mercoledì 16 ottobre 2019

CHI HA PAURA DELLA FEDERAZIONE DEMOCRATICA CURDA?


LORO, I CURDI, DA POPOLO DIGNITOSO, LIBERO E FIERO, HANNO REALIZZATO IN MEZZO AL NULLA UNA SCINTILLA DI CIVILTA' E PROGRESSO SOCIALE CHE NOI, IN OCCIDENTE, CON TUTTO IL NOSTRO APPORTO ESPERENZIALE E IDEOLOGICO, NON SIAMO MAI RIUSCITI A CONQUISTARE SOCCOMBENDO AD UNA SECOLARE STAGNAZIONE CAPITALISTA.


 FOTO: "Una società ecologica in costruzione" è un libro della Comune Internazionalista del Rojava con prefazione di Debbie Bookchin. Edizione italiana a cura di Rete Kurdistan Italia in collaborazione con UIKI Onlus. Link: https://www.uikionlus.com/libro-make-rojava-green-again-una-societa-ecologica-in-costruzione/

Soltanto gli sprovveduti rimangono sorpresi da ciò che sta accadendo in questi ultimi giorni in Siria, cioè l'aggressione imperialista della Turchia contro il popolo Curdo e, in particolare, contro i combattenti che si sono eroicamente distinti nella lotta al terrorismo e al Califfato islamico I.S.I.S. Veniamo subito al dunque: il popolo curdo è riuscito a creare nella regione siriana del ROJAVA (ora attaccata dai Turchi) un modello di democrazia partecipata seguendo l'indirizzo del suo leader APO OCALAN, ispirato inizialmente al marxismo e poi al socialismo libertario del pensatore statunitense MURRAY BOOKCHIN (1921-2006); vale a dire la creazione di quella che non è "una" forma di convivenza, che non è ideologia, esperimento, o progetto straordinario e circoscritto, ma costituisce la NORMALITA', la struttura sociale naturale ed imprescindibile, trampolino di lancio di ogni autentico progresso.

FOTO: Abdullah Ocalan (1948) leader e ideologo del PKK (Partito del lavoratori curdo), ancora prigioniero nelle carceri turche.  "Nel 1977, fonda il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), che lotta per l'autonomia del Kurdistan, contro i clan "feudali" che spadroneggiano sul territorio, per l'ecologia, per l'emancipazione della donna e per la distruzione del sistema patriarcale e capitalista. Lo stesso anno, due militanti vengono uccisi dalla polizia". (Fonte: Wikipedia)

Ma una società normale, basata sulla partecipazione e l'autogestione, sul rispetto dell'ambiente, sull'equa distribuzione delle ricchezze come potrebbe essere accolta in un contesto internazionale di liberismo dilagante, di grossi potentati economici che vogliono spartirsi i territori ricchi di risorse sottraendoli al benessere dei popoli e delle comunità? Queste grosse entità parassitarie, dedite ad ogni tipo di crimine pur di mantenere la propria egemonia sottraendo e controllando a proprio vantaggio le fonti di sostentamento di milioni di persone, come potrebbero accettare che si possano formare dei primi nuclei di comunità sana, per di più in una regione strategica come la Siria?

Non c'è pericolo: il lavoro sporco lo lasceranno fare ad Erdogan, fingeranno contrizione di fronte all'opinione pubblica per i crimini che si stanno attuando contro la popolazione curda, dopo aver foraggiato di sovvenzioni e armi il sultano islamico con il pretesto che altrimenti ci avrebbe inondati con milioni di profughi, argomento che fa molta presa sulla gente comune. Dopo tutto, anche l'Arabia Saudita è stata rifornita di armamenti allo scopo di compiere stragi nello Yemen, senza bisogno di migranti con cui minacciare l'Europa. A tempo debito si sfileranno dal fianco la spina di un popolo che in poco tempo è riuscito a conquistare un modello di civiltà che mette in luce la nostra ignavia e ce ne fa provare vergogna. Ma l'opinione pubblica occidentale non si perde in sottigliezze, possono stare tranquilli, e continuare i loro affari appoggiati da giornalisti-zerbini e politici di strada, senza scrupoli e che non hanno niente da perdere.

E in mezzo a tutta questa bolgia di pattume umano che vampirizza popolazioni e ambiente a vantaggio dei propri interessi privati, loro, i Curdi, da popolo dignitoso, libero e fiero, hanno realizzato in mezzo al nulla quello che noi, in Europa, con tutti i nostri pensatori, il nostro apporto culturale, filosofico, ideologico...avremmo dovuto realizzare da molte generazioni, mentre invece siamo ancora qui, immersi in una barbarie lunga ormai più di due secoli, che ha generato milioni e milioni di morti in nome del profitto, e ci alziamo la mattina come se il mondo finisse sulla soglia di casa nostra.

