mercoledì 10 ottobre 2018

DAL LIBRO "L'INIZIO DELL'INFINITO" DI DAVID DEUTSCH

17 ott 2016

"Ancora oggi, in molti corsi di epistemologia si insegna che la conoscenza è una forma di credenza vera e giustificata, dove "giustificata" sta per riconosciuta vera (o almeno "probabile") da qualche fonte autorevole o pietra di paragone. Quindi la domanda "Come sappiamo che il tal fatto è così?" diventa "Con quale autorità affermiamo che il tal fatto è così?". Quest'ultima è una chimera, sulla quale si sono sprecati gli sforzi e il tempo di molti filosofi, forse più che su qualsiasi altra idea. Secondo questa impostazione, la ricerca della verità si trasforma in una ricerca della certezza (che è una sensazione) e del riconoscimento pubblico (che è uno status sociale). Tale fallacia è detta GIUSTIFICAZIONISMO. La posizione opposta, cioè il riconoscere che non esistono nè fonti autorevoli di conoscenza, nè mezzi affidabili per giustificare un'idea in quanto vera o probabile, è detta invece FALLIBILISMO. A chi crede nel giustificazionismo, una posizione del genere pare di volta in volta disperata o cinica, perchè sembra affermare che la conoscenza sia irraggiungibile. Ma per quanti di noi pensano che creare conoscenza significhi capire meglio la realtà, come si comporta e perchè, il FALLIBILISMO fa parte del processo. Chi sposa questa posizione si aspetta che anche le teorie migliori e più profonde contengano errori misti a verità, dunque è ben disposto a cambiarle per migliorarle. Per contrasto, la logica del GIUSTIFICAZIONISMO prevede la ricerca di modi per assicurare le idee contro il cambiamento (e di solito anche la convinzione di averli trovati). Seguendo la logica del FALLIBILISMO, inoltre, non solo si cerca di correggere gli errori del passato, ma si spera che in futuro si troveranno falle anche nelle teorie che oggi sembrano accettate da tutti. Il FALLIBILISMO, dunque, e non il semplice rifiuto dell'autorità, è essenziale per far partire il processo di crescita illimitata delle conoscenze: L'INIZIO DELL'INFINITO".

(pag.11: cap."La portata delle spiegazioni")

 IL PROGRESSO INFINITO

"Il progresso deve per forza terminare, magari per colpa di una catastrofe, o semplicemente per esaurimento, oppure non ha mai fine? La risposta giusta è la seconda . L'"Infinito" nel titolo del libro si riferisce proprio a questa illimitatezza. Spiegarne le ragioni, e le condizioni sotto cui il progresso può e non può avvenire, ci porterà in un viaggio attraverso quasi ogni campo fondamentale della scienza e della filosofia. Da ciascuna di queste discipline impareremo che il progresso , pur non dovendo necessariamente finire, ha una causa originaria, o comunque una condizione necessaria perchè inizi e si sviluppi. Ogni disciplina, dunque, vede dalla propria prospettiva un "inizio dell'infinito". A un esame superficiale può sembrare che si tratti di eventi non legati fra loro, ma in realtà sono aspetti diversi di un unico attributo della realtà, che io chiamo "l'inizio dell'infinito"".

(Dal libro "L'INIZIO DELL'INFINITO" di DAVID DEUTSCH)

 DAVID DEUTSCH: sintesi del libro "LA TRAMA DELLA REALTA'"

"La scienza moderna potrà mai giungere a una teoria unitaria che spieghi ogni aspetto della realtà? Sí, arguisce Deutsch, ma si tratterà di una teoria ben diversa da quella che gli scienziati attualmente immaginano: dobbiamo abbandonare l'idea della «teoria del tutto» - l'unificazione vagheggiata dalla fisica - e in generale ogni ipotesi riduzionistica o meccanicistica. Esistono già quattro teorie fondamentali che possono costituire i quattro «fili» della trama della realtà: la meccanica quantistica, la teoria dell'evoluzione, la teoria dell'universalità della computazione e l'epistemologia popperiana. Si tratta, a questo punto, di considerarle tutte insieme come vere spiegazioni e non come semplici strumenti di lavoro. Accettandone anche le affermazioni piú controintuitive - come il fatto che esistono infiniti universi paralleli, che nulla vieta i viaggi nel tempo, o che la realtà a cui abbiamo accesso è, tecnicamente, solo «virtuale» - possiamo giungere a una concezione unitaria fondamentalmente ottimistica, razionale e basata sul realismo, punto di partenza per nuove idee e per le piú impreviste aperture della nostra conoscenza".


