sabato 10 novembre 2018

IMPLICAZIONI DELLA COMPLESSITA' UNIVERSALE


27 feb 2017

 Dall'articolo RIFLESSIONI SULL'INFINITO:

http://lastellarossa.blogspot.com/2017/05/riflessioni-sullinfinito.html




La formula di ISAAC NEWTON afferma :"Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale contraria", ma vedremo come questa formula deterministica possa essere facilmente confutata considerando sistemi di livello superiore. Il TERZO PRINCIPIO DELLA DINAMICA dice che "se un corpo A agisce su un corpo B (poniamo in questo caso due biglie) il corpo B reagisce dopo l'urto dirigendosi in direzione contraria con la stessa forza e velocità con cui è stato colpito. Questa è una legge deterministica che, in senso lato, decreterebbe lo stesso ordine anche a livelli superiori, non tenendo però conto di un'altra legge, incomputabile ed imprevedibile, che è il PARADIGMA DELLA COMPLESSITA', secondo il quale, nell'Universo, i fenomeni e gli avvenimenti sono guidati da un CAOS fondamentale, ma un CAOS che è allo stesso tempo "ordine": L'ORDINE DEL CAOS, secondo cui non vale il principio di calcolabilità degli avvenimenti di NEWTON, ma ogni interazione fra elementi è governata da altri elementi in numero infinito che, interagendo fra di loro in modo, ai nostri occhi, del tutto casuale, determinano il succedersi dei fenomeni emergenti nel tempo. In realtà il DETERMINISMO può essere valido come assunto riguardante basi di partenza elementari (costituite da non più di due elementi, e da qui la legge di NEWTON per cui "Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale contraria") ma viene a perdere ogni pretesa logica conseguenza man mano che si raggiungono livelli superiori (più complessi) di esistenza. Se l'assunto di NEWTON, ad esempio, fosse estensibile ad ogni livello (anche a quello umano) verrebbe meno l'esistenza del LIBERO ARBITRIO, per cui, anche dal punto di vista psicologico, la nostra vita e la nostra personalità dipenderebbero da eventi passati, facendo di noi delle specie di meccanismi insensati come descritto dalla vecchia psicoanalisi freudiana; ma "sappiamo quel che siamo, non quel che saremo" (come dice l'Ofelia di Shakespeare), nessuna evoluzione individuale è prevedibile proprio perchè l'uomo costituisce la massima espressione dell'entità universale, che è infinita. Tutto il resto (ogni pretesa di "spiegare" logicamente la mente umana) è fantascienza. L'incalcolabilità fondamentale delle leggi matematiche e fisiche, e perciò l'incomputabilità dell'universo stesso, è stata riconosciuta con la scoperta dei numeri infiniti, come il PI GRECO e la RADICE QUADRATA DI 2. Questa fondamentale caratteristica dell'Universo, costituisce il presupposto della libertà, del LIBERO ARBITRIO e della complessità cosmica, che non è un sistema chiuso per cui ad ogni causa deve corrispondere per forza una conseguenza, ma tutto è determinato da un'interazione intelligente, sorprendente e imprevedibile, soprattutto a livello microscopico riguardante il rapporto e la collaborazione fra le particelle allo scopo di creare fenomeni, oggetti ed esseri senzienti. L'auto-organizzazione delle particelle persegue dinamiche del tutto al di fuori della nostra portata e della nostra logica, i loro comportamenti possono seguire leggi prevedibili ad un basso livello di organizzazione, assumendo dinamiche del tutto incalcolabili a livelli superiori i quali superano e integrano le fasi deterministiche precedenti. Il determinismo assoluto, invece, considera tutto come una conseguenza della situazione iniziale, mentre questa è destinata a perdere il suo effetto con il passare del tempo e con il sovrapporsi di concause sempre più complesse. Se vogliamo estendere il concetto a livello degli esseri senzienti potremmo constatare come sarebbe prevedibile il comportamento di un leone se ci avvicinassimo a lui (corrisponderebbe a leggi istintuali per lui incontrollabili), mentre ad un livello superiore, riguardante l'essere umano, la reazione sarebbe diversa di fronte all'inaspettato, proprio perchè subentrerebbe qualcosa di superiore all'istinto, legato alla complessità del pensiero, non sarebbe più così prevedibile; ma vediamo anche come fra esseri umani stessi siano molto diverse le reazioni, a seconda del livello evolutivo individuale: un individuo arretrato seguirà più le leggi meccanicistiche dell'istinto perchè non può accedere a implicazioni psicologiche di carattere superiore. Ed ecco che MECCANICISMO e COMPLESSITA' sono entrambi veri costituendo l'aspetto inferiore e l'aspetto superiore di un'unità fenomenica in divenire. Se vogliamo estendere il nostro discorso ancora a livello filosofico e sapienziale, possiamo permetterci di abbracciare ogni filosofia esistente come se fosse assolutamente vera, perchè TUTTO E' VERO, solo che esprime aspetti e gradi diversi della manifestazione universale, e noi non facciamo che scegliere quello che più si addice al nostro percorso presente; l'unico errore consiste nell'imporre agli altri gli assunti della nostra visione attuale del mondo, soprattutto se questi "altri" hanno raggiunto un livello superiore di consapevolezza, per cui la loro esistenza si svolge in una dimensione più "complessa" e non riducibile alle regole seguite dall'individuo comune. L'etimologia del termine COMPLESSO deriva dal latino COMPLECTOR (comprendo-abbraccio) e indica un insieme indissolubile derivando, a sua volta, dal greco PLEKO (attorco-intreccio), e suggerisce la "comprensione" dell'Universo come un Tutto indissolubile le cui parti non sono altro che manifestazioni a livelli diversi di un'unica entità, come abbiamo molte volte ribadito. (Alessia Birri)

