mercoledì 31 ottobre 2018

ARTE PALEOLITICA: FIGURA UMANA









Questo straordinario ritratto è stato scoperto nel 1890 in un campo vicino a Dolni Vestonice, un villaggio nel quale gli archeologi, a partire dal 1920, avevano trovato opere d'arte risalenti all'era glaciale. Questo può essere un ritratto della persona con una fronte sporgente il cui cranio è stato trovato a Brno, in Cecoslovacchia, nel 1891. La sua altezza è di 8 cm.

La Venere di Brassempouy: risalente al Gravettiano (circa 28.000 anni fa) ritrovata nel Sud-Ovest della Francia. E' scolpita in avorio di mammouth, i capelli adornati con trecce. L'assenza della bocca è tipica della statuaria gravettiana. La profonda espressività del viso può indicare ch'esso sia un ritratto autentico dell'amata.

Statuetta antropomorfa in avorio, proveniente dal sito aurignaziano ( 30.000-35.000 a.C) di Holstein Stadt, raffigura un uomo con testa leonina.

La statuina Tan-Tan fu scoperta nel corso di un'indagine archeologica da Lutz Fiedler, archeologo di stato dell'Assia, in Germania, in un deposito di fiume terrazza sulla riva nord del fiume Draa a pochi chilometri a sud del Marocco, città di Tan-Tan. La statuina risale a 400.000 anni fa, ovvero all'epoca dell' Homo Erectus.  Questo livello è seguito da una sequenza di circa 12 metri (40 piedi) di ghiaia alluvionali, sabbie e frazioni più accurate delle diverse composizioni, la cui parte inferiore contiene una ricca industria del medio Acheulian, pieno di esemplari in tecnica di Levallois. 
La statuina è da questo orizzonte, circa 1,5 m sopra la sua base o 15 metri sotto la superficie erosa della pianura.

La Venere di Berekhat Ram è un reperto archeologico sospetto di essere una Venere paleolitica, ritrovato nell'estate del 1981 dall'archeologo Goren-Inbar della Hebrew University di Gerusalemme sulle alture del Golan.
L'oggetto fu ritrovato tra due strati di cenere e questo evento permise di datarlo almeno a 230.000 anni da adesso. Se l'interpretazione del reperto è corretta, saremmo di fronte al più antico esempio di arte preistorica scoperto, tanto che il suo realizzatore non apparterrebbe alla nostra specie, bensì all'Homo erectus. All'epoca in questione risalgono altri esempi di arte, ma mai così complessi.

Questa statuina in terracotta bruciata proviene dalla sepoltura di tre giovani pavloviani nel sito di Dolni Vestonice. Nella sepoltura sono presenti tre scheletri: al centro una donna affetta da rachitismo e due giovani, uno dei quali con la mano sul pube della donna. Quello con la mano sul pube è soprannominato "ostetrico". Assieme ad altri oggetti posti nella tomba, in un falò adiacente fu ritrovata bruciacchiata questa statuina femminile. 31.000-27.000 anni fa. Una scansione tomografica nel 2004 ha rilevato una impronta digitale di un bambino stimato tra i 7 ei 15 anni di età, sparato in superficie, il bambino che ha gestito la figurina prima di essere licenziato è considerato un candidato improbabile per essere il suo creatore.


Piccola scultura antropomorfa dalla testa leonina proveniente dal sito di Hohle Fels (Germania). Misura 26 mm. di altezza ed è in avorio di mammuth. Circa 40.000 anni fa.

Venere di Willendorf (ca 23.000-19.000 a.C.), roccia calcarea, alt. cm 11. La Venere di Willendorf (Austria). La Venere di Willendorf (Austria) è sicuramente la più famosa statuetta femminile, tra quelle a noi note, del periodo paleolitico. È una rappresentazione della donna a metà tra il naturalistico e il simbolico.  Non vi sono particolari che individuano il volto e le braccia, poste sul seno, sono appena accennate. Ciò che domina nella raffigurazione sono gli enormi seni, il ventre prominente e il pube. La statuina presenti caratteri astratti (la copertura del volto) e naturalistici che non erano mai separati nell'arte paleolitica. Era dipinta interamente con ocra rossa.

La Venere di Hohle Fels, anche conosciuta come Venere di Schelklingen, è una statuina paleolitica di una Venere, ritrovata nei pressi di Schelklingen in Germania. È stata datata, col metodo del radiocarbonio, a un periodo che va tra i 31.000 ed i 40.000 anni fa, durante la cultura dell'Aurignaziano agli inizi del Paleolitico superiore, ed è associabile alle prime presenze dell'Homo Sapiens (Cro-Magnon) in Europa.

La terza Venere ritrovata a Dolni Vestonice in avorio di mammuth. 31.000-27.000 anni a.C.

La Venere di Lespugue è un manufatto paleolitico risalente a circa 25.000 anni fa. Ritrae una donna nuda, nella classica pose delle "Veneri paleolitiche".
Fu scoperta nel 1922 in un cava vicino a Lespugue, ai piedi dei Pirenei. È alta circa 15 cm e scolpita in avorio. Fu danneggiata al momento dello scavo.
Secondo alcuni esperti tessili come Elizabeth Wayland Barber, la statua ci offre la prima rappresentazione di un tessuto, infatti al di sotto dei fianchi si può notare una gonna fatta di fibre elicoidali, sfilacciate alla fine.
La Venere di Lespugue è conservata al Musée de l'Homme a Parigi (Francia).

Evidenziazione schematica di un ritratto graffito sulle pareti della caverna di La Marche in Lussac Les Chateau nel dipartimento di Vienne (Francia) con ricostruzione del volto reale del soggetto raffigurato. Le raffigurazioni artistiche della caverna risalgono al 15.000 a.C. ovvero al periodo Magdaleniano.

Evidenziazione schematica di un ritratto graffito sulle pareti della caverna di La Marche in Lussac Les Chateau nel dipartimento di Vienne (Francia). Le raffigurazioni artistiche della caverna risalgono al 15.000 a.C. ovvero al periodo Magdaleniano.

Evidenziazione schematica di un graffito sulle pareti della caverna di La Marche in Lussac Les Chateau nel dipartimento di Vienne (Francia)  Le raffigurazioni artistiche della caverna risalgono al 15.000 a.C. ovvero al periodo Magdaleniano.

Evidenziazione schematica di un ritratto graffito sulle pareti della caverna di La Marche in Lussac Les Chateau nel dipartimento di Vienne (Francia). Le raffigurazioni artistiche della caverna risalgono al 15.000 a.C. ovvero al periodo Magdaleniano.

Ritratto graffito sulle pareti della caverna di La Marche in Lussac Les Chateau nel dipartimento di Vienne (Francia). Le raffigurazioni artistiche della caverna risalgono al 15.000 a.C. ovvero al periodo Magdaleniano.

Evidenziazione schematica dei ritratti graffiti sulle pareti della caverna di La Marche in Lussac Les Chateau nel dipartimento di Vienne (Francia). Le raffigurazioni artistiche della caverna risalgono al 15.000 a.C. ovvero al periodo Magdaleniano.

Evidenziazione schematica di un ritratto graffito sulle pareti della caverna di La Marche in Lussac Les Chateau nel dipartimento di Vienne (Francia). Le raffigurazioni artistiche della caverna risalgono al 15.000 a.C. ovvero al periodo Magdaleniano.

Evidenziazione schematica di un ritratto graffito sulle pareti della caverna di La Marche in Lussac Les Chateau nel dipartimento di Vienne (Francia). Si possono notare i vestiti con una sorta di pantaloni. Le raffigurazioni artistiche della caverna risalgono al 15.000 a.C. ovvero al periodo Magdaleniano.

Evidenziazione schematica di un ritratto graffito sulle pareti della caverna di La Marche in Lussac Les Chateau nel dipartimento di Vienne (Francia).Le raffigurazioni artistiche della caverna risalgono al 15.000 a.C. ovvero al periodo Magdaleniano.

Evidenziazione schematica di due ritratti graffiti sulle pareti della caverna di La Marche in Lussac Les Chateau nel dipartimento di Vienne (Francia). Le raffigurazioni artistiche della caverna risalgono al 15.000 a.C. ovvero al periodo Magdaleniano.

Evidenziazione schematica di una figura umana maschile graffita sulle pareti della caverna di La Marche in Lussac Les Chateau nel dipartimento di Vienne (Francia). Si possono notare i vestiti con una sorta di pantaloni, la fodera per il coltello da caccia e collane appese al collo. Le raffigurazioni artistiche della caverna risalgono al 15.000 a.C. ovvero al periodo Magdaleniano.

Evidenziazione schematica di una figura umana molto massiccia (a destra) e due figure antropomorfe (a sinistra) graffiti sulle pareti della caverna di La Marche in Lussac Les Chateau nel dipartimento di Vienne (Francia). Si possono notare i vestiti con una sorta di pantaloni. Le raffigurazioni artistiche della caverna risalgono al 15.000 a.C. ovvero al periodo Magdaleniano.

 Ritratto di profilo graffito a Roc aux Sorciers (15.000 a.C.). Roc-aux-Sorciers (Rocca dei Maghi) è il nome di un sito archeologico francese, sede di un insediamento umano paleolitico del tipo detto "riparo sotto roccia". Il sito si trova nel comune di Angles-sur-l'Anglin, nel dipartimento della Vienne, nella regione del Poitou-Charentes. In questo anfratto naturale, sorta di caverna aperta ai piedi di una falesia, è stato rinvenuto uno dei più begli esempi di arte del periodo Magdaleniano: un fregio di bassorilievi di almeno una cinquantina di metri di lunghezza, di cui circa venti già riportati alla luce e in corso di studio. Il fregio comprende figure di animali (bisonti, cavalli, stambecchi e felini) ma anche figure umane (corpi di donna, teste), ben più rare nell'epoca Magdaleniana. Sull'insieme dei bassorilievi sono state rinvenute tracce di pigmenti naturali che permettono di ipotizzare che l'insieme monumentale fosse non soltanto scolpito ma anche dipinto.

 Graffito con donna nuda proveniente dalla caverna di La Marche in Lussac Les Chateau nel dipartimento di Vienne (Francia). Le raffigurazioni artistiche della caverna risalgono al 15.000 a.C. ovvero al periodo Magdaleniano.

 Graffito con probabile scena erotica dalla caverna di La Marche in Lussac Les Chateau nel dipartimento di Vienne (Francia). Le raffigurazioni artistiche della caverna risalgono al 15.000 a.C. ovvero al periodo Magdaleniano.





Sbalorditivo pezzo, finora unico nella preistoria dei grandi cacciatori: una statuetta maschile in avorio composta in pezzi diversi-testa, tronco e arti-destinati ad essere assemblati e articolati come in una bambola o marionetta. Dalla tomba dell'Uomo di Brno, vicino a Dolni Vestonice nella Repubblica Ceca.La statuina è alta 20 cm. e risale a circa 26.000 a.C.

 Ricostruzione di come poteva essere l'aspetto dell'Uomo di Brno, che probabilmente era uno sciamano, nella cui tomba fu trovata la marionetta d'avorio. La tomba risale a 26.000 anni fa, è stata scoperta nel 1891 e vi è stato ritrovato numeroso corredo di offerte: denti di animali, un disco di pietra forato, numerose rondelle e ossa.

 Raffigurazione di sciamano con testa di alce dalla caverna di Trois-Freres.  La Grotta di Trois-Frères è una delle più famose grotte del sudovest della Francia, conosciuta per le sue pitture rupestri. Si trova a Montesquieu-Avantès, nel dipartimento di Ariège.
La grotta fa parte di un complesso ipogeo formato dal fiume Volp.
Le pitture sembrano risalire a circa il 13.000 a.C.
La grotta prende il nome dai tre figli del conte Bégouen che la scoprì nel 1910 (in francese trois frères significa "tre fratelli"). I disegni della grotta vennero resi famosi con le pubblicazioni dell'Abate Henri Breuil.

Evidenziazione grafica della figura dello sciamano con testa di alce nella caverna di Les-Troi-Freres. La Grotta di Trois-Frères è una delle più famose grotte del sudovest della Francia, conosciuta per le sue pitture rupestri. Si trova a Montesquieu-Avantès, nel dipartimento di Ariège.La grotta fa parte di un complesso ipogeo formato dal fiume Volp.Le pitture sembrano risalire a circa il 13.000 a.C.La grotta prende il nome dai tre figli del conte Bégouen che la scoprì nel 1910 (in francese trois frères significa "tre fratelli"). I disegni della grotta vennero resi famosi con le pubblicazioni dell'Abate Henri Breuil.