DAL LIBRO "L'INIZIO DELL'INFINITO" DI DAVID DEUTSCH

"Nel capitolo IV ho affermato che le conoscenze sono replicatori astratti che "usano" gli organismi e i cervelli (e dunque hanno influenza su di loro) per farsi replicare. Qui siamo a un livello esplicativo più alto rispetto alle proprietà emergenti di cui abbiamo parlato finora: sto dicendo che qualcosa di astratto, non fisico, come la conoscenza contenuta in un gene o una teoria, ha effetti concreti su qualcosa di fisico. In altre parole, affermo che un insieme di proprietà emergenti- come geni o computer -ne influenza un altro o altri, il che è sufficiente per farmi scomunicare dai riduzionisti. Ma le astrazioni sono fondamentali per giungere a un livello di spiegazione più completo. Sappiamo bene che quando un computer ci batte a scacchi in realtà è un PROGRAMMA a sconfiggerci, non gli atomi di silicio o altri componenti della macchina. Il programma astratto si concretizza nel comportamento di alto livello di un enorme numero di atomi, ma la spiegazione del perchè è riuscito a vincere una partita a scacchi deve fare per forza riferimento al livello più alto, al programma in sè. Il quale, tra l'altro, si è concretizzato, inalterato, in una lunga catena di substrati fisici diversi: i neuroni del cervello di chi l'ha scritto, le onde radio quando l'abbiamo scaricato dalla rete grazie a una connessione wireless e infine le memorie a lungo e breve termine del nostro computer, e così via. Le specifiche di questo processo potrebbero servirci a spiegare come siamo arrivati a giocare contro il programma, ma sono irrilevanti per capire come mai ci ha battuto: in questo caso, tutta la storia è data dal contenuto della CONOSCENZA (presente nel programma e in noi). Questa storia è una spiegazione che si riferisce inevitabilmente a una serie di astrazioni; dunque queste esistono e hanno effetti concreti su certi oggetti fisici, specificati dalla spiegazione stessa".

(Capitolo V: LA REALTA' DELLE ASTRAZIONI; pag.116)
 
 
Dal libro L'INIZIO DELL'INFINITO di DAVID DEUTSCH

"I comportamenti delle quantità fisiche a livello alto, macroscopico, non sono altro che il riflesso di ciò che avviene a livello basso, microscopico, ma SOLTANTO SE SI TRASCURANO GRAN PARTE DEI DETTAGLI. Ciò è causa di un fraintendimento molto diffuso, noto come RIDUZIONISMO, cioè la convinzione che la scienza spieghi i fenomeni sempre riconducendoli alle loro parti ed analizzandoli componente per componente. E' vero che la ricerca avviene proprio così, come, ad esempio, quando utilizziamo la legge di conservazione dell'energia applicata ai fenomeni atomici per spiegare perchè l'acqua non bolle se non la mettiamo in contatto con una fonte di calore. Ma per i riduzionisti le relazioni tra i vari livelli seguono sempre questo schema, il che molte volte non è vero. L'ho già scritto nel mio libro precedente (La trama della realtà):

Per fare un esempio, si consideri un particolare atomo di rame sulla punta del naso della statua di Winston Churchill che si trova in Parliament Square a Londra. Vorrei cercare di spiegare perchè quell'atomo di rame è lì: si trova lì perchè Churchill fu Primo Ministro alla Camera dei Comuni, situata nelle vicinanze; perchè le idee e la guida di Churchill furono importanti per la vittoria degli alleati nella Seconda Guerra Mondiale; perchè è tradizione onorare persone del genere erigendo una statua; perchè il bronzo, il materiale più comune per queste statue, contiene il rame, e così via. Si spiega quindi un'osservazione fisica di livello basso (la presenza di un atomo di rame in una particolare posizione) mediante teorie di livello altissimo su fenomeni emergenti quali idee, governo, guerra e tradizione. Non vi è motivo per cui debba esistere, anche in linea di principio, una spiegazione della presenza di quell'atomo di rame che sia di livello inferiore a quella data poc'anzi. Presumibilmente, una TEORIA DEL TUTTO riduzionistica potrebbe fornire, in linea di principio, una previsione di basso livello della probabilità che esista una statua siffatta, data la condizione, poniamo, del sistema solare in qualche momento precedente; in linea di principio tale teoria descriverebbe probabilmente anche il modo in cui la statua è arrivata là. Il fatto è, comunque, che tali descrizioni e previsioni (assolutamente irrealizzabili, è ovvio) non spiegherebbero alcunchè, descriverebbero semplicemente le traiettorie seguite da ciascun atomo di rame dalla miniera alla fornace di fusione, allo studio dello scultore, e così via. Di fatto, una previsione di questo genere dovrebbe far riferimento ad atomi di ogni parte del pianeta, coinvolti, tra le altre cose, in quel complesso fenomeno che noi chiamiamo Seconda Guerra Mondiale. Perfino se foste dotati della capacità sovrumana di seguire le lunghissime previsioni riguardo alla presenza dell'atomo di rame sulla statua, comunque non potreste dire: "Ah sì, ora capisco PERCHE' sta lì!". Se voleste capire perchè, non avreste altra scelta: dovreste fare un altro passo e indagare CHE COSA E' STATO, relativamente a quella configurazione di atomi e a quelle traiettorie, a renderli propensi a depositare un atomo di rame in quella posizione. Svolgere tale indagine sarebbe un COMPITO CREATIVO, come è sempre la scoperta di nuove spiegazioni. Dovreste scoprire che alcune configurazioni di atomi favoriscono la comparsa di fenomeni emergenti quali il governo e la guerra, che sono legati l'un l'altro da teorie esplicative di alto livello. Soltanto conoscendo tali teorie potreste davvero capire PERCHE' quell'atomo di rame si trova proprio in quella posizione".

