lunedì 29 ottobre 2018

GLI ERRORI DELLA PSICOANALISI FREUDIANA

 Dal libro MAGICK di ALEISTER CROWLEY, pag.178



Da "Thelema e il sentiero della Grande Opera":
http://wwwalessiabirriblog.blogspot.it/2018/02/thelema-e-il-sentiero-della-grande-opera.html

"Il professor Sigmund Freud e la sua scuola, in questi ultimi anni, hanno scoperto una parte della verità, che da molti secoli viene insegnata nei santuari dell'Iniziazione. Ma l'incapacità di afferrare la pienezza della verità, specialmente quella comportata dal mio sesto Teorema e dai suoi corollari, ha condotto lui e i suoi seguaci all'errore di ammettere che il "censore", dichiaratamente suicida, è a buon diritto l'arbitro della condotta. Perciò la psicoanalisi ufficiale è tenuta a sostenere una falsità, benchè la base di questa scienza sia stata l'osservazione degli effetti disastrosi, per l'individuo, del comportarsi falsamente nei confronti del proprio "io" inconscio, la cui "scritta sul muro" nel linguaggio onirico rappresenta la somma delle tendenze essenziali della vera natura dell'individuo. Il risultato è stato che gli psicoanalisti hanno interpretato erroneamente la vita, e hanno proclamato un'assurdità, sostenendo che ogni essere umano è essenzialmente un animale insano, antisociale e criminale. E' evidente che gli errori dell'Inconscio, deplorati dalla psicoanalisi, non sono altro, più o meno, che il "peccato originale" dei teologi da loro tanto disprezzati". (pag.178 del libro "Magick" di Aleister Crowley)