Penso che a chiunque abbia un po' di acume non sfugga la stretta alleanza fra religione islamica e regime liberal-capitalista: in realtà nessun governo occidentale (al servizio non dei popoli, ma dei grandi magnati dell'industria e della finanza) si sognerebbe mai di sconfiggere le mire islamiste della Turchia, o dell'I.S.I.S o dell'Arabia Saudita (essendo di quest'ultima, peraltro, irrinunciabili alleati), tant'è che ora si è arrivati al punto di ottenere una potenza islamista di matrice terroristica (la Turchia) all'interno dell'Alleanza Atlantica, nello stesso esercito della N.A.T O. Alla fine, vedrete che Islam e capitalismo formeranno un monolite. Per fare un esempio, pensate davvero che la mafia, dopo 150 anni, sia stata un'organizzazione talmente potente da non poter essere sconfitta da nessuno in un secolo e mezzo? La stessa logica vale per il terrorismo islamico e per l'estremismo religioso, che si perpetuerà fintanto che sopravviverà il regime globale che di esso si serve per le sue strategie geo-politiche e le sue mire economiche.

L'obiettivo del sultano turco, del club finanziario europeo e di tutto l'asse capitalistico occidentale non è soltanto la distruzione di un popolo, ma di ciò che rappresenta, della speranza di un Confederalismo democratico che fungerebbe da esempio non solo nell'ambito di quei territori, ma a livello universale. L'emancipazione degli individui non può essere tollerata se non è funzionale alla strumentalizzazione del mercato; una vera libertà, una responsabilizzazione autentica dei popoli e degli individui può avvenire solo con l'avvento del socialismo, ed è quest'ultima tappa che spaventa coloro che soprintendono le azioni di Erdogan e di ogni altro simile personaggio, che considerato fuori dal suo contesto è un mero nulla. Se non capiamo queste logiche che anche un bambino ci potrebbe spiegare, rischiamo di fare la figura dello spettatore idiota che assale il burattino coprendolo di insulti, mentre il burattinaio se la ride alle sue spalle. Erdogan non esiste, come non esiste Bolsonaro in Brasile, come non è esistito Franco in Spagna, come non sono esistiti Hitler e Mussolini: sono strumenti intercambiabili delle strategie di sopravvivenza di un sistema, e quello sì esiste, e pervade ogni cosa, dalla quotidianità alle tragedie internazionali.

FOTO: una classe scolastica curda nella regione siriana del Rojava.

La lezione che i Curdi hanno dato all'Occidente sferra un duro colpo alle putrescenti fondamenta dei vecchi regimi morenti, in ogni parte del mondo. L'esempio dei Curdi ci comunica che la civiltà non è qualcosa di compiuto che dev'essere difeso; la civiltà non è nè a Oriente nè ad Occidente: è un'opera in corso, lungi ancora dall'essere realizzata, le cui prime scintille possono nascere in qualsiasi luogo perchè intrinseche alla realizzazione della stessa umanità.

Il presente brano da un discorso di ABDULLAH OCALAN delinea i presupposti fondamentali per la responsabilizzazione dei popoli e degli individui ed il passaggio all'età adulta dell'umanità:

“Il diritto all'autodeterminazione dei popoli include il diritto a uno stato proprio. Tuttavia, la fondazione di uno stato non aumenta la libertà di un popolo. Il sistema delle Nazioni Unite basato sugli stati-nazione è rimasto inefficiente. Nel frattempo, gli stati-nazione sono diventati seri ostacoli per qualsiasi sviluppo sociale. Il confederalismo democratico è un paradigma sociale non statale. Non è controllato da uno stato. Allo stesso tempo, il confederalismo democratico è il modello organizzativo culturale di una nazione democratica. Il confederalismo democratico si basa sulla partecipazione di base. I suoi processi decisionali sono delle comunità. I livelli superiori servono solo al coordinamento e all'attuazione della volontà delle comunità che inviano i loro delegati alle assemblee generali. Per un breve lasso di tempo sono sia il portavoce che l'istituzione esecutiva. Tuttavia, il potere di base della decisione spetta alle istituzioni di base locali. " (Abdullah Öcalan)

Alessia Birri

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COME SI PERMETTE UN POSSIBILE MASSACRO? - Articolo di Simone Zoppellaro.
"Se non vinciamo questa sfida, mettendo in atto questa rivoluzione che deve avere luogo in primo luogo nelle nostre coscienze, non avremo compiuto nessun passo avanti nella storia, anche circondandoci delle tecnologie più moderne e avanzate...":
https://it.gariwo.net/editoriali/come-si-permette-un-possibile-massacro-21240.html?fbclid=IwAR3XsDSak6-obXrTt_cgh9LJEawYIQ69jagY_Fj5c8LtiuATVHncu6p1CyU