(Dal capitolo LA REALTA' DELLE ASTRAZIONI, pag.111)
 
  Dal libro L'INIZIO DELL'INFINITO di DAVID DEUTSCH

BABBAGE e LADY LOVELACE erano figli dell'Illuminismo, dunque si resero conto che la macchina analitica, grazie alla sua universalità, era uno strumento di portata epocale. Eppure, nonostante i grandi sforzi profusi, riuscirono a trasmettere il proprio entusiasmo a pochi, che a loro volta non lo passarono a nessuno. E fu così che la macchina analitica divenne una delle tragiche occasioni perdute della storia. Se si fossero guardati intorno, i suoi inventori forse si sarebbero resi conto di avere già a disposizione la tecnologia ideale: i relè, cioè gli interruttori controllati dalla corrente elettrica. Questi dispositivi erano stati tra le prime applicazioni della ricerca di base nel campo dell'elettromagnetismo; se ne stava per iniziare la produzione in serie per la rivoluzione tecnologica del telegrafo. Una macchina analitica riprogettata che avesse usato la presenza/assenza di correnti elettriche per rappresentare i numeri binari e i relè per eseguire i calcoli sarebbe stata più veloce di quella immaginata da BABBAGE, e anche più econimica e più semplice da costruire. (All'epoca il sistema binario era ben noto, e già nel Seicento LEIBNIZ ne aveva suggerito l'uso nel calcolo automatico). La rivoluzione del computer sarebbe potuta avvenire un secolo prima. E poichè all'epoca si stavano compiendo grandi progressi nel campo della telegrafia e della stampa, forse le avrebbe fatto seguito anche l'equivalente della rivoluzione di INTERNET. Due scrittori di fantascienza, WILLIAM GIBSON e BRUCE STERLING, hanno immaginato questa interessante eventualità nel romanzo LA MACCHINA DELLA RELTA'.Nel saggio THE VICTORIAN INTERNET, il giornalista TOM STANDAGE sostiene la tesi secondo cui i primi telegrafi crearono una sorta di ambiente simil-internettiano tra gli operatori, con tanto di amori in rete, sfociati in matrimoni, chiacchiere come nelle chat room, hacker, scambi di insulti, e così via. BABBAGE e LADY LOVELACE avevano anche ragionato un un'applicazione del computer universale che per ora non è mai stata realizzata, cioè la cosiddetta INTELLIGENZA ARTIFICIALE.Il cervello umano è un oggetto materiale che obbedisce alle leggi fisiche, e la macchina analitica è un simulatore universale; dunque questa può essere programmata per pensare, in ogni senso attribuito alla mente umana(anche se molto lentamente e facendo uso di un numero impraticabile di schede perforate). Eppure i due inventori giunsero alla conclusione che ciò non era possibile. Scrive LADY LOVELACE: "La macchina analitica non ha la pretesa di creare alcunchè. Può fare qualunque cosa le ordiniamo di fare. E' in grado di seguire un'analisi, ma non ha alcuna capacità di anticipare verità o relazioni analitiche" ALAN TURING, matematico e pioniere dell'informatica, molti anni dopo battezzò questa affermazione errata "obiezione di LADY LOVELACE". L'universalità non riconosciuta non era quella computazionale, bensì quella delle leggi fisiche".

(Dal capitolo IL SALTO NELL'UNIVERSALITA', pag. 139-140)
 
 
IL FUTURO E' INCONOSCIBILE?

"Il futuro della civiltà è INCONOSCIBILE, poichè la conoscenza che lo influenzerà deve ancora essere creata. Perciò i risultati possibili non sono ancora noti, e tanto meno lo sono le loro probabilità.

La crescita della conoscenza non può modificare questo fatto. Al contrario, vi contribuisce in grande misura: la capacità delle teorie scientifiche di prevedere il futuro dipende dalla portata delle loro spiegazioni, ma nessuna spiegazione ha una portata sufficiente a prevedere il contenuto di quelle che seguiranno, o i loro effetti, o quelli di altre idee che non sono ancora state concepite. Proprio come nessuno nel 1900 avrebbe potuto prevedere le conseguenze delle innovazioni realizzate nel corso del Novecento (tra cui interi settori come la fisica nucleare, l'informatica e la biotecnologia), così il nostro futuro sarà modellato da conoscenze che ancora non abbiamo. Non possiamo nemmeno prevedere la maggior parte dei problemi che incontreremo, nè la maggior parte delle opportunità che avremo di risolverli, per non parlare delle soluzioni tentate, di quelle che saranno effettivamente trovate, e delle loro conseguenze sugli eventi. Nel 1900 le persone non consideravano "improbabili" l'energia nucleare e Internet: non le concepivano nemmeno.

