LETTERE DI AMARNA
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, dì: messaggio di Yahtiri tuo servo, terreno dei tuoi piedi. Ai piedi del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, sette e sette volte io mi getto. Inoltre, guarda: io sono servo fedele del Re mio Signore. Ho guardato di qua, ho guardato di là, e non risplendeva. Ho guardato verso il Re mio Signore e risplendeva! Un mattone può smuoversi da sotto i suoi simili, ma io non mi smuovo da sotto i piedi del Re mio Signore. Chieda il Re mio Signore a Yanhamu, suo commissario, che quando ero piccolo mi fece entrare in Egitto, e ho servito il Re mio Signore, e sono stato alla porta urbica del Re mio Signore. Chieda il Re mio Signore al suo commissario, se io adesso proteggo la porta di Gaza e la porta di Giaffa. Io, con le truppe egiziane del Re mio Signore, fino a dove andranno, anch'io andrò. Ecco, adesso io ho posto il fronte del giogo del Re mio Signore sul mio collo, e lo porto".
Lettera dettata da un membro dell'amministrazione egizia, YAHTIRI, che si occupava della protezione delle città di Gaza e Giaffa. La città di Gaza era posta all'uscita della Via di Horus e consisteva nel passaggio controllato di truppe e convogli egizi.
(Lettere di Amarna - XVIII dinastia, 1543-1292 a.C.)
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"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, Sole nei cieli: messaggio di Pu-Ba-li, tuo servo, uomo di Yursa. Ai piedi del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, Sole nei cieli, io mi prosterno sette e sette volte, di dorso e di ventre. Ecco che io proteggo il posto del Re mio Signore, mio Sole, Sole nei cieli. Chi è quel cane che non ascolta le parole del Re, Sole nei cieli? Poichè il Re mio Signore mi ha scritto per avere pasta vitrea, io la mando al Re mio Signore, Sole nei cieli".
Lettera di Pu-Ba-li di Yursa al Faraone (non identificato). Il piccolo regno di Yursa è di difficile collocazione; gli storici propendono a localizzarlo nella zona di Gaza.
(Lettere dei piccoli Re- dalle Lettere di Amarna - XVIII dinastia, 1543 circa a.C.)
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DOSSIER DI PU BA LU
Pu-Ba'lu, (un'altra ortografia, anche Pu-Bahla) era sovrano/sindaco di Yursa, (una città-stato in Canaan), nel 1350-1335 a.C. Il suo nome si traduce in accadico come: "la voce di Baal".
Pu-Ba'lu di Yursa è l'autore di tre lettere al faraone Akhenaton catalogate nell'archivio dei "Piccoli re" vassalli.
Le tre lettere di Amarna, (EA per 'el Amarna') al faraone da Pu-Ba'lu di Yursa sono:
EA 314-Titolo: "Una spedizione di vetro"
EA 315-Titolo: "Come un comando del Sole"
EA 316-Titolo: "Postscript allo scriba reale"
Come un comando del Sole:
"Al Re mio Signore, mio Dio, Sole nei cieli: messaggio di Pu-Ba lu, uomo di Yursa, tuo servo, terreno dei tuoi piedi. Ai piedi del Re mio Signore io mi prosterno, sette e sette volte, di dorso e di ventre. Ecco che io proteggo la città del Re mio Signore e il posto del Re mio Signore, Sole nei cieli. Tutto ciò che ha detto il Re mio Signore, ecco io osservo giorno e notte le parole del Re mio Signore. Quanto a Rianappa, commissario del Re mio Signore, che il Re mio Signore, forte come il sole nei cieli, ha detto: chi è quel cane che non osserva le parole del Re mio Signore, Sole nei cieli?" (EA 315 - risposta all'annuncio faraonico relativo alla nomina del nuovo commissario Rianappa)
Una spedizione di vetro:
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, Sole nei cieli: messaggio di Pu-Ba-li, tuo servo, uomo di Yursa. Ai piedi del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, Sole nei cieli, io mi prosterno sette e sette volte, di dorso e di ventre. Ecco che io proteggo il posto del Re mio Signore, mio Sole, Sole nei cieli. Chi è quel cane che non ascolta le parole del Re, Sole nei cieli? Poichè il Re mio Signore mi ha scritto per avere pasta vitrea, io la mando al Re mio Signore, Sole nei cieli". (EA 314 - risposta ad una richiesta faraonica di pasta vitrea)
Postscript allo scriba reale:
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole nei cieli, messaggio di Pu-Ba lu tuo servo, terreno dei tuoi piedi, scudiero dei tuoi cavalli. Ai piedi del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole nei cieli, sette e sette volte io mi getto, di dorso e di ventre. Ecco che io proteggo il posto del Re, con forza. Chi è quel cane che trascura l'ordine del Re? Ecco, io ascolto le parole di Thamaya, commissario del Re. Allo scriba egizio del mio Signore: messaggio di Pu- Ba lu. Ai tuoi piedi io mi getto. Nella mia casa non c'era niente quando io sono entrato da lui. Così non ho mandato una carovana da te. Ecco che adesso preparo una bella carovana per te". (EA 316 - dichiarazione di protezione ed obbedienza con invio di doni)
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DOSSIER DI YIDYA
Yidya era il Re di Ascalona, insediamento 16 km. a nord di Gaza in Palestina. Il suo dossier comprende nove lettere inviate al faraone Akhenaton.
"A Yidya, uomo di Ascalona, dì: così parla il Re. Ecco che ti faccio portare questa tavoletta per dirti: bada di proteggere il posto del Re che è con te! Ecco che il Re ti ha mandato Iriyamasha, commissario del Re. E sappi che il Re sta bene, come il Sole nei cieli, e le sue truppe e i suoi carri numerosi, nel paese superiore e fino al paese inferiore, dal sorger del Sole, fino al tramontar del Sole, stanno molto bene!" (EA 370 - lettera che annuncia l'invio di un funzionario invitando a preparare l'occorrente)
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, Sole nei cieli: messaggio di Yidya, uomo di Ascalona, tuo servo, terreno dei tuoi piedi, palafreniere dei tuoi cavalli. Ai piedi del Re mio Signore, Sole nei cieli, sette e sette volte io mi prosterno. Il commissario del Re mio Signore, che il Re mio Signore, Sole nei cieli, ha mandato a me: io ho ascoltato molto attentamente le sue parole. Ed ecco che io proteggo il posto del Re che è con me". (EA 321 - in risposta al precedente appello del faraone)
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, Sole nei cieli: messaggio di Yidya, uomo di Ascalona, tuo servo, terreno dei tuoi piedi, palafreniere dei tuoi cavalli. Ai piedi del Re mio Signore, Sole nei cieli, sette e sette volte mi prosterno, di ventre e di dorso. Ecco che io proteggo il posto del Re che è con me. E chi è quel cane che non ascolta il commissario del Re? Ecco che io l'ho ascoltato molto attentamente, il commissario del Re mio Signore, figlio del Sole nei cieli!" (EA 322 - simile alla precedente in risposta ad una lettera faraonica)
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, Sole nei cieli: messaggio di Yidya, uomo di Ascalona, tuo servo, terreno dei tuoi piedi, palafreniere dei tuoi cavalli. Ai piedi del Re mio Signore sette e sette volte io mi prosterno, di ventre e di dorso. Ecco che io proteggo il posto del Re che è con me. Tutto ciò che il Re mio Signore mi ha scritto, l'ho ascoltato molto attentamente. Chi è quel cane che non ascolta le parole del Re suo Signore, figlio del Sole?" (EA 320 - simile alle precedenti)
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, Sole nei cieli: messaggio di Yidya tuo servo, terreno dei tuoi piedi, palafreniere dei tuoi cavalli. Ai piedi del Re mio Signore io mi prosterno, sette e sette volte, di dorso e di ventre. Ecco che io osservo le parole del Re mio Signore, figlio del Sole; ed ecco che ho preparato cibo e bevanda, olio e grano, buoi e capretti, in vista dell'arrivo delle truppe del Re mio Signore. C hi è mai quel cane che non ascolta le parole del Re mio Signore, figlio del Sole?" (EA 324 - preannuncia l'arrivo del contingente armato del faraone e la relativa preparazione)
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, Sole nei cieli: messaggio di Yidya, tuo servo, terreno dei tuoi piedi, palafreniere dei tuoi cavalli. Ai piedi del Re mio Signore io mi getto, sette e sette volte io mi prosterno, di dorso e di ventre. Ecco che io proteggo il posto del Re mio Signore e la città del Re mio Signore che è con me. Chi è mai quel cane che non ascolta le parole del Re, Sole nei cieli? Ecco che ho preparato tutto quanto: cibo e bevanda, buoi e capretti, grano e paglia, tutto quanto ha detto il Re mio Signore, ecco che io l'ho preparato. Ed ecco che io preparo il tributo per il Sole, come ha detto il Re mio Signore, Sole nei cieli". (EA 325 - simile alla precedente ha la particolarità di menzionare il tributo al faraone)
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, Sole nei cieli: messaggio di Yidya tuo servo, terreno dei tuoi piedi, palafreniere dei tuoi cavalli. Ai piedi del Re mio Signore io mi prosterno, sette e sette volte, di dorso e di ventre. Ecco che io proteggo il posto del Re mio Signore, Sole nei cieli. Poichè il Re mio Signore mi ha scritto riguardo alla pasta vitrea: forse che io non mando al Re mio Signore trenta blocchi di pasta vitrea? Inoltre: chi è mai quel cane che non ascolta le parole del Re mio Signore, Sole nei cieli, figlio del Sole, che il Sole ama?" (EA 323 - risposta ad una richiesta del faraone di pasta vitrea)
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, Sole nei cieli: messaggio di Yidya tuo servo, terreno dei tuoi piedi, palafreniere dei tuoi cavalli. Ai piedi del Re mio Signore, sette e sette volte io mi prosterno, di dorso e di ventre. Ecco che io proteggo la città del Re mio Signore. Gli dèi del Re mio Signore proteggano le sue città, e le forti mani del Re proteggano tutta la sua terra. Ho udito le parole del Re mio Signore riguardo al suo commissario, che non era in grado di proteggere la terra del Re mio Signore. Ecco che adesso il Re mio Signore ha istallati Rianappa come commissario del Re mio Signore. Ciò che piacerà al Re mio Signore, lo porterà alla mia testa. Tutto ciò che esce dalla bocca del Re mio Signore, ecco che io osservo giorno e notte", (EA 326 - annuncio della sostituzione di un commissario reale)
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DOSSIER DI SHUBANDU
Shubandu è uno dei "piccoli re" vassalli d'Egitto di difficile collocazione. Si presume fosse predecessore di Yidya, re di Ascalona, ma non ci sono certezze. E' autore delle seguenti lettere al faraone. Circa 1350 a.C. sotto il regno di Akhenaton.
"Al Re mio Signore, Sole nei cieli: messaggio di Shubandu, tuo servo, terreno dei tuoi piedi. Ai piedi del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, Sole nei cieli, sette e sette volte io mi prosterno, di ventre e di dorso. Il Re mio Signore, Sole nei cieli, mi ha mandato Hanya. Ecco io ho ascoltato le parole del Re mio Signore, molto attentamente. Ecco che io ho dato cinquecento buoi e venti ragazze: per l'informazione del Re mio Signore, Sole nei cieli" (EA 301 - lettera che elenca i beni forniti al faraone dal vassallo)
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, Sole nei cieli: messaggio di Shubandu, tuo servo, terreno dei tuoi piedi. Ai piedi del Re mio Signore, Sole nei cieli, sette e sette volte io mi prosterno. Il messaggero che il Re mio Signore mi ha mandato, io ho ascoltato le sue parole molto attentamente. Ecco che io preparo secondo quanto egli ha detto". (EA 302 - risposta ad un messaggio faraonico)
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, Sole nei cieli: messaggio di Shubandu, tuo servo, terreno dei tuoi piedi, scudiero dei tuoi cavalli. Ai piedi del Re mio Signore, Sole nei cieli, sette e sette volte io mi prosterno, di ventre e di dorso. Ho udito tutte le parole del Re mio Signore, Sole nei cieli, ed ecco che proteggo il posto del Re che è con me. E ho ascoltato (o ascolterò) Tahmashi molto attentamente". (EA 303 - messaggio di obbedienza e protezione)
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, Sole nei cieli: messaggio di Shubandu tuo servo, terreno dei tuoi piedi, scudiero dei tuoi cavalli. Ai piedi del Re mio Signore, Sole nei cieli, sette e sette volte io mi prosterno, di ventre e di dorso. Ho udito le parole della tavoletta del Re mio Signore, che mi ha spedito; ed ecco che io proteggo il posto del Re mio Signore che è con me. Il Re pensi alla sua terra!" (EA 304 - messaggio di protezione e obbedienza. In conclusione si intuisce una certa apprensione da parte di Shubandu)
"Al Re mio Signore, Sole nei cieli, mio Dio, mio Sole: messaggio di Shubandu, tuo servo, terreno dei tuoi piedi, scudiero dei tuoi cavalli. Ai piedi del Re mio Signore, Sole nei cieli, sette e sette volte io mi prosterno, di ventre e di dorso. Io ascolto sempre le parole del Re mio Signore, che egli mi spedisce. Ed ecco che io proteggo il posto del Re che è con me. Ma ecco che i nemici (Hapiru) sono più forti di noi. Il Re sappia, riguardo alle sue terre!" ( EA 305 - risposta con accorato appello all'aiuto del faraone)
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, Sole nei cieli: messaggio di Shubandu, tuo servo, terreno dei tuoi piedi, scudiero dei tuoi cavalli. Ai piedi del Re mio Signore, Sole nei cieli, sette e sette volte io mi prosterno, di ventre e di dorso. Poichè il Re mio Signore ha scritto: "Vieni e guarda il cospetto del Re tuo Signore!" A chi potrei lasciare la città del Re, mentre forte è l'ostilità contro di me? Io sono servo del Re, che conosce la terra del Re mio Signore. Ecco che io mi sono talmente affaticato a proteggere la terra del Re, che sono seriamente ammalato. Ma forse che non mando un altro servo del Re, per mandarlo e per vedere il cospetto del Re, Sole nei cieli? Sappia il mio Signore che hanno incendiato le tue città e i tuoi magazzini col fuoco (...continua testo danneggiato...)". (EA 306 - risposta ad un invito da parte del faraone a recarsi in Egitto, ma Shubandu manda un sostituto a causa delle sue gravi condizioni di salute e descrive la disastrosa condizione dell'impero, devastato da barbari "hapiru": gli "hapiru" non erano un'entità etnica, ma una categoria sociale disagiata e ridotta allo sbando, tanto da minacciare i possedimenti egizi; si trattava di fuoriusciti di vario genere, ex mercenari, debitori insolventi ed emarginati di vario tipo; si situavano di solito ai margini delle città, nelle zone montane e fra i boschi).
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DOSSIER DI SHUM DI MAHHAZU
Mahhazu in accadico significa "approdo", quindi si deduce che si trattasse di un porto di mare situato poco a sud di Giaffa, nella terra di Canaan. Dalla seguente lettera si può capire che avesse un proprio re.
"Al Re mio Signore, mio Dio-Sole: messaggio di Shum, uomo di Mahhazu, tuo servo, terreno dei tuoi piedi. Ai piedi del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, sette e sette volte io mi getto. Io sono servo fedele del Re mio Signore. Sappia il Re mio Signore che sono esauriti i reggenti nel porto del mio Signore, passando al nemico (habiru). Il Re mio Signore chieda al suo commissario, riguardo a ciò che si fa nella terra del Re mio Signore! Affretti il Re mio Signore l'invio delle sue truppe egizie verso di me!"
(EA 272 - In questa lettera si sente tutta l'apprensione per la sorte dell'impero egizio e la devastazione perpetrata dai nemici, hapiru. Il termine "hapiru", che inizialmente designava una particolare categoria sociale disagiata e ridotta allo sbando, che viveva ai confini delle città minacciandone la pace, venne poi generalmente usato per definire i nemici)
Amarna: "Le lettere dei Piccoli Re"; XVIII dinastia, 1543-1292 a.C., regno di Akhenaton)
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DOSSIER DI ZIMRIDA, SHIPTI BA LU E YABNI ILU DI LACHISH
Queste quattro lettere (1543-1292 a.C.) provengono da Lachish e dintorni e sono scritte da due re diversi e da un personaggio di nome Shipti Ba Lu: Zimrida e Yabni Ilu. Lachish era situata nella piana costiera del paese dei Filistei in Palestina, quella che oggi è Tell el Duweir.
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, Sole nei cieli: messaggio di Zimrida, uomo di Lachish, tuo servo, terreno dei tuoi piedi. Ai piedi del Re mio Signore, Sole nei cieli, sette e sette volte io mi prosterno. Il messaggero del Re mio Signore, che egli ha mandato, ho ascoltato le sue parole molto attentamente. Ed ecco che io preparo secondo quanto egli ha detto". (EA 329 - risposta ad una lettera faraonica)
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, Sole nei cieli: messaggio di Yabni Ilu, uomo di Lachish, tuo servo, terreno dei tuoi piedi, palafreniere dei tuoi cavalli. Ai piedi del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, Sole nei cieli sette e sette volte io mi prosterno, di ventre e di dorso. Il commissario del Re mio Signore, che il Re mio Signore manderà a me, ecco io ascolterò tutte le parole che mi dirà Maya, commissario del Re, ed ecco che io eseguirò tutto". (EA 328 - simile alla precedente)
"Al Re mio Signore, dì: messaggio di Shipti Ba Lu tuo servo e terreno ai piedi del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole. Ai piedi del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, sette e sette volte ancora io mi getto ai piedi del Re mio Signore. Sappia il Re mio Signore che io ho ascoltato tutte le parole del Re mio Signore. Inoltre, guarda: Yanhamu è servo fedele del Re e terreno ai piedi del Re. Inoltre sappia il Re mio Signore che salva è la città del Re che è con me". (EA 330 - simile alle precedenti, con menzione del commissario Yanhamu)
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, Sole nei cieli: messaggio di Shipti Ba Lu tuo servo, terreno ai tuoi piedi, palafreniere dei tuoi cavalli. Ai piedi del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, Sole nei cieli, sette e sette volte io mi prosterno, di ventre e di dorso. Ecco che io proteggo il posto del Re mio Signore e la città del Re dove io risiedo. Poichè il Re mio Signore mi ha scritto per della pasta vitrea, tutta quante ce n'è qui da me: forse che non la mando al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, Sole nei cieli?" (EA 331 - in risposta ad una richiesta faraonica di pasta vitrea)
LETTERE DEI PICCOLI RE, dall'archivio delle lettere di Amarna: XVIII dinastia, 1543-1292 a.C., regno di Akhenaton.
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DOSSIER DI SHUWARDATA
Il regno del re Shuwardata autore della ricca documentazione fornita dalle tavolette da lui inviate al faraone (Lettere di Amarna - XVIII dinastia, 1543-1292 a.C.), viene oggi collocato in terra palestinese, più precisamente presso la località di Tell es Safi. Le seguenti lettere descrivono dispute con i regni vicini, fra le quali la più precisa risulta quella relativa al controllo della città di Qiltu contesa con Gerusalemme.
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, dì: messaggio di Shuwardata, tuo servo, terreno ai tuoi piedi. Ai piedi del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, sette e sette volte io mi getto. La parola che mi ha spedito il Re mio Signore, Sole nel cielo, ecco che io preparo per il Re mio Signore, Sole in cielo". (EA 278 - risposta di routine, probabilmente precedente ai tumulti testimoniati dalle successive)
"Al Re mio Signore, mio Sole, mio Dio, dì: messaggio di Shuwardata, tuo servo, servo del Re, terreno ai suoi piedi, suolo che tu calpesti. Ai piedi del Re mio Signore, Sole nei cieli, sette e sette volte io mi prosterno, di ventre e di dorso. Sappia il Re mio Signore che il nemico, che era sorto è sorto nelle terre che il dio del Re mio Signore mi aveva dato, io l'ho sconfitto! Sappia il Re mio Signore che tutti i miei fratelli (collaboratori) mi hanno abbandonato. Io e Abdi Heba facciamo guerra al nemico. Zurata uomo di Akko ed Endaruta uomo di Akshapa, loro due mi hanno soccorso, si sono mobilitati con cinquanta carri. Ecco che sono con me alla guerra. Sembri opportuno al Re mio Signore di mandare Yanhamu, e tutti insieme noi faremo guerra e tu recupererai le terre del Re mio Signore fino ai suoi confini". (EA 366 - in questa missiva sono descritte rivalità locali, fra vicini vassalli del faraone che, ovviamente, Shuwardata volle far passare per traditori dell'impero egizio. Qui si fa menzione del commissario imperiale Yanhamu ricorrente sulle tavolette di Amarna).
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, dì: messaggio di Shuwardata, tuo servo, terreno ai tuoi piedi. Ai piedi del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, sette e sette volte io mi getto. Sappia il Re mio Signore che la terra del Re mio Signore è esaurita, in quanto gli uomini di Qiltu sono usciti incontro ai traditori. Il Re mandi truppe egiziane. Ascolti il Re i suoi reggenti e noi staremo contro di loro e sloggeremo i traditori dalla terra del Re mio Signore". (EA 279 - Shuwardata chiede l'appoggio militare egizio contro i nemici a Qiltu)
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, dì: messaggio di Shuwardata, tuo servo, terreno ai tuoi piedi. Ai piedi del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, sette e sette volte io mi getto. Il Re mio Signore mi ha concesso di far guerra a Qiltu, e io ho fatto guerra: è salva la città per me, la mia città è stata restituita a me. Perchè mai Abdi Heba ha scritto agli uomini di Qiltu "Prendete questo argento e venite al mio seguito?!" Sappia il Re mio Signore che Abdi Heba aveva preso la mia città dalle mie mani. Inoltre, il Re mio Signore chieda: se io ho mai preso da lui un uomo, o un solo bue, o un asino, allora ha ragione lui! Inoltre, è morto Lab'aya che prendeva le nostre città. Pensi il Re al suo servo, riguardo a questo fatto. Io non farò nulla, finchè il Re non risponderà una parola al suo servo". (EA 280 - riferisce ostilità locali fra regni vassalli)
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, mio soffio vitale, dì: messaggio di Shuwardata tuo servo. Ai piedi del Re mio Signore, sette e sette volte io mi getto, di ventre e di dorso. Sappia il Re mio Signore che adesso le mie città mi sono ostili. Mandi il Re mio Signore delle truppe egizie, che li facciano passare a loro, come Harabuwa, e il Re mio Signore li prenda. I soldati proteggano questo....e....ano al cospetto del Re mio Signore. Il Re mio Signore ha rigettato la mia devozione (fronte). Il Re sappia l'ostilità contro di me. Chi commette tradimento contro il Re? Sono dei cani costoro che commettono tradimento contro il Re! Mandi il Re delle truppe egizie che li prendano. Lo sappia il Re mio Signore!" (EA 281 - simile alle precedenti: lettera relativa ad ostilità locali)
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole: messaggio di Shuwardata tuo servo. Sette e sette volte io mi getto ai piedi del Re mio Signore, di ventre e di dorso. Sappia il Re mio Signore: io sono rimasto solo. Mandi il Re mio Signore truppe egizie in gran numero, e mi scampi! Lo sappia il Re mio Signore!" (EA 282 - lettera ultimativa riferita a contese locali)
"Al Re mio Signore: messaggio di Shuwardata tuo servo. Ai piedi del Re mio Signore io mi getto; sette e sette volte ancora io mi getto, di ventre e di dorso. Sappia il Re mio Signore che son prese tutte le terre del Re mio Signore; io sono rimasto solo. Ed ecco che da quando Rahmanu, che aveva ispezionato le terre del Re mio Signore, se n'è andato, nessuno resta al Re. Mi prenda in salvo il Re! Io ho scritto al Re mio Signore: il mio (....) sa quale sia la mia bocca (....) del Re! Mandi il Re mio Signore un messaggio (....) ancora. Mandi il Re mio Signore il suo forte braccio che il Re mio Signore ha. Sette e sette volte io mi getto. Sappia (....) la testa del Re mio Signore (....) al Re mio Signore. E il Re mio Signore (....) del tuo servo, la città di Tiyana (....). Ecco, Yanhamu, il commissario, è lì con te: lo mandi qui il Re mio Signore!" (EA 284 - lettera lacunosa con testo più volte danneggiato e interrotto. Shuwardata denuncia la propria solitudine sollecitando l'intervento del faraone)
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole: messaggio di Shuwardata tuo servo. Ai piedi del Re mio Signore io mi getto, sette e sette volte ancora io mi getto, ai piedi del Re mio Signore. Il Re mio Signore mi ha scritto: "Vieni a vedermi!", presso il Re mio Signore. Chi mi concederà di entrare presso il Re mio Signore, per ricevere oro e oro rosso del Re mio Signore? Ecco, Yanhamu è presso di te, parla con lui, se ancora non ci sono truppe egizie, mi scampi il Re mio Signore! Ecco, Yanhamu è commissario del Re mio Signore: parli con lui il Re mio Signore, chiedendogli: è forte l'ostilità contro Shuwardata, oppure no?" (EA 283 - Shuwardata rifiuta l'invito del faraone a trovare asilo presso di lui, poichè non vuole cedere al nemico la sua città)
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DOSSIER DI ABDI ASHTARTI
Abdi Ashtarti, re di Gat (regno vassallo d'Egitto in Palestina) fu probabilmente il successore di Shuwardata e il suo dossier, comprendente le seguenti lettere inviate al faraone (1353-1336 a.C., regno di Akhenaton) contiene generalmente richieste d'aiuto militare e contese locali.
"Al Re mio Signore, dì: messaggio di Abdi Asharti, servo del Re. Ai piedi del Re mio Signore sette e sette volte io mi getto. Le parole che il Re mio Signore mi ha detto, ho ascoltato le parole del Re mio Signore. Io ho ascoltato e dunque il Re mio Signore ascolti le mie parole, che forte è l'ostilità contro di me. Sappia e apprenda il Re!" (EA 63 - generica denuncia delle ostilità dei regni circostanti)
"Al Re mio Signore, dì: messaggio di Abdi Asharti, servo del Re. Ai piedi del Re mio Signore io mi getto sette volte, ai piedi de3l Re mio Signore, e sette ancora, di ventre e di dorso. Sappia il Re mio Signore che forte è l'ostilità contro di me, e sembri opportuno al Re mio Signore di mandare un Grande per proteggermi. Inoltre: le parole che il Re mio Signore mi ha spedito, io ho ascoltato; tutte le parole del Re mio Signore ho ascoltato. Ecco dieci donne attraenti ti ho mandato da parte". (EA 64 - simile alla precedente)
"Al Re mio Signore, dì: messaggio di Abdi Asharti, tuo servo. Ai piedi del Re mio Signore sette e sette volte ancora io mi getto, di ventre e di dorso, ai piedi del Re mio Signore. Secondo le parole che iol Re mio Signore mi ha spedito, io ho ascoltato. Io proteggo la città del Re con me, e preparo in vista dell'arrivo delle truppe egizie del Re mio Signore". (EA 65 - lettera convenzionale d'ascolto e protezione)
"Al Re mio Signore, dì: messaggio di Abdi Asharti tuo servo. Ai piedi del Re mio Signore sette e sette volte ancora io mi getto, di ventre e di dorso, ai piedi del Re mio Signore. Sappia il Re mio Signore che io sono rimasto solo. Sappia il Re mio Signore che sono stati colpiti Turbasu e Yapti Adda, e che Lachish è ostile. Sappia il Re mio Signore che il traditore ha preso tutti i miei uomini e le mie belle donne. Sappia il Re mio Signore che ostile è Lachish, espugnata è Muhrashti, ostile è Gerusalemme! Mandi il Re mio Signore truppe egizie!" (EA 335 - richiesta d'aiuto militare)
Dalle LETTERE DEI PICCOLI RE, vassalli d'Egitto, dall'archivio di Amarna-regno di Akhenaton: 1353-1336 a.C.
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DOSSIER DI ABDI HEBA
Il re Abdi Heba di Gerusalemme, nella Palestina meridionale, vassallo d'Egitto in epoca amarniana (1353-1336 a.C.), descrive nelle seguenti missive le ostilità con i vicini regni di Milki Ilu di Gezer e Shuwardata (autore delle precedenti lettere) di Gat. Forse Abdi Heba (tradotto come "servo di Heba", una dea hurrita) fu, appunto, di discendenza hurrita; nelle sue lettere nota sempre come sia stato fatto reggente per grazia del faraone stesso, non attraverso il lignaggio dei genitori; Abdi Heba sembra non avere nè padre nè madre, afferma di essere un soldato egizio probabilmente perchè fu un capo locale mandato in Egitto a ricevere addestramento militare. L'area amministrata da lui, Gerusalemme pre-israelitica, era costituita da una roccaforte su un piccolo altopiano abitata da circa 1500 persone. Durante il suo regno, come si evince dalle seguenti lettere, la regione subiva i continui attacchi delle bande di predoni, detti "hapiru", per cui Abdi Heba supplica il faraone di inviargli truppe di supporto per combattere i suoi nemici, inclusi i vicini regni locali.
"Al Re mio Signore, dì: messaggio di Abdi Heba, tuo servo. Ai piedi del Re mio Signore, sette e sette volte io mi getto. Guarda, io non sono un reggente, sono un soldato egizio per il Re mio Signore. Il mio messaggero, perchè il Re mio Signore non l'ha rilasciato subito? Così Yanhamu ha rilasciato la truppa senza però evacuare la casa che io avevo richiesto. Ascolti il Re il suo servo Abdi Heba: ecco, se non ci saranno truppe egiziane, il Re mio Signore mandi almeno un commissario che prenda con sè i reggenti. Quanto alle truppe di guarnigione che stanno con Addaya, commissario del Re, io ho chiesto la loro casa: il Re provveda a loro e rilasci il messaggero rapidamente. Se io muoio (...testo danneggiato...)" (EA 285 - lettera intesa al recupero degli alloggiamenti delle truppe e di sollecito all'invio di rinforzi da parte del faraone)
"Al Re mio Signore, dì: messaggio di Abdi Heba, tuo servo. Ai piedi del mio Signore io mi getto, sette e sette volte. Guarda, Milki Ilu non si distacca dai figli di Lab'aya e dai figli di Arzaya, nel desiderare la terra del Re per loro. Un reggente che commette un'azione simile, perchè il Re non lo interroga? Guarda, Milki Ilu e Tagi l'azione che hanno commesso è questa, che hanno preso Rubuta. E adesso, quanto a Gerusalemme: se questa terra appartiene al Re, allora perchè mai, mentre Gaza resta al Re, invece guarda: la terra di Ginti Kirmil è in mano a Tagi, e gli uomini di Ginti sono di guarnigione a Beth Shan? Dovremmo forse fare anche noi come Lab'aya, che diede Sichem al nemico (hapiru)? Milki Ilu ha scritto a Tagi e ai suoi figli: "Siate uomini! Date agli uomini di Qiltu tutto ciò che desiderano! Abbandoniamo Gerusalemme!" Le truppe di guarnigione che tu avevi mandato, al comando di Haya figlio di Miyare,le ha prese Addaya, e le ha messe a Gaza nella sua casa, e venti uomini li ha rimandati in Egitto. Sappia il Re che non ci sono più truppe di guarnigione del Re qui con me. Così viva il Re, il suo irpu (nobiluomo) Pawuru se n'è andato da presso di me, e sta a Gaza. Se ne ricordi il Re, quando lo avrà di fronte. Mandi il Re cinquanta uomini di guarnigione, per proteggere la terra. Tutta la terra del Re diserta! Manda Yanhamu, che conosca la situazione della terra del Re. Allo scriba del Re mio Signore, messaggio di Abdi Heba tuo servo. Presenta belle parole al Re. Io davvero morrei per te, io sono tuo servo!" (EA 289 - La lettera denuncia attacchi nelle città contese di Rubuta e Qiltu, mentre la guarnigione egizia se n'è andata e Abdi Heba si sente abbandonato)
"Al Re mio Signore, dì: messaggio di Abdi Heba, tuo servo. Ai piedi del mio Signore, sette e sette volte io mi getto. Guarda, l'intera questione (....) hanno introdotto (....) Guarda la cosa che hanno fatto contro di me, che (....) frecce di bronzo (....) hanno introdotto in Qiltu. Sappia il Re che tutte le terre sono alleate tra di loro, sono nemiche contro di me. Provveda il Re alla sua terra! Guarda, il paese di Gezer, il paese di Ascalona e Lachish hanno dato loro cibo, olio e ogni loro bisogno. Provveda il Re alle truppe egizie, mandi truppe egizie contro gli uomini che hanno commesso tradimento contro il Re mio Signore. Se entro quest'anno ci saranno truppe egizie, le terre e i reggenti resteranno col Re mio Signore; ma se non ci saranno truppe egizie, non ci saranno terre e reggenti per il Re. Guarda, questa terra di Gerusalemme, nè mio padre nè mia madre me l'hanno data, il braccio forte del Re me l'ha data! Guarda questa azione è un'azione di Milki Ilu e un'azione dei figli di Lab'aya, che hanno dato la terra del Re ai nemici (hapiru). Guarda, o Re mio Signore: dichiarami innocente riguardo ai Cusciti! Chieda il Re ai commissari, se non è vero che la casa è molto robusta, eppure hanno cercato di commettere un grosso crimine: hanno preso i loro attrezzi, hanno sfondato il sostegno del tetto. Mandi il Re alla terra di Gerusalemme truppe ausiliarie assieme alla guarnigione per i servi! Il Re provveda ad essi: ricordati! Le terre sono affidate a loro, il Re chieda a loro riguardo. Ci sia molto cibo, molto olio, molti vestiti, fino alla venuta di Pawuru, commissario del Re, nella terra di Gerusalemme. Addaya se n'è andato, con le truppe di guarnigione e i soldati che il Re aveva dato. Sappia il Re che Addaya mi disse: "Guarda, il Re mi manda via, ma tu non l'abbandonare!" Entro quest'anno mandami una guarnigione e un commissario del Re, mandalo qui. Io mando in dono al Re mio Signore (xx) prigionieri, cinquemila (....), otto portatori delle carovane del Re presi nelle campagne in Ayyaluna. Sappia il Re mio Signore che io non posso mandare una carovana al Re mio Signore. Per tua informazione. Guarda: il Re ha stabilito il suo nome nella terra di Gerusalemme per sempre, e non può abbandonare le terre di Gerusalemme. Allo scriba del Re mio Signore, dì: messaggio di Abdi Heba tuo servo. Ai tuoi piedi io mi getto. Io sono tuo servo. Introduci belle parole al Re mio Signore! Io sono un soldato egizio del Re, io morirei per te. Metti la brutta azione a carico dei Cusciti: per un pelo non sono stato colpito (ucciso), per mano dei Cusciti, dentro la mia stessa casa! Chieda il Re riguardo a loro! Sette e sette volte il Re mi dichiari innocente!" (EA 287 - Abdi Heba elenca una nutrita schiera di nemici, ma i suoi rapporti con l'Egitto sono difficili perchè il faraone dimostra il suo disimpegno nelle rivalità locali ritirando le truppe)
"Al Re mio Signore, dì: messaggio di Abdi Heba tuo servo. Ai piedi del Re mio Signore sette e sette volte io mi getto. Guarda l'azione ostile che hanno compiuto Milki Ilu e Shuwardata contro la terra del Re mio Signore: hanno raccolto truppe di Gezer, truppe di Gat e truppe di Qiltu, e hanno occupato la terra di Rubuta, cosicchè la terra del Re ha disertato al nemico (hapiru). Adesso, per di più, una città del territorio di Gerusalemme, di nome Bit Anat, città del Re, ha disertato passando dalla parte degli uomini di Qiltu. Ascolti il Re il suo servo Abdi Heba, e mandi truppe egizie, che restituiscano al Re la terra del Re. Se non ci saranno truppe egizie, la terra del Re diserterà passando al nemico (hapiru). Questa azione ostile è stata compiuta per ordine di Milki Ilu e per ordine del figlio di Shuwardata e per ordine di Gat. Il Re provveda alla sua terra!" (EA 290 - simile alle precedenti)
"Al Re mio Signore, dì: messaggio di Abdi Heba tuo servo. Ai piedi del mio Signore il Re, sette e sette volte io mi getto. Cosa ho mai fatto al Re mio Signore, che mi calunniano (mi denigrano) al cospetto del Re mio Signore, dicendo: "Abdi Heba ha disertato dal Re suo Signore!" Guarda, quanto a me, nè mio padre nè mia madre mi hanno messo in questo posto, il forte braccio del Re mi ha fatto entrare nella mia casa paterna! Perchè mai io dovrei commettere tradimento contro il Re mio Signore? Quant'è vero che il Re mio Signore vive, io dico al commissario del Re mio Signore: "Perchè amate i nemici e odiate i reggenti?" Così mi denigrano al cospetto del Re mio Signore, perchè io dico:"Vanno in rovina le terre del Re mio Signore", così mi denigrano al Re mio Signore. Ma il Re mio Signore sappia che il Re mio Signore aveva messo truppe di guarnigione, ma Yanhamu ha preso tutto (....) Egitto (....) del Re mio Signore, non ci sono truppe di guarnigione. Provveda il Re alla sua terra, provveda il Re alla sua terra! Tutte le terre del Re mio Signore disertano. Ili Milku ha mandato in rovina tutta la terra del Re! Provveda il Re mio Signore alla sua terra! Io dico: entrerei volentieri presso il Re mio Signore, a vedere gli occhi del Re mio Signore, ma l'ostilità contro di me è forte, e io non posso entrare presso il Re mio Signore. Sembri opportuno al Re mio Signore di mandare truppe di guarnigione, cosicchè io possa entrare a vedere gli occhi del Re mio Signore. Come il Re mio Signore vive, quando i commissari vengono (escono) io dico: "Vanno in rovina le terre del Re!", ma non mi danno ascolto. Vanno in rovina tutti i reggenti, non resta nessun reggente al Re mio Signore. Il Re si occupi delle truppe egizie, escano le truppe egizie dal Re mio Signore! Non restano più terre al Re, i nemici hanno saccheggiato tutte le terre del Re. Ma se ci saranno truppe egizie entro quest'anno, le terre saranno del Re mio Signore; se invece non ci saranno truppe egizie, le terre del Re mio Signore andranno in rovina. Allo scriba del Re mio Signore: messaggio di Abdi Heba tuo servo. Introduci belle parole al Re mio Signore! Tutte le terre del Re mio Signore vanno in rovina!" (EA 286 - Il faraone invita Abdi Heba a recarsi in Egitto per dar conto delle voci su di lui che lo accusano di tradimento. Abdi Heba si stupisce di come la corte egizia confonda gli amici e i nemici, trova nella gravità della situazione una scusa per non recarsi presso il faraone in Egitto e insiste sull'invio di truppe)
"Al Re mio Signore, mio Sole, dì: messaggio di Abdi Heba tuo servo. Ai piedi del Re mio Signore, sette e sette volte io mi getto. Guarda: il Re mio Signore ha stabilito il suo nome al sorgere del Sole e al tramontar del Sole. E' una malefatta che hanno commesso contro di me! Guarda, io non sono un reggente, io sono un soldato egizio per il Re mio Signore. Guarda, io sono un compagno del Re, io sono uno che porta tributo al Re. Nè mio padre nè mia madre, ma il forte braccio del Re mi ha messo nella mia casa paterna (....) è giunto da me (....) e io gli ho affidato dieci servi. Shuta, commissario del Re, è giunto da me e io ho affidato a Shuta ventuno ragazze e ottanta prigionieri, in dono per il Re mio Signore. Prenda consiglio il Re riguardo alla sua terra! Tutta la terra del Re va in Rovina, hanno intrapreso ostilità contro di me, fino alle terre di Sheri, fino a Ginti Kirmil. C'è pace per tutti i reggenti, ma per me c'è ostilità! Sono diventato come un hapiru e non posso vedere gli occhi del mio Signore, perchè c'è ostilità contro di me. Io sono come una nave in mezzo al mare. La mano (braccio) forte del Re prende Nahrima e Kush, ma intanto la città del Re la prendono i nemici (hapiru). Non c'è un solo reggente che resti al Re mio Signore, tutto va in rovina. Guarda: Zimrida di Lachish, l'hanno colpito dei servi fattisi hapiru. Yaptih Adda l'hanno ucciso sulla poerta di Zilu, e il Re è rimasto inerte! Perchè non li ha interrogati, il Re? Provveda il Re alla sua terra, e rivolga il Re la sua attenzione e faccia uscire le truppe egizie alla sua terra. Se entro quest'anno non ci saranno truppe egizie, tutte le terre del Re mio Signore andranno in rovina (periranno). Non vanno forse dicendo al cospetto del Re mio Signore che la terra del Re mio Signore va in rovina e tutti i reggenti vanno in rovina? Se entro quest'anno non ci saranno truppe egizie, il Re mandi almeno un suo commissario, che mi prenda in salvo assieme ai miei fratelli e noi possiamo morire presso il Re nostro Signore! Allo scriba del Re mio Signore: messaggio di Abdi Heba tuo servo. Ai tuoi piedi io mi getto. Introduci belle parole al Re. Io sono tuo servo e tuo figlio". (EA 288 - In quest'accorata missiva viene svelata l'inerzia del faraone verso le rivolte e i disordini dei regni vassalli, che rischiavano di mettere in pericolo l'intero impero egizio. Qui Abdi Heba ribadisce la sua gratitudine per aver ricevuto dal faraone, non dai genitori, la sua reggenza. A corte si accusa falsamente Abdi Heba e si chiude gli occhi di fronte ai veri nemici del faraone. Alla fine Abdi Heba chiede almeno di essere tratto in salvo assieme ai suoi fratelli per finire i suoi giorni in Egitto)
Dalle LETTERE DEI PICCOLI RE (Lettere di Amarna 1353-1336 a.C.), edito da "Paideia Editrice" a cura di Mario Liverani. Mario Liverani (Roma, 10 gennaio 1939) è uno studioso italiano. È professore ordinario di Storia del Vicino Oriente Antico alla Sapienza di Roma dal 1973, ed è accademico dei Lincei e membro onorario dell'American Oriental Society; dirige anche il Centro Interuniversitario di Ricerca sul Sahara Antico.
Foto: tavoletta di Abdi Heba EA 187, pubblicata sopra, con evidenziato il nome "Abdi Heba di Gerusalemme".
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DOSSIER DI MILKI ILU DI GEZER
Milki Ilu fu sindaco e sovrano di Gezer (anche Gazru) in epoca amarniana, 1350-1335 a.C. Gezer era una città-stato cananea ai piedi dei Monti Giudei, a metà strada fra Gerusalemme e Tel Aviv. Oggi è un parco nazionale israeliano; divenne una città fortificata importante nella prima metà del II millennio a.C. Fu distrutta da un incendio e ricostruita. La sua importanza fu dovuta all'incrocio strategico fra la "via del mare" e la strada fra Gerusalemme e Gerico, entrambi importanti vie commerciali. Le seguenti lettere di Amarna testimoniano il testamento di fedeltà al faraone da parte del re di Gezer.
"A Milki Ilu, uomo di Gezer, così dice il Re. Ecco che ti faccio recapitare questa tavoletta per dirti: ecco che ho mandato a te Hanya, capo stalliere delle truppe egizie, con tutto ciò che occorre per prendere belle donne coppiere, argento, oro, vesti di lino, cornalina e ogni altra pietra, un seggio d'ebano e ogni altra bella cosa. Totale centosessanta "deben" in sicli d'argento, totale quaranta coppiere, a quaranta sicli d'argento come prezzo per ciascuna coppiera. Manda coppiere che siano molto belle, che non abbiano difetto alcuno, e ti dirà il Re tuo Signore: "Così va bene, secondo il dispaccio che ti avevo mandato!" E sappi che il Re sta bene come il Sole, e le sue truppe e i suoi carri e i suoi cavalli stanno molto bene. Ecco che Amon ha dato il Paese Superiore e il Paese Inferiore , il sorgere del Sole e il tramontar del Sole, sotto i piedi del Re". (EA 369 - il faraone ordina a Milki Ilu, suo vassallo, di preparare 40 donne coppiere e altre cose ad un alto funzionario da lui inviato alla guida di un contingente armato)
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, dì: messaggio di Milki Ilu tuo servo, terreno ai tuoi piedi. Ai piedi del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, sette e sette volte io mi getto. La parola che mi ha fatto recapitare il Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, ecco che io preparo per il Re mio Signore, Sole nei cieli. Sappia il Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, che è salvo il posto del Re mio Signore che è con me". (EA 267 - lettera di tipo convenzionale)
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, dì: messaggio di Milki Ilu tuo servo, terreno ai tuoi piedi. Ai piedi del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, sette e sette volte io mi getto. Sappia il Re mio Signore che è salva la città del Re mio Signore, che egli mi ha affidato. La parola (....) Io mando, per tramite di Haya: quarantasei serve, cinque garzoni, cinque prigionieri, al Re mio Signore". (EA 268 - lettera che annuncia l'invio di personale al faraone)
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, dì: messaggio di Milki Ilu tuo servo, terreno ai tuoi piedi. Ai piedi del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, sette e sette volte io mi getto. Ho udito ciò che mi ha scritto il Re mio Signore. Il Re mio Signore mandi pure le truppe egizie ai suoi servi. Mandi anche il Re mio Signore della mirra come medicinale". (EA 269 - risposta ad una missiva faraonica relativa all'arrivo delle truppe egizie; Milki Ilu approfitta per inoltrare una richiesta di mirra al faraone)
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, dì: messaggio di Milki Ilu tuo servo, terreno ai tuoi piedi. Ai piedi del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, sette e sette volte io mi getto. Sappia il Re mio Signore che forte è l'ostilità contro di me e contro Shuwardata. Scampi il Re mio Signore la sua terra dalle mani dei nemici (hapiru)! Altrimenti il Re mio Signore mandi dei carri a prenderci, che i nostri servi non ci colpiscano! Inoltre, il Re mio Signore chieda al suo servo Yanhamu riguardo a ciò che viene fatto nella sua terra!" (EA 271 - richiesta d'aiuto riguardo a conflitti locali)
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, dì: messaggio di Milki Ilu tuo servo, terreno ai tuoi piedi. Ai piedi del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, sette volte sette io mi getto. Sappia il Re mio Signore l'azione che mi ha fatto Yanhamu, dopo che io sono uscito (ritornato) da presso il Re mio Signore. Ecco che ha preteso duemila sicli d'argento dalle mie mani, e mi ha detto:"Dammi tua moglie e i tuoi figli, che assumano la garanzia". Sappia il Re questa azione. Mandi il Re mio Signore dei carri a prendermi per portarmi presso di lui, che io non vada in rovina!" (EA - 270 - Milki Ilu protesta contro il trattamento riservatogli dal commissario Yanhamu, sperando che il faraone lo accolga di nuovo presso di sè)
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DOSSIER DI ADDU DANI BALU SHIPTI DI GEZER
Missive di Addu Dani (= dio ha giudicato) Balu Shipti (immagine di Baal), sindaco di Gezer in epoca a marniana. Gezer era una città-stato cananea, vassalla d'Egitto, ai piedi dei Monti Giudei, a metà strada fra Gerusalemme e Tel Aviv. Oggi è un parco nazionale israeliano; divenne una città fortificata importante nella prima metà del II millennio a.C. Fu distrutta da un incendio e ricostruita. La sua importanza fu dovuta all'incrocio strategico fra la "via del mare" e la strada fra Gerusalemme e Gerico, entrambi importanti vie commerciali. Anche queste lettere appartengono all'archivio di Amarna, 1350-1335 a.C.
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, dì: messaggio di Addu Dani Ba'lu Shipti tuo servo, terreno ai tuoi piedi. Ai piedi del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, sette e sette volte io mi getto. Ho udito la parola che il Re mio Signore ha spedito al suo servo: "Proteggi il posto del Re che è con te!" Ecco che io proteggo, giorno e notte. Poichè ha scritto (detto) il Re mio Signore: "Le tue parole non sono vere (....) ecco che io la (....) fino all'arrivo (....) io ascolto il Re mio Signore fino a che arriverà". (EA 293 - molto danneggiata questa tavoletta, ma si capisce l'apprensione per un rimprovero faraonico)
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, dì: messaggio di Addu Dani Ba'lu Shipti tuo servo, terreno ai tuoi piedi. Ai piedi del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, sette e sette volte io mi getto. Ho guardato di qua, ho guardato di là, e non risplendeva! Ho guardato verso il Re mio Signore, e risplendeva! Può smuoversi un mattone da sotto i suoi simili, ma io non mi smuovo da sotto i piedi del Re mio Signore. Ho udito le parole che il Re mio Signore ha spedito al suo servo: "Proteggi il tuo commissario, e proteggi la città del Re tuo Signore!" Ecco che io proteggo, ed ecco che io ascolto giorno e notte le parole del Re mio Signore. Sappia il Re mio Signore riguardo al suo servo, che c'è ostilità dai monti contro di me. Ho costruito una casa, di nome Manhate, per provvedere in vista dell'arrivo delle truppe egizie del Re mio Signore. E forse che non me l'ha presa Maya? E ha messo il suo commissario dentro di essa. Affida a Rianappa, mio commissario, che mi restituisca la città, e io potrò preparare in vista dell'arrivo delle truppe egizie del Re mio Signore. Inoltre, guarda l'azione di Piya, figlio di Gulate, contro Gezer, serva del Re mio Signore. Quante volte l'ha saccheggiata, e si è ridotta come un calderone dato in pegno, per causa sua! Dalle montagne le persone si riscattano per trenta sicli d'argento ciascuno; ma da Piya per cento sicli d'argento! Sappi queste parole del tuo servo!" (EA 292 - lettera di preparazione in vista dell'arrivo del contingente faraonico; appello al faraone contro gli attacchi nemici alla città di Gezer)
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, dì: messaggio di Addu Dani tuo servo. Ai piedi del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, sette e sette volte io mi getto. Ho ascoltato le parole del Re mio Signore, che ha spedito al suo servo: "Ascolta il tuo commissario, e proteggi le città del Re tuo Signore che sono con te!" Ecco che io osservo (proteggo) la parola che mi ha detto il Re mio Signore. Sappia il Re mio Signore riguardo al suo servo! Guarda l'azione di Piya, figlio di Gulate, contro di me: i miei uomini che io avevo mandato a servire a Giaffa e a proteggere la casa (granaio) del Re mio Signore, forse che non li ha presi Piya, figlio di Gulate? Sappia il Re mio Signore quest'azione del suo servo! Se il Re mio Signore mi dicesse così: "Abbandona la tua città di fronte a Piya!" io l'abbandonerei e me ne andrei, e servirei il Re mio Signore giorno e notte, per sempre". (EA 294 - lettera che denuncia un sopruso da parte di un funzionario reale, Piya, lo stesso della lettera precedente)
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DOSSIER DI YAPAHU DI GEZER
Lettere di Yapahu, principe della città-stato di Gezer in epoca amarniana (1350-1335 a.C.), al faraone Akhenaton. Gezer era una città-stato cananea, vassalla d'Egitto, ai piedi dei Monti Giudei, a metà strada fra Gerusalemme e Tel Aviv. Oggi è un parco nazionale israeliano; divenne una città fortificata importante nella prima metà del II millennio a.C. Fu distrutta da un incendio e ricostruita. La sua importanza fu dovuta all'incrocio strategico fra la "via del mare" e la strada fra Gerusalemme e Gerico, entrambi importanti vie commerciali. Anche queste lettere appartengono all'archivio di Amarna, 1350-1335 a.C.
"Al Re mio Signore, mio Dio, Sole nei cieli: messaggio di Yapahu, uomo di Gezer, tuo servo, terreno ai tuoi piedi. Ai piedi del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, Sole nei cieli, sette e sette volte io mi prosterno, di ventre e di dorso. Ecco che io proteggo il posto del Re mio Signore, Sole nei cieli, che è con me. Tutto ciò che il Re mio Signore mi ha scritto, tutto io eseguo. E chi sarei io, un cane, e cosa sarebbe la mia casa, e cosa il mio (...), e cosa tutto ciò che mi appartiene, se non ascoltassi sempre le parole del Re mio Signore, Sole nei cieli?" (EA 378 - lettera convenzionale con il motivo dell'ascolto ed esecuzione delle ingiunzioni faraoniche)
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, dì: messaggio di Yapahu tuo servo, terreno ai tuoi piedi. Ai piedi del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, sette e sette volte io mi getto. Tutto ciò che il Re mio Signore mi ha detto, l'ho ascoltato molto attentamente. Inoltre: io sono ridotto come un calderone di bronzo (vaso) dato in pegno per mano dei Sutei. Ecco che ho sentito il buon soffio vitale del Re, che è uscito dalla sua bocca per me: e il mio cuore è molto pacificato". (EA 297 - motivo d'ascolto e denuncia di difficoltà locali)
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, Sole nei cieli: messaggio di Yapahu, uomo di Gezer, tuo servo, terreno ai tuoi piedi, palafreniere dei tuoi cavalli. Ai piedi del Re mio Signore, Sole nei cieli, sette e sette volte io mi prosterno, di ventre e di dorso. Tutto ciò che il Re mio Signore mi dice, io l'ho ascoltato molto attentamente. Io sono servo del Re, e terreno ai tuoi piedi. Sappia il Re mio Signore che mio fratello monore mi si è inimicato, è entrato in Muhhazu si è affidato ai nemici (hapiru). Ecco, adesso c'è ostilità contro di me. Prendi consiglio riguardo alla tua terra! Scriva il mio Signore al suo commissario, riguardo a questa azione". (EA 298 - denuncia di problemi di secessione con il fratello)
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, Sole nei cieli: messaggio di Yapahu, uomo di Gezer, tuo servo, terreno ai tuoi piedi, scudiero dei tuoi cavalli. Ai piedi del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, Sole nei cieli, sette e sette volte io mi getto, di ventre e di dorso. Ho udito le parole del messaggero del Re mio Signore, molto attentamente. Prenda consiglio il Re mio Signore, Sole nei cieli, riguardo alla sua terra, che i nemici (hapiru) sono più forti di noi: mi dia il suo aiuto il Re mio Signore, oppure mi porti via il mio Signore dalle mani dei nemici (hapiru), che i nemici non ci annientino!" (EA 299 - ultimativa richiesta d'aiuto contro i nemici "hapiru": termine che designa una classe di persone disagiate ridotte allo sbando, che si organizzavano in bande fuori dalle città; fuoriusciti)
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, Sole nei cieli, dì: messaggio di Yapahu, uomo di Gezer, tuo servo, terreno ai tuoi piedi, palafreniere dei tuoi cavalli. Ai piedi del Re mio Signore, sette e sette volte io mi getto. Sappia il Re mio Signore, mio Dio, che i viveri sono distrutti dalla mia terra, e io non ho più niente. Mandi il Re le sue truppe egizie, ed esse (....) mi reintroducano nella mia città, e allora io certamente servirò il Re mio Signore, come mio padre e come i miei collaboratori. Ecco, io ascolto sempre le parole del Re mio Signore e ascolterò le parole di Maya, commissario del Re mio Signore, Sole nei cieli, figlio del Sole". (EA 300 - risposta all'annuncio dell'arrivo del commissario faraonico Maya. Yapahu sembra essere stato estromesso dalla sua città)
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DOSSIER DI BAYAWA DI GEZER
Lettere inviate al faraone da un personaggio notabile di nome Bayava, risalenti al periodo amarniano e quindi rivolte ad Akhenaton (1350-1335 a.C.). Gezer era una città-stato cananea, vassalla d'Egitto, ai piedi dei Monti Giudei, a metà strada fra Gerusalemme e Tel Aviv. Oggi è un parco nazionale israeliano; divenne una città fortificata importante nella prima metà del II millennio a.C. Fu distrutta da un incendio e ricostruita. La sua importanza fu dovuta all'incrocio strategico fra la "via del mare" e la strada fra Gerusalemme e Gerico, entrambi importanti vie commerciali. Anche queste lettere appartengono all'archivio di Amarna, 1350-1335 a.C.
"Al Re mio Signore, mio Sole, mio Dio: messaggio di Bayawa, tuo servo. Di ventre e di schiena, sette e sette volte ai piedi del Re mio Signore, mio Sole, mio Dio, io mi getto. Se Yanhamu non c'è (non viene) quest'anno, tutte le terre andranno perdute passando ai nemici (hapiru). Fa' vivere le tue terre!" (EA 215 - messaggio che invoca un'intervento militare egizio)
"Al Re mio Signore, dì: messaggio di Bayawa, tuo servo. Ai piedi del Re mio Signore, mio Sole, sette e sette volte io mi getto. Ho udito ciò che ha scritto il Re mio Signore al suo servo, di preparare in vista dell'arrivo delle truppe egizie; ecco che io preparo secondo quanto ha detto il Re mio Signore. Ho ascoltato attentamente le parole di Maya, commissario del Re mio Signore. Mandi pure il Re mio Signore le truppe egizie ai suoi servi. La gente che non dà ascolto al Re, il Re mio Signore prenderà consiglio a loro riguardo!" (EA 216 - risposta all'annuncio faraonico dell'arrivo del commissario Maya a capo di un contingente militare)
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HIZIRI
Lettera di Hiziri, personaggio notabile della zona amministrata dal commissario faraonico Maya. Periodo amarniano: 1350-1335 a.C. A Maya fu assegnata l'amministrazione della Palestina meridionale, come si deduce dalle numerose lettere che riferiscono suoi giri d'ispezione. Si presume fosse caduto successivamente in disgrazia presso Akhenaton, anche considerando che la sua tomba ad Amarna non fu completata.
"Al Re mio Signore, mio Sole, mio Dio, dì: messaaggio di Hiziri tuo servo. Ai piedi del Re mio Signore, sette e sette volte io mi getto. Il Re mio Signore mi ha scritto: "Prepara le provviste (offerte) in vista dell'arrivo delle numerose truppe egizie del Re "mio" (evidente errore dello scriba) Signore!" Conceda il dio del Re mio Signore che il Re mio Signore esca con le sue truppe numerose e conosca le sue terre. Ecco, così io ho preparato abbondanti provviste offerte in vista dell'arrivo delle numerose truppe del Re mio Signore. Il Re mio Signore mi ha scritto: "Proteggi Maya, commissario del Re "mio" (altro errore dello scriba) Signore!" Daavvero io proteggo Maya molto attentamente". (EA 337 - risposta ad un messaggio faraaonico relativo all'aarrivo del commissario Maya e delle sue truppe)
Dalle LETTERE DEI PICCOLI RE (Lettere di Amarna 1353-1336 a.C.), edito da "Paideia Editrice" a cura di Mario Liverani.
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UN VASSALLO AL FARAONE
Lettere inviate da un vassallo, non identificato a causa del testo danneggiato, al faraone, sempre relative al territorio controllato dal commissario Maya (1353-1336 a.C., epoca amarniana), ovvero la Palestina meridionale.
"Al Re mio Signore, dì: messaggio di Ah...(testo danneggiato), tuo servo. Ai piedi del Re mio Signore, mio Sole, sette e sette volte io mi getto. Ho udito tutte le parole del Re mio Signore, ed ecco che io (....) del Re mio Signore. E chi sono io, che non presto ascolto a Maya, commissario del Re mio Signore!? Mandi pure il Re mio Signore le truppe alla sua terra, in modo di proteggerla. La gente che non ascolta Maya, costoro li (....) noi tutti!" (EA 217 - lettera che annuncia l'arrivo di truppe guidate dal commissario faraonico Maya)
"Al Re mio Signore, dì: messaaggio di (....) uomo di (....) Ai piedi del Re mio Signore, sette e sette volte io mi getto. Ho udito tutte le parole del Re mio Signore, ed ecco che io preparo secondo quanto detto daal Re mio Signore; e ascolto molto attentamente le paarole di Maya. Mandi pure il Re mio Signore le truppe alle sue terre!" (EA 218 - simile alla precedente)
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YAMA - MAYA
Una lettera di Yama. L'identificazione di Yama con lo stesso commissario (rabisu) Maya, che controllava la Palestina meridionale, è ormai accertata. L'inversione delle stesse sillabe è nota anche per "Yrimayasha" e "Yriyamasha" (messaggero egizio durante il regno di Akhenaton). A questo punto è pressochè doveroso cogliere il parallelo con il personaggio vedico Yama, l'essere più antico del mondo, fratello di Manu, progenitore dell'umanità, e la stessa vedica "Maya", ossia il velo dell'illusione. Probabilmente gli egizi includevaano un preciso messaggio iniziatico invertendo questi nomi: Maya-velo dell'illusione, Yama-uomo ancestrale o colui che per primo ha creato l'universo-coscienza all'inizio del tempo. Maya è stato una delle figure politiche di primo piano nel nuovo regno di Akhenaton, acquisendo numerosi incarichi e titoli come: Generale dell'Esercito e Scriba Reale.
"Al Re mio Signore, dì: messaggio di Yama, tuo servo. Ai tuoi piedi io mi getto. Guarda, io sono tuo servo nel luogo nel quale risiedo, sono tutte tue città. Io proteggo i tuoi servi e i tuoi reggenti. Se un tuo soldato viene presso di me, io lo proteggo. E le città nelle quali risiedo, sono tutte protette per te. Interroga i tuoi reggenti, se non sono protetti. Sappi che tutte le tue città sono sane e salve". (EA 230 - Yama al faraone)
Foto: Statue di due persone e un ragazzo che servivano da icone domestiche. Nuovo Regno, epoca amarniana, Dinastia 18, regno di Akhenaton, ca. 1353-1336 a.C.
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YAHZIB ADDA
Due missive di Yahzib Adda, reggente di una città non identificata, probabilmente delle Palestina meridionale. Periodo amarniano: 1353-1336 a.C.
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, dì: messaaggio di Yahzib Adda, tuo servo, terreno aai tuoi piedi. Ai piedi del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, sette e sette volte io mi getto. La parola che mi ha detto il Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, ecco io la preparo per il Re mio Signore". (EA 275 - risposta aad un messaggio faraonico)
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole: messaggio di Yahzib Adda tuo servo, terreno ai tuoi piedi. Ai piedi del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, sette e sette volte io mi getto. La parola che mi ha spedito il Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, ecco che io la preparo per il Re mio Signore, Sole in cielo". (EA 276 - simile alla precedente)
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UN VASSALLO AL FARAONE
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole: messaggio di (....) tuo servo, terreno ai tuoi piedi. Ai piedi del Re mio Signore, mio Dio, mio sole, sette e sette volte io mi getto. La parola che mi ha spedito il Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, ecco che io la preparo per il Re mio Signore".
(EA 277 - simile alle precedenti ed attribuita, forse, allo stesso Yahzib Adda - Epoca amarniana; 1353-1336 a.C.; da un regno vassallo della Palestina meridionale)
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KURTUWA DI ZUNU
Una missiva di Kurtuwa di Zunu, personaggio notabile di una città forse ubicata nella Palestina meridionale (col beneficio del dubbio). Periodo amarniano: 1353-1336 a.C.
