martedì 9 ottobre 2018

RIFLESSIONI SOLIPSISTICHE


 
 

L'unica realtà di cui possiamo essere certi è la nostra esistenza; il più grande mistero non consiste in ciò che è occulto, lontano o impercettibile ai nostri sensi, ma quella che noi chiamiamo "realtà", i codici che la nostra mente o il nostro cervello fisico usano per riconoscerla come "altro da sè". Alla fine del percorso l'unico pensiero che rimane è proprio questo: siamo chiusi in una gabbia che è dentro una gabbia, la realtà assoluta non esiste, ma consiste in un "alfabeto" che la nostra mente usa per interpretare i fenomeni; un piccolo errore in quel codice e le nostre percezioni possono essere completamente alterate,  o possono entrare più in profondità nei recessi della coscienza, modificandola a tal punto da renderla estranea a ciò che ha sempre conosciuto e ritiene scontato. Eppure non sarà meno reale della prima. Per esempio: i colori primari che il nostro cervello può riconoscere sono "rosso", "blu", "giallo"; qualsiasi colore possiamo immaginare è un composto di questi tre. Ma i colori non esistono: sono semplicemente interpretazioni della nostra mente, ovvero il cervello interpreta come "colore" una determinata frequenza elettromagnetica (per esempio: il rosso è il colore dalla frequenza più lenta, perciò è associato al sentimento; l'azzurro ha una frequenza velocissima ed è associato allo spirito; il blu alla malinconia, ecc...). Tutta la realtà, interamente, è frutto della nostra interpretazione e noi non possiamo percepire ciò che esula dalla codificazione "a priori" del nostro cervello, ma non possiamo asserire che non esista. Un essere proveniente da altri mondi, un alieno, potrebbe percepire la nostra realtà in modo completamente diverso, potrebbe conoscere un colore primario che noi non possiamo nemmeno immaginare (perchè è impossibile immaginare un colore primario diverso dai tre sopraelencati. Perfino la realtà percepita dai nostri occhi ci giunge "rovesciata", completamente sottosopra, come se ci fossimo attaccati al soffitto: è il nostro cervello che la "raddrizza" e la perfeziona. Noi possiamo essere sicuri solo di noi stessi.

"Sei qua perché sai qualcosa. Non lo sai spiegare, ma lo senti. L’hai sentito per tutta la tua vita che c’è qualcosa di sbagliato con questo mondo. Non sai cos’è, ma c’è, come una scheggia nella tua testa che ti fa impazzire. E’ questa sensazione che ti ha portato qui. Sai di cosa parlo?
- Di Matrix?
Lo senti quando vai al lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. Si tratta del mondo che ti hanno steso sugli occhi per renderti cieco alla verità.
- Quale verità?
Che sei uno schiavo, Neo, come tutti gli altri, che sei nato per essere incatenato, nato in una prigione che non riesci a toccare, assaporare, odorare, una prigione per la tua mente.
Purtroppo a nessuno si può dire che cosa è Matrix. Lo devi provare da te".
(The Matrix, 1999)
 
ALESSIA BIRRI

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