Nessuna buona spiegazione può prevedere l'esito, o la probabilità di un esito, di un fenomeno il cui sviluppo sarà influenzato in misura significativa dalla creazione di nuove conoscenze. Questo è un limite fondamentale della portata della previsione scientifica e, quando si fanno piani per il futuro, è fondamentale tenerene conto. Seguendo POPPER, userò il termine PREVISIONE per le conclusioni riguardo a eventi futuri che discendono da buone spiegazioni, e il termine PROFEZIA per qualsiasi cosa che pretenda di conoscere ciò che ancora non è conoscibile. Cercare di conoscere l'inconoscibile porta inesorabilmente all'errore e all'autoinganno. Tra l'altro genera un'inclinazione al pessimismo. Per esempio, nel 1894 il fisico ALBERT MICHELSON formulò la seguente profezia sul futuro della fisica:

"Le leggi e i fatti più importanti delle leggi fisiche sono stati scoperti e sono ormai talmente consolidati che la possibiltà che vengano mai soppiantati in conseguenza di nuove scoperte è estremamente remota (...) Le nostre scoperte future sono da cercarsi nella sesta cifra decimale".

MICHELSON, giudicando "estremamente remota" la possibilità che i fondamenti della fisica così come li conosceva venissero mai soppiantati, cosa faceva esattamente? PROFETIZZAVA IL FUTURO. Come? Sulla base delle migliori conoscenze disponibili all'epoca. Ma si trattava della fisica del 1894! Per quanto potente e precisa in innumerevoli applicazioni, non era in grado di prevedere il contenuto delle teorie successive. Era poco adatta perfino ad "immaginare" i cambiamenti che sarebbero stati prodotti dalla relatività e dalla teoria quantistica, ed è per questo che i fisici che li immaginarono ricevettero il premio Nobel. MICHELSON non avrebbe inserito l'espansione dell'universo, l'esistenza di universi paralleli o l'inesistenza della forza di gravità in un elenco delle possibili scoperte la cui probabilità era "estremamente remota". Non poteva neanche concepirle".

Dal libro "L'INIZIO DELL'INFINITO" di DAVID DEUTSCH (capitolo IX: "Ottimismo", pag.202-203)
 
 
"Un fatto ineluttabile della condizione umana: ancora non sappiamo che cosa non abbiamo ancora scoperto".
David Deutsch
 
 
TUTTI I MALI SONO CAUSATI DALLA MANCANZA DI CONOSCENZA

"Come la scienza ricerca spiegazioni che siano verificabili sperimentalmente, così un sistema politico razionale rende quanto più facile possibile scoprire, e convincere altri, che un leader o una politica sono cattivi, ed eliminarli senza usare la violenza nel caso che lo siano. Come le istituzioni scientifiche sono strutturate in modo da evitare di difendere a oltranza le teorie, sottoponendole invece a critiche e verifiche, così le istituzioni politiche non dovrebbero ostacolare l'opposizione non violenta a governanti e a politiche che dovrebbero incarnare le tradizioni di discussione critica e pacifica di chi governa, delle istituzioni stesse e di qualsiasi altra cosa. I sistemi di governo non vanno dunque giudicati per la loro capacità profetica di scegliere politiche e governanti buoni, ma per la loro capacità di abbandonare e destituire quelli cattivi. Questo atteggiamento corrisponde al FALLIBILISMO. Si "presume" che governanti e politiche siano sempre difettosi, che i problemi siano INEVITABILI. Ma si presume che sia possibile migliorarli: I PROBLEMI SONO RISOLUBILI. L'ideale a cui si tende non è che non si presenti alcuna difficoltà inaspettata, ma che quando accade sia un'opportunità per ulteriori progressi.

Perchè qualcuno dovrebbe voler rendere più facili da eliminare i governanti e le politiche che preferisce? Ma prima dobbiamo domandarci: perchè mai qualcuno dovrebbe voler sostituire governanti e politiche? Può sembrare una domanda assurda, ma forse è assurda soltanto dal punto di vista di una civiltà che dà per scontato il progresso. Se non ci aspettassimo il progresso, perchè dovremmo aspettarci che il nuovo leader o la nuova politica, scelti in base a qualsiasi metodo, siano migliori dei precedenti? Dovremmo al contrario aspettarci che qualsiasi cambiamento produca, in media, bene e male nella stessa misura. E a quel punto il principio di precauzione ricorda che: "chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa quel che lascia, non sa quel che trova". Siamo di fronte a un circolo vizioso di idee; se si presume che la conoscenza non cresca, il principio di precauzione è vero e, se si presume che il principio di precauzione sia vero, non possiamo permetterci di far crescere la conoscenza. A meno che non si aspetti di compiere scelte migliori di quelle attuali in futuro, una società si sforzerà di rendere quanto più possibile immutabili le proprie politiche e istituzioni. Quindi il criterio di Popper può essere soddisfatto soltanto dalle società che prevedono che la propria conoscenza aumenti, e che aumenti in maniera imprevedibile, e inoltre prefigurano che questo aumento, se si realizzerà, sarà utile. Questa aspettativa è ciò che chiamo PRINCIPIO DI OTTIMISMO:

TUTTI I MALI SONO CAUSATI DALLA MANCANZA DI CONOSCENZA.

L'ottimismo è in primo luogo un modo di spiegare il fallimento, non di profetizzare il successo: per l'ottimista non esistono ostacoli fondamentali, leggi di natura o decreti soprannaturali che impediscano il progresso. Ogni volta che cerchiamo di migliorare le cose e non ci riusciamo, non è perchè gli dèi dispettosi (o incomprensibilmente benevoli) ci ostacolano o ci puniscono per il nostro tentativo, nè perchè abbiamo raggiunto un limite della capacità della ragione di realizzare miglioramenti e neanche perchè è meglio così. E' SEMPRE PERCHE' AL MOMENTO NON NE SAPEVAMO ABBASTANZA. Ma l'ottimismo è anche un'atteggiamento nei confronti del futuro, poichè quasi tutti i fallimenti, e quasi tutti i successi, devono ancora arrivare".