"Al Re mio Signore, mio Sole, dì: messaggio di Kurtuwa, uomo di Zunu, tuo servo, terreno dei piedi del Re mio Signore, mio Sole, e argilla che egli calpesta. Ai piedi del Re mio Signore, mio Sole, sette e sette volte io mi getto. Ho udito tutte le parole del Re mio Signore, mio Sole. Chi sono io, per non ascoltare il commissario del Re mio Signore, mio Sole, secondo quanto ha detto il Re mio Signore, mio Sole? Ecco che io proteggo la città del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, fino all'arrivo del commissario del Re mio Signore, mio Sole. Sappia il Re mio Signore, Sole nei cieli, che la città del Re mio Signore, mio Sole, che è con me è stata attaccata, e mio padre è stato colpito. Ecco, io proteggo la città del Re mio Signore, mio Sole, che è con me, fino all'arrivo del commissario del Re mio Signore, mio Sole, per conoscere la situazione delle terre del Re mio Signore, mio Sole". (EA 220 - lettera di ascolto, protezione e denuncia di problemi locali)
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QUATTRO VASSALLI AL FARAONE
Quattro missive assai malridotte da ignoti vassalli d'Egitto della Palestina meridionale, inviate al faraone: archivio delle lettere di Amarna, regno di Akhenaton, 1353-1336 a.C.
"....tredici mercanti d'Egitto che vennero colpiti nello sfuggire agli habiru, ho dato quattrocento sicli d'argento, oltre ai mille affidati al commissario del Re che sta su di me. Gli uomini che hanno commesso questa azione, il Sole li consegni al forte (....) del Re. Due servi del Re non (....) vennero colpiti" (EA 313)
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, Sole nei cieli, messaggio di (....) giovani servi e cento sicli d'argento al Re mio Signore; dieci servi e dieci serve. Per l'informazione del Re mio Signore, Sole nei cieli". (EA 309)
"....sette e sette volte io mi prosterno. Ecco che io proteggo la città del Re che è con me. Sappia il Re mio Signore che i nemici (hapiru) sono più forti di noi. Il Re pensi alla sua terraa!" (EA 307)
"....terreno ai tuoi piedi, palafreniere dei tuoi cavalli. Ai piedi del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, Sole nei cieli, sette e sette volte io mi prosterno (....) per l'informazione del Re mio Signore, mio Sole. Quanto al dare cavalli al tuo servo, per proteggere la guarnigione del Re mio Signore, Sole nei cieli e per (....)" (EA 308)
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DOSSIER DI LABAYA DI SICHEM
Labaya (anche traslitterato come Labayu o Lib'ayu) fu un sovrano contemporaneo di Amenhotep III (padre di Akhenaton) e vassallo del faraone: 1387-1348 a.C.; XVIII dinastia; un "signore della guerra" nella regione montuosa centrale del sud Canaan. Labaya era sovrano di Sichem (detta anche "Nablus"), oggi Cisgiordania, attivo su tutta la lunghezza della Samaria (tra Galilea e Giudea) e poco oltre. Labaya non si qualifica mai come "re di Sichem", probabilmente perchè aveva problemi di riconoscimento da parte del faraone.
Le sue tre lettere di Amarna ritrovate finora e indirizzate ad Amenhotep III, permettono un'incompleta cronaca della sua carriera. Nella prima delle lettere finora scoperte (EA 252), egli si difende dinanzi al Faraone contro le denunce di altri capi della città su di lui, per esempio, l'accusa secondo la quale avrebbe ingaggiato mercenari tra gli Hapiru. Labaya inoltre ammette di aver invaso Gezer e insulta il suo re Milki Ilu. Nega di essere al corrente di qualsiasi collaborazione di suo figlio con gli Hapiru. Altri governanti cananei, come Abdi-Heba di Gerusalemme, nelle sue accorate lettere al faraone, si sono lamentati di vari saccheggi e rapine di Labaya, ma è da notare che negli anni successivi, Abdi-Heba sarebbe lui stesso indicato come "un altro Labaya" in "EA 280". Labaya è stato accusato di catturare le città che erano sotto la protezione egiziana. Biridiya, il re di Megiddo, lo accusò di assediare la sua città nella lettera "EA 244". Dopo aver ricevuto numerose denunce sul comportamento di Labaya, il faraone infine ordinò a diversi governanti cananei di prendere Labaya prigioniero e mandarlo in Egitto. Biridiya, sovrano di Megiddo, ha scritto al faraone che Zurata, governatore di Akko, aveva catturato Labaya, ma accettò in seguito una tangente da quest'ultimo e lo rilasciò (EA 245). Infine Labaya venne ucciso dai cittadini della città di Gina (Beth-Hagan). La sua morte è stata segnalata dall'agente del Faraone, Balu-Ur-Sag. I figli di Labaya continuarono a promuovere campagne contro altri vassalli egizi in Canaan. Uno dei figli di Labaya, Mutbaal, divenne governatore di Pella nella parte trans-giordana di Canaan. a Biryawaza, re di Damasco, è stato infine chiesto di prendere azioni armate contro i figli di Labaya (EA 250).
"Al Re mio Signore, mio Sole: messaggio di Labaya, tuo servo, terreno che tu calpesti. Ai piedi del Re mio Signore, sette e sette volte io mi getto. Ho udito le parole che il Re mio Signore mi ha spedito su una tavoletta. Guarda, io sono servo del Re, come mio padre e mio nonno, sono servo del Re già da prima. Non pecco, non sono colpevole. Questo è il mio peccato, questa è la mia colpa, che sono entrato a Gezer. Ma io dico: il Re ci sia favorevole! Ecco, io non ho altro intento se non di servire il Re! Tutto ciò che il Re dice, io lo ascolto. Il Re mi affidi al mio commissario, per proteggere la città del Re!" (EA 253 - lettera in risposta ad un rimprovero faraonico verso Labaya per essere entrato nella città di Gezer)
"Al Re mio Signore, mio Sole: messaggio di Labaya, tuo servo, terreno che tu calpesti. Ai piedi del Re mio Signore e mio Sole, sette e sette volte io mi getto. Ho udito le parole che il Re mi ha spedito. Chi sono io, che il Re perda la sua terra a causa mia? Guarda, io sono servo fedele del Re. Non pecco, non sono colpevole, non ho rifiutato (trattenuto) il mio tributo, non ho rifiutato i desideri del mio commissario. Ecco, mi calunnia, quanto all'opprimermi. Ma il Re mio Signore non ha esaminato la mia colpa. Inoltre, se c'è una mia colpa, è questa: che sono entrato in Gezer. Ma io dico in pubblico: il Re ha preso tutto ciò che è mio; ma tutto ciò che è di Milki Ilu dov'è? (leggi: perchè il re non l'ha preso?). Io conosco l'azione di Milki Ilu, che è più grave di me. Inoltre il Re ha scritto per avere mio figlio. Io non sapevo che mio figlio se ne andasse con gli Hapiru. Forse non lo consegno in mano di Addaya? Inoltre, se il Re scrivesse per avere mia moglie, come potrei rifiutarla? e se il Re scrivesse per avere me, dicendo: "Mettiti una spada di bronzo in cuore, e muori!", come non eseguirei il dispaccio del Re?" (EA 254 - simile alla precedente; non si capisce se il finale è inteso come tono sprezzante o piuttosto amaro nei confronti del faraone, ma conoscendo la natura brigantesca di Labaya, probabilmente vale la prima ipotesi)
"Al Re mio Signore, dì: messaggio di Labaya, tuo servo. Ai piedi del Re mio Signore io mi getto. Poichè mi ha scritto: "Proteggi gli uomini che hanno occupato la città", come potrei proteggere quegli uomini? La città è stata occupata in azione di guerra! Proprio quando avevo giurato la pace, e quando giurai un Grande egizio giurò con me, proprio allora la città venne occupata. Eppure è stato capace di calunniarmi: sono denigrato al cospetto del Re mio Signore. Inoltre: perfino una formica, quando viene schiacciata, non si rivolta forse, e pizzica la mano dell'uomo che la schiaccia?! Se mi mostrassi pavido, oggi stesso verrebbe presa un'altra mia città! Inoltre, se tu dici, nonostante tutto: "Cadi sotto di loro, che ti possano colpire meglio!", io lo farò. Proteggerò gli uomini che hanno occupato la città: potrei sloggiare i miei avversari, e invece li proteggerò!" (EA 252 - risposta di Labaya ad un ingiunzione faraonica di proteggere i suoi nemici, nonostante avessero occupato la sua città. I toni si fanno sempre più sarcastici, fino al proverbio della formica: si sente tutta la sommessa collera di Labaya in queste appassionate righe)
Dalle LETTERE DEI PICCOLI RE (Lettere di Amarna 1353-1336 a.C.), edito da "Paideia Editrice" a cura di Mario Liverani.
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DOSSIER DI TAGI DI GINTIKIRMIL
Tre lettere di Tagi al faraone. Tagi era il sindaco/sovrano di Gintikirmil, città vassalla d'Egitto di difficile localizzazione, durante il regno del faraone Amenhotep III, padre di Akhenaton; alcuni suppongono si trovasse tra Megiddo e Acco, in Israele. Recentemente, nel sito degli scavi di Beth Shan, è stata trovata una lettera di Tagi a Labaya di Sichem, in forma di cilindretto forato, forse da appendere al collo. Purtroppo non siamo riusciti a trovarne una foto. Il contenuto dello scritto di questo piccolo reperto rimane ancora enigmatico.
"Al Re mio Signore: messaggio di Tagi, tuo servo. Ai piedi del Re mio Signore, sette e sette volte io mi getto. guarda, io sono servo del Re. Ho cercato di mettere insieme delle carovane affidate a mio fratello, ma per un pelo non è stato colpito, e così non ha potuto mandare le mie carovane al Re mio Signore. Chiedi al tuo commissario, se non è vero che per un pelo mio fratello non è stato colpito! Inoltre, guarda: quanto a noi, i miei occhi sono diretti a te. Sia che saliamo nei cieli, sia che scendiamo a terra, le nostre teste sono affidate a te! Ecco, ora ho cercato di mandare le mie carovane al Re mio Signore, affidandole ad un mio socio. Sappia il Re mio Signore che io servo il Re e proteggo". (EA 264 - lettera di giustificazione per il ritardo nell'invio di carovane)
"Al Re mio Signore: messaggio di Tagi tuo servo. Ai piedi del Re mio Signore io mi getto. Ho mandato un mio uomo, assieme ad altri uomini, per vedere il cospetto del mio Signore; e il Re mio Signore mi ha mandato un dono per mano di Tahmaya. Tahmaya mi ha consegnato una coppa d'oro e dodici paia di vesti di lino. Per l'informazione del Re mio Signore". (EA 265 - attestato di ricevuta di doni faraonici)
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, dì: messaggio di Tagi tuo servo, terreno dei tuoi piedi. Ai piedi del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, sette e sette volte io mi getto. Ho guardato di qua, ho guardato di là, e non risplendeva. Ho guardato verso il Re mio Signore e risplendeva. Ecco, io ho messo il mio intento a servire il Re mio Signore. Può smuoversi un mattone da sotto i suoi simili, ma io non mi smuovo da sotto i piedi del Re mio Signore! Ecco, ho mandato dei finimenti per una pariglia di cavalli, un arco, una faretra, un giavellotto, una coperta da cavallo per il Re mio Signore". (EA 266 - lettera di doni inviati al faraone)
Dalle LETTERE DEI PICCOLI RE (Lettere di Amarna 1353-1336 a.C.), edito da "Paideia Editrice" a cura di Mario Liverani.
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UN VASSALLO AL FARAONE
Lettera di un vassallo, purtroppo non identificato perchè la tavoletta è danneggiata dove c'era scritto il nome, probabilmente proveniente dalla stessa area (nei dintorni di Megiddo) da cui provengono quelle di Tagi di Gintikirmil. Epoca di Amenhotep III, padre di Akhenaton, 1387-1348 a.C.
"Al Re mio Signore, dì: messaggio di (....) tuo servo. Ai piedi del Re mio Signore, mi getto sette e sette volte. Ascolti il mio Signore le parole del suo servo: quando io sono entrato nella casa del mio Signore, tutto è stato preso dalla casa del tuo servo! E' stato preso l'argento, sono state prese le persone, sono state prese le pecore. Le città del mio Signore sono state saccheggiaate. tutto ciò che il mio Signore aveva dato al suo servo, anche questo è stato preso. Prenda consiglio il mio Signore riguardo al suo servo. Io ho detto questa cosa per tramite di Pawuru. Il mio Signore mi mandi delle guardie e dei cavalli (....) da Tagi e da Labaya". (EA 263 - il vassallo denuncia di aver subito razzie; vengono nominati Tagi di Gintikirmil e Labaya di Sichem)
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DOSSIER DI BALU MEHIR DI URU IK MA TE
Le tre brevi lettere di Balu Mehir hanno posto un dilemma sulla distinzione dagli altri due "Balu Mir" della missiva "EA 260" e "Balu Qarrad" di "EA 249" e "EA 250". Monarca di un piccolo regno orbitante aattorno a Sichem (Cisgiordania), probabilmente la biblica Mikmetat citata in Gios.17,7. Balu Mehir visse probabilmente sotto il regno di Amenhotep III, padre di Akhenaton (1387-1348 a.C.).
"Al Re mio Signore, messaggio di Balu Mehir tuo servo. Ai piedi del Re mio Signore, sette e sette volte io mi getto. Guarda, io sono servo fedele del Re. Sappia il Re mio Signore che salva è la sua città e il suo servo. Ecco, ho messo il mio collo nel giogo, e trascino! Sappia il Re mio Signore che io lo servo molto fortemente e la città di Mikmate lo serve molto fortemente". (EA 257 - lettera convenzionale con aattestato di sottomissione)
"Al Re mio Signore: messaggio di Balu Mehir, servo fedele del Re. Ai piedi del Re mio Signore, sette e sette volte io mi getto.. Tutto ciò che il Re mio Signore fa alla sua terra è molto buono". (EA 258 - risposta generica ad una missiva faraonica)
"Al Re mio Signore: messaggio di Balu Mehir, servo fedele del Re. Ai piedi del Re mio Signore, sette e sette volte io mi getto. Tutto ciò che vengo a sapere, lo dico al Re mio Signore". (EA 259 - risposta ad un invito ad informare il faraone su qualcosa)
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DOSSIER DI MUT BALU DI PIHILI
Mut Balu di Pihili (la classica Pella) è da situare presso la media valle del Giordano e da lui sono firmate queste due lettere inviate al faraone. Questo re era un figlio di Labaya di Sichem e controllava uno snodo carovaniero fra Hanigalbat e Babilonia, attraverso il Golan. Cronologicamente, essendo figlio di Labaya, visse in epoca amarniana: 1543-1292 a.C.
"Al Re mio Signore, mio Sole, dì: messaggio di Mut Balu, tuo servo, terreno ai tuoi piedi, suolo che tu calpesti. Ai piedi del Re mio Signore, sette e sette volte io mi getto. Il Re mio Signore mi ha spedito Haya per dire: "Hanno mandato questa carovanadiretta ad Hanigabalt, lasciala passare!" Chi sono io, che non lascio passare una carovana del Re mio Signore? Guarda, mio padre Labaya serviva il Re suo Signore; egli lasciava passare tutte le carovane che il Re mandava ad Hanigabalt, oppure a Karduniash. Mandi pure il Re mio Signore la carovana, io la inoltrerò, protetta al massimo!" (EA 255 - risposta di protezione ed assistenza)
"A Yanhamu, mio Signore, dì: messaggio di Mut Balu tuo servo. Ai piedi del mio Signore io mi getto. Poichè è stato detto in tua presenza:"Mut Balu è fuggito (ha nascosto) Ayyab". Come potrebbe il Re di Pihili fuggire di fronte al commissario del Re suo Signore? Viva il Re mio Signore, viva il Re mio Signore, se Ayyab sta a Pihili! Ecco, da due mesi è assente. Forse che non c'è lì da te Bin Elima? Chiediglielo! forse che non c'è Tadua? Chiediglielo! Forse che non c'è Yashuya?Chiediglielo! Davvero, a seguito del depredamento di Shulum Marduk, Ashtartu prestò soccorso, mentre tutte le città del Paese di Gari erano nemiche: Udumu, Aduru, Araru, Mishtu, Magdalu, Hini-anabi, Zarqu, Hayani e Yabishima erano prese. Inoltre, ecco, quando tu mi hai spedito questa lettera, io gli ho scritto per convocarlo qui: dunque, quando tu arriverai dal tuo viaggio, egli sarà arrivato a Pihili. Io ascolto le tue parole". (EA 256 - lettera riferita ad un aggressione subita da un mercante babilonese, di cui erano ritenuti responsabili Ayyab e Mut Balu, e qui egli assicura di non volersi sottrarre alle proprie responsabilità e di non voler nascondere il complice Ayyab. Mut Balu qui riferisce di aver difeso il mercante (Shulum Marduk) mentre si stava occupando di conflitti che coinvolgevano le città dell'area controllata da lui)
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BELIT NESHETI DI SAPUNA, O NIN UR MAH MES: LA SIGNORA DEI LEONI
Belit Nesheti fu una regina madre, reggente di una piccola città della Palestina meridionale (identificata come Sapuna, la biblica Safon) per conto del figlio minore, in epoca amarniana. La regina, disperata, scrive al faraone Akhenaton, essendo vassalla d'Egitto, riferendogli la gravità della situazione e chiedendogli aiuto militare. Infatti, intorno al 1350 a.C., c'era agitazione in Canaan. Re vassalli cananei espressero le loro paure attraverso lettere scritte su tavolette d'argilla per il faraone in Egitto, chiedendo aiuto militare. Attacchi e tradimenti dei governanti nativi vassalli del faraone, mettevano in pericolo il regno di Belit Nesheti. Abbisognava di soldati, rinforzi: le città vicine erano già cadute per mano degli Hapiru: bande di fuoriusciti e diseredati organizzatisi ai margini delle città.
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, dì: messaggio di Belit Nesheti, tua serva. Ai piedi del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, sette e sette volte io mi getto. Sappia il Re mio Signore che si compie ostilità nella terra. E' esaurita la terra del Re mio Signore a forza di disertare passando ai nemici (hapiru). Sappia il Re mio Signore, riguardo alla sua terra, e sappia il Re mio Signore che i nemici hanno scritto ad Ayyaluna e a Sarha. Per un pelo non sono stati colpiti i due figli di Milki Ilu. Sappia il Re mio Signore questa azione!" (EA 273 - lettera con richiesta d'aiuto)
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, dì: messaggio di Belit Nesheti, tua serva, terreno ai tuoi piedi. Ai piedi del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, sette e sette volte io mi getto. Scampi il Re mio Signore la sua terra dalle mani dei nemici (hapiru), che non vada in rovina la sua città fedele, Sapuna: per l'informazione del Re mio Signore". (EA 274)
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DOSSIER DI DASHRU
Due missive di ordinaria amministrazione al faraone da parte di Dashru, personaggio della Palestina centrale. Epoca amarniana: 1353-1336 a.C.
"Al Re mio Signore, mio Sole, dì: messaggio di Dashru, servo fedele del Re. Ai piedi del Re mio Signore, mio Sole, sette e sette volte io mi getto. Tutto ciò che il Re mio Signore dice, io lo ascolto". (EA 261)
"Al Re mio Signore, dì: messaggio di Dashru, servo fedele del Re. Ai piedi del Re mio Signore, sette e sette volte io mi getto. Tutto ciò che il Re mio Signore fa alla sua terra, è tutto molto bello!" (EA 262)
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UN VASSALLO AL FARAONE
Seconda tavoletta di una lettera divisa in due, di cui la prima parte è andata perduta, di un personaggio non identificato. Epoca amarniana: 1353-1336 a.C.
"....Chieda loro il Re, se ho preso qualcosa da un reggente! Lo dica al cospetto del Re! E il Re mio Signore mi chieda: "Adesso così tu sei rimasto inerte!" Risponderei: lo sono stato in attesa che il Re mio Signore sapesse questa cosa! Il Re mio Signore mi risponda la parola che vorrà rispondere: alla parola del Re io obbedirò". (EA 251)
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DOSSIER DI BIRIDIYA DI MEGIDDO
Il re di Megiddo, Biridiya, fu contemporaneo di Amenhotep III (padre di Akhenaton) e vassallo del faraone: 1387-1348 a.C.; XVIII dinastia. Megiddo era una delle città più importanti della Palestina settentrionale.
"Al Re mio Signore, mio Sole, mio Dio, dì: messaggio di Biridiya, servo fedele del Re. Ai piedi del Re mio Signore e mio Sole e mio Dio, sette e sette volte io mi getto. Ho udito le parole del Re mio Signore e mio Sole, ed ecco che io proteggo Megiddo, città del Re mio Signore, giorno e notte. Di giorno la proteggo dai campi coi carri, e di notte la proteggo dalle mura del Re mio Signore. Ma ecco che forte è l'ostilità dei nemici (hapiru) nel paese. Sappia il Re mio Signore, riguardo alla sua terra!" (EA 243 - lettera di denuncia delle ostilità locali)
"Al Re mio Signore e mio Sole, dì: messaggio di Biridiya, uomo di Megiddo, servo fedele del Re. Ai piedi del Re mio Signore, sette e sette volte io mi prosterno. Forse che non do ciò che desidera il Re mio Signore? Trenta buoi, pecore, uccellagione (....) Forse che non sono in pace tutti i Signori del paese? Io solo sono nemico!" (EA 242 - lettera con denuncia di ostilità locali e risposta a richiesta di vettovagliamento da parte del faraone)
"....Ai piedi del mio Signore, sette e sette volte io mi getto. Riguardo al dispaccio che il Re mio Signore mi ha mandato, ho udito le parole del Re mio Signore molto attentamente. E chi sono io, un cane randagio, che non provvedo al desiderio del Re mio Signore!? Ecco che io preparo per il Re mio Signore, secondo quanto ha detto (....)" (EA 247 - risposta convenzionale a richieste faraoniche)
"Al Re mio Signore, mio Sole, dì: messaggio di Biridiya, servo fedele del Re. Ai piedi del Re mio Signore e mio Sole, sette e sette volte io mi getto. Il Re mio Signore sappia riguardo al suo servo e alla sua città: ecco, sono io che coltivo nella città di Shunama, e sono io che trasporto uomini di corvèe. Ma guarda, i reggenti che stanno con me, non fanno come me: non coltivano in Shunama e non trasportano uomini di corvèe. Sono io solo che trasporto uomini di corvèe! Vengono da Yapu, a mio carico fino a qua, e anche da Nuribtu.Sappia il Re mio Signore riguardo alle sue città!" (EA 365 - riguardo alla gestione delle terre faraoniche)
"Al Re mio Signore e mio Sole, dì: messaggio di Biridiya, servo fedele del Re. Ai piedi del Re mio Signore e mio Sole, sette e sette volte io mi getto. Sappia il Re mio Signore che, da quando le truppe egizie sono rientrate, Labaya ha compiuto ostilità contro di me. No possiamo tosare e mietere, non possiamo uscire dalla porta della città, di fronte (alla presenza) a Labaya. Quando ha saputo che non sarebbero state mandate truppe egizie, ecco che ha indirizzato la sua intenzione a prendere Megiddo. Scampi il Re la sua città, che Labaya non la prenda! Davvero la città è esaurita a forza di morire per la pestilenza, per la peste. Dia il Re cento uomini di guarnigione, per proteggere la sua città, che non la prenda Labaya. Davvero, Labaya non ha altro intento: prendere Megiddo è ciò che cerca!" (EA 244 - richiesta d'aiuto contro le incursioni di Labaya di Sichem)
"....Inoltre, io ho dichiarato ai miei commilitoni: se il dio delRe nostro Signore consente che noi catturiamo Labaya, dobbiamo consegnarlo vivo al Re nostro Signore. Però la mia cavalcatura è stata messa fuori combattimento. Io mi sono messo ugualmente al suo inseguimento (dietro di lui), e ho cavalcato assieme a Yashdata, ma quando l'ho raggiunto l'avevano già sconfitto (colpito). Forse che Yashdata non è tuo servo? E' lui che è entrato in battaglia assieme a me, ma non ha (....) La vita del Re mio Signore pacifichi tutto nella terra del Re mio Signore (....) Zurata ha preso Labaya da Megiddo e mi ha detto: "Lo manderò al Re su delle navi". Invece Zurata l'ha preso e l'ha rimandato da Hinnatuna a casa sua; Zurata ha preso l'argento del suo riscatto dalla sua mano (di sua mano). Inoltre, cosa ho mai fatto al Re mio Signore che mi disprezza, e invece onora i miei commilitoni minori? E' stato Zurata che ha rilasciato Labaya, è stato Zurata che ha rilasciato Balu Mehir, a casa loro! Lo sappia il Re mio Signore!" (EA 245 - Biridiya declina ogni responsabilità sul rilascio di Labaya che aveva aggredito Megiddo)
"Al Re mio Signore, mio Sole, dì: messaggio di Biridiya, tuo servo fedele. Ai piedi del Re mio Signore e mio sole, sette e sette volte io mi getto. Ho udito il dispaccio del Re (....) ed ecco che adesso voi siete (....) Lo sappia il Re mio Signore! Ed ecco che i due figli di Labaya hanno dato il loro argento agli habiru e ai Sutei perchè compiano ostilità contro di me. Sappia il Re riguardo alla sua terra!" (EA 246 - denuncia di problemi locali)
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DOSSIER DI ENDARUTA DI AKSHAPA
Due lettere di Endaruta, re di Akshapa al faraone nell'anno d'incoronazione di Akhenaton, 1350 a.C. Akshapa era una città situata nella piana di Acco (Acri) ii Israele. Il presente dossier comprende una missiva di Endaruta ed una risposta del faraone.
"A Endaruta, uomo di Akshapa, dì: messaggio del Re. Ecco, ti faccio recapitare questa tavoletta, per dirti: bada, proteggi il posto del Re che è con te!Ecco, il Re ti ha mandato Hanni figlio di Mairiya, supervisore delle stalle del Re in Canaan. Ciò che ti dirà, ascoltalo molto attentamente! Che il Re non ti colga in fallo! Tutte le parole che ti dirà, ascoltale molto attentamente ed eseguile molto attentamente! Bada, bada di non essere negligente! Prepara in vista dell'arrivo delle truppe egizie del Re: molto cibo, vino, tutto quanto in abbondanza! Ecco, arriveranno molto presto, taglieranno la testa ai nemici del Re! Sappi che il Re sta bene, come il Sole in cielo; e le sue truppe e i suopi carri numerosi stanno molto bene". (EA 367 - ingiunzioni del faraone indirizzate ad Endaruta)
"Al Re mio Signore, il Sole nei cieli, dì: messaggio di Endaruta, tuo servo. Ai piedi del Re mio Signore, sette e sette volte io mi prosterno. Tutto ciò che ha detto il Re mio Signore, io preparo". (EA 223 - in risposta alla precedente lettera del faraone)
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DOSSIER DI ZURATA, ZATATNA E ZITATNA DI AKKO
Akko era il principale porto della Palestina settentrionale. Queste lettere si possono datare così: Zatatna è da collocare all'ottavo anno di Akhenaton, mentre Zurata (governatore di Akko) si identifica con l'infido alleato di Biridiya di Megiddo, citato nelle lettere precedenti dello stesso Biridiya risalenti all'epoca di Amenhotep III, padre di Akhenaton: 1387-1348 a.C.
"Al Re mio Signore, Sole nei cieli, dì: messaggio di Zurata, uomo di Akko, servo del Re, terreno dei suoi piedi, suolo che egli calpesta. Ai piedi del Re mio Signore, Sole nei cieli, sette e sette volte io mi prosterno, di ventre e di dorso. Chi è l'uomo che il Re suo Signore gli scrive, ed egli non ascolta!? Secondo ciò che esce dalla bocca del Sole nei cieli, così si farà!" (EA 232 - Zurata di Akko al faraone)
"Al Re mio Signore, Sole in cielo, dì: messaggio di Zatatna, uomo di Akko, tuo servo, servo del Re, terreno dei suoi piedi, suolo che egli calpesta. Ai piedi del Re mio Signore, mio Dio, Sole nei cieli, sette e sette volte io mi prosterno, di ventre e di dorso. Ciò che il Re mio Signore ha scritto al suo servo, questi lo ascolta; e tutto ciò che ha detto il mio Signore, io preparo". (EA 233 - Zatatna al faraone)
"Al Re mio Signore, Sole nei cieli: messaggio di Zatatna, uomo di Akko, tuo servo, servo del Re, terreno ai suoi piedi, suolo che egli calpesta. Ai piedi del Re mio Signore, Sole nei cieli, sette e sette volte io mi prosterno, di ventre e di dorso. Ascolti il Re mio Signore la parola del suo servo! Zirdamyashda si era distaccato da Biryawaza, e stava con Shuta, servo del Re, nella sua città di guarnigione. E (nessuno-Shuta) non gli ha detto nulla. Quando è uscito l'esercito del Re mio Signore, Zirdamyashda stava con esso in Megiddo. Anche questa volta non gli è stato detto nulla. Adesso ha disertato venendo da me, ed ecco che subito Shuta mi ha scritto: "Consegna Zirdamyashda e Biryawaza!" Ma io non ho accettato di consegnarlo. Guarda: Akko è come Magdalu in Egitto. Se il Re mio Signore non mi dà ascolto, Shuta si metterà contro di me! Mandi pure il Re mio Signore il suo commissario a prenderlo!" (EA 234 - Zatatna riferisce di essere pronto a consegnare Zirdamyashda rifugiatosi ad Akko, ma non al funzionario egizio Shuta, poichè è in contrasto con lui)
"Al Re mio Signore, mio Sole, mio Dio, Sole nei cieli, dì: messaggio di Zitatna, tuo servo, terreno ai tuoi piedi. ai piedi del Re mio Signore, mio Sole, mio Dio, sette e sette volte io mi prosterno, ai piedi del Re mio Signore. Ecco che io ho udito le parole del commissario del Re rivolte a me, di proteggere la città per il Re mio Signore. Io proteggo attentamente. Inoltre, il Re mio Signore mi ha scritto riguardo alla pasta vitrea. Ecco che io ne porto, cinquanta sicli è il loro peso, al Re mio Signore". (EA 235+327 - lettera convenzionale di Zitata con richiesta di pasta vitrea da parte del faraone)
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YASHDATA DI TA-ANNAK
Yashdata della città di Ta-annak, era probabilmente suddito di Biridiya di Megiddo, all'epoca di Amenhotep III, 1387-1348 a.C. Lettera di Yashdata di Ta-annak, piccola città della Palestina, vicina a Megiddo.
"Al Re mio Signore, mio Sole, mio Dio, dì: messaggio di Yashdata, servo fedele del Re, terreno ai piedi del Re. Ai piedi del Re mio Signore, mio Sole, mio Dio, sette e sette volte io mi getto. Sappia il Re mio Signore che tutto ciò che il Re mio Signore ha dato al suo servo, gli uomini di Ta-Annak l'hanno portato via; hanno macellato i miei buoi, e mi hanno espulso. Ecco che risiedo con Biridiya. Lo sappia il Re mio Signore, riguardo al suo servo!" (EA 248 - questo piccolo sovrano riferisce al faraone di essere stato, momentaneamente, espulso dalla sua città per mano stessa dei suoi sudditi)
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ZURASHAR DI GINTI-ASHNA
Lettera di Zurashar, re di Ginti-Ashna: città non ancora localizzata, sempre della stessa regione di Yezreel, demanio faraonico in Palestina. Periodo amarniano? Forse.
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, Sole nei cieli: messaggio di Zurashar, uomo di Ginti-Ashna, tuo servo, terreno ai tuoi piedi, palafreniere dei tuoi cavalli. Ai piedi del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, Sole nei cieli, sette e sette volte io mi prosterno, di ventre e di dorso. Ecco che ho udito le parole del commissario del Re mio Signore, molto attentamente. E chi è quel cane che non ascolta le parole del Re suo Signore, sole nei cieli, figlio del Sole!?" (EA 319 - missiva convenzionale)
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SHAMU ADDA DI SHAMHUNA
Due lettere di Shamu Adda di Shamhuna, sempre dal demanio egizio di Yezreel, in Palestina. Periodo di Akhenaton oppure di Amenhotep III (1387-1348 a.C.; 1353-1336 a.C.)
"Al Re mio Signore, mio Sole, dì: messaggio di Shamu Adda, servo del Re mio Signore. Ai piedi del Re mio Signore io mi getto, sette e sette volte. Poichè il Re mio Signore mi ha scritto riguardo al grano: interroghi il Re mio Signore il suo commissario, se i nostri padri mandavano grano, sin dal tempo di Kuzuna nostro padre!" (EA 224 - risposta a richiesta egizia di cereali)
"Al Re mio Signore, dì: messaggio di Shamu Adda, uomo di Shamhuna. Ai piedi del mio Re, sette e sette volte ancora io mi getto. Ho udito tutte le parole del mio Re; e quanto al commissario che il mio Re manderà presso di me, io ascolterò tutte le sue parole". (EA 225 - risposta all'annuncio dell'arrivo del commissario faraonico)
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ADDU QARRAD DI GITTI PADALLA
Sempre dal demanio faraonico palestinese di Yezreel, provengono queste due lettere di Addu Qarrad. Gitti Padalla era una piccola città, probabilmente non la capitale, del suo regno. Essendo menzionati i due figli di Labaya (vissuto ai tempi di Amenhotep III, padre di Akhenaton), si suppone le lettere risalgano al regno di Akhenaton: 1353-1336 a.C.
"Al Re mio Signore, dì: messaggio di Addu Qarrad, tuo servo. Ai piedi del Re mio Signore io mi getto, al Re mio Signore. Sappia che i miei uomini vanno in corvèe quando va anche Milki Ilu. Cosa ho mai fatto a Milki Ilu che opprime i miei uomini più dei suoi servi? A Tagi, suo suocero, ha dato i suoi servi. Cosa posso fare io? sono stati colpiti perchè io sono un servo fedele del Re. Questi uomini non possono andare in corvèe al tuo servizio. Il Re mi esenti! Dove mai (....) Milki Ilu e Labaya? Ecco che adesso compiono ostilità; interroghi il Re mio Signore (....)" (EA 249 - lettera di protesta per evidenti angherie subite)
"Al Re mio Signore, dì: messaggio di Addu Qarrad, tuo servo. Ai piedi del Re mio Signore, sette e sette volte io mi getto. Sappia il Re mio Signore che i due figli del traditore del Re mio Signore, e cioè i due figli di Labaya, hanno diretto le loro intenzioni a mandare in rovina la terra del Re mio Signore, in aggiunta a ciò che loro padre aveva già mandato in rovina. Sappia il Re mio Signore che continuamente i due figli di Labaya mi cercano dicendo: "Perchè hai dato in mano (restituito) al Re tuo Signore Gitti Padalla, città che Labaya nostro padre aveva presa?" Così mi dicono i due figli di Labaya: "Fa' guerra contro gli uomini di Qina, perchè hanno ucciso nostro padre! E se non fai guerra, noi saremo tuoi nemici". Ma io ho risposto a loro due: "Mi scampi il dio del Re mio Signore, dal fare guerra agli uomini di Qina, servi del Re mio Signore!" Sembri opportuno al Re mio Signore di mandare un suo Grande a Biryawaza, che gli dica:"Va' contro i due figli di Labaya, altrimenti sei un traditore del Re!" E oltre a ciò, il Re mio Signore scriva a me: "Esegui l'opera del Re tuo Signore contro i due figli di Labaya". Milki Ilu riguardo a loro due, è diventato un (....) fra loro due. Così si accende la vita di Milki Ilu, all'idea di introdurre i due figli di Labaya nella città di Pihili, per mandare in rovina il resto della terra del Re mio Signore, mediante loro due, in aggiunta a ciò che già avevano mandato in rovinaMilki Ilu e Labaya! Così dicono i due figli di Labaya:"Fa' guerra contro il Re tuo Signore, come faceva nostro padre, quando stette contro Shunama e contro Burquna e contro Harabu, e deportò il cattivo ed esaltò il fedele! Prese anche Gitti Rimunima e dissodò i campi del Re tuo Signore!" Ma io risposi a loro due:"Mi scampi il dio del Re mio Signore dal fare guerra al Re mio Signore! Io servo il Re mio Signore, e lo stesso fanno quei miei fratelli che obbediscono a me!" Ma il messaggero di Milki Ilu non si allontana da presso i due figli di Labaya. Chi oggi cerca di mandare in rovina la terra del Re mio Signore, è Milki Ilu; mentre io non ho altra intenzione se non di servire il Re mio Signore. Le parole che dice il Re mio Signore, io ascolto!" (EA 250 - Il contrasto con Milki Ilu e con i figli di LAbaya raggiungono qui livelli politico-militari. Addu Qarrad chiede l'intervento di Biryawaza, ovvero l'autorizzazione ad agire lui stesso contro i nemici)
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DUE MISSIVE DA HAZOR
Due lettere da Hazor, provenienti dall'archivio delle lettere di Amarna: 1353-1336 a.C. Hazor fu uno dei centri più rilevanti della Palestina e anche nella Tarda Eta' del Bronzo dovette essere un sito di primaria importanza, soprattutto per la vastità del suo insediamento. La ridotta presenza di reperti egizi nei livelli degli scavi fa pensare ad una sua relativa indipendenza dal controllo faraonico. Anche il dossier dell'archivio amarniano proveniente da questa città è ridotto; probabilmente gli egizi non la ritenevano per loro di molta importanza, perchè non si trovava sulle principali rotte carovaniere e commerciali.
IL RE DI HAZOR AL FARAONE:
"Al Re mio Signore, dì: messaggio del Re di Hazor. Ai piedi del Re mio Signore io mi getto. Guarda: io proteggo la città del Re mio Signore, fino all'arrivo a me del Re mio Signore. Quando ho udito queste tue parole, e l'uscir della vita del Sole per me, appena si è udita la vita io ho deciso che la mia truppa sarebbe uscita in pace, e che gli dèi avrebbero guardato benevolmente su di me. Ecco che io preparo tutto fino all'arrivo del Re mio Signore. Guarda: quando giunge Hani tuo messaggero, il mio cuore si rallegra molto (....)" (EA 227 - lettera con motivo di protezione e ascolto)
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ABDI TIRSHI DI HAZOR AL FARAONE:
"Al Re mio Signore, dì: messaggio di Abdi Tirshi, uomo di Hazor, tuo servo. Ai piedi del Re mio Signore, sette e sette volte io mi getto. Guarda: io sono servo fedele del Re mio Signore; ed ecco che io proteggo Hazor con le sue città (satelliti) per il Re mio Signore. Pensi (si ricordi) il Re mio Signore, a tutto ciò che viene fatto contro Hazor, tua città, e contro il tuo servo!" (EA 228 - messaggio di fedeltà)
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SETTE MISSIVE DALLA TERRA DI CANAAN
Sette lettere dall'archivio di Amarna (Akhetaton), inviate al faraone e ad un suo ministro. La terra di Canaan, demanio faraonico, comprendeva gli odierni territori di Palestina e Israele. Queste lettere risalgono al regno di Amenhotep III, padre di Akhenaton, 1387-1348 a.C.; XVIII dinastia, come si evince dalla presenza di Labaya, che a volte è nemico dell'Egitto, a volte perseguitato dai nemici del faraone, a seconda del mittente delle lamentele.
SHIPTU RISA
"Al Re mio Signore, dì: messaggio di Shiptu Risa, tuo servo, terreno ai tuoi piedi. Ai piedi del Re, sette e sette volte io mi getto. Sappia il Re mio Signore che salva è la sua città. Tutte le parole che il Re mio Signore ha scritto al suo servo, io le ho udite. Ecco che io coltivo e toso. Esca pure la carovana alla mia città: io preparo cibo e bevande in vista dell'arrivo della carovana del Re mio Signore, in quanto ho udito tutte le parole del Re mio Signore". (EA 226 - messaggio convenzionale relativo ad approvvigionamenti per l'arrivo delle carovane egizie)
UN VASSALLO AL FARAONE
"Al Re mio Signore, Sole in cielo, dì: messaggio di (....), uomo di (....) , servo del Re, terreno ai suoi piedi, suolo che egli calpesta. Ai piedi del Re mio Signore, Sole nei cieli, sette e sette volte io mi getto. Come il Re mio Signore, Sole nei cieli, ha scritto:"Proteggi la città del Re che è con te!", io proteggo la città come ha scritto il Re mio Signore, mio Dio, mio Sole". (EA 231 - lettera di protezione e ascolto)
BAYADI (?)
"....hanno preso Labaya e si sono messi contro le città del Re mio Signore, e hanno preso le città del il Re mio Signore che il Re mio Signore aveva affidato a me da proteggere. Sappia il Re mio Signore che hanno preso le città secondarie del Re mio Signore; ma la città nella quale io risiedo (la capitale), ecco che io la proteggo, fino a che io veda gli occhi del reggente del Re mio Signore. Ecco, dal giorno che ho mandato questa tavoletta al Palazzo stanno contro di me". (EA 237 - richiesta d'aiuto militare e allusione ala cattura di Labaya da tutt'altro punto di vista rispetto alle lettere dei nemici di quest'ultimo; in effetti sembra sempre che nemico del faraone sia l'"altro")
BAYADI AD UN GRANDE (personaggio egizio importante)
"Al Grande mio Signore: messaggio di Bayadi tuo servo. Ai piedi del Grande mio Signore io mi getto. Le città che il Grande mio Signore mi aveva affidato, i nemici hanno preso tutte le città, e perfino la città nella quale io risiedo, io non riesco a proteggerla. Il Grande mio Signore mi mandi cinquanta uomini di guarnigione, per proteggere la città fino all'arrivo del Grande mio Signore (....) presso-contro (....)e il figlio di Zatatna, e Hagurru (....) e hanno preso (....) e stanno contro di me. Hanno preso le città del Grande mio Signore: lo sappia il Grande mio Signore! Voi ci fate vivere, e voi ci fate morire!" (EA 238 - lettera simile alla precedente, forse spedita in copia ad un funzionario del faraone)
WIKTAZU
"Al Re mio Signore, Sole nei cieli, dì: messaggio di Wiktazu, tuo servo. Ai piedi del Re mio Signore, sette e sette volte io mi prosterno. Ho udito ciò che il Re mio Signore mi ha scritto. Ecco che io proteggo la città del Re mio Signore, finchè mi arrivino altre parole del Re mio Signore". (EA 113 - messaggio di ascolto)
WIKTAZU
"al Re mio Signore, dì: messaggio di Wiktazu. Ai piedi del Re mio Signore, sette e sette volte io mi prosterno. Poichè il Re mio Signore mi ha scritto, ecco: ciò che c'è qui da me, io lo do al Re mio Signore". (EA 222 - messaggio convenzionale)
BADUZANNU
"Al Re mio Signore, dì: messaggio di Baduzanu, tuo servo. Ai piedi del Re mio Signore, sette e sette volte io mi getto. Tutte le parole del Re mio Signore io eseguirò, fino a che uscirà il Grande e prenderà tutto ciò che ha detto il Re mio Signore. Guarda: noi siamo servi del Re. Esca pure il Grande e conosca le nostre presunte colpe, giacchè cose cattive sul conto dei tuoi servi qualcuno ha detto al tuo cospetto". (EA 239 - motivo convenzionale con stereotipi, come quello della colpa verso il faraone, in uso nel linguaggio diplomatico)
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MISSIVA PROVENIENTE DA TIRO
Al tempo in cui fu scritta questa lettera-tavoletta amarniana (regno di Amenhotep III, padre di Akhenaton, 1387-1348 a.C.) Tiro era una città insulare. Fu uno dei più importanti centri della costa fenicia, assieme ad Ugarit, ed in stretti rapporti con l'Egitto. L'espansione continentale del suo dominio comprendeva la città di Usu, che costituiva un importante avanposto per gli approgionamenti ed era minacciata, e poi occupata, da Sidone. Due re sono documentati dalle lettere di Amarna: questo qui presente il cui nome è danneggiato e vi si leggono solo le ultime sillabe: "...shipti", ed un'altro, le cui numerose missive pubblicheremo in seguito: Abi Milki. Lo studioso Knudtzon identifica il primo con Addu Dani.
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...SHIPTI (ADDU DANI?)
"al Re mio Signore, mio Dio, dì: messaggio di ...Shipti, tuo servo, servo fedele, terreno sotto i sandali del Re mio Signore. Ai piedi del Re mio Signore, mio Sole, mio Dio, sette e sette volte io mi getto. Guarda: io sono servo del Re mio Signore, e servo il Re mio Signore dalla testa ai piedi, come i miei padri hanno fatto da sempre. Sappia il Re mio Signore riguardo all'azione che ha compiuto Yab...uomo di Sidone contro di me (....) male (....) mi si è scagliato contro, assieme a Kal...assieme ai suoi fratelli (....) assieme alla gente di (....) si sono riuniti (....) ha commesso del male contro i miei commilitoni. Sappia il Re la mia fedeltà, e dia il Re mio Signore cinquanta uomini, con un capo di guarnigione, per proteggere la città per il Re. Ecco, io preparo la mia carovana, ed è mia intenzione di venire a servire il Re mio Signore". (EA 295 - lettera con richiesta d'aiuto contro Sidone)
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DOSSIER DI ABI MILKI DI TIRO
Abi Milki (= Melek è mio padre) fu re di Tiro, città vassalla d'Egitto, durante il regno di Akhenaton (1350-1335) e scrisse le seguenti lettere al faraone. Tiro era un'isola in epoca antica e dipendeva in tutto dalla terraferma; qui Abi Milki denuncia l'ostilità del re della vicina Sidone, che impediva a Tiro e ai suoi abitanti l'approvvigionamento d'acqua e legname. Dall'archivio delle lettere di Amarna.
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole: messaggio di Abi Milki, tuo servo. Sette e sette volte ai piedi del Re mio Signore io mi getto. Io sono il terreno sotto i sandali del Re mio Signore. Il mio Signore è il Sole che sorge ogni giorno su tutte le terre, secondo il destino del Sole suo buon padre, che fa vivere mediante il suo soffio benefico e ritorna indietro col suo vento del Nord, che mantiene tutta la terra in pace mediante la forza del braccio, che emette il suo grido nei cieli come Addu, e tutta la terra si spaventa al suo grido. Ecco, il servo ha scritto al suo Signore, poichè ha udito il bel messaggero del Re che è giunto al suo servo, e il soffio benefico che è uscito dalla bocca del Re mio Signore per il suo servo, e il suo respiro è ritornato indietro. Prima dell'arrivo del messaggero del Re mio Signore, il respiro non tornava indietro, il mio naso era bloccato. Guarda, adesso che il soffio del Re è uscito per me, io mi rallegro molto e sono felice ogni giorno. Essendo io felice, forse che la terra non prospera? Quando ho udito il bel messaggero che veniva dal mio Signore, tutta la terra ha paura di fronte al mio Signore. Quando ho udito il soffio benefico e il bel messaggero che è arrivato da me, che il Re mio Signore ha detto: "Sta saldo in vista dell'arrivo delle truppe in gran numero!", il servo dice al suo Signore:"Sì, sì, sì!" Sul mio davanti e sulla mia schiena io porto la parola del Re mio Signore. Chi ascolta il Re suo Signore e lo serve nei suoi posti, il Sole sorge per lui e il soffio benefico ritorna indietro dalla bocca del suo Signore. Chi non ascolta la parola del Re suo Signore, la sua città è distrutta, la sua casa è distrutta, non c'è nome per lui per tutta la terra per sempre. Guarda: il servo che ascolta il suo Signore, la sua città è salva, la sua casa è salva, e il suo nome resta per sempre. Tu sei il Sole che sorge su di me, e il muro di bronzo che resiste per lui, a motivo del forte braccio del Re mio Signore io sono tranquillo, io sono fiducioso. Ecco, io dico al Sole, padre del Re mio Signore: "Quando mai potrò vedere il cospetto del Re mio Signore?" Ecco che io proteggo Tiro, città grande, per il Re mio Signore, finchè il forte braccio del Re esca su di me, per darmi acqua da bere e legna da ardere. Inoltre: Zimrida, re di Sidone, scrive ogni giorno al traditore Aziru, figlio di Abdi Ashirta, riguardo a tutto ciò che ha saputo dall'Egitto. Così io scrivo al mio Signore: è bene che egli sappia". (EA 147 - lettera quanto mai adorna di passi innici e lodi al faraone, sproporzionatamente rispetto al motivo banale della richiesta da parte del sovrano di preparare vettovaglia in vista dell'arrivo delle truppe)
"Al Re mio Signore: messaggio di Abi Milki tuo servo. Sette e sette volte ai tuoi piedi mi getto. Ciò che il Re mio Signore ha detto, io l'ho fatto. Tutta la terra ha paura di fronte alle truppe del Re mio Signore! Io faccio preparare i miei uomini e le navi in vista dell'arrivo delle truppe del Re mio Signore. Chi non ascolta, non ha casa, non ha vita. Ecco, io proteggo la città del Re mio Signore, ma la mia salvezza è a carico del Re: sappia a proposito del suo servo, che è con lui". (EA 153 - lettera convenzionale con frasi retoriche)
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole: messaggio di Abi Milki, tuo servo, terreno sotto i sandali dei piedi del mio Signore. Ai piedi del re mio signore, mio Dio, mio sole, sette e sette volte io mi getto. Sappia il Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, riguardo alla sua città, sua serva, che Zimrida, uomo di Sidone, è ostile contro di me (....) il Re mio Signore (....) il Re mio Signore mi ha scritto (....) al Re mio Signore (....) con me lo dia per sempre al suo servo! E dia ottanta soldati egizi per proteggere (....) Forte è l'ostilità contro di me. Così soldati egizi (....) il soffio del Re. Io sto (....) e faccia vivere. Il Re, il Sole mio Signore sappia che Abi Milki è un servo fedele del Palazzo e si è dedicato al servizio del Re mio Signore. Il Re , il Sole, mio Signore (....)" (EA 152 - lettera molto danneggiata che riferisce contese locali con il re di Sidone)
"Al Re mio Signore, mio Sole: messaggio di Abi Milki, tuo servo. Sette e sette volte ai piedi del Re mio Signore io mi getto. Io sono il terreno sotto i piedi, i sandali, del Re mio Signore. Io sono tuo servo e proteggo Tiro città del Re mio Signore, e attendo il soffio vitale del Re, finchè il soffio del Re arrivi fortemente per me! Ecco, adesso l'uomo di Sidone, Zimrida mi è ostile. Ogni giorno non mi permette di attingere acqua (....) e non c'è acqua da bere per loro (....)" (EA 146 - lettera che denuncia il blocco all'accesso ai beni e all'acqua per la città di Tiro da parte del Re di Sidone, Zimrida. Tiro era un'isola e dipendeva per la sopravvivenza dalla terraferma)
"Al Re mio Signore: messaggio di Abi Milki, tuo servo. Sette e sette volte ai piedi del Re mio Signore io mi getto. Io sono il terreno sotto i sandali del Re mio Signore. Ho udito quel che il Re ha scritto al suo servo: "La mia forza stia salda per me!" Sì, ciò che il Re ha detto, io l'ho eseguito, e mi sono rallegrato molto. Inoltre, da quando le truppe del Re mio Signore se ne sono andate da me, l'uomo di Sidone non mi permette che i miei uomini scendano in terraferma a prendere legna e prendere acqua da bere. Un uomo viene ucciso, un uomo viene preso (....) Sappia il Re riguardo al suo servo!" (EA 154 - lettera simile alla precedente)
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole: messaggio di Abi Milki, tuo servo. Sette e sette volte ai piedi del Re mio Signore io mi getto. Il Re mio Signore ha scritto riguardo alla pasta vitrea che io ho. Ne ho dato al re mio Signore per cento sicli di peso. Il Re mio Signore si rivolga benevolmente al suo servo, e dia la città di Usu al suo servo, come fosse una giara di acqua da bere per lui. Dia il Re mio Signore dieci fanti per proteggere la sua città, mentre io entri e veda il cospetto del Re mio Signore! Buono è il mio atteggiamento verso il Re mio Signore, come quando il Re mio signore mi ha affidato di proteggere la sua città. Io ho scritto al Re mio Signore che ogni giorno il re di Sidone prende un mio fante. Il Re si rivolga benevolmente al suo servo e affidi al suo commissario di dare la città di Usu per l'acqua al suo servo, per raccogliere legna, per paglia e per argilla. Poichè e gli ha commesso ostilità, non ha forse ribaltato il giuramento? Non c'è altro fante che saccheggia la terra del Re: è il re di Sidone! Il Re di Hazor ha abbandonato la sua casa e si è messo coi nemici (hapiru). Sappia il re, riguardo a questi fanti, questi traditori, che faranno passare la terra del Re al nemico! Chieda il Re al suo commissario, che conosce Canaan!" (EA 148 - denuncia di ostilità con il re di Sidone)
"Al Re mio Signore, mio Sole, mio Dio: messaggio di Abi Milki, tuo servo. Sette e sette volte ai piedi del Re mio Signore io mi getto. Io sono il terreno sotto i piedi, i sandali, del Re mio Signore. Il Re mio signore è come il Sole, come Addu nei cieli tu sei. Il Re prenda consiglio riguardo al suo servo. Il Re mio Signore mi ha affidato di proteggere Tiro serva del Re. Io ho scritto una tavoletta urgente al Re mio Signore, ma non mi ha risposto parola alcuna. Io sono come un commissario del Re mio Signore. Sono io che porto parole buone o anche cattive al Re mio Signore. Mandi il Re venti fanti a proteggere la sua città, che io possa entrare presso il Re mio Signore e vedere il suo cospetto! Qual'è la vita di un fante, quando il soffio non esce dalla bocca del Re suo Signore? Egli vive se il Re scrive al suo servo, vive per sempre. Io, fin dall'anno scorso volevo entrare al cospetto del Re mio Signore, ma Zimrida il capo l'ha saputo e ha respinto la mia carovana al Re mio Signore, dicendo: "Chi ti farà entrare presso il mio Signore?" Ha già preso Simura, Aziru figlio di Abdi Ashirta, traditore del Re: è stato Haib, colui che innalza il soffio vitale, il tuo stesso messaggero, che ha dato Sumura ad Aziru! Il Re non resti inerte riguardo a quella città, riguardo alla sua terra. Quando udissero il nome del re e il nome dell'esercito, essi avrebbero molta paura, tutta la terra avrebbe paura, quella che non va al seguito del Re mio Signore. Il Re sa che mi hai messo come commissario in Tiro. Zimrida ha preso Usu dal tuo servo. L'ho dovuta abbandonare: così non c'è acqua, non c'è legna per noi, non c'è neanche dove possiamo mettere i morti! Il Re mio Signore prenda consiglio riguardo al suo servo. Il Re mio Signore mi ha scritto su una tavoletta:"Tutto ciò che odi, scrivilo al Re!" Ecco cosa ho udito: Zimrida di Sidone e Aziru traditore del Re e la gente di Arwad hanno giurato e reiterato il giuramento tra di loro, hanno raccolto le loro navi, i loro carri e i loro fanti, per prendere Tiro serva del Re. Se il forte braccio del Re arriva, li batterà e non riusciranno a prendere Tiro. Hanno preso Sumura su istigazione di Zimrida, che riferiva le parole del Re ad Aziru. Io ho scritto una tavoletta al Re mio Signore, ma non ha risposto parola alcuna al suo servo. Fin dall'anno scorso c'è ostilità contro di me. Non c'è acqua, non c'è legna. Mandi il Re una tavoletta al suo servo, che possa entrare a vedere il suo cospetto! Il Re provveda al suo servo e alla sua città, e non abbandoni la sua città e la sua terra. Perchè un commissario del Re nostro Signore dovrebbe distaccarsi dal Paese? Lo sa Zimrida, e lo sa il traditore (Aziru), che il braccio del Re non c'è. Ecco, questa mia tavoletta, un fante la porta al Re, al Sole, mio Signore. Il Re risponda al suo servo!" (EA 149 - Richiesta d'aiuto contro Zimrida per la restituzione della città di Usu e denuncia della complicità di Zimrida con Aziru)
"Al Re mio Signore, mio Sole, mio Dio: messaggio di abi Milki tuo servo. Sette e sette volte ai piedi del Re mio signore io mi getto. Quanto al rivolgersi benevolmente del Re al suo servo e quanto al dare soldati egizi per proteggere la città del Re mio Signore: io sono come questi uomini (i soldati egizi). Un solo soldato protegga la città del Re mio Signore, e io possa entrare a vedere il cospetto del Re mio Signore. Il Re si rivolga benevolmente al suo servo, e gli dia Usu perchè possa cibarsi e perchè possa bere acqua (....) grida per strada: "Vendo legna!" L'avanzo del Re mio Signore tu davi ai miei padri e gli dèi della città attraversavano per venire presso il Re mio Signore". (EA 150 - simile alle precedenti)
"Al Re mio sole, mio dio (ripetuto due volte): messaggio di Abi Milki tuo servo. Sette e sette volte ai piedi del Re mio signore io mi getto. Io sono il terreno sotto i sandali del Re mio Signore. Ecco, io proteggo fortemente la città del Re, che egli ha affidato in mano mia. Ho intenzione di andare a vedere il cospetto del Re mio signore, ma non posso sottrarmi alla mano di Zimrida di Sidone. Se sentisse che io voglio entrare in Egitto, farebbe ostilità contro di me. Il Re mio signore mi dia venti uomini per proteggere la città del Re mio Signore, e io entrerò al cospetto del Re mio signore, per vedere il suo bel viso. Io mi sono rivolto al servizio del Re mio Signore. Chieda il Re mio Signore al suo commissario, se non mi sono rivolto verso il Re mio Signore! Ecco, ho mandato il mio messaggero presso il Re mio Signore; il Re mio Signore rilasci il mio messaggero con la sua tavoletta per me! Che io possa entrare al cospetto del Re mio Signore. Io mi sono rivolto verso il Re, per vedere il cospetto del Re mio Signore. Il Re mio Signore non abbandoni il suo servo dalla sua mano.Il Re mio Signore si rivolga benevolmente e dia acqua da bere al suo servo e legna al suo servo. Sappia il Re mio Signore che noi siamo collocati in mezzo al mare: non c'è acqua e non c'è legna per noi. Ecco, ho mandato Ili Milku come messaggero presso il Re mio Signore, e ho dato cinque talenti di bronzo, dei martelli e una frusta. Il Re mio Signore mi ha scritto:"Ciò che odi da Canaan, scrivimelo!"Ecco cosa ho udito: il Re di Danuna è morto e suo fratello è diventato re dopo di lui e la sua terra è tranquilla. Il palazzo del re di Ugarit, il fuoco l'ha bruciato: metà l'ha bruciato e metà no. Truppe di Hatti non ce ne sono. Etakama, capo di Qadesh, e Aziru sono in guerra, e contro Biryawaza che sono in guerra. Io ho constatato la violenza di Zimrida, quando ha raccolto navi e truppe delle città di Aziru contro di me. Ti sembra bello che un fante del mio Signore debba avere paura? Tutti hanno paura! Il Re si rivolga al suo servo, e ritorni indietro (esca)!" (EA 151 - simile alle precedenti)
"Al Re, al Sole,, mio Signore: messaggio di Abi Milku, tuo servo. Sette e sette volte ai piedi del Re mio Signore io mi getto. Io sono il terreno sotto i sandali del Re mio Signore. Il Re è il Sole eterno. Il Re ha detto, riguardo al suo servo e al servo di Maya Ati, di dare il soffio vitale e l'acqua da bere per lui. Ma essi non hanno agito secondo l'ordine del Re mio Signore, non ci hanno dato niente! Prenda consiglio il Re riguardo al servo di Maya Ati, a dare acqua per la sua sopravvivenza! Inoltre, o Re mio Signore: che non c'è legna, non c'è acqua, non c'è paglia, non c'è terra, non c'è posto per i morti, lo sappia il Re mio signore, riguardo al servo di Maya Ati, di dargli di che vivere! Quando il Re mio Signore darà acqua da bere al servo di Maya Ati, io mi dedicherò al suo servizio e a quello di Maya Ati mia Signora, notte e giorno. Qualora entrassi al cospetto del Re mio Signore, avrei paura, e non sarei capace di parlare, perchè vedrei (mi vedrebbe) il Re, il Sole. Ma il commissario non ha agito secondo l'ordine del Re, non ha dato l'acqua secondo l'ordine del re. Sappia il Re, riguardo al suo servo, e riguardo a Tiro, città di Maya Ati, che qualunque parola è uscita dalla bocca del Re per il suo servo, quello io ho fatto! La parola del Re va davanti! Il Re è il Sole eterno e io sono servo fedele del Re mio Signore. Il Re mi ha affidato di proteggere la città di Maya Ati mia signora (....) Inoltre, o Re mio Signore, fin dalla partenza delle truppe da me, io non posso andare in terraferma. Se arrivasse una tavoletta del Re mio signore, io potrei avvicinarmi alla terraferma. Il Re mio Signore conosce l'intendimento di tutta la terra , il re si rivolga benevolmente al suo servo e a Tiro, città di Maya Ati, per dare legna e acqua per la sua sopravvivenza! Inoltre, o Re mio Signore: chieda il Re al commissario, come andavano le cose quando gli egizi risiedevano a Sumura! Guarda: l'uomo di Beirut andava con una nave, l'uomo di Sidone con due navi, io andavo con tutte le mie (tue) navi. Il Re prenda consiglio riguardo al suo servo, protegga le navi del Re in tutta la mia città". (EA 155 - ulteriori pressioni nonostante il precedente interessamento del faraone,non andato a buon fine. Abi Milki fa appello anche alla principessa Merit Aton, figlia di Akhenaton, qui denominata Maya Ati)
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ZIMRIDA DI SIDONE
Due lettere di Zimrida, re di Sidone, risalenti al regno di Akhenaton: 1353-1336 a.C. Sidone era territorialmente più estesa di Tiro e rivale cronica di quest'ultima. Avendo appena letto le precedenti lettere di Abi Milki di Tiro, il quale lamenta tremende prevaricazioni da parte di Zimrida contro la sua città ed anche le identiche lamentele su di lui del re di Biblo, queste missive di Zimrida sembrerebbero presentarlo come un suddito remissivo e senza grilli per la testa. Cercheremo di essere neutrali :-)
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, mio soffio vitale, dì: messaggio di Zimrida, reggente di Sidone. ai piedi del mio Signore, mio Dio, mio Sole, mio soffio vitale, sette e sette volte io mi getto. Sappia il Re mio Signore che salva è Sidone, serva del Re mio Signore, che egli mi ha affidato. Quando ho udito le parole del Re mio Signore, che ha scritto al suo servo, il mio cuore si è rallegrato, la mia testa si è sollevata, i miei occhi si sono illuminati, all'udire le parole del Re mio Signore. Sappia il Re che io preparo in vista dell'arrivo delle truppe egizie del Re mio Signore, preparo tutto secondo l'ordine del Re mio Signore. E sappia il Re mio Signore che molto forte è l'ostilità contro di me. Tutte le città che il Re mi ha affidato sono passate dalla parte del nemico (hapiru). Mi affidi il Re ad un uomo che venga alla testa delle truppe egizie del Re, per chieder conto alle città che sono passate al nemico e ricondurle sotto il mio controllo, e io possa servire il Re mio Signore come i nostri padri in precedenza". (EA 144 - risposta all'annuncio dell'arrivo del contingente egizio e richiesta d'appoggio contro i nemici hapiru)
"A (....) dì: messaggio di Zimrida. Ai tuoi piedi mi getto. Sappi che io sto bene; e tu, assieme ai tuoi auguri, rispediscimi dal cospetto del Re mio Signore il soffio vitale della (tua-sua) bocca. Ho udito le tue parole che mi hai fatto recapitare per mano di A....Forte assai è l'ostilità, arriva fino alle terre dei commissari del Re. Ecco, il Re nostro Signore viene ingannato dalle sue terre; e viceversa il soffio della sua bocca non arriva alla presenza dei suoi servi che stanno nelle terre dell'interno. Inoltre: poichè hai detto, riguardo alle terre di Amurru:"Ogni cosa che odi da laggiù, riferiscimela!", io ho ascoltato questo: ognuno ti aspetta, e io vedrò i tuoi occhi quando tornerò da quelle terre (....)" (EA 145 - lettera che riferisce le difficoltà di comunicazione con l'entroterra siriano)
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DOSSIER DI AMMU NIRA DI BEIRUT
Tre lettere di Ammu Nira, re di Beirut. Beirut era, in epoca amarniana, 1353-1336 a.C., città alleata di Biblo e Tiro, ma di secondaria importanza rispetto ai rapporti con l'Egitto. La protezione che Ammu Nira offre a Rib Adda di Biblo, assume particolare rilievo nel contesto delle vicende locali.