Leggiamo ora dal libro di ROGER PENROSE, LA MENTE NUOVA DELL'IMPERATORE, capitolo "Il mondo classico", pag.222-223:

"Supponiamo di adottare il quadro delle palle sferiche rigide, secondo il quale, quando due sfere entrano in collisione fra loro, rimbalzano in modo perfettamente elastico. In altri termini, esse tornano a separarsi senza alcuna perdita di energia (o di quantità di moto locale), come se fossero palle da biliardo perfette. Dobbiamo specificare esattamente anche in che modo debbano agire le forze che si esercitano fra una sfera e un'altra. Per semplicità, possiamo supporre che la forza che ogni palla esercita sull'altra sia diretta lungo la linea che congiunge i loro centri, e che la sua grandezza sia una funzione specificata della lunghezza di questa linea. (Per la gravità newtoniana questo assunto è valido automaticamente, in virtù di un notevole teorema dovuto a NEWTON; e per altre leggi della forza può essere imposto come una richiesta consistente). Purchè le palle entrino in collisione fra loro soltanto a coppie, e non si verifichino collisioni a tre o più, tutto risulta ben definito e il risultato dipende in modo continuo dallo stato iniziale (cioè mutamenti abbastanza piccoli nello stato iniziale conducono solo a piccoli mutamenti nel risultato finale). Il comportamento di collisioni con rimbalzo elastico è continuo col comportamento delle palle che non entrano in collisione fra loro. C'è invece il problema di che cosa accada nel caso di collisioni triple o di ordine superiore. Per esempo se entrano in collisione tre palle A, B e C, fa una differenza se consideriamo che l'urto sia avvenuto inizialmente solo fra A e B, e subito dopo fra C e B, o se consideriamo che dapprima si urtino A e C, e subito dopo B e A. Nel nostro modello, ogni volta che si verifica una tripla collisione si ha una situazione INDETERMINISTICA! Se vogliamo, possiamo semplicemente escludere come infinitamente improbabili esatte collisioni triple o di ordine superiore. Veniamo ad avere allora un quadro ragionevolmente consistente, ma il problema potenziale delle triple collisioni comporta che il comportamento risultante possa non dipendere in modo continuo dallo stato iniziale. Questa situazione è un po' insoddisfacente, e noi possiamo preferire un quadro di particelle puntiformi. Per evitare però certe difficoltà teoriche sollevate dal modello delle particelle puntiformi (forze infinite ed energie infinite quando le particelle tendono a coincidere), si devono fare altri assunti, come quello che a brevi distanze le forze fra le particelle diventano sempre fortemente repulsive. In questo modo possiamo assicurarci che in nessuna coppia le particelle entrino mai veramente in collisione fra loro. (Questo assunto ci permette anche di evitare il problema di decidere come dovrebbero comportarsi le particelle puntiformi quando entrano in collisione fra loro!). Per facilitare la visualizzazione, preferisco però formulare la discussione che segue nei termini delle sfere rigide. Per fare che questo tipo di modello delle palle da biliardo sia essenzialmente l'immagine della reltà che è in fondo ai pensieri di moltissime persone!
Ora, ignorando il problema delle collisoni multiple, l'immagine newtoniana della realtà fondata sulle palle da biliardo è in effetti un MODELLO DETERMINISTICO. La parola "deterministico" va intesa nel senso che il comportamento fisico è determinato matematicamente in modo completo per tutti i tempi nel futuro (o nel passato) dalle posizioni e dalle velocità di tutte le palle (che supponiamo siano in numero finito per evitare certi problemi), in qualsiasi tempo. Pare, quindi, che in questo mondo di palle da biliardo non ci sia spazio per una mente che influisca sul comportamento di cose materiali per effetto del suo LIBERO ARBITRIO. Se crediamo nel LIBERO ARBITRIO, o come possiamo dire più modernamente, nella libertà del volere, pare che dovremmo dubitare nel fatto che il nostro mondo reale possa essere costruito in questo modo".



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