Dal libro L'INIZIO DELL'INFINITO di DAVID DEUTSCH; capitolo "OTTIMISMO", pag.216-217
 
 IL MULTIVERSO: "Nella fisica classica (pre-quantistica) si pensava che il mondo consistesse in "un universo", qualcosa di simile a tutto uno spazio tridimensionale per tutto il tempo, insieme a tutti i suoi contenuti. Secondo la fisica quantistica, come spiegherò, il mondo è un oggetto molto più grande e molto più complicato, un MULTIVERSO, che comprende (tra le altre cose) un gran numero di questi universi. E una "storia" è una sequenza di eventi che accadono agli oggetti e forse anche ai loro doppioni".

Dal libro di L'INIZIO DELL'INFINITO di DAVID DEUTSCH, capitolo "IL MULTIVERSO", pag.272.
 
 
“Nel multiverso ogni volta che facciamo una scelta si realizzano anche le altre, perché i nostri doppi negli universi paralleli le compiono tutte”. David Deutsch, da un'intervista al New Scientist .
 
 
L'OTTIMISMO

"L'ottimismo (nel senso che ho specificato) è la teoria secondo cui tutti i fallimenti - tutti i mali - sono dovuti a mancanza di conoscenza. Questa è la chiave della filosofia razionale dell'inconoscibile. Sarebbe priva di contenuto se esistessero limiti fondamentali alla creazione di conoscenza, ma non vene sono. Sarebbe falsa se esistessero campi - in particolare settori della filosofia come l'etica - in cui il progresso oggettivo non esiste. Ma la verità esiste in tutti questi campi e il progresso verso la verità si ottiene creando buone spiegazioni.

I PROBLEMI SONO INEVITABILI, PERCHE' LA NOSTRA CONOSCENZA SARA' SEMPRE INFINITAMENTE LONTANA DALL'ESSERE COMPLETA.

Certi problemi sono difficili, ma è un errore confondere i problemi difficili con i problemi che è improbabile risolvere. Una civiltà ottimistica è aperta, non teme l'innovazione e si basa su tradizioni critiche. Le sue istituzioni migliorano con il tempo e la conoscenza più importante che incorporano è la conoscenza di come scoprire ed eliminare gli errori".

Dal libro L'INIZIO DELL'INFINITO di DAVID DEUTSCH (cap.IX "OTTIMISMO"; pag. 227)
 
 
"La teoria quantistica degli universi paralleli non è il problema, è la soluzione. Non è una qualsiasi fastidiosa interpretazione opzionale che emerge da considerazioni teoriche arcane. È la spiegazione, l'unica che è sostenibile, di una realtà straordinaria e contro-intuitiva".
 
 LA DIFFERENZIAZIONE DEI DESTINI NEL MULTIVERSO: "Nel Multiverso reale, non è necessario che il trasportatore, o qualsiasi altro apparecchio speciale, faccia differenziare e ricongiungere le storie. Secondo le leggi della meccanica quantistica, le particelle elementari sono continuamente sottoposte a processi di questo genere. Inoltre, le storie possono biforcarsi in più di due rami, spesso in milioni di milioni, ciascuno caratterizzato da una direzione di movimento leggermente diversa, o da una qualche differenza in altri attributi delle particelle elementari in questione. In più, le storie risultanti in generale hanno misure diverse". (Dal libro L'INIZIO DELL'INFINITO di DAVID DEUTSCH -Capitolo "Il Multiverso", pag.295)

Nota: nelle pagine precedenti questo breve estratto, David Deutsch immagina che le leggi della meccanica quantistica (secondo le quali la successione degli eventi negli infiniti universi deve seguire percorsi diversi) siano causate da un apposito trasportatore su un'astronave, guidato dagli abitanti dei rispettivi universi, per provare più efficacemente la teoria del Multiverso. (Vedi "esperimento con i fotoni di Wheeler")
 
  L'ESSENZA DEL MULTIVERSO : "La spiegazione migliore di noi stessi nella scienza reale è che noi - esseri senzienti in questa struttura gigantesca e sconosciuta in cui gli oggetti materiali non hanno continuità, in cui anche qualcosa di fondamentale come il movimento o il cambiamento è diverso da tutto ciò che conosciamo - siamo soggetti multiversali. Ogni volta che osserviamo qualcosa - uno strumento scientifico, una galassia o un essere umano - in realtà guardiamo dalla prospettiva di un solo universo un oggetto più grande che si estende in altri universi. In alcuni di questi, l'oggetto ha esattamente lo stesso aspetto che ha per noi, in altri appare diverso o del tutto assente. Quella che per un osservatore è una coppia sposata, in realtà è solo un frammento di una vasta entità che comprende molti esemplari fungibili della coppia, insieme ad altri esemplari dei due che hanno divorziato e ad altri che non si sono mai sposati.