Raffigurazione di sciamano con testa di alcedalla caverna di Trois-Freres.  La Grotta di Trois-Frères è una delle più famose grotte del sudovest della Francia, conosciuta per le sue pitture rupestri. Si trova a Montesquieu-Avantès, nel dipartimento di Ariège.
La grotta fa parte di un complesso ipogeo formato dal fiume Volp.
Le pitture sembrano risalire a circa il 13.000 a.C.
La grotta prende il nome dai tre figli del conte Bégouen che la scoprì nel 1910 (in francese trois frères significa "tre fratelli"). I disegni della grotta vennero resi famosi con le pubblicazioni dell'Abate Henri Breuil.

Venere di Laussel. La Venere di Laussel è una Venere paleolitica alta circa 46 cm, scolpita in un bassorilievo e dipinta di ocra rossa; si stima che abbia un'età di circa 20.000 anni (Gravettiano). Il reperto fu scoperto da G. Lalanne, un medico, nel 1911. È conservata nel Museo d'Aquitania, a Bordeaux, Francia. Essa fa parte di un gruppo di incisioni in bassorilievo eseguite sulle pareti di roccia calcarea poste all'interno di una caverna nei pressi di Laussel nella Dordogna, non lontano d'altro famoso complesso di pitture di Lascaux.

 Figura ibrida (evidenziata) dalla caverna di Gabillou, piccolo comune francese del dipartimento della Dordogna, regione Aquitania. La caverna di Gabillou risale allo stesso periodo di quella di Lascaux, circa 17.000 a.C.


 Figura ibrida (nel suo aspetto reale) dalla caverna di Gabillou, piccolo comune francese del dipartimento della Dordogna, regione Aquitania. La caverna di Gabillou risale allo stesso periodo di quella di Lascaux, circa 17.000 a.C.

 L'Uomo-Uccello dalla caverna di Lascaux, le cui pitture risalgono a circa 17.000 anni a.C. Non esiste però alcun tipo di relazione narrativa fra il bisonte e l'uomo: nell'arte paleolitica delle caverne (a differenza delle raffigurazioni rupestri all'aria aperta) i soggetti non narrano, ma ogni elemento, umano o animale, galleggia in uno spazio irreale fuori dal tempo, come mera rappresentazione simbolica dal valore iniziatico usufruibile solo dai pochi sciamani che potevano accedere a queste profondità (le caverne sono dipinte anche a 10 km di profondità, in luoghi pressochè inaccessibili). Le Grotte di Lascaux sono un complesso di caverne che si trova nella Francia sud-occidentale. Le grotte si trovano vicino al villaggio di Montignac, nel dipartimento della Dordogna.

 Venere di Landecká intagliata nella pietra, scoperta dall'archeologo Bohuslav Klíma nel 1953 in Moldavia, nei pressi di Dolni Vestovice; risale al periodo Gravettiano (30.000-28.000 a.C).

 Due statuine femminili provenienti da Malta, un sito dell'era glaciale in Siberia. Misurano 4 cm in altezza e sono in avorio di mammuth, risalgono a circa 15.000 anni a.C.

"La danza dello sciamano". Geißenklösterlecirca 40.000-35.000 anni. "La danza dello sciamano"
dal Geißenklösterle, una grotta nella valle di Ach vicino Blaubeuren è stato ritrovato con i più antichi strumenti musicali e opere d'arte dell'umanità.
Sul fronte della piastra un uomo-animale, probabilmente un uomo-leone che danza. Sul retro una serie di forature che potrebbero avere la funzione di calendario o pura decorazione.

Maschera ricavata da avorio di mammuth, dal sito gravettiano di Dolni Vestonice in Moravia nella Repubblica Ceca (30.000-25.000 anni a.C). L'insediamento paleolitico di Dolní Věstonice in Moravia, Repubblica Ceca, è stato oggetto di ricerche archeologiche sistematiche dal 1924, iniziata da Karel Absolon. Oltre alla statuetta di Venere, figure di animali - orso, leone, mammut, cavalli, volpi, rinoceronte e il gufo - e più di 2 000 palline di argilla bruciata sono stati trovati a Věstonice.


 Testa umana da avorio di mammuth, cm. 48 di altezza, dal sito gravettiano di Dolni Vestonice in Moravia nella Repubblica Ceca (30.000-25.000 anni a.C). L'insediamento paleolitico di Dolní Věstonice in Moravia, Repubblica Ceca, è stato oggetto di ricerche archeologiche sistematiche dal 1924, iniziata da Karel Absolon. Oltre alla statuetta di Venere, figure di animali - orso, leone, mammut, cavalli, volpi, rinoceronte e il gufo - e più di 2 000 palline di argilla bruciata sono stati trovati a Věstonice.

 Maschera ricavata da avorio di mammuth, dal sito gravettiano di Dolni Vestonice in Moravia nella Repubblica Ceca (30.000-25.000 anni a.C). L'insediamento paleolitico di Dolní Věstonice in Moravia, Repubblica Ceca, è stato oggetto di ricerche archeologiche sistematiche dal 1924, iniziata da Karel Absolon. Oltre alla statuetta di Venere, figure di animali - orso, leone, mammut, cavalli, volpi, rinoceronte e il gufo - e più di 2 000 palline di argilla bruciata sono stati trovati a Věstonice.

 Lady Moravany: Nahom vicino Piestany, Slovacchia. Avorio di mammuth, 7,6 cm.; 23.000 a.C. Può darsi che la statuina non abbia mai avuto una testa; un braccio è rotto e l'altro è appena accennato.

  Figura di Venere da Avdeievo, Ucraina; altezza 12,5cm; 18.000 a.C.

 Lady Galgenberg
Stratzing-Krems/Rehberg Austria; 30.000 a.C. Alta 7,2 cm. in roccia serpentina verde.


 Venere di Savignano. La statuetta misura circa 22 cm ed è stata scolpita in un blocco di serpentino tenero. La Venere risalirebbe al Paleolitico e la sua datazione dovrebbe essere circa 35 000 anni fa: il suo ritrovamento fortuito al di fuori di scavi condotti scientificamente impedisce di avere una datazione più precisa.
La statuetta fu trovata nel 1925 a circa 1,5 metri di profondità durante uno scavo in località Prà Martein, situata nella frazione Mulino del comune di Savignano sul Panaro (Provincia di Modena).
L'originale della Venere di Savignano è conservato al Museo nazionale preistorico etnografico Luigi Pigorini a Roma. La statuetta fu donata al museo dallo scultore Giuseppe Graziosi: suo figlio Paolo Graziosi è stato uno dei ricercatori che hanno studiato il manufatto.

  Venere di Avdejevo
Avdejevo (B), Ucraina (URSS) - Gravettiano ( 28.000 a.C. circa)- h. = cm. 16
Avorio di Mammuth.

 Seconda Venere di Laussel: essa fa parte di un gruppo di incisioni in bassorilievo (comprendenti la Venere con Cornucopia) eseguite sulle pareti di roccia calcarea poste all'interno di una caverna nei pressi di Laussel nella Dordogna, non lontano d'altro famoso complesso di pitture di Lascaux.

 Terza Venere di Laussel: anche questa fa parte del complesso di incisioni in bassorilievo eseguite sulle pareti di roccia calcarea poste all'interno di una caverna nei pressi di Laussel nella Dordogna, non lontano d'altro famoso complesso di pitture di Lascaux.

 Venere dei Balzi Rossi, Italia, Ventimiglia.
h = cm. 4,7 - Gravettiano (23.000 a.C circa).
Caratteristica la posizione della testa a portamento da insetto e inclinata in avanti.
Le grotte dei Balzi Rossi si aprono ai piedi di una suggestiva parete rocciosa di calcare dolomitico del Giurassico superiore alta circa 100 metri, che costituisce la linea di costa tra la frazione Grimaldi di Ventimiglia (Imperia) e la frontiera francese. Il nome della località è dovuto all’arrossamento superficiale della parete rocciosa (nel dialetto di Mentone, Baussi Russi, rocce rosse).
Il Museo Preistorico dei Balzi Rossi rimase per lunghi anni come era stato originariamente concepito, semplice completamento della visita alla Barma Grande, all’interno della quale erano conservate in posto due sepolture paleolitiche e resti di elefante.

 Venere di Parrano (28.000 a.C). I primi documenti che testimoniano la presenza dell’uomo a Parrano (provincia di Terni) risalgono al Paleolitico Superiore (Civiltà Miolitica). In località Fosso del Bagno Minerale, a valle di Parrano, fra dirupi di orrida bellezza, si trova un canyon che l’acqua ha scavato nella collina nel suo scorrere millenario. Si sviluppa per circa un chilometro fra pareti di calcare di colore bluastro alte dai 15 ai 20 metri, mentre la larghezza, in certi punti, arriva a soli 70 centimetri.
Lungo questa forra, nel fianco sinistro del fosso, si aprono circa 20 grotte denominate Tane del Diavolo, molte delle quali, in tempi remotissimi, sono state abitate dall’uomo che ha lasciato all’interno di esse testimonianze della sua presenza.

 Venere Grimaldi: testa e seni. Scoperta insieme a molte altre figure femminili nella Grotta del Principe, la più grande grotta del complesso paleolitico dei Balzi Rossi, in Liguria. Scolpita in pietra nera morbida, è alta 29 mm e risale a circa 25.000 a.C.

 Venere steatopigia (con un cono al posto di piedi e testa) dal sito paleolitico dei Balzi Rossi in Liguria. 23.000 a.C. circa. Alta circa 6 cm., in steatite verde, fu trovata insieme ad una decina di figure simili. Serviva probabilmente per rivolgere preghiere alla Dea.

  Enigmatica venere dal sito paleolitico dei Balzi Rossi, in Liguria. Altezza cm.3,5 lavorata in pietra ollare verde. Le grotte dei Balzi Rossi si aprono ai piedi di una suggestiva parete rocciosa di calcare dolomitico del Giurassico superiore alta circa 100 metri, che costituisce la linea di costa tra la frazione Grimaldi di Ventimiglia (Imperia) e la frontiera francese. Il nome della località è dovuto all’arrossamento superficiale della parete rocciosa (nel dialetto di Mentone, Baussi Russi, rocce rosse).
Il Museo Preistorico dei Balzi Rossi rimase per lunghi anni come era stato originariamente concepito, semplice completamento della visita alla Barma Grande, all’interno della quale erano conservate in posto due sepolture paleolitiche e resti di elefante.

 Una delle molte veneri ritrovate nel sito dei Balzi Rossi Ventimiglia-
h = cm. 4,4 - Gravettiano, 23.000 a.C. Si notano i fianchi e il pube incorniciati da uno spessore di contorno ed il foro per appendere al collo. Le grotte dei Balzi Rossi si aprono ai piedi di una suggestiva parete rocciosa di calcare dolomitico del Giurassico superiore alta circa 100 metri, che costituisce la linea di costa tra la frazione Grimaldi di Ventimiglia (Imperia) e la frontiera francese. Il nome della località è dovuto all’arrossamento superficiale della parete rocciosa (nel dialetto di Mentone, Baussi Russi, rocce rosse).
Il Museo Preistorico dei Balzi Rossi rimase per lunghi anni come era stato originariamente concepito, semplice completamento della visita alla Barma Grande, all’interno della quale erano conservate in posto due sepolture paleolitiche e resti di elefante.

 Figura femminile d'ambra in forma di monile da appendere al collo dal sito paleolitico gravettiano dei Balzi Rossi, Ventimiglia.
h = cm. 2,75 - Gravettiano, 23.000 a.C. Le grotte dei Balzi Rossi si aprono ai piedi di una suggestiva parete rocciosa di calcare dolomitico del Giurassico superiore alta circa 100 metri, che costituisce la linea di costa tra la frazione Grimaldi di Ventimiglia (Imperia) e la frontiera francese. Il nome della località è dovuto all’arrossamento superficiale della parete rocciosa (nel dialetto di Mentone, Baussi Russi, rocce rosse).
Il Museo Preistorico dei Balzi Rossi rimase per lunghi anni come era stato originariamente concepito, semplice completamento della visita alla Barma Grande, all’interno della quale erano conservate in posto due sepolture paleolitiche e resti di elefante.

 Venere di Sireuil, Roc de Cazelle, Dordogne (Francia):
In calcite ambrata traslucida, è alta circa 9 cm. La sua datazione è incerta, ma si aggira intorno al 20.000 a.C.
La posizione, con le gambe accovaciate, è anomala rispetto a quella più diffusa - in piedi - per cui è stata vista come una figura di partoriente, antecedente delle numerose dee del parto neolitiche.
http://donsmaps.com/sireuilvenus.html


 Testa antropomorfa che il professor Pietro Gaietto, autore di molti libri sul paleolitico e sulla storia dell'espressione artistica nell'antichità, ritiene essere una scultura risalente a 200.000 anni fa. Per la complessità dell'argomento è meglio consultare il sito qui riportato:
http://www.paleolithicartmagazine.org/pagina98.html

 Questa statuina è stata dissotterrata in un accampamento di persone che hanno vissuto prima dell'uomo di Neanderthal (periodo Acheuelano: 500.000 circa anni fa). Il sito si trova a Berekhat Ram, sulle alture del Golan. Il Giornale della Società Preistorica d'Israele ha affermato che questa potrebbe essere la più antica rappresentazione di dea esistente.

