lunedì 22 aprile 2019

IL CALENDARIO LUNARE PALEOLITICO E IL SIMBOLISMO DELLA SPIRALE




Il CALENDARIO LUNARE, inciso su avorio di mammuth, proveniente dal sito paleolitico siberiano di MALTA (misure 10,38 cm. x 81 mm.), risalente a 24.000 anni fa, delinea una spirale che si sviluppa dal foro centrale riempiendo interamente il supporto, affiancata da altre spirali minori. Questo manufatto e molti altri dello stesso genere sono oggi comunemente considerati come strumenti per calcolare il tempo e le fasi lunari, e facevano parte del corredo portatile indispensabile al cacciatore preistorico. Ma questi oggetti assumevano anche un valore sciamanico e divinatorio, essendo gli eventi astronomici intimamente connessi alle energie telluriche e agli eventi ciclici che si ripetono nel tempo. "Come sopra, così sotto", "come in cielo, così in terra" non è un principio scoperto nè in epoca storica, nè tantomeno da personaggi a cui fanno riferimento molti culti iniziatici a noi conosciuti; questo principio affonda le radici nella saggezza degli antichi sciamani, risalente a decine di migliaia di anni fa, ed è testimoniato dall'arte paleolitica europea datata 36.000 anni  (caverna di Chauvet). Il primo che riuscì ad interpretare correttamente come calendari lunari le placchette ossee e litiche incise con punti e spirali fu ALEXANDER MARSHACK (1918 - 2004), uno specialista del Paleolitico e studioso indipendente. Inizialmente il simbolo universale della SPIRALE doveva essere collegato alle fasi lunari e, parallelamente, alla rappresentazione della ciclicità degli eventi. La SPIRALE simboleggia pertanto la legge cosmica per la quale gli eventi si ripetono ciclicamente, ma sempre con l'aggiunta di un accrescimento, di un progresso della coscienza. Dove il CERCHIO riproduce la chiusura e la ripetizione sempre identica a se stessa nell'aspetto più fondamentale degli eventi, la SPIRALE descrive un movimento infinito, aggiungendo complessità al percorso cognitivo ed integrando costantemente ad esso il recupero dei principi fondamentali ed immutabili della coscienza.




FOTO: placca incisa ricavata da avorio di mammuth, dal sito paleolitico di Malta (Siberia); datazione: 24.000 anni; misure 10, 38 cm. x 81 mm.

FOTO: esempio di rappresentazione delle fasi lunari.

Allo stesso tempo, l'incisione a 7 spirali, fra cui una più grande al centro, sul manufatto di MALTA ricavato da una zanna di mammuth, secondo lo storico britannico GEOFFREY ASHE (1923) potrebbe costituire la più antica rappresentazione simbolica del LABIRINTO. A ciò si aggiunge il significato esoterico del numero 7 presente nelle tradizioni sciamaniche dei MONTI ALTAI ancora oggi, legato al raggiungimento della perfezione ed ai poteri occulti. Sul lato opposto sono incisi tre serpenti, che ci ricordano molto quelli presenti presso il Tempio paleolitico di GOBEKLI TEPE (risalente a 12.000 anni fa) e che costituiscono una presenza molto singolare in una raffigurazione dell'Era Glaciale, proveniente dall'emisfero Nord, e quindi da un territorio in cui non avrebbero potuto sopravvivere specie di serpenti. Inoltre, l'iconografia di questi ultimi sembra riprodurre una specie tropicale: il serpente Boa. Seguendo come punto di riferimento le odierne tradizioni sciamaniche siberiane, il numero 3 è legato al concetto fondamentale di REINCARNAZIONE e agli elementi che lo rappresentano: l'ANIMA MADRE, l'ANIMA PADRE, l'ANIMA DELLA REINCARNAZIONE. A questo punto, l'interpretazione di quest'oggetto potrebbe coinvolgere tutte le dimensioni dell'esistenza, senza alcuna separazione fra di esse. Dobbiamo ricordare sempre che in epoca ancestrale non esistevano espressioni artistiche che avessero una mera funzione estetica o utilitaristica, ma tutto trovava la sua convergenza in concetti più profondi ed inclusivi di tutti gli aspetti dell'esistenza.

Alessia Birri

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The Spread of Paleolithic Shamanism:
https://treeofvisions.wordpress.com/page/2/

The Mal'ta - Buret' venuses and culture in Siberia:
https://www.donsmaps.com/malta.html




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