INANNA E SHUKALLITUDA - TESTO INTEGRALE E INTERPRETAZIONE DEL MITO SUMERO - 3000 a.C. circa
Shukallituda,
quando versava l'acqua nei solchi,
quando scavava solchi lungo le aiuole
si inciampò sulle radici, venne graffiato da loro.
I forti venti, con tutto ciò che trasportavano,
con la polvere delle montagne,
sferzavano la sua faccia,
sul suo viso e le mani
fecero accumulare la polvere, e lui non riconosceva più il suo (...testo mancante...).
Poi alzò lo sguardo verso le terre del sud,
guardò la stella orientale,
alzò lo sguardo verso le terre del nord,
guardò le stelle occidentali,
guardò il cielo, dov'erano gli auspici,
apprese potenti presagi scritti nel cielo,
loro gli insegnarono a comprendere le leggi divine,
studiando le decisioni degli dèi.
nel giardino in dieci luoghi inaccessibili;
in ognuno di questi luoghi piantò un albero
come ombra protettrice.
L'ombra protettiva dell'albero, l'albero sarbatu dal folto fogliame,
l'ombra che annuncia l'alba,
a mezzogiorno e al tramonto non scompare.
Ma un giorno, mia regina, dopo aver attraversato il cielo,
attraversato la terra, Inanna, mia regina,
dopo aver attraversato il cielo, attraversato la terra,
dopo aver attraversato Elam e Shubur,
dopo aver attraversato (...testo mancante...)
la ierodula Inanna, esausta, si avvicinò al giardino, desiderò addormentarsi,
Shukallituda la vide ai confini del suo giardino,
la possedette, la baciò,
e fece ritorno dai confini del suo giardino.
All'alba, quando il sole si levò,
la donna guardò dietro di sè con orrore,
Inanna si guardò indietro inorridita,
così la donna a causa del suo sesso, che male fece!
Inanna, a causa del loro sesso, che cosa fece!
Riempì di sangue tutti i pozzi del Paese,
riempì di sangue tutti i giardini, boschi e campagne,
i servi che vennero a raccogliere la legna per il fuoco ebbero solo sangue da bere;
le serve che vennero a prendere l'acqua poterono solo prendere sangue.
"Troverò chi giacque con me!", disse.
Ma chi la possedette non venne trovato
perchè il padre rispose al giovane,
il padre rispose a Shukallituda:
"Figlio, salva le città dei tuoi fratelli,
dirigi i tuoi passi per unirti ai fratelli, il popolo delle teste nere,
la donna (Inanna) non incontrerai in mezzo alle terre!"
Egli (Shukallituda) rimase fedele alle città dei suoi fratelli,
diresse i suoi passi per unirsi ai suoi stessi fratelli, il popolo delle teste nere,
e la donna non lo incontrò in mezzo a tutte le terre.
Ma la donna, a causa del suo sesso, che male fece!
Inanna, a causa del loro sesso, che cos'ha combinato!
(...testo mancante...)
INTERPRETAZIONE
Purtroppo la tavoletta d'argilla è spezzata proprio nel punto in cui la dea INANNA, non riuscendo a trovare colui che si approfittò di lei mentre dormiva, ovvero il saggio giardiniere SHUKALLITUDA, chiese aiuto ad ENKI. SHUKALLITUDA, dal canto suo, consigliato dal padre, trovò riparo presso il PAESE DI SUMER per sfuggire alla vendetta della dea; "sag-giga-teste nere" sono gli uomini, "fratelli" di SHUKALLITUDA. INANNA, peraltro, si vendicò insanguinando acque, fiumi e giardini. INANNA è dea dell'amore sensuale, ma è anche simbolo dell'anima umana, quindi, essendo il sesso espressione fisica delle energie psichiche e spirituali, il mito dovrebbe simboleggiare il risveglio della coscienza rappresentata da SHUKALLITUDA (il giardiniere che studiò il cosmo e i cicli della natura) che possedette l'anima ancora dormiente (INANNA), la quale, accortasi di ciò che era successo, decise di vendicarsi insanguinando le acque. Si potrebbe interpretare questo mito come il passaggio alchemico dell'anima dal bianco (albedo) al rosso (rubedo), e come una metafora della vita e della passione (entusiasmo) conseguente al risveglio dell'anima, che possono essere associati al sangue e al fuoco. Il poema si concludeva, nella porzione finale mancante, con INANNA che si sarebbe recata da ENKI per chiedere aiuto, e possiamo immaginare ch'egli le abbia donato gli strumenti per saper incanalare e sublimare la passione e l'entusiasmo verso la conoscenza di sè e del cosmo.
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