"Al Re mio Signore, mio Sole, mio Dio, mio soffio vitale, dì: messaggio di Ammu Nira, uomo di Beirut, tuo servo, terreno ai tuoi piedi. Ai piedi del Re mio Signore, mio Sole, mio Dio, mio soffio vitale, sette e sette volte mi getto. Inoltre, ho ascoltato le parole della tavoletta del Re mio Signore, mio Sole, mio Dio, mio soffio vitale; il cuore del tuo servo e terreno ai piedi del Re mio Signore, mio Sole, mio Dio, mio soffio vitale si è rallegrato moltissimo, che sia uscito il soffio vitale del Re mio Signore, mio Sole, mio Dio, per venire al suo servo, terreno ai suoi piedi. Inoltre: poichè il Re mio Signore, mio Sole, ha scritto al suo servo e terreno ai suoi piedi: "Prepara in vista dell'arrivo delle truppe egizie del Re tuo Signore!", io ho ascoltato molto attentamente, ed ecco che preparo coi miei cavalli e coi miei carri e con tutta la mia roba che sta presso il servo del Re mio Signore, in vista delle truppe egizie del Re mio Signore. Le truppe egizie del Re mio Signore, mio Sole, mio Dio, calpestino la testa del suo avversario! E gli occhi del tuo servo guardino alla vita del Re mio Signore! Inoltre, guarda: le truppe del Re mio Signore, mio Sole, mio Dio, mio soffio vitale vendichino il suo servo! Ecco, io proteggo la città del Re mio Signore, mio Sole, mio soffio vitale, e il suo muro finchè io veda gli occhi delle truppe egizie del Re mio Signore. Io sono servo del Re, per servirlo". (EA 141 - lettera di risposta all'annuncio dell'arrivo di truppe egizie)
"Al Re mio Signore, mio soffio vitale, dì: messaggio di Ammu Nira, tuo servo e terreno ai tuoi piedi. Ai piedi del Re mio Signore sette e sette volte io mi getto (....) mio soffio vitale. Il Re mio Signore ha scritto al suo servo, terreno ai suoi piedi, riguardo al suo ordinativo, che è in corso. L'ordinativo del Re mio Signore, mio soffio vitale, io lo cercherò e lo manderò al Re mio Signore, mio soffio vitale. Inoltre, ecco che all'arrivo delle navi del Re mio Signore che sono state mandate a Beirut io le lascerò ripartire. La serva del Re mio Signore: come un solo (? - incomprensibile) da (....), così è Beirut per il Re mio Signore! E io sono come il riscaldatore dei cavalli del Re mio Signore! (....) per il Re mio Signore. L'ordinativo (? - incomprensibile) del Re mio Signore, mio soffio vitale, sulle navi del Re mio Signore io manderò. Inoltre: sappia il Re mio Signore che è esaurito il (....) del Re mio Signore, mio soffio vitale. Inoltre: sappia il Re mio Signore che forte è l'ostilità contro il suo servo". (EA 143 - risposta a richiesta del faraone per l'invio di merci non ben identificate)
"Al Re mio Signore, mio soffio vitale: messaggio di Ammu Nira, tuo servo, terreno ai tuoi piedi. Ai piedi del Re mio Signore sette e sette volte mi getto. Inoltre: ho ascoltato le parole della tavoletta che Re mio Signore ha mandato tramite Hani e quando ho sentito le parole della tavoletta del Re mio Signore, il mio cuore ha gioito e i miei occhi si sono illuminati molto. Inoltre: ecco che io sto molto all'erta, e proteggo Beirut per il Re mio Signore, fino all'arrivo delle truppe egizie del Re mio Signore. Inoltre: riguardo all'uomo di Biblo che sta qui con me, ecco che io lo proteggo fino a che il Re non prenderà consiglio riguardo al suo servo. Inoltre: sappia il Re mio Signore che l'azione di suo fratello che sta a Biblo, che ha dato i figli di Rib Adda, che sta con me, ai traditori del Re che stanno in Amurru. Inoltre: ecco che io preparo coi miei cavalli e coi miei carri e con tutta la mia roba che sta con me, in vista dell'arrivo delle truppe egizie del Re mio Signore. Inoltre: ai piedi del Re mio Signore, sette e sette volte io mi getto".
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DOSSIER DI RIB ADDA DI BIBLO, parte I (dall'inizio del conflitto con Abdi Ashirta alla presa di Sumura da parte di quest'ultimo)
E' necessario suddividere il ricchissimo dossier di Rib Adda, relativo all'archivio di Amarna, in più parti, trattandosi di ben 70 lettere inviate al faraone Amenhotep III, padre di Akhenaton: XVIII dinastia, Nuovo Regno, 1387-1348 a.C. Rib Adda era re di Biblo, sulla costa fenicia, e vassallo d'Egitto. Biblo tenne sempre relazioni molto strette con l'Egitto, fin dai tempi dell'Antico Regno. Nell'epoca di Amenhotep III però, Biblo era già declassata alla pari delle altre città vassalle, come Ugarit e Tiro. Nonostante i problemi di Rib Adda fossero, a ben vedere, abbastanza gravi, era abitudine del Re non immischiarsi nelle dispute fra vassalli. Il principale problema di Rib Adda era l'espansionismo del re di Amurru, Abdi Ashirta, come ben si può capire dalla lettura delle seguenti lettere.
"Rib Adda dice al suo Signore, Re di tutte le terre, grande Re. La Signora di Biblo dia forza al Re mio Signore. Ai piedi del mio Signore, mio Sole, sette e sette volte mi getto. Sappia il Re mio Signore che salva è Biblo, serva fedele del re, ma forte assai è l'ostilità dei nemici (hapiru) contro di me. Non resti inerte il Re mio Signore riguardo a Sumura: che non passi tutto dalla parte dei nemici. Mediante il commissario regio che c'è a Sumura, Biblo è approvvigionata (letteralmente: "viva"). Ecco, Pahamnata, commissario regio in Sumura, conosce la ristrettezza (debolezza) che grava su Biblo. Da Yarimuta noi siamo approvvigionati; ma forte assai è l'ostilità contro di noi: il Re non resti inerte riguardo alle sue città!" (EA 68 - lettera che si riferisce a problemi locali)
"A....dì: messaggio di Rib Adda. Ai tuoi piedi mi getto. La Signora di Biblo, dea del Re mio Signore, ti dia onore al cospetto del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole (....) Io dico: si sono messi tutti d'accordo fra di loro contro di me. Inoltre, ecco: adesso disertano a motivo dell'ostilità che c'è contro di me, giorno e notte. Inoltre tu sai bene che le mie città sono più forti di me, e io non riesco a far la pace con loro. Inoltre Biblo e l'uguale di Magdalu, eppure le truppe di Kuasbat sono ostili contro di me, e non c'è nessuno che mi salvi (letteralmente : aiuti) dalle loro mani. Inoltre: al sopraggiungere di Appiha presso di me, c'è stato un tumulto contro di me, tutte le porte sono state disarmate del loro rame (bronzo). Chiedi ad Appiha, tuo uomo, com'è andata l'intera questione. Inoltre: sollecita il Re mio Signore, che escano le truppe egizie (....)" (EA 69 - lettera riguardante problemi interni)
"Rib Adda dice al suo Signore, Re di tutte le terre, Re grande. La Signora di Biblo dia forza al mio Signore, mio Sole. Ai piedi del mio Signore, mio Sole, sette e sette volte mi getto. (....) Biblo è il (....) di Magdalu, è città fedele da sempre. Sappi che ho mandato (....) a suo figlio (....) fra di voi. Mandami uomini d'Egitto e uomini di Nubia, come ai re ai quali hai dato carri, e proteggano fino all'uscita delle truppe egizie. Sappia il Re mio Signore che Amurru giorno e notte desidera l'uscita delle truppe egizie. Il giorno che arriveranno le truppe egizie, Amurru passerà tutto dalla parte del Re mio Signore (....)" (EA 70 - Amurru, alla fine della lettera, identifica l'intera regione siriana, non il regno di Abdi Ashirta)
"Rib Adda dice al suo Signore, Re di tutte le terre, Re grande, Re della battaglia: la Signora di Biblo dia forza al Re mio Signore. Ai piedi del Re mio Signore, mio Sole, sette e sette volte io mi getto. Sappia il Re mio Signore che Biblo, serva fedele del Re sin dai giorni dei padri, è salva. Ma ecco, ora il Re ha abbandonato la sua città fedele: controlli il Re le tavolette della sua casa paterna, se non è un servo fedele l'uomo che risiede a Biblo! Non stare inerte riguardo al tuo servo, giacchè forte è l'ostilità dei nemici (hapiru) contro di me. Quant'è vero che gli dèi del tuo paese vivono: sono esauriti i nostri figli e le nostre figlie, nostri pegni, a forza di darle a Yarimuta per (=in cambio di) viveri per la nostra sopravvivenza. La mia campagna è come una donna senza marito, in quanto è rimasta senza un coltivatore. Tutte le mie città che stanno sui monti o in riva al mare, passano al nemico. Mi restano Biblo con altre due città, ma ecco che adesso Abdi Ashirta ha preso per sè Shiqata, e ha detto alla gente di Ammiya: "Uccidete i vostri signori e siate con noi e avrete pace!" Ed essi hanno agito secondo le sue parole, e sono diventati come hapiru. Ed ecco che adesso Abdi Ashirta ha scritto alle truppe: "Riunitevi al tempio di Anat e scagliamoci contro Biblo, giacchè non c'è nessuno che la salvi dalle nostre mani! Espelliamo i reggenti dai paesi e tutte le terre diventino habiru! Si stabilisca un patto per tutte le terre, e i figli e le figlie avranno pace per sempre! E se pure il Re uscisse fuori con le truppe, tutte le terre gli sarebbero ostili, e cosa potrebbe mai fare contro di noi?!" Così hanno stabilito un giuramento tra di loro, e perciò ho una gran paura che non ci sia nessuno che possa salvarmi dalle loro mani. come un uccello preso in trappola, così sono io a Biblo. Perchè resti inerte riguardo alla tua terra? Ecco, ho già scritto in questi termini a Palazzo, ma le mie parole non sono state ascoltate. Ecco: Amanappa è lì con te, chiedigli, egli sa e ha visto la ristrettezza in cui mi trovo. ascolti il Re le parole del suo servo, e dia vita al suo servo, e faccia vivere il suo servo, così io proteggerò la sua città fedele, fino a che il nostro Sole, il nostro Dio, venga qui e ispezioni la sua terra e il suo servo, e prenda consiglio per la sua terra. Pacifica la tua terra! Sembri opportuno al Re mio Signore di mandare un suo uomo, che stia qui, mentre io verrò al cospetto del Re mio Signore. Sarebbe bello per me stare con te, mentre cosa possso fare io qui nel mio isolamento? Ecco: così vagheggio giorno e notte". (EA 74 - lettera con denuncia delle attività sovversive di Abdi Ashirta e richieste di aiuto)
"Rib Adda dice al suo Signore, Re di tutte le terre: la Signora di Biblo dia forza al mio Signore. Ai piedi del mio Signore, mio Sole, sette e sette volte mi getto. Sappia il Re mio Signore che Biblo, tua serva da sempre, è salva. Inoltre: forte è l'ostilità dei nemici contro di me. Sono esauriti i figli e le figlie e i mobili di casa, a forza di darli a Yarimuta in cambio di viveri per la nostra sopravvivenza. La mia campagna è come una donna senza marito, in quanto è rimasta senza un coltivatore. Ho scritto e ripetuto al Palazzo, riguardo alle difficoltà in cui mi trovo, ma nessuno bada alle parole che arrivano. Ascolti il Re le parole del suo servo (....) tutte le terre del Re mio Signore. I nemici habiru hanno ucciso Aduna, uomo di Irqata e nessuno che abbia detto alcunchè ad Abdi Ashirta! Quant'è vero che il tuo dio vive: Miya, uomo di Arashni ha preso Ardata, ed ecco che adesso gli uomini di Ammiya hanno ucciso il loro Signore e io ho paura. Sappia il Re mio Signore che il re di Hatti ha preso tutte le terre tributarie del re di Mittani Ashirta, servo e cane, l'ha presa per sè! Mandi il Re truppe egizie in forza (....) e manda un uomo a Biblo, e io potrò giungere al cospetto del Re". (EA 75 - l'importanza di questa lettera sta nellìinformazione della vittoria di Hatti sul re di Mitanni e relativo vantaggio avuto da Ashirta)
RIB ADDA AD MANAPPA - "Ad Amanappa , dì: messaggio di Rib Adda. ai tuoi piedi mi getto. La Signora del Re tuo Signore e la Signora di Biblo ti diano onore al cospetto del Re tuo Signore. Poichè mi hai scritto per avere bronzo e punte di freccia: lo sa la Signora di Biblo se ho bronzo e punte di bronzo qui con me, e me le tengo! Non appena una mia quota è stata lavorata, io ne do le punte al re di Tiro per la mia sopravvivenza. Tu conosci le mie ristrettezze (....) Perchè resti inerte (....) si allontana dalle terre? Non hai detto al tuo Signore che ti mandi alla testa delle truppe egizie a scacciare i nemici dai reggenti? Se entro quest'anno non usciranno le truppe egizie, tutte le terre passeranno al nemico. Se il Re mio Signore resta inerte e non c'è truppa egizia, una nave prenda gli uomini di Biblo, tuoi uomini, e gli dèi cittadini, portandoli fino al tuo cospetto, e io potrò abbandonare Biblo. Ho paura dei contadini, che mi colpiscano". (EA 77 - la richiesta d'armi di Amanappa è un preteso per lamentare problemi locali)
"Rib Adda dice al suo Signore, Re di tutte le terre, Re grande. La Signora di Biblo dia forza al Re mio Signore, mio Sole. Ai piedi del mio Signore, mio Sole, sette e sette volte io mi getto. Sappia il Re mio Signore che forte è l'ostilità di Abdi Ashirta contro di me, e ha preso tutte le mie città. Ecco, due città mi restano, e anche queste egli crca di prendere. Ecco, come un uccello preso in trappola, così sono io dentro Biblo. Ascolti il mio Signore le parole del suo servo! Eccoche io stavo in Batruna (....) mandami al più presto. E manda guardie e trenta pariglie di cavalli affidati a (....)" (EA 78 - richiesta d'aiuto contro Abdi Ashirta)
"Rib Adda dice al suo Signore, Re di tutte le terre, Re grande, Re della battaglia. La Signora di Biblo dia forza al Re mio Signore. Ai piedi del Re mio Signore, mio Sole, sette e sette volte io mi getto. Sappi che dall'arrivo di Amanappa alla mia presenza, tutti i nemici si sono rivolti contro di me su istigazione di Abdi Ashirta. Ascolti il mio Signore le parole del suo servo: mandami guardie a proteggere la città del Re fino all'uscita delle truppe egizie. Se non ci saranno truppe egizie, tutte le terre passeranno al nemico. Ascolta: dalla presa di Bit Arha su istigazione di Abdi Ashirta, altrettanto cercano di fare a Biblo e Batruna. Tutte le terre passano al nemico, le due sole città che mi restano, essi cercano di prenderle dalla mano del Re. Mandi il mio Signore delle guardie alle sue due città, fino all'uscita delle truppe egizie; e mi si dia tutto quanto serve per il loro sostentamento perchè io non ho niente. Come un uccello preso in trappola, così sono io a Biblo. Inoltre: se il Re non può salvarmi dalle mani dei suoi nemici, tutte le terre passeranno dalla parte di Abdi Ashirta. chi è mai quel cane che prende le terre del Re per sè?" (EA 79 - richiesta di rinforzi per far fronte al nemico Abdi Ashirta)
"Rib Adda dice al suo Signore, Re di tutte le terre, Re grande, Re della battaglia. La Signora di Biblodia forza al Re mio Signore. Ai piedi del mio Signore, mio sole, sette e sette volte mi getto. Sappia il Re mio Signore che forte è l'ostilità di Abdi Ashirta, e ha preso per sè tutte le mie città. Biblo e Batruna mi restano e queste due città egli cerca di prendere. Ha detto alla gente di Biblo: "Uccidete i vostri signori e diventate hapiru, come ha fatto Ammiya!", e così sono diventati traditori contro di me. Un uomo con una spada di bronzo è sorto contro di me, ma io l'ho ucciso, e lo serdanu che mi stava a fianco è scappato presso Abdi Ashirta: è dunque su sua istigazione che era stata eseguita questa azione contro di me. Ecco, così io risiedo, e me ne sto inerte dentro la mia città, senza poter uscire nella campagna. Ho scritto al Palazzo, ma non mi ha risposto parola alcuna. Nove volte sono stato colpito e così ho timore per la mia vita (....) Se entro due mesi non ci saranno truppe egizie, almeno manda un tuo uomo, che Abdi Ashirta non si getti contro la mia città e che non mi porti via! Ho scritto al Palazzo, ma che cosa posso dire ai miei concittadini? Ecco, come uccello preso in trappola, così sono essi dentro Biblo. La loro campagna è come una donna senza marito, in quanto è rimasta senza un coltivatore. Sono esauriti i loro figli e le loro figlie, i mobili delle loro case, a forza di darli a Yarimuta in cambio di vettovaglie per la loro sopravvivenza. Ecco, io ho detto loro: "Il mio dio manderà truppe egizie!", ma poichè essi sanno che non ce ne sono, ecco che si sono rivoltati contro di me. Se entro due mesi le truppe egizie non escono, verrà Abdi Ashirta e prenderà le due città residue. In passato Sumura e i suoi uomini erano forti e c'erano guardie con noi. Ora, invece, cosa posso fare nel mio isolamento? (....)" (EA 81 - simile alle precedenti con denuncia ostilità di Abdi Ashirta)
RIB ADDA AD AMANAPPA - "Ad Amanappa, mio padre, dì: messaggio di Rib Adda tuo figlio. Ai piedi di mio padre mi getto. Ti ho detto e ripetuto: non potete salvarmi dalle mani di Abdi Ashirta? Tutti i nemici sono con lui, e i reggenti non appena sentono qualcosa gli scrivono: "così è forte". Tu mi hai replicato: "Manda un tuo uomo qui da me a Palazzo, e non appena arriva la richiesta te lo manderò assieme agli ausiliari, finchè non escano le truppe egizi per proteggere la tua vita", ma io ti ho detto: "Non posso mandarlo: non appena Abdi Ashirta sapesse, e chi potrebbe salvarmi dalle sue mani? Tu allora mi hai detto: "Non temere!", e mi hai ripetuto: "Manda una nave a Yarimuta e argento e tessuti usciranno per te da loro". Ma ecco che gli uomini che mi hai dato sono tutti fuggiti, cosicchè il mio pegno resta atuo carico. Davvero sei stato inerte a mio riguardo. Ecco, ho saputo che, quando ho mandato un mio uomo a Palazzo, egli (Abdi Ashirta) ha ordinato ad un uomo il quale si è messo con una spada di bronzo contro di me, e sono stato colpito nove volte! Ecco, io sono stato forte in occasione di questo tradimento; ma in caso di un secondo tradimento, chi mi salverà? Se entro due mesi non ci sono truppe egizie, abbandonerò la città e diserterò, e sarà salva la mia vita e io farò quel che mi pare. Inoltre: non sai che Amurru, giorno e notte desidera le truppe egizie?Non è affatto amareggiato (nel senso di "contrariato"). Dì al Re: vieni al più presto!" (EA 82 - Rib Adda denuncia attentati contro la sua persona e richiede aiuto al faraone)
"Rib Adda dice al suo Signore. Al cospetto del Re delle terre, Re grande, sette e sette volte ai piedi del mio Signore, mio Sole, io mi getto. Ti ho scritto e ripetuto: c'è ostilità contro Ardata e contro Irqata, e contro Sumura e contro Ammiya e Shiqata, città fedeli del Re; ma il Re mio Signore resta inerte! Inoltre, chi sarà mai Abdi Ashirta, servo e cane, che agisce come gli pare e piace nelle terre del mio Signore? E il Re mio Signore resta inerte riguardo al suo servo. Inoltre, ho spedito il mio messaggero quando prendeva le mie città e veniva contro di me. Ed ecco che adesso ha preso Batruna e mi è venuto contro. Guarda, la città si dimentica di ogni porta di Biblo, e finchè egli non si smuove dalla porta noi non possiamo uscire nella campagna. Inoltre, davvero vuole prendere Biblo (....) ascolti il Re mio Signore le parole del suo servo, e affretti l'invio di carri e truppe egizie al più presto, che proteggano la città del Re mio Signore e il suo servo, fino all'arrivo del Re mio Signore. E io non abbandonerò la parola del Re mio Signore. Ma se il Re mio Signore non ascolta le parole del suo servo, Biblo passerà a lui (ad Abdi Ashirta) e tutte le terre del Re fino all'Egitto passeranno al nemico. Inoltre: se il Re mio Signore non farà portare le sue parole al suo servo al più presto, su una tavoletta, la città sarà persa per lui, e io chiederò a lui una città da abitare e potrò vivere. Inoltre: affretti il Re mio Signore l'invio di truppe e carri che proteggano ala città del Re mio Signore! Guarda: Biblo non è come le altre città, Biblo è città fedele al Re mio Signore da sempre. Inoltre: il messaggero del re di Akko è forse più importante del mio messaggero, che gli è stato dato un cavallo? Dài due cavalli al mio messaggero, che non ritorni a mani vuote!" (EA 88 - consueta denuncia di ostilità, simile alle precedenti)
RIB ADDA AD AMANAPPA - "Ad Amanappa mio Signore, dì: messaggio di Rib Adda tuo servo. Ai piedi del mio Signore io mi getto. Amon e la Signora di Biblo ti diano onore al cospetto del Re mio Signore. Inoltre, perchè mi hai fatto perdere tempo dicendomi: "Manda il tuo messaggero da me, al cospetto del Re tuo Signore, che ti dia truppe e carri come aiuto per te, che proteggano la città"? Ecco, io ho dato ascolto alle tue parole e l'ho mandato, ma è tornato a mani vuote. Come Abdi Ashirta ha saputo che non c'erano truppe con lui, Batruna è passata a lui; ha messo hapiru e carri lì dentro, che non si muovono dall'imboccatura della porta di Biblo. Guarda: sollecita il Re mio Signore, che esca con te una truppa di valore, con carri, e io sloggerò gli hapiru da lì. Esci, ma bada a te: se tu muori, anch'io morrò". (EA 87 - lettera che riferisce un assedio di Biblo)
"Rib Adda dice al suo Signore, Re di tutte le terre, Re grande. La Signora di Biblo dia forza al Re mio Signore. Ai piedi del mio Signore, mio Sole, sette e sette volte mi getto. Inoltre, così ho scritto al Palazzo, ma le mie parole non sono state prese in considerazione e davvero non sono state ascoltate. Guarda cos'è successo a Tiro: così io ho paura. Fino adesso il Re non ha interrogato riguardo al suo (= di Tiro) reggente, riguardo al mio fratello (compagno). Ascolti il Re le mie parole: non c'è giudizio riguardo alle loro vite? Se il Re interroga, noi intendiamo servirti. Io avevo stabilito un rapporto matrimoniale con Tiro: erano in buoni rapporti con me. Forse che non hanno ucciso il loro reggente, assieme a mia sorella e ai figli e figlie di lei? Avevo mandato mia sorella a Tiro, lontana da Abdi Ashirta, e me l'hanno uccisa assieme ai figli! Se resta inerte (....) il Re tutte le terre passeranno al nemico. Se il Re non interroga riguardo al mio fratello (compagno-alleato) rimarrà la città senza (....) Egli scriveva al Re, ma le sue parole non venivano ascoltate. E appena egli è morto, io l'ho saputo! Se tu interroghi riguardo al mio compagno, la città dirà:"Costui non è il legittimo reggente; chieda il Re riguardo a lui: noi non possiamo fare niente!" e hanno paura. Anche se il Re non interroga riguardo al reggente di Tiro, lo so io che i suoi beni sono abbondanti come il mare. Guarda: la casa di Tiro, non c'è altra casa di reggente come quella. E' come la casa di Ugarit. Molto abbondante è ogni cosa in essa. Ascolti il Re le parole del suo servo, e mandi un commissario che stia nella terra e stabilisci un uomo nella posizione di reggente. Non si dia loro nulla! e pensa al commissario del Re (....) dalle mani del Re le terre, io lo so! Piace forse al Re che Abdi Ashirta abbia preso il mare aperto di fronte a loro? Eppure essi sono lasciati in pace! Li terrorizzi invece il Re! Non ho forse scritto al Re sui tradimenti contro di noi?" (EA 89 - Rib Adda riferisce un colpo di stato a Tiro e l'uccisione della sorella, che era moglie del re di Tiro, assieme ai figli)
"Rib Adda dice al Re suo Signore, Sole delle terre. Ai piedi del Re mio Signore, mio Sole, sette e sette volte io mi getto. La Signora di Biblo dia forza al Re mio Signore, mio Sole. Inoltre: Abdi Ashirta, il cane, (....) il re di Shu...(?) Se avesse interrogato (....) non avrebbe stabilito la residenza dentro di esse (città)? Ora si fa contro di me una brutta ostilità. Ho spedito la mia lettera e il mio messaggero al cospetto del Re mio Signore, ma il Re non ha ascoltato le parole della mia tavoletta e il mio messaggero. Cosa posso fare? Ho mandato il messaggero al Re mio Signore, riguardo alle mie città, che Abdi Ashirta ha preso; e Abdi Ashirta ha saputo che il mio uomo era arrivato di ritorno dal cospetto del Re mio Signore, e ha saputo che non c'era nulla. E poichè non c'erano truppe ausiliarie che fossero uscite per me, adesso è venuto contro di me (....) Cosa posso dire? Inoltre: è forse bello quel che ha fatto il Re mio Signore, che il Re ha scritto al Re di Beirut, al Re di Sidone e al Re di Tiro, chiedendo:"Ha scritto anche a voi Rib Adda, per avere truppe ausiliarie?" Se fossero venuti tutti quanti, sarebbe stato buono per me. Io ho mandato il mio messaggero, ma essi non sono venuti e non hanno neanche mandato i loro messaggeri a chiederc i come stiamo. Inoltre: chi è stato colui che ha preso tutti gli uomini coi buoi che erano assieme a loro? Che cosa ha dato per loro? Noi siamo tre alleati e io scrivo loro per aiuto. Sembri giusto al Re mio Signore di mandare truppe da campo, numerose, che (....) e il suo servo farà (....) dalla terra del Re mio Signore (....) il Re mio Signore sa se non possono (....) Se il Re mio Signore non manda truppe egizie in fretta, io abbandonerò la città del mio Signore (....) nessuno (....) come i reggenti del Re". (EA 92 - bellissima questa lettera in cui Rib Adda rimprovera il faraone di aver chiesto agli altri re della costa fenicia se anch'essi fossero stati assillati dalle sue richieste di truppe)
RIB ADDA AD AMANAPPA - "Ad Amanappa, messaggio di Rib Adda. Ai tuoi piedi mi getto. Io sono contrariato (arrabbiato) per le tue parole, quando dici: "Sto giungendo da te"; così tu mi scrivi! ascoltami: dì al Re che ti dia trecento uomini e noi guarderemo la città e faremo (....) Non desiderano forse i commissari l'uscita delle truppe egizie? E' forse più forte del Re? Inoltre: se riusciamo a prendere Batruna per te, gli uomini abbandoneranno Abdi Ashirta. Non è più come prima: se entro quest'anno non ci saranno truppe egizie, sarà forte per sempre!" (EA 93 - lettera che ha il sapore dell'ultimatum, per togliere ad Abdi Ashirta almeno il controllo di Batruna)
RIB ADDA DI BIBLO: parte II (dalla caduta di Sumura alla cattura di Abdi Ashirta; in questo contesto sono riportate varie lettere relative ad esso anche di altri mittenti). La Corte egizia si lamentò dell'assillante invio di lettere perentorie da parte di Rib Adda, che sembra quasi, ad un certo punto, essere lui a dare ordini al faraone e ultimatum di ogni tipo.
PROTAGONISTI PRINCIPALI:
SIGNORA DI BIBLO: la dea Hator, protettrice della città.
AMANAPPA: "Amenemope" in lingua egizia, era un importante funzionario di corte della 18 ° dinastia. Insieme con il funzionario Haja aveva ampi poteri, che comprendevano il controllo delle forniture e dei tributi.
HAYA: funzionario egizio.
"UN GRANDE": così veniva denominato un individuo notabile egizio.
ABDI ASHIRTA: principale nemico di Rib Adda, conquista le città di quest'ultimo che chiede aiuto al faraone.
AMENHOTEP III: il faraone a cui sono indirizzate le lettere.
HAPIRU: così venivano indicati generalmente i nemici di ogni provenienza.
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UN VASSALLO AL FARAONE - "(...tracce di indirizzo...)...e ora risiede in Sumura con le sue truppe e con i suoi carri. Il Sole mio Signore interroghi: Sumura è città del Sole, mio signore. E il mio Sole sappia la buona notizia: tutti gli egizi che risiedevano in Sumura, città del mio sole, mio Signore, sono usciti e risiedono nella mia terra, mio signore. Egli ha fatto un giuramento con l'uomo di Biblo e con l'uomo di (....) e con tutti i reggenti della tua terra che sono alleati con lui. Mio Signore, adesso costui è come gli hapiru, un cane randagio, che ha preso Sumura, città del mio sole, mio Signore (....)" (EA 67 - questa lettera allude alla cacciata di Abdi Ashirta da Sumura)
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UN GENERALE A RIB ADDA - "A Rib Adda, mio figlio, dì: messaggio del capo delle truppe, tuo padre. Iddio ti chieda notizie della tua salute, la salute della tua casa! Poichè hai detto: "Non concederò alla gente di Sumura di entrare nella mia città: a Sumura c'è una pestilenza". Ma è una pestilenza che colpisce gli uomini o che colpisce gli asini? Questa pestilenza colpisce gli asini, che non possono camminare, gli asini? Bada: sono asini del Re oppure no? Che non vada perso alcunchè del Re, finchè i loro padroni non li cerchino. Se il padrone di quegli asini è il Re, cerca tu gli asini del Re! Perchè hai agito così verso servi del Re? Manda uomini a proteggere laa città! Non ho forse scritto al Re riguardo a voi? Egli mi risponderà su tavoletta riguardo a tutto". (EA 96 - il generale rimprovera Rib Adda di non aver dato alloggio ai fuoriusciti di Sumura; in più vi è una questione di asini ammalati poco chiara)
RIB ADDA AL MINISTRO HAYA - "A Haya, il ministro, dì: messaggio di Rib Adda. Ai tuoi piedi mi getto. Amon, dio del Re tuo Signore, ti dia onore al cospetto del Re tuo Signore. Guarda: tu sei un uomo saggio a fianco del Re, e a motivo della tua saggezza il Re ti ha mandato come commissario. Perchè stai inerte e non dici al Re che mandino truppe egizie a riprendere Sumura? chi è Abdi Ashirta, servo e cane, che prende la terra del Re per sè? Qual'è la sua truppa ausiliaria, che è così forte? Grazie agli hapiru è forte la sua truppa ausiliaria. Ma mandami cinquanta paia di cavalli e ducento fanti e io resisterò a Shiqata di fronte a lui, finchè escano le truppe egizie. Che non raccolga tutti gli hapiru (nemici) e prenda Shiqata e Ambi e (....). Che cosa posso fare? E non c'è un posto dove io possa entrare, per causa sua! (....)" (EA 149 - Rib Adda chiede l'ausilio di truppe per la liberazione di Sumura)
RIB ADDA AD AMANAPPA - "Ad Amanappa, mio padre, messaggio di Rib Adda, tuo figlio. ai piedi di mio padre mi getto. La Signora di Biblo ti dia onore al cospetto del Re tuo Signore. Perchè resti inerte e non dici al Re tuo Signore, che tu dovresti uscire con le truppe egizie e scagliarti contro Amurru? Se udranno dell'uscita delle truppe egizie , abbandoneranno la città e fuggiranno. Non sai che Amurru va dov'è il più forte? Ecco, adesso non amano Abdi Ashirta; cosa potrebbe mai fare per loro? Notte e giorno desiderano l'uscita delle truppe egizie, pensando: "Passeremo dalla loro parte!" Tutti i reggenti desiderano fare così ad Abdi Ashirta, da quando egli ha scritto alla gente di Ammiya: "Uccidete i vostri signori e diventate hapiru!" così si son detti i reggenti: "Farà altrettanto anche a noi, e tutte le terre passeranno dalla parte del nemico!" Dì questo al cospetto del Re tuo Signore, poichè tu sei padre e Signore per me e a te io mi sono rivolto. Tu conosci il mio comportamento, da quando stavi in Sumura, sai che sono tuo servo fedele. Dì al Re tuo Signore che mi sia mandata una truppa ausiliaria al più presto". (EA 73 - lettera di sollecito per l'invio di truppe contro Abdi Ashirta al funzionario egizio Amanappa, detto anche Amenemope)
"Rib Adda dice al Re di tutte le terre, Re grande, Re della battaglia: la Signora di Biblo dia forza al Re mio Signore. Ai piedi del mio Signore, mio Sole, sette e sette volte io mi getto. sappia il Re mio Signore che forte è l'ostilità di Abdi Ashirta contro di me. ecco, le due città che mi restano, egli cerca di prendere per sè. Inoltre, che è mai questo Abdi Ashirta, questo cane, che cerca di prendere tutte le città del Re, del Sole, per sè? E' forse costui il Re di Mitanni, il Re dei Cassiti, che cerca di prendere la terra del Re per sè? ecco che ora ha riunito tutti gli hapiru contro Shiqata e Ambi, e ha preso queste due città. Io dico: non c'è un posto dove entrino gli uomini, per causa sua (....) Mandami quattrocento guardie e trenta pariglie di cavalli al più presto. Ecco, così ho scritto al Palazzo, ma non è stata risposta parola alcuna. Non è più come in passato tutte le terre del Re, tutti gli anni le truppe egizie uscivano per ispezionare le terre, mentre adesso la terra del Re e perfino Sumura, vostra guarnigione, è passata al nemico e tu resti inerte. Manda truppe egizie in gran numero, che espellano l'avversario del Re dalla sua terra, e allora tutte le terre passeranno dalla parte del Re. Inoltre: tu sei un grande Re, non restare inerte riguardo a questa faccenda!" (EA 76 - Rib adda prova a convincere il faraone con il ricordo dei bei tempi passati, quando il faraone controllava di più Biblo)
"Rib Adda dice al suo Signore, Re di tutte le terre, Re grande. La Signora di Biblo dia forza al Re mio Signore. Ai piedi del Re mio Signore, mio Sole, sette e sette volte io mi getto. Perchè non mi ha risposto parola alcuna, che io sappia che fare? Ho mandato un mio uomo al cospetto del mio Signore e i suoi due cavalli sono stati presi, e un altro uomo è stato anche preso, il suo assistente, e la tavoletta del Re non è stata data in mano al mio uomo. Ascoltami: perchè resti inerte mentre la tua terra viene presa? Che non si dica: "Al tempo dei commissari i nemici hanno preso tutte le terre!" Che non si dica così, giacchè finora non sono stati capaci di prenderla! Inoltre, ho scritto per avere guardie e cavalli, ma non sono stati dati. Rispondimi almeno una parola, altrimenti farò un patto con Abdi Ashirta, come hanno fatto Yapah Adda e Zimrida, e vivrò. Inoltre: adesso soprattutto che Sumura e Bit Arha sono venute a mancare, affidami a Yanhamu che mi dia grano da mangiare, e io proteggerò la città del Re per lui. Il Re ordini di rilasciare il mio uomo: i suoi familiari sono irritati verso di me, giorno e notte: "Tu hai dato nostro figlio al Re", e perciò rilascialo! Questo secondo uomo è uno di Ibirta. Non sta forse nella casa di Yanhamu? E inoltre dì a Yanhamu: "Rib Adda non è forse affidato a te? Tutto ciò che gli vien fatto è a tuo carico!", di modo che le truppe da campo non mi si scaglino contro! ho scritto a lui (Yanhamu): se non gli dici così, io abbandonerò la città, e diserterò. E ancora: se non mi rispondi, abbandonerò la città e diserterò assieme alle persone che mi amano. E sappi: Ummanhu, con suo marito Milkuru, non è forse una serva della signora di Biblo? (....) è forte. Venga affidata al Grande della Signora di Biblo!" (EA 83 - ultimatum di Rib Adda al faraone con minaccia di disertare se non gli venissero forniti i rinforzi contro Abdi Ashirta)
"Al Re mio Signore, Sole di tutte le terre, dì: messaggio di Rib Adda tuo servo, predellino dei tuoi piedi. Ai piedi del Re mio Sole, mio Signore, sette e sette volte mi getto. Inoltre: sembra bello al Re mio Signore l'azione di Abdi Ashirta, il cane, che le terre del Re mio Signore diventano sue? Ed egli (il Re) resta inerte riguardo alle sue terre! Ecco che adesso Sumura, stalla del mio Signore e sua residenza, è diventata sua. Egli ha dormito nella camera da letto del mio Signore, ha aperto il magazzino del mio Signore, e questi resta inerte! Chi è mai costui, traditore e cane, per essere così forte? Inoltre, ecco che certe persone hanno detto al cospetto del mio Signore: "Biblo è stata presa!" (....) Sappia il mio Signore che non hanno preso Biblo. (....) vaa male per le terre del mio Signore. Inoltre, mandi il Re mio Signore un suo commissario, che sia forte dotato di truppe, in modo da proteggere la città del mio Signore, cosicchè io possa vivere e servire il mio Signore, il Sole delle terre. E mandi il mio Signore degli uomini che prendano tutto quantoappartiene al mio dio Damu, per portarlo al cospetto del mio Signore; che quel cane (Abdi Ashirta) non prenda tutte le cose del tuo dio! E ti sembra bello che prenda Biblo? Guarda: Biblo è come Menfi per il Re. Inoltre, guarda: Abdi Anat, l'uomo che avevo mandato assieme a Puheya, è un semplce corriere? Rilascialo al tuo servo. Inoltre, guarda: Ummanhu, serva della Signora di Biblo, con suo marito Milkuru, rilasciala in tempo per la festa del vino!" (EA 84 - descrive l'occupazione di Sumura da parte di Abdi Ashirta e conclude con la questione dei due messaggeri e della sacerdotessa di Hator: Ummanhu)
"Al Re mio Signore, mio Sole, dì: messaggio di Rib Adda, tuo servo. Ai piedi del mio Signore, mio Sole, sette e sette volte mi getto. La Signora di Biblo dia forza al Re mio Signore. Ecco, così ho scritto al Re mio Signore, ma egli non ha ascoltato le mie parole. Ecco, per tre volte Abdi Ashirta si è messo contro di me quest'anno, e da due anni sono saccheggiato di grano, non c'è più grano da mangiare per noi. Cosa posso dire ai miei contadini? Sono esauriti i loro figli e le loro figlie, i mobili delle loro case, a forza di darli a Yarimuta in cambio di viveri per il nostro sostentamento. Inoltre, ascolti il Re mio Signore le parole del suo servo fedele e mandi grano su navi e faccia vivere il suo servo e la sua città. E dia quattrocento uomini e trenta pariglie di cavalli, come se ne danno a Zurata, che proteggano la città per te. Inoltre: quando Yanhamu dice: "Ho già dato grano a Rib Adda e gli darò (....) grano per quaranta uomini", cos'è che mi ha dato costui? Ho depositato il loro argento (dei quaranta uonimi) presso Yapah Adda. Non c'è forse Puheya lì con te? Chiedigli che dica tutto al tuo cospetto. Inoltre, sembri bello al Re mio Signore che sia dato grano, il prodotto di Yarimuta. Ciò che prima si dava in Sumura, ora lo si dia in Biblo, e noi vivremo finchè tu indagherai sulla tua città. Inoltre, quant'è vero che il Re mio Signore vive, davvero i miei uomini amano me. Abdi Ashirta e i nemici (....) Yapah Adda (....) Non c'è nessun uomo a Biblo, manda guardie a proteggere la tua terra, che non sia presa la tua città! Inoltre, ascoltami: dì a Yanhamu che prenda l'argento del riscatto per la gente di Biblo che sta a Yarimuta. Inoltre: il Re di Mitanni è uscito fino a Sumura, e voleva venire fino a Biblo, ma non c'era acqua da bere e così è tornato alla sua terra. Ecco, così ho scritto al Palazzo per i miei bisogni; perchè non mi rispondi: "C'è oppure non c'è ciò di cui ha bisogno il mio servo?", così saprei cosa fare finchè sopraggiunga il Re e ispezioni il suo servo fedele. Chi sarà mai Abdi Ashirta, servo e cane, che dicono il suo nome al cospetto del Re, mio Sole? Ci fosse almeno un reggente, il cui intendimento fosse come il mio, io caccerei Abdi Ashirta dalla terra di Amurru. Inoltre, da quando tuo padre è tornato via da Sidone, da allora le terre passano dalla parte del nemico! Così per me non resta niente. Ascolti il Re le parole del suo servo: dia uomini per proteggere la sua città, che egli (Abdi Ashirta) non raccolga tutti i nemici e prendano la città. In questi stessi giorni manda truppe egizie, che lo scaccino da Amurru. Quando il commissario del Re era con noi, scrivevamo a lui, non scrivevamo a te. Ummahnu con suo marito Milkuru, è una serva della Signora di Biblo. Com'è vero che il Re vive: la serva della Signora sta nella tua terra. Sia affidata al Grande della Signora di Biblo". (EA 85 - lettera che descrive la situazione di Sumura occupata da Abdi Ashirta e si ricollega alla precedente per quel che riguarda la sacerdotessa di Hator)
RIB ADDA AD AMANAPPA - "Ad Amanappa, dì: messaggio di Rib Adda. Ai tuoi piedi mi getto. Amon, dio del Re tuo Signore, ti dia onore al cospetto del Re tuo Signore. Ascolta: l'ostilità è forte, vieni qui con le truppe egizie, che prendano Amurru. Giorno e notte (Amurru) grida verso di te e dice: "E' molto assai quel che vien preso da noi (da loro) per Mitanni". Dunque adesso non dire: "Perchè mai dovrei uscire con le truppe?" Ecco tu hai detto: "Yanhamu ti ha dato il grano". Non ascoltarlo: io gli ho dato un servo e (....) pelli per il suo (....). Non ci sono molte truppe e molto oro e argento nella mia terra. Sappi: non è forse Ummahnu, con suo marito Milkuru, una serva della Signora di Biblo? (....) Dì al Re di darla indietro alla Signora, di non trattenerla nella tua terra. Inoltre: dì al tuo Signore che sia dato al suo servo il prodotto di Yarimuta, come in passato lo si dava a Sumura. Così noi vivremo finchè il Re provvederà alla sua città. Ecco, da tre anni sono saccheggiato del mio grano.Non c'è niente da dare in pagamento per i cavalli. E poi perchè il Re ha dato trenta pariglie di cavalli, mentre tu hai preso solo dieci pariglie? Se prendi, prendi tutto! Ma da Yarimuta venga dato grano da mangiare per noi; altrimenti manda una nave, che almeno io possa uscire!" (EA 86 - lettera collegabile alle precedenti)
RIB ADDA AD UN GRANDE - "Al Grande, dì: messaggio di Rib Adda. Ai tuoi piedi mi getto. Amon e la Signora di Biblo ti diano onore al cospetto del Re tuo Signore. Ecco che tu mi hai scritto (....) Dai retta a me: vieni, e carri e truppe egizie vengano (....) io ti farò entrare nella terra di Amurru. Dai retta a me (....) Non è più come una volta! Chi è Abdi Ashirta, che è entrato (....).Il Re di Mitanni ha esaminato Amurru e ha detto: "Che terra è questa! Troppo grande è la tua terra per me! Mandi pure il Re d'Egitto un suo commissario e la prenda per sè!". Dunque vieni tu stesso al più presto, e prendi tutto! Poi torna indietro a prendere successivamente le truppe egizie. Inoltre, prendi duecento egizi, prendi duecento nubiani e (....) Abdi Ashirta sta male assai; chissà che non muoia!? Chi (....) Shiqata e (....) Ammiya e Batruna (....)". (EA 95 - lettera molto malandata che riferisce una spedizione del Re di Mitanni verso Amurru e della sua rinuncia alla conquista di terre che, secondo Rib Adda, erano troppo estese per lui)
"Al Re mio Signore, mio Sole, dì: messaggio di Rib Adda tuo servo. Ai piedi del mio Signore, mio Sole, sette e sette volte io mi getto. Sappi che forte è l'ostilità contro di me, sono prese tutte le città, Biblo sola mi resta. Sono stato a Shiqata, e ti ho scritto: "Prendi consiglio riguardo alla tua città, che Abdi Ashirta non la prenda!", ma non mi hai dato ascolto. Da Batruna ti ho scritto: "Manda uomini che proteggano la città per te!", ma le mie parole non sono state ascoltate e davvero non sono state prese in considerazione. Ecco: sono prese le mie città. Inoltre: quel cane sta in Mitanni, ma la sua intenzione è rivolta verso Biblo. Cosa posso fare io, nel mio isolamento? Tu resti inerte riguardo alle tue città, quando i nemici le prendono. Guarda: è a te che io mi rivolgo. Inoltre: tutti i reggenti sono in pace con Abdi Ashirta (....) il suo commissario (....) Sumura (....) io nel mio isolamento (....). Sono esauriti i nostri figli e le nostre figlie e i mobili delle nostre case, a forza di darli a Yarimuta in cambio di viveri per il nostro sostentamento. Come un uccello preso in trappola, così sono io dentro Biblo. La mia campagna è come una moglie senza marito, in quanto è rimasta senza un coltivatore. Inoltre ascolti il Re le parole del suo servo, e mandi quattrocento uomini e trenta pariglie di cavalli, e io proteggerò la tua città per te. E i messaggeri che io ti mando, io non dovrei richiederli. E se non mandi le guardie (....) ho paura per la mia vita. E tutti i messaggeri che sono trattenuti, rilasciali! Inoltre, tu sei un grande Re, non restare inerte. Manda guardie che (....) gli hapiru. Manda truppe egizie, che prendano Amurru! giorno e notte aspettano l'uscita delle truppe egizie. Io sono saccheggiato del mio grano; ed è a te che mi rivolgo". (EA 90 - lettera assillante simile alle precedenti)
"Rib Adda dice al suo Signore: ai piedi del mio Signore sette e sette volte io mi getto. Ti ho scritto: "Perchè te ne stai lì e resti inerte, mentre i nemici e il cane prendono le tue città?" Quando prese Sumura, io ti scrissi: "Perchè resti inerte?"Bit Arha venne presa. Poichè Abdi Ashirta constatò che non c'era nessuno che gli dicesse nulla riguardo a Sumura, il suo cuore si rafforzò, e cerca di prendere Biblo. Si è scagliato contro di me e contro i miei giardini, e la mia gente è diventata ostile. Sono saccheggiato del mio grano. Dammi mille sicli d'argento e cento d'oro, e sloggerà da qui di fronte. Ha già preso tutte le mie città, Biblo sola mi resta, ed egli cerca di prenderla. Ora ho saputo che ha raccolto tutti gli hapiru per scagliarsi su di me. Cosa posso fare io, nel mio isolamento? Ecco, così ho scritto per avere truppe egizie e ausiliari, ma le mie parole non sono state ascoltate. Inoltre, provvedi alle tue terre (....). Inoltre, se non ci saranno truppe egizie e ausiliari per me, così Biblo (....). Manda truppe egizie che prendano Amurru. Tutti aspettano notte e giorno l'uscita delle truppe egizie. E il Re mio Signore provveda al suo servo fedele e il Re mandi truppe egizie a prendere Amurru, e io proteggerò la città del mio Signore fino all'arrivo delle truppe del Re (....)" (EA 91 - ripete ossessivamente le istanze precedenti)
"....Inoltre: chi è nemico del Re? Non certo Haya! Ecco, non appena entreranno in Amurru le navi dell'esercito egizio sconfiggeranno Abdi Ashirta, giacchè non hanno lana nè stoffe purpuree da dare in tributo a Mitanni. Inoltre: le navi di chi mi sono state contro? Non forse gli uomini di Arwad? E non sono forse loro che adesso stanno lì da te? Cattura le navi degli uomini di Arwad che stanno in Egitto! Inoltre, poichè Haya ha detto: "Le navi, se non le daremo (= faremo arrivare) noi in Amurru, come potrebbero portarle gli uomini di Tiro, gli uomini di Sidone e gli uomini di Beirut?". Ma di chi sono queste città? Non sono forse del Re!? Istalla un uomo qui, un uomo lì, in ogni città: non appena daranno (= faranno arrivare) la flotta in Amurru, sconfiggeranno Abdi Ashirta: il Re lo avrà istallato sopra di loro, non loro stessi! Dica il Re a quelle tre città e alla flotta egizia: non appena sarà giunta in Amurru, sarà catturato Abdi Ashirta. Sia consegnato a te. Dai retta alle parole del tuo servo fedele!" (EA 101 - seconda parte di una lettera divisa in due tavolette, di cui una non è stata trovata)
"Rib Adda scrive al Re, il Re di tutte le terre, il Re suo Signore, suo Dio. Ai piedi del mio Signore sette e sette volte mi getto. Perchè il mio Signore non ascolta le parole del suo servo? Sappia il mio Signore che non c'è malizia nelle parole del suo servo. Io non ho mai detto parola di tradimento al Re mio Signore. Il Re mio Signore controlli le mie parole e ascolti le mie parole! Io ho detto al Re mio Signore: "Manda truppe egizie che prendano Abdi Ashirta!" Chi volesse consigliare: "Resisterà di fronte alle truppe egizie del Re mio Signore" lo dica pure! I traditori dicono parole traditrici al Re mio Signore! (....) Lui sapeva che non c'era nessun altro che desse loro acqua, è lui che li ha fatti sopravvivere. Prenda consiglio il Re riguardo al suo servo, mandi il Re un suo commissario che decida sul posto. Non dovrà temere nulla. In passato, riguardo agli asini, il Re disse di darne al suo servo fedele, mentre adesso non c'è niente per lui (....)" (EA 94 - tentativo di negare le false voci che giungevano al faraone)
RIB ADDA DI BIBLO: parte III (Contro i figli di Abdi Ashirta per il controllo di Sumura)
A questo punto Abdi Ashirta venne sconfitto e, al suo posto, in Amurru regnava Aziru, figlio e successore di Abdi Ashirta dopo che questo fu ucciso. Ma Aziru coltivava le stesse mire espansionistiche del padre e i problemi di Rib Adda non erano finiti. Pur essendo tutti formalmente vassalli d'Egitto, comunque si contendevano il controllo della terra di Canaan, corrispondente all'odierno Libano. La politica faraonica adottava tuttavia una strategia di non intervento nelle faccende fra sudditi, tranne nei casi più gravi. I figli di Abdi Ashirta continuavano a controllare Sumura, a causa della complicità che trovarono in due corrotti funzionari egizi: Pahamnata e Haib, padre e figlio. Rib Adda vedeva così svanire gli effetti dell'intervento egizio nell'area. Questi episodi si collocano ormai, probabilmente, agli albori del regno di Akhenaton, figlio di Amenhotep III. Rib Adda, ormai deluso e sfiduciato, scrive quasi esclusivamente al faraone, anche se un funzionario di fiducia comunque gli rimane: Yanhamu. Fine del regno di Amenhotep III, circa 1353 a.C.: è probabile che le ultime lettere, dove Rib Adda ricorda al faraone la premura del predecessore nel difendere le terre (chiamandolo "tuo padre") siano già rivolte ad Akhenaton. Alla lettera EA 124 Rib Adda ricorda la risposta del faraone:"Tu mi scrivi più di tutti i reggenti!"; infatti, per nostra fortuna, è stato trovato un fiume di sue tavolette nell'archivio di Amarna (Akhetaton), ma evidentemente il faraone si sentiva assillato da Rib Adda, che fu uno stalker ante litteram. Ma lo si può ben comprendere vista la sorte avversa che incombeva su di lui: dovette prima lottare contro Abdi Ashirta, poi contro i figli di quest'ultimo e, ormai vecchio, venne infine spodestato dal fratello Ili Rapih ed esiliato. Una triste storia.
PROTAGONISTI PRINCIPALI:
UOMINI DELLA CITTA' DI ARWAD: regno vassallo d'Egitto sulla costa fenicia che scacciò Abdi Ashirta da Ullasa.
ABDI ASHIRTA: nemico pubblico, re di Amurru.
YANHAMU: ormai unico funzionario egizio a cui Rib Adda si rivolge, essendo gli altri corrotti e conniventi con Abdi Ashirta.
SIGNORA DI BIBLO: dèa Hator.
YAPAH ADDA: re di Beirut.
AZIRU: re canaanita di Amurru, figlio di Abdi Ashirta che divenne il principale nemico di Rib Adda e di Biblo.
PAWURU: commissario egizio in Canaan ucciso dai figli di Abdi Ashirta.
PAHAMNATA e HAIB: padre e figlio; funzionari egizi corrotti che passarono dalla parte dei figli di Abdi Ashirta.
PAHURU: altro commissario egizio (rabisu), frequentemente nominato nelle lettere amarniane.
