domenica 3 novembre 2019

GLI ULTIMI UOMINI


IN QUANTO CUSTODI DELL'IDENTITA' UNIVERSALE E DIFENSORI DEI VALORI CONNATURATI ALL'UMANITA' STESSA, AL DI SOPRA DI OGNI LEGGE, CULTURA E TRADIZIONE, I POPOLI INDIGENI SARANNO IL PONTE VERSO UNA NUOVA ERA CHE CONDUCE ALLA VERA ESSENZA DELLA CIVILTA'.


"Se lascerete scomparire noi popoli indigeni, commetterete un suicidio: noi siamo le radici, voi le foglie". (LEILA ROCHA, sciamana e leader della comunità indigena amazzonica GUARANI')

Credere di poter sopravvivere all'estinzione delle popolazioni indigene, significa fuggire da sè stessi coltivando un'illusione senza fondamento: i valori che garantiscono l'esistenza nella sua dignità, libertà e conservazione sono senza tempo e congeniti alla natura umana; solo se li sapremo riconoscere, riconquistare e reintegrare ci saremo guadagnati un domani.

Nel contesto di un deterioramento globale della civiltà, corrosa da un sistema socio economico degradante e distruttivo, le popolazioni indigene dell'Amazzonia, così come molte altre in ogni parte del mondo, possono essere considerate a pieno titolo come "gli ultimi Uomini", nell'accezione positiva di custodi degli autentici valori dell'esistenza e guide verso una nuova èra, il cui seme dovrà essere sparso proprio nel periodo storico che ci vede spettatori e protagonisti.  

Ma si pone un problema fondamentale: nel nostro mondo capovolto non esistono classi o categorie in cui riporre fiducia per l'avvenire; vittime e aguzzini, ricchi e poveri, sfruttati e sfruttatori...costituiscono gli ingranaggi di una società fondamentalmente infantile, dominata da tutto ciò che è involuto, deresponsabilizzante e perciò utile al consumismo e al profitto. Ciò che può essere favorevole al processo di guarigione globale può provenire soltanto da colui che non è mai stato intrappolato in questi ingranaggi, e la cui mente non è soggetta a sovrastrutture, dall'uomo libero. Le popolazioni indigene in tutto il mondo che conservano lo stile di vita primordiale sono oggi costituite da circa 170 milioni di individui, una cifra tutt'altro che trascurabile.

Presso le comunità indigene lo scopo dell'esistenza è sempre stato la crescita individuale, l'ingresso all'età della responsabilità, che porta all'armonizzazione e all'interconnessione, ad un salutare approccio con il mondo, con l'ambiente e con l'Universo, alla cooperazione costruttiva: questi sono i presupposti di una società sana e "normale", che può perciò intraprendere il proprio percorso evolutivo. Pertanto i popoli indigeni costituiscono il nostro naturale punto di riferimento per il miglioramento globale.

"Un uomo veramente civile è un uomo che si sente legato a tutti gli esseri viventi e vede l'unità dell'Universo. Quest'uomo, e non altri, è giunto alla vera essenza della civiltà" (da un discorso di ORSO IN PIEDI , capo della tribù LAKOTA - 1868-1939)

Il mondo si dividerà (o si è già diviso) in due compagini fondamentali. Gli Uomini grandi puntelleranno i cardini dell'avvenire, del vero progresso, che riconosce la positività ancestrale della natura umana; gli uomini piccoli si aggrapperanno alle patrie, alle religioni, al vecchio sistema capitalistico che dovrà essere radicalmente smantellato. Questi ultimi all'inizio si sentiranno forti del loro numero, ma saranno certamente travolti da qualche cosa di infinitamente più grande e più forte di loro: lo spirito del tempo, che è un indirizzo ineluttabile.

Perciò, ognuno di noi deve sentire la responsabilità di riannodare il filo spezzato nel lungo cammino della storia, capovolgendo questo paradigma materialistico e avvilente che è causa di ogni sofferenza. Questo non significa un ritorno al passato, ma un requisito fondamentale per garantirci un futuro: l'Uomo del III millennio andrà oltre ogni definizione, guidato unicamente dalla propria coscienza, percepirà la propria unione con il Tutto, e di tutto si sentirà responsabile; ciò che è stato perduto sarà ritrovato e il corpo della vera civiltà inizierà a prendere forma.

La voce dell'antico Sciamano guiderà i passi di un Uomo Nuovo, sano e armonioso, nella comprensione del più elementare principio: la civiltà e l'umanità non potranno essere compiute se sono scisse dalle loro stesse radici universali. TUTTO CIO' CHE E' PRIMORDIALE E' ESSENZIALE.

Alessia Birri

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