Siamo canali del flusso d'informazioni. Lo sono anche le storie, e pure tutti gli oggetti relativamente autonomi presenti nelle storie; noi esseri senzienti, però, siamo canali estremamente insoliti, lungo i quali, a volte, cresce la conoscenza. Ciò può avere effetti spettacolari, non solo nell'ambito di una storia (in cui, per esempio, può avere effetti che non diminuiscono con la distanza) ma anche in tutto il Multiverso. Poichè la crescita della conoscenza è un processo di correzione degli errori, e poichè si può sbagliare in moltissimi modi, le entità che creano conoscenza diventano rapidamente più simili in storie diverse rispetto ad altre entità. Per quanto se ne sa, i processi di creazione della conoscenza sono unici sotto entrambi i profili: tutti gli effetti diminuiscono al crescere della distanza spaziale e a lungo andare si differenziano sempre di più nel Multiverso.

Ma è vero soltanto per quanto ne sappiamo. Ecco uno spunto per alcune ipotesi stravaganti che potrebbero ispirare un racconto di fantascienza. E se esistesse qualcos'altro oltre il flusso d'informazioni che può produrre fenomeni emergenti, coerenti, nel Multiverso? E se da ciò potesse emergere conoscenza, o qualcosa di diverso, che poi iniziasse ad avere scopi personali e a conformare il Multiverso alle sue esigenze, come facciamo noi? Potremmo comunicare con questa entità? Presumibilmente non nel senso usuale del termine, poichè altrimenti sarebbe un flusso di informazioni; ma forse il racconto potrebbe proporre un nuovo processo analogo alla comunicazione che, come l'interferenza quantistica, non comporti l'invio di messaggi. Finiremmo intrappolati in una guerra di sterminio reciproco con questa entità? O forse potremmo avere comunque qualcosa in comune? Evitiamo qualsiasi soluzione provinciale, come la scoperta che ciò che permette di superare la barriera è l'"amore" o la "fiducia". Ricordiamo però che, se noi abbiamo il più alto livello di significatività nell'ordine cosmico, lo avrebbe anche qualsiasi altra cosa capace di creare spiegazioni. E in cima c'è sempre spazio".(Dal libro L'INIZIO DELL'INFINITO di DAVID DEUTSCH; capitolo IL MULTIVERSO; pag.310-311) - Nota: "fungibili" significa identici sotto ogni profilo.
 
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DIALOGO IMMAGINARIO CON UNO SCETTICO SUGLI UNIVERSI PARALLELI

In questa pagina del libro L'INIZIO DELL'INFINITO di DAVID DEUTSCH, si immagina un breve confronto fra lo scienziato e un lettore per meglio esporre il funzionamento della fisica quantistica mediante la dialettica. (Capitolo XII, pag. 313-314)

"LETTORE: Dunque io sono un fenomeno emergente, un flusso di informazioni quasi autonomo nel MULTIVERSO.

DAVID: Già.

LETTORE: Ed esistono molti miei esemplari, alcuni diversi l'uno dall'altro, altri no. E queste sono le caratteristiche meno strane del mondo secondo la teoria quantistica.

DAVID: Sì.

LETTORE: Ma lei sostiene che non abbiamo scelta e dobbiamo accettare le implicazioni della teoria, perchè è l'unica spiegazione nota di molti fenomeni e ha retto tutte le verifiche sperimentali conosciute.

DAVID: Quale altra scelta le piacerebbe avere?

LETTORE: Sto solo riassumendo.

DAVID: Ebbene sì: la portata della teoria quantistica è davvero universale. Ma se le preme soltanto spiegare come facciamo a sapere che esistono altri universi, non ha bisogno di studiare l'intera teoria. E' sufficiente considerare l'effetto di un interferometro di Mach Zehnder su un singolo fotone: il cammino che non è stato preso influenza quello che è stato seguito. Oppure, se preferisce che il concetto sia espresso in modo ancora più chiaro, basta che pensi a un computer quantistico: il risultato finale dipenderà da risultati intermedi che vengono calcolati in un numero enorme di storie diverse dgli stessi, pochi, atomi.

LETTORE: Ma in questo caso esistono molti esemplari solo di alcuni atomi. Non di esseri umani.

DAVID: Pensa di essere fatto di qualcosa di diverso dagli atomi?

LETTORE: Ah, capisco.

DAVID: E poi, immagini una grande nuvola di esemplari di un fotone, alcuni dei quali vengono fermati da un ostacolo. Sono assorbiti dall'ostacolo che vediamo, oppure ciascuno è assorbito da un ostacolo diverso, quasi autonomo, nella stessaa posizione?

LETTORE: Fa differenza?

DAVID: Sì. Se fossero tutti assorbiti dalla barriera che vediamo, questa si volatizzerebbe all'istante.

LETTORE: Ah!

DAVID: E possiamo domandarci, come ho fatto nel racconto dell'astronave e della zona fantasma: che cosa sostiene questi ostacoli? Devono essere altri esemplari del pavimento. E del pianeta. E poi possiamo considerare gli sperimentatori che hanno allestito l'esperimento e che osservano i risultati, e così via.

LETTORE: Quindi quella manciata di fotoni che attraversa l'interferometro in realtà ci apre una finestra su una grande molteplicità di universi.