"A Yanhamu, dì: messaggio di Rib Adda. Ai tuoi piedi mi getto. La Signora di Biblo, dea del mio Signore, ti dia onore al cospetto del Re tuo Signore, Sole di tutte le terre. Inoltre: tu sai che eri informato eppure hai rimandato l'uscita delle truppe. Perchè hai scritto? Adesso entrerai in una casa vuota. Tutto è esaurito, sono completamente rovinato. Inoltre, perchè mi hai scritto: "Và a stare in Sumura fino al mio arrivo", tu sai che l'ostilità contro di me è forte assai e io non posso andare. Ecco, anche Ambi mi è ostile. Tu sai che il Grande e i signori della città sono d'accordo con i figli di Abdi Ashirta, e così non posso andare. Tu sai che sono tutti traditori: non chiedere di me al mio nemico! Così ora ho paura. Inoltre, ascoltami: affretta al più presto la venuta, ed entra laggiù. Tu sai che essi sono traditori. Inoltre, non ritardare la venuta, manda truppe egizie (....) entra, non temere! Quando sarai entrato in città, da lì dentro mi scriverai". (EA 102 - Rib Adda spinge all'intervento egizio per riprendere Sumura, ma si sottrae ad una collaborazione)
"Al Re mio Signore, mio Sole: messaggio di Rib Adda, tuo servo. Ai piedi del mio Signore, mio Sole, sette e sette volte mi getto. Ascolti il Re mio Signore le parole del suo servo fedele. Io sto molto male, forte è l'ostilità: i figli di Abdi Ashirta sono entrati in Amurru, a loro appartiene tutta la regione, Sumura e Irqata restano al Grande. Ecco, io sono stato a sumura quando il Grande era in difficoltà di fronte all'ostilità. io ho lasciato Biblo, ma Zimrida e Yapah Adda non sono stati con me. Ecco, il Grande ha scritto a loro negli stessi termini, ma essi non gli hanno dato ascolto. Ascolti il Re mio Signore le parole del suo servo fedele: manda al più presto truppe ausiliarie a Sumura, per proteggerla fino all'arrivo delle truppe del Re, il Sole. Il Re, il Sole, scacci via i traditori da dentro la sua terra! Inoltre: il Re mio Signore ascolti le parole del suo servo: manda truppe di guarnigione a Sumura e Irqata, giacchè tutte le truppe di guarnigione sono fuggite da Sumura. sembri opportuno al mio signore, il Sole di tutte le terre, di darmi pariglie di cavalli. Manda truppe ausiliarie al più presto a Sumura, per proteggerla. Tutti gli uomini di guarnigione che restano sono in cattive condizioni, e pochi sono gli uomini dentro la città. Se non manderai truppe egizie, nessuna città resterà a te; ma se ci saranno truppe egizie, prenderemo tutte le terre per il Re". (EA 103 - a questo punto Amurru è sotto il controllo dei figli di Abdi Ashirta e Rib Adda sollecita l'intervento a Sumura)
"Al Re mio Signore, mio Sole, dì: messaggio di Rib Adda, tuo servo. Ai piedi del mio Signore, mio Sole, sette e sette volte mi getto. Sappia il Re mio Signore che Pu Ba'lu, figlio di Abdi Ashirta, è entrato in Ullasa. A loro appartengono Ardata, Wahliya, Ambi, Shiqata: tutte le città appartengono a loro. Mandi il Re truppe ausiliarie a Sumura, fino a che il Re prenda consiglio riguardo alla sua terra. Chi saranno mai i figli di Abdi Ashirta, servo e cane? Sono forse il Re di Cassiti o il Re di Mitanni, essi che prendono la terra del Re per sè? In passato hanno preso le città dei tuoi reggenti, e tu sei rimasto inerte. Ecco, adesso hanno espulso il tuo commissario e hanno preso le sue città per sè: ecco, hanno preso Ullasa. Se parimenti resti inerte, davvero prenderanno Sumura, uccideranno il commissario e le truppe ausiliarie che stanno a Sumura. Cosa posso fare? Io non posso andare a Sumura: le città di Ambi, Shiqata, Ullasa, Arwad mi sono ostili. Al solo sentire che io fossi entrato a Sumura, quelle città con navi e figli di Abdi Ashirta sulla terraferma mi si metterebbero contro, io non potrei uscire, o altrimenti Biblo passerebbe al nemico. Sono andato a Ibirta, e hanno cercato di farla diventare nemica". (EA 104 - lettera posteriore alla caduta di Ullasa)
"Dice Rib Adda al suo Signore, Re grande, Re di tutte le terre, Re della battaglia. La Signora di Biblo dia forza al Re mio Signore. Ai piedi del mio Signore, mio Sole, sette e sette volte mi getto. Inoltre: prenda consiglio il Re riguardo a Sumura. Guarda: Sumura è come un uccello preso in trappola, così è Sumura. I figli di Abdi Ashirta dalla terraferma e gli uomini di Arwad dal mare, giorno e notte stanno contro di essa. Io ho mandato tre navi presso Yanhamu, ma gli uomini di Arwad hanno cercato di prenderle e sono usciti in mare. Guarda, gli uomini di Arwad: quando uscirono le truppe egizie, tutta la roba di Abdi Ashirta che stava presso di loro non venne confiscata, e le loro navi uscirono legalmente dall'Egitto. Così non hanno più paura di nulla: ecco, hanno preso Ullasa e cercano di prendere Sumura. tutta la roba di Abdi Ashirta l'hanno data ai suoi figli, e costoro adesso sono forti. Hanno preso le navi dell'esercito egizio, con tutto quanto. Io invece non posso andare in aiuto a Sumura. Yapah Adda mi è ostile a motivo della mia roba che sta con lui. Facciamo un processo, alla preenza di Aman (....) e di Mar Bihaya, e alla presenza di Yanhamu: essi conoscono il mio buon diritto riguardo a (....), riguardo a parecchia mia roba che sta da lui. Per questo egli è ostile contro di me. Quando ho saputo di Ullasa, ho scritto (....) a lui, ma egli ha attaccato le mie due navi e ha preso il loro carico: ha fatto ostilità contro di me a motivo di (....). Facciamo un processo tra noi. Tutta la mia roba che sta da lui sia presa e depositata presso il Re, eil servo fedele viva per il Re! Gli egizi che sono usciti da Ullasa, ora stanno presso di me, e non c'è grano da mangiare per loro. Yapah Adda non consente alle mie navi di andare a Yarimuta, e non posso mandarli a Sumura a motivo delle navi di Arwad. Non ha forse detto: "Ecco, Rib Adda l'ha preso e adesso è contro di me"?(....)" (EA 105 - Ullasa è caduta nelle mani degli uomini di Arwad. Arwad ha recuperato i beni di Abdi Ashirta ma li ha tenuti per i suoi figli. Yapah Adda trattiene i beni di Rib Adda che vorrebbe fosse tenuto un processo per recuperarli)
"Al Re mio Signore, mio Sole: messaggio di Rib Adda, tuo servo. La Signora di Biblo dia forza al Re mio Signore. Ai piedi del mio Signore, mio Sole, sette e sette volte mi getto. Rib Adda ha scritto al suo Signore: "Aziru ha preso tutte le mie città, Biblo sola mi resta! Prendi consiglio riguardo al tuo servo fedele!" Ecco, se venissero truppe contro Biblo, la prenderebbero: "Ora davvero Aziru sta raccogliendo tutte le città, e la prenderà: e io dove starò? Forse che non ha detto così: "Son prese le città di Rib Adda e Sumura (....)". Chi è mai quel servo e cane, che prende le città del Re per sè? I reggenti (....) chieda il Re riguardo a ciò, se è davvero così! Provveda il Re a proteggere (....) ha mandato truppe per prendere Biblo e per prendere Batruna. Forse che non hai detto così: "Tu mi scrivi più di tutti i reggenti!" Ma quelli, perchè mai dovrebbero scriverti? Le loro città appartengono a loro, mentre le mie città le ha prese Aziru, e ora torna per prendere Biblo! Anche nel caso dell'uccisione di Abdi Ashirta e Pewuru mi dicevano: "Il Re non uscirà!" Esci dunque come fecero i tuoi padri! (....) i traditori (....). Quanto a me: non ci sono buoi, non ci sono pecore. Perchè il Re ha mandato reclute egizie per prendere le città, e non è riuscito a prenderle? Se Aziru prendesse anche Biblo dalle tue mani, tu non la riprenderesti mai più!Se il Re ha a cuore di (....), manda truppe di guarnigione al più presto (....) quei tre uomini (....)". (EA 124 - Abdi Ashirta è catturato e, come detto qui, ucciso. Il commissario Pawuru è morto. Aziru occupa le città di Rib Adda e minaccia Biblo. Il faraone rimprovera Rib Adda di subissarlo di lettere)
"(....) Mandi il mio Signore delle truppe di guarnigione a Biblo. Adesso è stata presa Sumura, e truppe di Biblo sono state uccise. Se sta a cuore al Re mio Signore di proteggere Biblo, il mio Signore mandi trecento fanti e trenta carri, e cento Cusciti, che proteggano Biblo, città del mio Signore. Ma se il Re non manda grano estivo, le truppe nemiche si scaglieranno su Biblo e certamente la prenderanno; e, quanto a me, mi uccideranno! (....) il Re mio Signore (....) si avvicinano ai commissari. Quando fu ucciso Pawuru, consigliere del Re, il cadavere venne messo al (....). Noi siamo servi del Re, e saarebbe penoso a vedersi, che noi fossimo presi. Io ho paura! Che non sia ucciso! Il mio cadavere sarebbe gettato via, senzaa offerta funeraria! In precedenza hanno fatto proprio così. Il Re tuo padre mandò una truppa egizia piccola, eppure prese tutto. Ma Pahamnata non mi dà ascolto, e ha commesso un'azione traditrice. Ecco, suo figlio ha saccheggiato Sumura. Ascolti il Re le parole del suo servo e mandi truppe e gizie in gran numero, e prenda tutto! Se dovessero dire al cospetto del Re:"Non c'è grano da mangiare! Il vettovagliamento per le truppe egizie dov'è?", tutte le città sono del Re mio Signore: da dentro di esse il cibo e il grano si prenderà (....) Mandi il Re truppe egizie e truppe ausiliarie a proteggere Biblo. Non sia negligente riguardo alla sua città! Se non le manderà a Biblo, la prenderanno. E se prenderanno Biblo, nessuna terra di Canaan resterà al Re! Chieda il Re a Yanhamu riguardo a queste cose!" (EA 131 - denuncia del tradimento del funzionario egizio Pahamnata che lasciò Sumura nelle mani dei figli di Abdi Ashirta. Accenno alla morte di Pawuru e all'oltraggio del cadavere, qui in una frase non completa)
"Al Re mio Signore, mio Sole, dì: messaggio di Rib Adda tuo servo. La Signora di Biblo dia forza al Re mio Signore. Ai piedi del mio Signore, mio Sole, sette e sette volte io mi getto. Inoltre: prendi consiglio riguardo a Biblo, tua città fedele! In passato Abdi Ashirta stette contro di me; io scrissi a tuo padre: "Manda truppe e egizie del Re, e tutta la terra verrà presa in un sol giorno!" Non fu forse preso Abdi Ashirta con tutta la sua roba e portato da te? Ecco, adesso Aziru ha raccolto tutti i nemici e ha detto loro:"Se Biblo non (....) egli uscirà (....) del tuo servo. Forse che Yanhamu non sta lì con te? Chiedigli se non gli dissi: "Se tu farai (....) un patto coi figli di Abdi Ashirta, ti prenderanno". Egli mi ascoltò e protesse la città del Re suo Signore. così dissi anche a Pawuru, di non ascoltare le parole di Haib, il cui padre ha alienato le città. Ecco: Haib ha dato via Sumura! Non resti inerte il Re riguardo questa azione, che un commissario sia stato ucciso. Se ora resti inerte, Pahuru non resterà in Kumidi, e tutti i tuoi reggenti saranno uccisi. Ecco, così scrivo al Palazzo, ma non vengo ascoltato. Manda navi che prendano ogni cosa appartenente alla Signora e a me. Manda cinquanta o cento soldati e cinquanta o cento nubiani, cinquanta carri che proteggano la città per te. Manda truppe egizie e pacifica la terra!" (EA 132 - ancora riferimenti al tradimento del funzionario Pahamnata e suo figlio Haib, con conseguente uccisione di Pawuru)
"Rib Adda; dì al Re mio Signore. Sotto ai piedi del mio Signore sette e sette volte io mi getto. Ecco, ho udito le parole del Re mio Signore e il mio cuore si è rallegrato assai. Affretti il mio Signore l'invio delle truppe egizie, al più presto. Se il Re mio Signore non manda le truppe egizie, noi morremo e Biblo sarà presa. Ciò che ieri e avant'ieri, anche adesso (frase proverbiale). Ieri e avant'ieri dicevano:"non ci sono truppe egizie", ma io scrissi e le truppe egizie uscirono e presero loro padre (Abdi Ashirta). Ecco, adesso dicono: "Che non scriva, o noi saremo presi!" Ecco che cercano di prendere Biblo e dicono:"Se prendiamo Biblo, saremo forti!" Guarda, se prendono Biblo saranno forti. Nessun uomo sarà troppo piccolo per loro! Ecco, io proteggo Biblo, città del Re, notte e giorno. Se io conquistassi altre terre, la gente sloggerebbe per prendere altre terre per sè, e nessuno resterebbe a proteggere Biblo, città del mio Signore. Affretti il mio Signore l'invio delle truppe egizie, o noi morremo! Ora che il mio Signore mi ha scritto, essi sanno che saranno loro a morire, cercano di commettere tradimento. Quando si dice al cospetto del Re: "C'è una pestilenza nel Paese!" il Re mio Signore non ascolti le parole di altri uomini. Non c'è pestilenza nel Paese, è finita già da prima. Il mio Signore sa che io non scrivo parole ingannevoli al mio Signore. Tutti i reggenti non amano che escano le truppe egizie, perchè per loro tutto è in pace. Io invece desidero la loro uscita perchè per me tutto va male. Esca il Re mio Signore, esamini le sue terre, e prenda tutto! Guarda, il giorno stesso che uscirà, tutte le terre passeranno dalla parte del Re mio Signore. Chi potrebbe mai resistere di fronte alle truppe egizie del Re? Il Re mio Signore non conceda quest'anno di tregua ai figli di Abdi Ashirta, altrimenti cresceranno, tutti quanti i figli, nelle terre del Re mio Signore! Chi sono mai quelli, che hanno commesso impunemente il misfatto di uccidere un commissario: Pawuru?" (EA 362 - Rib Adda ripercorre i bei tempi andati in cui l'intervento del faraone debellò Abdi Ashirta, e invita a fare lo stesso con i figli di quest'ultimo)
"Rib Adda dice al suo Signore, Re di tutte le terre. Ai piedi del mio Signore, mio Sole, sette e sette volte mi getto. Guarda: Biblo è città fedele da sempre al mio Signore, il Sole di tutte le terre. Guarda: io sono il predellino dei piedi del Re mio Signore e il suo servo fedele. Ecco, forte assai è l'ostilità contro Sumura, e anche contro di me è forte. E adesso Sumura viene attaccata fin davanti alla sua porta! Hanno potuto attaccarla, ma non hanno potuto prenderla. Inoltre, tu mi hai detto: "Perchè Rib Adda scrive in questi termini una tavoletta al Palazzo, e si assume una responsabilità più dei suoi alleati riguardo a Sumura?" Guarda: da cinque anni c'è ostilità contro di me, per questo scrivo al mio Signore. Guarda: io non sono come Yapah Adda, nè come Zimrida: tutti questi alleati hanno disertato. C'è ostilità contro di me e contro Sumura. Ed ecco, adesso è morto il suo commissario; ed ecco, adesso io sono in difficoltà. Stavo a Sumura, ma tutti gli uomini sono fuggiti. Mandi il mio Signore un commissario e delle truppe con lui, al più presto, a proteggerla. Io non posso uscire. Si allontani fra loro due (....). E poichè il Re ha scritto:" Perchè Rib Adda ha scritto una tavoletta al suo Signore a proposito di un male che gli è stato fatto in precedenza?" Ecco adesso, non mi si fa forse altrettanto anche adesso? Inoltre: sembri opportuno al mio Signore di mandare Yanhamu come suo commissario (di Sumura). Yanhamu è il portaombrello del Re mio Signore; ho sentito dalla testimonianza della gente che egli è un uomo saggio, e tutti lo amano. Inoltre, sembri opportuno al mio Signore di mandare venti pariglie di bei cavalli al suo servo. Uomini invece ce ne sono molti con me, perchè io vada contro i nemici del Re mio Signore. Inoltre: tutte le mie città che ho detto al mio Signore, lo sa il mio Signore se sono tornate! Dal giorno della partenza delle truppe da campo del mio Signore, sono diventate tutte ostili!" (EA 106 - Rib Adda consiglia il faraone sul commissario da eleggere a Sumura, ovvero Yanhamu. Poi fa riferimento a certe considerazioni del faraone sulle sue lettere, come se egli si chiedesse come mai Rib Adda, re di Biblo, dovesse interessarsi alle faccende di Sumura più dei suoi alleati. Poi il faraone lascia intendere la pesantezza della pedanteria di Rib Adda)
"Rib Adda dice al suo Signore, Re di tutte le terre, Re grande, Re della battaglia. La Signora di Biblo dia forza al Re mio Signore. Ai piedi del mio Signore, mio Sole, sette e sette volte io mi getto. Guarda: io sono servo fedele del Re, del Sole, e la mia bocca, le parole che dico al Re sono verità. Ascolti il Re mio Signore le parole del suo servo fedele: stia un capo dell'esercito in Sumura e tu prendi Haib presso di te e ispezionalo e apprendi le sue parole (cose). Se ti pare opportuno metti come suo commissario (di Sumura) una persona onorata al cospetto dei reggenti del Re. Ascolti il mio Signore le mie parole: ecco, Aziru figlio di Abdi Ashirta, coi suoi fratelli, sta a Damasco. Manda truppe egizie che lo prendano e la terra del Re avrà pace. Se invece le cose restano così, Sumura non resisterà. Inoltre, ascolti il Re mio Signore le parole del suo servo fedele: non c'è argento da dare per comprare cavalli, è tutto esaurito per il nostro sostentamento. Dammi trenta pariglie di cavalli con rispettivi carri. Qui da me ci sono reclute e carristi, ma non ci sono cavalli per andare contro il nemico del Re. Per questo ho paura, e per questo non sono andato a Sumura". (EA 107 - sollecito per la nomina di Yanhamu come commissario a Sumura, al posto del filo-amorreo Haib, figlio del funzionario egizio Pahamnata)
"Rib Adda scrive al suo Signore, Re di tutte le terre, Re grande, Re della battaglia. La Signora di Biblo dia forza al Re mio Signore. Ai piedi del mio Signore, mio Sole, sette e sette volte io mi getto. Inoltre: sembra bello al Re, che è come Addu e il Sole in cielo, che i figli di Abdi Ashirta facciano come gli pare e piace? Hanno preso cavalli del Re e carri e hanno dato in pegno giovani reclute e soldati egizi al paese di Subari! Al tempo di chi era mai stata fatta una cosa simile? Ora diranno al Re, al Sole, parole ingannevoli; ma io sono tuo servo fedele, una cosa che so o che sento, la scrivo al Re mio Signore. Chi saranno mai coloro, quei cani, che resistono di fronte alle truppe egizie del Re, del Sole? Io scrissi a tuo padre, ed egli ascoltò le mie parole e mandò truppe egizie: non fu forse preso Abdi Ashirta per lui? Inoltre, poichè i reggenti non si rivolgono contro di loro, così essi sono forti. L'esercito egizio fornisce loro quel che desiderano, e così non temono il Grande. Avendo preso i cavalli, sono diventati prepotenti. Quando noi abbiamo saputo che erano diventati forti, abbiamo detto al Re: "Sono forti!" Forse che non prevarranno? Quando ho mandato due messaggeri a Sumura, ho trattenuto quest'uomo per rinviare risposta al Re. Inoltre, perchè dai ascolto alle altre persone? I messaggeri del Re, di notte portano messaggi e di notte riportano indietro le risposte, a motivo del cane. Se il mio Re vuole mandarli di giorno, saranno catturati! Inoltre, non ha forse posto ogni malizia contro di te e non ha forse disertato?L'uomo che tu hai mandato qui, i nemici vennero da Sumura per catturarlo, ma non gliel'ho consentito. Ascolti il Re le parole del suo servo: mandami venti soldati nubiani e venti soldati egizi per proteggere la città per il Re, il Sole, Signore mio, che sono tuo servo fedele". (EA 108 - richiesta d'invio di truppe e di cavalli, ricordando i tempi di Amenhotep III; ora Rib Adda si rivolge ad Akhenaton, successore di Amenhotep III)
"Rib Adda dice al suo Signore, Re di tutte le terre, Re grande. La Signora di Biblo dia forza al Re mio Signore. Ai piedi del mio Signore, mio Sole, sette e sette volte io mi getto. In precedenza il Re di Mitanni era nemico dei tuoi padri, e i tuoi padri non si distaccarono dai miei padri. Adesso i figli di Abdi Ashirta, servo e cane, hanno preso le città del Re e le città del suo reggente, a loro piacimento.Sono stati loro che hanno preso per sè Ardata, e tu sei rimasto inerte riguardo alla loro azione quando l'hai saputo. Hanno preso Ullasa, e io ho scritto:"Il giorno che il Re mi ascoltasse, quel giorno stesso li prenderebbe. Oppure: la notte che mi ascoltasse, quella notte stessa li prenderebbe". Così io sono tenace i cuor mio. Hanno preso (....) del tuo reggente, e reclute e carri e soldati egizi, e tu resti inerte. Così essi sono tenaci in cuor loro, e progettano ogni tradimento. Ecco, mi sono ostili e hanno catturato dodici miei uomini, li hanno legati e messi in prigione, e hanno stabilito tra noi un riscatto di cinquanta sicli a testa! (....) essi vanno (....) essi sono ladri, e Yanhamu lo sa, il commissario che il Re ha stabilito. Ora un libico e un soldato egizio essi hanno dato akl paese di Subari in pegno per ottenere in cambio il loro sostentamento. Guarda, io sono servo fedele del Re. In passato, al solo vedere un egizio, i Re di Canaan figgivano di fronte a lui; ma adesso i figli di Abdi Ashirta fanno la guardia agli egizi come cani. Preferirei morire piuttosto che udire qualcosa di male sul conto del mio Signore. Ma quant'è vero che tutti i nostri dèi e la Signora di Biblo vivono: è lui l'uomo che cerca il male per il suo Signore, mentre io cerco solo ogni forza per il mio Signore. Inoltre, non riesco a introdurre questo tuo uomo in Sumura: tutte le città mi sono ostili, con i figli di Abdi Ashirta, così sono forti. E i reggenti non sono corretti con me: quando Haya e Amanappa sono usciti, da Sumura con carri e truppe (....). Io sono tuo servo fedele!" (EA 109 - vengono riferiti casi di riscatto, e fatte considerazioni sul cedimento dell'autorità egizia in Canaan)
"Rib Adda scrive al suo Signore, Re di tutte le terre, Re grande. La Signora di Biblo dia forza al Re mio Signore. Ai piedi del mio Signore, mio Sole, sette e sette volte mi getto. Perchè il Re mio Signore mi ha scritto:"Bada, proteggiti!" Da chi mi dovrei proteggere, dal mio nemico o dai miei contadini? Chi mi proteggerà? Se il Re proteggerà il suo servo, io vivrò; ma se il Re non mi proteggerà, chi altro mai mi proteggerà? Se il Re manderà soldati egizi e nubiani e cavalli, affidati a questo mio uomo, al più presto, in tal caso io vivrò per servire il Re mio Signore. Davvero io non ho niente per comprare cavalli: tutto è esaurito a forza di dare a Yarimuta in cambio di viveri per la mia sopravvivenza. Se il Re ha a cuore la vita del suo servo e della sua città, manda guardie che proteggano la tua città e il tuo servo, fino a che il Re provveda alle sue terre e mandi truppe egizie e pacifichi le sue terre. E' sembrato forse bello al Re, quando hai scritto al tuo servo: "Introduci Haya entro Sumura"? Ho dovuto dare tredici sicli e un paio di vestiti per il nemico che ha recapitato la tavoletta a Sumura. Non c'è forse lì da te Haya stesso? Chiedigli se non è vero che di notte è stato introdotto a Sumura! In p0assato c'erano per me provviste del Re, e davamo il soldo all'uomo che spedivamo; mentre adesso non ci sono provviste del Re e non ci sono guardie (....)" (EA 112 - solite esortazioni e ddifficoltà di comunicazione con Sumura)
"Rib Adda scrive al suo Signore, Re di tutte le terre, Re grande. La Signora di Biblo dia forza al Re mio Signore. Ai piedi del mio Signore, mio Sole, sette e sette volte io mi getto. Poichè il Re mio Signore mi ha scritto:"Proteggi te stesso!". Chi mi proteggerà? Ecco, i miei padri avevano truppe di guarnigione del Re con loro e viveri del Re per loro; mentre io non ho viveri e truppe di guarnigione del Re per me. Ecco che adesso forte è l'ostilità contro di me. I figli di Abdi Ashirta hanno detto ai nemici (hapiru) e a coloro che lo sono diventati:"Cosa c'è con Rib Adda?" Provvedi al tuo servo (....) ho detto (....) ho scritto al Palazzo:"Manda truppe egizie!" Ma non hanno forse p0reso (....) le terre per il Re? Ecco, ora il Re ascolti le parole del suo servo e mandi truppe egizie che proteggano la terra del Re per il Re. Pacifica i reggenti del Re nelle terre! Non sono stati forse uccisi come cani e tu sei rimasto inerte? Inoltre (....) molto riguardo al mio caso legale. Come vive la Signora di Biblo (....) i reggenti (....). Manda truppe egizie (....). Se il Re ama (....) al suo servo (....) a lui (....)". (EA 121 - lettera simile alle precedenti)
"Rib Adda scrive al suo Signore, Re grande, Re di tutte le terre, Re della battaglia. La Signora di Biblo dia forza al Re mio Signore. Ai piedi del mio Signore, mio Sole, sette e sette volte io mi getto. Un'azione che non era mai stata commessa, è stata commessa contro Biblo. Pahuru ha mandato dei Sutei che hanno ucciso uno Sherdanu e hanno preso tre uomini e li hanno introdotti in Egitto. Se il Re mio Signore non li rilascia, certamente compiranno un tradimento contro di me! Se il Re mio Signore ama il suo servo fedele, rilasci quei tre uomini e io vivrò e proteggerò la città per il Re. Poichè il Re mi scrive: "Proteggi te stesso!", da chi mi proteggerò? Rilascia i tre uomini introdotti da Pahura e io vivrò. Sono: Abdi Irama, Yantin Balu, Abdi Milki. Chim sono mai i figli di Abdi Ashirta che prendono la terra del Re per loro? Il Re mandi truppe egizie a prenderli tutti quanti!" (EA 123 - Rib Adda protesta contro la detenzione di tre uomini di Biblo da parte egizia)
"Rib Adda scrive al suo Signore, Re di tutte le terre, Re grande, Re della battaglia. La Signora di Biblo dia forza al Re mio Signore. Ai piedi del mio Signore, mio Sole, sette e sette volte io mi getto. Poichè il Re mi ha detto:"Proteggi te stesso!" , guarda, in passato, al tempo dei padri, c'erano truppe di guarnigione del Re con loro e ogni cosa del Re per loro. Adesso, io non ho viveri del Re per me, nè truppe di guarnigione del Re con me. Io, nel mio isolamento, proteggo me stesso. Guarda, io (....) un commissario, ci sono truppe di guarnigione del Re con lui, e viveri del Re per lui; mentre io non ho nè guarnigione nè viveri del Re per me. Pahuru ha commesso un'azione grave contro di me: ha mandato dei Sutei che hanno ucciso uno Sherdanu e hanno portato tre persone in Egitto. Quanto a lungo la città è stata arrabbiata con me! Forse che la città non ha detto:"Una cosa che non era mai stata fatta, è stata fatta contro di noi!" Il Re ascolti le parole del suo servo, e rilasci gli uomini, che la città non commetta tradimento! Che posso fare io? Ascoltami, non rifiutare! Sia che quegli uomini stiano al cospetto del Re, oppure no, ascoltami! Ecco, così scrivo al Palazzo, ma le mie parole non sono ascoltate!" (EA 122 - Rib Adda sollecita il rilascio dei suoi cittadini trattenuti in Egitto)
RIB ADDA DI BIBLO: parte IV (disfatta di Sumura e processo contro Yapah Adda)
Questi fatti si svolsero probabilmente sotto il regno di Akhenaton, circa 1353 a.C. e oltre. Continua, in questa fase, l'assillo di Rib Adda nei confronti del faraone, e infatti alla lettera EA 117, egli rimprovera il re di averlo rimproverato riguardo alla mole di tavolette inviate a Corte, ricordandogli la risposta ricevuta da lui: "Perchè tu mi scrivi continuamente?" Si potrebbero fare molte digressioni psicologiche sulla personalità di Rib Adda, se non fosse stato veramente così perseguitato dalla sorte, come abbiamo appurato nel precedente capitolo e come vedremo meglio nel successivo. Questo capitolo vede protagonista il personaggio che trattenne illegalmente le cose di Rib Adda, ovvero Yapah Adda: individuo avvolto nel mistero del quale non si sa nulla, tranne che Rib Adda chiese al faraone di tenere un processo contro di lui per farsi restituire il maltolto. Intanto, dopo la sconfitta di Abdi Ashirta, il figlio di quest'ultimo, Aziru, re di Amurru, non fu meno espansionista del padre e minacciò a sua volta le terre controllate da Rib Adda, il quale non smetteva di inviare fiumi di lettere al faraone, ricordandogli di come fosse più presente suo padre, Amenhotep III, nelle contese fra vassalli e ribadendo l'assurdità delle pretese conquiste dei suoi nemici (i figli di Abdi Ashirta), i quali, anche se estendevano il proprio territorio, rimanevano pur sempre vassalli del Re, e quindi dovevano rispondere al Re del proprio comportamento. Alla lettera EA 120, fra il carico di cose inviate al faraone da Rib Adda e trattenute da Yapah Adda, si fa allusione ad una donna di alto rango che gli storici ritengono, forse, essere una principessa di Biblo inviata all'harem del faraone come dotazione matrimoniale. A quanto pare, trattandosi comunque di vassalli, il faraone adottava una politica non-interventista, come sempre fecero i suoi predecessori, tranne nei casi più gravi. L'ultima lettera di questo capitolo, EA 120, riporta nomi non traducibili di attrezzature ed oggetti rivendicati da Rib Adda durante il processo.
PROTAGONISTI PRINCIPALI:
ABDI ADDA e BIN AZIMI: due addetti al recupero delle cose di Rib Adda trattenute da Yapah Adda.
YAPAH ADDA: personaggio non identificato, che trattenne illegalmente numerosi beni di Rib Adda. Alcuni storici presumono si possa trattare di un re di Beirut spodestato proprio in seguito al processo istituito da Rib Adda contro di lui, e sostituito dal più affidabile Ammu Nira, amico di Rib Adda. Ma molti concordano sul fatto che fosse semplicemente un personaggio eminente dell'area.
ZIMRIDA DI SIDONE: re di Sidone.
AZIRU: re canaanita di Amurru, figlio di Abdi Ashirta che divenne il principale nemico di Rib Adda e di Biblo.
ABDI ASHIRTA: nemico pubblico, ormai sconfitto e sostituito dai figli, re di Amurru.
YANHAMU: ormai unico funzionario egizio a cui Rib Adda si rivolge, essendo gli altri corrotti e conniventi con Abdi Ashirta.
SIGNORA DI BIBLO: dèa Hator.
"Inoltre (....) non puoi (....) e il reggente (....). Chiedi pure ad un altro reggente se non ha commesso tradimento o non l'ha posto in cuor suo. Forse che Yapah Adda non ha commesso tradimento? Sappi: cosa gli ha fatto il Re? Inoltre: cosa avrei mai fatto io a Yapah Adda, che pone ogni male verso di me? Ecco, ha saccheggiato due mie navi; i miei caprovini e ogni mio bene in grande abbondanza è presso di lui. Mandi il Re un suo commissario che decida il litigio legale fra voi due (evidente svista poichè avrebbe dovuto esserci scritto "tra noi due"). Prenda il Re tutto ciò che è presso di lui, ed egli (il commissario) indaghi riguardo a ogni mio bene che è presso di lui. A senso: cose e personeprese da Rib Adda, le ha date ai nemici; mentre non c'è nessuno che possa prendere qualcosa di suo dalle mie mani. Mi chiedi perchè non riesco a mandare un uomo al Palazzo, come i miei colleghi? Le loro città appartengono a loro e sono in pace. Dia il Sole onore al tuo cospetto, e pacifichi il tuo servo, e questi non si allontanerà da te. Quanto ad Amanmasha, digli che resti con me, di modo che porti la mia tavoletta presso di te. Perciò pensi il Re ad Aman Masha, che resti con me. (....) Yapah Adda (....) viveri alle città che non sono ostili verso di te". (EA 113 - seconda parte di una lettera divisa in due tavolette, di cui la prima è perduta. Sollecita i preparativi per un processo contro Yapah Adda, che si è impossessato dei beni di Rib Adda)
"Rib Adda scrive al suo Signore, Re di tutte le terre, Re grande, Re della battaglia. La Signora di Biblo dia forza al Re mio Signore. Ai piedi del mio Signore, mio sole, sette e sette volte mi getto. Sappia il Re mio Signore che Aziru mi è nemico. Ha preso dodici miei uomini e ha stabilito un riscatto tra di noi di cinquanta sicli d'argento: gli uomini che avevo mandato a Sumura li ha presi. A Wahliya ci sono navi degli uomini di Tiro, Beirut e Sidone. In Amurru sono tutti d'accordo con loro; io solo sono nemico! Ecco, adesso Yapah Adda, assieme ad Aziru, mi è nemico: forse che non ha preso la mia nave? forse che non è venuto in mare aperto a prendere le mie navi? Prenda consiglio il Re riguardo alla sua città e al suo servo. I miei contadini cercano di disertare. Se non puoi salvarmi dalle mani del mio nemico, almeno rispondimi una parola di modo che io sappia cosa devo fare. Ecco, quando ti ho scritto riguardo a Sumura, sono andato e ho supplicato le truppe di proteggerla, ma essi l'hanno abbandonata, e la guarnigione ha disertato: per questo ti ho scritto. Ecco (....) ho mandato e rimandato il mio messaggero: quante volte l'ho mandato e non è potuto entrare in Sumura? tutte le strade erano bloccate per lui. E' lui (=Aziru) che osserva l'ostilità che c'è contro di me e contro Sumura. Per due mesi mi è stato contro. A motivo di che cosa il tuo servo fedele viene trattato così? A motivo del servirti! Se tu non puoi prendere con te il tuo servo, manda truppe egizie a prendermi. Sarebbe stato bello stare con te! L'avversario del Re mi è ostile, e così pure i suoi reggenti riguardo i quali egli dovrebbe prendere consiglio. Così sono in grande difficoltà. Forse che non c'è Aman Masha il secondo? Chiedigli se non ho dovuto spedirtelo tramite Alashiy! Prendi consiglio riguardo il tuo servo fedele. In passato, i miei contadini si rifornivano di viveri da Yarimuta; ma adesso Yapah Adda non gli consente di andare. Perchè resti inerte? Il Re mandi truppe di guarnigione che scaccino il nemico del Re e facciano la guardia al reggente che ti serve fedelmente. Inoltre: prendi consiglio al mio riguardo. Chi ti amerà se io muoio? Forse che Yapah Adda non sta con Aziru?" (EA 114 - lamentele ridondanti sull'inerzia faraonica riguardo a Sumura)
"Rib Adda scrive al suo Signore, Re grande, Re di tutte le terre, Re della battaglia. La Signora di Biblo dia forza al Re mio Signore. Ai piedi del mio signore, mio sole, sette e sette volte mi getto. Sappia il Re che forte assai è l'ostilità contro di noi. Quando ti dicono:"Sumura appartiene al Re", sappia il Re che c'è stato un attacco contro la nostra guarnigione, i figli di Abdi Ashirta l'hanno presa, e non c'è stato nessuno che abbia portato un messaggio al Re. Considera che io sono tuo servo fedele e tutto ciò che sento lo scrivo al mio Signore. Inoltre, prendi consiglio riguardo a Sumura. come un uccello preso in trappola, così essa è. Forte assai è l'ostilità. I messaggeri che vengono dal Palazzo non possono entrare a sumura: di notte li devo far entrare! E Yapah Adda non è corretto con me: all'arrivo del mio uomo, lo hanno legato. Mi sia dato quel che è giusto: è molto assai. Il Re mandi un commissario regio e il Re dica loro di decidere il caso legale tra voi due. Se il Re vuol dare tutto al suo servo, che lo dia! Altrimenti, che il Re si prenda tutto per sè! Inoltre, tutte le mie città sono passate al nemico e tutte mi sono molto ostili. Yapah Adda pone ogni male contro di me. non resta nulla per loro: chi ha dato due volte, chi tre volte, l'argento del riscatto. Ascolti il Re le parole del suo servo fedele e dia vita al suo servo e alla sua serva Biblo. Inoltre, sarebbe bello per me stare con te e aver pace. Forse che Aziru e Yapah Adda non si sono messi d'accordo tra di loro contro di me? Io non posso far nulla e le loro azioni sono ostili contro di me. Così mi va molto male. Inoltre, guarda: noi siamo servi fedeli del Re da tanto tempo. Inoltre, guarda: io sono tuo servo fedele, eppure mi va male. Guarda questa cosa! Guarda: io sono la terra sotto i tuoi piedi, o Re. Guarda, tuo padre non uscì forse e non ispezionò le terre e i suoi reggenti? Ora, gli dèi, e in particolare il Sole e la Signora di Biblo ti hanno dato di sedere sul trono della tua casa paterna, nella tua terra. Chi saranno mai quei figli di Abdi Ashirta, che prendono la terra del Re per sè? Sono essi forse il Re di Mitanni, o il Re di Cassiti, o il Re di Hatti? Mandi il Re truppe egizie e Yanhamu con (....) di Yarimuta, e il commissario di Kumidi con lui, e prendano (....) il (si può leggere anche "del") Re (....) Biblo (....) al suo servo fedele". (EA 116 - Aziru conquista Sumura e il faraone non interviene. Rib Adda insiste sul processo da tenere contro Yapah Adda che lo ha derubato dei beni. Viene ricordato al faraone che i figli di abdi Ashirta non appartengono a regni stranieri, come il re di Mitanni o Hatti, ma sono vassalli d'Egitto e ppure si comportano come se fossero sovrani, impossessandosi a piacimento delle terre del Re custodite da Rib Adda)
"Rib Adda scrive al suo Signore, Re grande, Re della battaglia. La Signora di Biblo dia forza al Re mio Signore, mio Sole. Ai piedi del mio Signore, mio Sole, sette e sette volte mi getto. Forse che il Re mio Signore non mi ha detto:"Perchè tu mi scrivi continuamente?" Guarda, io, non c'è nessun reggente al mio seguito, a partire da Sumura: non sono forse tutti contro di me? I due egizi che avevo mandato al Palazzo non sono usciti (=non sono più tornati). Non avevo forse scritto al Re:"Non c'è nessuno che possa portare la mia tavoletta al Palazzo"? Ecco, quei due uomini avevano portato la mia tavoletta al Re, ma ora non sono più usciti, e per questo ho paura e mi rivolgo al Re mio Signore. Inoltre, mandai un uomo a visitare tuo padre, quando venne Amanappa con una truppa piccola, e scrissi al Palazzo che il Re mandasse una truppa grande. Non fu forse preso Abdi Ashirta con tutta la sua roba, come avevo detto? Scrissi forse parole ingannevoli al mio Signore? Eppure tu dici: "Perchè scrivi parole ingannevoli?" Se tu ascoltassi le mie parole, verrebbe davvero preso Aziru come suo padre! Guarda, io sono il forte del Re mio Signore. Inoltre: chi saranno mai quei figli di Abdi Ashirta, servo e cane, che prendono le città dei reggenti del Re per sè?! Essi saranno pure con te, ma certo le città sono sottomesse ad Aziru! Se il Re non entrerà nelle loro città, non ci sarà pace per loro, da Zilu fino ad Ullasa, la città che dava i carri. In passato cercai di mandare un uomo con tutte le truppe su nave a Sumura, ma Pawuru (....). Io mandai degli uomini in Egitto, che mi venisse mandata una guarnigione affidata a loro: così ho mandato quest'uomo. Inoltre, non ho forse scritto al Re:"Ecco, questi due egizi: tramite loro esca per me il soffio vitale", ma non è uscito! Se entro quest'anno non ci saranno truppe egizie, tutte le terre passeranno al nemico. Se il Re mio Signore non vuol mandare truppe egizie, almeno scriva a Yanhamu e a Pahuru:"Andate coi vostri reggenti, prendete Amurru!", e in un sol giorno, la prenderanno! Inoltre, io ho una causa legale con Yapah Adda e con Haib. Il Re mandi un suo commissario che decida tra noi, tutto ciò che si prenderà da loro vada pure al Re, nessun altro lo prenda per sè, se ciò sembra bello al Re! Inoltre, il Re mandi cavalli al suo servo e io proteggerò la città del Re. Io non ho niente, tutto è esaurito a forza di darlo in cambio di viveri per il mio sostentamento. Questo mio uomo, il Re lo rimandi al più presto, e dia truppe di guarnigione per proteggere il suo servo fedele e la sua città, e dia anche dei nubiani con loro, com'era consuetudine dei tuoi padri. Inoltre, poichè il Re ha detto:"Bada, proteggiti!", chi mi proteggerà? Guarda, al tempo dei miei padri, c'era ogni cosa del Re per loro e una guarnigione del Re con loro, mentre ora io: forte è l'ostilità contro di me, ho timore dei miei contadini. Così ho scritto al Palazzo per avere una guarnigione e dei nubiani, ma tu non li hai mandati. Uno solo, anche se è forte, cosa può fare? Mandi il Re truppe di guarnigione e truppe nubiane a proteggermi, che la città non passi al nemico!" (EA 117 - Rib Adda rimprovera il faraone di averlo rimproverato :-P. Chiede al Re di permettere il ritorno dei suoi corrieri. Ricorda al faraone che, seppure si comportino da nemici, i figli di Rib Adda sono pur sempre suoi sudditi-vassalli e dichiara l'ingiustizia del fatto che estendessero il loro dominio, che poi era sempre del faraone)
Al Re mio Signore, mio sole, dì: messaggio di Rib Adda, tuo servo. Ai piedi del mio Signore, mio Sole, sette e sette volte mi getto. La signora di Biblo dia forza al Re mio Signore. Ecco, così scrivo al Palazzo: forte è l'ostilità contro di me, il Re dia una guarnigione al suo servo. Inoltre, ho un caso legale, manda un commissario che ascolti le mie parole e mi dia ragione e il Re si prenda pure per sè tutto ciò che è mio, dai reggenti. Inoltre, forte è l'ostilità contro di me; non c'è più cibo (=vita) per i miei contadini: forse che non disertano verso i figli di Abdi Ashirta, e a Sidone, a Beirut? E forse che i figli di Abdi Ashirta non sono nemici del Re? Anche sidone e Beirut non sono più del Re! Manda un commissario che li prenda, altrimenti io abbandonerò la città e fuggirò presso di te. Al disertare dei contadini, i nemici non prenderanno forse la città? Guarda, io ho intenzione di servire il Re com'era consuetudine dei miei padri, ma il Re mandi le sue truppe egizie e pacifichi la sua terra. Guarda gli altri reggenti: le città appartengono a loro ed hanno pace; e perciò non scrivono al Re. L'ostilità è contro di me e contro Yanhamu. Guarda, in passato il commissario che stava a Sumura decideva tra noi; ma adesso i reggenti non lo ascoltano. Non c'è altro servo come Yanhamu per il Re, un servo davvero fedele!" (EA 118 - Insistenza di Rib Abba per un interventismo egizio. Alla fine egli ribadisce al faraone l'assurdità del conflitto fra vassali, quando dovrebbe essere il commissario egizio a decidere ogni cosa per loro)
"Rib Adda scrive al suo Signore, Re grande, Re della battaglia. La Signora di Biblo dia forza al Re mio Signore. Ai piedi del Re mio Signore, mio Sole, sette e sette volte mi getto. Poichè il Re mio Signore ha scritto:"Proteggi te stesso!", chi mi proteggerà? Ecco, così ho scritto al Palazzo, per avere truppe di guarnigione e cavalli per proteggere la sua città. Cosa posso fare io? Finchè vivo proteggo la città del Re per lui; ma se muoio, cosa posso fare? Quando si dice al cospetto del Re:"Rib Adda fa morire le truppe egizie del Re": poichè i commissari sono vivi, io contesterò loro tutte le loro azioni. Sappia il Re che io sono un servo fedele a lui. Non ascolti il Re la calunnia verso il suo servo fedele, che dicono al cospetto del Re mio Signore! (....) Rib Adda nel suo isolamento è servo del Re. Non c'è stato nessun uomo che abbia attestato la mia fedeltà al cospetto del Re mio Signore. Ma il Re conosce la mia fedeltà, il Re sa quante volte mi ha fatto i complimenti, perchè io non ho un animo doppio, e il mio intendimento è di servire il Re mio Signore. Ecco, questo mio caso legale è un caso nel quale io ho ragione. Quanto al fatto che io ho detto:"Tutta la roba, il Re mio Signore se la prenda per sè! E magari le piccole attrezzature il mio Signore le dia ad Abdi Adda", ma ecco che non ha preso niente. Cos'altro posso dire? Ecco, c'è una seconda tavoletta, e tutte le mie attrezzature che stanno presso Yapah Adda, queste siano messe alla presenza del Re". (EA 119 - Rib Adda insiste sulla questione legale per il recupero dei beni trattenuti da Yapah Adda)
INVENTARIO DEI BENI: "Queste sono le attrezzature che stanno presso Yapah Adda, e che io rivendico. (....) del peso di duemila e duemila sicli; dieci "ZIRU" di cuoio del peso di tremila e mille sicli; cento spade, cento pugnali, ottanta "SUBUBU"; un "ZIRU" di cuoio del peso di cento sicli; un "MADATTU" di vimini; quattro (....); un "KUKUTU" di vimini; quattro (....) di vimini; un "IRTU" di vimini; quattro (....); un martello; un (....); un bacile (....); undici "ASHKUMA (....); un letto con due applicazioni d'oro; un seggio con un'applicazione d'oro; il tutto di (....) dieci "KIPALALLU" di bosso; cento sedie; cento (....); quindici "SHABATTU"; quindici coperte; novanta e cento servi e serve. Nessuna delle belle donne si tenga, le restituisca; si tenga i maschi. Cento sicli d'oro (....) sono stati depredati (...) il fratello di lei (....) è forte e non c'è stato nessuno che abbia giudicato il caso con lui. Il Re mandò Abdi Adda e Bin Azimi per prenderla, che potesse prestar servizio al Re. E il Re disse ad Abdi Adda:"Mandale la sua roba", e il Re lo sa. Ma all'udire il messaggio, non venne emesso alcun verdetto. Ecco, ho mandato al cospetto del Re tutte le attrezzature su questa tavoletta. (....) a lui (....) al mio Signore, ed è favorevole al mio collega". (EA 120 - inventario dei beni rivendicati da Rib Adda. I nomi accadici in maiuscolo non sono stati tradotti.
RIB ADDA DI BIBLO: parte V (la minaccia di Aziru)
In questo capitolo vedremo come le richieste di Rib Adda si facessero sempre più pressanti contro l'espansionismo del regno vassallo di Amurru, in cui regnava Aziru figlio dello sconfitto Abdi Ashirta. I fatti si svolgono sotto il regno di Akhenaton (1353-1336 a.C.). La città di Sumura era ormai controllata dal nemico e Biblo, città di Rib Adda, venne seriamente minacciata; i simulacri degli dèi furono allontanati per paura che finissero nelle mani dell'invasore. All'orizzonte una ben più grave minaccia si presentava: il Regno di Mitanni venne soppiantato dall'arrivo degli Hittiti di Shuppuliliuma che guardavano ora alla terra di Canaan, ovvero la terra dei regni vassalli d'Egitto. Il faraone, tuttavia, reagì a volte infastidito dalla ridondanza delle richieste di Rib Adda e ci furono anche atteggiamenti offensivi di quest'ultimo verso il Re. Probabilmente, come molte volte Rib Adda ribadì, il faraone veniva confuso da false notizie che gli venivano riferite a Corte e non credeva fino in fondo alla reale gravità della situazione.
PROTAGONOSTI PRINCIPALI:
AZIRU: re canaanita di Amurru, figlio di Abdi Ashirta che divenne il principale nemico di Rib Adda e di Biblo.
IL FARAONE: probabilmente Akhenaton.
GRANDE DI KUMIDI E GRANDE DI GAZA: personaggi notabili delle rispettive città a cui Rib Adda avrebbe voluto rivolgersi per bloccare Aziru.
SHUPPULILIUMA: Re di Hatti che minacciava ormai le terre del faraone, non nominato ma sottinteso.
ABDI ASHIRTA: nemico pubblico, ormai sconfitto, ucciso e sostituito dai figli, re di Amurru.
"Al Re mio Signore: messaggio di Rib Adda, tuo servo. Ai piedi del mio Signore, mio Sole, sette e sette volte io mi getto. La Signora di Biblo dia forza al Re mio Signore. Poichè il Re mio Signore ha detto:"Proteggi te stesso e proteggi la città del Re che è con te!", con cosa dovrei proteggere me stesso e la città del Re? In passato c'erano con me truppe di guarnigione del Re, e il Re dava grano da Yarimuta da mangiare per noi. Ma adesso Aziru non fa che attaccarmi: non ho più buoi nè caprovini, Aziru ha preso tutto. Non c'è grano da mangiare per me, e i contadini disertano verso città dove c'è grano da mangiare per loro. Inoltre, perchè il Re mi paragona agli altri reggenti? Gli altri reggenti, le loro città appartengono a loro, e i loro contadini gli sono sottomessi. Io invece: le mie città appartengono ad Aziru, ed anche me egli cerca di prendere. Perchè mai dovrei fare un patto con lui? chi sono mai i figli di Abdi Ashirta, che fanno quel che gli pare e piace, e danno alle fiamme le città del Re?" (EA 125 - Rib Adda assume un tono sempre più perentorio, fino a rimproverare il faraone di metterlo al livello degli altri reggenti)
"Rib Adda: dì al Re mio Signore. Sotto i piedi del mio Signore sette e sette volte mi getto. Poichè il mio Signore mi ha scritto per avere legno di bosso: lo si prende dalle terre di Zalhu e da Ugarit, ma io non posso mandare le mie navi laggiù, perchè Aziru mi è ostile e tutti i reggenti sono d'accordo con lui. A loro piacimento le loro navi vanno e prendono quello che vogliono. Inoltre, perchè il Re dà ogni genere di viveri ai reggenti miei colleghi, ma a me non dà nulla? In passato, ai miei padri si dava dal Palazzo argento e ogni cosa per il loro sostentamento, e il mio Signore mandava loro truppe. Io invece ho scritto al mio Signore per avere truppe, ma truppe di guarnigione non mi sono mandate, e non mi viene dato nulla (....). Poichè il Re mio Signore ha detto:"Proteggi te stesso e proteggi la città del Re che è con te!", come posso proteggermi? Ho scritto al Re mio Signore:"Hanno preso tutte le mie città, il figlio di Abdi Ashirta è il loro signore, Biblo sola mi resta!". Non ho forse mandato il mio messaggero al Re mio Signore? Ma le truppe non sono state mandate, e il messaggero non è stato rilasciato. Rilascialo, , assieme a truppe ausiliarie! Se il Re odia la sua città, la abbandoni; ma se odia solo me, sloggi me, e tu manda un tuo uomo a proteggerla! Perchè non mi viene dato nulla dal Palazzo? Ho saputo che le truppe di Hatti bruciano col fuoco le terre! Ho scritto e ripetuto, ma non mi si risponde parola alcuna. Hanno preso tutte le terre del Re mio Signore, e il Re mio Signore resta inerte a loro riguardo. Ecco, adesso porteranno truppe di Hatti per prendere Biblo: prendi consiglio riguardo alla tua città. Non dia retta il Re alla gente dell'esercito: tutto l'argento e l'oro del Re l'hanno dato ai figli di Abdi Ashirta, e i figli di Abdi Ashirtal'hanno dato al Re forte: così sono diventati forti". (EA 126 - Risposta ad una richiesta di legname di bosso da parte del faraone. Rib Adda paventa l'arrivo degli hittiti al seguito del figli del defunto Abdi Ashirta)
"(....) escano le truppe egizie e ci prendano in salvo! Grida:"Dirigiamoci contro Biblo!". Chi mai...ecco, è tutto contro di me...chi mai potrà aiutarmi? Se Biblo viene presa, nessun egizio potrà più entrare qui! Se Biblo diventa nemica, nessun soldato nubiano potrà più entrare qui. Non sta forse lì da te Yanhamu? Gli chieda il Re delle calunnie su Biblo, città fedele! se sta a cuore al Re mio Signore di proteggere la sua città, il Re dia truppe di guarnigione alla città, e sarà protetta. Ecco, io dico al mio Signore: quando in passato Abdi Ashirta venne contro di me, io ero forte; mentreora, se inciti i miei uomini, questi cambiano parte. Io sono ristretto (=assediato). Il mio signore dia cento uomini e cento soldati nubiani e trenta carri e io proteggerò la terra del mio Signore fino all'uscita delle truppe egizie in gran numero, e il mio Signore prenderà Amurru per sè, e tutta la terra avrà pace (....)" (EA 127 - solita richiesta d'aiuto, manca l'intestazione)
"Al Re mio Signore, dì: messaggio di Rib Adda, tuo servo. La signora di Biblo dia forza al Re mio Signore. Ai piedi del mio Signore, mio Sole, sette e sette volte io mi getto. Poichè il Re mi ha scritto:"Ecco, Irimayasha arriverà da te", non è arrivato da me. Poichè il Re mi ha scritto:"Proteggi te stesso e proteggi la città del Re che è con te!", chi mi proteggerà? gurda, in passato i miei padri: forte era l'ostilità contro di loro, ma c'era con loro una guarnigione del Re, e c'erano viveri del Re per loro; mentre adesso altrettanto forte è l'ostilità contro di me, ma non ci sono nè viveri del Re nè guarnigione del Re per me. Cosa posso fare? Ecco, i reggenti: li uccidono le loro stesse città, come cani, e non c'è nessuno che li insegua! Cosa posso fare io, che sto in mezzo ai nemici? Se ora non ci sono vivero del Re per me, i miei contadini si rivolteranno! Tutte le terre mi sono ostili. Se sta a cuore al Re di proteggere la sua città e il suo servo, manda truppe di guarnigione che proteggano la città. Io proteggo finchè vivo, ma se muoio chi la proteggerà?" (EA 130 - risposta di Rib Adda all'annuncio faraonico dell'invio di un commissario)
"(....) Inoltre: prendi consiglio riguardo al tuo servo e a Biblo! Sin dalla presa di Sumura ho scritto:i figli di Abdi Ashirta hanno preso tutte le città., hanno compiuto ostilità contro di me. Ecco: Haib è lì da te, chiedigli! E ti sembri opportuno mandare truppe di guarnigione alle tue città, al più presto! Ecco, così scrivo al Re mio Signore: mandami dieci nubiani e proteggerò la città del Re per lui (....)" (EA 133 - frammento di lettera con solite richieste)
"(....) a Biblo, che Aziru non la prenda! guarda: da sempre gli dèi non sono mai andati via da Biblo. Ma adesso Aziru ha mandato truppe a prenderla, cosicchè i nostri dèi sono stati dati (?=sono stati mandati via, in salvo) e sono usciti. Non ci sono truppe in città per uccidere quel servo e cane cattivo: perciò gli dèi non possono tornare. Cosa posso fare io nel mio isolamento? gli uomini che stavano in città hanno disertato tutti per procurarsi viveri (....) e mandi il Re truppe di guarnigione alla sua città. Io e Biblo, città fedele al Re, (....). Ho mandato questo mio uomo al Palazzo; perchè il Re non scrive? Già in passato usavo scriverti, ma adesso l'ostilità è forte contro di me, e io ho paura. forse che non ha preso sumura? E chi gli ha detto qualcosa? conseguentemente egli si è rivolto contro Biblo (....)" (EA 134 - I simulacri divini sono stati allontanati dalla città sotto la minaccia di Aziru, figlio di Abdi Ashirta. Rib Adda chiede rinforzi al faraone)
"Rib Adda scrive al Re suo Signore (....) ai piedi sette e sette volte mi getto. chieda il Re mio Signore riguardo ai figli di Abdi Ashirta, che fanno quel che gli pare e piace. chi saranno mai, quei cani (....) che fanno tutto per sè?! Hanno accumulato tutte le terre del Re nelle loro mani. I reggenti del Re (....) i soldati egizi e i (....). Ora, quel che hanno preso, era affidato ai commissari del Re mio Signore, e un commissario è un uomo saggio, molto rispettato (....). Tutte le città appartengono a loro, Batruna mi resta, ed essi cercano di prenderla. Se la prenderanno, prenderanno anche Biblo. Quando (....) finchè hanno intrapreso un grande (....). Finchè non ci sarà una tavoletta ai reggenti, cercheranno di fare (....). Se non ci saranno truppe egizie, la loro intenzione è di prendere Biblo. Vanno dicendo:"Se noi prendiamo Biblo, cosa potranno fare le truppe egizie?" Guarda, poichè il Re mio Signore ha scritto che le truppe escono, essi dicono così:"E' falso! Non ci sono truppe egizie! Non sono uscite tali da essere più forti di noi! Guarda, senza un'uscita delle truppe egizie entro quest'anno, noi prenderemo Biblo! E se prenderemo Biblo, cosa potranno fare le poche truppe che stanno con Rib Adda?" Al tempo dei miei padri, i Re precedenti proteggevano Biblo, tu non l'abbandonare! Se entro quest'anno non ci saranno truppe egizie, manda almeno delle navi che mi prendano coi miei dèi e mi portino sano e salvo dal mio signore. E non dica il Re:"forse non è stata presa, forse è in pace" (....) il Re delle terre di Hatti, poichè (....) ai figli dei servi e cani. Così affretti il Re l'invio di truppe egizie a prenderli, e tutte le terre passeranno al Re mio Signore. Chi sono mai quei cani? Se Biryawaza avesse davvero timore del Re mio Signore, forse che non li prenderebbe? Se il Re mio Signore dicesse al Grande di Gaza e al Grande di Kumidi:"Prendeteli!", forse non li prenderebbero? Hanno fatto del male, si sono rivolti contro di me e sono passati al nemico (....). Se non ci saranno truppe egizie, saranno forti (....). Hanno preso Pawuru e l'hanno ucciso, si sono rivolti contro di me, hanno preso Sumura per sè (....) Pawuru. Se il Re non ascolta le mie parole, almeno mandi le navi!" (EA 129 - Rib Adda chiede al faraone di ordinare l'intervento dei commissari di Gaza e Kumidi contro i nemici)
RIB ADDA DI BIBLO: parte VI (la caduta)
Sempre più simili ad una tragedia greca si snodano le vicende di Rib Adda, fino all'epilogo finale in cui il povero re, ormai vecchio e malato, segnato dalle molte battaglie contro la stirpe nemica di Abdi Ashirta, venne espulso dalla sua stessa città di Biblo dal proprio fratello minore, come descritto nelle struggenti righe della sua lettera "EA 136" inviata al faraone, nella quale Rib Adda riferisce di come, al suo ritorno in città, si trovò chiusi i battenti senza sapere nemmeno dove trovare riparo. Venne infine ospitato dal Re di Beirut, Ammu Nira, ma egli chiede al faraone di donargli almeno una cittadina, o un villaggio, dove poter finire i suoi ultimi giorni con dignità, perchè non voleva, evidentemente, recare troppo disturbo a colui che gli diede rifugio. Queste bellissime lettere, che sarebbero state apprezzate da Omero, lasciano trapelare lo stato d'animo e la profonda disperazione di un uomo che si sentì profondamente umiliato, dopo una vita di dedizione, dall'indifferenza (a suo dire) del Re d'Egitto, a causa della quale i suoi nemici e il suo popolo stesso lo disprezzarono, trovandolo costretto, a tratti, a scontrarsi con i suoi stessi cittadini uccidendone parecchi che volevano passare ad Aziru. Nonostante ciò Rib Adda tenta un ultimo, disperato appello per l'invio di truppe egizie che potessero, in extremis, liberare la città dal nemico, che era, però, nemico di Rib Adda, ma non del faraone, come vedremo in seguito dalle lettere del fratello usurpatore Ili Rapih; ovviamente Rib Adda aveva tutte le ragioni per far passare ogni suo nemico per nemico d'Egitto. Come ben sappiamo, la Casa Reale era sempre restìa ad intervenire nelle dispute tra sudditi. A quanto pare Rib Adda, precedentemente, fu assai assecondato nelle sue richieste, come riguardo al processo contro Yapah Adda, di cui si parla nel precedente capitolo, e diversi interventi furono fatti in suo favore. Anche in questi frangenti, il faraone offrì a Rib Adda di trovare asilo presso un commissario egizio: Api, ma egli rifiutò, probabilmente a causa delle esperienze che ebbe con diversi funzionari corrotti che, in passato, passarono al nemico. Nell'ultima, struggente lettera "EA 138", Rib Adda insiste ormai per forza d'inerzia nei suoi appelli, e si percepisce un uomo ormai vecchio aggrappato a sogni ed illusioni impossibili.
PERIODO STORICO: regno di Akhenaton, 1353-1336 a.C.; XVIII dinastia; Nuovo Regno.
PROTAGONISTI PRINCIPALI:
ILI RAPIH: fratello minore di Rib Adda che espulse quest'ultimo dalla città, quando, ormai vecchio, non ebbe più le forze per difendere il suo trono.
API:commissario egizio a Giaffa. Quando il faraone suggerì a Rib Adda di rifugiarsi presso un funzionario egizio fidato, egli si rifiutò preferendo rimanere a Beirut, ospite del re Ammu Nira.
AMMU NIRA: Re di Beirut, il quale accoglie in esilio l'ormai vecchio e malato Rib Adda.
AZIRU: figlio del vecchio nemico sconfitto, Abdi Ashirta, Re di Amurru, le cui mire espansionistiche da sempre minacciavano la tranquillità di Rib Adda.
FARAONE: evidentemente Akhenaton.
"Al Re mio Signore: messaggio di Rib Adda, tuo servo, terreno dei tuoi piedi. Ai piedi del Re mio Signore, sette e sette volte io mi getto. Ascolti il Re mio Signore le parole del suo servo. biblo, e la mia stessa casa, e perfino mia moglie mi dissero:"Vai al seguito del figlio di Abdi Ashirta, facciamo la pace fra noi!", ma io rifiutai, non gli diedi ascolto. Inoltre, ho scritto e ripetuto al Re mio Signore:"Manda truppe di guarnigione al tuo servo, che proteggano la città per il Re mio Signore!", ma non è giunta parola del Re mio Signore al suo servo. Inoltre, poichè mi trovavo in ristrettezze, decisi in cuor mio:"Andrò a fare un'alleanza con Ammu Nira (Re di Beirut)", andai a casa sua per fare un'alleanza tra noi. Ma quando tornai a casa mia, la casa era chiusa davanti a me! Il Re mio Signore prenda consiglio riguardo al suo servo! Ecco: giorno e notte aspetto le truppe egizie del Re mio Signore, e il Re mio Signore prenda consiglio riguardo al suo servo! Davvero, io non ho altro atteggiamento: per il Re mio Signore io morrei! Il Re mio Signore faccia vivere il suo servo! Inoltre: due miei figli e due mie mogli li hanno dati al traditore del Re!" (EA 136 - questa lettera fu scritta da Rib Adda dal suo esilio di Beirut, poichè evidentemente il fratello aveva già usurpato il suo trono)
"Rib Adda dice al Re suo Signore, Sole di tutte le terre. al di sotto dei piedi del Re mio signore sette e sette volte mi getto. Ho scritto e ripetuto per avere truppe di guarnigione, ma non sono state date, e il Re mio Signore non ha ascoltato le parole del suo servo. Ho mandato un messaggero alla sede del Palazzo, ma è tornato a mani vuote, senza truppe di guarnigione con sè. La gente della mia casa ha visto che non era stato dato l'argento, che tu avresti dovuto mandarmi, come ai reggenti miei fratelli, e mi hanno disprezzato. Inoltre, io stesso mi sono recato presso Ammu Nira e mio fratello, che è più piccolo di me, ha inimicato Biblo, per dare la città ai figli di Abdi Ashirta. Quando mio fratello vide che il mio messaggero era tornato (dall'Egitto) a mani vuote, senza truppe di guarnigione con lui, mi disprezzò. Così commise il tradimento, di buttarmi fuori dalla città. Non resti inerte il Re mio Signore riguardo all'azione di questo cane! Ecco, io non posso venire in Egitto. Io sono vecchio, e una grave malattia è sul mio corpo. Sappia il Re mio signore, quant'è vero che gli dèi di Biblo sono santi, che la malattia è grave, e ho commesso un peccato contro gli dèi. Così non posso venire alla presenza del Re mio Signore. Ecco: mio figlio è servo del Re mio Signore, mando lui alla presenza del Re mio signore. Ascolti il Re le parole del suo servo, e dia il Re mio Signore delle truppe egizie, che occupino Biblo, e le truppe ribelli e i figli di Abdi Ashirta non entrino dentro di essa. Se sono poche le truppe egizie del Re mio signore per occuparla, guarda: in città molti sono gli uomini che mi amano, pochi i ribelli. All'uscita delle truppe egizie, lo sapranno, e il giorno stesso dell'arrivo la città ritornerà al Re mio signore. Il mio signore sa che per lui io morrei. Quando io fossi di nuovo in città, la proteggerei per il mio Signore. Il mio cuore era leale verso il Re mio Signore: non diedi la città ai figli di Abdi Ashirta! Così (=proprio per questo) mio fratello ha inimicato la città, per darla ai figli di Abdi Ashirta. Non resti inerte il Re mio signore riguardo alla città! Davvero c'è moltissimo argento e oro dentro di essa e nel suo tempio, ogni cosa in abbondanza. Se il Re mio Signore la prenderà, quel che farà, lo farà per il suo servo; ma almeno mi dia uno dei suoi (=di Biblo) villaggi come mia residenza. Ora sto da Ammu nira. Quando la città (=Biblo) divenne ostile, anche i suoi villaggi divennero ostili, per paura dei figli di Abdi Ashirta. Quando andai da Ammu Nira, a motivo dei figli di Abdi Ashirta, poichè erano più forti di me, e non c'era soffio vitale dalla bocca del Re per me, dissi al mio signore:"Guarda, Biblo è una bella città: c'è abbondanza di ogni cosa appartenente al Re dentro di essa, i tesori dei nostri padri del passato! Se il Re resta inerte riguardo alla città, di tutte le città di Canaan nessuna resterà a lui. Non resti inerte il Re riguardo a questa azione! Ecco, ho mandato il tuo servo, mio figlio, al cospetto del Re mio Signore: che il Re lo rilasci subito con truppe che prendano la città. Se il Re mio Signore vuol favorirmi, mi riporti in città e io la proteggerò come in passato per il Re mio signore. Se invece il Re mio Signore non mi vuol riportare dentro di essa, mi dia almeno una cittadina fra i suoi villaggi come mia residenza. Il Re faccia pure quel che vuol fare per il suo servo, ma non mi abbandoni! Ora sto con Ammu Nira, (....) quanto a lungo starò con lui? Ascolti il Re mio Signore le parole del suo servo, e al più presto mandi truppe, in fretta, che prendano la città! Non resti inerte il Re mio Signore riguardo a questa brutta azione che è stata fatta nelle terre del Re mio signore, e affretti il Re mio Signore l'invio delle truppe egizie che prendano la città al più presto! Qualora dicessero, al cospetto del Re, riguardo alla città:"La città è troppo forte!", non è troppo forte di fronte alle truppe del Re mio Signore" (EA 137 - struggente lettera in cui Rib Adda sollecita, in un ultimo, disperato tentativo, l'invio di truppe egizie per riprendere la città di Biblo dalla quale è stato espulso dal fratello Ili Rapih)
"Al Re mio Signore, Sole di tutte le terre: messaggio di Rib Adda, tuo servo. Sotto ai piedi del Re mio Signore sette e sette volte mi getto. Quando dicono al cospetto del Re:"che vada a Giaffa, quello! (....) forte e come loro!", non sono andato al cospetto di Api. Ecco, adesso la gente di Biblo mi ha scritto:"Non andartene da Beirut, in quanto noi (....) e ti introdurremo in città". guarda, le loro parole sono ingannevoli (....) la gente di Biblo per reintrodurmi in città. Da (....), e cioè da dodici mesi non risiedo forse a Beirut? chi è il Signore? Ho mandato una tavoletta al Palazzo del Re, ed ecco (....) da quattro mesi a me così (....) il mio signore al suo servo! Guarda, io sono servo fedele al Re, non c'è altro reggente del Re con me per il Re, che morrei per il mio Signore. Quando Abdi Ashirta prese Sumura, io protessi la città da solo, non c'erano truppe di guarnigione. scrissi al Re mio signore: uscirono le truppe e presero Sumura e Abdi Ashirta. Adesso (=successivamente) Aziru prese Sumura, e le genti di Biblo videro e dissero:"Fino a quando resisteremo al figlio di Abdi Ashirta? Il nostro argento è esaurito per la guerra!". E si distaccarono da me, ma io li uccisi. Ed essi dissero:"Fino a quando ci ucciderai? Dove prenderai altra gente da far risieder in città?" Io scrissi al Palazzo per avere truppe, ma non mi vennero date truppe. Allora disse la città:"Abbandonalo! Passiamo dalla parte di Aziru!". Ma io dissi:"Come potrei passare dalla sua parte e abbandonare il Re mio Signore?" Allora mio fratello prese la parola e prestò giuramento alla città; essi ne discussero, e i maggiorenti della città passarono dalla parte dei figli di Abdi Ashirta. Io andai a Beirut per discutere con Ammu Nira, e facemmo un patto, nel senso che Ammu Nira, quando (....) la città contro di me. Andammo, io e (....) verso la città, ma non ci permisero di entrare. Il traditore del Re aveva preso gente di Aziru che stessero dentro la città. E la città (=i cittadini) videro che truppe estranee stavano in città, e consentirono il mio ingresso in città e dissero a lui (=all'usurpatore):-"Non era forse morto il nostro Signore?! Poichè tu avevi detto:"E' morto Rib Adda, il nostro vecchio, di sua stessa mano!" che ora non scriva in Egitto e prenda noi con i nostri figli!"- Pertanto espulsero le truppe di Aziru dalla città. Ecco, la città: per metà ama i figli di Abdi Ashirta, per metà ama il mio Signore. Il comportamento che si usa ad un uomo (=Re) che risiede nella sua città, lo si usi anche a me! dieci secondi dopo il mio arrivo a Beirut io mandai mio figlio al Palazzo reale; da quattro mesi non ha ancora visto la faccia del Re! Così dice il mio uomo:"L'ho raggiunto a Tahda!" Perchè viene trattenuto l'uomo che ho mandato al Palazzo del Re? Io dico al (....) perchè tu (....) le terre di Giaffa? Perchè (....) a me, che Biblo è una città fedele? Forse che non (....)? Da quando sto a Beirut, nessun uomo del Re è venuto. La città dice:"Forse che Rib Adda non risiede a Beirut? Dov'è l'uomo che viene dall'Egitto per recarsi presso di lui?", e sono passati dalla parte di Aziru. In passato io scrissi al Re, ma le mie parole non vennero ascoltate. Adesso risiedo in Beirut come un cane, e le mie parole non vengono ascoltate. Se il Re desse retta al suo servo e mi mandasse truppe, la città tornerebbe al Re. Il Re mandi truppe e noi occuperemo la città, che le truppe dei figli di Abdi Ashirta non la prendano per sè, e i suoi abitanti si rivolteranno. Guarda: il traditore, per pagare Aziru, ha commesso una grave azione, ha preso i tesori e li ha alienati; ha disprezzato Api assieme a me; ha cercato di (....) ad Aziru. Non resti inerte il Re mio Signore riguardo alla sua città, altrimenti la città dirà:"Rib Adda è morto, il vecchio, di sua stessa mano, passiamo dalla parte di Aziru!" Che la città non (....) ai (....). Ha commesso tradimento: su istigazione dei figli di Abdi Ashirta ha commesso quel misfatto. Inoltre, guarda: io non dico falsità al Re mio Signore. Per paura dei figli di Abdi Ashirta la città accolse il traditore del Re. Forse che la gente di Biblo non scrive:"Dov'è dunque la lettera che il Re tuo Signore ti scrive? Dov'è la truppa che ti manda?". Una bella cosa piacevole mandata dal Re mio Signore non mi è stata data. Grano per la città, egli (=il faraone) trattiene (=è trattenuto. Cosa dirà Ammu Nira? Fino a quando dovrò stare presso di lui? Il Re dia truppe, che i figli di Abdi Ashirta non entrino in città, e prendano anche Beirut, e non rimarranno più terre per il Re mio Signore. Inoltre: mi si tratta così! A me che il Re mio Signore mi conosce, come mai dovremmo trattare un estraneo! Quando io sarò morto, i miei figli, servi del Re, saranno vivi e scriveranno al Re:"Rendici la nostra città!". Perchè il Re resta inerte riguardo a me?!" (EA 138 - scritta dall'esilio di Beirut, ormai in questa missiva Rib Adda si aggrappa ad illusioni impossibili riguardo ad un aiuto dall'alto)
Le lettere sono tratte da "Le Lettere dei Piccoli Re" a cura di MArio Liverani. Paideia Editrice. L'introduzione e le note sono un mio riassunto generale.
