-molti-mondi-della-meccanica-quantistica/

La ricchezza del niente, di Alfredo Urbano, sull'energia del vuoto:
https://www.asimmetrie.it/la-ricchezza-del-niente

Corrispondenze fra Kabbalah-dimensioni extra e spazi di Calabi Yau, di Sebastiano Fusco:
http://www.dietroivelideltempio.com/DietroiVeli/Artic/SYface.pdf

La teoria dell'Universo ciclico di Roger Penrose:
https://focustech.it/2020/10/10/cera-gia-un-universo-prima-del-nostro-e-le-sue-tracce-sono-ancora-qui-514285

Secondo un nuovo esperimento la realtà potrebbe essere soggettiva:
https://www.tio.ch/newsblog/avanti/1432816/quantistica-stato-esperimento-ricerca-amico

La geometria speculare applicata agli spazi di Calabi-Yau:
https://scienzapertutti.infn.it/string/percorso/percorstringhe1/dimensioni6.htm

La teoria dei molti mondi:
https://www.scienzaeconoscenza.it/blog/scienza_e_fisica_quantistica/teoria-molti-mondi-cosa-tratta

Interpretazioni della meccanica quantistica:
http://tesi.cab.unipd.it/46630/1/Comparsi_Federico.pdf

Chiralità-quando la materia è di destra o di sinistra:
https://www.scienzainrete.it/articolo/chiralit%C3%A0-quando-materia-%C3%A8-di-destra-o-di-sinistra/pietro-greco/2015-06-22

Ecco com'è fatta la quarta dimensione-Cosmos-Youtube:
https://www.youtube.com/watch?v=CBDzp5DawJ4

Esperimento della doppia fenditura:
https://auralcrave.com/2018/10/30/lesperimento-della-doppia-fenditura-la-spiegazione-del-paradosso-della-materia/

L'universo elegante-l'undicesima dimensione-documentario intero:
https://www.youtube.com/watch?v=0fyHr2YnTew&list=RD0fyHr2YnTew&index=1