 Questa piccola scultura in avorio di mammuth di cm 14,8 (cm 5,2 la figurina femminile; cm 9,6 quella maschile), rinvenuta in un sito del Paleolitico superiore (Gravettiano evoluto, circa 21.800 anni fa) a Gagarino, sul Don, in Ucraina, è un rarissimo esempio di due esseri umani uniti per la nuca con tutto il corpo.

Questa piccola scultura in avorio di mammuth di cm 14,8 (cm 5,2 la figurina femminile; cm 9,6 quella maschile), rinvenuta in un sito del Paleolitico superiore (Gravettiano evoluto, circa 21.800 anni fa) a Gagarino, sul Don, in Ucraina, è un rarissimo esempio di due esseri umani uniti per la nuca con tutto il corpo. Qui nell'interpretazione dell'artista Lìbor Bàlak.


 Le incisioni della Grotta dell’Addaura (detta "Grotta degli uomini danzanti) risalenti allo stesso periodo di Lascaux e Altamira (15.000 a.C.circa), sono uno dei più significativi esempi di arte rupestre paleo-mesolitica. La grotta è situata sul Monte Pellegrino a Palermo e il ritrovamento dei graffiti è recente ed è stato del tutto casuale. Le tre grotte che costituiscono il complesso dell’Addaura nel massiccio del Monte Pellegrino erano già state studiate dai paletnologi dato che in esse era stato ritrovato lo scheletro di un elefante nano.

 Ingresso della grotta in Sicilia dove sono stati trovati i graffiti degli uomini danzanti risalenti al 15.000 a.C. circa.

Una delle Veneri di Parabita; circa 15.000 anni fa; Paleolitico superiore (Epigravettiano); 6 cm e 9 cm; Grotta delle Veneri, Parabita, Puglia; Soprintendenza archeologica della Puglia, Museo archeologico nazionale di Taranto.
Queste veneri, contrariamente alle altre statuette muliebri rinvenute in Italia, trovano una precisa collocazione all'interno del Paleolitico (Epigravettiano). In queste sculture, scolpite in osso, le braccia sono ben evidenti e raccolte al disotto del ventre.

 Una delle Veneri di Parabita; circa 15.000 anni fa; Paleolitico superiore (Epigravettiano); 6 cm e 9 cm; Grotta delle Veneri, Parabita, Puglia; Soprintendenza archeologica della Puglia, Museo archeologico nazionale di Taranto.
Queste veneri, contrariamente alle altre statuette muliebri rinvenute in Italia, trovano una precisa collocazione all'interno del Paleolitico (Epigravettiano). In queste sculture, scolpite in osso, le braccia sono ben evidenti e raccolte al disotto del ventre.

  Nel 1969 il professor Walther Matthes pubblica la scoperta di questa testa del periodo acheleuano (200.000 anni circa) trovata nell'arcipelago delle isole tedesche Helgoland, nel mare del nord.

 Esposizione al museo delle opere rinvenute nel sito del Paleolitico superiore (Gravettiano evoluto, circa 21.800 anni fa) a Gagarino, sul Don, in Ucraina.

 Una delle veneri in terracotta rinvenute nel sito del Paleolitico superiore (Gravettiano evoluto, circa 21.800 anni fa) a Gagarino, sul Don, in Ucraina.


 Serie di teste della collezione del fotografo Walther Matthes, di era acheleuana (200.000) anni fa.

 Una delle veneri (in terracotta) rinvenute nel sito del Paleolitico superiore (Gravettiano evoluto, circa 21.800 anni fa) a Gagarino, sul Don, in Ucraina.

 Prospettive della venere rinvenuta nel sito del Paleolitico superiore (Gravettiano evoluto, circa 21.800 anni fa) a Gagarino, sul Don, in Ucraina.

Venere in terracotta rinvenuta nel sito del Paleolitico superiore (Gravettiano evoluto, circa 21.800 anni fa) a Gagarino, sul Don, in Ucraina.

Esposizione al museo dei manufatti ritrovati presso il sito del Paleolitico superiore (Gravettiano evoluto, circa 21.800 anni fa) a Gagarino, sul Don, in Ucraina. Il Gravettiano è rappresentato nella Russia Europea e nell'Europa centrale dal Gravettiano orientale o Pavloviano. Cronologicamente si pone da 26.000 a 20.000 anni a.C.

Una delle veneri in avorio scolpito del sito paleolitico di Gagarino, in Ucraina, sul Don. Il Gravettiano è rappresentato nella Russia Europea e nell'Europa centrale dal Gravettiano orientale o Pavloviano. Cronologicamente si pone da 26.000 a 20.000 anni a.C.

Venere dal sito paleolitico di Gagarino in Ucraina, sul Don (23.000 anni a.C circa). Il Gravettiano è rappresentato nella Russia Europea e nell'Europa centrale dal Gravettiano orientale o Pavloviano. Cronologicamente si pone da 26.000 a 20.000 anni a.C.

Venere dal sito aurignaziano paleolitico di Malta, in Siberia, in avorio di mammuth, risalente a 35.000 circa a.C.

Una delle veneri ritrovate nel sito paleolitico di Gagarino, in Ucraina, risalente al periodo gravettiano (28.000 anni a.C. circa).

Venere dal sito paleolitico di Gagarino, in Ucraina, in avorio di mammuth, 28.000 circa a.C.

Venere dal sito paleolitico di Gagarino, in Ucraina, in avorio di mammuth, 28.000 circa a.C.

Venere dal sito paleolitico di Gagarino, in Ucraina, in avorio di mammuth, 28.000 circa a.C.

Una testina scolpita spunta da un ciottolo ritrovato nel riparo paleolitico sotto roccia dei monti Lessini in Veneto, detto "Riparo Tagliente". Periodo Gravettiano, 28.000 circa a.C.

Dal sito paleolitico di Predmostì, Repubblica Ceka, Moravia. Incisione antropomorfa su un pezzo di zanna di mammuth.   Pavloviano 26.500 a.C.  Altezza dell'incisione: 17 cm.

Dal sito paleolitico di Predmostì, Repubblica Ceka, Moravia. Evidenziazione schematica dell'incisione antropomorfa su un pezzo di zanna di mammuth.  Pavloviano 26.500 a.C.  Altezza dell'incisione: 17 cm.

Statuina stilizzata raffigurante un uomo, in avorio di mammuth, dalla caverna nei pressi di Laussel nella Dordogna, non lontano d'altro famoso complesso di pitture di Lascaux. Risale allo stesso periodo della famosa venere con cornucopia: circa 20.000 a.C.

Incredibilmente realistico bassorilievo raffigurante un uomo facente parte di un gruppo di incisioni in bassorilievo eseguite sulle pareti di roccia calcarea poste all'interno di una caverna nei pressi di Laussel nella Dordogna, non lontano d'altro famoso complesso di pitture di Lascaux. Risale allo stesso periodo della famosa venere con cornucopia: circa 20.000 a.C.

Ricostruzione grafica di un graffito raffigurante un uomo nella caverna nei pressi di Laussel nella Dordogna, non lontano d'altro famoso complesso di pitture di Lascaux. Risale allo stesso periodo della famosa venere con cornucopia: circa 20.000 a.C.

Una delle veneri di Kostienki: sito paleolitico con manufatti datati dai 35.000 ai 40.000 anni a.C. Ma quello di Kostienki non è l'unico sito, ci sono altri siti appartenenti allo stesso "distretto" di Kostienki stratificati in terrazze sul fiume Don. I reperti sono stati trovati e conservati da un deposito di cenere vulcanica, dovuti ad una straordinaria eruzione del Vesuvio in Italia circa 32.000 anni fa, perciò Kostienki è anche denominato "la Pompei del Paleolitico". La statuina si trova all'Hermitage Museum at St Petersburg, Russia ed è alta 10 cm.

Frammento (in calcare) di una delle veneri di Kostienki, lungo 13,5 cm. Kostienki è sito paleolitico con manufatti datati dai 35.000 ai 40.000 anni a.C. Ma quello di Kostienki non è l'unico sito, ci sono altri siti appartenenti allo stesso "distretto" di Kostienki stratificati in terrazze sul fiume Don. I reperti sono stati trovati e conservati da un deposito di cenere vulcanica, dovuti ad una straordinaria eruzione del Vesuvio in Italia circa 32.000 anni fa, perciò Kostienki è anche denominato "la Pompei del Paleolitico". La statuina si trova all'Hermitage Museum at St Petersburg, Russia.

Lato posteriore della precedente (foto in bianco e nero) venere di Kostienki in calcare di cui è rimasto solo questo frammento di 13,5 cm. di lunghezza. Kostienki è un sito paleolitico con manufatti datati dai 35.000 ai 40.000 anni a.C. Ma quello di Kostienki non è l'unico sito, ci sono altri siti appartenenti allo stesso "distretto" di Kostienki stratificati in terrazze sul fiume Don. I reperti sono stati trovati e conservati da un deposito di cenere vulcanica, dovuti ad una straordinaria eruzione del Vesuvio in Italia circa 32.000 anni fa, perciò Kostienki è anche denominato "la Pompei del Paleolitico". La statuina si trova all'Hermitage Museum at St Petersburg, Russia.

Una delle veneri di Kostienki (avorio di mammuth). Kostienki è un sito paleolitico con manufatti datati dai 35.000 ai 40.000 anni a.C. Ma quello di Kostienki non è l'unico sito, ci sono altri siti appartenenti allo stesso "distretto" di Kostienki stratificati in terrazze sul fiume Don. I reperti sono stati trovati e conservati da un deposito di cenere vulcanica, dovuti ad una straordinaria eruzione del Vesuvio in Italia circa 32.000 anni fa, perciò Kostienki è anche denominato "la Pompei del Paleolitico". La statuina si trova all'Hermitage Museum at St Petersburg, Russia.

Una delle veneri di Kostienki (avorio di mammuth). Kostienki è un sito paleolitico con manufatti datati dai 35.000 ai 40.000 anni a.C. Ma quello di Kostienki non è l'unico sito, ci sono altri siti appartenenti allo stesso "distretto" di Kostienki stratificati in terrazze sul fiume Don. I reperti sono stati trovati e conservati da un deposito di cenere vulcanica, dovuti ad una straordinaria eruzione del Vesuvio in Italia circa 32.000 anni fa, perciò Kostienki è anche denominato "la Pompei del Paleolitico". La statuina si trova all'Hermitage Museum at St Petersburg, Russia.

Una delle veneri di Kostienki (profilo, avorio di mammuth). Kostienki è un sito paleolitico con manufatti datati dai 35.000 ai 40.000 anni a.C. Ma quello di Kostienki non è l'unico sito, ci sono altri siti appartenenti allo stesso "distretto" di Kostienki stratificati in terrazze sul fiume Don. I reperti sono stati trovati e conservati da un deposito di cenere vulcanica, dovuti ad una straordinaria eruzione del Vesuvio in Italia circa 32.000 anni fa, perciò Kostienki è anche denominato "la Pompei del Paleolitico". La statuina si trova all'Hermitage Museum at St Petersburg, Russia.

Dr. Olga Soffer esamina testa in calcare di una statuina di Kostienki: sito paleolitico con manufatti datati dai 35.000 ai 40.000 anni a.C. Ma quello di Kostienki non è l'unico sito, ci sono altri siti appartenenti allo stesso "distretto" di Kostienki stratificati in terrazze sul fiume Don. I reperti sono stati trovati e conservati da un deposito di cenere vulcanica, dovuti ad una straordinaria eruzione del Vesuvio in Italia circa 32.000 anni fa, perciò Kostienki è anche denominato "la Pompei del Paleolitico". La statuina si trova all'Hermitage Museum at St Petersburg, Russia.

Testa in calcare di statuina da Kostienki: sito paleolitico con manufatti datati dai 35.000 ai 40.000 anni a.C. Ma quello di Kostienki non è l'unico sito, ci sono altri siti appartenenti allo stesso "distretto" di Kostienki stratificati in terrazze sul fiume Don. I reperti sono stati trovati e conservati da un deposito di cenere vulcanica, dovuti ad una straordinaria eruzione del Vesuvio in Italia circa 32.000 anni fa, perciò Kostienki è anche denominato "la Pompei del Paleolitico". La statuina si trova all'Hermitage Museum at St Petersburg, Russia.

