22 feb 2017
Dall'articolo RIFLESSIONI SULL'INFINITO:
http://lastellarossa.blogspot.com/2017/05/riflessioni-sullinfinito.html
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Che cos'è un algoritmo? In parole povere un algoritmo consiste in un numero finito di passi che determina un procedimento che permette di ottenere risultati sulla base di dati inseriti da un input. Questi risultati permettono di trovare le relazioni fra fenomeni, oggetti, definizioni e molto altro; di scoprire, cioè, gli elementi che permettono una correlazione fra vari fenomeni o oggetti. E' proprio questo il punto: non possono esistere algoritmi che si creano da sè stessi, hanno bisogno di un input a priori per poter funzionare, e qualsiasi macchina funzionante mediante algoritmi non può essere munita dell'intelligenza che può comprendere il significato dei suoi stessi calcoli. Questo vale per le macchine in confronto alla mente umana, e allo stesso modo deve valere per ogni manifestazione profonda ed essenziale dell'Universo, la quale non può essere determinata da algoritmi, in quanto lo stesso Universo non è altro che una grande mente, un grande pensiero in cui il Tutto (che è un'entità in divenire, ovvero non "perfetta a priori" ma che si evolve necessariamente mediante le sue manifestazioni emergendo dal nulla) si esprime. Perciò ogni soggetto minerale, vegetale, animale ed umano non è altro che una manifestazione del Tutto ai vari livelli della sua evoluzione, e la separazione fra i soggetti, la molteplicità, è soltanto un'illusione. Uno degli esempi più importanti relativi alla non calcolabilità algoritmica dell'Universo nelle sue manifestazioni più essenziali è proprio la cosiddetta QUADRIDIMENSIONALITA' del mondo in cui viviamo, ove la quarta dimensione è rappresentata dal TEMPO; ovvero la relazione fra le tre dimensioni del nostro spazio materiale (altezza, larghezza, profondità) ed il TEMPO. Praticamente: si sa che lo spazio e la materia determinano l'essenza del tempo e che senza di essi il tempo non esisterebbe, ma non si sa in che punto, in base a cosa, qual'è il "momento" preciso della loro congiunzione. Lo spazio e il tempo devono quindi essere considerati come un'unica entità, lo SPAZIOTEMPO, e sono inseparabili, così come la mente e l'Universo, la materia e lo spirito. In poche parole: non è una questione di algoritmi, ma qualcosa di molto più profondo al di là della realtà conoscibile, qualcosa che ha a che fare con l'"intelligenza" dell'Universo, che è infinita, e la sua "calcolabilità" dipende dal progresso della nostra consapevolezza, mano a mano che essa raggiunge e (e quindi crea) nuovi orizzonti. Questo problema è esposto nel seguente passo del libro di ROGER PENROSE (LA MENTE NUOVA DELL'IMPERATORE), a pagina 177 del capitolo "Verità, dimostrazione e intuito":
"Un esempio un po' meno elementare è quello dell'EQUIVALENZA TOPOLOGICA DI VARIETA'. La menziono qui, anche se solo in breve, perchè ha una qualche concepibile pertinenza con i problemi che discuteremo nel capitolo 8. Per capire che cosa sia una "varietà", consideriamo dapprima un cerchio di spago, che è una varietà a una sola dimensione, e poi consideriamo una superficie chiusa, una varietà a due dimensioni. Cerchiamo poi di immaginare un tipo di superficie che possa avere tre o più dimensioni. EQUIVALENZA TOPOLOGICA DI DUE VARIETA' significa che una di esse può essere deformata nell'altra per mezzo di un movimento continuo, senza tagliare o incollare. Così la superficie di una sfera e la superficie di un cubo sono topologicamente equivalenti, mentre sono entrambe non equivalenti alla superficie di un anello o di una tazzina, le quali sono invece equivalenti fra loro. Ora, nel caso delle varietà bidimensionali esiste un algoritmo per decidere se due di esse siano o no topologicamente equivalenti: questo algoritmo corrisponde in effetti a contare il numero di "manici" che ha ogni superficie. Nel caso di varietà a tre dimensioni, la risposta alla domanda non è nota mentre sto scrivendo, ma per quattro o più dimensioni non esiste sicuramente alcun algoritmo per decidere l'equivalenza. Il caso QUDRIDIMENSIONALE ha concepibilmente qualche pertinenza per la fisica perchè, secondo la RELATIVITA' GENERALE DI EINSTEIN, spazio e tempo assieme costituiscono una VARIETA' QUADRIDIMENSIONALE; (vedi il capitolo 5). GEROCH e HARTLE (1986) hanno suggerito che questa proprietà non algoritmica potrebbe avere qualche pertinenza per la GRAVITA' QUANTISTICA; (cfr.anche il capitolo 8)".
Alessia Birri
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