lunedì 29 ottobre 2018

WATAIN: WATERS OF AIN

21 dic 2017


WATAIN - WATERS OF AIN - Con testo in inglese - italiano e interpretazione.

Amo letteralmente questa band, l'aspetto ritualistico, scenografico e potentemente evocativo, oltre all'indubbio spessore musicale e all'intensità del suono e delle chitarre, che raggiunge la massima espressione nel finale di questo magnifico video. i WATAIN sono una band Black Metal svedese formatasi nel 1998. WATAIN è forse una deformazione di "Wotan", nome germanico della divinità "Odino". Componenti: ERIK DANIELSSON (voce); PELLE FORSBERG (chitarra); HAKAN JONSSON (batteria).

LE ACQUE DI AIN

Portami a casa
Stai chiamando le onde dell'oceano!
La mia nave è pronta
Con ardore, il mio spirito desidera ardentemente
Attraversare le porte, Transylvania chiama!

Unto sono io,
Esaltato su un corso avverso all'uomo,
le mie impronte sono ungulate,
Il mio Sé ritirato
Espandendosi mentre i raggi della morte si illuminano
Il ponte e il sentiero per le acque di Ain!

Dove nessun angolo è definito
Alle acque di Ain,
Dove non circolano cerchi
Alle acque di Ain,
Al crepuscolo del tempo
Fino alla morte!

Per smascherare i suoi lineamenti e conoscere la sua bellezza
estasiante,
Per rimuovere la foglia di fico dalla sua vagina ed entrare
Al di là!
Per cogliere i frutti proibiti!
Voi, i grappoli più maturi! Voi, benedizioni degli Inferi
Scatenate i vostri fiumi amari
Bruciate questa lingua mia!
Oh assenzio dolce
Il vino infernale della dannazione!

Dalle acque di Ain
Dove nessun angolo è definito,
Dalle acque di Ain
Dove non circolano cerchi
Fluisco, voi acque di Ain,
Come assenzio e vino
Fino alla morte!

Le loro acque come un'acqua in un torrente contro tutti i torrenti,
Dolce e salato si mescolano ora nelle risvegliate vene di Kingu,
I paradisi torreggiano laggiù adesso
Dove la mia nave salperà,
Un viaggio senza fine attraverso le acque senza età
Per splendere oltre!
Non scambiarmi per una stella
Anche se brillerò come loro di notte,
Ma ecco invece l'oscurità in mezzo a loro
La luce diabolica!

Senza paura, percorro l'avamposto
La brillante dimora del buio,
Al ponte fra ciò è che conosciuto al grande invisibile
Non mi soffermerò!

Saturno, grande buio in cielo
Ti do la mia anima da divorare,
In modo che io possa essere giudicato nel tuo bagliore simile alla morte
E purificato,
Perché tu sei il custode della saggezza
La costa in cui la Verità si svolgerà,
Una verità che nella vita sono condannato a cercare
Ma morirò per trovare!

Quindi ora devo lasciare queste coste
Non tornare mai più!
Così ho impostato la mia vela verso il sole al tramonto
Alla fine del mondo!


WATERS OF AIN

Take me home
Ye beckoning ocean waves!
My vessel is prepared
Eagerly, my spirit yearns
Through the gates, Transylvania calls

Anointed am I
Exalted on a course to man averse
Cloven-hooved my footsteps be
The self withdrawn
Expanding as the rays of death illuminate
The bridge and the path to the waters of Ain

Where no corner's define
To the waters of Ain
Where no circles confine
To the waters of Ain
To the twilight of time
To the Death

To unmask the featureless face and know its numbing beauty
To remove the fig leaf from her cunt and enter
Beyond!
To pluck the fruits forbidden
Ye grapes most ripe, ye blessings of the underworld
Unleash your bitter rivers
Burn this tongue of mine
Oh wormwood sweet
Damnation's infernal wine

From the waters of Ain
Where no corner's define
From the waters of Ain
Where no circles confine
Flow, ye waters of Ain
As wormwood and wine
To the Death!

Their waters as one water in a stream against all streams
Sweet and salt now intermingle in the waking veins of Kingu
The havens tower in the yonder now
Where my vessel shall set sail
A voyage without end across the ageless waters
To shine beyond!
Do not mistake me for a star
Though I'll shine like them at night
But behold instead the darkness in between them
The Devil's light

Fearless I tread at the outpost
The brilliant abode of the dark
At the bridge from the known to the great unseen
I shall not linger

Saturn, great dark in the yonder
I give you my soul to devour
So that I may be judged in your deathlike glare
And purified
For thou art the wisdom's keeper
The shoreline where truth shall unwind
A truth that in life I am doomed to search
But shall die to find

So now, I must leave these shores
Never to return
So I set my sail towards the setting sun
At the end of the world.