Una delle veneri di Kostienki (calcare). Kostienki è un sito paleolitico con manufatti datati dai 35.000 ai 40.000 anni a.C. Ma quello di Kostienki non è l'unico sito, ci sono altri siti appartenenti allo stesso "distretto" di Kostienki stratificati in terrazze sul fiume Don. I reperti sono stati trovati e conservati da un deposito di cenere vulcanica, dovuti ad una straordinaria eruzione del Vesuvio in Italia circa 32.000 anni fa, perciò Kostienki è anche denominato "la Pompei del Paleolitico". La statuina si trova all'Hermitage Museum at St Petersburg, Russia.

Una delle veneri di Kostienki (avorio di mammuth). Kostienki è un sito paleolitico con manufatti datati dai 35.000 ai 40.000 anni a.C. Ma quello di Kostienki non è l'unico sito, ci sono altri siti appartenenti allo stesso "distretto" di Kostienki stratificati in terrazze sul fiume Don. I reperti sono stati trovati e conservati da un deposito di cenere vulcanica, dovuti ad una straordinaria eruzione del Vesuvio in Italia circa 32.000 anni fa, perciò Kostienki è anche denominato "la Pompei del Paleolitico". La statuina si trova all'Hermitage Museum at St Petersburg, Russia.

Una delle veneri di Kostienki (avorio di mammuth). Kostienki è un sito paleolitico con manufatti datati dai 35.000 ai 40.000 anni a.C. Ma quello di Kostienki non è l'unico sito, ci sono altri siti appartenenti allo stesso "distretto" di Kostienki stratificati in terrazze sul fiume Don. I reperti sono stati trovati e conservati da un deposito di cenere vulcanica, dovuti ad una straordinaria eruzione del Vesuvio in Italia circa 32.000 anni fa, perciò Kostienki è anche denominato "la Pompei del Paleolitico". La statuina si trova all'Hermitage Museum at St Petersburg, Russia.

Una delle veneri di Kostienki (avorio di mammuth). Kostienki è un sito paleolitico con manufatti datati dai 35.000 ai 40.000 anni a.C. Ma quello di Kostienki non è l'unico sito, ci sono altri siti appartenenti allo stesso "distretto" di Kostienki stratificati in terrazze sul fiume Don. I reperti sono stati trovati e conservati da un deposito di cenere vulcanica, dovuti ad una straordinaria eruzione del Vesuvio in Italia circa 32.000 anni fa, perciò Kostienki è anche denominato "la Pompei del Paleolitico". La statuina si trova all'Hermitage Museum at St Petersburg, Russia.

Una delle veneri di Kostienki (avorio di mammuth). Kostienki è un sito paleolitico con manufatti datati dai 35.000 ai 40.000 anni a.C. Ma quello di Kostienki non è l'unico sito, ci sono altri siti appartenenti allo stesso "distretto" di Kostienki stratificati in terrazze sul fiume Don. I reperti sono stati trovati e conservati da un deposito di cenere vulcanica, dovuti ad una straordinaria eruzione del Vesuvio in Italia circa 32.000 anni fa, perciò Kostienki è anche denominato "la Pompei del Paleolitico". La statuina si trova all'Hermitage Museum at St Petersburg, Russia.

Figurine antropomorfe stilizzate in avorio di mammuth dal sito di Kostienki. Kostienki è un sito paleolitico con manufatti datati dai 35.000 ai 40.000 anni a.C. Ma quello di Kostienki non è l'unico sito, ci sono altri siti appartenenti allo stesso "distretto" di Kostienki stratificati in terrazze sul fiume Don. I reperti sono stati trovati e conservati da un deposito di cenere vulcanica, dovuti ad una straordinaria eruzione del Vesuvio in Italia circa 32.000 anni fa, perciò Kostienki è anche denominato "la Pompei del Paleolitico". La statuina si trova all'Hermitage Museum at St Petersburg, Russia.

 Venere in terracotta rinvenuta nel sito del Paleolitico superiore (Gravettiano evoluto, circa 21.800 anni fa) a Gagarino, sul Don, in Ucraina.

Figurina umana stilizzata in avorio di mammuth da Kostienki. Kostienki è un sito paleolitico con manufatti datati dai 35.000 ai 40.000 anni a.C. Ma quello di Kostienki non è l'unico sito, ci sono altri siti appartenenti allo stesso "distretto" di Kostienki stratificati in terrazze sul fiume Don. I reperti sono stati trovati e conservati da un deposito di cenere vulcanica, dovuti ad una straordinaria eruzione del Vesuvio in Italia circa 32.000 anni fa, perciò Kostienki è anche denominato "la Pompei del Paleolitico". La statuina si trova all'Hermitage Museum at St Petersburg, Russia.

 Una delle veneri di Kostienki (avorio di mammuth). Kostienki è un sito paleolitico con manufatti datati dai 35.000 ai 40.000 anni a.C. Ma quello di Kostienki non è l'unico sito, ci sono altri siti appartenenti allo stesso "distretto" di Kostienki stratificati in terrazze sul fiume Don. I reperti sono stati trovati e conservati da un deposito di cenere vulcanica, dovuti ad una straordinaria eruzione del Vesuvio in Italia circa 32.000 anni fa, perciò Kostienki è anche denominato "la Pompei del Paleolitico". La statuina si trova all'Hermitage Museum at St Petersburg, Russia.

 Una delle veneri di Kostienki. Kostienki è un sito paleolitico con mao di mammuthnufatti datati dai 35.000 ai 40.000 anni a.C. Ma quello di Kostienki non è l'unico sito, ci sono altri siti appartenenti allo stesso "distretto" di Kostienki stratificati in terrazze sul fiume Don. I reperti sono stati trovati e conservati da un deposito di cenere vulcanica, dovuti ad una straordinaria eruzione del Vesuvio in Italia circa 32.000 anni fa, perciò Kostienki è anche denominato "la Pompei del Paleolitico". La statuina si trova all'Hermitage Museum at St Petersburg, Russia.

 Questa è certamente la più naturalistica e sorprendente fra le veneri di Kostienki: alle spalle si nota l'acconciatura e l'ornamentazione che circonda le spalle e il petto. Kostienki è un sito paleolitico con manufatti datati dai 35.000 ai 40.000 anni a.C. Ma quello di Kostienki non è l'unico sito, ci sono altri siti appartenenti allo stesso "distretto" di Kostienki stratificati in terrazze sul fiume Don. I reperti sono stati trovati e conservati da un deposito di cenere vulcanica, dovuti ad una straordinaria eruzione del Vesuvio in Italia circa 32.000 anni fa, perciò Kostienki è anche denominato "la Pompei del Paleolitico". La statuina si trova all'Hermitage Museum at St Petersburg, Russia.

Una delle veneri di Kostienki. Kostienki è un sito paleolitico con manufatti datati dai 35.000 ai 40.000 anni a.C. Ma quello di Kostienki non è l'unico sito, ci sono altri siti appartenenti allo stesso "distretto" di Kostienki stratificati in terrazze sul fiume Don. I reperti sono stati trovati e conservati da un deposito di cenere vulcanica, dovuti ad una straordinaria eruzione del Vesuvio in Italia circa 32.000 anni fa, perciò Kostienki è anche denominato "la Pompei del Paleolitico". La statuina si trova all'Hermitage Museum at St Petersburg, Russia.

 Figurine antropomorfe stilizzate dal sito di Kostienki. Kostienki è un sito paleolitico con manufatti datati dai 35.000 ai 40.000 anni a.C. Ma quello di Kostienki non è l'unico sito, ci sono altri siti appartenenti allo stesso "distretto" di Kostienki stratificati in terrazze sul fiume Don. I reperti sono stati trovati e conservati da un deposito di cenere vulcanica, dovuti ad una straordinaria eruzione del Vesuvio in Italia circa 32.000 anni fa, perciò Kostienki è anche denominato "la Pompei del Paleolitico". La statuina si trova all'Hermitage Museum at St Petersburg, Russia.

 Una delle veneri di Kostienki (avorio di mammuth). Kostienki è un sito paleolitico con manufatti datati dai 35.000 ai 40.000 anni a.C. Ma quello di Kostienki non è l'unico sito, ci sono altri siti appartenenti allo stesso "distretto" di Kostienki stratificati in terrazze sul fiume Don. I reperti sono stati trovati e conservati da un deposito di cenere vulcanica, dovuti ad una straordinaria eruzione del Vesuvio in Italia circa 32.000 anni fa, perciò Kostienki è anche denominato "la Pompei del Paleolitico". La statuina si trova all'Hermitage Museum at St Petersburg, Russia.

  Una delle veneri di Kostienki (calcare). Kostienki è un sito paleolitico con manufatti datati dai 35.000 ai 40.000 anni a.C. Ma quello di Kostienki non è l'unico sito, ci sono altri siti appartenenti allo stesso "distretto" di Kostienki stratificati in terrazze sul fiume Don. I reperti sono stati trovati e conservati da un deposito di cenere vulcanica, dovuti ad una straordinaria eruzione del Vesuvio in Italia circa 32.000 anni fa, perciò Kostienki è anche denominato "la Pompei del Paleolitico". La statuina si trova all'Hermitage Museum at St Petersburg, Russia.

 Una delle veneri di Kostienki (avorio di mammuth). Kostienki è un sito paleolitico con manufatti datati dai 35.000 ai 40.000 anni a.C. Ma quello di Kostienki non è l'unico sito, ci sono altri siti appartenenti allo stesso "distretto" di Kostienki stratificati in terrazze sul fiume Don. I reperti sono stati trovati e conservati da un deposito di cenere vulcanica, dovuti ad una straordinaria eruzione del Vesuvio in Italia circa 32.000 anni fa, perciò Kostienki è anche denominato "la Pompei del Paleolitico". La statuina si trova all'Hermitage Museum at St Petersburg, Russia.

 Figurina antropomorfa simile alla precedente in avorio di mammuth, 26.000 circa a.C. Dal sito paleolitico di Predmostì, Repubblica Ceka, Moravia.

 Figurine sedute insieme in avorio di mammuth, 26.000 circa a.C. Dal sito paleolitico di Predmostì, Repubblica Ceka, Moravia.

  Altra statuina femminile dal sito paleolitico di Dolni Vestonice, in Moravia, Repubblica Ceca (26.000 a.C. circa).

 Figurina stilizzata in avorio di mammuth, dal sito paleolitico di Dolni Vestonice, in Moravia, Repubblica Ceca, 26.000 circa a.C.

Figurina femminile stilizzata dal sito paleolitico di Dolni Vestonice, Moravia, Repubblica Ceca. 26.000 circa a.C.

Figurine stilizzate, quella a destra si afferma sia venere femminile con corpo solo accennato e seni. Dal sito paleolitico di Dolni Vestonice, in Moravia, Repubblica Ceca; 26.000 circa a.C.

Frammento del bacino di una figurina femminile dal sito paleolitico di Dolni Vestonice, in Moravia, Repubblica Ceca. 26.000 circa a.C.

Seni stilizzati, dal sito paleolitico di Dolni Vestonice, in Moravia, Repubblica Ceca; 26.000 circa a.C.

Frammenti di figurine femminili con ornamentazione, dal sito paleolitico di Dolni Vestonice, in Moravia, Repubblica Ceca. 26.000 circa a.C.

Corpo femminile stilizzato in avorio di mammuth, dal sito paleolitico di Dolni Vestovice, in Moravia, Repubblica Ceca. 26.000 a.C. circa.

La Cueva de las Manos (che in spagnolo significa Caverna delle Mani) è una caverna situata nella provincia argentina di Santa Cruz, 163 chilometri a sud della città di Perito Moreno, all'interno dei confini del Parco Nazionale Perito Moreno che comprende altri siti di importanza archeologica e paleontologica. Essa è famosa (e infatti a questo deve il suo nome) per le incisioni rupestri rappresentanti mani, che appartenevano al popolo indigeno di questa regione (probabilmente progenitori dei Tehuelche), vissuto fra i 9.300 e i 13.000 anni fa. Gli inchiostri sono di origine minerale, quindi l'età delle pitture rupestri è stata calcolata dai resti degli strumenti (ricavati da ossa) usati per spruzzare la vernice sulla roccia.

Impronta di mano ottenuta con tecnica a spruzzo dalla caverna di Chauvet. La grotta Chauvet è uno dei più noti e importanti siti preistorici europei, ricco di testimonianze, simboliche ed estetiche, del Paleolitico superiore (Aurignaziano-35.000 anni a.C. circa).