DAVID: Sì. E' un altro esempio di portata, solo una piccola parte della portata della teoria quantistica. La spiegazione isolata di quaesti esperimenti non è difficile da modificare quanto la teoria completa. Per quanto riguarda l'esistenza di altri universi, però, è altrettanto incontrovertibile.

LETTORE: E questo è tutto?

DAVID: Sì."
 
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IPOTESI SULLA DIFFERENZIAZIONE DELLE STORIE NEL MULTIVERSO E COMPORTAMENTO DELLE PARTICELLE QUANTISTICHE

"Le sfere di differenziazione tendono a crescere quasi alla velocità della luce, quindi alla scala della vita quotidiana o a scale più grandi queste storie a grana grossa (materiale e visibile) possono essere giustamente chiamate "universi" nel senso consueto del termine. Ciascun universo somiglia un po' a quello della fisica classica. Ed è possibile e utile chiamarli "paralleli" poichè sono quasi autonomi. Agli abitanti, ciascuno sembra molto simile a un mondo fatto di un solo universo.

Gli eventi microscopici che vengono accidentalmente amplificati fino a quel livello a grana grossa (come la sovratensione nel nostro racconto) sono rari in qualsiasi storia a grana grossa ma comuni nel MULTIVERSO. Consideriamo, per esempio, una particella di un raggio cosmico che viaggia in direzione della terra dallo spazio profondo. La particella deve viaggiare con una gamma di velocità leggermente diverse, perchè il principio di indeterminazione implica che nel MULTIVERSO debba diffondersi come una macchia d'inchiostro mentre viaggia. Quando arriva, la macchia d'inchiostro può benissimo essere più larga della terra, quindi il grosso della macchia passa all'esterno e il resto colpisce ogni parte della superficie esposta. Non va dimenticato che è soltanto una particella, che può consistere di esemplari fungibili (cioè identici e intercambiabili). Ciò che accade ora è che questi smettono di essere fungibili, dividendosi, attraverso l'interazione con gli atomi del punto di arrivo, in un numero finito ma enorme di esemplari, CIASCUNO DEI QUALI E' L'ORIGINE DI UNA STORIA DISTINTA.

In ognuna di queste storie, vi è un esemplare autonomo della particella di un raggio cosmico, che dissiperà la sua energia nella creazione di una pioggia di particelle elettricamente cariche. In storie diverse, dunque, una tale pioggia si realizzerà in posizioni diverse. In certe storie, offrirà un percorso verso il basso lungo il quale viaggerà un fulmine. Ogni atomo sulla superficie della terra sarà colpito da quel fulmine in "qualche" storia. In altre storie, una di queste particelle colpirà una cellula umana, danneggiando una parte di DNA già danneggiato in modo tale da rendere cancerosa la cellula. Una percentuale non trascurabile di tutti i tumori ha questa causa. Di conseguenza, esistono storie in cui ogni data persona, in vita nella nostra storia in un momento qualsiasi, muore poco dopo per un tumore. In altre storie ancora, l'andamento di una battaglia, o di una guerra, è modificato da un tale evento, o da un fulmine che cade esattamente nel posto giusto al momento giusto, o da uno qualsiasi tra innumerevoli altri, improbabili, eventi "casuali". Ciò rende del tutto plausibile l'esistenza di storie in cui gli eventi si sono sviluppati più o meno come in romanzi ucronici quali FATHERLAND e ROMA ETERNA, o in cui gli eventi della vostra vita si sono svolti in maniera molto diversa, nel bene e nel male. Gran parte della narrativa è molto simile a qualcosa che avviene da qualche parte nel MULTIVERSO". (Dal libro L'INIZIO DELL'INFINITO di DAVID DEUTSCH, cap.IL MULTIVERSO, pag.301-302).
 
 
GLI ESORDI DELLA FISICA QUANTISTICA: "La teoria quantistica fu scoperta indipendentemente da due fisici, WERNER HEISENBERG ed ERWIN SCHRODINGER, che vi arrivarono da direzioni diverse. Dal secondo prese il nome l'EQUAZIONE DI SCHRODINGER, che è un modo di esprimere le leggi quantistiche del movimento. Entrambe le versioni della teoria furono formulate tra il 1925 e il 1927 ed entrambe spiegavano il movimento, specie all'interno degli atomi, in modi nuovi e incredibilmente controintuitivi. Secondo la teoria di HEISENBERG, le variabili fisiche di una particella non hanno vaalori numerici, maa sono invece MATRICI, grandi schiere di numeri collegati in modi complicati, probabilistici, ai risultati delle osservazioni di queste variabili. Con il senno di poi, oggi sappiamom che la molteplicità delle informazioni è dovuta al fatto che una variabile ha valori diversi in esemplari diversi dell'oggetto del multiverso. All'epoca, però, HEISENBERG, come chiunque altro, non credeva che le sue variabili e valori matriciali descrivessero letteralmente quelli che EINSTEIN chiamava "elementi di realtà". L'EQUAZIONE DI SCHRODINGER, se applicata al caso di una singola particella, descrive un'onda che si muove nello spazio. Ma SCHRODINGER ben presto si rese conto che il caso di due o più particelle è diverso: l'equazione non rappresentava un'onda con molte creste e non poteva essere scomposta in due o più onde; dal punto di vista matematico, era un'unica onda in uno spazio a più dimensioni. Con il senno di poi, oggi sappiamo che queste onde descrivono le percentuali di esemplari di ciascuna particella che si trovano in ogni data regione dello spazio, e anche le informazioni di "entanglement" fra le particelle.

