martedì 9 ottobre 2018

RIFLESSIONI PANTEISTICHE

 
 
Già da tempo ho deciso di aggiungere un terzo Blogger filosofico "Ermete Trismegisto" ai miei due attuali; questo un anticipo dei contenuti:
Riflessioni panteistiche.
Il saggio sa di non poter conoscere il Tutto, riconosce i limiti in cui è racchiusa la sua ragione e la sua intuizione, perciò è adulto; il religioso vuole dare al Tutto una personalità corrispondente ai propri limiti, alle proprie emozioni e alle proprie passioni, perciò è un bambino per il quale tutto il mondo dev'essere un giocattolo alla portata della sua volontà e delle sue manìe. Ma il religioso è un bambino che, per avere autorità, ha bisogno di altri bambini e per questo la conoscenza iniziatica, nei millenni, ha dovuto essere tramandata segretamente, attraverso logge e confraternite che ne custodissero il potere dallo sguardo e dalle brame dei non-adulti, nelle mani dei quali si trasformerebbe in veleno, com'è già successo con l'antica sapienza vedica diluita nei millenni dalle false religioni che ne sono le  più deleterie e tragiche contraffazioni. La volgarizzazione delle più profonde ed ancestrali conoscenze ermetiche ha portato a questo, a quello che oggi vediamo, alla barbarie, al pregiudizio, alla superstizione. E la nostra consapevolezza giace addormentata...proprio così: la bella addormentata che si sveglierà con un sussulto alla soglia di una nuova era. Chi lo chiama Dio, chi lo chiama Materia, chi lo chiama Madre, chi Padre: e ognuno di essi ha ragione; l'unica grande dimostrazione d'ignoranza è credere che il Tutto, l'Origine sia "altro da noi", che l'Origine e le sue espressioni siano separate, mentre materia ed essenza sono tutt'uno e tutto ciò che esiste non esiste per caso, ma per necessità, eternamente, alternandosi nel tempo e nello spazio in un ritmico riflusso, perchè tutto ciò che è pensabile, intuibile, immaginabile deve necessariamente esistere come espressione del Tutto che si concretizza in miliardi di realtà, in miliardi di universi, in miliardi di esseri, senza limiti di spazio e di tempo, poichè lo spazio e il tempo sono nella sua-nostra mente. L'Universo è Mente, gli Universi (poichè non esiste solo la nostra dimensione) sono espressioni mentali, sono l'estensione del "pensabile". Al di là di ciò c'è il nulla e il nulla non è nè un buio vuoto nè una massa impenetrabile: il nulla non esiste appunto perchè non è "pensabile".

I Veda sono il più antico patrimonio di conoscenze esistente al mondo, ma per avviarci alla comprensione di questa preziosissima eredità molto più antica di ciò che la storiografia possa ritenere, dobbiamo cambiare completamente la nostra concezione del tempo e quindi della storia dell'evoluzione del percorso umano. Noi siamo abituati ad una concezione lineare del tempo, dello sviluppo antropologico e civile dell'umanità; la scienza ufficiale ha chiuso in uno schema quasi dogmatico le tappe del percorso umano: ci dev'essere un'inizio consistente nell'alba dell'evoluzione, con il successivo sviluppo e comparsa dei vari gradi di civilizzazione fino ai giorni nostri. Ma questo è un limite che ci siamo posti in epoca relativamente recente, in quella cristiana per la precisione, che rifiutò il concetto ciclico del tempo perchè legato al concetto di evoluzione e riscoperta, un pregiudizio che non appartenne a nessuna grande civiltà pre-cristiana, a nessun popolo a prescindere dalla sua condizione più o meno primitiva, poichè la naturale consapevolezza dell'uomo (sepolta sotto pesanti sovrastrutture mentali indotte nei secoli) sa intuire perfettamente che "nulla è nuovo sotto il sole", ma tutto è soggetto ad un incessante ed eterno riflusso, perciò nulla compare, si sviluppa e muore circoscritto nel tempo, ma ritorna, riconquista ciò che aveva perduto e infine crea nuovi soggetti per il suo percorso senza fine. Essere liberi significa essere consci di questo, saper dominare sè stessi al punto da elevarsi ad una dimensione mentale superiore e non dominata dal principio di causa-effetto, saper essere spettatori dell'esistenza e non marionette che vengono sbattute ad ogni soffio di vento.

"E felici son davvero coloro i cui impulsi e il cui giudizio si offron cosi ben mescolati ch'essi non somiglian per nulla a una zampogna su cui le dita della Fortuna possan suonare il tasto che le aggrada" (Amleto).

Foto: una delle ultime scene del film sul Mahabarata.
 
ALESSIA BIRRI

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