INTERPRETAZIONE

"LE ACQUE DI AIN": il titolo si riferisce al cabalistico "Ayn Soph", che indica l'"Uno infinito", la divinità nascosta oltre il conoscibile. Ed infatti il protagonista di questo brano esprime il suo desiderio di scorgere il volto di estasiante bellezza che si nasconde oltre le ombre dell'esistenza. E' interessante constatare come questo sia in genere il tema dominante nel contenuto dei testi del Black Metal. I primi versi richiamano il simbolismo della nave e dell'oceano come viaggio dell'anima attraverso l'infinito. "Unto sono io", ovvero "consacrato", com'era d'uso nell'antichità, soprattutto nel rituale d'incoronazione dei Faraoni egizi; "esaltato su un corso avverso all'uomo", ovvero attraverso le difficoltà dell'esistenza; "il mio Sè ritirato": il protagonista concepisce sè stesso come incarnazione dell'Essenza universale, che prosegue nelle sue emanazioni contraendosi in sè stessa. "Espandendosi mentre i raggi della morte si illuminano", indica che vita e morte non sono dualismo, ma complementarietà. "Il ponte e il sentiero per le acque di Ain": il ponte è una metafora psichica che rimanda al superamento della condizione dolorosa di "scissione", alla riunificazione di unità distanti, in questo caso il protagonista ricerca il volto della propria Essenza al di là dello spazio e del tempo. "Dove nessun angolo è definito, alle acque di Ain, dove non circolano cerchi, alle acque di Ain, al crepuscolo del tempo fino alla morte!": evoca una forza che non può essere delimitata o conosciuta dall'uomo, e questa forza è la dimensione del Caos. "Oh assenzio dolce, il vino infernale della dannazione!": dimostra la necessità del protagonista di lasciarsi trasportare dalle infinite sperimentazioni dell'esistenza, dalla quale non ci si può affrancare (da qui il concetto di dannazione). "Le loro acque come un'acqua in un torrente contro tutti i torrenti, dolce e salato si mescolano ora nelle risvegliate vene di Kingu": l'esistenza è come un torrente che si incontra con altri torrenti, felicità e infelicità (dolce e salato) vi si mescolano; "kingu", a cui si fa riferimento in questo verso, è il dio babilonese figlio della dea Tiamat, madre primordiale del Cosmo e degli oceani. "I paradisi torreggiano laggiù adesso
dove la mia nave salperà, un viaggio senza fine attraverso le acque senza età per splendere oltre!": il protagonista intraprende il suo viaggio infinito, superando ogni volta la propria condizione. "Non scambiarmi per una stella anche se brillerò come loro di notte, ma ecco invece l'oscurità in mezzo a loro, la luce diabolica!": indica il concetto secondo il quale tutto è oscurità, non esiste salvezza dall'esistenza votata alla ricerca eterna della Verità; infatti il protagonista non vuole essere considerato come una "stella", ovvero come una suprema realizzazione e limite invalicabile, ma la luce stessa è generata dall'oscurità (la luce diabolica) che tutto sovrasta, ovvero l'impossibilità di raggiungere l'Assoluto. "Senza paura, percorro l'avamposto, la brillante dimora del buio, al ponte fra ciò è che conosciuto al grande invisibile, non mi soffermerò!": descrive l'eterno desidero di conoscenza, di superamento del limite dell'ignoto. "Saturno, grande buio in cielo, ti do la mia anima da divorare...": il protagonista, concepito come un antieroe, dona la sua anima a Saturno, grande Signore del Tempo e dell'esperienza che conduce alla saggezza. "In modo che io possa essere giudicato nel tuo bagliore simile alla morte e purificato, perché tu sei il custode della saggezza, la costa in cui la Verità si svolgerà, una verità che nella vita sono condannato a cercare, ma morirò per trovare!": indica sempre la continua ricerca, e la morte come necessario elemento per raggiungere l'illuminazione. "Quindi ora devo lasciare queste coste, non tornare mai più! Così ho impostato la mia vela verso il sole al tramonto, alla fine del mondo!": il testo termina ribadendo il mai sopito desiderio del protagonista di unione definitiva con la divinità nel principio del Caos.

Alessia Birri

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