Impronte di mani dalla caverna di Altamira. Gli scavi archeologici nel fondo della cava hanno portato alla luce ricchi depositi di arte del Solutreano superiore (circa 18.500 anni fa) e del Magdaleniano inferiore (tra i 16.500 e i 14.000 anni fa). Nel lungo intervallo di tempo fra questi due periodi di occupazione umana la grotta è stata usata solo da animali selvatici. Il sito si trova in un punto strategico per poter sfruttare la disponibilità di cibo costituito dalla ricca fauna che abitava le vallate delle montagne circostanti. Circa 13.000 anni fa una frana bloccò l'entrata della caverna, preservandone così il contenuto fino alla scoperta casuale avvenuta nel 1879 in seguito al crollo di un albero.  Gli artisti usarono carbone e ocra o ematite per dipingere, spesso diluendo i colori per produrre tonalità diverse e creare così effetti di chiaroscuro; sfruttarono anche i contorni naturali dei muri per dare un'impressione di tridimensionalità ai soggetti.

Impronte di mani ottenute con la tecnica a spruzzo dalla grotta di Cosquier. Alcune paiono essere monche di alcune dita, perciò sono enigmatiche nel loro significato. Ma (questa è una mia osservazione personale) potrebbero non essere monche, ma piegate appositamente allo scopo di simboleggiare qualcosa con il linguaggio simbolico tipico del Paleolitico europeo.La Grotta Cosquer è una delle più interessanti grotte sommerse al mondo, grazie alla presenza di graffiti preistorici i più antichi dei quali risalgono a circa 27.000 anni fa. Prende il nome da Henri Cosquer, un sub francese che la scoprì nel 1985. L'ingresso è situato nel Mar Mediterraneo a 37 m di profondità, pochi km ad E di Marsiglia.

Grafico delle impronte di mani ottenute con la tecnica a spruzzo dalla grotta di Cosquier. Alcune paiono essere monche di alcune dita, perciò sono enigmatiche nel loro significato. Ma (questa è una mia osservazione personale) potrebbero non essere monche, ma piegate appositamente allo scopo di simboleggiare qualcosa con il linguaggio simbolico tipico del Paleolitico europeo.La Grotta Cosquer è una delle più interessanti grotte sommerse al mondo, grazie alla presenza di graffiti preistorici i più antichi dei quali risalgono a circa 27.000 anni fa. Prende il nome da Henri Cosquer, un sub francese che la scoprì nel 1985. L'ingresso è situato nel Mar Mediterraneo a 37 m di profondità, pochi km ad E di Marsiglia.

Sezione del luogo dove si trova la grotta di Cosquier. La Grotta Cosquer è una delle più interessanti grotte sommerse al mondo, grazie alla presenza di graffiti preistorici i più antichi dei quali risalgono a circa 27.000 anni fa. Prende il nome da Henri Cosquer, un sub francese che la scoprì nel 1985. L'ingresso è situato nel Mar Mediterraneo a 37 m di profondità, pochi km ad E di Marsiglia.

Statuina in avorio di mammuth brumato dai Balzi Rossi, Ventimiglia -
h: 3,75 cm. - Gravettiano, 23.000 a.C. Le grotte dei Balzi Rossi si aprono ai piedi di una suggestiva parete rocciosa di calcare dolomitico del Giurassico superiore alta circa 100 metri, che costituisce la linea di costa tra la frazione Grimaldi di Ventimiglia (Imperia) e la frontiera francese. Il nome della località è dovuto all’arrossamento superficiale della parete rocciosa (nel dialetto di Mentone, Baussi Russi, rocce rosse).
Il Museo Preistorico dei Balzi Rossi rimase per lunghi anni come era stato originariamente concepito, semplice completamento della visita alla Barma Grande, all’interno della quale erano conservate in posto due sepolture paleolitiche e resti di elefante.

La Donna con il Gozzo dalla grotta Grimaldi (25.000 a.C.), sempre nel sito dei Balzi Rossi, ha un solo tronco e una testa, ma sotto sotto, lei ha due triangoli pubici e due gambe opposte. La figura è fatta di avorio, (il materiale era stato precedentemente identificato erroneamente come corno) ed è lunga 45 millimetri. Il volto è ovoidale, ma non ci sono tratti del viso ed è senza braccia. I seni sono conici con i suggerimenti rivolti verso il basso. C'è un gozzo al collo. Il ventre è prominente, i fianchi sono larghi, e le natiche appiattite. Le gambe sono interrotte sotto la vulva.Le grotte dei Balzi Rossi si aprono ai piedi di una suggestiva parete rocciosa di calcare dolomitico del Giurassico superiore alta circa 100 metri, che costituisce la linea di costa tra la frazione Grimaldi di Ventimiglia (Imperia) e la frontiera francese. Il nome della località è dovuto all’arrossamento superficiale della parete rocciosa (nel dialetto di Mentone, Baussi Russi, rocce rosse).

Una delle veneri dei Balzi Rossi; h:7,5 cm. - Gravettiano, 23.000 a.C. Le grotte dei Balzi Rossi si aprono ai piedi di una suggestiva parete rocciosa di calcare dolomitico del Giurassico superiore alta circa 100 metri, che costituisce la linea di costa tra la frazione Grimaldi di Ventimiglia (Imperia) e la frontiera francese. Il nome della località è dovuto all’arrossamento superficiale della parete rocciosa (nel dialetto di Mentone, Baussi Russi, rocce rosse).
Il Museo Preistorico dei Balzi Rossi rimase per lunghi anni come era stato originariamente concepito, semplice completamento della visita alla Barma Grande, all’interno della quale erano conservate in posto due sepolture paleolitiche e resti di elefante.

Una delle veneri dei Balzi Rossi; dimens. cm 6,2 x 2,1, 23.000 a.C. Ha un foro per appendere al collo. Le grotte dei Balzi Rossi si aprono ai piedi di una suggestiva parete rocciosa di calcare dolomitico del Giurassico superiore alta circa 100 metri, che costituisce la linea di costa tra la frazione Grimaldi di Ventimiglia (Imperia) e la frontiera francese. Il nome della località è dovuto all’arrossamento superficiale della parete rocciosa (nel dialetto di Mentone, Baussi Russi, rocce rosse).
Il Museo Preistorico dei Balzi Rossi rimase per lunghi anni come era stato originariamente concepito, semplice completamento della visita alla Barma Grande, all’interno della quale erano conservate in posto due sepolture paleolitiche e resti di elefante.

Due corpi, un uomo e una donna, di schiena, uniti per la testa e per i piedi; 23.000 a.C. Ambra, cm.4,7; Balzi Rossi. Le grotte dei Balzi Rossi si aprono ai piedi di una suggestiva parete rocciosa di calcare dolomitico del Giurassico superiore alta circa 100 metri, che costituisce la linea di costa tra la frazione Grimaldi di Ventimiglia (Imperia) e la frontiera francese. Il nome della località è dovuto all’arrossamento superficiale della parete rocciosa (nel dialetto di Mentone, Baussi Russi, rocce rosse).
Il Museo Preistorico dei Balzi Rossi rimase per lunghi anni come era stato originariamente concepito, semplice completamento della visita alla Barma Grande, all’interno della quale erano conservate in posto due sepolture paleolitiche e resti di elefante.

La figura femminile vista frontalmente dei due corpi, un uomo e una donna, di schiena, uniti per la testa e per i piedi. Ambra, cm.4,7; 23.000 a.C, Balzi Rossi. Le grotte dei Balzi Rossi si aprono ai piedi di una suggestiva parete rocciosa di calcare dolomitico del Giurassico superiore alta circa 100 metri, che costituisce la linea di costa tra la frazione Grimaldi di Ventimiglia (Imperia) e la frontiera francese. Il nome della località è dovuto all’arrossamento superficiale della parete rocciosa (nel dialetto di Mentone, Baussi Russi, rocce rosse).
Il Museo Preistorico dei Balzi Rossi rimase per lunghi anni come era stato originariamente concepito, semplice completamento della visita alla Barma Grande, all’interno della quale erano conservate in posto due sepolture paleolitiche e resti di elefante.

Venere di Tolentino: ciottolo magico di stalattite con raffigurazione femminile con testa di erbivoro del tardo paleolitico (10.000-12.000 a.C.) utilizzato come percussore (si vedano le tracce di impatto ad entrambe le estremità). I materiali da Tolentino furono inviati nel 1914 alla Esposizione della Archeologia Marchigiana a Milano ed altri hanno incrementato il Museo Archeologico delle Marche in Ancona: è lì conservato dal 1911 il prezioso ciottolo figurato con figura femminile e testa di erbivoro scoperto a Tolentino nel 1884, eccezionale testimonianza da riferire al Paleolitico superiore.

Mano ottenuta con tecnica a spruzzo (la vernice veniva spruzzata attraverso una cannuccia intorno alla mano posta sulla roccia) da Pech Merle. Pech Merle è una grotta che si apre su una collina a Cabrerets nel Lot dipartimento della regione Midi-Pirenei in Francia. E 'uno dei pochi siti di pitture rupestri preistoriche in Francia che rimangono aperti al pubblico. Si estende per più di un miglio dall'ingresso. Le pareti sono dipinte con raffigurazioni risalenti alla cultura Gravettiana (circa 25.000 anni prima di Cristo). Alcuni dei dipinti e incisioni, tuttavia, possono risalire all'era successiva Magdaleniana (16 mila anni aC).

Graffito  caricaturale di un uomo e di una donna su un ciottolo  da La Madeleine, Francia Altezza 9.3 cm. Sono note numerose caricature umane, intagliate nella pietra. Esse destano l'impressione quasi di ripetizioni di alcune incisioni dell'Europa Occidentale di teste e volti umani .(Gravettiano 26.000-20.000 anni fa)
Figura di un uomo? minacciato dalla zampa di un orso: graffito su osso, dalla caverna di Le Mas d'Azil, Ariege, Francia; altezza 7.5 cm
Nelle figure maschili il corpo non corrisponde perlopiù all'anatomia, e la testa ha un volto irriconoscibile. Forse si tratta di fasi iniziali della rappresentazione dei cosiddetti stregoni mascherati....(metà uomo metà animale). La grotta di Mas d'Azil è un tunnel di 500 metri scavato dal fiume Plantaurenil, sui Pirenei. La grotta era abitata fino a 20.000 anni a.C., periodo a cui risalgono le placche ossee incise come questa di un uomo che affronta un orso.

Graffito su ciottolo di figura virile, da Isturitz, Francia; 20.000 circa a.C. Isturitz: Grande grotta presso Biarritz (Bassi Pirenei, Francia), abitata in epoche diverse da popolazioni preistoriche. Il deposito del Paleolitico superiore ha dato una serie ricchissima di sculture e graffiti su pietra e osso. Qualche scultura a tutto tondo e alcune incisioni che rappresentano figure umane sono state trovate nel livello del Solutreano. Famosi sono anche un felino su corno di renna e un’incisione raffigurante una lepre.


Raffigurazione di come dovevano presentarsi interi i graffiti su placche ossee di uomini aggrediti da un orso dalla caverna di Mas D'Azil (probabilmente l'orso non voleva lasciarsi sfrattare dalla caverna :-D). La grotta di Mas d'Azil è un tunnel di 500 metri scavato dal fiume Plantaurenil, sui Pirenei. La grotta era abitata fino a 20.000 anni a.C., periodo a cui risalgono le placche ossee incise come questa di un uomo che affronta un orso.


Dente di cavallo scolpito in figura femminile dalla Caverna di Mas D'Azil, risalente al periodo Magdaleniano, 15.000-16.000 a.C. circa. La grotta di Mas d'Azil è un tunnel di 500 metri scavato dal fiume Plantaurenil, sui Pirenei. La grotta era abitata fino a 20.000 anni a.C.

E' davvero raro trovare rapprentazioni graffite umane così realistiche come questa donna nella grotta di Le Buisson de Cadouin (20.000 a.C.): grotta paleolitica scoperta nel 2000 da uno speleologo dilettante nel terrirtorio del comune di Le Buisson de Cadouin (Dordogna, Francia). Le sue circa 150 a 200 incisioni parietali, vecchie più di 22.000 anni, appartengono in parte al tradizionale bestiario paleolitico (mammut, rinoceronti, cervi e, in grandi numeri, bisonti e cavalli), e altri (uccelli) sono raramente rappresentati; l'insieme è accompagnato da sagome femminili ed evocazioni sessuali (triangoli pubici).

Figura falliforme dalla caverna di Mas d'Azil: avorio di mammuth; cm.20 altezza. (Musée des Antiquités nationales, Saint-Germain-en-Laye).  La grotta di Mas d'Azil è un tunnel di 500 metri scavato dal fiume Plantaurenil, sui Pirenei. La grotta era abitata fino a 20.000 anni a.C., periodo a cui risale questo manufatto.