Le due teorie sembravano descrivere mondi molto dissimili, entrambi tutt'altro che facili da mettere in relazione con le concezioni esistenti della realtà. Ciò nonostante, di lì a poco si scoprì che, aggiungendo una semplice regola pratica a ciascuna teoria, le due avrebbero sempre prodotto previsioni identiche. Per di più, queste previsioni si rivelarono molto precise. Con il senno di poi, possiamo formulare la regola pratica in questo modo: ogni volta che si effettua una misurazione, tutte le storie MENO UNA cessano di esistere. Quella che sopravvive viene scelta a caso e le probabilità di ciascun risultato possibile è uguale alla misura totale di tutte le storie in cui si ha quel risultato". (Dal libro L'INIZIO DELL'INFINITO di DAVID DEUTSCH; cap. XII, pag.314-315.)
 
 L'ENIGMA DELL'ENERGIA OSCURA: "I dati, tra cui una notevole serie di studi delle supernove in galassie distanti, hanno costretto i cosmologi a trarre l'inaspettata conclusione che non solo l'universo si espanderà in eterno, ma si è sempre espanso a un ritmo accelerato. Qualcosa ha annullato gli effetti della gravità. Non sappiamo cosa sia. In attesa di una buona spiegazione, la causa sconosciuta è stata battezzata "ENERGIA OSCURA". Sono state formulate diverse ipotesi su cosa potrebbe essere e, secondo una delle proposte, si tratta di effetti che danno soltanto l'impressione di un'accelerazione". (Tratto dal libro L'INIZIO DELL'INFINITO di DAVID DEUTSCH (Capitolo L'INIZIO, pag.466-467)
 
 
NEL REGNO DELL'INFINITO TUTTO E' POSSIBILE: "I nuovi modelli cosmologici descrivono universi che sono spazialmente infiniti. Perchè il tempo trascorso dal Big Bang è un tempo finito, e poichè la velocità della luce è finita, noi non vedremo mai altro che una parte finita di spazio infinito, che però continuerà a crescere in eterno. Con il tempo, quindi, potremo osservare fenomeni sempre più improbabili. Quando il volume totale della regione che possiamo vedere sarà un milione di volte più grande rispetto a oggi, vedremo cose che avranno una probabilità di 1 su un milione di esistere nello spazio che vediammo oggi. Alla fine si rivelerà alla vista tutto ciò che è fisicamente possibile: orologi nati spontaneamente, asteroidi casualmente molto somiglianti a William Paley, qualsiasi cosa. Secondo la teoria dominante, tutte queste cose esistono oggi, ma sono troppo lontane perchè la luce abbia già viaggiato da là fino a noi.

La luce diventa più fioca via via che si diffonde: vi sono meno fotoni per unità di superficie. Ciò significa che per individuare un dato oggetto a distanze sempre più grandi sono necessari telescopi sempre più grandi. Potrebbe quindi esistere un limite alla distanza, e perciò all'improbabilità, dei fenomeni che saremo mai in grado di vedere. Fatta eccezione, appunto, per un particolare tipo di fenomeno: l'inizio dell'infinito. Specificamente, qualsiasi civiltà che stia colonizzando l'universo in un modo illimitato finirà per raggiungere la nostra posizione.

Pertanto un unico spazio infinito potrebbe avere il ruolo degli infiniti universi ipotizzati dalle spiegazioni antropiche delle coincidenze della regolazione fine. Per certi versi, potrebbe svolgere al meglio quel ruolo: se la probabilità che una simile civiltà si possa formare è diversa da zero, devono esistere infinite civiltà di questo tipo nello spazio, che finiranno per incontrarsi. Se riuscissero a stimare questa probabilità in base alla teoria, potrebbero verificare la spiegazione antropica.

In più, gli argomenti antropici potrebbero fare a meno non solo di tutti quegli universi paralleli, ma anche delle diverse leggi della fisica".

Dal libro L'INIZIO DELL'INFINITO di DAVID DEUTSCH (Capitolo XVIII, pag.467-468)
 
Terminologia:

Spiegazione antropica: basata sul fatto che solo negli universi che contengono osservatori intelligenti ci si chiede il perchè della regolazione fine dell'universo.

Problema della regolazione fine: basato sul fatto che se le costanti o le leggi fisiche dell'universo fossero leggermente diverse, non ci sarebbe vita.
 
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  "Come tutte le altre volte in cui l'ottimismo fu annientato, che fosse in un'intera civiltà o in un singolo individuo, fu certamente una catastrofe indicibile per quanti avevano osato aspettarsi il progresso. Ma noi non dovremmo provare soltanto simpatia per queste persone. Dovremmo sentirci coinvolti personalmente. Infatti, se uno qualsiasi di questi primi esperimenti di ottimismo avesse avuto successo, ora la nostra specie starebbe esplorando le stelle e voi ed io saremmo immortali". DAVID DEUTSCH


 

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