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DOSSIER DI ILI RAPIH DI BIBLO
Queste due lettere di Ili Rapih, fratello usurpatore di Rib Adda, al faraone smentiscono un po' la versione di Rib Adda, secondo la quale il fratello si sarebbe alleato al nemico Aziru, figlio di Abdi Ashirta. In queste righe ben si capisce, invece, lo sforzo di Ili Rapih nell'affrontare, a sua volta, il diabolico Aziru, che, a ben vedere, terrorizzava la terra di Canaan soppiantando, uccidendo e assassinando i legittimi re delle città-stato vassalle d'Egitto. Era comunque comprensibile, per Rib Adda, introdurre anche qualche bugia pur di risvegliare l'interesse del faraone, viste le sue infinite sventure.
PERIODO STORICO: regno di Akhenaton, 1353-1336 a.C.; Nuovo Regno; XVIII dinastia.
SUPPORTO: tavolette d'argilla scritte in accadico cuneiforme, che all'epoca era idioma internazionale.
PROVENIENZA: archivio del palazzo reale della città di Akhetaton (erroneamente chiamata oggi Amarna)
PROTAGONISTI PRINCIPALI:
ILI RAPIH: fratello minore di Rib Adda che espulse quest'ultimo dalla città, quando, ormai vecchio, non ebbe più le forze per difendere il suo trono.
AZIRU: figlio del vecchio nemico sconfitto, Abdi Ashirta, Re di Amurru, le cui mire espansionistiche da sempre minacciavano la tranquillità di Rib Adda e, successivamente, di suo fratello Ili Rapih. Aziru si macchiò, al pari di suo padre, di saccheggi, stragi e assassinii dei re legittimi delle città che volle conquistare. Aziru rimaneva, comunque, vassallo d'Egitto.
FARAONE: evidentemente Akhenaton.
RE ASSASSINATI DA AZIRU: Re di Ammiya, Re di Ardata, Aduna re di Irqata e, in più, un commissario egizio non identificato.
RE DI HATTI: Shuppuliliuma dell'impero rivale ittita.
RE DI NAHARINA: o di Mitanni (Naharina nei testi egizi), impero rivale d'Egitto.
"Al Re mio Signore, mio Sole: messaggio di Ili Rapih tuo servo, e messaggio di Biblo, tua serva. Ai piedi del mio Signore, mio Sole, sette e sette volte mi getto. Non restare inerte riguardo a Biblo, tua città e città dei tuoi padri da sempre! Inoltre, guarda, Biblo è come Menfi, così è Biblo per il Re mio Signore. Non restare inerte riguardo ai delitti del tuo servo, che fa quel che gli pare e piace nelle terre del Re! guarda il delitto che ha commesso Aziru contro il Re: ha ucciso il re di Ammiya e il re di Ardata e il re di Irqata e il commissario del Re mio Signore e ha espugnato Sumura. E adesso cerca di (....) al Re. Inoltre (....) ladri, e non (....) alcunchè a loro. (....) Sappia il Re mio Signore che io sono un servo fedele, e mandi una guarnigione nella sua città, trenta uomini o cinquanta uomini, fino a Biblo. Non faccia caso il Re a tutto quello che Aziru gli ha inviato! Tutto ciò che ha inviato, dov'è stato accreditato? Tutta la roba di un reggente del Re che egli ha ucciso, la manda a te! Guarda: Aziru è un traditore del Re mio Signore!" (EA 139 - anche Ili Rapih insiste sugli stessi temi di Rib Adda)
"Al Re mio Signore, mio Sole: messaggio di Biblo tua serva, messaggio di Ili Rapih tuo servo. Ai piedi del mio Signore, mio Sole, sette e sette volte mi getto. Non resti inerte il Re mio Signore riguardo a Biblo, sua serva, città del Re da tanto tempo. Inoltre: perchè il Re ha concesso ad Aziru di fare quel che gli pare e piace? Guarda: Aziru ha ucciso Aduna re di Irqata, ha ucciso il re di Ammiya, il re di Ardata e un commissario, e si è preso per sè le loro città. Sumura gli appartiene; di tutte le città del Re, solo Biblo è un muro per il Re. Inoltre, guarda il misfatto che ha commesso Aziru, quando è stato introdotto alla tua presenza, un misfatto contro di noi: ha mandato le sue truppe a Etakama e ha battuto tutte le terre di Amqi, terre del Re. E adesso ha mandato le sue truppe a occupare le terre di Amqi e i loro luoghi. Inoltre: non l'avevano mai fatto neanche il re di Hatti o il re di Naharina!" (EA 140 - Ili Rapih espone la gravità del comportamento di Aziru, allo stesso modo in cui lo fece, in precedenza, Rib Adda)
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MISSIVE VARIE DALLA ZONA DI BIBLO. ARCHIVIO DEL PALAZZO REALE DELLA CITTA' DI AKHETATON (AMARNA)
Raccogliamo, infine, delle brevi lettere isolate, sempre relative alla zona di Biblo, nella terra di Canaan, e ai suoi vassalli d'Egitto. Come abbiamo ben appurato nei capitoli precedenti, Biblo e i suoi dintorni si trovavano nella sfera d'influenza e nelle mire espansionistiche di Amurru, in cui risiedeva il terribile Aziru, figlio dello sconfitto Abdi Ashirta. La lettera dei cittadini di Irqata al faraone, la "EA 100", è stata scritta in un periodo di interregno del quale approfittò Amurru per le sue mire espansionistiche.
PERIODO STORICO: regno di Akhenaton, 1353-1336 a.C.; Nuovo Regno; XVIII dinastia.
SUPPORTO: tavolette d'argilla scritte in accadico cuneiforme, che all'epoca era idioma internazionale.
PROVENIENZA: archivio del palazzo reale della città di Akhetaton (erroneamente chiamata oggi Amarna)
PROTAGONISTI PRINCIPALI:
YAPAH ADDA: non è certo che fosse il famoso Yapah Adda di cui parlammo nei capitoli precedenti relativi a Rib Adda ed al processo tenutosi contro di lui a causa dei beni di quest'ultimo ch'egli trattenne illegalmente.
SHUMUH ADDA: altro vassallo d'Egitto.
YANHAMU: commissario egizio nelle terre di Canaan.
YAPAH ADDA A SHUMUH ADDA: "A Shumu Adda, dì: messaggio di Yapah Adda. Iddio chieda della tua salute! Ho saputo che il tuo nome è caduto in disgrazia al cospetto del Re, e perciò tu non puoi uscire dall'Egitto. Tu non hai mandato in rovina le terre del Re (....) vengono dati ad Abdi Ashirta". (EA 97 - lettera danneggiata verso la fine, in cui si capisce però l'ostilità di Yapah Adda verso Abdi Ashirta)
YAPAH ADDA A YANHAMU: "A Yanhamu, dì: messaggio di Yapah Adda. Perchè resti inerte riguardo a Sumura, quando tutte le terre sono ostili al seguito di Aziru, da Biblo fino ad Ugarit? Sono ostili Shiqata e Ambi, ed ecco che ha messo le navi di Arwad in Ambi e in Shiqata, per non fare entrare il grano per Sumura. Noi non possiamo entrare a Sumura, cosa possiamo fare noi? Scrivi al Palazzo riguardo a questa cosa. E' opportuno che tu sappia". (EA 98 - Yapah Adda sollecita il funzionario egizio Yanhamu ad intervenire contro Aziru a Sumura)
LA CITTA' DI IRQATA AL FARAONE: "Questa tavoletta è una tavoletta di Irqata. Al Re nostro Signore: messaggio di Irqata e dei suoi anziani. Ai piedi del Re nostro Signore sette e sette volte ci gettiamo. Al nostro Signore, il Sole, messaggio di Irqata. Il cuore del Re nostro Signore sa che noi proteggiamo Irqata per lui. Quando il Re nostro Signore mandò Mar Bihaya, ci disse: "Messaggio del Re: proteggere Irqata!". I figli del traditore del Re ci desiderano, ma Irqata desidera fedeltà al Re. Riguardo al fatto che è stato dato dell'argento a Subari, assieme a trenta cavalli e carri, sappi l'atteggiamento di Irqata: quando giunse la tavoletta del Re, di attaccare la terra che i nemici del Re avevano presa, l'uomo che tu avevi istallato per governare su di noi iniziò le ostilità assieme a noi contro il nemico del nostro Signore. Davvero noi proteggiamo il paese. Ascolti il Re nostro Signore le parole dei suoi servi fedeli, e dia un dono al suo servo, che gli avversari vedano e mangino polvere! Il soffio vitale del Re non si discosti da noi. abbiamo sbarrato la porta della città fino all'arrivo del soffio vitale del Re per noi. Forte è l'ostilità contro di noi, davvero molto forte". (EA 100 - questa lettera dei maggiorenti di Irqata è una risposta alle accuse di tradimento a favore del regno di Mitanni)
IL FARAONE AL RE DI AMMIYA: "A (....) uomo di Ammiya, dì: così dice il Re. Ecco, questa tavoletta io ti faccio recapitare per dirti: sta' in guardia e proteggi il luogo del Re che è con te. Prepara tua figlia per il Re tuo Signore e prepara dei doni: venti bei servi, argento, carri e bei cavalli. Che il Re tuo Signore ti dica: così va bene, che hai dato al Re dei doni in aggiunta a tua figlia! E sappi che il Re sta bene, come il Sole nei cieli; e i suoi fanti e carri stanno molto bene!" (EA 99 - il faraone richiede la figlia del re vassallo della città di Ammiya, nella terra di Canaan, in aggiunta a doni vari)
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OTTO MISSIVE DAI PICCOLI RE DI HAURAN
La zona di Hauran, nell'attuale Transgiordania, aveva un ruolo marginale per l'Impero Egizio, che consisteva più che altro in un transito carovaniero. La zona, ricoperta da foreste ed ampi pascoli, era occupata da "piccoli re", come venivano denominati i vassalli d'Egitto. Queste lettere, praticamente identiche, riportano frasi convenzionali e seguono delle richieste faraoniche riguardo ad interventi militari.
PERIODO STORICO: dal regno di Amenhotep III, 1390-1352, al regno di Akhenaton, 1353-1336 a.C.; Nuovo Regno; XVIII dinastia.
SUPPORTO: tavolette d'argilla scritte in accadico cuneiforme, che all'epoca era idioma internazionale.
PROVENIENZA: archivio del palazzo reale della città di Akhetaton (erroneamente chiamata oggi Amarna)
ARTAMANYA DI SIRIBASHANI: "Al Re mio Signore, dì: messaggio di Artamanya, uomo di Siribashani, tuo servo. Ai piedi del Re mio Signore, sette volte in avanti e sette indietro mi getto. Ecco, tu mi hai scritto di preparare in vista dell'arrivo delle truppe egizie. E chi sono io, un cane sciolto, che non andrò?! Ecco: io, assieme alle mie truppe e ai miei carri, andrò alla testa delle truppe egizie, fino a dove dirà il Re mio Signore". (EA 201 - messaggio convenzionale)
AMAYASHE: "Al Re mio Signore, dì: messaggio di Amayashe, tuo servo. Ai piedi del Re mio Signore, sette e sette volte mi getto. Tu mi hai scritto di andare alla testa delle truppe egizie. E chi sono io, un cane sciolto, che non andrò?! Ecco: io, assieme alle mie truppe ed ai miei carri, andrò alla testa delle truppe egizie". (EA 202)
ABI MILKI DI SHAZHIMI: "Al Re mio Signore, dì: messaggio di Abi Milki, uomo di Shazhimi, tuo servo. Ai piedi del Re mio Signore, sette volte in avanti e sette indietro mi getto. Tu mi hai scritto di preparare in vista dell'arrivo delle truppe egizie. Ed ecco: io, assieme alle mie truppe ed ai miei carri, andrò alla testa delle truppe egizie del Re mio Signore, fino a dove esse andranno". (EA 203)
IL RE DI QANU AL FARAONE: "Al Re mio Signore, dì: messaggio dell'uomo di Qanu, tuo servo. Ai piedi del Re mio Signore, sette volte in avanti e sette indietro io mi getto. Tu mi hai scritto di preparare in vista dell'arrivo delle truppe egizie, ed ecco che io, assieme alle mie truppe e assieme ai miei carri, andrò alla testa delle truppe del Re mio Signore, fin dove esse andranno". (EA 204)
IL RE DI TUBU AL FARAONE: "Al Re mio Signore, dì: messaggio dell'uomo di Tubu, tuo servo. Ai piedi del Re mio Signore, Sole dei popoli, sette volte in avanti e sette indietro mi getto. Tu mi hai scritto di preparare in vista dell'arrivo delle truppe egizie. Ed ecco che io, assieme alle mie truppe ed ai miei carri, , andrò alla testa delle truppe del Re mio Signore, fino a dove esse andranno". (EA 205)
IL RE DI NAZIBA AL FARAONE: "Al Re mio Signore, dì: messaggio dell'uomo di Naziba, tuo servo. Ai piedi del Re mio Signore, sette volte in avanti e sette indietro io mi getto. Tu hai scritto di preparare in vista dell'arrivo delle truppe egizie. Ed ecco che io, assieme alle mie truppe ed ai miei carri, andrò alla testa delle truppe egizie". (EA 206)
RUSMANYA DI SHARUNA AL FARAONE: "Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, dì: messaggio di Rusmanya, uomo di Sharuna, tuo servo, terreno dei tuoi piedi, argilla che tu calpesti, predellino dei piedi del mio Signore. Sette e sette volte mi getto. guarda: io sono servo del Re, da sempre io servo il Re mio Signore. Ed ecco che adesso il Re mio Signore (....) del Re mio Signore. Un altro è stato ucciso per mia mano. Io sono servo fedele del Re mio Signore". (EA 241 - Lettera con evidente riferimento ad attacco nemico sventato)
AYYAB DI ASHTARTU AL FARAONE: "Al Re mio Signore, dì: messaggio di Ayyab tuo servo. Ai piedi del mio Signore, sette e sette volte mi getto. Io sono servo del Re mio Signore, terreno dei suoi piedi. Ho ascoltato ciò che mi ha scritto il Re mio Signore per il tramite di Atahmaya. Davvero io proteggo le terre del Re mio Signore molto attentamente. Inoltre, guarda: il re di Hazor mi ha preso tre città. Il giorno stesso che l'ho saputo e visto ho fatto guerra contro di lui, fino a che lo sapesse il Re mio Signore. Ora che lo sa, il Re mio Signore provveda lui al suo servo!" (EA 364 - denuncia l'ostilità del re di Hazor)
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SHUTTARNA DI MUSHIHUNA
Sempre dalla terra di Hauran (Transgiordania attuale)provengono queste due tavolette di Shuttarna, re di Mishihuna, vassallo d'Egitto. Le lettere sono assolutamente convenzionali, non riferiscono episodi di sorta, ma vi trapela l'ansia del mittente che viene falsamente accusato davanti al faraone e chiede udienza al sovrano per discolparsi, nella "EA 180".
PERIODO STORICO: dal regno di Amenhotep III, 1390-1352, al regno di Akhenaton, 1353-1336 a.C.; Nuovo Regno; XVIII dinastia.
SUPPORTO: tavolette d'argilla scritte in accadico cuneiforme, che all'epoca era idioma internazionale.
PROVENIENZA: archivio del palazzo reale della città di Akhetaton (erroneamente chiamata oggi Amarna)
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole. Messaggio di Shuttarna tuo servo, uomo di Mishihuna. Nella terra dei piedi del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, sette e sette volte mi getto. Sappia il Re mio Signore riguardo alle sue terre. Mandi il Re mio Signore truppe di guarnigione, e noi prenderemo le città del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, finchè il Re mio Signore conoscerà le sue terre". (EA 182)
"(....) io sono un servo fedele del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, in questo luogo. Ho mandato mio figlio al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole. Mandi il Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, dei carri assieme a mio figlio, e proteggano le città del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole. Mandi il Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, dei carri che mi portino presso il Re mio Signore, mio Dio, mio Sole. Se entrerò al cospetto del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, io dirò cosa vien fatto contro le terre. Guarda, io sono un servo fedele del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole. Forse che non vengo calunniato al cospetto del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole? Manda carri che mi portino presso il Re mio Signore, mio Dio, mio Sole (....)" (EA 180 - il mittente chiede udienza presso il faraone per discolparsi da false accuse)
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LETTERE DI BIRYAWAZA DI DAMASCO AL FARAONE CONTRO LA MINACCIA HITTITA
Biryawaza fu probabilmente un re di Damasco, oasi fertilissima, precedentemente adibita a pascolo, poi arricchita, nel Tardo Bronzo, di condutture idriche eccellenti. La sfera d'influenza di questo re, si estendeva verso sud fino ad Hauran, comprendendo la Palestina settentrionale fino alla valle dell'Oronte, dove risiedeva il suo più acerrimo nemico: Etakama di Qadesh, alleato anche di Amurru e degli Hittiti. Il suo territorio era un'importante via carovaniera per gli egizi, diretta verso nord.
PERIODO STORICO: regno di Akhenaton, 1353-1336 a.C.; Nuovo Regno; XVIII dinastia.
SUPPORTO: tavolette d'argilla scritte in accadico cuneiforme, che all'epoca era idioma internazionale.
PROVENIENZA: archivio del palazzo reale della città di Akhetaton (erroneamente chiamata oggi Amarna)
PROTAGONISTI PRINCIPALI:
IL RE BIRYAWAZA DI DAMASCO: mittente delle tavolette.
SHUTTARNA: padre del Re Biryawaza.
BIRYDASHWA: un re della zona, la cui città non è identificata, alleato degli Hittiti.
RE DI BUSRUNA: vassallo egizio passato agli Hittiti.
RE DI HALUNNI: vassallo egizio passato agli Hittiti.
RE DI HATTI: evidentemente SHUPPULILIUMA, imperatore Hittita allora in espansione.
AZIRU: re di Amurru, vassallo d'Egitto passato agli Hittiti.
SUTEI: popolazione nomade assoldata da Biryawasha
"Al Re mio Signore, dì: messaggio di Biryawaza, tuo servo, terreno dei tuoi piedi, suolo che tu calpesti, seggio dove tu siedi, predellino dei tuoi piedi. Ai piedi del Re mio Signore, il Sole, l'alba dei popoli, sette volte in avanti e sette indietro io mi getto. Il mio Signore è il Sole nei cieli, e come sorge il Sole dai cieli, così i servi aspettano che escano le parole dalla bocca del loro Signore. Ecco, io assieme alle mie truppe e ai miei carri, assieme ai miei fratelli, assieme ai miei mercenari e assieme ai miei Sutei, andrò alla testa delle truppe egizie, fino a dove dirà il Re mio Signore". (EA 195)
"Al Re mio Signore: messaggio di Biryawaza, tuo servo. Ai piedi del Re mio Signore sette e sette volte mi getto. Guarda: noi siamo servi. Io servo il Re da sempre, come Shuttarna, mio padre, come (....) mio nonno (....) per proteggere la città e le carovane che tu mandi a Nahrima. Esca pure (....) ha molta paura. Ecco, mio fratello io mando presso di te". (EA 194)
"(....) disse a me quando il tuo servo era in Abi, i suoi cavalli e i suoi carri hanno dato ai nemici, e non hanno dato al Re mio Signore. Chi sono io? La mia intenzione è di servire, tutto appartiene al Re. Birydashwa ha visto questo fatto, ed ha fatto defezionare la città di Yanuammu contro di me. Sbarrò la porta della città contro di me e prese dei carri per andare ad Ashtartu, ma poi li diede ai nemici e non li diede al Re mio Signore. Il Re di Busruna e il Re di Halunni videro ciò e fecero guerra con Birydashwa contro di me. Dissero: "Vieni, sconfiggiamo Biryawaza, non lasciamolo in Tahshi!" Ma io sfuggii dalle loro mani, e resistetti in Abi e in Damasco, quando (....) servire (....) dissero: "Noi siamo servi del Re di Hatti!" Ma io dissi:"Io sono servo del Re d'Egitto!". Venne Arzawiya a Qadesh, e prese le truppe di Aziru e occupò la città di Shaddu e la diede ai nemici, non la diede al Re mio Signore! Guarda, Etakama ha mandato in rovina la terra di Qadesh, ed ecco, Arzawiya, assieme a Biridaashwa manderà in rovina la terra di Abi. Abbia cura il Re della sua terra, che non la prendano i nemici! Mentre tutti i miei colleghi mi sono nemici, io proteggo Kumidi, città del Re mio Signore. Il Re salvi il suo servo! Il Re non abbandoni il suo servo! Vedano i Re della terra di Qadesh e i re della terra di Abi se (....) io ho visto le truppe egizie". (EA 197)
"Al Re mio Signore, dì: messaggio di Biryawaza tuo servo. Ai piedi del Re mio Signore, sette volte in avanti e sette indietro io mi getto. Ho udito quel che il Re mio Signore ha scritto (....) io proteggo, e io servo il Re mio Signore in questo posto. Ben venga una truppa grande del Re mio Signore, contro il Re di Hatti (....) contro di me. Io sono servo del Re che ha aperto le vie (....). Sappia il Re mio Signore che tutti i servi del Re mio Signore sono andati al Re di Hatti, e sono arrivati qui tutti i commissari del Re mio Signore che erano usciti (....) le mie mogli e le mie nuore ha violentato. Sappia il Re mio Signore questa cosa, che un uomo non aveva mai compiuto una cosa simile! Inoltre, il Re mio Signore mi mandi duecento uomini per proteggere, per proteggere la città del Re mio Signore, finchè io veda le truppe egizie del Re mio Signore. Non resti inerte il Re mio Signore riguardo a questo fatto che Birydashwa ha compiuto, e cioè che ha fatto defezionare la terra del Re mio Signore e le sue città". (EA 196 - drammatico resoconto delle violenze subite da Birydashwa passato agli Hittiti)
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QUATTRO LETTERE DI ZITRIYARA AL FARAONE
Quattro missive di contenuto convenzionale attribuite ad un re vassallo, probabilmente della Siria meridionale, ma non è certo. La "EA 214" è molto danneggiata. Il contenuto è comunque di poca rilevanza storica e convenzionale.
PERIODO STORICO: regno di Akhenaton, 1353-1336 a.C.; Nuovo Regno; XVIII dinastia.
SUPPORTO: tavolette d'argilla scritte in accadico cuneiforme, che all'epoca era idioma internazionale.
PROVENIENZA: archivio del palazzo reale della città di Akhetaton (erroneamente chiamata oggi Amarna)
"Al Re mio Signore: messaggio di Zitriyara, tuo servo. Ai piedi del mio Signore io mi getto, sette e sette volte. Come abbiamo sempre fatto, e come fanno tutti i reggenti, così anch'io farò al Re mio Signore; io sono un servo del Re mio Signore. Ogni parola del Re mio Signore io ho ascoltato". (EA 212)
"Al Re mio Signore, dì: messaggio di Zitriyara, tuo servo. Sette e sette volte, di schiena e di ventre, ai piedi del Re mio Signore io mi getto. Guarda: io sono servo del Re mio Signore, io! La parola che il Re mio Signore ha spedito al suo servo, io l'ho udita! Io sono servo del Re. Mio Signore, guarda: il Re è come il Sole nei cieli, noi non possiamo tralasciare la parola del Re mio Signore. Il commissario che tu hai messo sopra di me, noi daremo ascolto a lui". (EA 211)
"Al Re mio Signore, mio Sole, mio Dio, dì: messaggio di Zitriyara, tuo servo, terreno dei tuoi piedi, argilla che tu calpesti. Ai piedi del Re mio Signore, mio Sole, mio Dio, sette e sette volte io mi getto, di ventre e di schiena. Ho udito ciò che ha scritto il Re mio Signore, mio Sole, mio Dio, al suo servo; ed ecco che io preparo secondo quanto ha detto il Re mio Signore, mio Sole, mio Dio". (EA 213)
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole: messaggio di (....) tuo servo. Ai piedi del mio Signore, mio Dio, mio Sole, sette e sette volte io mi prosterno. Il tuo commissario è arrivato presso di me (....) la città del Re mio Signore, Zitriyara (....) tutto ciò che (....) un uomo che non ascolta le parole del Re suo Signore, è un traditore nella tua terra!" (EA 214)
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CINQUE VASSALLI AL FARAONE
Lettere provenienti dalla Siria meridionale. "EA 207" è relativa ad un rimprovero del faraone contro la pigrizia di Ipte....(testo danneggiato), che si fa ripetere sempre le cose due volte dal commissario egizio. La "EA 200" menziona il Re di Karduniash, in territorio babilonese, ed un popolo nomade di nome Ahlamu, il che fa pensare a problemi di transito carovaniero.
PERIODO STORICO: regno di Akhenaton, 1353-1336 a.C.; Nuovo Regno; XVIII dinastia.
SUPPORTO: tavolette d'argilla scritte in accadico cuneiforme, che all'epoca era idioma internazionale.
PROVENIENZA: archivio del palazzo reale della città di Akhetaton (erroneamente chiamata oggi Amarna)
PROTAGONISTI PRINCIPALI:
PAHURU: commissario egizio nelle terre di Canaan.
ADAD: dio accadico delle tempeste.
AHLAMU: popolo nomade.
RE DI KARDUNIASH: nel territorio di Babilonia.
IPTE....AL FARAONE: "Al Re mio Signore, mio Sole, dì: Ipte....tuo servo. Ai piedi del mio Signore io mi getto. Ho udito tutte le parole del Re scritte nella tavoletta. Guarda, io sono servo fedele, io servo il Re. Chi altri è come me servo fedele? Poichè hai detto:"Perchè il commissario del Re deve ripetere due volte le parole?" (....) Guarda, io (....) come il Sole e come Adad. Forse che Pahuru mi protegge? Vanno perdute tutte le città del Re dalle mie mani, passando ai nemici". (EA 207 - lettera in cui il mittente riporta un rimprovero del faraone)
"(....) contro di me (....) io l'ho mandato al più presto. Forse che non c'è lì Pahuru? Interrogalo riguardo alle città del Re mio Signore, se stanno in pace le città del Re mio Signore". (EA 208 - lettera frammentaria senza mittente)
ZISHAMIMI AL FARAONE: "Al Re mio Signore, dì: messaggio di Zishamimi, tuo servo. Ai tuoi piedi io mi getto, sette e sette volte io mi getto al cospetto del Re mio Signore. Le tue città che sono con me, sono felici. Guarda: io sono tuo servo per sempre. Guarda al tuo servo e tuo figlio! Guarda, le tue città che sono con me sono città del Re mio Signore: se non proteggo le tue città, gli dèi che sono con te mi schiaccino la testa". (EA 209 - risposta a possibili rimproveri faraonici)
UN VASSALLO: "Al Re mio Signore, mio Sole: messaggio di (....) tuo servo. Ai piedi del mio Signore io mi getto. Il Re, mio Sole, è un padre per me, e io ho udito l'affermazione del Re mio Signore. Io preparo con forza, e farò passare tutte le carovane del Re mio Signore fino a Busruna. Io ho udito. Guarda: io sono tuo servo (....)". (EA 199 - assicura preparativi in vista dell'arrivo di una carovana egizia)
UNA SCHIERA DI VASSALLI AL FARAONE: "Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, dì: messaggio dei tuoi servi. Sette e sette volte noi ci gettiamo ai piedi del Re mio Signore. Ecco cosa abbiamo udito: (....) gli Ahlamu (....) il re di Karduniash (....) e gli Ahlamu (....) da mangiare (....) il Re mio Signore (....) non sono usciti (....)" (EA 200 - reperto molto danneggiato , ma la presenza dei nomadi Ahlamu e di Karduniash di Babilonia fa pensare ad un problema di transito carovaniero)
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ARAHATTU DI KUMIDI
Lettera proveniente da un re vassallo d'Egitto, Arahattu, della città-stato di Kumidi, nella Beqa' meridionale, in Libano. La valle in cui sorgeva Kumidi ospitava molti insediamenti nel Tardo Bronzo ed era costituita da consistenti tratti boscosi. Questa lettera è di difficile interpretazione, forse Arahattu voleva discolparsi da accuse di infedeltà davanti al faraone: prima inviò suo figlio, poi richiese di recarsi lui stesso dal sovrano.
PERIODO STORICO: dal regno di Amenhotep III, 1390-1352, al regno di Akhenaton, 1353-1336 a.C.; Nuovo Regno; XVIII dinastia.
SUPPORTO: tavolette d'argilla scritte in accadico cuneiforme, che all'epoca era idioma internazionale.
PROVENIENZA: archivio del palazzo reale della città di Akhetaton (erroneamente chiamata oggi Amarna)
"Al Re mio Signore, Dio protettore della mia persona, dì: messaggio di Arahattu, uomo di Kumidi, terreno dei tuoi piedi, suolo che tu calpesti. Ai piedi del Re mio Signore, sette e sette volte io mi getto, Guarda, io sono tuo servo fedele. Interroghi il Re mio Signore tutti i suoi commissari, se io non sono davvero un servo fedele del Re mio Signore! Interroghi il Re mio Signore Hamasha, se io non sono davvero un servo fedele del Re mio Signore! Il Re mio Signore mi riceva e mi faccia vivere. Io non ho nè cavalli nè carri. Sembri opportuno al mio Signore di far vivere il suo servo. Forse che non ho mandato mio figlio presso il Re mio Signore? Mi faccia vivere il Re mio Signore!" (EA 198)
Lettera tratta da "Le lettere di Amarna" a cura di Mario Liverani, Paideia Editrice.
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QUATTRO LETTERE IDENTICHE COMPOSTE NELLA STESSA CIRCOSTANZA BELLICA CONTRO GLI HITTITI
Proseguiamo il nostro viaggio fra le lettere di Amarna. Queste quattro missive provenienti dall'attuale Libano, scritte dallo stesso scriba, riferiscono al faraone l'attacco subito da quattro vassalli locali da parte di Etakama di Qadesh, alleato degli Hittiti. Questo episodio è riportato anche nei testi hittiti delle "Gesta di Shuppuliliuma", scritte da suo figlio Mursili II. Gli Hittiti, popolo indoeuropeo che già nel 2500 a.C. occupava la regione nord orientale dell'attuale Turchia, furono comunque culturalmente molto ricettivi rispetto alle popolazioni conquistate e la loro organizzazione sociale era costituita da un sovrano, considerato primo fra gli Uguali, il quale veniva eletto da un'assemblea di cavalieri, o uomini liberi addetti alla guerra; di seguito scribi, sacerdoti, mercanti e servi. La scrittura ittita si divideva fra "geroglifica" e "cuneiforme", quest'ultima usata soprattutto per i rapporti diplomatici; i testi erano scritti su tavolette di legno, rivestite di lino e spalmate con calce.
PERIODO STORICO: regno di Akhenaton, 1353-1336 a.C.; Nuovo Regno; XVIII dinastia.
SUPPORTO: tavolette d'argilla scritte in accadico cuneiforme, che all'epoca era idioma internazionale.
PROVENIENZA: archivio del palazzo reale della città di Akhetaton (erroneamente chiamata oggi Amarna)
BIERI DI HASHABU: "Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, dì: messaggio di Bieri, tuo servo, uomo di Hashabu. Sotto il terreno ai piedi del Re mio Signore, sette e sette volte io mi getto. Guarda, noi stiamo nella terra di Amqi, e siamo città del Re mio Signore. E' venuto Etakama, uomo di Qadesh alla testa delle truppe di Hatti, e ha messo le città del Re mio Signore a ferro e fuoco. Lo sappia il Re mio Signore, e dia il Re mio Signore delle truppe egizie, e noi ricostruiremo le città del Re mio Signore, e potremo ancora risiedere nelle città del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole". (EA 174)
ILI DAYA DI HAZI: "Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, dì: messaggio di Ili Daya, tuo servo, uomo di Hazi. Sotto il terreno ai piedi del Re mio Signore, sette e sette volte io mi getto. Guarda, noi stiamo nella terra di Amqi, e siamo città del Re mio Signore. E' venuto Etakama, uomo di Qadesh alla testa delle truppe di Hatti, e ha messo le città del Re mio Signore a ferro e fuoco. Lo sappia il Re mio Signore, e dia il Re mio Signore delle truppe egizie, e noi ricostruiremo le città del Re mio Signore, e potremo ancora risiedere nelle città del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole". (EA 225)
UN VASSALLO AL FARAONE: "Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, dì: messaggio di (....) tuo servo, uomo di (....). Sotto il terreno ai piedi del Re mio Signore, sette e sette volte io mi getto. Guarda, noi stiamo nella terra di Amqi, e siamo città del Re mio Signore. E' venuto Etakama, uomo di Qadesh alla testa delle truppe di Hatti, e ha messo le città del Re mio Signore a ferro e fuoco. Lo sappia il Re mio Signore, e dia il Re mio Signore delle truppe egizie, e noi ricostruiremo le città del Re mio Signore, e potremo ancora risiedere nelle città del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole". (EA 176)
ABDI RISHA DI ENISHASI: "Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, dì: messaggio di Abdi Risha, tuo servo, uomo di Enishasi. Sotto il terreno ai piedi del Re mio Signore, sette e sette volte io mi getto. Guarda, noi stiamo nella terra di Amqi, e siamo città del Re mio Signore. E' venuto Etakama, uomo di Qadesh alla testa delle truppe di Hatti, e ha messo le città del Re mio Signore a ferro e fuoco. Lo sappia il Re mio Signore, e dia il Re mio Signore delle truppe egizie, e noi ricostruiremo le città del Re mio Signore, e potremo ancora risiedere nelle città del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole". (EA 363)
Lettere tratte da "Le lettere di Amarna" a cura di Mario Liverani, Paideia Editrice.
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MAYARZANA DI HAZI
Sempre dalla stessa zona del Libano, terra di regni vassalli d'Egitto, provengono queste due lettere di Mayarzana di Hazi. E' curioso il nome palesemente egizio del nemico traditore denunciato da Mayarzana: Aman Hatpi. Il termine "hapiru", come dicemmo nei capitoli precedenti, è un termine generico che significa semplicemente "nemico", o gruppi di diseredati o individui caduti, per vari motivi, in disgrazia ed assoldati come mercenari dall'avversario di turno e spesso anche dagli stessi egizi.
PERIODO STORICO: regno di Akhenaton, 1353-1336 a.C.; Nuovo Regno; XVIII dinastia.
SUPPORTO: tavolette d'argilla scritte in accadico cuneiforme, che all'epoca era idioma internazionale.
PROVENIENZA: archivio del palazzo reale della città di Akhetaton (erroneamente chiamata oggi Amarna)
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole: messaggio di Mayarzana, uomo di Hazi, tuo servo, terreno sotto i suoi piedi. Ai piedi del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, sette e sette volte io mi getto. Guarda: io sono servo fedele del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, e io servo il Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, assieme ai miei fratelli e ai miei figli, servi fedeli del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole. Davvero noi morremmo sotto i piedi del Re mio Signore, mio Sole, mio Dio! Guarda: Aman Hatpi, uomo di Tushulti, quando i nemici presero Mahzibti, città fedele del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, e la saccheggiarono e la bruciarono col fuoco, poi andarono presso Aman Hatpi, uomo di Tushulti. Aman Hatpi, uomo di Tushulti, diede cibo e bevanda agli hapiru. Guarda: i nemici presero anche Giluni, città fedele del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, la saccheggiarono e la bruciarono col fuoco, poi entrarono presso Aman Hatpi, uomo di Tushulti. Aman Hatpi, uomo di Tushulti, diede cibo e bevanda ai nemici. Guarda, gli hapiru presero Magdalu, città fedele del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, la saccheggiarono e la bruciarono col fuoco, poi entrarono presso Aman Hatpi, uomo di Tushulti. Aman Hatpi, uomo di Tushulti, diede cibo e bevanda agli hapiru. Guarda, gli hapiru presero Ushte, città fedele del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, la saccheggiarono e la bruciarono col fuoco, poi entrarono presso Aman Hatpi, uomo di Tushulti. Aman Hatpi, uomo di Tushulti, diede cibo e bevanda ai nemici. Guarda: (....) i nemici attaccarono Hazi, città fedele del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, ma i servi del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole , li sconfissero, e i servi fedeli del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, catturarono con le proprie mani gli hapiru. Ma quaranta uomini scampati da entro i nemici entrarono presso Aman Hatpi, uomo di Tushulti. Noi udimmo che quaranta hapiru stavano con Aman Hatpi, uomo di Tushulti, e i miei fratelli e i miei figli, servi del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, si recarono con i loro carri ed entrarono presso Aman Hatpi, uomo di Tushulti, e dissero ad Aman Hatpi: "Consegna gli hapiru, traditori del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, e noi chiederemo loro se non hanno forse preso le città del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, e se non hanno forse attaccato Hazi, città del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole!" Egli accettò di consegnare gli hapiru, ma poi (....) gli hapiru e prese i suoi servi e fuggì tra gli hapiru, e diventò (....) dalla sua città. Io ho saputo il suo misfatto, che è fuggito tra i nemici, , ma cosa posso fare? (....) ho mandato (....) al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, e contro la sua terra fedele. Noi invece ascoltiamo le parole del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole (....) e quando egli dice al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole (....)" (EA 186 - denuncia del tradimento da parte del vassallo Aman Hatpi di Tushulti)
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, dì: messaggio di Mayarzana, uomo di Hazi, tuo servo, terra sotto i piedi del Re mio Signore, mio Dio, mio sole, suolo che egli calpesta. Ai piedi del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, sette e sette volte mi getto. Sappia il Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, l'azione che ha compiuto Aman Hatpi, uomo di Tushulti, contro le città del Re mio Signore, quando gli hapiru hanno fatto ostilità contro di me, e hanno preso le città del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole. I nemici hanno preso Mahzibti, città del Re mio Signore, l'hanno saccheggiata e l'hanno data alle fiamme, poi i nemici si sono rifugiati presso Aman Hatpi. Gli hapiru hanno preso Giluni, città del Re mio Signore, l'hanno saccheggiata e l'hanno data alle fiamme: a mala pena è scampata una sola casa da Giluni. Poi gli hapiru sono entrati presso Aman Hatpi. Gli hapiru hanno preso Magdalu, città del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, l'hanno saccheggiata e l'hanno data alle fiamme. A mala pena una casa è scampata da Magdalu. Poi gli hapiru sono entrati presso Aman Hatpi. Gli hapiru hanno preso Ushte, città del Re mio Signore, l'hanno saccheggiata e l'hanno data alle fiamme. Poi gli hapiru sono andati presso Aman Hatpi. Guarda: gli hapiru hanno assalito Hazi, città del Re mio Signore; ma noi abbiamo fatto battaglia contro gli hapiru e li abbiamo sconfitti. Quaranta hapiru superstiti sono andati presso Aman Hatpi, e costui ha accolto quelli che erano usciti e li ha raccolti in città. Così facendo Aman Hatpi è egli stesso un hapiru! Noi abbiamo saputo che gli hapiru stavano con Aman Hatpi; i miei fratelli e i miei figli, tuoi servi, hanno mandato dei carri presso Aman Hatpi, e i miei fratelli hanno detto ad Aman Hatpi: "Consegna gli hapiru, traditori del Re nostro Signore, e noi gli chiederemo, agli hapiru che sono entrati presso di te, se non hanno preso le città del Re mio Signore, e le hanno bruciate col fuoco!" Egli accettò di consegnare gli hapiru; ma durante la notte li prese con sè e fuggì egli stesso presso gli hapiru! Guarda: Aman Hatpi è un traditore: gli chieda il Re mio Signore se non è vero che è fuggito da lui! Non resti inerte il Re mio Signore senza che un altro uomo interroghi Aman Hatpi! Non vengano introdotti dei traditori nella terra fedele del Re mio Signore. Interroghi il Re mio Signore Aman Hatpi il traditore, se non è vero che è fuggito da lui! E noi lo sapremo! Guarda: io sono un servo fedele del Re mio Signore". (EA 185 - simile alla precedente)
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CINQUE VASSALLI AL FARAONE
Riuniamo qui le ultime cinque lettere provenienti dal demanio faraonico del Libano, più specificamente dalla Valle della Bekaa, terra di vassalli. Sono comunque molto danneggiate e frammentarie.
PERIODO STORICO: regno di Akhenaton, 1353-1336 a.C.; Nuovo Regno; XVIII dinastia.
SUPPORTO: tavolette d'argilla scritte in accadico cuneiforme, che all'epoca era idioma internazionale.
PROVENIENZA: archivio del palazzo reale della città di Akhetaton (erroneamente chiamata oggi Amarna)
YAMIUTA DI GUDDASHUNA: "Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole. Messaggio di Yamiuta, uomo di Guddashuna, servo del Re mio Signore. Terreno ai piedi del Re mio Signore, sette e sette volte io mi getto. Sappia il Re mio Signore riguardo alle sue terre (....) truppe di guarnigione (....) le sue terre (....)". (EA 177)
HIBIYA AD UN GRANDE: "Al Grande mio Signore, messaggio di Hibiya, tuo servo. Ai piedi del mio Signore io mi getto. Ecco, noi siamo venuti nelle terre di Yatanu, la proteggiamo fino all'arrivo del Grande mio Signore. Ma ecco, forte è l'ostilità contro le città del Grande mio Signore. Inoltre, ho udito le parole che ha detto il Re mio Signore (....) è sceso da Amurru e mi ha detto: "C'è molto grano nella terra di Amurru, sufficiente fino all'arrivo del Grande del Re mio Signore". (EA 178 - un "Grande" veniva denominato un personaggio egizio importante)
UN VASSALLO AL FARAONE: "(....) mi risponda una parola il Re mio Signore, mio Dio, mio Sole e (....) il servo del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole. Guarda: mio fratello che risiede in Tubihu è un traditore, e se ne va in giro a fare nemiche le città del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole. Ha inimicato le terre di Amurru, e ha esaurito gli uomini che stanno nelle terre del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, a forza di passare dalla parte del nemico. Ma il Dio del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, conceda che sia presa Tubihu, e io maledirò mio fratello, proteggerò Tubihu per il Re mio signore, mio Dio, mio Sole. Guarda: Tubihu è la città della mia casa paterna". (EA 179)
SHATIYA DI ENISHASI: "Al Re mio Signore, mio Dio, mio sole, dì: messaggio di Shatiya, uomo di Enishasi, tuo servo, terreno sotto i piedi del Re mio Signore. Ai piedi del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, sette e sette volte mi getto. Guarda: io sono servo fedele del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole. Ecco, io proteggo il posto del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole (....). Ed ecco, io mando mia figlia al Palazzo, al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole". (EA 187 - probabile risposta di Shatiya alla richiesta d'invio della figlia all'harem del faraone)
UN VASSALLO AL FARAONE: "(....) e carri, si è gettato contro la terra di Amqi. Io sono andato in suo aiuto (....) i reggenti del Re (....) le truppe egizie, due città (....). Ed ecco che io mando dieci prigionieri al Re mio Signore. Sappia il Re mio Signore l'azione del suo nemico". (EA 173)
Le lettere sono tratte da "Le lettere di Amarna", a cura di MArio Liverani, Paideia Editrice. Prefazione e spiegazioni sono un mio riassunto generale.
Foto: un tipico paesaggio della fertile Valle della Bekaa, in Libano, dove vivevano i mittenti di queste tavolette.
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DOSSIER DI ABDI ASHIRTA
Siamo giunti all'epilogo più sensazionale, più scottante di tutto il dossier amarniano relativo ai turbolenti vassalli di Canaan! Abdi Ashirta: nemico pubblico numero uno di tutti i vassalli d'Egitto, re di Amurru, incubo del re di Biblo, Rib Adda, come abbiamo letto nei capitoli precedenti, espansionista al punto da conquistare molti regni confinanti, ecco che proprio lui scrive al faraone, ad Akhenaton, per chiedere di essere riconosciuto fedele vassallo del Re d'Egitto, prima di finire catturato ed ucciso in quel di Sumura e rimpiazzato dall'altrettanto bellicoso figlio Aziru. Noi tutti ricordiamo le traversie dello sfortunato Rib Adda, re di Biblo, i suoi accorati ed omerici appelli al faraone per essere salvato da una tragica fine, che poi fece, come vedremo nei prossimi capitoli, proprio per mano del suo peggiore nemico Aziru dopo essere stato spodestato dal fratello! Come dicemmo più volte, la politica faraonica non prevedeva un assiduo interventismo, i vassalli erano piuttosto liberi di darsele di santa ragione, perchè alla fine poi, che qualcuno allargasse il proprio dominio poco importava: era sempre suddito del faraone ed i vassalli facevano a gara per dimostrare la loro fedeltà, e chiunque scrivesse a Corte si atteggiava a vittima, a servo fedele, a unico devoto suddito a cui il faraone doveva ascolto e aiuto militare, naturalmente vittima di malelingue e falsità che venivano riferite al faraone. Insomma: immaginiamoci di essere il faraone e dover domare tutti questi furfantelli, dev'essere stata una bella grana!
PERIODO STORICO: regno di Akhenaton, 1353-1336 a.C.; Nuovo Regno; XVIII dinastia.
SUPPORTO: tavolette d'argilla scritte in accadico cuneiforme, che all'epoca era idioma internazionale.
PROVENIENZA: archivio del palazzo reale della città di Akhetaton (erroneamente chiamata oggi Amarna)
"Al Re, mio Sole, mio Signore: messaggio di Abdi Ashirta, tuo servo, terreno ai tuoi piedi. Ai piedi del mio Signore, sette e sette volte io mi getto. Guarda, io sono servo del Re, e cane da guardia della sua casa, e proteggo Amurru tutto quanto per il Re mio Signore. Ho detto e ripetuto a Pahanate, mio commissario: "Prendi truppe ausiliarie per proteggere le terre del Re!". Ecco che tutti i re vassalli del Re delle truppe hurrite cercano di saccheggiare le terre dalle mie mani e dalle mani degli altri reggenti del Re mio Signore; ma io le proteggo. Non c'è forse Pahanate mio commissario? Il Re, il Sole, gli chieda se non proteggo Sumura e Ullasa. Quando il mio commissario è in missione per conto del Re, del Sole, sono io che proteggo la mietitura del grano di Sumura e di tutte le terre per il Re, mio Sole, mio Signore. Il Re mio Signore mi riconosca e mi affidi in mano a Pahanate mio commissario!" (EA 60 - richiesta di riconoscimento di Abdi Ashirta al faraone)
"(....) io li proteggo (....) grande, fino a che il Re, il Sole provvederà ai suoi servi. Sappia il mio Signore che davvero io proteggo il suo posto e la città del Re mio Signore come (....). Non ho alcun doppio intendimento (....). Quanto alle truppe di Shehlal, sappia il Re che esse non sono buone (....), e avrebbero preso Sumura con tutti gli uomini che sono dentro di essa. Quanto al mio recarmi lì, a proteggere i commissari (....) io sono effettivamente andato in soccorso con le mie truppe, coi miei carri, coi miei fratelli, ma avevano già bruciato (....) e avevano già colpito tutti gli uomini che erano dentro la casa. Sumura, città del Re mio Signore da sempre, è stata colpita, colpita!! (....) mediante argento (....) i commissari (....)". (EA 371)
"A Pahanate, mio Signore: messaggio di Abdi Ashirta, tuo servo. Ai piedi del mio Signore io mi getto. Cosa sono le parole che tu hai detto, mio Signore? Dicono che tu abbia detto così, mio Signore: "Tu sei nemico dell'Egitto e hai commesso una malefatta contro gli egizi!". Non c'erano uomini dentro Sumura, per proteggerla secondo il suo ordine. Sumura temeva le truppe di Shehlal, e non c'erano uomini dentro di essa per proteggerla. Io sono andato in soccorso, da Irqata, e io ho preso Sumura, e ho salvato il tuo Palazzo dalle mani delle truppe di Shehlal. Se io non fossi stato in Irqata, se fossi stato in un posto tranquillo, le truppe di Shehlal avrebbero incendiato Sumura e il suo Palazzo. Quando io andai in soccorso da Irqata, e giunsi a Sumura, nessun uomo stava più nel Palazzo. Ecco, gli uomini che stavano nel Palazzo: Shabi Ilu, Bishitanu, Maya, Arzaya, questi quattro uomini stavano nel Palazzo, e costoro mi dissero: "Salvaci dalle mani delle truppe di Shehlal!". E io li salvai dalle mani delle truppe di Shehlal. Quattro persone erano ancora vive, venticinque li avevano già uccisi le truppe di Shehlal. Quando (....) essi stessi fuggirono da Sumura, non sono stato io a scacciarli. Perchè mentono i reggenti al tuo cospetto, e perchè tu li stai a sentire? Bin Amaya, quando ti scrive e mente di fronte a te, e tu stai a sentire le sue parole! Bin Amaya prese con sè le truppe di Shehlal e andò per occupare Sumura. Allora io presi degli uomini per occupare la città, ma gli uomini erano in difficoltà, quelli che io avevo messo a Sumura per proteggerla (....) del mio Signore (....) il Re". (EA 62)
"Al Re, mio Sole, mio Signore: messaggio di Abdi Ashirta tuo servo, suolo dei tuoi piedi, cane da guardia della casa del Re mio Signore. Ai piedi del Re mio Signore (....) Ullasa io proteggo per il mio Signore, e SSumura io proteggo, e tutto Amurru per il Re mio Sole, mio Signore. Il Re mio Sole, mio Signore mi riconosca, e risponda una parola (....) al suo servo!" (EA 61)
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AZIRU DI AMURRU, FIGLIO DI ABDI ASHIRTA
Aziru, re di Amurru, successore del defunto Abdi Ashirta, terrore dei regni circostanti le cui città, peraltro, mise a ferro e fuoco, devastò e compì omicidi nei confronti dei legittimi reggenti, vassalli, come lui, d'Egitto. Re assassinati da Aziru: Re di Ammiya, Re di Ardata, Aduna re di Irqata e, in più, un commissario egizio non identificato. Fu anche colpevole dell'assassinio, con inganno, dello sfortunato re di Biblo, Rib Adda, che si vide costretto a chiedere aiuto a lui per riconquistare il regno che il fratello aveva usurpato, e da lui, subdolamente, venduto al nemico, che lo uccise, come leggeremo nel prossimo capitolo dalla lettera infuriata del faraone. Colpevole di aver distrutto la città di Sumura, per cui il faraone gli ordinò che fosse immediatamente ricostruita. Dopo aver esteso il suo dominio a tutti i regni circostanti, venne il momento di dover essere legittimato dal faraone, pena la sua cancellazione dalla faccia della terra, e di tutta la sua famiglia, come sentiremo nel prossimo capitolo dalla risposta di Akhenaton. Possiamo intuire, da queste lettere al Sovrano e ai suoi commissari, l'ansia di Aziru che fu invitato a comparire personalmente davanti al faraone per rendere conto di tutte le sue malefatte, e di come egli adducesse qualsiasi scusa per procrastinare la visita in Egitto, compresa l'incalzante avanzata del Re di Hatti ai confini dell'Impero, di come egli si atteggiasse a vittima (sic!) e cercasse di circuire il Re con lodi ed adulazione. In effetti Aziru aveva la coscienza così sporca che, prima di recarsi al cospetto del faraone, voleva una dichiarazione scritta in cui si promettesse che non gli sarebbe caduta addosso l'ira del Re, come si legge nella EA 164: "Il Re mio Signore ascolti le mie parole: io ho paura di fronte al Re mio Signore e di fronte a Tutu (commissario egizio). Ecco: i miei dèi e il mio messaggero Tutu e i Grandi del Re mio Signore giurino, e io certamente verrò! Così dovranno giurare Tutu e il Re mio Signore, e i Grandi: "Certamente noi non trameremo contro Aziru alcunchè, che non sia buono!"Così dovranno giurare sui miei dèi e sul Dio". Aziru, alla fine, ottenne il riconoscimento come Re e diede inizio ad una dinastia che si protrarrà per un paio di secoli, estendendo il suo dominio da Ugarit, a Biblo e a Tunip. In seguito, con la minaccia hittita alle porte, Aziru sarà costretto a fare una scelta, se continuare ad essere suddito del faraone o allearsi con gli hittiti, e per un certo periodo cercherà di fare il doppio gioco, fino a doversi sottomettere, infine, al Re hittita Shuppiluliuma.
PERIODO STORICO: regno di Akhenaton, 1353-1336 a.C.; Nuovo Regno; XVIII dinastia.
SUPPORTO: tavolette d'argilla scritte in accadico cuneiforme, che all'epoca era idioma internazionale.
PROVENIENZA: archivio del palazzo reale della città di Akhetaton (erroneamente chiamata oggi Amarna)
AZIRU AL FARAONE: "Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, dì: messaggio di Aziru, tuo servo. Sette e sette volte ai piedi del mio Signore, mio Dio e mio Sole, io mi getto. Adesso il Re mio Signore sappia che io sono tuo servo per sempre; dalle parole del mio Signore non mi distacco. Mio Signore, già in passato io desideravo servire il Re mio Signore, ma i Grandi di Sumura non me lo permisero. Ora, io non ho commesso peccato alcuno contro il Re mio Signore. Il Re mio Signore sa riconoscere i veri traditori. Tutte le cose richieste dal Re mio Signore, io le darò. (....). E così (....) al mio Sole, adesso (....) e la vita di (....). Se il Re di Hatti viene in guerra contro di me, il Re mio Signore mi dia truppe e carri in aiuto, e io proteggerò la terra del Re mio Signore. Inoltre: rimandami al più presto il mio messaggero. Io certamente darò tutto ciò che danno gli altri reggenti, anch'io lo darò al Re mio Signore, mio Dio e mio Sole, lo darò per sempre". (EA 157)
AZIRU AL FARAONE: "Al Re, mio Sole, mio Signore, messaggio di Aziru, tuo servo. Sette e sette volte ai piedi del Re mio Sole, mio Signore, io mi getto. Già in passato io volevo entrare al servizio del Re, mio Sole, mio Signore; ma Yanhamu non me lo permise. Io mandai i miei messaggeri al Re mio Signore, ma Yanhamu li intercettò durante il cammino, e non permise loro di uscire. Gli dèi del Re mio Signore facciano uscire i miei messaggeri dalla mano di Yanhamu! Io vorrei entrare al servizio del Re mio Dio, mio Sole, mio Signore, ma Yanhamu non me lo consente. Adesso, oh Re mio Signore, è giunto qui da me Pawuru, capo delle truppe egizie del Re mio Signore. Pawuru conosce la mia fedeltà: lo interroghi il Sole, il Re mio Signore (....) dica loro. Io sono un servo del Sole, del Re mio Signore, e tutto ciò che il Re ordina io lo eseguo per il Sole, il Re mio Signore, ogni desiderio del Re mio Signore. Inoltre, mio Signore: (....) Yanhamu (....) glielo consenta (....) queste parole del Sole, il Re mio Signore, queste parole (....). Io non mi discosto dalle sue parole e dal servizio del mio Sole, il Re mio Signore". (EA 171)
AZIRU A TUTU (funzionario faraonico): "A Tutu mio signore, mio padre: messaggio di Aziru, tuo figlio, tuo servo. Ai piedi di mio padre mi getto. A mio padre salute! Tutu: ecco che io ho dato quel che desiderava al Re mio Signore. Tutto ciò che desidera il Re mio Signore. Tutto ciò che desidera il Re mio Signore, lo scriva e io lo darò. Inoltre, guarda: tu sei laggiù, padre mio, e tutto ciò che Tutu mio padre desidera, scrivi e io lo darò. Guarda: tu sei mio padre e mio Signore, e io sono tuo figlio. Le terre di Amurru sono tue terre, la mia casa è casa tua. Tutto ciò che desideri, scrivimi e io darò tutto quel che desideri. Guarda: tu stai al cospetto del Re mio Signore. Qualora dei traditori dicessero parole malevole sul mio conto alla presenza del Re mio Signore: tu non consentirglielo! Guarda, tu stai al cospetto del Re mio Signore, al posto mio: parole malevole sul mio conto, non consentire! Io sono servo del Re mio Signore, e dalle parole del Re mio Signore, e dalle parole del Re mio Signore, e dalle parole di Tutu mio padre, io non mi discosto, per sempre. Se il Re mio Signore non mi amasse, e mi odiasse, io cosa potrei dire?" (EA 158)
AZIRU AL FARAONE: "Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole: messaggio di Aziru tuo servo. Sette e sette volte ai piedi del mio Signore io mi getto. Ecco, riguardo alla richiesta che ha avanzato il Sole, mio Signore, io sono tuo servo per sempre, e i miei figli sono tuoi servi. Ecco, come due paggi io ti mando i miei stessi figli, che facciano tutto ciò che ordinerà il Re mio Signore. Ma il Re mi lasci in Amurru! (EA 156)
AZIRU AL FARAONE: "Al Re grande, mio Signore, mio Dio, mio Sole: messaggio di Aziru, tuo servo. Sette e sette volte ai piedi del mio Signore, mio Dio, mio Sole, io mi getto. Mio Signore, io sono tuo servo; e quando giungerò al cospetto del Re mio Signore io dirò tutte le mie ragioni al cospetto del mio Signore. Mio Signore, non dare ascolto ai traditori che mi calunniano al cospetto del Re mio Signore: io sono tuo servo per sempre. Il Re mio Signore ha parlato riguardo a Hanni. Mio Signore, io stavo a Tunip, e non sapevo che era arrivato. Appena ho saputo, gli sono andato dietro, ma non l'ho raggiunto. Quando Hanni sarà arrivato lì da te sano e salvo, il Re mio Signore gli chieda come l'ho intrattenuto: i miei fratelli e Batti Ilu stavano con lui e gli hanno dato buoi, capretti, uccellagione, come cibo e bevanda. Io stesso ho dato cavalli e asini per il suo viaggio. Il Re mio Signore ascolti le mie parole: in occasione della mia venuta al cospetto del Re mio Signore, Hanni mi verrà incontro e mi intratterrà come una madre e un padre. Adesso il mio Signore dice: "Ti sei allontanato di fronte a Hanni!". Gli dèi e il Sole sanno che stavo a Tunip! Inoltre: il Re mio Signore ha parlato riguardo alla ricostruzione di Sumura. I re di Nuhashe mi sono ostili, e prendono le mie città, su istigazione di Hatib. Perciò non l'ho ricostruita. Adesso al più presto la ricostruirò. Il mio Signore sappia che Hatib si è preso una metà delle attrezzature che il Re mio Signore aveva dato. L'oro e l'argento che il Re mio Signore mi aveva dato, Hatib se l'è preso tutto. Il mio Signore lo sappia! Inoltre, il Re mio Signore ha anche detto: "Perchè hai intrattenuto il messaggero del Re di Hatti, e non hai intrattenuto il mio messaggero?". Ma questa è la terra del mio Signore, e il mio Signore mi ha messo tra i reggenti! Ben venga il messaggero del mio Signore, e io darò tutto ciò che ho detto al cospetto del mio signore: darò viveri, navi, olio, bosso e altro legname!" (EA 161)
AZIRU AL FARAONE: "Al Re grande, mio Signore, mio Dio e mio Sole: messaggio di Aziru, tuo servo. Sette e sette volte ai piedi del mio Signore, mio Dio e mio Sole, io mi getto. Mio Signore, mio Dio e mio Sole, io sono tuo servo e i miei figli e i miei fratelli sono servi del Re mio Signore, per sempre. Ecco: tutte le richieste del Re mio Signore io preparo, e ciò che esce dalla bocca del Re mio Signore io preparo. Ecco, otto navi e un carico di bosso, grandi tronchi (....) tutto ciò che esce dalla bocca del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole, io lo preparo. Il Re mio Signore, poichè dice riguardo a Sumura: "Perchè non l'hai ancora ricostruita?" (....) del mio Signore. Ma i re di Nuhashe mi sono ostili, e non ho ricostruito Sumura. Entro quest'anno ricostruirò Sumura. Mio Signore, io sono tuo servo per sempre; oh Re, non dare ascolto ai traditori che mi calunniano al cospetto del mio Signore! Il Re, mio Signore, mio Dio e mio Sole, mandi il suo messaggero assieme al mio messaggero, e prenda tutto ciò che il Re mio Signore ha ordinato. Mio Signore, adesso tu sai che io ricostruirò la città del Re mio Signore, mio Dio, mio Sole. Oh Re mio Signore, manda in fretta il tuo messaggero insieme al mio messaggero che porti il mio tributo al Re mio Signore". (EA 160)
AZIRU AL FARAONE: "Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole: messaggio di Aziru, tuo servo. Sette e sette volte ai piedi del mio Signore, mio Dio e mio Sole, io mi getto. Dalle parole del Re mio Signore, mio Dio e mio Sole, non mi discosto. guarda, tu sei come Addu, tu sei come il Sole. Come potrebbero mentire dei servi al cospetto del Re mio Signore? Guarda, io la ricostruirò Sumura. Adesso (....) completamente per bene (....) Sumura come era prima, così la ricostruirò. Io sono il cane del Re mio Signore nella terra del mio Signore, e i miei figli (....) (....). Quanto ai reggenti, io dico che sono tutti mentitori. Il mio signore non si fidi di loro! Mio Signore: Sumura, adesso, al più presto, la ricostruirò. Adesso si fidi di me, che ricostruirò Sumura!" (EA 159)
"Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole: messaggio di Aziru tuo servo. Sette e sette volte ai piedi del mio Signore io mi getto. Mio Signore, mio Dio, mio sole: cos'altro potrei desiderare? Il bel cospetto del Re mio Signore io desidero per sempre! Io e Baluya siamo tuoi servi. Io proteggo la terra del Re mio Signore, e mi dedico al servizio del Re mio Signore! In pace, possa io vedere il bel cospetto del Re mio Signore! Mio Signore, ecco che io e Hatib verremo. Sappia il mio signore che io sto arrivando in tutta fretta. Purtroppo il Re di Hatti sta nella terra di Nuhashe, e io ho paura di fronte a lui. Forse verrà e prenderà la terra del Re mio Signore! A motivo di questa cosa io resto qui. Se sloggiasse e tornasse al suo paese, ecco che io verrei, io e Hatib. Io sono un servo del bel Re, moltissimo. Mio Signore, non prendertela per nulla a cuore, io sto arrivando. Finora ho dovuto occuparmi del Re di Hatti, ma ecco che sto arrivando per vedere il cospetto del Sole, mio Signore. Mio Signore (....) io resto. Se il Re di Hatti venisse nella terra di Amurru, terra del Re mio Signore, il Re mio Signore non mi lascerebbe forse proteggere la sua terra? Adesso sta in Nuhashe, a due tappe di cammino da Tunip, e io ho paura che possa attaccare Tunip. Speriamo che sloggi! Inoltre, mio Signore: non dare ascolto ai traditori. Io e i miei fratelli e i miei figli siamo servi del Re mio Signore per sempre". (EA 165)
AZIRU A TUTU (funzionario faraonico): "A Tutu mio signore, mio padre: messaggio di Aziru, tuo servo. ai piedi del mio Signore mi getto. Hatib è venuto e ha portato le belle e buone parole del Re mio Signore e io mi sono rallegrato moltissimo. La mia terra e i miei fratelli, servi del Re mio Signore e servi di Tutu mio Signore, si sono rallegrati moltissimo che sia venuto il soffio vitale del Re mio Signore su di me. Dalle parole del mio signore, io non mi discosto. Mio Signore, ecco Hatib sta qui con me; io e lui verremo. Ma mio Signore: il Re di Hatti è venuto nella terra di Nuhashe e io non posso venire. Se il Re di Hatti sloggerà, ecco che io verrò, io e Hatib. Il Re mio Signore ascolti le mie parole: io ho paura di fronte al Re mio Signore e di fronte a Tutu. Ecco: i miei dèi e il mio messaggero Tutu e i Grandi del Re mio Signore giurino, e io certamente verrò! Così dovranno giurare Tutu e il Re mio Signore, e i Grandi: "Certamente noi non trameremo contro Aziru alcunchè, che non sia buono!"Così dovranno giurare sui miei dèi e sul dio A. (il dio A.potrebbe essere Amon oppure Aton). Ecco, io e Hatib siamo buoni servi del Re. Tutu, sappi che verrò da te". (EA 164)
AZIRU A TUTU (funzionario faraonico): "(...testo danneggiato...). Dalle parole del mio Signore non mi discosto, e dalle vostre paarole non mi discosto, per sempre. Cos'altro potrei desiderare? Il bel cospetto del Re io desidero! (....) Purtroppo il Re di Hatti sta nella terra di Nuhashe. Speriamo che sloggi! Ecco che io e Hatib verremo in gran fretta. Non prendertela per niente a cuore: sto arrivando in pace, e che io veda il bel cospetto del mio Signore! Il Re di Hatti sta nel paese di Nuhashe, e io ho paura di fronte a lui. Ci sono due tappe di cammino da Tunip aal posto in cui egli sta, e io ho paura. Se sloggiasse, io arriverei. Ma forse verrà qui in Amurru, nella terra del Re mio Signore, e io ho paura per la terra del mio Signore. tutu, adesso, guarda: il mio cuore e le mie parole corrispondono al tuo cuore. Io giungerò presso Tutu, mio Signore. Mio Signore, rallegrati, che io sto arrivando per vedere il cospetto del Re mio Signore". (EA 167)
AZIRU AD HAYA (funzionario egizio): "A Haya mio fratello: messaggio di Aziru, tuo fratello. Salute a te! E con le truppe egizie del Re mio Signore, salute assai! Cos'altro potrei desiderare? Il bel cospetto del Re mio Signore io desidero. Io e i miei figli e i miei fratelli siamo tutti servi del bel Re mio Signore. Ecco, io e Hatib verremo: adesso, in gran fretta. Haya, il vostro cuore sappia che sto arrivando. Dalle parole del mio Signore non mi discosto, e dalle vostre parole. Io sono un servo del mio Signore. Purtroppo il Re di Hatti sta nella terra di Nuhashe, e io ho paura di fronte a lui. Forse verrà nella terra di amurru, e se attacca Tunip, è a due tappe di cammino dal posto in cui sta: perciò ho paura di fronte a lui. E a motivo di questa cosa resto qui finchè sloggerà. Ecco che verrò in gran fretta, io e Hatib". (EA 166)
AZIRU AL FARAONE: "Al Re mio Signore, mio Dio, mio Sole: messaggio di Aziru tuo servo. Sette e sette volte ai piedi del mio Signore, mio Sole, io mi getto. Mio Sole, mio Signore, mio Dio: io sto arrivando in pace a vedere il cospetto del Re mio Signore. Il mio messaggero e Hatib arrivino in pace, e le attrezzature del Re mio Signore, mio Dio, stanno arrivando su navi, sane e salve, alla terra del Re mio Signore (....). Io e i miei fratelli e i miei figli siamo servi del Re mio Signore, mio Dio, per sempre. Il Re mio Signore, mio Dio (....). Quando arriverò al tuo cospetto, tu farai vivere il tuo servo". (EA 166)
Le lettere sono tratte da "Le lettere di Amarna", a cura di MArio Liverani, Paideia Editrice. Prefazione e spiegazioni sono un mio riassunto generale.
