mercoledì 10 ottobre 2018

L'OTTIMISMO COME PRIMO DOVERE DELL'UOMO

 
6 gen 2017

L'ottimismo non è una cieca fiducia nello svolgimento positivo degli eventi, bensì è PARTECIPAZIONE, RESPONSABILITA' e FEDE RIGUARDO LE PROPRIE CAPACITA' E LE PROPRIE ASPIRAZIONI. E' proprio questa la "fede" a cui fanno riferimento gli antichi testi dei VEDA, i più antichi del mondo, ed è questa l'unica fede costruttiva che l'Uomo deve seguire: QUELLA VERSO SE' STESSO, PERCHE' E' QUESTO CHE L'UNIVERSO SI ASPETTA DA LUI. Le vie dell'autodistruzione hanno molti nomi, il più suadente è di sicuro la SPERANZA (che delega ad altri la costruzione del nostro futuro), il NICHILISMO indotto da molte moderne filosofie e che considera l'Uomo una perfetta nullità di fronte all'universo, il PESSIMISMO CRONICO promosso da correnti ideologiche che profetizzano un futuro fatto solo di catastrofi, la MEDIOCRITA' che induce a seguire abitudini preconfezionate senza senso critico e riduce l'individuo ad anonima componente di un gregge...ma l'elenco sarebbe lungo.

L'UOMO PESSIMISTA è raggomitolato, ed è un'inconsapevole vittima di vampirismo psichico da parte dei poteri conservatori: la stagnazione sociale è infatti condizione fondamentale perchè vecchi sistemi che hanno compiuto il loro tempo si possano perpetuare, nessuno accetta la propria fine, tutti i traguardi negativi aspirano all'eternità, mentre quelli positivi non si atteggeranno mai a "cima della montagna" oltre la quale non si può andare, guarderanno sempre oltre, non rifiuteranno il "nuovo" profetizzando catastrofi future qualora si faccia un passo avanti, perchè il loro obiettivo è il progresso, e il progresso è infinito: ogni traguardo ne contiene un altro che eliminerà il precedente (sarebbe meglio dire: "guarirà il precedente dai suoi errori").

Ma come si provoca la stagnazione, che è simile alla morte, anzi, E' la morte stessa? Producendo tristezza: persuadendo gli individui a credere di vivere in una perenne "valle di lacrime", a credere che la sofferenza sia un "valore" e la conoscenza sia "sofferenza", a promuovere il "pietismo" e la "carità" al posto dei diritti inalienabili, a credere religiosamente che il sistema capitalistico sia "il migliore dei mondi possibili", ad avere un cronico senso di impotenza davanti al mondo. Così le malattie dell'anima vengono istituzionalizzate, e il desiderio di progresso della civiltà viene vissuto come una minaccia (basti pensare alla persecuzione mediatica a cui è sottoposta la teoria "gender", che non è una semplice "teoria", ma la condizione più naturale dell'essere umano).

L'ottimismo è perciò la FEDE DELL'UOMO IN SE' STESSO, la NECESSITA' INELUDIBILE DI REALIZZAZIONE DELL'UNIVERSO ATTRAVERSO L'UOMO, l'ottimismo è CONOSCENZA e LA CONSAPEVOLEZZA DELL'UOMO DI ESSERE UN'ENTITA' INFINITA, LA CUI CAPACITA' DI CONOSCENZA E LE CUI POSSIBILITA' SONO ILLIMITATE. Soprattutto, l'ottimismo consiste nella consapevolezza che tutti siamo importanti nell'ambito dell'evoluzione umana, ogni piccola goccia crea un'infinità di anelli concentrici che si espandono all'infinito: tramite le azioni, tramite il pensiero, tramite la creatività, nessuna goccia sarà mai troppo piccola, ogni cosa protrae i suoi effetti verso l'unica realtà indibitabile: L'INFINITO, e l'infinito ripudia l'uomo che non crede in sè stesso: il nichilista, il pessimista, il mediocre, il ramo morto dell'albero della conoscenza.

Alessia Birri

FOTO: un'opera di Vladimir Kush.

Nessun commento:

Posta un commento