Sculture in avorio di mammuth diversamente interpretate come figure falliformi, figure d'uccello o rappresentazioni di donna-uccello ibrida. Mezine è un luogo in Ucraina con il maggior numero di reperti della cultura paleolitica. Il sito Epigravettiano (30.000-28.000 a.C.) si trova su una sponda del fiume Desna. L'insediamento è meglio conosciuto per un piccolo reperto archeologico di un set di bracciali, inciso con segni e considerato come un possibile calendario lunare. Vicino a Mezine è stato trovato il primo esempio conosciuto di una forma svastica, come parte di un oggetto decorativo, trovato su un manufatto datato al 10.000 aC. Descritto (vedi riferimenti per le illustrazioni) come un oggetto scolpito dalle zanne d'avorio di Mammuth per assomigliare un:
"Uccello dell'era glaciale con svastiche incise. "
La figura dell'uccello è intesa come un animale intrinsecamente sciamanico, come l'espressione dell'anima o dello spirito sperimentato in volo dalla morte.

Propulsore per lanciare i dardi da caccia in osso dalla forma antropomorfa; 20.000 a.C. circa. Caverna di Le Mas d'Azil, Ariege, Francia.
 La grotta di Mas d'Azil è un tunnel di 500 metri scavato dal fiume Plantaurenil, sui Pirenei. La grotta era abitata fino a 20.000 anni a.C.

Isturitz, Pirenei Atlantici.
"Inseguimento amoroso",
Lamina ossea incisa, 105 mm. 12.000 a.C.
Un uomo (forse con una maschera felina) sembra protendersi verso una donna. Ma probabilmente si tratta di due figure femminili identiche, con i medesimi ornamenti.
Musèe des Antiquitès Nationales,
Saint-Germain-en-Laye.

Silhouette su blocchetto di calcare dal sito Magdaleniano di Gonnesdorf, in Germania; 12.000 a.C. Il sito all'aperto di Gönnersdorf è stato scoperto nel 1968.
Dopo aver scavato attraverso le pomici, le ossa e le lastre di pietra apparve e divenne chiaro che ciò che si stava occupando era una posizione del tardo glaciale. Pochi giorni dopo la scoperta, il dottor Gerhard Bosinski presso l'Università di Colonia, è stato messo a capo di ulteriori indagini del sito. Durante queste due campagne di quello che noi oggi conosciamo da Gönnersdorf come l'inventario tipico è stato portato alla luce: l'ematite rossa polverizzata, un camino, caratteristiche di costruzioni abitative, litici, statuette di avorio e di corno, incisi placchette ardesia, perle d'acqua, denti di animali e di un ben conservato inventario faunistico. Sulla base di questi reperti è stato presto evidente che Gönnersdorf era un sito di importanza interregionale.

La Venere Impudica, in avorio di mammuth, alta 8 cm., è stata scoperta nel 1864 dal marchese Paolo de Vibraye a Laugerie Basse, circa 14.000 a.C. E 'stata la prima figura di Venere trovato in Francia. Laugerie-Basse è un riparo roccioso utilizzato dall'uomo preistorico nel periodo di Cro-Magnon (circa 14-24,000 anni a.C). Si può trovare un po 'a nord di Les Eyzies ed è adiacente alla grotta naturale di La Grand Roc.

Prospettive della Venere Impudica, in avorio di mammuth, alta 8 cm., è stata scoperta nel 1864 dal marchese Paolo de Vibraye a Laugerie Basse, circa 14.000 a.C. E 'stata la prima figura di Venere trovato in Francia. Laugerie-Basse è un riparo roccioso utilizzato dall'uomo preistorico nel periodo di Cro-Magnon (circa 14-24,000 anni a.C). Si può trovare un po 'a nord di Les Eyzies ed è adiacente alla grotta naturale di La Grand Roc.

I dischi d'osso frammentari con la rappresentazione di uomini aggrediti da orsi da Mas d'Azil; 20.000 a.C. circa. Caverna di Le Mas d'Azil, Ariege, Francia.
La grotta di Mas d'Azil è un tunnel di 500 metri scavato dal fiume Plantaurenil, sui Pirenei. La grotta era abitata fino a 20.000 anni a.C.

Evidenziazione grafica della presenza dello sciamano-ibrido confusa al centro del pannello in un insieme di animali: cavalli, bisonti, alci, ecc... (13.000 circa a.C.) dalla caverna di Trois-Freres; il pannello misura 250 cm.  La Grotta di Trois-Frères è una delle più famose grotte del sudovest della Francia, conosciuta per le sue pitture rupestri. Si trova a Montesquieu-Avantès, nel dipartimento di Ariège.
La grotta fa parte di un complesso ipogeo formato dal fiume Volp.
Le pitture sembrano risalire a circa il 13.000 a.C.
La grotta prende il nome dai tre figli del conte Bégouen che la scoprì nel 1910 (in francese trois frères significa "tre fratelli"). I disegni della grotta vennero resi famosi con le pubblicazioni dell'Abate Henri Breuil.

Sagome femminili su ciottolo dal sito Magdaleniano di Gonnesdorf, in Germania; 12.000 a.C. Il sito all'aperto di Gönnersdorf è stato scoperto nel 1968.
Dopo aver scavato attraverso le pomici, le ossa e le lastre di pietra apparve e divenne chiaro che ciò che si stava occupando era una posizione del tardo glaciale. Pochi giorni dopo la scoperta, il dottor Gerhard Bosinski presso l'Università di Colonia, è stato messo a capo di ulteriori indagini del sito. Durante queste due campagne di quello che noi oggi conosciamo da Gönnersdorf come l'inventario tipico è stato portato alla luce: l'ematite rossa polverizzata, un camino, caratteristiche di costruzioni abitative, litici, statuette di avorio e di corno, incisi placchette ardesia, perle d'acqua, denti di animali e di un ben conservato inventario faunistico. Sulla base di questi reperti è stato presto evidente che Gönnersdorf era un sito di importanza interregionale.

Sagome femminili stilizzate in selce dal sito Magdaleniano di Gonnesdorf, in Germania; 12.000 a.C. Il sito all'aperto di Gönnersdorf è stato scoperto nel 1968.
Dopo aver scavato attraverso le pomici, le ossa e le lastre di pietra apparve e divenne chiaro che ciò che si stava occupando era una posizione del tardo glaciale. Pochi giorni dopo la scoperta, il dottor Gerhard Bosinski presso l'Università di Colonia, è stato messo a capo di ulteriori indagini del sito. Durante queste due campagne di quello che noi oggi conosciamo da Gönnersdorf come l'inventario tipico è stato portato alla luce: l'ematite rossa polverizzata, un camino, caratteristiche di costruzioni abitative, litici, statuette di avorio e di corno, incisi placchette ardesia, perle d'acqua, denti di animali e di un ben conservato inventario faunistico. Sulla base di questi reperti è stato presto evidente che Gönnersdorf era un sito di importanza interregionale.

Questa piccolissima venere in arenaria (2 cm.) dalla testa appiattita è stata scoperta nella caverna di Courbet, nota fin dal secolo scorso per i suoi molti reperti del Magdaleniano. Questa venere è venuta alla luce nel 1986 durante lavori di scavo. 15.000 circa a.C. Cava di Courbet, Penne (Tarn), Francia, Alto Maddaleniano, arenaria, Musée Toulouse.

Venere del Trasimeno, dal fiume Trasimeno, Arezzo; cm.3,7; steatite; la statuina presenta i caratteri di entrambi i sessi: una donna incinta che può essere vista come una figura falliforme. Periodo Magdaleniano: 20.000-10.000 a.C. Purtroppo sono priva di una datazione precisa.

Straordinaria statua ermafrodita dal sito paleolitico dei Balzi Rossi; steatite traslucida; 52 mm. altezza, 17 mm. larghezza; 22.000 a.C. circa. Le grotte dei Balzi Rossi si aprono ai piedi di una suggestiva parete rocciosa di calcare dolomitico del Giurassico superiore alta circa 100 metri, che costituisce la linea di costa tra la frazione Grimaldi di Ventimiglia (Imperia) e la frontiera francese. Il nome della località è dovuto all’arrossamento superficiale della parete rocciosa (nel dialetto di Mentone, Baussi Russi, rocce rosse).
Il Museo Preistorico dei Balzi Rossi rimase per lunghi anni come era stato originariamente concepito, semplice completamento della visita alla Barma Grande, all’interno della quale erano conservate in posto due sepolture paleolitiche e resti di elefante.

Figure femminili da Roc aux Sorciers; 15.000 a.C. Roc-aux-Sorciers (Rocca dei Maghi) è il nome di un sito archeologico francese, sede di un insediamento umano paleolitico del tipo detto "riparo sotto roccia". Il sito si trova nel comune di Angles-sur-l'Anglin, nel dipartimento della Vienne, nella regione del Poitou-Charentes. In questo anfratto naturale, sorta di caverna aperta ai piedi di una falesia, è stato rinvenuto uno dei più begli esempi di arte del periodo Magdaleniano: un fregio di bassorilievi di almeno una cinquantina di metri di lunghezza, di cui circa venti già riportati alla luce e in corso di studio. Il fregio comprende figure di animali (bisonti, cavalli, stambecchi e felini) ma anche figure umane (corpi di donna, teste), ben più rare nell'epoca Magdaleniana. Sull'insieme dei bassorilievi sono state rinvenute tracce di pigmenti naturali (nero, ocra, rosso) che permettono di ipotizzare che l'insieme monumentale fosse non soltanto scolpito ma anche dipinto.

Corpo femminile da Roc aux Sorciers, 15.000 a.C. Roc-aux-Sorciers è il nome di un sito archeologico francese, sede di un insediamento umano paleolitico del tipo detto "riparo sotto roccia". Il sito si trova nel comune di Angles-sur-l'Anglin, nel dipartimento della Vienne, nella regione del Poitou-Charentes. In questo anfratto naturale, sorta di caverna aperta ai piedi di una falesia, è stato rinvenuto uno dei più begli esempi di arte del periodo Magdaleniano: un fregio di bassorilievi di almeno una cinquantina di metri di lunghezza, di cui circa venti già riportati alla luce e in corso di studio. Il fregio comprende figure di animali (bisonti, cavalli, stambecchi e felini) ma anche figure umane (corpi di donna, teste), ben più rare nell'epoca Magdaleniana. Sull'insieme dei bassorilievi sono state rinvenute tracce di pigmenti naturali (nero, ocra, rosso) che permettono di ipotizzare che l'insieme monumentale fosse non soltanto scolpito ma anche dipinto.

Testa umana scolpita in quarzite di piccole dimensioni: 4 cm. 20.000 circa a.C. Entrefoces è una gola in pietra calcarea, che si estende dalla strada che da Peñamiel porta alla Foz e Riosa, e al fiume omonimo. Nella gola c'è la grotta Molin, dove hanno registrato le figure di tre cervi e un cavallo. La posizione strategica del rifugio nella parte più stretta e protetta della gola, giustifica l'esistenza di un sito archeologico di cacciatori Magdaleniani. Questi pezzi, appartenenti al Paleolitico superiore, sono formati da incisioni parietali, opere d'arte mobili che includono un incredibile testa umana intagliata su quarzite e di un complesso litico Magdaleniano.

Volto sorridente di profilo da Roc aux Sorcier; 15.000 a.C. Roc-aux-Sorciers è il nome di un sito archeologico francese, sede di un insediamento umano paleolitico del tipo detto "riparo sotto roccia". Il sito si trova nel comune di Angles-sur-l'Anglin, nel dipartimento della Vienne, nella regione del Poitou-Charentes. In questo anfratto naturale, sorta di caverna aperta ai piedi di una falesia, è stato rinvenuto uno dei più begli esempi di arte del periodo Magdaleniano: un fregio di bassorilievi di almeno una cinquantina di metri di lunghezza, di cui circa venti già riportati alla luce e in corso di studio. Il fregio comprende figure di animali (bisonti, cavalli, stambecchi e felini) ma anche figure umane (corpi di donna, teste), ben più rare nell'epoca Magdaleniana. Sull'insieme dei bassorilievi sono state rinvenute tracce di pigmenti naturali (nero, ocra, rosso) che permettono di ipotizzare che l'insieme monumentale fosse non soltanto scolpito ma anche dipinto.