Foto: la tavoletta riportante la lettera EA 161 di Aziru al faraone.
LETTERA DEL FARAONE AD AZIRU
Documento importantissimo, scritto dal faraone Akhenaton ad Aziru, vassallo d'Egitto. Il faraone è letteralmente infuriato contro Aziru, che ha superato il limite delle malefatte col dare rifugio al re di Biblo, Rib Adda, spodestato dal fratello, per poi consegnarlo in mano ai suoi nemici, a Sidone, i quali lo uccisero. Aziru avrebbe dovuto avvertire il faraone circa la richiesta di Rib Adda di essere aiutato a rientrare nella sua città. Abbiamo visto nei capitoli precedenti, riguardanti il dossier di Rib Adda, quanto egli dovette sempre lottare contro le aggressioni di Abdi Ashirta prima, e di Aziru suo figlio dopo; quindi la richiesta d'aiuto di Rib Adda al suo nemico di sempre dev'essere stata davvero l'ultima spiaggia per questo sfortunato re, e la sua fine. Inoltre il faraone rimprovera Aziru di aver gozzovigliato con l'uomo di Qadesh, Etakama, che era alla testa delle truppe hittite contro gli egizi. Seguono minacce severe del Re contro Aziru, dicendogli di ricordare le sue vecchie e nuove malefatte. Il faraone intima ad Aziru di non rimandare più la visita in Egitto, a Corte, per rendere conto della sua condotta; visita rimandata con continue scuse da parte di Aziru, che aveva paura di essere punito. Tuttavia il faraone gli concesse un ulteriore anno di tempo oltre il quale non sarebbe stato più tollerato alcun indugio. Il Re richiede inoltre l'estradizione di alcuni funzionari egizi traditori e altri personaggi che Aziru avrebbe dovuto consegnare al funzionario Hanni. La lettera si conclude con frasi di circostanza che erano sempre le stesse.
PERIODO STORICO: regno di Akhenaton, 1353-1336 a.C.; Nuovo Regno; XVIII dinastia.
SUPPORTO: tavolette d'argilla scritte in accadico cuneiforme, che all'epoca era idioma internazionale.
"Ad Aziru, uomo di Amurru, dì: così dice il Re tuo Signore. L'uomo di Biblo ti ha detto, quello che suo fratello ha cacciato dalla porta: "Prendimi con te e fammi rientrare nella mia città; c'è molto argento, io te lo darò. Ecco, c'è ogni bene in abbondanza là, ma con me non ho nulla". Così ti ha detto. Non scrivi forse sempre così al Re tuo Signore: "Io sono tuo servo come tutti i reggenti precedenti che stanno nella sua città"? Eppure hai commesso il peccato di prendere con te un reggente che suo fratello aveva cacciato dalla porta della sua città! E quando è venuto a stare a Sidone, tu lo hai consegnato ai reggenti a tuo piacimento! Non conosci la cattiveria degli uomini?! Se sei davvero un servo del Re secondo fedeltà, perchè non lo hai denunciato al cospetto del Re tuo Signore, dicendo così: "Questo reggente mi ha scritto così: prendimi con te e fammi rientrare nella mia città"?! E se pure hai agito secondo fedeltà, non sono tutte corrette le parole che hai scritto. Davvero, il Re ha riflettuto così riguardo ad esse: non è tutto pacifico quello che hai detto. Ecco, il Re ha sentito che ti sei alleato con l'uomo di Qadesh. Avete mangiato insieme cibo e bevande, questo è certo. Perchè hai agito così?! Perchè ti sei alleato con un uomo con cui il Re è in guerra?! E se pure hai agito con fedeltà, però hai tenuto conto del tuo punto di vista, ma del suo punto di vista no! Non hai considerato le cose che hai già fatto in passato?! Cosa sei diventato in mezzo a loro?! Tu non stai più col Re tuo Signore!! Guarda: quelli che ti istruiscono ai propri fini, cercano di mettere te in mezzo al fuoco, mentre essi restano inerti! Ma tu ami tutto troppo fortemente. Se esegui il servizio per il Re tuo Signore, cosa mai non farà il Re per te?! Se tu invece, riguardo a qualcosa, ami fare del male, e se in cuor tuo hai messo il male e parole traditrici, per l'ascia del Re tu morrai, con tutta la tua famiglia!! Esegui il servizio per il Re tuo Signore e vivrai! Tu sai che il Re non ha bisogno di niente in tutta la terra di Canaan, quando si infuria! E poichè mi hai scitto: "Il Re mio Signore mi conceda quest'anno, e l'anno prossimo verrò al cospetto del Re mio Signore, oppure manderò mio figlio", ecco che il Re tuo Signore ti lascia quest'anno come hai chiesto; ma poi vieni tu stesso o manda tuo figlio, e vedrai il Re alla cui vista tutte le terre vivono. E non dire più così: "Mi conceda quest'anno ancora", per venire al cospetto del Re tuo Signore. O manda tuo figlio al Re tuo Signore al posto tuo, oppure vieni tu stesso! Ed ecco che il Re tuo Signore ha udito che hai scritto al Re così: "Mi mandi il Re mio Signore Hanni, messaggero del Re, una seconda volta, che prenda con sè i nemici del Re". Ecco che viene da te come tu hai chiesto: consegnaglieli, non ne omettere neanche uno. Ecco, il Re tuo Signore ti manda i nomi dei nemici del Re scritti su questa tavoletta, per mano di Hanni messaggero del Re: consegnali al Re tuo Signore, non ne omettere nessuno. Ceppi di bronzo siano messi ai loro piedi. Ecco le persone che tu devi consegnare al Re tuo Signore: Sharru con tutti i suoi figli; Tuya; Leya con tutti i suoi figli; Wishyari con tutti i suoi figli; il genero di Mania con i suoi figli, con le sue mogli; il commissario egizio esperto di tradimento, quello che (...passo incomprensibile...); Dasharti; Baaluma; Nimmahe, costui è un brigante di Amurru. E sappi che il Re sta bene come il Sole nei cieli. Le sue truppe e i suoi carri numerosi nel Paese Alto e nel Paese Basso, dal sorgere del sole al tramontar del sole, stanno molto bene". (EA 162)
Le lettere sono tratte da "Le lettere di Amarna", a cura di MArio Liverani, Paideia Editrice. Prefazione e spiegazioni sono un mio riassunto generale.
Foto: la tavoletta con su scritta la qui presente lettera EA 162 del faraone al vassallo Aziru.
LETTERA DI BALUYA E BATTI ILU: I FRATELLI DI AZIRU, RE DI AMURRU
Come abbiamo visto nel capitolo precedente riguardante la lettera del faraone Akhenaton ad Aziru, re di Amurru, quest'ultimo si recò finalmente in Egitto su richiesta del Re, per rendere conto della sua condotta e dei sospetti che il sovrano nutriva riguardo la sua fedeltà ed i suoi incontri sospetti con personaggi hittiti in guerra con gli egizi. Aziru riuscì a convincere il faraone e a discolparsi di molte cattive azioni, anche se in seguito, dopo il ritorno ad Amurru, si sottomise al Re hittita Shuppiluliuma. Questa lettera dei suoi fratelli appartiene al periodo del suo soggiorno in Egitto, ed essi gli riferiscono dell'avanzare della minaccia hittita e gli raccomandano di ritornare presto per affrontarla. La lettera doveva probabilmente sfuggire al controllo egizio, secondo la volontà dei mittenti.
PERIODO STORICO: regno di Akhenaton, 1353-1336 a.C.; Nuovo Regno; XVIII dinastia.
SUPPORTO: tavolette d'argilla scritte in accadico cuneiforme, che all'epoca era idioma internazionale.
PROTAGONISTI PRINCIPALI:
BALUYA E BATTI ILU: fratelli di Aziru e mittenti della lettera.
AZIRU: re di Amurru al quale è indirizzata la lettera.
AKHENATON: faraone regnante.
HATTI LUPAKKU: importante generale hittita dell'esercito del Re Shuppiluliuma.
SHUPPILULIUMA: Re hittita non nominato nella lettera, regnante in quel periodo.
ZITANA: comandante hittitA.
RAB ILU, ABDI ANAT, BIN ANA, RAB SIDQI, AMUR BALU: commilitoni di Aziru e dei suoi fratelli.
BALUYA e BATTI ILU ad AZIRU: "Al Re nostro Signore: messaggio di Baluya e messaggio di Batti Ilu. Ai piedi del nostro Signore ci gettiamo. Salute al nostro Signore. Qui, nelle terre del nostro Signore tutto è in buona salute. Nostro Signore, non prendertela per niente a cuore, non amareggiare il tuo cuore! Nostro Signore, appena puoi, prendi contatto con loro, cosicchè non ti trattengano più laggiù! Inoltre, le truppe di Hatti Lupakku hanno preso le città di Amqi, e dalle città hanno preso Aaddumi. Il nostro Signore lo sappia. Inoltre, abbiamo udito così: Zitana è venuto, e nove o diecimila fanti sono venuti con lui. La cosa non abbiamo potuto confermare. Se davvero sono così tanti e arrivano nella terra di Nuhashe, manderò Batti Ilu di fronte a lui. Come avremo preso contatto con loro, manderò subito un messaggero lì da te a riferirti la cosa, se c'è o non c'è. A Rab Ilu e Abdi Anat, a Bin Ana e Rab Sidqi, messaggio di Amur Balu: salute a voi, non amareggiate il vostro cuore, non prendetevela per niente a cuore; qui alle vostre case tutto sta in buona salute. Augura salute anche ad Anati!" (EA 170 - I fratelli di Aziru gli scrivono durante il suo soggiorno in Egitto per la famosa convocazione del faraone nei suoi confronti, di cui parla la precedente lettera del sovrano ad Aziru. Ma la qui presente tavoletta non doveva essere intercettata dagli egizi.)
Le lettere sono tratte da "Le lettere di Amarna", a cura di MArio Liverani, Paideia Editrice. Prefazione e spiegazioni sono un mio riassunto generale.
UN FIGLIO DI AZIRU AD UN FUNZIONARIO EGIZIO PER IL RILASCIO DEL PADRE
Questa lettera, purtroppo molto danneggiata, è scritta da un figlio di Aziru, di cui non si può identificare il nome, ad un funzionario egizio, per sollecitare il ritorno di Aziru dall'Egitto, dove era stato convocato dal faraone Akhenaton, come abbiamo visto nei capitoli precedenti. Ad Amurru e dintorni la situazione si faceva grave con l'avanzata degli Hittiti, ed era importante la presenza del Re di Amurru: Aziru, appunto.
PERIODO STORICO: regno di Akhenaton, 1353-1336 a.C.; Nuovo Regno; XVIII dinastia.
SUPPORTO: tavolette d'argilla scritte in accadico cuneiforme, che all'epoca era idioma internazionale.
"(....) salute! Io non ho un cuore doppio! (....) il Re nostro Signore (...) guardi! tu mi fai vivere, tu mi fai morire. Io sono sottomesso a te, tu sei il mio Signore. Il mio Signore ascolti il suo servo! Aziru è tuo servo, non trattenerlo più laggiù! Al più presto rimandalo qui, che protegga le terre del Re nostro Signore! Inoltre, a Tutu mio Signore: ascolta le parole che i Re di Nuhashe mi hanno detto: "Tuo padre, lo hai venduto per denaro al Re d'Egitto! Quando mai lo rilascerà dall'Egitto?" Tutte le terre e tutti i Sutei dicono così:"Aziru non uscirà mai dall'Egitto!". Adesso i Sutei abbandonano il paese e continuano a mettermi in guardia:"Tuo padre sta in Egitto, e noi ti facciamo guardia!" (....) i loro uomini. Ascolta, Tutu, mio Signore: rilascia Aziru al più presto! (....) i commissari (....) Nuhashe (....) stia e noi faremo ostilità contro di te! (....) se ne vanno tutti!" (EA 169)
Le lettere sono tratte da "Le lettere di Amarna", a cura di MArio Liverani, Paideia Editrice. Prefazione e spiegazioni sono un mio riassunto generale.
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AMMISTAMRU DI UGARIT AL FARAONE
Riprendiamo finalmente il discorso sospeso sulle lettere di Amarna con le ultime missive riguardanti l'archivio dei "Piccoli Re" (vassalli). Lettera del Re di Ugarit, nell'attuale Siria, al Faraone. Dopo secoli di sudditanza all'Egitto, con l'avanzata degli Hittiti, Ugarit passerà, alla fine dell'epoca amarniana, a quest'ultimi, come fece anche in precedenza il regno di Amurru, come abbiamo visto nei capitoli precedenti con la storia di Aziru, figlio di Abdi Ashirta.
PERIODO STORICO: regno di Akhenaton, 1353-1336 a.C.; Nuovo Regno; XVIII dinastia.
SUPPORTO: tavolette d'argilla scritte in accadico cuneiforme, che all'epoca era idioma internazionale.
"Al Re mio Sole, mio Signore, dì: messaggio di Ammistamru, tuo servo. Ai tuoi piedi, sette e sette volte io mi getto. (....) (....) così io dissi:"Questi uomini sono di Amurru, perchè dovrei consegnarteli?" Piuttosto li manderò (....) e acquisterò (....) e li consegnerò al sole mio signore. Perciò il mio messaggero ho mandato al cospetto del Sole mio Signore (....) adesso io lo darò (consegnerò). Inoltre: il Re di Hatti mi ha scritto così:"Perchè hai preso questi uomini?" Per una seconda volta mi ha spedito il suo messaggero e mi ha scritto così:"Non consegnare questi uomini a Mitanni o all'Egitto!" Ma io ho risposto:"Ecco che io sono un servo del Sole mio Signore!" Inoltre: forse il Re di Hatti mi sarà ostile: il Sole mio Signore mi mandi il suo soffio vitale, la sua bocca pronunci il mio soffio vitale! Sappia il Sole mio Signore che se Hatti sarà ostile al paese di Ugarit (....)" (EA 45)
Le lettere sono tratte da "Le lettere di Amarna", a cura di MArio Liverani, Paideia Editrice. Prefazione e spiegazioni sono un mio riassunto generale.
Foto: una tavoletta dall'archivio di Amarna (Akhetaton), scritta in caratteri accadici cuneiformi.
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NIMQE ADDA RE DI UGARIT AL FARAONE
PERIODO STORICO: regno di Akhenaton, 1353-1336 a.C.; Nuovo Regno; XVIII dinastia.
SUPPORTO: tavolette d'argilla scritte in accadico cuneiforme, che all'epoca era idioma internazionale.
"Al Re mio Sole, mio Signore: messaggio di Nimqe Adda, tuo servo. Ai piedi del Re, mio Sole, mio Signore, io mi getto. Salute al Re, mio Sole, mio Signore, alle sue case, alle sue terre, alle sue mogli, ai suoi figli, alle sue truppe, a tutto ciò che appartiene al Re mio Sole, mio Signore (....) la mia casa paterna precedente (....). Il mio Signore mi dia due garzoni da Palazzo, del Paese di Kush, e mi dia un medico di Palazzo! Qui non c'è nessun medico. Ecco Haramasha, chiedigli (....). Ed ecco come dono per te ti mando (....) e cento (....)". (EA 49 - lettera molto malridotta, ma si capisce la richiesta di personale di Palazzo dopo la ricostruzione del Palazzo reale di Ugarit)
Le lettere sono tratte da "Le lettere di Amarna", a cura di MArio Liverani, Paideia Editrice. Prefazione e spiegazioni sono un mio riassunto generale.
Foto: una tavoletta dall'archivio di Amarna (Akhetaton), scritta in caratteri accadici cuneiformi.
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UN RE DI UGARIT AL FARAONE
PERIODO STORICO: regno di Akhenaton, 1353-1336 a.C.; Nuovo Regno; XVIII dinastia.
SUPPORTO: tavolette d'argilla scritte in accadico cuneiforme, che all'epoca era idioma internazionale.
"(....) i miei padri resero servizio ai tuoi padri, e adesso anch'io sono un servo del Re mio Signore. Inoltre, ho mandato il mio messaggero presso il mio Signore, ma il mio Signore non lo ha interrogato. A tutti i messaggeri degli altri re tu dai una tavoletta e scrivi, oppure mandi un tuo messaggero assieme a loro; invece a me e al mio messaggero non hai dato una tua tavoletta, nè hai mandato un tuo messaggero assieme a loro. Sono forse trattato in conformità alla fedeltà del mio cuore? Inoltre, perchè dai ascolto alle parole di Hanya (....)? Chiedi a uno che possa (....) del mio Signore. Mio Signore, cosa (....) Hanya il suo regalo (....)". (EA 47 - probabilmente il mittente è sempre Nimqe Adda, e indica rapporti tesi fra il Re di Ugarit e il Faraone)
Le lettere sono tratte da "Le lettere di Amarna", a cura di MArio Liverani, Paideia Editrice. Prefazione e spiegazioni sono un mio riassunto generale.
Foto: una tavoletta dall'archivio di Amarna (Akhetaton), scritta in caratteri accadici cuneiformi.
UNA REGINA DI UGARIT (...HEBA) ALLA REGINA D'EGITTO
PERIODO STORICO: regno di Akhenaton, 1353-1336 a.C.; Nuovo Regno; XVIII dinastia.
SUPPORTO: tavolette d'argilla scritte in accadico cuneiforme, che all'epoca era idioma internazionale.
"A (....) mia Signora: messaggio di ...-Heba, tua serva. Ai piedi della mia Signora io mi getto. Salute alla mia Signora. (....) tu hai dato alla tua serva. Ecco che io faccio portare alla mia Signora (....) una giara di balsamo. (....)." (EA 48 - lettera di una regina del regno vassallo di Ugarit alla regina d'Egitto)
Le lettere sono tratte da "Le lettere di Amarna", a cura di MArio Liverani, Paideia Editrice. Prefazione e spiegazioni sono un mio riassunto generale.
Foto: una tavoletta dall'archivio di Amarna (Akhetaton), scritta in caratteri accadici cuneiformi.
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DUE LETTERE DI ARZAWIYA DI RUHIZZA AL FARAONE
Il mittente di queste due lettere è il Re, vassallo d'Egitto, di Ruhizza, nella Valle dell'Oronte, in Siria. Dobbiamo ricordare che Arzawaiya fu accusato, nelle loro lettere al faraone, da Biryawaza e da Akizzi di Qatna di essere traditore del faraone e segretamente alleato di Etakama di Qadesh (a sua volta unitosi agli hittiti) e responsabile di numerose incursioni e devastazioni hittite.
PERIODO STORICO: regno di Akhenaton, 1353-1336 a.C.; Nuovo Regno; XVIII dinastia.
SUPPORTO: tavolette d'argilla scritte in accadico cuneiforme, che all'epoca era idioma internazionale.
"Al Re mio Signore: messaggio di Arzawaiya, uomo di Ruhizza. Ai piedi del mio Signore io mi getto. Il Re mio Signore mi ha scritto di preparare in vista dell'arrivo delle truppe egizie del Re mio Signore, e in vista dell'arrivo dei numerosi suoi commissari. Potrei mai pensare di non servire il Re mio Signore? Vengano pure le truppe egizie del Re e i suoi commissari! Io preparo tutto, e andrò al loro seguito fino a dov'è il nemico del Re mio Signore. Li prenderemo, e in mano del Re nostro Signore consegneremo i suoi nemici".(EA 191 - risposta ad un messaggio che annuncia l'arrivo del contingente faraonico)
"Al Re mio Signore, mio Sole, mio Dio, dì: messaggio di Arzawiya, servo fedele del Re mio Signore, e terreno ai piedi del Re mio Signore. Ai piedi del Re mio Signore, mio Sole, mio Dio, sette e sette volte io mi getto. Ho udito le parole del Re mio Signore, mio Dio, ed ecco che (....) del Re mio Signore. Non sia negligente il Re mio Signore riguardo alla sua terra!" (EA 192 - lacunosa lettera simile alla precedente)
ARZAWIYA DI RUHIZZA AL FARAONE
Riprendiamo il discorso delle Lettere di Amarna che abbiamo lasciato in sospeso la primavera scorsa. La presente tavoletta è stata spedita al faraone AKHENATON dal vassallo ARZAWIJA, Re di RUHIZZA, città-stato nella VALLE DELL'ORONTE, in Siria, ai confini di quella che all'epoca era la Terra di CANAAN, dominio egizio. Siamo intorno al 1300 a.C. ed il messaggio rivolto al faraone si aggiunge al lungo elenco delle missive di ordinaria amministrazione, molto lacunosa, ma probabilmente riferita a qualche preparativo in vista di una visita del Re d'Egitto presso il suo vassallo.
"Al Re mio Signore, mio Sole, mio Dio, dì: messaggio di Arzawiya, servo fedele del Re mio Signore, e terreno ai piedi del Re mio Signore. Ai piedi del Re mio Signore, mio Sole, mio Dio, sette e sette volte io mi getto. Ho udito le parole del Re mio Signore, mio Dio, ed ecco che (....) del Re mio Signore. Non sia negligente il Re mio Signore riguardo alla sua terra!" (EA 192)
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TIWATE DI LABANA AL FARAONE
Dalle "Lettere dei Piccoli Re" (vassalli) dell'archivio di AMARNA, questo breve messaggio del Re TIWATE di LABANA (città-stato della TERRA DI CANAAN, sulle rive dell'Oronte, nell'attuale Siria) fu inviato al faraone AKHENATON in vista dell'arrivo di un contingente egizio presso la sua terra, garantendo all'esercito del faraone protezione e servizio. Siamo sempre attorno al 1300 a.C.
"Al Re mio Signore: messaggio di Tiwate. Ai piedi del Re mio Signore, sette volte in avanti e sette indietro io mi getto. Ecco, nella città dove risiedo, io proteggo fortemente. Ecco, i miei cavalli e le mie truppe sono al servizio del Re. E se usciranno le truppe egizie io andrò con esse. Colui che non serve, il Re lo maledirà. Ecco ,sto preparando buoi e pecore secondo quanto tu hai detto nella tavoletta inviatami".
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ETAKAMA DI QADESH AL FARAONE
La città-stato cananea di Qadesh, sulle rive dell'ORONTE, diverrà famosa un secolo dopo l'età amarniana per la battaglia che vi si svolse fra egizi ed Hittiti e le coraggiose gesta del faraone Ramses II. Il Re ETAKAMA di QADESH, nella presente missiva, cerca di difendere la propria reputazione dalle accuse di tradimento mosse contro di lui da BIRYAWAZA Re di DAMASCO capovolgendo la situazione a scapito di BIRYAWAZA; ma il Faraone, AKHENATON, conosceva benissimo i sotterfugi di ETAKAMA e la sua complicità con gli HITTITI, che erano ormai alle porte.
"Al Re mio Signore, messaggio di Etakama tuo servo. Ai piedi del mio Signore, mio Sole, sette volte in avanti e sette indietro mi getto. Mio Signore, io sono tuo servo, ma Biryawaza mi calunnia al tuo cospetto, mio Signore, e mentre mi calunnia al tuo cospetto, intanto ha preso tutta la mia casa paterna da Qadesh, e le mie città le ha date alle fiamme. Forse che i commissari del Re mio Signore e i suoi Grandi non conoscono la mia fedeltà? Quando ho detto al Grande Pahuru: "Sappia il Grande Pahuru che (....) Biryawaza. Così io ti servo assieme a tutti i miei fratelli, e dovunque c'è ostilità contro il Re mio Signore, io andrò con le mie truppe, con i miei carri, con tutti i miei fratelli. Guarda: Biryawaza ha consegnato tutte le città del Re mio Signore ai nemici, nella terra di Tahshi e nella terra di Ube. Io sono arrivato e il tuo dio e tuo sole è andato in fronte a me, e ho restituito quelle città al Re mio Signore, dai nemici, per servirlo, e ho sloggiato i nemici. Si rallegri il Re mio Signore, riguardo a Etakama suo servo, che io servo il Re mio Signore: con tutti i miei fratelli io servo il Re mio Signore. Ma Biryawaza ha mandato in rovina tutte le tue terre. Egli cerca di distruggere, ma io sono tuo servo per sempre". (EAm 189)
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IL FARAONE A ETAKAMA
Nonostante il testo sulla tavoletta d'argilla sia molto danneggiato, gli studiosi si sentono sicuri nel riconoscere il destinatario di questa missiva come ETAKAMA di QADESH.
".....Proteggi la terra del Re tuo Signore e proteggi Pahuru, il Grande. Bada a te, e proteggi Qadesh e proteggi Kumidi, città di guarnigione del Re. E tu ascolta le parole che io ti ho detto: Io uscirò con le mie truppe e coi miei carri e (....) Ordina (....) la montagna (....)" (EA 190)
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LETTERE DI AKIZZI DI QATNA AL FARAONE AKHENATON
"Fortifica la città fino al mio arrivo, preparati alla fine!"
(Frammento di una lettera inviata dal generale hittita HATTUNI al Re AKIZZI di QATNA, città amorrita ex-vassalla del regno di MITANNI, prima della sua distruzione, nel 1340 a.C.)
Fra le "Lettere dei Piccoli Re" vassalli d'Egitto, importantissime sono le seguenti, inviate da AKIZZI di QATNA (città-stato amorrita ai confini dell'Impero egizio, vicino a QADESH, ex vassalla del REGNO di MITANNI; oggi Siria) in cui egli chiede aiuto agli alleati egizi e al faraone AKHENATON contro l'invasione degli HITTITI. SHUPPILULIUMA, Re hittita, con le sue potenti armate era alle porte e, mentre i vassalli degli egizi più settentrionali, come QADESH e AMURRU, preferirono voltare le spalle al faraone alleandosi con i vincitori hittiti, AKIZZI di QATNA dimostrò fedeltà all'Egitto chiedendone l'aiuto. Ma l'Egitto di AKHENATON non era militarmente avvantaggiato e in poco tempo gli HITTITI ebbero il sopravvento conquistando le città vassalle del faraone. Nella lettera 5° è chiamato in causa anche AZIRU, Re di AMURRU, che passerà agli HITTITI tradendo il Faraone. NAMHURYA (come in queste lettere viene chiamato il Re d'Egitto) era una deformazione dell'appellativo faraonico "Nimaatra" (appartenente alla giustizia di Ra). Gli avvenimenti si svolgono intorno al 1340 a.C.
RE AKIZZI AL FARAONE (tavoletta 1°)
"Al Re d'Egitto: messaggio di Akizzi, tuo servo. Per sette volte ai piedi del mio Signore, mio Addu, io mi getto. Guardi il mio Signore le sue tavolette: le case di Qatna sono affidate al mio Signore (...lunga parte di testo danneggiato...). Sono già tre anni, mio Signore, che io volevo passare al mio Signore, ma non conoscevo una carovana o un messaggero che andasse al mio Signore; non sapevo arrivare. (....) Vadano ora per mezzo di una tua carovana. Vieni qui, il mio (....) mi ha abbandonato. Io non mi discosterò dal mio Signore e da Biryawaza!" (EA 52)
RE AKIZZI DI QATNA AL FARAONE (tavoletta 2°)
"A Namhurya, figlio del Sole, mio Signore: messaggio di Akizzi, tuo servo. Sette e sette volte ai piedi del mio Signore io mi getto. Poichè ho abbandonato il mio precedente Signore, vivo e non morto, adesso io appartengo al mio nuovo Signore. E adesso il mio Signore sappia che io sono servo del mio Signore, nel posto della terra di Addu. Guarda, adesso nel posto del tuo dio (....) venga, io (....) il mio Signore. Ma adesso il Re di Hatti ha fatto uscire Etakama contro di me, e desidera la mia testa. Adesso Etakama mi ha scritto dicendo: "Vieni con me, dal Re di Hatti!", ma io gli ho detto: "Come potrei andare al Re di Hatti? Io sono servo del Re mio Signore, il Re d'Egitto!" Ho scritto e detto così al Re di Hatti. Mio Signore (....) e questa terra (....) il mio Signore mandi al più presto, e vada contro Etakama!Come il mio Signore (....) la tua faccia egli teme, e la terra di Ube si ribella contro il mio Signore. Mio Signore, guarda: Etakama è andato alla terra di Hatti (....) nemico del mio Signore dentro di lui (....) la terra di Ube (....). Mio Signore, Etakama è andato, e ha dato alle fiamme la terra di Ube, le terre del mio Signore. Ha preso il Palazzo, ha preso duecento talenti di rame, ha preso due talenti d'argento, ha preso un talento d'oro dalla casa di Biryawaza. Mio Signore: Teuwatti di Labana e Arzawiya di Ruhizza si sono messi alla testa di Etakama, e hanno dato alle fiamme la terra di Ube e le terre del mio Signore. Mio Signore, come io amo il Re mio Signore, così anche il Re di Nuhashe e il Re di Niyam e il Re di Zinzar e il Re di Tunanat: tutti questi Re sono servi del mio Signore. Appena il Re mio Signore può, esca. Si dice così: "Il Re mio Signore non uscirà!", ma il Re mandi truppe egizie, che vengano in questa terra. Poichè, mio Signore, questi Re lo amano il commissario del mio Signore; e tutti i doni che egli dirà, che li diano! Mio Signore, se egli prende a cuore questa terra, mandi le truppe egizie del mio Signore, che vengano! I messaggeri del mio Signore sono arrivati! Mio Signore, se Arzawiya di Ruhizza e Teuwatti di Labana risiedono in Ube, e Dasha risiede in Amqi, sappia il mio Signore che Ube non sarà più del mio Signore! Ogni giorno scrivono ad Etakama e dicono così: "Vieni, e prendi tutta la terra di Ube!" Mio Signore, come Damasco nella terra di Ube ai tuoi piedi si getta, così Qatna ai tuoi piedi possa gettarsi. Mio Signore, al tuo cospetto il mio messaggero chiede la vita; così pure io non ho timore in presenza delle truppe egizie del mio Signore, perchè sono appunto truppe del mio Signore. Quando le manderai, entreranno in Qatna". (EA 53)
RE AKIZZI DI QATNA AL FARAONE (tavoletta 3°)
"Al Re mio Signore, dì: messaggio di Akizzi tuo servo. Ai piedi del mio Signore io mi getto. Mio Signore (....lungo testo danneggiato....) Etakama uomo di Kadesh (....) risiede (....) si sono uniti Arzawiya uomo di Ruhizza e Teuwatti uomo di Labana con Etakama uomo di Qadesh, e con il Re di Hatti (...parola incomprensibile...) hanno preso. Perchè (....) Arzawiya uomo di Ruhizza e Teuwatti uomo di Labana e il Re di Hatti (....lungo testo danneggiato....). Il messaggero del mio Signore è venuto presso di me, e ha detto così: "Sto andando al paese di Mitanni; tre o quattro Re sono ostili al Re di Hatti, si sono messi tutti dalla mia parte". (....) i suoi carri (....) il suo messaggero (....) non può (....) non rinuncia. (....lungo testo danneggiato....) Carchemish"(....)" (EA 54)
RE AKIZZI DI QATNA AL FARAONE (tavoletta 4°)
"Al Re mio Signore, dì: messaggio di Akizzi, tuo servo. Ai piedi del mio Signore io mi getto. Guarda: il nemico mi ha invaso e io ho scritto al mio Signore il Re d'Egitto. Ma il mio Signore mi ha detto : "Riguardo al numero non mi hai scritto!" e pertanto il mio Signore non è uscito. Io sono tuo servo, e il mio Signore non mi abbandoni dalle sue mani. Io non mi discosto dal mio Signore. Io confido nelle truppe e nei carri del mio Signore. (....nomina Tashu....) (....nomina Etakama e Ruhizza....). Il messaggero del mio Signore è venuto presso di me, e così ha detto: "Sto andando al paese di Mitanni; tre o quattro Re sono nemici del Re di Hatti, si sono messi dalla mia parte". (....nomina Hurri....)". (EA 56)
RE AKIZZI DI QATNA AL FARAONE (tavoletta 5°)
"A Namhurya, figlio del Sole, mio Signore, dì: messaggio di Akizzi tuo servo. Sette volte ai piedi del mio Signore io mi getto. Mio Signore, in questo posto io sono tuo servo. Io cerco la via per il mio Signore. Dal mio Signore io non mi discosto. Sin da quando i miei padri erano al tuo servizio, questa terra è tua terra, la città di Qatna è tua città, e io appartengo al mio Signore. Mio Signore, quando le truppe e i carri del mio Signore vennero, io feci tirar fuori cibo e bevanda, buoi e capretti, miele e olio di fronte alle truppe e ai carri del mio Signore. Ecco i Grandi del mio Signore sono lì da te, chieda loro conferma il mio Signore!Mio Signore, di fronte alle truppe e di fronte ai tuoi carri tutte le terre hanno paura! Se il mio Signore vuole prendere queste terre come sua terra, quest'anno stesso il mio Signore mandi le sue truppe e i suoi carri: appena verranno, tutto Nuhashe sarà del mio Signore. Se il mio Signore fa uscire le sue truppe, basterà che stiano per sei giorni nella terra di Hurri, e prenderanno Aziru. Ma se entro quest'anno truppe e carri del mio Signore non usciranno e non combatteranno, di fronte ad Aziru la terra avrà paura (....) il mio Signore lo sa. Mio Signore (....) i suoi padri (....). Adesso il Re di Hatti li ha dati alle fiamme; gli dei e gli uomini di Qatna il Re di Hatti li ha presi. Mio Signore, Aziru ha catturato uomini di Qatna, miei servi, e li ha portati via dalla terra del mio Signore! Ora risiedono fuori dalla terra del mio Signore! Il mio Signore prenda in considerazione in cuor suo di dare il riscatto per gli uomini di Qatna: il mio Signore li riscatti! Dica il mio Signore: "L'argento del loro riscatto, quanto che esso sia, io darò l'argento". Mio Signore, i tuoi padri fecero un simulacro del Sole, dio dei miei padri, e misero il loro nome su di esso. Adesso il Re di Hatti ha preso il Sole, dio dei miei padri. Il mio Signore sa com'è la fattura degli dèi. Adesso il mio Signore dica in cuor suo che il Sole, dio dei miei padri, ritorni presso di me. Dia il peso in oro, quanto basta per il Sole, dio dei miei padri, perchè lo rifacciano. E allora il mio Signore potrà mettere il suo nome sopra la statua del Sole, come in precedenza". (EA 55)
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LETTERA DI BALU-MIR DI BIT TENNE AL FARAONE
Sempre dall'archivio delle lettere di Amarna, questa breve missiva del Re BALU MIR di BIT TENNE proviene da quella che si può consideraare una zona di frontiera e piuttosto marginale nell'ambito delle terre vassalle d'Egitto. Gli studiosi collocano questa città sempre presso la VALLE DELL'ORONTE, nell'attuale Siria, identificandola forse con l'attuale Tennuneh, vicino Homs. Il faraone a cui è indirizzata la tavoletta è AKHENATON e quindi siamo intorno al 1340 a.C. La presente lettera fa parte della sezione "Lettere dei Piccoli Re" dell'archivio del Palazzo reale di Amarna (Akhetaton), relative ai Re vassalli d'Egitto.
"Al grande Re mio Signore, dice Balu Mir. Sette e sette volte ai piedi del grande Re, Sole nei cieli, io mi getto. Io, quando quando il grande Re mio Signore mi parla, io ascolto le parole del grande Re mio Signore, Sole nei cieli. Il grande Re sappia del suo servo: io risiedo in Bit Tenne. Il grande Re mio Signore sappia del suo servo!" (EA 260)
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LETTERE DI DAGAN TAKALA AL FARAONE
Sempre da BIT TENNE (città-stato vassalla d'Egitto che gli studiosi collocano sulle rive dell'ORONTE, nell'attuale Siria, provengono queste due tavolette (dall'archivio di Amarna) inviate da Re DAGAN TAKALA al faraone AKHENATON, intorno al 1340 a.C. La prima lettera annuncia l'arrivo di un commissario egizio e, forse, il Re locale, DAGAN TAKALA, era stato recentemente intronizzato e doveva dimostrare la continuità dell'alleanza al Re d'Egitto già dimostrata dai suoi predecessori. La seconda missiva sollecita un'intervento egizio contro la minaccia di briganti o nomadi.
"Al grande Re mio Signore, dice Dagan Takala, tuo servo. Sette e sette volte ai piedi del Re mio Signore io mi getto. Ora, per il grande Re mio Signore, Dagan Takala è tuo servo. Io ho udito attentamente la parola del grande Re mio Signore. Dagan Takala dice: come mio padre e mio nonno hanno fatto al grande Re, anche io faccio al grande Re mio Signore. Il grande Re mio Signore mi ha detto: "Ascolta il commissario, tuo reggente!" Io lo ascolterò attentamente, e se non ascolterò il reggente, lui lo saprà!" (EA 317)
"Al grande Re mio Signore, Sole nei cieli, dice Dagan Takala, tuo servo. Sette e sette volte ai piedi del grande Re mio Signore io mi getto. Salvami dai forti nemici: dalle mani degli Habiru, dei briganti, dei Sutei, salvami o grande Re mio Signore! Guarda, io ti ho scritto, e tu, grande Re mio Signore, salvami, o andrà perduta la terra per il grande Re mio Signore!" (EA 318)
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LETTERA DI ADDU NIRARI DI NUHASHE AL FARAONE
Della collezione dedicata ai "Piccoli Re" vassalli d'Egitto, dall'archivio delle lettere di Amarna, fa parte anche questa missiva di ADDU NIRARI di NUHASHE, città-stato sulle rive dell'ORONTE, nell'attuale Siria. La tavoletta in argilla è molto danneggiata, perciò il testo presenta numerose lacune. ADDU NIRARI era un ex vassallo del regno di MITANNI che, dopo il crollo di quest'ultimo sotto i colpi dell'invasione hittita, chiede un appoggio al Faraone AKHENATON contro IL Re hittita SHUPPILULIUMA ed il suo alleato AZIRU. Tuttavia l'intervento egizio si farà desiderare e non riuscirà a salvare la zona, che rimarrà sotto il controllo degli HITTITI. MANAHBIRYA è l'appellativo che viene usato per identificare il faraone THUTMOSE III, uno dei predecessori di AKHENATON evocato da ADDU NIRARI in nome degli antichi rapporti che legavano il suo Regno all'Egitto.
"Al mio Sole, al Re mio Signore, Re d'Egitto: messaggio di Addu Nirari, tuo servo. Ai piedi del mio Signore io mi getto. Guarda: quando Manahbiya Re d'Egitto, tuo nonno, fece mio nonno Taku Re nella terra di Nuhashe, e versò olio sulla sua testa, così disse: "Colui che il Re d'Egitto ha fatto Re, e ha versato olio sulla sua testa, nessuno lo (....)!" Gli diede (....) Taku mio nonno (....). Adesso il mio Signore (....). Il Re di Hatti mi ha scritto per alleanza. Mio Signore, le tavolette e l'alleanza io ho rifiutato! Al Re d'Egitto mio Signore io sono servo! Adesso, il nostro Signore ci (....) e in mano sua (....)e (....) al nostro Signore. Il nostro Signore esca quest'anno stesso! Non esser negligente, e vedrai come sono fedeli al servizio del mio Signore! Ma se il mio Signore non è d'accordo nell'uscire di persona, il mio Signore mandi almeno un suo consigliere assieme alle sue truppe e ai suoi carri (....)". (EA 51)
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LETTERA DEGLI ABITANTI DI TUNIP AL FARAONE
Questa accorata lettera piena di risentimento per l'inerzia del faraone verso i nemici che invadevano le terre dei suoi vassalli, fu scritta dagli abitanti di TUNIP, città sulle rive del fiume ORONTE, nell'attuale Siria, una città-stato ex vassalla del regno di MITANNI. I cittadini si rivolsero al Faraone AKHENATON invocando aiuto contro l'invasione del Re hittita SHUPPULILIUMA e contro il suo alleato (ex vassallo d'Egitto passato al nemico) AZIRU di AMURRU. I cittadini di TUNIP reclamano il ritorno in patria del figlio del loro ultimo Re, evidentemente trattenuto in Egitto, non si sa per quale motivo. Siamo sempre intorno al 1340 a.C. La lettera, su tavoletta d'argilla, dall'archivio di Amarna per quel che riguarda la sezione dei "Piccoli Re" vassalli, è scritta, come tutte le altre, in lingua accadica, che all'epoca era idioma internazionale ed abitualmente usato per la corrispondenza.
"Al Re d'Egitto nostro Signore, messaggio dei figli di Tunip, tuoi servi. Salute a te! Ai piedi del nostro Signore noi ci gettiamo! Nostro Signore, così dice Tunip tua serva: Tunip, in passato, chi vi ha risieduto? Non vi ha forse risieduto Manahbiriya (Thutmose III) tuo avo? Gli dei e i simulacri lignei del Re d'Egitto nostro Signore risiedono a Tunip. Chieda il nostro Signore ai suoi avi, se noi non siamo del nostro Signore il Re d'Egitto! Adesso però sono vent'anni cha abbiamo scritto al Re nostro Signore, e i nostri messaggeri stanno ancora presso il Re nostro Signore. Adesso, nostro Signore, noi chiediamo il figlio di Aki Teshub come Re nostro Signore. Ce lo dia il nostro Signore! Il nostro Signore, il figlio di Aki Teshub, il Re d'Egitto lo aveva dato; ma perchè il Re nostro Signore l'ha fatto tornare indietro durante il viaggio? Adesso Aziru verrà a sapere del tuo servo e tuo giardiniere, e nelle terre di Hatti un destino avverso li raggiungerà. Qualora le sue truppe e i suoi carri tardassero, Aziru farà a noi come ha già fatto a Niya. Che non restiamo inerti! E che il Re d'Egitto non resti inerte riguardo a queste cose che Aziru ha fatto! E cioè che ha messo le mani sul nostro Signore (= il figlio di Aki Teshub?). Quando Aziru è entrato a Sumura, Aziru ha fatto quel che ha voluto nella casa del Re nostro Signore, riguardo a queste cose il nostro Signore è rimasto inerte! Adesso Tunip, la tua città, piange, e le sue lacrime scorrono, e non c'è chi ci stringa le mani. Noi abbiamo scritto al Re nostro Signore, il Re d'Egitto, vent'anni fa; ma una sola parola del nostro Signore non ci è mai giunta!" (EA 59)
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LETTERA FRAMMENTARIA DI TIHU TESHUB AD AKHENATON
Con questa lettera dall'archivio di Amarna è l'ultima della serie per quel che riguarda l'archivio amarniano relativo ai "Piccoli Re" vassalli d'Egitto. E' evidentemente molto danneggiata, ma dai suoi frammenti si può dedurre il riferimento alla disfatta del Regno di MITANNI, alleato dell'Egitto, e probabilmente TIHU TESHUB era un vassallo del REGNO DI MITANNI e chiede aiuto al Faraone contro l'invasione degli HITTITI di SHUPPULILIUMA. La provenienza della lettera, su tavoletta d'argilla, non è conosciuta, ma il contenuto fa propendere l'attribuzione al nord della VALLE DELL'ORONTE.
"Al grande Re, mio Signore, dì: messaggio di Tihu Teshub tuo servo. Ai piedi del mio Signore io mi getto. Inoltre: sappi che il Re di Mitanni è uscito con i suoi carri e con le sue truppe da campo. Abbiamo sentito dire: "Alle acque di (....) è stato fatto a pezzi (...lungo testo danneggiato...) il figlio di Abdi Ashirta al Re mio Signore. Ed ecco che noi abbiamo fatto (....) al cospetto del Re mio Signore. Appiha (...lungo testo danneggiato...)" (EA 58)
LETTERE DEI GRANDI RE
DOSSIER DEL RE KADASHMAN ENLIL DI BABILONIA E DEL FARAONE AMENHOTEP III - LETTERE DI AMARNA
Nella sezione riguardante le lettere dei Grandi Re dell'archivio di Amarna, davvero straordinarie sono le testimonianze della corrispondenza fra il faraone AMENHOTEP III e il Re babilonese KADASHMAN ENLIL; il presente dossier copre un arco di tempo dal 1374 a.C. al 1360 circa; le tavolette riportano dialoghi a distanza fra i due potenti Re, che ne caratterizzano profili caratteriali davvero interessanti e nelle quali non si può non notare la maturità e la saggezza del Faraone in confronto alla grossolanità del suo interlocutore, Re KADASHMAN ENLIL, che si dilunga in continui rinfacci e pretese, che, come si legge nella prima missiva, fanno innervosire il Faraone che si rivolge a lui con un tono quasi paternalistico, dimostrando la propria saggezza. Davvero eccezionale la prima lettera (EA 1) in cui Re KADASHMAN ENLIL chiede conto della sorella data in sposa al Faraone, dimostrando davvero infondati sospetti, per il fatto che i suoi messaggeri non l'avessero mai riconosciuta, ed insinuando addirittura che il Faraone nascondesse a lui la sua morte (non si sa per quale motivo) e l'avesse sostituita con un'altra! A queste accuse il Faraone risponde rivolgendosi a lui in tono sorpreso da tanto delirio. Re KADASHMAN ENLIL, inoltre, sempre nella prima lettera, rimprovera il Faraone di non aver adeguatamente messo in mostra i cavalli e i carri da lui donati durante le parate, e a questo il Faraone risponde quasi non sapendo come trattare tanta puerilità, dimostrando una pazienza davvero ammirevole nel dare ovvie spiegazioni al proprio interlocutore. Nella lettera "EA 3" KADASMAN ENLIL si dilunga in un profluvio di lamentele per non essere stato invitato ad una festa dal Faraone, per non aver ricevuto doni adeguati, ecc...La più intrigante è la "EA 4", in cui il Re babilonese si lamenta con il Faraone di non voler dare in sposa a lui una principessa reale egizia e riferisce la risposta datagli da AMENHOTEP III, il quale gli ricorda che mai gli Egizi diedero in mogli a stirpi straniere le proprie figlie; KADASHMAN ENLIL rinfaccia al Faraone di avergli dato in sposa la propria figlia e di non essere ricambiato. La lunghissima trattativa si arenò per sei anni: KADASHMAN ENLIL pretendeva una gran quantità d'oro per i suoi edifici e, cosa inaudita per il Faraone, che si considerava il primo fra i Re, una principessa reale egizia in moglie. Alla fine il Faraone gli diede in moglie una propria figlia, ma nata nell'harem, quindi non principessa reale. L'ultima lettera, la "EA 5", è quella in cui il paziente Faraone elenca i doni elargiti al petulante alleato. AMENHOTEP III (o AMENOPHI, nella forma grecizzante), pensò bene di stringere più alleanze possibili, rafforzandole con matrimoni politici; cosa non si fa per poter vivere in pace con i vicini...! Sposò la figlia del qui presente Re di Babilonia, quella del Re di Mitanni Tushratta, e anche la figlia del Re di Cilicia.
INFORMAZIONI DI BASE SUI PROTAGONISTI:
KADASHMAN ENLIL (1374 - 1360 a.C.), il cui nome, "ka-dáš-man-EN LÍL" significa "Egli crede in Enlil", il dio babilonese delle tempeste. Re di Babilonia della dinastia Cassita.
AMENHOTEP III: il cui nome significa "Amon è contento", sovrano della XVIII dinastia egizia, padre di AKHENATON.Data di morte: 1400 circa a.C.
AMENHOTEP III A KADASHMAN ENLIL DI BABILONIA
"A Kadashman Enlil, Re di Karduniash, mio fratello, dì: così dice Nibmuwariya, grande Re, Re d'Egitto, tuo fratello. Io sto bene. Salute a te! Alla tua casa, alle tue mogli, ai tuoi figli, ai tuoi Grandi, ai tuoi cavalli, ai tuoi carri, nel tuo Paese, tanta salute! Io sto bene; la mia casa, le mie mogli, i miei figli, i miei Grandi, i miei cavalli, i miei carri, le mie truppe numerose stanno bene, nelle mie terre tutto sta molto bene. Ecco, ho udito le parole che tu mi hai scritto riguardo a lei, così:" Ecco che tu desideri in moglie mia figlia; ma mia sorella che mio padre ti diede è laggiù con te, e nessuno l'ha più vista, se è ancora viva o morta!" Ciò che mi hai scritto nella tua tavoletta, sono queste le tue parole. Ma quando mi ha mandato un dignitario che conoscesse tua sorella, che parlasse con lei, e che la riconoscesse? Parli dunque con lei! Gli uomini che mi hai mandato sono gente da nulla (lett.vuoti): il primo è un servo di Zakara, il secondo è un asinaio del paese di (....); non c'era nessuno di loro che (....) o fosse intimo di tuo padre, e potesse riconoscerla. Per di più, i messaggeri che (....) sono lì presso di te (....) Per di più (....) essa poteva affidare a lui, per portarlo a sua madre! Poichè hai scritto così: "Hai parlato ai miei messaggeri mentre le tue mogli stavano tutte in gruppo davanti a te, dicendo così: - ecco la vostra Signora, che sta di fronte a voi! - , ma i miei messaggeri non l'hanno riconosciuta, se era davvero mia sorella quella che stava insieme a te". Ecco tu hai scritto: "Se i miei messaggeri non l'hanno riconosciuta, chi la potrebbe riconoscere?", così hai detto. Ma perchè non mandi un dignitario che ti riferisca una parola attendibile, e il saluto di tua sorella che sta qui, e che tu possa credere che sia entrato a vedere la sua casa e la sua posizione presso il Re? Quando scrivi: "Forse è la figlia di un dipendente, oppure una di Gagu, oppure una di Hanigalbat, o forse è di Ugarit, quella che i miei messaggeri hanno visto; chi ha detto loro: ecco colei che sta assieme a te? Non ha aperto bocca, e non ha detto loro niente!", queste sono le tue parole. Ma se tua sorella fosse morta, perchè mai dovrebbero nascondere il decesso? E perchè mai dovremmo fare stare lì un'altra? Ammone (....) la sorella della moglie principale (....) alla padrona di casa (....) una schiava di (....) al di sopra di tutte le mogli (....) dei Re d'Egitto (....) in Egitto. Poichè hai scritto così: "Le mie figlie, che sono mogli presso i Re vicini, se i miei messaggeri si recano laggiù, parlano con loro, ed esse mi mandano un dono-augurio di (....)", queste sono le tue parole. Forse i Re tuoi confinanti sono ricchi e grandi, le tue figlie acquistano qualcosa da loro, e te la mandano? Cosa ha con sè tua sorella che sta presso di me? Se ottenesse qualcosa, io te lo farei mandare. Bella cosa, che tu dai le tue figlie per ottenere doni dai tuoi confinanti! Poichè scrivi citando le parole di mio padre: lascia stare, non pronunciare le sue parole! Per di più, dici: "Stabilisci fratellanza e alleanza tra di noi": queste sono le parole che hai scritto. Ecco, io e te siamo fratelli, tutti e due, ma io sono turbato riguardo ai tuoi messaggeri, perchè dicono così in tua presenza: "Non ci danno nulla, a noi che andiamo in Egitto". Quelli che vengono al mio cospetto, non ce n'è uno solo che sia andato via senza aver preso argento e oro, olio e vesti, ogni buona cosa, assai più che in ogni altro paese! Dice cose non vere a chi l'ha mandato! La coppia che veniva come messaggero da mio padre, le loro bocche dicevano menzogne! Anche questi altri che vengono adesso ti raccontano menzogne! Perciò io dico: sia che io dia loro qualcosa, sia che io non dia loro niente, raccontano menzogne comunque, e ho stabilito riguardo a loro di non dare loro più niente! Poichè hai scritto così:"Hai detto ai miei messaggeri: -il vostro Signore non ha truppe?- e anche: Non è bella la ragazza che mi hanno dato!", siano queste le tue parole oppure no, i tuoi messaggeri non ti hanno detto la verità, in questo modo, e cioè: se ci sono truppe di guardia o non ci sono fammelo sapere. Perchè dovrei chiedergli se da te ci sono truppe, se da te ci sono cavalli? Non dare ascolto ai tuoi messaggeri dalle bocche menzognere, che tu hai mandato qui: se ti temono, dicono menzogne per sottrarsi alle tue mani. E poichè hai detto così: "Hai fatto mettere i miei carri in mezzo ai carri dei reggenti, non li hai mostrati separatamente! Li hai umiliati al cospetto del Paese come cosa tua, non li hai mostrati separatamente!". Davvero tu credi che la mia terra desiderasse vedere i carri di qua, i cavalli di là?! Sono tutti miei cavalli e carri! E poichè scrivi a mani vuote, di mettere l'olio sul capo della ragazza, tu mi hai forse mai mandato anche soltanto un dono? E' ridicolo!!" (EA 1)
KADASHMAN ENLIL DI BABILONIA AAD AMENHOTEP III
"A Nibmuwariya, Re d'Egitto, io fratello, dì: così parla Kadashman Enlil, Re di Karduniash. Io e la mia terra stiamo molto bene. A te, alle tue mogli, ai tuoi figli, ai tuoi Grandi, ai tuoi cavalli, ai tuoi carri, nella tua terra, tanta salute! Quanto al fatto che mio fratello ha scritto di matrimonio così: "Desidero tua figlia!". Perchè non dovresti prenderla in moglie? (....) mie figlie ci sono (....) sono di sangue reale (....) le darò. (....) bei cavalli (....) venti (....) di legno, (....) d'oro, centoventi sicli (....) ti faccio portare come dono per te. E sessanta sicli di lapislazzuli faccio portare in dono per mia sorella, in quanto essa è tua moglie". (EA 2)
KADASHMAN ENLIL DI BABILONIA AD AMENHOTEP III
"A Nibmuwariya , Re d'Egitto, mio fratello, dì: così parla Kadashman Enlil, Re di Karduniash, tuo fratello. Io sto bene. A te, alla tua casa, alle tue mogli, ai tuoi figli, alla tua terra, ai tuoi carri, ai tuoi cavalli, i tuoi Grandi, tanta salute! Quanto alla ragazza, mia propria figlia, della quale tu mi hai scritto per matrimonio, essa è cresciuta diventando donna, ora è in età da marito. Manda a prenderla! In precedenza, il messaggero che mio padre ti mandava, tu non lo trattenevi molti giorni, lo facevi giungere subito, e gli facevi portare un bel dono per mio padre. Adesso, quanto a me: quando ti ho mandato un messaggero, per sei anni l'hai trattenuto, e il settimo anno hai fatto portare in dono per me trenta mine d'oro che è miscelato con argento. Quest'oro, l'hanno fuso in presenza di Kasi, tuo messaggero, ed egli ha visto. Quando hai fatto una grande festa, non hai mandato il tuo messaggero a dire: "Vieni, mangia e bevi!", e non mi hai fatto portare il dono d'invito per la festa. Ecco, le trenta mine d'oro che mi hai fatto portare non compensano i miei doni di un anno intero! Guarda invece io cosa ho fatto: nella mia casa ho fatto una grande festa, e il tuo messaggero l'ha vista, e io mi sono messo all'ingresso della casa, e gli ho detto:"Vieni, mangia e bevi con me!" Io non ho fatto ciò che hai fatto tu! Venticinque servi maschi e venticinque femmine, totale cinquanta persone (....) ti faccio portare. (....) per dieci carri di legno, e dieci pariglie di cavalli, in dono per te io faccio portare". (EA 3)
KADASHMAN ENLIL DI BABILONIA AD AMENHOTEP III
"(....lungo testo danneggiato....) Per di più tu, fratello mio, quando mi scrivesti che non concedevi tua figlia riguardo alla quale io ti avevo scritto per matrimonio, così dicesti: "Da sempre, una figlia del Re d'Egitto non viene data nessuno!" Perchè non darla? Tu sei il Re, fi quel che ti pare! Se tu la dessi, chi mai potrebbe dire qualcosa? Quando mi hanno riferito questa cosa, io ho scritto così a mio fratello: "Figlie grandi, belle donne, devono pur esserci! Mandami una bella donna, di tua scelta; chi potrà dire "Costei non è la figlia del Re!", ma tu, per non mandarla, non l'hai mandata! Tu non desideri forse fratellanza ed alleanza, quando scrivi di matrimonio, per stringere i nostri rapporti? Anch'io proprio per questo, per fratellanza ed alleanza, per stringere i nostri rapporti, ti ho scritto di matrimonio. Fratello mio, perchè non mi hai mandato una donna? Forse che, visto che tu non mi hai mandato una donna, analogamente anch'io dovrei rifiutarti una donna? Ma no: figlie ne ho, non te le rifiuterò! Forse, quando ti scrissi riguardo al matrimonio, e ti scrissi anche riguardo agli animali, tu (....) i tuoi Grandi al più presto (....lungo testo danneggiato....) con i tuoi Grandi, dicono (....). Adesso, non vorrai aspettare che mia figlia, che io ti manderò, partorisca! Tutti gli animali d'avorio che ti ho chiesto, mandameli! Riguardo all'oro, di cui ti ho scritto, mandamene quanto ce n'è, molto, prima che il tuo messaggero arrivi da me, adesso, subito, nel mezzo di quest'estate, o nel mese di Dumuzi o in quello di Abu, in modo che io possa eseguire il lavoro che ho intrapreso. Se durante quest'estate, nel mese di Dumuzi o di Abu, mi farai portare l'oro di cui ti avevo scritto, io ti darò mia figlia. Tu manda pure l'oro spontaneamente, secondo il tuo giudizio. Ma se entro Dumuzi o Abu non mi farai portare l'oro, e io non potrò eseguire l'opera intrapresa, perchè me lo dovresti far portare spontaneamente, una volta che io avessi ormai eseguito l'opera intrapresa? Perchè dovrei volere l'oro? Mi mandassi tremila talenti d'oro, io non li accetterei, te lo rimanderò indietro, ma non ti darei mia figlia in matrimonio!" (EA 4)
AMENHOTEP III A KADASHMAN ENLIL DI BABILONIA
"Così parla Nibmuwariya, grande Re, Re d'Egitto; a Kadashman Enlil, Re di Karduniash, mio fratello, dì: io sto bene. Salute a te, salute alle tue case, alle tue mogli, ai tuoi figli, ai tuoi Grandi, alle tue truppe, ai tuoi cavalli, ai tuoi carri, e nella tua terra, salute! Io sto bene, le mie case, le mie mogli, i miei figli, i miei Grandi, le mie truppe numerose, i miei cavalli, i miei carri, nella mia terra, stanno molto molto bene! Poichè ho udito che tu hai costruito delle nuove case, ecco , tutto ciò che ti mando sono accessori per la tua casa; ed ecco che preparerò tutto quanto in vista dell'arrivo del tuo messaggero che porterà tua figlia, e quando il tuo messaggero tornerà indietro, te lo porterà. Ecco per ora ti faccio portare in dono per la nuova casa, affidato a Shutu: un letto d'ebano e avorio, placcato d'oro; tre letti d'ebano placcati d'oro; un poggiatesta d'ebano placcato d'oro; un grande seggio d'ebano, placcato d'oro; cinque seggi normali d'ebano, placcati d'oro; quattro seggi d'ebano, placcati d'oro. Di tutti questi, il peso dell'oro è di sette mine enove sicli d'oro, e il peso dell'argento è una mina e otto sicli e mezzo d'argento. Ancora: dieci sgabelli d'ebano; (....) d'ebano, placcato d'oro; (x) sgabelli d'ebano placcati d'oro; (....) della tavoletta relativa all'oro. Totale generale: (X) mine e diciassette sicli d'oro". (EA 5)
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DOSSIER DI BURNA BURIASH DI BABILONIA, AMENHOTEP III E AKHENATON - LETTERE DI AMARNA
Questo dossier risale al periodo fra il Regno di AMENHOTEP III e il regno di AKHENATON (1353-1336 a.C.) ed è relativo alla corrispondenza del Re di BABILONIA, BURNA BURIASH, con il Faraone AMENHOTEP III nella prima lettera e con AKHENATON successivamente; fa parte della sezione riguardante i "Grandi Re" dell'archivio del Palazzo reale di Amarna. Abbiamo già letto le lettere di KADASHMAN ENLIL ad AMENHOTEP III: se costui sembrava pretenzioso, figuriamoci il qui presente BURNA BURIASH, la cui petulanza e le cui lamentele devono essere state una vera spina nel fianco per i due faraoni che le dovettero sopportare, ma anche la pace ha il suo prezzo. L'appellativo di "fratello", con cui i Re si rivolgono l'un l'altro, era usuale nelle relazioni fra pari. La prima lettera (EA 6) è di ordinaria amministrazione. Nella seconda (EA 7) Re BURNA BURIASH si lamenta di come il Faraone si sia disinteressato alla malattia che lo colpì, e di come gli dovette essere spiegata dai suoi emissari la distanza notevole della terra d'Egitto dal suo regno di BABILONIA (migliaia di chilometri) e di come il Faraone non potè essere informato per tempo del suo malessere; così la "rabbia" del Re verso il Faraone si spense improvvisamente. Poi la lettera si dilunga in richieste d'oro per i templi in costruzione e in lamentele riguardo alla purezza dell'oro che il Re d'Egitto inviò a lui. Inoltre vi è descritto l'episodio di come le carovane del Re BURNA BURIASH, in cammino verso l'Egitto con i doni per il Faraone, fossero state depredate dai vassalli egizi della terra di CANAAN (popoli abitualmente dediti al brigantaggio) e di come, dunque, essendo suoi sudditi, il Faraone ne fosse responsabile. Anche la terza lettera (EA 8) riporta simili lamentele, chiedendo vendetta per l'assalto a carovane. La quarta lettera (EA 9) ricorda al faraone l'antica alleanza che univa i loro regni, con le solite richieste di doni, riportando un episodio nel quale i sudditi egizi di CANAAN chiesero al predecessore di BURNA BURIASH di allearsi con loro contro l'Egitto, e di come il suo avo avesse rifiutato questa proposta, mantenendo la fedeltà al proprio alleato. La quinta lettera (EA 10) contiene la descrizione di lavori in ebano richiesti da BURNA BURIASH al Re d'Egitto, con figure d'animali che dovevano sembrare veri! La sesta lettera (EA 11) contiene un riepilogo della trattativa matrimoniale conclusasi con il matrimonio della principessa babilonese, figlia di BURNA BURIASH, con il Faraone AKHENATON, e di come egli (Burna Buriash) si preoccupasse di avere una scorta dignitosa per la principessa durante il lungo tragitto. Dobbiamo ricordare che la percezione della lontananza allora era amplificata dalle mille difficoltà dovute all'ambiente naturale e alle bande di predoni che attendevano al varco. Inoltre, nella "EA 11" vengono descritti doni inviati alla figlia-regina di AKHENATON: MAYA ATI, per intercessione della quale BURNA BURIASH pensava di essere guarito dalla sua malattia. L'ultima lettera, la "EA 12", è scritta da una principessa babilonese a BURNA BURIASH, con doni di accompagnamento e saluti.