Ci dobbiamo doverosamente soffermare su questa breve nota del MAESTRO THERION, considerando il fatto che la teoria psicoanalitica freudiana ha dominato tutto il secolo scorso, per distinguerne i contenuti imprescindibili dalle debolezze dovute allo spirito del suo tempo, confrontandole con l'eredità sapienziale che da secoli è stata segretamente trasmessa. Come quasi tutte le "nuove" teorie e correnti di pensiero nate nel XIX secolo, anche la psicoanalisi freudiana attinse, a sua volta, a conoscenze ataviche tramandate da generazioni presso le scuole iniziatiche, deformandole, puntualmente, a vantaggio del sistema sociale e delle convenzioni dell'epoca. Di fatto la psicoanalisi freudiana non è stata diffusa come una scienza, ma come una vera e propria religione, sancendo l'incontestabilità del suo promotore. In questo modo, ogni intuizione profonda di questa teoria (come la "scoperta" dell'Inconscio) venne inquinata dalla stessa inclinazione del suo fondatore ad assecondare il conformismo sociale, ed egli di fatto strumentalizzò nozioni ataviche per legittimare i disvalori apportati dalle religioni abramitiche (di cui, peraltro, si professava nemico): famiglia tradizionale, autoritarismo, sopraffazione, considerazione dell'uomo come un essere fondamentalmente privo di qualità intrinseche. In sostanza: la religione freudiana, così come quella abramitica, considera ogni preziosa risorsa come una forzatura proveniente dall'esterno, mentre ogni errore rimane attribuibile all'autenticità individuale. Inoltre, la considerazione dell'uomo alla stregua di un semplice animale bruto è caratteristica dominante delle religioni rivelate, per le quali ogni essere umano non potrebbe mai auto responsabilizzarsi (da qui, appunto, la nozione di "gregge"). In realtà le necessità inconsce divengono distruttive (e autodistruttive) quando non sono riconosciute e vissute liberamente, permettendo all'individuo di compiere il proprio percorso evolutivo; l'arbitro della situazione (come ben evidenzia il MAESTRO THERION) non è la "censura psichica" che impedisce alle aspirazioni inconsce di emergere, ma è sempre ed inevitabilmente la parte oscura e negata, che rappresenta la vera ricchezza dell'uomo, la fonte di ogni grandezza e di ogni bellezza. La psicoanalisi freudiana non è altro che una falsificazione dei dogmi biblici, ed è un'ideologia puramente borghese, così come di estrazione borghese era lo stesso Freud, perciò non racchiude elementi progressisti, ma rimane circoscritta alle limitazioni della sua visione; l'ideologia freudiana non è predisposta ad affrancare l'individuo dai vari tipi di oppressione sociale, ma il suo compito è proprio quello di costringerlo entro le regole che sviliscono la sua esistenza impedendogli di raggiungere la pienezza; tutte le qualità individuali in conflitto con le regole sociali vengono senza tanti complimenti catalogate come patologie derivate da complessi irrisolti. La psicoanalisi freudiana ha sostanzialmente sostituito quello che in era feudale era il controllo religioso delle menti, rendendolo "scientifico", con una attribuzione laica più accettabile in ambito borghese capitalista. L'uomo nella visione freudiana vive, inoltre, in una dimensione del tutto individuale, nella quale l'ambiente sociale e i rapporti con il resto del mondo non contano nulla, e tutta la sua esistenza si svolge nel circolo vizioso di complessi sviluppati all'interno della trinità "padre, madre, figlio", dai quali, peraltro, non è previsto nessun tipo di emancipazione; in fin dei conti la famiglia patriarcale, tradizionale ed autoritaria viene considerata da quest'ideologia come un'entità essenziale,"come natura comanda". E' consuetudine atavica, infatti, quando si vuole imporre un determinato sistema di credenze o di convenzioni, attribuirle alla natura, allo scopo di renderle indiscutibili; la stessa crescita individuale, secondo Freud, si sviluppa nell'ambito di questa "famiglia naturale", dove i ruoli sono fossilizzati e consacrati all'eternità, e non vi è traccia, ad esempio, del principale ostacolo alle pacifiche relazioni sociali: l'INVIDIA, perno delle narrazioni mitologiche di tutto il mondo, affibbiata perfino agli Dèi, e descritta anche nella biblica storia di Caino e Abele. La società nel suo complesso è considerata una giungla nella quale il bruto (estremamente isolato e privo di ogni anelito di cooperazione nei confronti dei suoi pari) si scontra con altri bruti, in una visione del mondo assolutamente gretta e priva di orizzonte. E in effetti il MAESTRO THERION conclude dicendo che "il peccato originale" dei teologi non è altro che tutto ciò che la psicoanalisi freudiana vuole considerare come errori dell'inconscio. Ove la conoscenza iniziatica considera l'inconscio come ponte fra l'uomo e l'Infinito, la psicoanalisi lo relega a mero contenitore di impulsi fini a sè stessi; dove la conoscenza iniziatica considera il sesso come fulcro dell'energia spirituale, la teoria psicoanalitica lo reputa un semplice impulso animale a cui dare sfogo allo scopo di non creare nevrosi. (Alessia Birri)


P.S: il testo riprodotto nell'immagine di questo post, si trova sempre alla stessa pagina 178 del libro "Magick", sopra la nota n.8 riguardante la psicoanalisi freudiana:

"Lo studente sincero scoprirà, dietro i simbolismi tecnici di questo libro, un metodo pratico per diventare un Mago. I procedimenti descritti gli consentiranno di discriminare tra ciò che egli è realmente e ciò che ha teneramente immaginato di essere. Egli non deve avere paura di contemplare quella realtà sconvolgente. Deve strappare via quelle vesti sgargianti di cui il pudore lo ha abbigliato; deve accettare il fatto che nulla può renderlo diverso da ciò che è. Può mentire a sè stesso, drogarsi, nascondersi...ma sarà sempre sè stesso. La Magia gli insegnerà che la sua mente lo costringe a fare la parte del traditore. E' un po' come se a qualcuno dicessero che i figurini dei sarti sono il canone della bellezza umana, ed egli cercasse di rendersi informe e scialbo come quelli. La Magia gli mostrerà la bellezza e la maestà della personalità che egli ha tentato di sopprimere e di camuffare". ("MAgick", pag.178)

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