Volto scolpito a Roc aux Sorciers: 15.000 a.C. Roc-aux-Sorciers è il nome di un sito archeologico francese, sede di un insediamento umano paleolitico del tipo detto "riparo sotto roccia". Il sito si trova nel comune di Angles-sur-l'Anglin, nel dipartimento della Vienne, nella regione del Poitou-Charentes. In questo anfratto naturale, sorta di caverna aperta ai piedi di una falesia, è stato rinvenuto uno dei più begli esempi di arte del periodo Magdaleniano: un fregio di bassorilievi di almeno una cinquantina di metri di lunghezza, di cui circa venti già riportati alla luce e in corso di studio. Il fregio comprende figure di animali (bisonti, cavalli, stambecchi e felini) ma anche figure umane (corpi di donna, teste), ben più rare nell'epoca Magdaleniana. Sull'insieme dei bassorilievi sono state rinvenute tracce di pigmenti naturali (nero, ocra, rosso) che permettono di ipotizzare che l'insieme monumentale fosse non soltanto scolpito ma anche dipinto.

  Volto a bassorilievo da Roc aux Sorcier; 15.000 a.C. Ho evidenziato il viso tratteggiandolo. Roc-aux-Sorciers è il nome di un sito archeologico francese, sede di un insediamento umano paleolitico del tipo detto "riparo sotto roccia". Il sito si trova nel comune di Angles-sur-l'Anglin, nel dipartimento della Vienne, nella regione del Poitou-Charentes. In questo anfratto naturale, sorta di caverna aperta ai piedi di una falesia, è stato rinvenuto uno dei più begli esempi di arte del periodo Magdaleniano: un fregio di bassorilievi di almeno una cinquantina di metri di lunghezza, di cui circa venti già riportati alla luce e in corso di studio. Il fregio comprende figure di animali (bisonti, cavalli, stambecchi e felini) ma anche figure umane, ben più rare nell'epoca Magdaleniana. Sull'insieme dei bassorilievi sono state rinvenute tracce di pigmenti naturali (nero, ocra, rosso) che permettono di ipotizzare che l'insieme monumentale fosse non soltanto scolpito ma anche dipinto.

 Venere in terracotta da Roc aux Sorciers; cm.3; 15.000 a.C. Roc-aux-Sorciers è il nome di un sito archeologico francese, sede di un insediamento umano paleolitico del tipo detto "riparo sotto roccia". Il sito si trova nel comune di Angles-sur-l'Anglin, nel dipartimento della Vienne, nella regione del Poitou-Charentes. In questo anfratto naturale, sorta di caverna aperta ai piedi di una falesia, è stato rinvenuto uno dei più begli esempi di arte del periodo Magdaleniano: un fregio di bassorilievi di almeno una cinquantina di metri di lunghezza, di cui circa venti già riportati alla luce e in corso di studio. Il fregio comprende figure di animali (bisonti, cavalli, stambecchi e felini) ma anche figure umane (corpi di donna, teste), ben più rare nell'epoca Magdaleniana. Sull'insieme dei bassorilievi sono state rinvenute tracce di pigmenti naturali (nero, ocra, rosso) che permettono di ipotizzare che l'insieme monumentale fosse non soltanto scolpito ma anche dipinto.

 Testa a tuttotondo da R.a.Sorciers; cm.20; 15.000 a.C. Roc-aux-Sorciers è il nome di un sito archeologico francese, sede di un insediamento umano paleolitico del tipo detto "riparo sotto roccia". Il sito si trova nel comune di Angles-sur-l'Anglin, nel dipartimento della Vienne, nella regione del Poitou-Charentes. In questo anfratto naturale, sorta di caverna aperta ai piedi di una falesia, è stato rinvenuto uno dei più begli esempi di arte del periodo Magdaleniano: un fregio di bassorilievi di almeno una cinquantina di metri di lunghezza, di cui circa venti già riportati alla luce e in corso di studio. Il fregio comprende figure di animali (bisonti, cavalli, stambecchi e felini) ma anche figure umane (corpi di donna, teste), ben più rare nell'epoca Magdaleniana. Sull'insieme dei bassorilievi sono state rinvenute tracce di pigmenti naturali (nero, ocra, rosso) che permettono di ipotizzare che l'insieme monumentale fosse non soltanto scolpito ma anche dipinto.

Figura umana da Roc aux Sorciers: 15.000 a.C. Roc-aux-Sorciers è il nome di un sito archeologico francese, sede di un insediamento umano paleolitico del tipo detto "riparo sotto roccia". Il sito si trova nel comune di Angles-sur-l'Anglin, nel dipartimento della Vienne, nella regione del Poitou-Charentes. In questo anfratto naturale, sorta di caverna aperta ai piedi di una falesia, è stato rinvenuto uno dei più begli esempi di arte del periodo Magdaleniano: un fregio di bassorilievi di almeno una cinquantina di metri di lunghezza, di cui circa venti già riportati alla luce e in corso di studio. Il fregio comprende figure di animali (bisonti, cavalli, stambecchi e felini) ma anche figure umane (corpi di donna, teste), ben più rare nell'epoca Magdaleniana. Sull'insieme dei bassorilievi sono state rinvenute tracce di pigmenti naturali (nero, ocra, rosso) che permettono di ipotizzare che l'insieme monumentale fosse non soltanto scolpito ma anche dipinto.

Vulva incisa a Roc aux Sorcier; 15.000 a.C. Roc-aux-Sorciers è il nome di un sito archeologico francese, sede di un insediamento umano paleolitico del tipo detto "riparo sotto roccia". Il sito si trova nel comune di Angles-sur-l'Anglin, nel dipartimento della Vienne, nella regione del Poitou-Charentes. In questo anfratto naturale, sorta di caverna aperta ai piedi di una falesia, è stato rinvenuto uno dei più begli esempi di arte del periodo Magdaleniano: un fregio di bassorilievi di almeno una cinquantina di metri di lunghezza, di cui circa venti già riportati alla luce e in corso di studio. Il fregio comprende figure di animali (bisonti, cavalli, stambecchi e felini) ma anche figure umane (corpi di donna, teste), ben più rare nell'epoca Magdaleniana. Sull'insieme dei bassorilievi sono state rinvenute tracce di pigmenti naturali (nero, ocra, rosso) che permettono di ipotizzare che l'insieme monumentale fosse non soltanto scolpito ma anche dipinto.

Scultura bifallica in corno di renna inciso, dalla valle di Gorge D'Enfer, 25.000 a.C. L'Abri Poisson si trova nella valle del Gorge d'Enfer, sulla riva destra del fiume Vézère vicino a Les Eyzies-de-Tayac. Il rifugio è stato scoperto nel 1892 da Paul Girod, risale al Aurignaziano. Nel 1912 Jean Marsan ha identificato il pesce scolpito in una parte del soffitto che ha fatto il famoso sito. Lungo 1,05 m, esso è inciso e scolpito in bassorilievo sul soffitto della volta, arricchita con pigmento rosso. L'atteggiamento di questo salmone mette in risalto il suo essere esausto per la deposizione delle uova. Il tema è raro dal momento che solo dieci pesci sono stati identificati nella grotta paleolitica. Le opere sono state attribuite al Gravettiano: 25.000 a.C.

Figura fallica scolpita in avorio di mammuth (35.000 a.C.) dal Riparo Aurignaziano Blanchard a Sergèac, Francia.

Bassorilievo con figura femminile da La Madaleine (12.000 a.C.); 7 metri lunghezza. La Madeleine è un riparo roccioso situato nella valle Vézère, in Dordogna, in Francia, da qui il nome "Magdaleniane" alle opere risalenti a questo periodo. Nel 1926 è stato scoperto lo scheletro di un bambino di tre anni, con squisita gioielleria formata da conchiglie, risalente alla fine del periodo Magdaleniano (12.000 a.C.). E 'un tesoro di arte e conoscenza circa la gente del Magdaleniano. Gran parte di questa arte è in mostra presso il Museo Nazionale di Preistoria, Les Eyzies-de-Tayac.

Evidenziazioni grafiche delle veneri in bassorilievo di La Madeleine, (12.000 a.C.). La Madeleine è un riparo roccioso situato nella valle Vézère, in Dordogna, in Francia, da qui il nome "Magdaleniane" alle opere risalenti a questo periodo. Nel 1926 è stato scoperto lo scheletro di un bambino di tre anni, con squisita gioielleria formata da conchiglie, risalente alla fine del periodo Magdaleniano (12.000 a.C.). E 'un tesoro di arte e conoscenza circa la gente del Magdaleniano. Gran parte di questa arte è in mostra presso il Museo Nazionale di Preistoria, Les Eyzies-de-Tayac.

Bassorilievo con figura femminile da La Madaleine (12.000 a.C.). La Madeleine è un riparo roccioso situato nella valle Vézère, in Dordogna, in Francia, da qui il nome "Magdaleniane" alle opere risalenti a questo periodo. Nel 1926 è stato scoperto lo scheletro di un bambino di tre anni, con squisita gioielleria formata da conchiglie, risalente alla fine del periodo Magdaleniano (12.000 a.C.). E 'un tesoro di arte e conoscenza circa la gente del Magdaleniano. Gran parte di questa arte è in mostra presso il Museo Nazionale di Preistoria, Les Eyzies-de-Tayac.

Bassorilievo con figura femminile da La Madaleine (12.000 a.C.), misura 7 metri in lunghezza. La Madeleine è un riparo roccioso situato nella valle Vézère, in Dordogna, in Francia, da qui il nome "Magdaleniane" alle opere risalenti a questo periodo. Nel 1926 è stato scoperto lo scheletro di un bambino di tre anni, con squisita gioielleria formata da conchiglie, risalente alla fine del periodo Magdaleniano (12.000 a.C.). E 'un tesoro di arte e conoscenza circa la gente del Magdaleniano. Gran parte di questa arte è in mostra presso il Museo Nazionale di Preistoria, Les Eyzies-de-Tayac.

E' del 2005 il ritrovamento della piu' antica rappresentazione simbolica della sessualita' maschile risalente a 15.000 anni a.C. ed e' stata scoperta nella caverna aurignaziana di Hohle Fels, vicino a Ulm (nel land (stato) del Baden-Wurttemberg, nella Germania sud-occidentale). Misura: 20 cm. altezza e 3 cm. diametro; è stato trovato in 14 pezzi e la superficie è molto levigata.



Maschera in selce con osso di animale fra le orbite; 35.000 a.C., 10,5 cm. da Roche Cotard. Il sito di la Roche-Cotard stato scoperto all'inizio del 20 ° secolo, ma il livello Mousteriano (Roche-Cotard II), situato di fronte all'apertura della grotta, è noto soltanto da 25 anni. In questo sito dimora un oggetto molto speciale indubbiamente scolpito da esseri umani neanderthaliani: è una selce avente un foro naturale in cui un piccolo pezzo di osso è stato collocato. Questo oggetto fa pensare a un volto umano o animale, una maschera.

 Testina in steatite (2 cm.x1) con acconciatura simile a quella della venere di Brassempuy, 23.000 a.C. Le grotte dei Balzi Rossi si aprono ai piedi di una suggestiva parete rocciosa di calcare dolomitico del Giurassico superiore alta circa 100 metri, che costituisce la linea di costa tra la frazione Grimaldi di Ventimiglia (Imperia) e la frontiera francese. Il nome della località è dovuto all’arrossamento superficiale della parete rocciosa (nel dialetto di Mentone, Baussi Russi, rocce rosse).
Il Museo Preistorico dei Balzi Rossi rimase per lunghi anni come era stato originariamente concepito, semplice completamento della visita alla Barma Grande, all’interno della quale erano conservate in posto due sepolture paleolitiche e resti di elefante.

 Nel 2007, nella Grotta di Frasassi, nelle Marche, venne ritrovata una statuetta femminile, conosciuta oggi come Venere di Frasassi, in stalattite, alta 8 cm., risalente a più di 20.000 anni a.C. Secondo gli studiosi la Venere, che possiede le caratteristiche stilistiche tipiche delle statuette femminili del Paleolitico superiore, potrebbe essere stata realizzata nel periodo Gravettiano o al massimo nell’Epigravettiano antico, cioè circa 20 mila anni fa.
L’incredibile ritrovamento della statuetta arricchisce in maniera significativa il panorama della produzione artistica del Paleolitico superiore in Italia, e rappresenta una delle più antiche e importanti testimonianze della presenza umana nelle Marche.
Più informazioni:
http://www.nationalgeographic.it/popoli-culture/2011/12/01/news/la_venere_di_frasassi-664940/

 Balzi Rossi, ciondolo in osso o avorio (perforazione sul retro), h=7,5 cm.; 23.000 a.C. Le grotte dei Balzi Rossi si aprono ai piedi di una suggestiva parete rocciosa di calcare dolomitico del Giurassico superiore alta circa 100 metri, che costituisce la linea di costa tra la frazione Grimaldi di Ventimiglia (Imperia) e la frontiera francese. Il nome della località è dovuto all’arrossamento superficiale della parete rocciosa (nel dialetto di Mentone, Baussi Russi, rocce rosse).
Il Museo Preistorico dei Balzi Rossi rimase per lunghi anni come era stato originariamente concepito, semplice completamento della visita alla Barma Grande, all’interno della quale erano conservate in posto due sepolture paleolitiche e resti di elefante.