PERIODO STORICO: fra il regno di Amenhotep III e il regno di Akhenaton, 1353-1336 a.C.; Nuovo Regno; XVIII dinastia.
SUPPORTO: tavolette d'argilla scritte in accadico cuneiforme, che all'epoca era idioma internazionale.
PROTAGONISTI:
BURNA BURIASH: Re di Babilonia appartenente alla dinastia Cassita. Successore di Kadashman Enlil, visse fra il 1353-1336 a.C. Il nome Bur-ra-Bu-ri-ia-aš, significa "Servo del Signore delle terre" in lingua babilonese.
AMENHOTEP III: il cui nome significa "Amon è contento", sovrano della XVIII dinastia egizia, padre di AKHENATON. Data di nascita: 1411 circa a.C.
AKHENATON (AMENHOTEP IV): successore e figlio di Amenhotep III, sovrano della XVIII dinastia egizia. Il suo nome significa "Splendore di Aton".
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BURNA BURIASH AD AMENHOTEP III
"A Nibmuwariya, Re d'Egitto, mio fratello, dì: così parla Burna Buriash Re di Kurduniash, tuo fratello. Io sto bene. A te, alla tua casa, alle tue mogli, ai tuoi figli, alla tua terra, ai tuoi Grandi, ai tuoi cavalli, ai tuoi carri, salute! Come in passato tu e mio padre siete stati alleati l'uno dell'altro, adesso io e te siamo alleati l'uno dell'altro. Fra di noi non sia mai pronunciata parola diversa. Ciò che tu desideri nella mia terra, scrivimi e te la porteranno. E ciò che io desidero nella tua terra, io scriverò e me la porteranno. (....) io ti crederò (....) scrivimi e te la porteranno. Come dono per te (....) e un (....) ti ho fatto portare". (EA 6)
BURNA BURIASH AD AKHENATON
"A Naphururiya, grande Re, Re d'Egitto, mio fratello, dì: così parla Burna Buriash, grande Re, Re di Karduniash, tuo fratello. Io, la mia casa, i miei cavalli, i miei carri, i miei Grandi e la mia terra, stiamo molto bene. A mio fratello e alla sua casa, ai suoi cavalli e ai suoi carri, ai suoi Grandi e alla sua terra, tanta salute! Dal giorno che il messaggero di mio fratello è giunto qui da me, il mio corpo non è stato bene, e il suo messaggero non ha mai mangiato cibo e bevuto bevanda in mia presenza. Il tuo messaggero è "questo" (= è lì da te), chiedigli e ti dirà che effettivamente il mio corpo non stava bene, e che riguardo alla guarigione, non mi sono ancora rimesso. Per il fatto che il mio corpo non stava bene, mio fratello non ha sollevato la mia testa (= non mi ha consolato), e io mi sono riempito di rabbia verso mio fratello, dicendo: "Mio fratello non ha saputo che sono ammalato? Perchè non ha sollevato la mia testa? Perchè non ha mandato il suo messaggero a visitarmi?" Il messaggero di mio fratello ha replicato così: "Non è una regione vicina, che tuo fratello oda e ti mandi gli auguri. La terra di tuo fratello è lontana: chi poteva dirglielo, e subito mandarti gli auguri? Se tuo fratello avesse saputo che eri malato, non ti avrebbe mandato il suo messaggero?" Io, allora, gli ho detto così: "La terra di mio fratello, il grande Re, è lontana o è vicina?" Ed egli mi ha risposto così: "Chiedi al tuo messaggero, se la terra è lontana e se è per questo che tuo fratello non ha saputo e non ha mandato auguri". Ora, avendo io interrogato il mio messaggero, e avendo questi detto che la terra è lontana, io non sono più pieno di rabbia verso mio fratello, non parlo più. E poichè mi dicono che nella terra di mio fratello c'è di tutto, e che mio fratello non desidera nulla: anche nella mia terra c'è di tutto, e anch'io non desidero nulla! Ma è una buona cosa, che dal passato abbiamo ricevuto dalla mano dei Re precedenti, di mandarci l'un l'altro doni augurali: quella cosa resti stabile tra noi: io ti mando i miei auguri/doni augurali (....) che mi chieda della mia salute, e mi riferisca della tua salute. Tu, ora, invece di scortarlo, per due anni hai trattenuto il mio messaggero. Come io al tuo messaggero ho subito comunicato il messaggio e l'ho rispedito, così pure tu al mio messaggero comunica subito il messaggio ed egli venga! E poichè mi dicono che la strada è difficile, l'acqua è interrotta, la giornata è calda, non ti ho fatto portare molti bei doni. Ho fatto portare solo quattro mine di bel lapislazzuli, come regalo a mano per mio fratello, e ho fatto portare anche cinque pariglie di cavalli per mio fratello. Quando le giornate saranno migliori, il successivo messaggero che verrà porterà molti bei doni per mio fratello. Tutto ciò che mio fratello desidera, mio fratello me lo scriva, e glielo porteranno dalle loro case. Io ho intrapreso un lavoro, e scrivo a mio fratello: mio fratello mi mandi molto oro buono, che io possa utilizzare nel mio lavoro. L'oro che mio fratello manderà, mio fratello non lo affidi a qualche delegato! Mio fratello guardi con i suoi propri occhi, mio fratello sigilli e spedisca! L'oro precedente che mio fratello fece portare, evidentemente mio fratello non aveva guardato di persona, ma un qualche delegato di mio fratello aveva sigillato e spedito. Le quaranta mine d'oro che avevano portato, una volta messe nel forno non ne vennero fuori neanche dieci, parola di Re! Il mio messaggero Salmu, che ho mandato da te, due volte la sua carovana è stata depredataa: una volta l'ha depredata Biryawaza, e la sua seconda carovana l'ha depredata Pamahu, prefetto del tuo Paese, di una terra di tuo possesso! Quando mio fratello deciderà questo caso giudiziario, come il mio messaggero ha già dichiarato al cospetto di mio fratello, così pure Salmu farà la sua dichiarazione al cospetto di mio fratello. Le sue attrezzature gli siano restituite, e le sue perdite gli siano compensate". (EA 7)
BURNA BURIASH AD AKHENATON
"A Naphururiya, Re d'Egitto, mio fratello, dì: così parla Burna Buriash, Re di Karduniash, tuo fratello. Io sto bene. A te, alla tua terra, alla tua casa, alle tue mogli, ai tuoi figli, ai tuoi Grandi, ai tuoi cavalli, ai tuoi carri, tanta salute! Io e mio fratello abbiamo pronunciato l'un l'altro un'alleanza. Così abbiamo detto: "Come i nostri padri erano alleati l'uno per l'altro, così noi siamo alleati!" Ora, i miei mercanti che erano partiti assieme ad Ahutabu, si erano trattenuti in Canaan per affari, mentre Ahu-tabu era proseguito per giungere presso mio fratello. Nella città di Hinnatuni di Canaan, Shum-Adda figlio di Balumme e Shutatna figlio di Sharatu, di Akko, avendo mandato dei loro uomini, hanno ucciso i miei mercanti e hanno portato via il loro argento. Poichè ho mandato presso di te (X), veloce come una furia, chiedigli e ti dirà. Canaaan è tua terra, e i suoi Re sono tuoi servi. Nella tua terra sono stato derubato. Controllali, e l'argento che hanno portato via, ripagalo; e le persone che hanno ucciso i miei servi, uccidili e così facendo restituisci il loro sangue! Se non uccidi quegli uomini, torneranno da capo a uccidere o una mia carovana o i tuoi messaggeri, e l'andirivieni dei messaggeri tra di noi si interromperà. Se ti negheranno la loro responsabilità: un uomo dei miei, poichè Shum Adda gli ha tagliato la strada, se lo tiene con sè; un altro uomo, poichè Shutatna di Akko lo ha preso al suo servizio, sta presso di lui. Portino da te questi uomini, tu guarda, chiedi loro se le vittime sono davvero morti, e così saprai. Come dono ti faccio portare una mina di lapislazzuli. Congeda subito il mio messaggero, cosicchè io sia informato della salute di mio fratello. Non trattenere il mio messaggero, che venga via subito!" (EA 8)
BURNA BURIASH AD AKHENATON (O THUTANKAMON ?; gli studiosi non sono sicuri nell'identificare il destinatario della missiva)
"A Niphururiya, Re d'Egitto, dì: così parla Burna Buriash, Re di Karduniash, tuo fratello. Io sto bene. A te, alla tua casa, alle tue mogli, ai tuoi figli, alla tua terra, ai tuoi Grandi, ai tuoi cavalli, ai tuoi carri, tanta salute! Da quando i miei padri e i tuoi padri pronunciarono l'un l'altro l'alleanza, si mandarono bei doni l'un l'altro, e non trattennero belle richieste l'uno per l'altro. Ora mio fratello mi ha mandato in dono due mine d'oro. Ora, se l'oro è abbondante, mandamene quanto a mio padre, se è scarso, mandamene almeno metà di mio padre! Perchè mi hai mandato solo due mine d'oro? Ora, il mio lavoro nel tempio è molto, e io ho intrapreso fortemente a realizzarlo. Manda molto oro!E tu, tutto ciò che desideri nella mia terra, scrivimelo e te lo porteranno. Al tempo di mio padre Kurigalzu, tutti i Cananei scrissero a lui così: "Vieni al confine della terra! Noi ci ribelleremo e ci metteremo con te!" Ma mio padre scrisse loro così: "Lasciate stare di mettervi con me! Se volete ribellarvi contro il Re d'Egitto mio fratello, mettetevi con qualcun altro. Io non verrò, e non "vi" (errore di trascrizione sulla tavoletta: "vi" al posto di "li") devasterò perchè sono miei alleati!" Mio padre non diede loro ascolto, per riguardo a tuo padre. Ora, gli Assiri, miei sottoposti, io non te li ho mandati: perchè sono venuti di loro iniziativa nella tua terra? Se mi vuoi bene, che non concludano alcun affare, mandali via a mani vuote! Come dono per te ti mando tre mine di lapislazzuli naturale e cinque pariglie di cavalli per cinque carri di legno". (EA 9)
BURNA BURIASH AD AKHENATON
"A Naphururiya, Re d'Egitto, dì: così parla Burna Buriash, Re di Karduniash. Io sto bene. A te, alla tua casa, alle tue mogli, ai tuoi figli, ai tuoi Grandi, alle tue truppe, ai tuoi carri, ai tuoi cavalli, aalla tua terra, tanta salute! Fin dal tempo di Kaaraindash, fin da quando i messaggeri dei tuoi padri cominciarono a venire presso i miei padri e fino ad ora, sono stati alleati. Ora io e te siamo alleati. I tuoi messaggeri per tre volte sono venuti, senza che tu gli facessi portare nessun bel dono. Anch'io dunque non ti faccio portare nessun bel dono! Per me niente è scarso, per me niente è scarso. Il tuo messaggero, che hai mandato: le venti mine d'oro che ha portato non erano complete, quando le hanno messe nel forno a fondere non sono uscite fuori neanche cinque mine d'oro! (....) che è uscito fuori, nel diventare scuro ha assunto l'aspetto di cenere. Quell'oro, quando mai l'avevano controllato?! (....) noi siamo alleati l'uno dell'altro (....lunga porzione di testo mancante....) di tori egizi (....). Quei tori, quando il tuo messaggero la principessa porterà, li prenderà. Ci sono con te esperti ebanisti: facciano animali di terra e di fiume, che sembrino vivi, e la cui pelle sia come viva; e il tuo messaggero li prenda. Se ce ne sono di vecchi, già fatti, quando Shindi Shigab, mio messaggero, verrà da te, carichi i carri subito, veloce come una furia, e venga qui da me! Quelli nuovi, non ancora pronti (lett.futuri), li facciano, e quando il mio messaggero e il tuo messaggero verranno, insieme li prendano. Come dono per te ti mando due mine di lapislazzuli. E quanto a tua figlia Maya-Ati, poichè ho udito di lei, le mando in dono per lei una collana di grilli di lapislazzuli, in numero di 1048. E quando il tuo messaggero verrà assieme a Shindi Shugab, il (....) sarà ormai fatto e lo farò portare a lei". (EA 10)
BURNA BURIASH AD AKHENATON
"A Naphururiya, Re d'Egitto, mio fratello, dì: così parla Burna Buriash, Re di Karduniash, tuo fratello. Io sto bene. A te, alle tue mogli, ai tuoi figli, ai tuoi cavalli, ai tuoi carri, tanta salute! Dopo che la moglie di tuo padre era stata compianta, io ti mandai il mio messaggero Hu'a e l'interprete (....). Così io ti scrissi:"La figlia del Re che è morta, l'aavevano presa per tuo padre; ora per te ne prendano un'altra!" (....) tu mandasti il tuo messaggero Hayamashi e l'interprete Mihuni. Così tu scrivesti: "La moglie di mio padre è stata compianta (....) quella donna (....) è morta in una pestilenza (....lunga porzione di testo mancante....) io scrissi dicendo così: "Quella donna (....)" Hayamashi tuo messaggero e Mihuni l'interprete, quando io mostrai loro mia figlia, essi versarono dell'olio sulla testa di mia figlia. Ma colui che la porterà presso di te, chi è che te la porterà? Con Ha'aya ci sono solo cinque carri. Te la dovrebbero forse portare con cinque carri? Ora, se io la mandassi adesso, con Ha'aya, i Re miei vicini direbbero così: "La figlia del grande Re la portano in Egitto solo con cinque carri!". Quando mio padre fece portare sua figlia a tuo padre, (....) tremila soldati assieme a lui (....lunga porzione di testo mancante....) scolpiscano (....) portino (....) scolpiscano (....) come se fossero vivi (....) portino. Se ce ne sono di vecchi, già finiti, mandameli subito. Se di vecchi non ce ne sono, ne scolpiscano di nuovi e Salmu il mercante li porti. Se Salmu il mercante sarà già andato via, li porti il tuo messaggero che verrà. Scolpiscano e dipingano aalberi d'avorio, piante della campagna, che siano uguali l'una rispetto all'altra, scolpiscano in avorio e colorino e me li portino. Ha'ya, il Grande che tu hai mandato, ha con sè pochi carri e truppe. Manda carri e truppe numerose, e solo allora Ha'ya ti porterà la figlia del Re. Non mandare un'altro Grande. La figlia del Re, sul cui capo è stato versato l'olio, non ritardare! Manda subito gli altri carri! Se entro quest'anno manderai i carri e le truppe, esca un messaggero, veloce come una furia, e me ne dia notizia! Poichè tuo padre mandava a Kurigalzu molto oro, fra i doni di Kurigalzu cosa c'era di troppo, nel palazzo di mio padre, e cosa c'era di poco? - perchè i Re confinanti sentissero dire così: "L'oro è di troppo!". Tra i Re c'è fratellanza, alleanza, pace, e belle parole, se c'è abbondanza di pietre preziose, abbondanza d'argento, abbondanza d'oro. Io ti faccio portare, come dono per te, dieci blocchi di lapislazzuli naturale; e alla signora della tua casa faccio portare venti grilli di lapislazzuli naturale. Giuro che è stata Maya Ati a farmi ciò per cui sono guarito, a sollevarmi il capo! Appena possibile mi portino molto oro da parte tua; mi portino l'oro entro la fine di quest'anno, cosicchè io completi subito il mio lavoro! E mio fratello non dica: "Il tuo messaggero ha preso molti bei doni!". Quello, fratello mio (....) come potrei mandarti? Tu mandami molto oro, e io manderò molti doni per te!" (EA 11)
UNA PRINCIPESSA BABILONESE A BURNA BURIASH
"Al mio Signore dì: così parla la figliaa del Re. A te, ai tuoi carri, agli uomini della tua casa, salute! Gli dèi di Burna Buriash vadano con te, và in pace, e in pace torna a rivedere la tua casa! Al cospetto del mio Signore così io mi prostro, dicendo: con il viaggio del mio messaggero ho fatto portare stoffe colorate. Alla tua città e alla tua casa, davvero salute! In cuor tuo non arrabbiarti, o mi farai star male. Il tuo servo Kidin Adad si prostra, in sostituzione del mio Signore io andrei!" (EA 12)
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DOSSIER DEL RE ASSIRO ASHUR UBALLIT I E AKHENATON - LETTERE DI AMARNA
ASHUR UBALLIT I (anche Assuruballit), il cui nome significa: "Ashur ha dato la vita" (Ashur, padre degli dèi nel culto assiro); fu Re d'ASSIRIA dal 1363 al 1328 a.C. Famoso, oltre che per le lettere dell'archivio di Amarna, per la riscostruzione del PALAZZO REALE DI ASSUR. BABILONIA era ormai vassalla dell'Impero assiro ed ASHUR UBALLIT, alla morte di BURNA BURIASH, mise sul trono babilonese KURIGALZU II. Predecessore di ASHUR UBALLIT fu ERIBA ADAD I, successore ENLIL NIRARI. Gli ASSIRI, in quest'epoca, ottennero anche l'indipendenza dal REGNO DI MITANNI come conseguenza della vittoria contro il Re SHUTTARNA II. La prima lettera (EA 15), mostra cautela ed è usata più che altro per tastare il terreno trattandosi del primo approccio con l'Egitto. Nella seconda lettera (EA 16), avendo evidentemente ricevuto riposta favorevole, il Re assiro dimostra tutta la propria spavalderia autodefinendosi "fratello" nei confronti del Faraone ed avanzando molte pretese in relazione agli scambi di ricchezze. Nel precedente dossier riguardante le lettere di BURNA BURIASH DI BABILONIA, abbiamo letto come il Re babilonese mettesse in guardia il Faraone dallo stringere alleanze ed avere scambi con gli Assiri, ma il Faraone teneva altrettanto in basso conto anche il Re babilonese e gli interessi dell'Egitto erano quelli di mantenere gli equilibri sedando la bellicosità dei vicini, sopportando per questo anche l'appellativo di "fratello" di personaggi che non stimava come suoi pari.
LA QUESTIONE DEI MESSAGGERI: i viaggi per il recapito delle tavolette recanti i messaggi dei rispettivi Re potevano durare almeno un mese, ad esempio, da BABILONIA all'EGITTO, e anche un mese e mezzo dalla più lontana HATTUSA. I messaggeri dovevano essere personaggi di alto rango e con una grande cultura, perchè loro compito era, appunto, quello di fungere da intermediari del Re; le trattative potevano durare anni, durante i quali il messaggero veniva trattenuto nel Paese del destinatario (in questo caso l'EGITTO) e trattato con tutti i riguardi dovuti alla sua posizione, nonchè protetto dall'immunità diplomatica. C'erano anche i messaggeri di professione, ma venivano rilasciati subito perchè non potevano essere strumenti di ricatto e ostaggi così importanti da fare pressione sulle trattative in corso.
ASHUR UBALLIT AD AKHENATON (1)
"Al Re d'Egitto, dì: così parla Ashur Uballit Re d'Assiria. A te, alla tua casa, alla tua terra, ai tuoi carri e alle tue truppe, salute! Ho mandato da te il mio messaggero, per vederti e per vedere la tua terra. Finora i miei padri non avevano scritto; ora io ti ho scritto. Un bel carro e due cavalli, un dattero di lapislazzuli naturale, come dono per te ti ho fatto portare. Il messaggero che ti ho mandato per vedere, non trattenerlo: che veda e se ne venga via. Veda il tuo atteggiamento e l'atteggiamento della tua terra, e se ne venga via". (EA 15)
ASHUR UBALLIT AD AKHENATON (2)
"Naphururiya, grande Re, Re d'Egitto, mio fratello, dì: così parla Ashur Uballit, Re d'Assiria, grande Re, tuo fratello. A te, alla tua casa e al tuo Paese, salute! Quando ho visto i tuoi messaggeri, mi sono rallegrato molto. I tuoi messaggeri sono stati al mio cospetto in segno di onore. Un bel carro regale, di quelli che aggiogo io, e due cavalli bianchi, di quelli che aggiogo io, un carro senza pariglia di cavalli, un sigillo di lapislazzuli naturale, ti ho fatto portare in dono per te. L'invio di un gran Re è forse questo? L'oro nella tua terraa è come polvere: lo raccattano. Perchè ti torna agli occhi? Ho intrapreso a costruire un palazzo nuovo: mandami oro quanto serve per il suo ornamento e per la sua necessità. Quando Ashur Nadin Ahhe mio padre scrisse in Egitto, gli fecero portare venti talenti d'oro. Quando il Re di Hanigalbat scrisse atuo padre in Egitto, gli fece portare venti talenti d'oro, Ora io sono pari al Re di Hanigalbat, ma a me hai fatto portare solo (....) d'oro, che non basta neppure per le razioni di andata e ritorno dei miei messaggeri. Se intendi intrattenere un'alleanza, per bene, fa' portare molto oro. Questa è casa tua: scrivimi cosa vuoi e che se lo prendano pure! Noi siamo terre lontane, i nostri messaggeri viaggino così! Quanto al fatto che ti hanno trattenuto i tuoi messaggeri, il motivo è che i Sutei loro guide erano morti. Finchè ho scritto e hanno preso altri Sutei come guide, li ho trattenuti. Ma ora, che non trattengano i miei messaggeri! I messaggeri, perchè dovrebbero far stare in attesa di uscita, e perfino morire in attesa di uscita? Se, saatndo essi in attesa, c'è un vantaggio per il Re, che stiano pure in attesa di uscita, e muoiano pure se c'è un vantaggio prer il Re! Altrimenti, perchè mai dovrebbero morire in attesa di uscita, i messaggeri che noi mandiamo? Dunque i miei messaggeri li fanno vivere o li fanno morire in attesa di uscita?" (EA 16)
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DOSSIER DI TUSHRATTA RE DI MITANNI - LETTERE DI AMARNA (Parte prima)
Lo splendido dossier del RE DI MITANNI, TUSHRATTA (il cui nome in lingua accadica significa "dagli splendidi carri") è uno dei più corposi provenienti dall'archivio di Amarna; siamo perciò costretti a pubblicarlo a capitoli. Il REGNO DI MITANNI (che si trovava nell'odierno Kurdistan, a nord dell'Iraq) si espanse in Medioriente verso il 1500 a.C.; la sua origine è misteriosa, così come il nome stesso, MITANNI, la cui etimologia non è ancora chiarita. La struttura sociale dello stato miannico e dei regni a lui soggetti nell'area mesopotamica era caratterizzata da una compenetrazione di elementi etnicamente eterogenei, fra i quali maggior rilievo avevano i cosiddetti KHURRITI (provenienti dalle regioni settentrionali), e gli ARIOEUROPEI, che sono identificabili per gli elementi sanscriti della loro onomastica. Gli ARIOEUROPEI, provenienti da Oriente, avrebbero sottomesso le popolazioni indigene dell'area in cui si trovava il REGNO DI MITANNI, sebbene non ci siano dati sufficienti per affermare con certezza che anche quest'ultime non fossero, a loro volta, indoeuropee. Sempre seguendo le indicazioni onomastiche si è potuto accertare che personaggi ARIOEUROPEI e KHURRITI (il cui nome deriva da "KURRI"= NOTTE) si erano già mischiati diffusamente al tempo di AMENHOTEP III e AKHENATON, nella XVIII dinastia; infatti sono attestati nomi KHURRITI di principesse mitanniche ed elementi KHURRITI anche nelle caste guerriere. Nonostante ciò, si deve dedurre che comunque lo STATO MITANNICO fosse inizialmente governato da un'aristocrazia ARIOEUROPEA, giunta da Oriente e detentrice di ancestrali conoscenze. La conquista della zona settentrionale della MESOPOTAMIA, a metà del secondo millennio a.C., fu dovuta alla padronanza che i MITANNI avevano nell'uso dei carri da guerra, da cui anche il nome del qui presente Re TUSHRATTA. La capitale del REGNO DI MITANNI era WASSUKANNI. Il dio principale del pantheon mitannico era TESHUB, dio della montagna, padre di tutti gli dèi, vertice della triade formata da TESHUB (il dio-padre), KHEBAT (la dea-madre) e dal dio-figlio SHARRUMA. Consistente fu l'influenza mesopotamica nella religione mitannica, come la dea ISHTAR evocata nelle presenti lettere. La letteratura mitannica comprende l'importante poema "ULLIKUMMI", che descrive le gesta degli dèi; il nome di ULLIKUMMI è stato interpretato come "IL DISTRUTTORE DI KUMMIYA", che era il principale luogo di culto del dio TESHUB; alla fine, nel poema, il dio EA annienta con i suoi poteri magici il terribile ULLIKUMMI. E' da sottolineare come in un trattato stipulato dal Re hittita SHUPPILULIUMA e il Re di MITANNI SHATTIWAZA (1340 - 1310 a.C.) siano evocate divinità vediche come MITRA, VARUNA, INDRA, NASATYA, ASVINS. Il Re TUSHRATTA (1354 - 1340 a.C., periodo del suo regno), mittente delle seguenti missive, sarà l'ultimo dei "Grandi Re" di MITANNI, in quanto l'invasione hittita ridurrà questo Regno da potenza egemone a proprio vassallo. Dopo una prima fase di conflitti armati con gli EGIZI, fra il 1550 e il 1450 a.C., le due potenze egizia e mitannica giunsero ad accordi di non-espansione e di reciproco riconoscimento, con i confini dello STATO MITANNICO stabiliti tra QATNA e QADESH, sulla VALLE DELL'ORONTE, e tra ALALAKH e UGARIT sulle coste. Ne seguì un intenso interscambio di doni, di matrimoni dinastici, anche se non basati sulla reciprocità, in quanto spose straniere non erano mai ammesse al rango di regina in EGITTO, come perentoriamente ribadito da AMENHOTEP III nella precedente lettera di risposta al Re babilonese KADASHMAN ENLIL, che si lamentava di come sua sorella fosse stata confusa fra le componenti del numeroso harem del Faraone, e di come le sue insistenti richieste per avere anch'egli in sposa una principessa egizia fossero rigettate: "Da sempre, una figlia del Re d'Egitto, non viene data a nessuno!". Un singolare episodio è da ricordare riguardo la principessa di MITANNI, KELU EBA, che nella lettera "EA 19" (la seconda di questo capitolo) Re TUSHRATTA promette in sposa ad AMENHOTEP III: lo scarabeo celebrativo di AMENHOTEP III per il matrimonio con la principessa di MITANNI, nomina la nuova arrivata (KELU EBA) assieme al suo seguito di ancelle e di doni, ma ribadisce al contempo il ruolo predominante della Regina egizia TEYE, nel caso non si fosse capito che le spose straniere sarebbero state destinate, inevitabilmente, all'anonimato del folto harem faraonico. In realtà una vera reciprocità non fu mai messa in atto dagli EGIZI, forti della propria cultura e della ricchezza della VALLE DEL NILO, considerata un vero eden, nonchè dell'inestimabile risorsa d'oro delle miniere della NUBIA; non è infatti un'esagerazione quando i Re stranieri nelle missive dicono che "in EGITTO l'oro è come polvere". L'EGITTO, dal canto suo, aveva bisogno di legname di cui però si poteva fornire presso i vassalli della TERRA DI CANAAN, con i preziosi CEDRI DEL LIBANO, rendendosi anche in questo caso indipendente dai Grandi Re suoi pari. Le qui presenti lettere di TUSHRATTA DI MITANNI delineano una personalità più raffinata dei Re babilonesi e assiri delle lettere precedenti, in quanto TUSHRATTA dimostra aspetti psicologici più manipolatori, meno grossolani di quelli di KADASHMAN ENLIL, BURNA BURIASH e di ASHUR UBALLIT; innanzitutto le richieste d'oro per il mausoleo che il Re vuole costruire sono sempre precedute da dimostrazioni di gratitudine, affetto e stima, solo secondariamente vengono introdotte le lamentele per mancanze del Faraone nei suoi confronti. TUSHRATTA si vanta inoltre con il Faraone, nella prima lettera "EA 17", di aver ucciso gli assassini di suo fratello capitanati da un certo UTHI, e di come, in seguito a questo complotto, l'intero Regno si fosse rivoltato contro di lui. Ma quella di TUSHRATTA fu comunque una triste storia, con un tragico epilogo, poichè questo Re fu successivamente assassinato dallo stesso figlio, SHATTIWAZA, accordatosi con HITTITI e ASSIRI, condividendo la stessa sorte del fratello da lui vendicato. Nell'ultima lettera, "EA 23", TUSHRATTA descrive l'invio di una statua della dea ISHTAR in EGITTO, perchè interceda per la guarigione del Faraone caduto vittima di una malattia. L'appellativo "NIBMUWARIYA" o "NIMMURIYA" per il Faraone è una deformazione accadica di "NIMMAATRA" (credente nella giustizia di Ra).
PROTAGONISTI:
RE TUSHRATTA DI MITANNI: 1354 - 1340 a.C., il cui nome significa "Dagli splendidi carri", figlio di SHUTTARNA II, salì al trono dopo aver consumato la vendetta contro un certo UTHI, menzionato nelle lettere, che aveva ordito un complotto uccidendo suo fratello maggiore ARTASHUMARA.
AMENHOTEP III: il cui nome significa "Amon è contento", sovrano della XVIII dinastia egizia, padre di AKHENATON. Data di nascita: 1411 circa a.C.
PERIODO STORICO: XVIII dinastia egizia, regno di AMENHOTEP III (padre di Akhenaton), 1354 - 1340 a.C.
SUPPORTO: tavolette d'argilla scritte in accadico cuneiforme, che all'epoca era idioma internazionale.
TUSHRATTA AD AMENHOTEP III (1)
" Nibmuwariya, Re d'Egitto, mio fratello, dì: così parla Tushratta, Re di Mitanni, tuo fratello. Io stobene. A te, salute! A Kelu Eba mia sorella, salute! Alla tua casa, alle tue mogli, ai tuoi figli, ai tuoi Grandi, alle tue guardie, ai tuoi cavalli, ai tuoi carri, entro il tuo Paese, tanta salute! Quando io mi insediai sul trono di mio padre, io ero piccolo. Uthi fece una cosa non bella contro la mia terra, e cioè uccise il suo Signore. A motivo di ciò, non permise a me di fare alleanza con quelli che mi amano. Io però ancora di più, a motivo di queste cose non belle che venivano fatte nella mia terra, non rimasi negligente, e gli uccisori di mio fratello Arthashumara, con tutte le loro cose, io a mia volta li uccisi. Poichè tu eri alleato con mio padre, io ho scritto riguardo a ciò, e te l'ho detto, affinchè mio fratello lo oda e si rallegri. Mio padre ti amava, e anche tu amavi mio padre. Mio padre, secondo la sua amicizia, ti diede in moglie mia sorella. Chi altri mai fu unito come te con mio padre? Inoltre, l'anno dopo che mio fratello morì, la terra di Hatti si gettò contro di me tutta quanta. Quando il nemico venne nella mia terra, il mio Signore Teshub lo diede in mano mia, e io lo sconfissi. Fra di loro non ci fu nessuno che tornasse nella sua terra. Ecco che io ti mando un carro e due cavalli, un ragazzo e una ragazza, dal bottino di Hatti. In dono per mio fratello mando cinque carri e cionque pariglie di cavalli. Il dono per mia sorella Kelu Heba, un paio di spilloni d'oro, un paio di orecchini d'oro, un amuleto d'oro, e una fiala piena d'olio profumato io le mando. Ecco che uio mando Keliya mio segretario e Tunip Ibri. Mio fratello subito li rilasci, che subito mi riferiscano la notizia e quale sia la salute di mio fratello io oda e mi rallegri. Mio fratello cerchi l'alleanza con me, e mio fratello mi mandi i suoi messaggeri, che mi portino l'augurio di mio fratello, e io lo oda". (EA 17)
THUSHRATTA AD AMENHOTEP III (2)
"A Nimmuriya, grande Re, Re d'Egitto, mio fratello, mio genero che mi ama e che io amo, dì: così parla Thushratta, grande Re, tuo suocero che ti ama, Re di Mitanni, tuo fratello. Io sto bene, salute a te! Alla tua casa, a mia sorella e al resto delle tue mogli, ai tuoi figli, ai tuoi carri, ai tuoi cavalli, alle tue truppe, alla tua terra, a tutto ciò che è tuo, tanta salute! Fin dal tempo dei tuoi padri, essi con i miei padri sono stati in stretta amicizia. Tu ancora di più hai aumentato, e sei stato amico con mio padre molto strettamente. Adesso tu, poichè con me siamo amici l'un l'altro, dieci volte più di mio padre tu hai aumentato. Gli dèi concedano loro che noi siamo amici così; Teshub mio Signore e Amon lo proclamino per sempre. Quando mio fratello mandò il suo messaggero Mane, mio fratello disse così: "Mandami in moglie tua figlia, come Regina d'Egitto!" Io non rattristai il cuore di mio fratello e immediatamente dissi: "Sì, certo!" Colei che mio fratello desiderava, io la mostrai a Mane, che la vide. Come la vide, la lodò intensamente! In pace nella terra di mio fratello la condurrò; Ishtar e Amon la rendano adeguata a quel che mio fratello ha in cuore. Keliya, mio messaggero, mi ha portato le parole di mio fratello. Quando le ho udite, ed erano molto buone, mi sono rallegrato moltissimo. Così io ho detto: "Questo c'era già davvero fra di noi, di essere amici l'un l'altro, ma ecco che con questa parole saremo amici per sempre!" Quando scrissi a mio fratello, dissi così: "Siamo amici stretti e fra di noi siamo alleati!"; e a mio fratello dissi così: "Mio fratello mi aumenti dieci volte più di mio padre!" A mio fratello chiesi molto oro dicendo così: "Mio fratello mi aumenti e mi mandi molto di più che a mio padre!" A mio padre tu facesti portare molto oro, gli facesti portare grandi bacili d'oro e grandi giare d'oro, gli facesti portare lingotti d'oro come se fossero di rame raaffinato. Quando mandai Keliya da mio fratello, e chiesi tanto oro, così dissi: "Mio fratello mi aumenti dieci volte più di mio padre, e mi mandi molto oro che non sia lavorato". Mio fratello mi mandi molto più che a mio padre! A mio fratello io dissi così: "Devo fare un mausoleo per mio nonno", e così io dissi: "Io farò certamente le attrezzature secondo la risposta positiva", e inoltre dissi così: "L'oro che mio fratello manderà, lo mandi per la contro-dote" (Nota per "contro-dote": "theratu", ovvero un complesso di beni donati dallo sposo al suocero e da questi assegnati alla figlia che li porta con sè mantenendone la proprietà, come un'aassicurazione). Adesso mio fratello ha mandato l'oro. Io dico così: è davvero poco, o no? E se non è poco, ma molto, però è lavorato! Ma anche se per di più è lavorato, per questo (nonostante ciò) mi sono rallegrato molto. Tutto ciò che mio fratello manderà, io ne sarò sempre fortemente rallegrato. Adesso però, ecco che io scrivo a mio fratello, e mio fratello aumenti l'amicizia per me più che per mio padre. Ecco, io ho chiesto a mio fratello dell'oro; l'oro che ho chiesto a mio fratello, avevo due motivi per chiederlo: prima cosa per il mausoleo, e seconda cosa per la contro-dote. Mio fratello mi mandi moltissimo oro non lavorato, mio fratello mi mandi oro più che a mio padre! Tanto nella terra di mio fratello l'oro è abbondante come polvere! Gli dèi gli concedano che, come già adesso nella terra di mio fratello l'oro è abbondante, l'oro diventi abbondante dieci volte più di adesso! L'oro che io ho chiesto non rattristi il cuore di mio fratello, ma mio fratello non rattristi il mio cuore! Mio fratello mi mandi oro non lavorato, in grande abbondanza, e tutto ciò che mio fratello desidera per la sua casa, lo scriva e se lo prenda! Io ricambierò dieci volte i desideri di mio fratello. Questa terra è la terra di mio fratello, e questa casa è casa sua! Ecco, come mio messaggero io ho mandato a mio fratello Keliya. Mio fratello non lo trattenga, subito lo rilasci e venga via. Come ho sentito gli auguri di mio fratello, e mi sono molto rallegrato, così possa io sentire per sempre gli auguri di mio fralello! Queste cose che ci scriviamo, il mio Signore Teshub e Amon ce le concedano, e raggiungano i loro confini. Come sono adesso, finchè saranno, siano sempre uguali. Come adesso siamo amici, così per sempre siamo amici. Ecco, come dono per mio fratello: una coppa d'oro, col manico intarsiato di lapislazzuli naturale; una collana massiccia di venti elementi di lapislazzuli naturale montato in oro; una collana massiccia di quarantadue elementi di agata naturale e quaranta d'oro, a forma di melagrane, il cui elemento centrale è un'agata naturale montata in oro; dieci pariglie di cavalli e dieci carri di legno con tutti gli accessori; trenta servi e serve, come dono per mio fratello ho mandato". (EA 19)
THUSHRATTA AD AMENHOTEP III (3)
"A Nibmuwariya, Re d'Egitto, mio fratello, mio genero che io amo e che mi ama, dì: così parla Thushratta, Re di Mitanni, tuo suocero che ti ama, tuo fratello. Io sto bene. A te, salute! Alla tua casa, alle tue mogli, ai tuoi figli, ai tuoi Grandi, ai tuoi carri, ai tuoi cavalli, alle tue truppe, nella tua terra, a ogni tua cosa, tanta salute! Mane, il messaggero di mio fratello è venuto per l'alleanza, per prendere la moglie di mio fratello come Signora d'Egitto. La tavoletta che ha portato io l'ho letta e ho udito le sue parole, e le parole di mio fratello sono state molto buone, e io mi sono rallegrato moltissimo, come se avessi visto mio fratello in persona, quel giorno. Quel giorno e quella notte li ho passati in festa (lett: li ho fatti buoni). Tutte le parole di mio fratello, che Mane ha portato, io le eseguirò. Quest'anno stesso, adesso, darò a mio fratello sua moglie, e all'Egitto la sua Signora! A mio fratello la porteranno! In quel giorno Hanigalbat ed Egitto diventino una persona sola! Per il seguente motivo Mane è stato trattenuto appena un po', fratello mio: volevo mandare subito Keliya e Mane, e non li avrei certo trattenuti. Così, fratello mio, per mandare i lavori li ho trattenuti; il lavoro non l'avevo ancora fatto, per farlo al decuplo per la moglie di mio fratello. Adesso farò il lavoro. Entro sei mesi manderò Keliya, mio messaggero, e Mane, messaggero di mio fratello; darò la moglie di mio fratello, ed essi porteranno a mio fratello. Ishtar mia Signora, e Signora del mio Paese, e Ammone, dio di mio fratello, la rendano adeguata alle aspettative di mio fratello! Porteranno la sposa a mio fratello, e quando mio fratello la esaminerà, vedrà che è cresciuta molto e constaterà che è diventata come voleva mio fratello. E mio fratello vedrà che il dono che io do a mio fratello è più grande che in precedenza. Ecco, Haramasha, che mio fratello mi aveva mandato, io lo mando e gli affido questa lettera. Mio fratello legga il mio messaggio, ascolti le sue parole (....) Haramasha ho mandato a mio fratello, in quanto (....) mio fratello, le sue truppe non ho (....porzione di testo danneggiato....). Riguardo all'oro che mio fratello ha mandato (....) tutti i miei ospiti io radunai. L'oro che mio fratello mi ha mandato, alla presenza di tutti loro è stato aperto (....) tutti quanti. Erano sigillati, eppure non era fatta d'oro (....) pieni. Essi piansero moltissimo e dissero così: "Tutta questa roba non è fatta d'oro!". E dissero ancora: "In Egitto l'oro è più abbondante della polvere, e per di più mio (forse errore di trascrizone) fratello ti ama tanto! Che razza di uomo è che ama ma non gli dà altro che questa roba?" Quello che è desiderato, in Egitto è più abbondante della polvere, e chiunque può darne a chiunque tanto quanto non ha principio nè fine! Così io risposi: "Che posso dire? In vostra presenza non dirò più. Mio fratello, il Re d'Egitto, mi ama moltissimo". Mio fratello se la prenda a cuore, se io mi sono sentito male o no! Mi perdoni, Teshub mio Signore mi conceda di non dover mai più arrabbiarmi con mio fratello! Così ho detto a mio fratello, cosicchè mio fratello sappia. Mane, messaggero di mio fratello, e le truppe di mio fratello che sono venute insieme a Mane, io li ho onorati tutti quanti e li ho perfino fatti ingrassare parecchio. Ecco ora Mane verrà da te, mio fratello gli chieda quanto intensamente è stato onorato! Egli dirà a mio fratello, e mio fratello udrà come li ho trattati! Come richiesto, Mane non è certo morto! E' sempre lui, non è neanche ammalato! Mio fratello mi mandi molto oro non lavorato; mio fratello mi aumenti rispetto a mio padre! Teshub e Amon concedano che mio fratello esprima la sua amicizia, che mio fratello mi glorifichi molto, al cospetto del mio Paese e al cospetto degli ospiti! Per sempre, ciò che mio fratello desidererà, io faro, e mio fratello quanto a me: ciò che io desidero egli faccia. Come gli uomini amano il Sole, così gli dèi ci concedano per sempre di amarci in cuor nostro! Ecco, come dono per mio fratello io ho mandato a mio fratello una fune di chiavistello di (....) la cui base è un cristallo di rocca placcata d'oro; un (....) che afferra in mano (....) di agate naturali, montate in oro, che per la mano (....) vanno. (EA 20)
TUSHRATTA AD AMENHOTEP III (4)
"A Nimmuriya, grande Re, Re d'Egitto, mio fratello, mio genero che io amo e che mi ama, dì: così parla Tushratta, grande Re, Re di Mitanni, tuo fratello, tuo suocero che ti ama. Io sto bene. A mio fratello e mio genero, salute! Alle tue case, alle tue mogli, ai tuoi figli, ai tuoi uomini, ai tuoi carri, ai tuoi cavalli, alla tua terra, a tutto ciò che è tuo, tanta salute! Ho dato mia figlia in sposa a mio fratello che amo. Il Sole e Ishtar la accompagnino! Sia adeguata alle aspettative di mio fratello! E mio fratello quel giorno si rallegri! Il Sole e Ishtar benedicano mio fratello di una grande benedizione egli diano una buona gioia. E tu, fratello mio, possa tu vvere per sempre! Mane, il messaggero di mio fratello, e Hani, l'interprete di mio fratello, io li ho ingranditi divinamente, ho dato loro doni abbondanti, li ho trattati benissimo, perchè il loro comportamento è stato buono.In tutte le loro cose, io non ho mai visto un uomo che si comportasse così. I miei dèi e gli dèi di mio fratello li proteggano! Ecco, ho spedito a mio fratello Nahramashi che esegua ciò che tu vedrai, e ho fatto portare in dono a mio fratello una collana di lapislazzuli naturale e d'oro. E per centomila anni stia sul collo di mio fratello!"(EA 21)
TUSHRATTA AD AMENHOTEP III (5)
"A Nimmuriya, Re d'Egitto, mio fratello, mio genero che io amo e che mi ama, dì: così parla Tushratta, Re di Mitanni, che ti ama, tuo suocero. Io sto bene! Salute a te! Alla tua casa, a mia figlia Tadu Heba, a tua moglieche tu ami: salute! Alle altre tue mogli, ai tuoi figli, ai tuoi Grandi, ai tuoi carri, ai tuoi cavalli, alle tue truppe, alla tua terra, a tutto ciò che è tuo, tanta tanta tanta salute! Così ha detto Ishtar di Ninive, Signora di tutte quante le terre: "Voglio andare in Egitto, nella terra che amo, per poi tornare!". Ecco che ora te la mando, viene! Ecco che già al tempo di mio padre è venuta una prima volta in quella terra!Comem già in passato risiedette lì e la onorarono, così pure adesso, mio fratello la onori dieci volte più che in passato. . Mio fratello la onori più di buon grado e le consenta di tornare! Ishtar Signora dei cieli protegga noi due, mio fratello e me, per centomila anni! Questa Signora dia a entrambi noi una grande gioia, che noi agiamo come soci! Ishtar, per me è la mia divinità, ma per mio fratello non è la sua divinità" (Sul rovescio della tavoletta iscrizione in ieratico: "Anno 36, mese 4 dell'inverno, giorno 1, quando si risiedeva nel castello meridionale "Casa della Gioia". Copia della lettera di Naharina portata dal messaggero....) (EA 23)
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DOSSIER DI TUSHRATTA DI MITANNI: LA LETTERA IN HURRITA AD AMENHOTEP III - LETTERE DI AMARNA (Parte seconda, con la traduzione di MAURO GORGIERI)
Abbiamo diviso in paragrafi questa lunghissima lettera in lingua hurrita scritta dal RE DI MITANNI TUSHRATTA ad AMENHOTEP III, siamo quindi fra il 1354 e il 1340 a.C. Come precisato, questa missiva non è scritta in accadico, che al tempo era idioma internazionale, abitualmente usato per le relazioni diplomatiche, ma in HURRITA, l'idioma del REGNO DI MITANNI il cui popolo portava la denominazione di HURRITI o KHURRITI e il REGNO DI MITANNI era anche chiamato LA TERRA DI HURRI o HANIGALBAT. La lingua HURRITA apparteneva ad un ceppo che non poteva essere identificato nè come semita nè come indoeuropeo; veniva parlata fino al 1000 a.C. nelle zone dell'ANATOLIA dove era stanziato il popolo dei KHURRITI. La presente tavoletta è scritta in lingua HURRITA con i caratteri cuneiformi usati per l'ACCADICO e i molti punti non si è ancora potuta tradurre, in quanto gli studi sulla lingua HURRITA sono ancora lontani dall'aver raggiunto un livello soddisfacente. Nella prima parte di questo dossier abbiamo ampiamente trattato sull'origine del REGNO DI MITANNI e sulla storia di RE TUSHRATTA. Questa lettera era destinata probabilmente ad accompagnare la principessa mitanna TADU HEBA, figlia di TUSHRATTA, alla corte egizia, per il matrimonio con il faraone. In questa lettera RE TUSHRATTA annuncia ad AMENHOTEP III l'arrivo della figlia TADU HEBA come promessa sposa del Faraone. La principessa è accompagnata da una ricca dote ed il RE DI MITANNI si lamenta con il Faraone AMENHOTEP III per non aver contraccambiato con la contro-dote in modo altrettanto soddisfacente. La "contro-dote": "theratu", era un complesso di beni donati dallo sposo al suocero e da questi assegnati alla figlia che li porta con sè mantenendone la proprietà, come un'assicurazione. Segue la richiesta pressante da parte di TUSHRATTA che il Faraone faccia modellare una statua in oro colato di TADU HEBA (paragrafo 25). In secondo luogo si raccomanda il rilascio immediato dei messaggeri: KELIYA (un notabile, o "Grande"), AR TESHUB e ASALI (quest'ultimo uno scriba, come precisato dallo stesso Re). MANE, invece, era l'elogiato messaggero del Faraone, l'unico di cui TUSHRATTA si fidasse, ed infatti ribadisce di volere solo lui come inviato, giacchè alla Corte egizia correvano molte malignità nei confronti del RE DI MITANNI e del suo Paese (paragrafo 27). I primi paragrafi sono, ahimè, quasi illeggibili a causa sia del materiale danneggiato che della difficile traduzione; questo vale anche per molti punti successivi, purtroppo.
(1) "A Nimmuriya, Re d'Egitto, mio fratello, mio genero che io amo e che mi ama dì: così parla Tushratta, Re di Mitanni, tuo suocero che ti ama, tuo fratello. Io sto bene. A te, salute! A mio genero, alle tue mogli, ai tuoi figli, ai tuoi Grandi, ai tuoi cavalli, ai tuoi carri, alle tue truppe, nella tua terra e a ogni tua cosa, tanta salute!
(2) Così è! I nostri predecessori, i miei e quelli di mio fratello, erano in rapporti di amore reciproco. (....) tutti (....) nel/dal Paese d'Egitto. Ma il Paese di Hatti e i (....) del Paese di Hatti sono (....) molti sono (?). Come (....) e il Paese di Hatti è (?) il (....) del Paese di Hurri (....) come suo nemico.
(3) (....) Così è! (....) ma non è un suo nemico. (....) mio fratello molto ha onorato (?) / ha colmato di doni (?). (....) Che possano (?) essere l'un l'altro amici, il Paese di Hurri (....) e il Paese (....) si aiutino l'un l'altro. (....) Teshub (....lunga porzione di testo incomprensibile).
(4) (....) io realizzo (....) e io lo darò (?) (....) quattro (....) ed egli lo ha dato.
(5) La figlia di Shuttarna, mio padre, (....) dal (....) di mio nonno (....) due (mio fratello mi ha scritto (....) dicendo: "Dammi (?) tua figlia in moglie!". Ed io non ho detto "No" ad Ashutemi. (....) a Mane, tuo inviato, (....) degli (....) di mio fratello, che (....) bene (in tutto assai (....) a mio (?) fratello (?) quello in tutto e (....) io ho fatto bene.
(6) (....) Mane, il tuo inviato: " (....) la consegna in olio di buona qualità per il suo (=di Tadu Heba) capo egli (= Mane?) ...rà e l'olio sia messo (= versato sul suo capo! La figlia (?) di mio fratello sia mia moglie (?) e Signora del Paese d'Egitto, ella (....)". La consegna ha accompagnato (?) sancito (?) ogni (....).
(7) (....) ora mio fratello ha fatto un invio e la contro-dote (....) e tutto il mio (....) mio fratello (....) assai (....) completamente tutto il mio Paese assai. Ed io ho fatto tutto ciò completamente (....) assai bene. Insieme ai miei (....), che io amo, anche Mane, il tuo inviato, ha visto le cose che io ho fatto completamente.
(8) Come ora mio fratello ama me, come ora io amo mio fratello, così possano essi, gli dèi Teshub, Shaushka, Amon, Shimige ed Ea Sharri amarci assai nei loro cuori! Che noi possiamo per lunghi anni gioire assai in maniera felice! E che tra di noi, in maniera benevola, l'uno possa realizzare per l'altro molto bene le cose che noi desideriamo!
(9) Keliya, il mio inviato, ha riportato la seguente notizia, dicendo così: "Tuo fratello, Nimmuriya, Signore d'Egitto, ha fatto un dono (....) E a Ihibe, la città di Shimige, l'ha fatto giungere e a Shimige, suo dio, suo padre l'ha portato/elevato: voleva aumentare assai perfino tutti i doni dei suoi predecessori e il Paese di tuo fratello guardò con stupore alla ricchezza del dono. Così il dono partì e tuo fratello stesso è stupito a questo riguardo in considerazione del dono". E Keliya annunciò grandiosamente la partenza del dono, dicendo così, che egli lo (= il dono) seguì per diecimila vie, che egli così lo raggiunse alla città di Shimige: ed io sono molto ammirato di ciò! Così egli raccontò ciò che fece. Le cose che a tal riguardo sono state fatte come (....) del Paese di mio fratello, le cose che riguardo al dono di mio fratello ha fatto come (....), le suddette cose possano Shimige, Amon ed Ea Sharri restituirle nei confronti di mio fratello e del suo Paese come gloria, come (....) e come vita! Le cose che mio fratello riguardo al dono fece nei confronti di Shimige, suo dio, suo padre, le suddette cose Shimige darà a mio fratello. E tutte le cose che mio fratello desidera in cuor suo, Shimige comincerà a farle: così è!
(10) Mio fratello non si affligga per quella cosa! Gli inviati di mio fratello, che io in fretta ho lasciato andare, li ho forse (....) trattenuti? Che mio fratello li ascolti! Keliya il mio inviato e Mane, il tuo inviato, io ho lasciato andare ed essi stanno venendo da mio fratello. (....) e mio fratello li ha (....) ed essi si stanno affrettando molto, come si conviene. Io che non avevo fatto nulla per la moglie di mio fratello, quando udii che Keliya e Mane erano in partenza, mi sono (....) e (....) della dote della moglie di mio fratello (....) io dovevo occuparmi assai secondo il desiderio di mio fratello: pur dalle nostre terre lontane noi saremo comunque vicini!
(11) Soltanto una cosa voglio dire a mio fratello e mio fratello la stia a sentire! Ecco: Mane, il messaggero di mio fratello, sta giungendo. Quando un dono nuziale è portato, quando appunto Mane ha portato la contro-dote che mio fratello ha inviato come mio dono, io radunai il mio Paese, e tutta la mia nobiltà, quanta ve n'è, era presente. Allora io ho detto a Mane: "Tutte le casse di doni/gli oggetti che mio fratello ha fatto portare, tutti gli involucri sigillati che mio fratello ha fatto portare, sono giunti intatti (....). Rompili tutti gli involucri sigillati! Confronta/verifica gli oggetti con la lista! Esponi la messe di doni!"
(12) Ed egli li fece molto (....) ed io dissi: il mio Paese mi (....)-rà, la mia nobiltà mi (....)-rà. Se gli involucri sigillati e tutte le casse di doni/gli oggetti (....) tutti (....) al mio Paese e alla mia nobiltà (....)
(13) (....)Io (....). Se io/me molto, assai (....) e mio fratello informerà me (....), che sono (....). Che gli dèi non permettano (....)! Io ne sarei addolorato! Se ciò (....)-rà, mio fratello mi farà portare in dono una spedizione d'oro ed io potrò gioire di ciò in cuor mio moltissimo, completamente. Così ora io le (=queste cose) ho dette a mio fratello ed egli lo sa!
(14) Ora mio fratello possa mettere in viaggio Mane, il suo messaggero. Se egli portasse con sè le casse di doni/gli oggetti: quattro di (....), due d'avorio (....) oro, tutti di ottima qualità, come io per un grande dono già ho gioito molto grandemente, così io potrei gioire molto grandemente riguardo a ciò che mio fratello mi farà portare.
(15) Le cose che Teshub ed Amon hanno fatto tra di noi, possano essere onorate! Come (....) ama, così noi, tra di noi (....). Noi siamo uniti tra di noi: per questo (....) il Paese di Hurri ed il Paese d'Egitto sono uniti tra di loro come un'unica cosa e (....) è come se io fossi il Signore del Paese d'Egitto e mio fratello fosse il Signore del Paese di Hurri. Tanto questi due paesi sono come un tutt'uno, quanto anche noi, i loro Signori! Se queste grandi cose come (....) a noi nella nostra parità di rango (per mezzo del matrimonio) i nostri dèi (....)-no, noi non restituiremo forse il (....) dei nostri dèi Teshub ed Amon? Chi ha mai mostrato tanto amore al pari dei miei predecessori e di me? Che altro? Tutte le cose, che sono onorate (? oppure: date in dono), esse (....)tra di noi/per noi. Così è! I Paesi (....)-ranno, tra di noi/per noi essi possano (....)! Tutti gli altri Paesi che(....) mio/a mio fratello, per quanto concerne quest'ultima cosa: io voglio essere in relazioni di amore reciproco con mio fratello! Così è!
(16) Possa mio fratello mettere in viaggio Mane! Se (....) ed io ho dato il (....) in maniera giusta, gli altri Paesi e tutti gli inviati sono presenti (....) gli altri Paesi e la mia servitù sono presenti. Se io (....) alla mia testa, se Mane non è presente, (....), le altre cose che faccio, cosa sono? Così mio fratello intrattenga relazioni di amore reciproco con me! (....) tutti i Paesi (....)
(17) Mane, il tuo messaggero, è un'ottima persona: in tutto il mondo non esiste una persona così! (....) Così nel mio Paese mio fratello (....) che io ho visto, ciò che di utile e valido egli (= Mane) ha fatto nel mio Paese, non esiste. Mio fratello ha cresciuto Mane. Di lui (....) non esiste. La parolache Mane dirà a mio fratello è buona e vera. Che mio fratello possa (....). Egli (= Mane) non è malevolo: non si oppone a mio fratello nella sua parola. Ed egli dice (....). Egli non dice forse ciò che è vero in maniera saggia e ciò che è saggio in maniera vera?
(18) Ed ora mio fratello ha fatto una spedizione; e proprio Mane mio fratello ha inviato. E un esercito mio fratello (....) ha inviato (....) ed egli è venuto (....). Mio fratello (....) e Mane mio fratello (....) moltissimo (....)io non ho fatto. Come i (....) del mio Paese (....lunga porzione di testo indecifrabile....)