 Statuina maschile o femminile (?) in avorio di mammuth dal sito paleolitico di Mal’ta, in Siberia;
22.000 a.C, 4.2 cm. Le intaccature sul corpo indicano forse dei folti abiti di pelo e un cappello; il viso sembra sorridente; all'altezza delle caviglie un foro per appendere al collo come monile. Non si può fare a meno di notare la somiglianza con la statuina maschile della stessa epoca trovata nella caverna di Laussel in Francia.

 Veneri in avorio di mammuth con foro per essere appese al collo, purtroppo sono assenti le misure, ma si può ipotizzare che siano a misura di monile, dal sito paleolitico glaciale di Malta, in Siberia: 22.000 circa a.C.

 Veneri in avorio di mammuth dal sito dell'era glaciale di Malta, in Siberia: 22.000 circa a.C.

 Figurine femminili stilizzate dal sito paleolitico di Malta, in Siberia, in avorio di mammuth; 23.000 circa a.C.

Una delle veneri del sito paleolitico di Malta, in Siberia; purtroppo sono priva di misure e di informazioni sul materiale, che sembra essere avorio. 23.000 circa a.C.

Pendenti di sagomette femminili stilizzate, in steatite, dal sito paleolitico magdaleniano di Petersfels, vicino a Engen, Germania. 15.000 circa a.C.

Statuina femminile scoperta nel sito di Zaraysk, a 150 chilometri a sud/est della capitale Mosca nelle vicinanze delle regioni di Kostenki e Avdeevo, sito che ha dato alla luce numerosi manufatti: figurine, incisioni su zanne di Mammuth e un oggetto a forma di cono la cui funzione, affermano gli autori della scoperta sul giornale Antiquity, “rimane un puzzle”. 15.000 a.C.; avorio di mammuth; purtroppo non ho trovato fonti che ne riportassero le misure, appena le troverò pubblicherò le informazioni mancanti.

Statuina femminile dal sito paleolitico di Jelisejevici, (Russia) (Bryansk) Gravettiano-Pavloviano, h.=cm.15; 28.000 circa a.C.

Laussel, Francia, Alta Garonna. La "Carta da Gioco".
Bassorilievo su calcare, 200mm.
25000/20000 a.C.
Scena d'accoppiamento o di parto. A mio modesto parere però potrebbe essere una persona accovacciata con le braccia che cingono le gambe. Il viso, appena sopra le spalle, è scheggiato e sopra di esso si nota una forma triangolare con rigonfiamento sui lati che può essere un copricapo. Laussel: Località della Francia (Dordogna), dove sono stati rinvenuti diversi rilievi e incisioni del Paleolitico superiore. Famoso è il bassorilievo su pietra noto come Venere di L., che presenta una figura femminile di tipo steatopigico, nell’atto di sollevare un corno di bisonte.
Musée d'Aquitaine, Bordeaux.

Abrì Pataud, Francia, Les Eyzies-de-Tayac, Dordogna. Bassorilievo su di un piccolo blocco di pietra.
Gravettiano; Calcare; 21000 a.C.; h=58mm.
Musée de l'Homme, Parigi

La Mouthe (Francia) (Grotta della Bocca), Gravettiano. cm.13x5,5. 18.000 a.C. Grotte de la Mouthe è stata scoperta nel 1894, ed è stata scavata da Emile Rivière. Essa contiene più di 200 incisioni e dipinti di bisonti, cavalli, cervi, gatti, lupi, oltre a due mani e un tectiform. I depositi in grotta testimoniano il suo utilizzo dagli uomini di Neanderthal e dall'uomo moderno, basandosi sugli strumenti che sono stati trovati lì.

Brassenpuy (Francia), straordinaria figurina maschile dalla Grotte du Pape (in calcare?); Gravettiano, 20.000 a.C. circa; h:6,8 cm; la:2,82 cm. Musée des Antiquites Nationales, Saint-Germain-en-Laye (Francia).

Grotta di Pileta, Benaojan, prov. Malaga; 30.000 a.C.; cm.60x35. Nel comune di Benaojan in Andalusia (Spagna) sorge una delle più magnifiche grotte in Spagna, con un certo numero di gallerie di pitture rupestri risalenti a circa 30.000 anni a.C. In questa foto l'immagine, deteriorata dall'acqua, è stata isolata evidenziandola lasciando il pannello in bianco e nero e la figura con il suo color ocra naturale.

Grotta presso ARDALES (Spagna), figura femminile. La datazione di questa figura è incerta, anche se si presume risalga al Gravettiano (20.000-15.000 a.C.).

Graffiti con figura femminile dalla grotta di Cussac (Francia): 30.000 a.C. Ad alcuni mesi dalla scoperta, avvenuta lo scorso settembre nei pressi del villaggio di Cussac, alcuni archeologi francesi hanno descritto la grotta con disegni che si ritiene possano avere fino a 30.000 anni di età. La grotta contiene una parete lunga 12 metri ricoperta di disegni che rappresentano mammuth, rinoceronti, cavalli ma anche uccelli (raffigurazione non molto frequente in questo periodo. Nella caverna sono stati trovati anche resti umani, forse appartenenti allo stesso periodo delle pitture.

Terme Pialat (F) - Bourniquel, dip.Dordogne. Gravettiano, 23.000 aC.

Grotte de la Mairie - Dordogne, Francia, 15.000 a.C. Caverna con più di 40 dipinti del periodo Magdaleniano. A parte questo graffito con silhouette femminile, le figure mostrano per lo più animali.

Grotta di Pestillac (Francia), Montcabrier. Silhouette femminile stilizzata, senza testa, del tipo particolare detto "Gonnersdorf". Gravettiano, 23.000 a.C.

Monpazier (Francia), h=5,5 cm. L=1,4 cm. Gravettiano
Statuetta molto simile alla Policinela, dei Balzi Rossi (vedi) in Italia.
Musée des Antiquites Nationales, Saint-Germain-en-Laye (Francia).

Figurina in avorio di mammuth da Avdeevo; 8 cm.; 22.000 a.C. Avdeevo: stazione del Paleolitico superiore della Russia, nella provincia di Kursk, 40 km a W del capoluogo; datata intorno a 22.500 anni da oggi, venne scoperta nel 1941. I due siti messi in luce sono costituiti da aree grossomodo ovali, con strutture di abitato caratterizzate da numerose zanne di mammut, focolari e fosse contenenti ossa di animali. L'industria litica è molto abbondante (bulini, lame ritoccate, perforatori, punte a cran, ecc.) ed è stata accostata a quella del livello 1 di Kostenki I. Artisticamente notevoli sono cinque figurine femminili di avorio e due altre raffiguranti rispettivamente un mammut e un cavallo. L'economia era basata soprattutto sulla caccia a mammut, bisonti, cavalli, rinoceronti, renne e altri animali da pelliccia.

Doppia-Venere enigmatica, formata da due figure unite una all'inverso dell'altra. stazione del Paleolitico superiore della Russia, nella provincia di Kursk, 40 km a W del capoluogo; datata intorno a 22.500 anni da oggi, venne scoperta nel 1941. I due siti messi in luce sono costituiti da aree grossomodo ovali, con strutture di abitato caratterizzate da numerose zanne di mammut, focolari e fosse contenenti ossa di animali. L'industria litica è molto abbondante (bulini, lame ritoccate, perforatori, punte a cran, ecc.) ed è stata accostata a quella del livello 1 di Kostenki I. Artisticamente notevoli sono cinque figurine femminili di avorio e due altre raffiguranti rispettivamente un mammut e un cavallo. L'economia era basata soprattutto sulla caccia a mammut, bisonti, cavalli, rinoceronti, renne e altri animali da pelliccia.

Milandes (Francia), Dordogne. Castelnaud-la-Chapelle, tra Gravettiano e ProtoMagdaleniano.  h.=cm. 7,73; l.=3,9cm. 20.000 circa a.C.
Museo Nazionale di Preistoria, Les Eyzies-de-Tayac, Francia

Figure ibride "Uomo-Uccello"-molto diffuse in epoca paleolitica-nelle quali la figura dell'uccello può essere una rappresentazione dello spirito che si separa dal corpo dopo la morte (come afferma l'interpretazione più plausibile); figure ibride simili sono comuni anche nel Neolitico, per esempio nel villaggio preistorico di Sammardenchia del Friuli è stato trovato un idoletto antropomorfo con testa di rapace. Questi disegni evidenziatori riproducono figure presenti nella caverna di Altamira (Spagna) e risalgono al 15.000 circa a.C.

Volto o maschera su una sporgenza rocciosa nella caverna di Altamira (Spagna). 15.000 circa a.C. Le Grotte di Altamira sono delle caverne spagnole famose per le pitture rupestri del Paleolitico superiore raffiguranti mammiferi selvatici e mani umane. Si trovano nei pressi di Santillana del Mar in Cantabria, 30 chilometri ad ovest di Santander.

Figurina stilizzata su avorio di mammuth dal sito paleolitico di Mezyn, in Ucraina: 20.000 circa a.C. Mezyn è un piccolo villaggio ucraino, nei pressi del quale è stato trovato uno dei più grandi siti mondiali paleolitici, alle pendici del fiume. Sono stati quivi trovati i resti di 5 abitazioni costruite con ossa di mammuth, sculture di donne, conchiglie marine, braccialetti.

Brassenpuy (F), figurina Gravettiano, 20.000 a.C.; h:4,6 cm; la:0,5 cm  Musée des Antiquites Nationales, Saint-Germain-en-Laye (Francia).

Kostienki.
Calcare. h=95mm. 22.700 a.C.
Testina scoperta insieme a numerosi frammenti sbriciolati della statuetta originale. Intera, sarebbe stata la più grande nota del Paleolitico.
Kostenki è un villaggio russo situato sulla sponda occidentale metà del fiume Don. È noto per un'elevata concentrazione di reperti relativi a culture di esseri umani moderni, dall'inizio dell'epoca del Paleolitico superiore.Al di sopra di alcuni dei reperti, è stato rinvenuto uno strato di cenere vulcanica, presumibilmente di origine campana, di circa 40.000 anni.Le prime datazioni sui resti ritrovati in questo sito si aggirano intorno a 32.600 a.C.: si tratta di una tibia e di una fibula con tratti appartenenti alla tipica fisionomia dei Cromagnon.Nel 2009, è stato estratto del DNA dai resti di un maschio di una tribù di cacciatori-raccoglitori, vissuto 30.000 anni fa, morto all'età di 20-25 anni. Fu sepolto in una fossa ovale in posizione rannicchiata e il suo corpo fu ricoperto con pigmenti.

Kostienski. Calcare, h=60mm, 22.700 a.C. Kostenki è un villaggio russo situato sulla sponda occidentale metà del fiume Don. È noto per un'elevata concentrazione di reperti relativi a culture di esseri umani moderni, dall'inizio dell'epoca del Paleolitico superiore.Al di sopra di alcuni dei reperti, è stato rinvenuto uno strato di cenere vulcanica, presumibilmente di origine campana, di circa 40.000 anni.Le prime datazioni sui resti ritrovati in questo sito si aggirano intorno a 32.600 a.C.: si tratta di una tibia e di una fibula con tratti appartenenti alla tipica fisionomia dei Cromagnon.Nel 2009, è stato estratto del DNA dai resti di un maschio di una tribù di cacciatori-raccoglitori, vissuto 30.000 anni fa, morto all'età di 20-25 anni. Fu sepolto in una fossa ovale in posizione rannicchiata e il suo corpo fu ricoperto con pigmenti.

KHOTYLEVO (RU), Regione di Bryansk. 22.000/19.000 a.C. -
h=5,85cm. l=4,45cm. sp=1,50cm.
Dee gemelle o un caso di gemelle siamesi?

Particolare. Brassenpuy (Francia), straordinaria figurina maschile dalla Grotte du Pape (in calcare?); Gravettiano, 20.000 a.C. circa; h:6,8 cm; la:2,82 cm. Musée des Antiquites Nationales, Saint-Germain-en-Laye (Francia).

Brassenpuy (Francia), straordinaria figurina maschile dalla Grotte du Pape (in calcare?) portava un mantello come si può vedere da questa foto; Gravettiano, 20.000 a.C. circa; h:6,8 cm; la:2,82 cm. Musée des Antiquites Nationales, Saint-Germain-en-Laye (Francia)

Magnifico frammento di statuina, forse in pietra, dalla grotta di Brassempuy; Francia; 20.000 a.C.Brassenpuy (Francia). Musée des Antiquites Nationales, Saint-Germain-en-Laye (Francia).