(19) Coloro che viaggiano con Mane, la carovana di mo fratello, possa risplendere! Anche gli altri io ho nutrito parecchio (....). L'esercito di mio fratello (....) ed io li ho saziati (....). Così essi sono stati nutriti (....). Ed essi erano qui, così (....) e quelli possano esserci per dire come io ho nutrito l'esercito di mio fratello, come l'ho saziato. Mio fratello ha chiesto una moglie e (....) egli ha scritto: ed ora io l'ho datta ed ella è andata da mio fratello. Chiunque possa vedere come tutto quel (....) sia soddisfacente. Tutto il suddetto è la sua grande gioia e non (....). Così è! Tanto il Paese di Hurri, completamente, quanto il Paese d'Egitto, completamente, a causa di tutto ciò che la moglie di mio fratello mostra/presenta a mio fratello, non resterà cieco riguardo a tutto il suddetto. Così è! (....) Così è!
(20) Ed ora io ho dato una moglie per mio fratello, ed ella è andata da mo fratello. Quando ella giungerà, mio fratello vedrà in qual maniera ella è data: ella viene per mio fratello ed è adeguata alle aspettative di mio fratello. Inoltre mio fratello vedrà la dote in qual maniera essa è data (?): pur (?) dalle nostre terre noi siamo vicini, noi non siamo lontani! Le cose che ho fatto portare a mio fratello, io le ho fatte portare: mio fratello le vedrà! Esse vengono a mio fratello ed esse (....) ed esse (...)
(21) Ed ora, quando la moglie di mio fratello giungerà, quando ella sarà presentata a mio fratello, che la si abbigli in una maniera adeguata al mio (....) di me, che la si presenti in una maniera adeguata al mio (....)! Che mio fratello raduni tutto quanto il Paese! Che siano presenti anche tutti gli altri Paesi e i nobili e tutti gli ambasciatori! Che si mostri a mio fratello la sua dote, che si esponga ogni cosa al suo cospetto! Quando ciò sarà esposto al cospetto di mio fratello, che si possa (....) da/in un'unica terra! Che mio fratello prenda tutti i nobili, tutti gli ambasciatori, tutti gli altri Paesi ed i "marijannu" (= termine indoeuropeo per "giovane guerriero conduttore di carro" - dal vedico "marya") che vuole per fare il suo ingresso! Che si esponga la dote! Che essa sia soddisfacente!
(22) Ed ora, la figlia di mio padre, mia sorella, proprio lei, è lì, e la tavoletta della sua dote, proprio quella, è disponibile. Anche la figlia di mio nonno, sorella di mio padre, proprio lei, è lì, ed inoltre la tavoletta della sua dote, proprio quella, è disponibile. Che mio fratello si faccia consegnare le loro tavolette ed ascolti le parole delle loro due tavolette! E che mio fratello si faccia consegnare la tavoletta della dote che io ho dato ed ascolti come la dote è cospicua, buona ed adeguata a mio fratello!
(23) Se invece le tavolette della dote di mia sorella e della sorella di mio padre non sono più disponibili, mio fratello da sè (....). Non c'è nulla che egli non sappia: egli sa da sè che esse erano disponibili, cosa che anche gli altri Re sanno.
(24) Soltanto una cosa voglio dire a mio fratello e mio fratello la stia a sentire! Io ho onorato mio fratello con amore più di quanto non abbiano fatto i miei predecessori. Così io l'ho onorato. Voglio dire: le cose che mio nonno Artatama fece per tuo padre erano in una maniera adeguata al (....). Ma io da solo con il mio invio di doni le ho decuplicate. Le cose che a sua volta mio padre fece per te, quelle io da solo con il mio invio di doni le ho decuplicate. Le cose che mio nonno e mio padre hanno fatto portare in dono a tuo padre e a te, erano senza dubbio generose, ma il loro valore non eguaglia quello delle mie. Ed ora mio fratello vedrà le cose che gli ho fatto portare. Così voglio far portare doni a mio fratello! Così è! Così voglio agire lealmente con mio fratello, così voglio dimostrargli amore reciproco: così è!
(25) Ma mio fratello non ha ripagato con l'oro i cavalli nel modo in cui furono ripagati i miei predecessori. Il suo (....) d'oro che tuo padre fece portare a mio nonno come contro-dote, e ciò che tu hai fatto portare a mio padre come contro-dote, era perfino molto più del (....) di tuo padre. Ma a me mio fratello non ha corrisposto ciò che ha fatto portare come contro-dote per mio padre. Che mio fratello mi glorifichi al cospetto dei Re miei pari-rango e degli altri Paesi! Che mio fratello faccia sì che io sia provvisto di oro in grande quantità e che essi mi vedano! Che mio fratello (....) realizzi soltanto la mia parola e non addolori il mio cuore! Che mio fratello (....) una statua d'oro fuso di mia figlia, sua moglie! Che mio fratello realizzi (....porzione di testo indecifrata....). Così essi (....)-no! Ciò che mio fratello fa con cuore (....porzione di testo indecifrata....) a mio fratello (....). Che egli non addolori il mio cuore! che mo fratello fornisca una cosa soddisfacente nella maniera richiesta, conforme alle mie aspettative! Che mio fratello mi onori assai più dei miei predecessori, che egli mi glorifichi al cospetto del mio Paese e non addolori il mio cuore! Per il motivo seguente innanzitutto ho richiesto a mio fratello una statua di mia figlia in oro colato, perchè so che mio fratello ama la mia persona moltissimo, di cuore, e perchè d'altra parte so che l'oro per mio fratello, nel suo Paese, è (....) in grande quantità e che per lui non ha valore. Che mio fratello non lo trattenga e non rattristi il mio cuore!Che mio fratello fornisca una cosa soddisfacente nella maniera desiderata, nella maniera stabilita! E in secondo luogo che mio fratello fornisca una statua d'avorio! Come io lo dirò al cospetto della mia divinità, Shaushka di Ninive: "Che possa esserci per me (....) una statua d'oro!"; così è! Con la terra e con il cielo (....). Così esse (= le parole dell'iscrizione) siano: "Questa statua d'oro colato è Tadu Heba, figlia di Tushratta, Signore di Mitanni, che egli ha dato in moglie a Immuriya, Signore d'Egitto. Immuriya ha fatto la statua, in oro colato, e l'ha fatta portare con amorevolezza a Tushratta".
(26) A causa di tutto ciò noi siamo uniti tra di noi e ci amiamo moltissimo l'un l'altro, ed anche i nostri Paesi si aiutano tra loro. Oh se non esistesse alcun nemico di mio fratello! Ma se una volta a mio fratello un nemico dovesse entrare nel suo Paese e mio fratello mi scrivesse, la gente di Hurri, armature, armi, in una sola parola: tutto sarà a disposizione contro il nemico di mio fratello. Se d'altra parte dovesse esserci un mio nemico- oh potesse non esisterne alcuno!-, io scriverò a mio fratello, e mio fratello invierà la gente d'Egitto, armature, armi, in una sola parola: tutto contro il mio nemico! (....) d'altra parte (....) i Re (....) il Paese (....) come nemico (....) e (....) questo nemico che una persona cattura nei/per i (....) Un nostro nemico non esiste e a causa di tutto ciò uno uguale a noi non esiste.
(27) Soltanto una cosa voglio dire a mio fratello. Sono in pochi a non dire parole malevole al cospetto di mio fratello. Essi non vengono al cospetto di un Grande (=notabile) ma dicono la parola malevola direttamente al loro Signore. Uno che non sapeva/doveva parlare ha parlato in maniera non buona di me a mio fratello e ha detto male di me. Io invece ho udito che mio fratello ha fatto i (....) Mio fratello voleva (....)-re ciò in un grande (....) e lo ha posto tra gli awarei ed è (....). Io ho udito ciò e mi sono rallegrato. Se mio fratello non avesse agito così, io mi sarei molto addolorato. Ma ora invece uno che non sapeva/doveva parlare ha parlato in maniera falsa e malevola. Barattuiranna mi informa che mio fratello è fraternamente disposto verso di me. Quella parola viene. Possa quel (....) aver parlato così! E quella parola (....) in maniera (....). Che mio fratello faccia sì che ciò sia realizzato riguardo al grande (....) al cospetto del suo Paese! Che (....) possano (....). Non si dice una parola malevola a mio fratello! Cghiunque dovesse dire a mio fratello una parola malevola riguardo a me o riguardo al mio Paese, che mio fratello non ascolti quelle parole, se non saranno Mane e Keliya a dirle! Le parole che Mane e Keliya diranno riguardo a me o riguardo al mio Paese sono vere. Essi sono informati: che mio fratello ascolti loro! Qualunque parola di contro dovessere detta a me riguardo a mio fratello o riguardo al suo Paese, io non la voglio ascoltare, se non saranno Keliya e Mane a dirla! Le parole che Keliya e Mane diranno riguardo a mio fratello o riguardo al suo Paese sono vere. Essi sono informati: loro voglio ascoltare!
(28) Ed ora, tutte le cose che mio fratello ha detto di desiderare, io le ho fatte al decuplo. Con nessuna parola (....) io ho addolorato il cuore di mio fratello. Io ho dato una moglie per mio fratello, che è soddisfacente, secondo l desiderio di mio fratello. Ora, ho inviato a mio fratello in maniera molto benevola Mane, il messaggero di mio fratello, e pure i miei messaggeri Keliya, Ar Teshub e Asali, Keliya è il Grande, mentre Asali, in qualità di mio scriba, è il (....). Mio fratello li vedrà!
(29) Che mio fratello non trattenga in detenzione i miei messaggeri! Che mio fratello non mi inganni! Che mio fratello rilasci in fretta i miei messaggeri, così che io possa ricambiare il messaggio. Io voglio udire della buona salute e del buono stato di mio fratello. Che vi sia grande gioia per la buona salute di mio fratello!
(30) Mio fratello potrebbe dire: "Tu in persona hai trattenuto i miei messaggeri". No! Io non li ho trattenuti: ero occupato con la dote della moglie di mio fratello! Mio fratello vedrà la dote che ho dato per sua moglie (....) il suo apparire (= della dote). Essa sta venendo, così che si possa esporla al cospetto di mio fratello.
(31) Che mio fratello rilasci in fretta i miei messaggeri, così che essi si mettano in viaggio. Che mio fratello mandi solo Mane, così che solo egli si metta in viaggio con i miei messaggeri. Che mio fratello non mandi un altro messaggero: proprio Mane egli mandi! Se mio fratello non manderà Mane, ma manderà un altro, io non lo voglio: mio fratello lo sappia! No! Che mio fratello mandi proprio Mane!
(32) Questa moglie che ho dato per mio fratello, ella è pura (= vergine): lo sappia mio fratello! Se non lo fosse (....porzione di testo di difficile decifrazione....). Ella è pura. Ed è anche una gemella (....) loro due (....). Mia madre le ha (....) per sè; anch'io le ho (....). La gemella con tre (....) per/da lei (....) così che i miei dei lo sappiano e lo sappiano anche gli dèi di mio fratello, se/che l'altra gemella è uguale a lei in maniera ingannevole, se/che con il suo buono stato Tadu Heba (....) se/che(?) (....)
(33) (....) solo un altro/un altra c'è (....) d'altra parte gli altri/le altre (....) tutti/e (....lunga porzione di testo non tradotto....) e a mio fratello (....) egli udì. Tadu Heba (....) e tua figlia (....) io do. Ai Babilonesi (....) Egitto (....) con i miei predecessori (....) i miei predecessori (....lunga porzione di testo intraducibile....) ora (lunga porzione di testo mancante....) e quelli (....) non sono (....) agli Egizi (....) a mio fratello (....) quella è la cosa che è stata richiesta. Mio fratello lo sappia! Come (....) io voglio parlare/egli parlerà in un altro modo (....), che mio fratello non le ascolti quelle parole!
(34) In cuor mio voglio essere in ottimi rapporti con mio fratello e amarlo di amore reciproco. Anche mio fratello è sincero/affidabile assai: che noi possiamo dunque essere in buoni rapporti ed amarci reciprocamente e nei nostri cuori (....), così che il mio Paese ci possa (....). Come dal (....) e dai nostri dèi sono volute la nostra vita e la nostra gloria, possano gli dèi Teshub ed Amon, nostri Signori, nostri padri, concedere a noi due di vivere/essere protetti così! Che noi possiamo (....) e possiamo (....). Così (....) noi. Che tra di noi possiamo amarco reciprocamente come fratelli e come congiunti. Come l'uomo, vedendolo, ama Shimige (= l dio Sole), così noi possiamo reciprocamente amarci l'un l'altro. E tra di noi l'uno desidererà la gloria dell'altro! E che tutti i Paesi, che esistono sulla terra e che Shimige (il sole) unisce (= illumina), e tutti (....) possano ammirare noi stessi! Così essi possano (....), tanto Tushratta, il Re hurrita, quanto Immuriya, il Re egizio, se essi (....) tra di loro (....) quando in maniera (....) essi si amano molto fortemente di amore reciproco".
TUSHRATTA DI MITANNI ALLA REGINA TEYE - LETTERE DI AMARNA (Parte terza)
Le lettere della terza fase, in ordine cronologico, dell'archivio amarniano riguardante il RE TUSHRATTA DI MITANNI, comprendono il periodo successivo alla morte dell'anziano Faraone AMENHOTEP III (denominato MIMMURIYA), dopo il 1350 a.C., con l'ascesa al trono di AMENHOTEP IV - AKHENATON (qui denominato NAPHURURIYA, in accadico composto da "Naphu"= corpo e "Suriya" = sole). La presente tavoletta fu spedita da TUSHRATTA alla REGINA MADRE TEYE, moglie del defunto AMENHOTEP III, perchè ella potesse fungere da garante e testimone degli ottimi rapporti che intercorrevano fra i due sovrani, e per confermare la continuità delle relazioni amichevoli fra il REGNO DI MITANNI e l'EGITTO. Giacchè sembrava che AKHENATON non avesse molto a cuore le esigenze del RE TUSHRATTA riguardo la spedizione di doni, in questa lettera egli insiste con la Regina TEYE perchè ricordi a suo figlio (AKHENATON, appunto) i precedenti buoni rapporti con AMENHOTEP III (suo marito), in quanto quest'ultimo donava a lui statue d'oro massiccio, mentre AKHENATON gli spediva statue di legno placcate d'oro. Ne segue un'affascinante documento che svela l'amicizia, non molto disinteressata, di TUSHRATTA nei confronti del Re egizio. Davvero bellissimo. KELIYA e MANE sono i rispettivi messaggeri del RE DI MITANNI e del RE D'EGITTO. Ricordiamo che il periodo in cui furono scritte queste lettere era contrassegnato dalle prime avvisaglie del successivo crollo del REGNO DI MITANNI per mano degli HITTITI.
TUSHRATTA ALLA REGINA TEYE
"A Teye, Signora d'Egitto, dì: così parla Tushratta, Re di Mitanni. Io sto bene. A te, salute! Alla tua casa, ai tuoi figli, salute! A Tadu Heba, mia figlia, tua nuora, salute! Alla tua terra, a (....) e ogni tua cosa, tanta tanta salute! Tu sai che io con Mimmuriya tuo marito sono sempre stato amico, e altrettanto Mimmuriya tuo marito mi è sempre stato amico. Cosa io scrivevo a Mimmuriya tuo marito, e cosa gli dicevo, e viceversa le parole che Mimmuriya tuo marito mi scriveva e mi diceva: tu, Keliya e Mane lo sapete! Anzi, tu più di tutti sai le parole che ci dicevamo l'un l'altro: nessun altro le sa! Ecco che tu hai detto a Keliya: "Dì al tuo Signore: Mimmuriya mio marito con tuo padre era in amicizia, e anche per te egli serbò l'amicizia, non dimenticò la sua amicizia verso tuo padre, e non interruppe le carovane che mandava. Adesso tu non dimenticare la tua amicizia verso Mimmuriya tuo fratello, e anzi accrescila verso Naphururiya e serbala! Continua a mandare carovane di gioia, non interromperle!" Io non dimenticherò l'amicizia verso Mimmuriya tuo marito e adesso più di prima, sarò amico di Naphururiya tuo figlio, dieci volte più fortemente! E le parole di Mimmuriya tuo marito tu le conosci; però non mi hai mandato i doni scambievoli che tuo marito aveva detto mi avrebbe mandato. Le statue d'oro fuso massiccio, che avevo chiesto a tuo marito dicendo così: "(....) e di lapislazzuli naturale (....)". Adesso Naphururiya tuo figlio ha placcato d'oro delle statue di legno! Nella terra di tuo figlio l'oro è come polvere, perchè è stato così mal disposto in cuor suo, da non mandarmele? Per di più, io avevo chiesto lui di mandarmele! E' amicizia questa?? Io avevo detto così: "Naphururiya tuo figlio mi sarà amico dieci volte più di suo padre!", ed ecco che adesso non dà quel che suo padre voleva dare! Le parole che tu mi hai detto, di tua bocca, perchè non le hai ripetute di fronte a Naphururiya? Se non le ripeti tu alla sua presenza, chi altro lo saprà? Naphururiya dia le statue d'oro massiccio, non rattristi il mo cuore! Mi aumenti dieci volte più che a suo padre in amicizia e in onore! Quanto a te, i tuoi messaggeri con i messaggeri di Naphururiya, tutti insieme, vengano da mia moglie Yuni, continuamente. E i messaggeri di Yuni mia moglie, verranno da te continuamente. Ecco, come dono per te faccio portare una fiala piena d'olio profumato, e un paio di pietre montate in oro". (EA 26) (scritta in ieratico sul rovescio della tavoletta: "....per la moglie del Re dell'Alto Egitto")
TUSHRATTA RE DI MITANNI AD AKHENATON - LETTERE DI AMARNA (Parte quarta)
Questa lettera del RE DI MITANNI TUSHRATTA fu inviata ad AKHENATON, e, come la precedente, era destinata a perpetuare le buone relazioni fra i due regni, con la reiterata richiesta al Faraone circa l'invio di statue d'oro massiccio promesse dal defunto AMENHOTEP III; AKHENATON, invece, ne mandò di legno e soltanto placcate d'oro. La controversia si protrasse per molto tempo, fino alla fine del REGNO DI MITANNI sotto i colpi dell'IMPERO HITTITA. Si profilò, in questo contesto, anche una nuova trattativa matrimoniale, della quale non si conosce nulla, ma probabilmente non portata a termine a causa della morte di TUSHRATTA. Siamo sempre nel periodo seguente il 1350 a.C., dopo l'ascesa al trono di AKHENATON. NAPHURURIYA e NIMMURIYA sono gli appellativi rispettivamente di AKHENATON e AMENHOTEP III.
TUSHRATTA AD AKHENATON
"A Naphururiya Re d'Egitto, mio fratello, mio genero, che io amo e che mi ama, dì: così parla Tushratta, grande Re, Re di Mitanni, tuo suocero che ti ama, tuo fratello. Io sto bene. A te, salute! A Teye tua madre, alla tua casa, salute! A Tadu Heba mia figlia, tua moglie, alle altre tue mogli, ai tuoi figli, ai tuoi Grandi, ai tuoi carri, ai tuoi cavalli, alle tue truppe, alla tua terra, a tutto ciò che è tuo, tanta tanta salute! Mane, messaggero di mio fratello è giunto e quando ho udito gli auguri di mio fratello mi sono rallegrato assai. Le attrezzature che mio fratello ha mandato ho visto e mi sono rallegrato assai. Mio fratello ha detto queste parole: "Come sei sempre stato in amicizia con mio padre Mimmuriya, così adesso siimi amico!". Poichè mio fratello desidera amicizia con me, non dovrei forse anch'io desiderare amicizia con mio fratello? Adesso io ti sarò amico dieci volte più fortemente che con tuo padre! Tuo padre Mimmuriya scrisse queste parole, su una tavoletta, quando Mane portò la contro-dote, così disse mio fratello Nimmuriya: "Queste attrezzature che ti mando adesso, non sono niente; mio fratello non si inquieti! Non ho ancora mandato niente, queste attrezzature che ho mandato adesso, te le ho mandate così; ma quando mio fratello mi avrà dato la sposa che ho chiesto, e me l'avranno portata, e l'avrò vista, ti farò portare dieci volte più di questo!" E quanto alle statue d'oro fuso, massiccio, una statua per me e una seconda statua come statua di Tadu Heba, mia figlia, che avevo chiesto a tuo padre Mimmuriya, tuo padre mi disse: "Lascia stare l'idea di dare statue d'oro fuso, massiccio! Te ne darò fatte anche di lapislazzuli naturale, e assieme alle statue ti darò in aggiunta altro oro in abbondanza, e attrezzature senza fine!". Tutti i miei messaggeri che risiedevano in Egitto videro con i loro occhi l'oro delle statue, e tuo padre fuse le statue alla presenza dei miei messaggeri, le fece e le completò e le forbì. E i miei messaggeri videro con i loro occhi che venivano fuse, e videro con i loro occhi che erano complete e forbite. Egli mostrò anche l'oro aggiuntivo, tanto, senza fine, che mi avrebbe mandato, e disse ai miei messaggeri:"Ecco le statue, ed ecco l'oro abbondante, e le attrezzature senza fine, che manderò a mio fratello: guardate con i vostri occhi!" E i miei messaggeri guardarono con i loro occhi. Ma adesso, fratello mio, tu non hai mandato le statue massicce che tuo padre doveva mandare: ne hai mandate di legno placcato! E le attrezzature che tuo padre doveva mandarmi, non me le hai mandate; le hai ridotte fortemente! Eppure non c'è cosa che io sappia, per la quale io abbia peccato contro mio fratello. Ogni giorno in cui ho udito gli auguri di mio fratello, quel giorno l'ho considerato (fatto) felice. Quando Hayamashi, messaggero di mio fratello è venuto da me, e quando ha detto le parole di mio fratello, io ho ascoltato, e così ho detto: "Come ero amico con tuo padre Mimmuriya, adesso sono amico con Naphuririya dieci volte di più intensamente", così ho detto a Hayamashi tuo messaggero. Ora, mio fratello non ha mandato le statue di oro massiccio, e le restanti attrezzature che tuo padre aveva detto di mandare, pure quelle mio fratello non le ha mandate. Ora mio fratello dia le statue d'oro massiccio che avevo chiesto a tuo padre, non se le tenga! Tutte le terre (....) le statue che aveva detto di dare; e adesso se (....) tutte quante, se una prima volta (....) aveva detto di dare (....). Nella terra di mio fratello l'oro è abbondante come polvere: perchè mio fratello se la prende tanto a cuore, e non dà ciò che tuo padre Mimmuriya mi aveva detto che avrebbe dato? Quando Hayamashi, messaggero di mio fratello, è giunto presso di me, non ha portato nulla (....). Io rimandai Hayamashi subito, veloce come una furia; e tuo padre rimandò Hayamashi subito, veloce come una furia (lett."come un demonio"). Tuo padre mi mandò molto oro, quattro sacchi (....). Mio fratello chieda conferma al suo messaggero! (....) in seguito daranno. Keliya verrà, e come (....) così io manderò (....) e Tulubri (....) una lama d'oro (....) sta, che tuo padre (....). Così disse tuo padre: "Ecco quell'oro ed ecco le attrezzature (....). Adesso ho mandato a mio fratello la contro-dote (....). Le parole che io dicevo a tuo padre, e che tuo padre diceva a me, nessuno le sa (....). La madre di mio fratello sa tutto, come tuo padre mi parlava di amicizia (....) e come io parlavo a tuo padre di amicizia (....). Adesso mio fratello ha detto: "Come con mio padre eri in amicizia, così adesso con me sii in amicizia!" Mio fratello vedrà come con tuo padre ero in amicizia!" Mio fratello vedrà come con tuo padre ero in amicizia! Io dico: mio fratello chieda a sua madre (....) e vedrà come (....) Mane, messaggero di mio fratello è venuto (....) io ho udito le parole di mio fratello, e mi sono rallegrato fortemente. Adesso, io rimanderò Mane entro quest'anno stesso; a meno che mio fratello non trattenga i miei messaggeri (....). Quanto a ciò (....) gioia, intensamente (....) Teshub e Amon (....) conceda, e io e mio fratello (....). Ecco che ho mandato Pirizzi e Tulubri (....) a mio fratello, veloci come furie (....). Mio fratello non li trattenga, subito li rilasci, e riferiscano il messaggio, e il saluto di mio fratello io oda e mi rallegri! I messaggeri di mio fratello vengano assieme a Pirizzi, secondo la consuetudine (....) torneranno indietro. Così io rilascerò Mane, messaggero di mio fratello, e tu rilascia i miei messaggeri. Manderò Mane, in gioia, a mio fratello. Quando (....) i messaggeri di mio fratello saranno arrivati qui, assieme a Pirizzi e Tulubri, ad una grande festa, al "kimru" li inviterò! Che giungano qui subito, e quando poi giungeranno da mio fratello, racconteranno cosa ho fatto per loro (....) alla festa. Ma mio fratello mandi tanto oro, per la festa "kimru" (....) queste terre mio fratello (....). Nella terra di mio fratello l'oro è abbondante come polvere: mio fratello non mi rattristi e mi mandi tanto oro. E come mio fratello mi avrà reso onore mediante l'oro e le molte attrezzature, mio fratello (....) più di suo padre (....) mi riportino! Ecco, come dono per te mando: un vestito hurrita, un vestito di città, un vestito BAR.DUL, una pietra di (....) naturale, (....) un anello da mano, occhi di agata naturale, cinque di numero, montati in oro, un paio di pietre montate in oro. Per Tadu Heba, mia figlia, tua moglie, mando: una fiala piena d'olio profumato, un paio di pietre montate in oro" (EA 27)
Sul margine sinistro annotazione in ieratico: "Anno 12, primo mese invernale, giorno (....), quando si stava nella residenza meridionale, nel castello Gioia dell'Orizzonte. Copia della lettera di Naharina, portata dal messaggero Pirizzi e dal messaggero Tulubri".
DOSSIER DI TUSHRATTA DI MITANNI - LETTERE DI AMARNA (Parte quinta)
Questa lettera inviata dal RE DI MITANNI, TUSHRATTA, ad AKHENATON è più o meno simile alle precedenti, scritta con l'intento di assicurare la continuità dei buoni rapporti esistenti fra IL REGNO DI MITANNI e l'EGITTO. Siamo sempre dopo il 1350 a.C., periodo di ascesa al trono di AMENHOTEP IV, ovvero AKHENATON. Qui TUSHRATTA richiede l'immediato rilascio dei suoi messaggeri, che avrebbero dovuto fare ritorno assieme a quelli del Faraone. Abbiamo già spiegato nei capitoli precedenti la questione dei messaggeri: essi erano personaggi colti, di alto rango e in grado di sostenere delle lunghe trattative con il sovrano destinatario delle tavolette; perciò venivano spesso trattenuti anche per lunghissimi periodi, finchè l'accordo non fosse raggiunto.
TUSHRATTA AD AKHENATON
"A Naphururiya, Re d'Egitto, mio fratello, mio genero che mi ama e che io amo, dì: così parla Tushratta, Re di Mitanni, tuo suocero che ti ama, tuo fratello. Io sto bene. Salute a te! Alla tua casa, a Teye tua madre, Signora d'Egitto, a Tadu Heba mia figlia, tua moglie, alle altre tue mogli, ai tuoi figli, ai tuoi Grandi, ai tuoi carri, ai tuoi cavalli, alle tue truppe, alla tua terra, a tutto ciò che è tuo, tanta tanta salute! Ho mandato a mio fratello Pirizzi e Tulubri miei messaggeri, veloci come furie (lett."come demoni"), e ho detto loro di affrettarsi assai assai, e li ho mandati in pochi. In precedenza avevo dato a mio fratello queste parole: "Io trattengo Mane, messaggero di mio fratello, finchè mio fratello rilasci il mio messaggero, che possa venire qui!" Ora mio fratello fino alla fine non ha consentito loro di venire, e li ha detenuti molto strettamente. Chi sono i messaggeri? Non sono uccelli, che possono volare via e andarsene! Perchè mio fratello se la prende tanto a cuore riguardo ai messaggeri? Perchè non potrebbero avanzare l'uno in vista dell'arrivo dell'altro? E perchè l'uno non potrebbe ascoltare gli auguri dell'altro, cosicchè noi possiamo rallegrarci fortemente ogni giorno? Mio fratello rilasci subito il mio messaggero, che io possa ascoltare gli auguri di mio fratello (....) i messaggeri di mio fratello (....) Che io rilasci Mane! E che i miei messaggeri io mandi a mio fratello e oda le buone cose di mio fratello! Mio fratello sia buono, e mio fratello faccia tutto ciò che io ho a cuore, e non mi rattristi il cuore! Tutte le parole che io dicevo con tuo padre, tua madre Teye le conosce. Nessun altro le conosce. Dovunque sia tua madre Teye, chiedigliele e ti dirà. Come tuo padre era in amicizia con me, così pure mio fratello adesso sia in amicizia con me. Mio fratello non dia ascolto a nessun altro!" (EA 28)
DOSSIER DI TUSHRATTA DI MITANNI - LETTERE DI AMARNA (Parte sesta)
Dopo la morte di AMENHOTEP III, RE TUSHRATTA DI MITANNI scrive questa interessantissima lettera al successore al trono egizio, AKHENATON (AMENHOTEP IV), esponendo il proprio cordoglio nei confronti del defunto faraone, assicurandosi la continuità delle buone relazioni con il figlio, appellandosi alla testimonianza della Regina TEYE, moglie di AMENHOTEP III e madre del nuovo Faraone. Siamo sempre dopo il 1350 a.C. TUSHRATTA DI MITANNI deve costruire un mausoleo per i suoi antenati e insiste perchè dall'EGITTO gli siano spedite le quantità d'oro necessarie all'opera, le attrezzature, oltre alle statue d'oro massiccio che gli furono promesse dal defunto Faraone. Ovviamente anche in questa missiva insistono le ripetizioni quasi ossessive nelle richieste del RE DI MITANNI, com'era abituale in tutti i testi antichi. Segue la solita lamentela per il fatto che i messaggeri fossero trattenuti per molto tempo, senza considerare l'ansia del mittente. Infine è descritto un caso giudiziario denunciato dal Faraone al RE TUSHRATTA. I Faraoni egizi vengono denominati rispettivamente NIMMURIYA (=Signore di verità è Ra) per AMENHOTEP III, e NAPHURURIYA (=Bella è la forma di Ra) per AKHENATON, nella forma accadica. Sono poi presenti i soliti messaggeri: MANE (il messaggero egizio) e KELIYA (il messaggero di Tushratta).
TUSHRATTA AD AKHENATON
"A Naphururiya, Re d'Egitto, mio fratello, mio genero che io amo e che mi ama, dì: così parla Tushratta, grande Re, Re di Mitanni, tuo fratello, tuo suocero che ti ama. Io sto bene. Salute a te! A Teye salute! A Tadu Heba mia figlia, tua moglie, salute! Alle altre tue mogli, salute! Ai tuoi figli, ai tuoi Grandi, ai tuoi carri, ai tuoi cavalli, alle tue truppe, alla tua terra, a tutto ciò che è tuo, tanta tanta tanta salute! Dall'inizio del mio Regno, finchè tuo padre Nimmuriya mi scrisse, mi scrisse sempre di pace, non mi scrisse mai nulla di diverso. Tutte le parole che tuo padre Nimmuriya mi scriveva, Teye, la moglie principale di Nimmuriya, la prediletta, tua madre, tutte le conosce! A tua madre Teye, chiedile tutte, (....) le parole che tuo padre mi diceva. Io adesso sono in amicizia con mio fratello, dieci volte più intensamente di quanto fossimo in amicizia con mio fratello, dieci volte più intensamente di quanto fossimo in amicizia con tuo padre Nimmuriya. Di qualunque cosa tuo padre Nimmuriya parlasse con me, in nessun modo mi rattristò mai il cuore, e qualunque cosa io dicessi, il giorno stesso egli lo eseguiva. Anch'io non rattristai mai il suo cuore in nessuna questione, e qualunque cosa egli dicesse, io il giorno stesso lo eseguivo. Quando (....) padre di Nimmuriya scrisse a mio nonno Artatama, e chiese in sposa la figlia di mio nonno, sorella di mio padre, cinque e sei volte scrisse senza che gliela desse mai. Quando scrisse a mio nonno la settima volta, per forza gliela dovette dare. Quando tuo padre Nimmuriya scrisse a mio padre Shuttarna, per chiedere in sposa la figlia di mio padre, mia sorella, tre e quattro volte scrisse senza che gliela desse mai; cinque e sei volte scrisse, e la settima volta per forza gliela dovette dare. Quando invece tuo padre Nimmuriya scrisse a me per chiedere in sposa mia figlia, non risposi di no: già la prima volta dissi al suo messaggero così: "Gliela darò di certo!" Quando il tuo messaggero venne la seconda volta, per versare olio sulla sua testa e io ricevetti la contro-dote, io gliela diedi. La contro-dote che tuo padre Nimmuriya mandò, non aveva limite, raggiungeva cielo e terra! Io non dissi "non la darò", e mandai Hayamashi araldo di mio fratello, veloce come una furia (lett. come un demonio), da Nimmuriya, e nel giro di tre mesi egli subito lo rimandò, ed egli portò quattro sacchi pieni d'oro, per non dire dei gioielli (....) che mandò separatamente. Non appena io gli diedi mia figlia, e la portarono, e tuo padre Nimmuriya la vide, si rallegrò. Forse che non si rallegrò di qualcosa? Si rallegrò moltissimo, e mio fratello (=tuo padre) disse così: "Mio fratello Tushratta l'ha data di tutto cuore!", e considerò felice (=festeggiò) quel giorno assieme al suo Paese. Riguardo al mio messaggero, come quando uno vede degli uomini suoi pari e li onora, così tuo padre Nimmuriya quando li vide li onorò come pari e come amici. Tutti quanti i miei messaggeri che risiedevano lì, li fece girare nelle case che erano riservate a Tadu Heba; e fra i messaggeri che entrarono non ce ne fu uno che non desse qualcosa. A Keliya diede una lingua d'oro del peso di mille sicli; a Tadu Heba Nimmuriya sette sacchi pieni d'oro, e Tadu Heba li gettò ai piedi dei miei messaggeri. Riguardo ai miei messaggeri, Nimmuriya in amicizia e in (....) li onorò, e Nimmuriya mandò Niyu suo messaggero (....) per me, ed egli li portò veloce come una furia in mia presenza: sette sacchi pieni d'oro per Tadu Heba, e una lingua d'oro del peso di mille sicli, per Keliya. Così tuo padre Nimmuriya aumentò l'amicizia con me più di suo padre. Prima ancora che gli spedissi i miei messaggeri, e dicessi di mandare una statua d'oro, forse che non mandò, veloce come una furia in mia presenza, e gli diede disposizione: "Quando arrivi, non trattenerti!"? Avendolo mandato veloce come una furia, non potè mandarmi le statue, ma di tutto quello che mi mandò non c'era limite. Così tuo padre Nimmuriya non consentì di rattristarmi in cosa alcuna, neppure una. Di tutte le cose che io dico, non ho citato alcun altro testimone: tua madre Teye, lei io cito! Chiedi a tua madre Teye, se nelle cose che ho detto ce n'è anche una sola che non sia vera! Se c'è una parola che non sia di tuo padre Nimmuriya! Se tuo padre Nimmuriya con me non ha agito in amicizia reciproca! Se tuo padre Nimmuriya non ha detto: "Mai farò mancare a Hanigalbat l'oro d'Egitto! Parola di Re: non manderò troppo poco!" Io chiesi due statue d'oro fuso, massiccio, da tuo padre Nimmuriya. E tuo padre Nimmuriya disse: "Cosa sono delle statue d'oro senza nient'altro, che mio fratello ha chiesto? Lascia stare! Ne farò d'oro e di lapislazzuli naturale, e te le manderò!" Così tuo padre Nimmuriya in nessuna occasione trasformò una parola nel suo opposto, e in nessun occasione rattristò mai il mio cuore. Quando Nimmuriya andò al suo destino, mio fratello lo disse, e io ascoltai ciò che disse; si cuoceva nel calderone, ma io quel giorno digiunai, (....) sedetti, cibo e bevanda quel giorno non presi, mi rattristai, e così io dissi: "Che muoiano diecimila nella mia terra e diecimila nella terra di mio fratello, ma che mio fratello che io amo e che mi ama viva con il cielo e con la terra!" Il fatto che ci amavamo (....) rimanga nei nostri cuori! Ma quando mi scrissero: Naphururiya, figlio maggiore di Nimmuriya e di sua moglie Teye (....) esercita la regalità" io dissi così: "Nimmuriya non è morto! Adesso Naphururiya, figlio maggiore di Teye sua moglie principale, sta al suo posto, e nulla cambierà di posto rispetto a prima!" Adesso io dico dentro di me: Naphururiya è mio fratello, nei nostri cuori è stabilito che siamo amici. (....) aumenterà dieci volte più di suo padre Nimmuriya, in quanto sua madre Teye, che era la moglie principale di Nimmuriya, la prediletta, è viva, e spiegherà la questione in presenza di suo figlio Naphururiya, e cioè che con suo marito Nimmuriya eravamo in grande amicizia. Quando mio fratello per la prima volta mi scrisse, quando rilasciò Keliya, e quando mio fratello spedì Mane, mio fratello mi mandò statue di legno. E quando o vidi l'oro che Nimmuriya aveva fatto, che non era oro, che non era fuso e massiccio (....) mi rattristai ancora più fortemente di prima. E anche le attrezzature aggiuntive che mio fratello Nimmuriya mi doveva dare, mio fratello (....). Io mi arrabbiai, com'era giusto, molto fortemente mi contrariai (....) così dissi: "Il dono che mio fratello Nimmuriya (....) voleva mandare, mio fratello Naphururiya non ha aggiunto nulla!" (....) che suo padre voleva mandare (....) tu mi hai rattristato il cuore (....) alla presenza di Mane, io non ti ho rattristato il cuore per nulla. (....) che mio fratello diede, io feci venire e (....) io dissi ai miei Grandi, così: "Con mio fratello, di tutto cuore (....) e per di più i miei padri con i suoi padri furono in amicizia" (....) i doni che mio fratello mi ha mandato (....) ci siamo rallegrati fortemente e abbiamo fatto un giorno festivo (....) uscii e nel mezzo della notte io sedetti (....) che erano usciti, e Mane le attrezzature (....) portò (?) le attrezzature al mio cospetto (....) egli non ritardò, e in quel giorno io mi rallegrai (....) con gli ospiti stranieri. Anche Mane, messaggero di mio fratello, si rallegrò, e te lo può dire. (....) spedii Pirizzi e Tulubri in fretta come furie (....lunga porzione di testo mancante....) essa ha detto, e adesso la parola che tua madre ha detto a Keliya (....) io avevo chiesto statue d'oro massiccio, fuso; e le mie richieste che io avevo fatto a tuo padre Nimmuriya, io non le ho viste. Mio fratello non ha rilasciato i miei messaggeri, e non (....) non me l'ha restituito, e non mi ha informato, e le statue d'oro massiccio, fuso, che avevo chiesto a Nimmuriya e che ora ho chieste a te, tu non le hai date e la mia richiesta (....) non l'hai esaudita e non mi hai neppure informato. I miei messaggeri da quattro anni li trattieni (....lunga porzione di testo mancante....) affrettò (....) in passato, dal tempo di tuo padre (....) e che siamo in amicizia più di prima (....) al tempo dei nostri padri (,....) neppure uno fra di loro (....) in cuor loro si amavano fortemente, e mio fratello giurò: "Egli non udrà (....)" fin dal tempo di tuo padre io non ho mai (....) tua madre Teye: ascoltala, e Teye certamente (....). Forse che io ho detto "Non ti sarò amico, e tu non essermi amico"? E secondo la parola di (....) subito non ha rimandato (....) la parola che riguardo a mio fratello (....) tu adesso riguardo a tuo fratello esegui. E qualunque cosa (....) riguardo a me venga eseguita, adesso tu dieci volte di più (....). L'uno non cambi le parole dell'altro! Qualunque cosa io abbia detto, mio fratello esegua, e qualunque cosa mio fratello abbia detto, io la eseguirò. E in nessuno modo l'uno rattristi il cuore dell'altro (....). Siamo amici e rallegriamocifinchè noi siamo vivi! Le nostre terre esulteranno più delle altre terre, e diranno così: "I Re di Hanigalbat e d'Egitto sono amici!" Se sarà così, più di tutte le altre terre le nostre terre fortemente saranno amiche (....) e tutte le altre terre diranno riguardo a te. (....) avevo chiesto a tuo padre Nimmuriya statue d'oro massiccio, fuso, e avevo chiesto tanto oro non lavorato, in gran quantità. Adesso mio fratello dia le statue d'oro massiccio, fuso, e mio fratello dia anche tanto oro non lavorato, in gran quantità. Tuo padre mi aveva concesso le statue d'oro; perchè tu ti rattristi in cuor tuo, e invece non ti informi se io davvero avevo fatto la richiesta a tuo padre, e inoltre se tuo padre non me l'aveva concessa? Adesso io ho avanzato la richiesta a mio fratello (....) non sono vere (?). Oppure, poniamo pure che tuo padre mi abbia concesso le statue che io avevo chiesto, e che io ora ne chieda a mio fratello di nuove forse che mio fratello non me ne farebbe di nuove, non me le darebbe, e mi rattristerebbe il cuore? (....) di tutte queste cose, Teye è tua madre, chiedi a tua madre Teye se le statue d'oro e il tanto oro aggiuntivo io non l'avevo richiesto a tuo padre, e se tuo padre non me l'aveva concesso. Mio fratello dia le statue d'oro massiccio, fuso, e il molto oro aggiuntivo, mio fratello non mi rattristi il cuore! Nella terra di mio fratello l'oro è abbondante come la polvere, e non rattristerò il cuore di mio fratello! Se non posso fare il mausoleo per i miei avi, cos'altro gli potrei fare? (....) Keliya torni pure da mio fratello! Dovrei fare rattristare il cuore di mio fratello? Gli rimanderò Keliya! Ma a mio fratello ho scritto così: "Certamente io rimanderei subito i messaggeri di mio fratello, ma finchè mio fratello trattiene i miei messaggeri, costoro io li trattengo qui". Ho anche detto: "Non appena rilascerà i miei messaggeri, che vengano a portarmi l'informazione, io rilascerò Mane, e rimanderò Keliya da mio fretello, come in precedenza. Finchè mio fratello trattiene i miei messaggeri, come se se ne fosse dimenticato, io farò come ho pensato!". Adesso inoltre la parola di mio fratello, che è diventata una sorta di accusa, perchè mai mio fratello (....). Egli è un uomo adulto, è salito e si è seduto sul trono paterno: mio fratello faccia come gli pare! A mio fratello ho detto così: "Mio fratello certamente non ha rilasciato i miei messaggeri, e certamente li ha trattenuti a lungo". Quanto a denunciare mio fratello, io certamente lo denuncio! Mazipatli, zio paterno di Keliya, io lo mando da mio fratello in gioia, e mio fratello non si inquieti perchè non ho mandato Keliya, perchè non ho mandato lui in gioia! Forse che il messaggero che ho mandato a mio fratello non è il fratello di Keliya, figlio di sua madre? (....) io l'ho mandato a mio fratello veloce come una furia. Poichè mio fratello non l'ha rilasciato subito e non l'ha rimandato, e poichè mio fratello non mi ha dato spiegazione sulla richiesta che io avevo avanzato, per questo o non ho mandato Keliya. Mio fratello non lo trasformi in una inquietudine o altro. Mazipatli che ho mandato a mio fratello, è lo zio paterno di Keliya. Mio fratello gli dia le statue d'oro massiccio, fuso, e mio fratello mi dia il molto oro non lavorato per il mausoleo che ho chiesto a mio fratello, e mio fratello non mi rattristi il cuore, e non sia avaro (lett."non trattenga"): nella terra di mio fratello l'oro è abbondante come la polvere, e io non rattristerò il cuore di mio fratello. Mio fratello mi ricambi amicizia e fratellanza, dieci volte più di suo padre, e con mio fratello ci ameremo intensamente! Mio fratello rilasci subito i miei messaggeri, e mio fratello spedisca Mane assieme ai miei messaggeri, ed egli venga a dirmi (....). Mio fratello lo conceda, e io spedirò Keliya a mio fratello, e manderò una grande carovana per mio fratello. E tutte le cose che mio fratello avrà detto, io le eseguirò (....) io farò e sono fatti. Adesso non dovrò più scrivere a mio fratello, come in passato, in questi termini. Mio fratello mi intenda e mio fratello non si inquieti: a mio fratello non spedirò più una spedizione vuota, spedirò Keliya e spedirò a mio fratello una grossa spedizione! Riguardo ad Ar Teshup e Asali, mio fratello ha detto così: "Costoro nella terra di tuo fratello hanno commesso un reato!". Li hanno introdotti in presenza dei loro accusatori e anche i restanti miei servi che erano stati in Egitto li hanno introdotti. Anche Mane è entrato alla mia presenza e li ha interrogati in mia presenza, ed essi hanno fatto le rispettive dichiarazioni, e io ho detto di fronte a loro: "Il vostro nome perchè (....)?" Mio fratello chieda a Mane come li ho trattati, li ho messi in catene e ceppi. L'uno a fianco dell'altro li ho fatti portare in una mia città che sta alla frontiera del Paese. Ma un'altra (....) e perciò non li ho messi a morte. Mio fratello li (....) ma poichè mio fratello non l'ha detto, e io non l'ho chiesto a mio fratello, adesso mio fratello stabilisca il trattamento, e come mio fratello vorrà, così saranno trattati. Ecco, come dono per mio fratello: un pettine, incrostato d'oro, di ematite, a testa di toro selvatico; una mazza di pietra (....) lapislazzuli (....); un paio di bracciali da polso di ematite; un paio di (....) placcati d'oro; tre vestiti; tre paia di vestiti (....); (....) vestiti da città; tre archi e tre faretre placcate d'oro, con novanta frecce di bronzo (....); tre mazze, come dono per mio fratello ho mandato. (....) Due vestiti, come dono per tua madre Teye ho mandato. (....); un paio di braccialetti di pietra (....); un paio di anelli di (....); quattro vestiti, come dono per mia figlia Tadu Heba ho mandato". (EA 29) Al termine delle tracce di segni ieratico.
DOSSIER DI TUSHRATTA RE DI MITANNI - LETTERE DI AMARNA (Parte settima)
Questa lettera è un documento dai molti destinatari relativo ad una pratica in uso all'epoca per assicurare ai messaggeri un viaggio tranquillo e privo di inconvenienti riguardo a gabelle, controlli e difficoltà varie, compresa quella del furto di "regali" destinati, in questo caso, al Faraone, ed infatti la missiva si conclude specificando che non si trasporta nessun regalo. La spedizione in questione doveva attraversare la TERRA DI CANAAN, costituita da Regni vassalli d'Egitto e quindi maggiormente tenuti al rispetto degli alleati del Faraone. HULZULU, in lingua hurrita, era il responsabile di una località o di una fortezza, adibito ai controlli. Siamo sempre dopo il 1350 a.C., all'ascesa al trono di Akhenaton.
IL LASCIAPASSARE
"Ai Re di Canaan, servi di mio fratello, così dice il Re: ecco che ho mandato Akiya, mio messaggero, dal Re d'Egitto mio fratello, in fretta, veloce come una furia. Nessuno lo trattenga! Sano e salvo fatelo entrare in Egitto, e affidatelo al capoposto (di frontiera) d'Egitto! Chevada subito! Egli non ha con sè nessun regalo!" (EA 30) - Il testo si conclude con l'impronta del sigillo reale.
DOSSIER DI TARHUNTA RADU DI ARZAWA - LETTERE DI AMARNA
Questo è un breve dossier, costituito da due lettere: una inviata dal Re TARHUNTA RADU DI ARZAWA ad AMENHOTEP III, nel 1360 a.C. circa., e la seconda inviata a lui dal Faraone AMENHOTEP III. Il nome "TARHUNTA" significa, in lingua luwita del regno di ARZAWA: "Tarhunta è la divinità protettrice". Non ci sono pervenute testimonianze dirette sul REGNO DI ARZAWA, sorto nel secondo millennio a.C. nell'ANATOLIA OCCIDENTALE, comprendente anche l'area su cui si trovava la città di TROIA, ma possiamo conoscerne alcune particolarità dalle relazioni ch'esso ebbe con i Regni confinanti e con l'EGITTO. L'etnia a cui il popolo di ARZAWA apparteneva era LUWIYA, termine derivato dalla denominazione hittita della LICIA, ovvero LUKKA, da cui LUWIYA; il nome più antico di questa regione era LUKI, in lingua luwiyana era invece "LUI", e da queste denominazioni deriva quella dello stesso popolo di ARZAWA, la cui lingua, studiata a fondo dal danese HOLGER PETERSEN (1867 - 1953), presentava molte affinità con l'indoeuropeo hittita, ma anche con le lingue semitiche dell'Asia Minore, per cui è difficile definire quale poteva essere l'appartenenza etnica di questo popolo. La componente culturale indoeuropea del popolo LUWIYA era definita dall'istituzione del Senato composto dagli uomini anziani della città; l'elemento più antico, risalente all'epoca precedente il REGNO DI ARZAWA, era la trasmissione ereditaria matrilineare, testimoniata in modo assolutamente preciso da ERODOTO: "Solo questo uso è loro proprio e in ciò non assomigliano a nessun altro popolo: prendono il nome dalle madri e non dai padri. Se uno chiede al vicino chi egli sia, questi si dichiarerà secondo la linea materna (metròthen) e menzionerà le antenate della madre. E qualora una donna di città sposi uno schiavo, i figli sono considerati nobili; qualora invece un uomo di città, anche il primo di loro, abbia una moglie straniera o una concubina, i figli perdono ogni diritto". Il nome ARZAWA, o ARZAWIYA, deriva dall'indo-ario "arjawiya", che significa "incorruttibile". L'IMPERO HITTITA di SHUPPILULIUMA I, all'epoca in cui furono scritte queste lettere, si andava espandendo nell'area, rendendo vassalli i regni che vi si trovavano, ma il REGNO DI ARZAWA riuscì a mantenere la propria indipendenza fino all'epoca amarniana, dopo il 1350 a.C., entrando in contatto con il padre di AKHENATON, AMENHOTEP III, mediante le presenti missive. Fu il re hittita MURSILI II, nel 1330 a.C., ad assoggettare il REGNO DI ARZAWA definitivamente. Le due lettere qui riportate sono forse le più antiche dell'archivio amarniano, forse antecedenti all'ascesa di SHUPPILULIUMA. Sono redatte in lingua hittita, essendo già gli HITTITI egemoni sul territorio circostante, non in accadico come d'uso nelle relazioni diplomatiche dell'epoca, e addirittura concluse da un post-scriptum dello scriba con la richiesta che la lettera di risposta fosse scritta anch'essa in hittita. Ecco i Re di ARZAWA in ordine cronologico:
KUPANTA KURUNTA (1400 a.C)
MADDUWATTA DI ZIPPASIA (costui conquistò Arzawa, non si sa se ne fu anche Re)
TARHUNTA RADU (1360 a.C.)
ANZAPATTADU o ANZAPAHHADDU (non ben collocato dagli studiosi)
UHHA ZITI (sconfitto da Mursili II e subito dopo morto nel 1318 a.C.
Principali divinità del pantheon di ARZAWA erano ARMA (la Luna) e TARHUNTA (dio della tempesta, da cui il nome del sovrano).
TARHUNTA RADU AD AMENHOTEP III (seconda parte di una lettera costituita da due tavolette, delle quali la prima è andata perduta)
"Ecco, quanto al fatto che Kalbaya mi ha detto: "Stabiliamo una parentela tra di noi!". Riguardo a questo io non posso credere a Kalbaya. Egli me l'ha detto a parole, non era confermato sulla tavoletta. Ma se tu davvero desideri mia figlia, forse che non te la darò? Te la darò! Che ora Kalbaya ritorni subito assieme al mio messaggero, e tu rispondimi su una tavoletta riguardo a ciò! Ea, re della sapienza, e Ishtanush, Signore del Portico, benevolmente proteggano lo scriba che leggerà questa tavoletta e benevolmente lo abbraccino! Oh scriba, scrivimi per bene e aggiungi il tuo nome! Le tavolette da spedire qui, scrivili sempre in hittita! (lett. "ne es um ni li": "nella lingua della città di Nesha")" (EA 32)
AMENHOTEP III A TARHUNTA RADU (lettera scritta, come raccomandato da Tarhunta Radu nella precedente missiva, in hittita)
"Così dice Nibmuwariya (appellativo reale: "Signore di verità è Ra"), grande Re, Re d'Egitto: a Tarhunta Radu, Re di Arzawa, dì: io sto bene. Le mie case, le mie mogli, i miei figli, i miei Grandi, le mie truppe, i miei cavalli, e ogni mia cosa, nelle mie terre, stanno bene. A te, salute! Alle tue case, alle tue mogli, ai tuoi figli, ai tuoi Grandi, alle tue truppe, ai tuoi cavalli, a ogni tua cosa, nelle tue terre, salute! Ecco che io ti ho mandato Irshappa, mo messaggero, a dire: "Vediamo la figlia che daranno in sposa al mio Sole!". Egli verserà olio sulla sua testa. Ecco, ti ho mandato un sacco di oro buono. Quanto agli attrezzi di cui tu mi hai scritto "Mandameli", io te li manderò in seguito. Rimanda subito il tuo messaggero con il mio messaggero, e che essi vengano qui da me! Quando verranno da te porteranno la contro-dote per la fglia, il mio messaggero, mentre il tuo messaggero che era venuto è morto. Mandami pure degli uomini della terra di Kashka: ho udito tutto ciò che hai detto, e cioè che la terra di Hatti è gelata (ostile). Ecco, come dono per te ho mandato un carico affidato a Irshappa il mio messaggero: un sacco d'oro, del peso di venti mine d'oro; tre vesti leggere di lino; tre mantelli leggeri di lino; tre huzzi di lino; otto kushitti di lino; cento sawalga di lino; cento happa di lino; cento putalliyassa di lino; quattro grandi giare d'olio profumato; sei piccole giare d'olio profumato; tre seggi d'ebano e un bel trono placcato d'oro; dieci sedie d'ebano placcate d'avorio; cento tronchi d'ebano, come dono per te". (EA 31)
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DOSSIER DI SHUPPILULIUMA I DI HATTI- LETTERE DI AMARNA
Questo dossier del Re degli HITTITI SHUPPILULIUMA I, comprende tre importantissime lettere, due delle quali, la "EA 42" e la "EA 43", sono molto rovinate e lunghe porzioni di testo mancante hanno messo in difficoltà gli studiosi. La prima, "EA 41", è una convenzionale missiva con richieste di "doni" e reciprocità al Faraone AKHENATON, che avrebbe dovuto mantenere i buoni rapporti che suo padre, AMENHOTEP III, teneva con il REGNO DI HATTI. La seconda "EA 42" riporta un rimprovero del Re hittita nei confronti del Faraone che in una sua lettera si sarebbe rivolto a SHUPPILULIUMA trattandolo da inferiore, addirittura, come afferma il Re stesso in una colorita definizione, "come un cadavere". La terza, "EA 43", riporta un'importante testimonianza sulla fine del povero Re TUSHRATTA DI MITANNI, assassinato dal figlio, episodio che RE SHUPPILULIUMA condanna invocando gli dèi, ma che non gli impedisce di prendere comunque sotto la sua protezione il figlio parricida del REGNO DI MITANNI, ormai vassallo dell'IMPERO HITTITA. Siamo dopo il 1350 a.C., in epoca amarniana. La civiltà hittita aveva caratteristiche molto avanzate secondo il pensiero moderno: innanzitutto il Re non aveva poteri assoluti come in tutte le contemporanee monarchie orientali e non veniva, perciò, venerato come un dio. Trattandosi di una società guerriera, il Re stava a capo della casta dei nobili portatori d'armi, che periodicamente indicevano l'Assemblea Costituzionale che limitava fortemente il potere del Re, e poteva anche destituirlo se non si fosse dimostrato all'altezza dei suoi doveri. La società hittita si divideva gerarchicamente in: Re, nobili e sacerdoti che partecipavano all'Assemblea Costituzionale, militari, artigiani ed, infine, servi. Gli HITTITI erano indoeuropei, portavano lunghissimi capelli biondi, vestivano con tuniche che giungevano fino al ginocchio tenute in vita da una cintura, un ampio mantello copriva le loro spalle. L'elemento che faceva degli HITTITI dei temuti guerrieri erano i veloci carri da guerra, molto più leggeri di quelli degli altri popoli, con ruote a raggi, di cui erano forniti di solito solo i nobili e i più benestanti; arco, frecce, bipenne, asce ricurve completavano il corredo del guerriero. La cultura hittita recava testimonianze dell'Estremo Oriente e della sapienza vedica, promuovendo l'introspezione ed il raggiungimento della saggezza. La letteratura prediligeva poemi epici o mitologici. Il pantheon delle divinità comprendeva svariati dèi adottati dalle popolazioni sottomesse, come la dea ISHTAR e la triade mesopotamica ANU, ENLIL, ENKI, simile alla TRIMURTI VEDICA. ANU: era il dio del cielo, padre degli dèi. ENLIL: Signore dei venti, delle tempeste e dell'aria. ENKI: era la divinità delle acque e degli abissi. L'arte e l'architettura si conformavano ai modelli mesopotamici: le cittadelle venivano costruite su alture fortificate, edificate con elementi di solida roccia. L'IMPERO HITTITA era situato nell'attuale Turchia, sottomettendo il REGNO DI MITANNI e di ARZAWA e nel 1595 a.C. conquistò perfino BABILONIA, occupando gran parte della MESOPOTAMIA.
SHUPPILULIUMA AD AKHENATON
"Così dice Shuppiluliuma, grande Re, Re di Hatti: a Huriya (appellativo reale con il quale gli hittiti denominavano il Faraone), Re d'Egitto, mio fratello, dì: io sto bene. Salute a te! Alle tue mogli, ai tuoi figli, alla tua casa, alle tue truppe, ai tuoi carri, nel tuo Paese, tanta salute! I miei messaggeri, che io mandavo a tuo padre, e le richieste che tuo padre chiedeva dicendo: "Facciamo alleanza tra noi!", parola di Re, io non ho rifiutato. Tutto ciò che tuo padre diceva, parola di Re, io ho eseguito. Le richieste che io chiedevo a tuo padre, mio padre non rifiutò alcunchè, tutto diede. Finchè tuo padre era vivo, gli invii che egli inviava, mio fratello perchè li ha interrotti? Ora che tu, fratello mio, sei salito sul trono di tuo padre, come tuo padre ed io desideravamo l'uno i regali dell'altro, adesso tu ed io ugualmente siamo alleati fra di noi, e i desideri che io dicevo a tuo padre, lì dirò a mio fratello: diamoci aiuto l'un l'altro! Tutto ciò che avevo chiesto a tuo padre, tu, fratello mio, non rifiutarlo. Quanto alle due statue d'oro che avevo chiesto, una sia in piedi e una sia seduta. E due statue femminili d'argento e di lapislazzuli grande, e il grande (....) dei loro piedistalli, a mio fratello io mando. (....lunga porzione di testo mancante....) ti ho fatto portare (....). Se mio fratello vuole darmeli, mio fratello me li dia; ma se mio fratello non vuole darli, quando i miei carri avranno completato il trasporto delle stoffe-huzzi, li restituirò a mio fratello, e tutto ciò che tu, fratello mio, vuoi, scrivimi e te lo farò portare. Ecco, come regalo per te ti faccio portare un vaso cerimoniale d'argento a forma di cervo, del peso cinque mine; un vaso cerimoniale d'argento a forma di stambecco, del peso di tre mine; due lingotti d'argento del peso di dieci mine, due grandi nikiptu". (EA 41)
SHUPPILULIUMA AD AKHENATON
"(....) Salute a te! Alle tue mogli, ai tuoi figli, ai tuoi Grandi, alle tue truppe, ai tuoi cavalli, ai tuoi carri, nel tuo Paese, salute! Fratello mio, così ascolta: fin dal tempo dei nostri nonni, dalla terra di (....) oppure dalla terra di Hurri (....) da questa terra (....) mio fratello chieda! Ora, quanto alla tua tavoletta che mi hai spedito: perchè hai messo il tuo nome al di sopra del mio nome? Chi è che sovverte le buone relazioni? La consuetudine è forse così? Fratello mio, mi hai scritto riguardo alla pace e all'alleanza; ma se (....) perchè ingrandisci il tuo nome mentre io come un cadavere, così sono considerato? (....) Rumin - XX io scriverò, e il tuo nome (....) cancellerò (....) Così dice lo scriba Ra - XX (....) non (....)" (EA 42)
SHUPPILULIUMA AD AKHENATON
"(....) Io ti ho scritto riguardo a questo delitto. Il figlio di Tushratta ha commesso un delitto contro di lui. Ha cospirato alle spalle del Re, ha riunito persone cattive, e questa banda che ha cospirato con lui lo ha preso e lo ha ucciso. Tale delitto sia conosciuto al cospetto degli dèi! Tu devi sapere che suo padre aveva stabilito fratellanza con me. Pochè ora suo padre è andato al suo destino, io proteggo suo figlio per loro (....). Il suo figlio maggiore, a motivo della fratellanza con suo padre, io lo tratto benevolmente. Come io lo tratti benevolmente tu non sai (....) tu non sai (....) nessuno sa (....lunga porzione di testo mancante....) di lapislazzuli (....) di lapislazzuli grande e bello (....) ciò che mio fratello desidera (....) io glielo farò portare. Ecco, come dono per te (....)" (EA 43)
LETTERA DI ZITA FRATELLO DI SHUPPILULIUMA AD AKHENATON - LETTERE DI AMARNA
Questa tavoletta (dopo il 1350 a.C.) fu scritta dal fratello del Re hittita SHUPPILULIUMA, il generale ZITA, colui che in precedenza capeggiò l'attacco ai territori egizi in Siria. Le relazioni diplomatiche fra il REGNO DI HATTI e l'EGITTO, con AKHENATON al potere, non erano buone, ma comunque la lettera assume un tono abbastanza cortese. Gli HITTITI ormai si erano stabiliti come una grande potenza ed occupavano i territori dell'ANATOLIA rendendone vassalli i Regni locali, perciò urgevano degli accordi che portassero un'equilibrio fra EGITTO e REGNO DI HATTI. ZITA si rivolge al Faraone non come un suo pari, perchè questo spettava solo al Re, ma come "figlio": "padre" e "figlio" erano gli appellativi che definivano i rapporti gerarchici.
"Al mio Signore, il Re d'Egitto, mio padre, dì: così dice Zita, figlio del Re, tuo figlio. Al cospetto del mio Signore, mio padre, sia salute! In ogni precedente viaggio, quali che fossero i tuoi messaggeri che vennero nella terra di Hatti, quando tornarono alla tua presenza, io mandai a te, paadre mio, un saluto; e feci portare presso di te un dono. (....) ecco che i tuoi messaggeri dalla terra di Hatti presso di te li rimando. Ed io, assieme ai tuoi messaggeri, mando i miei messaggeri presso mio padre. E in dono per te, ti faccio portare sedici persone. Io desidero oro: mio padre mi faccia portare oro; e tutto ciò che tu, mio Signore, mio padre, desideri, scrivimelo e te lo farò portare". (EA 44)
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DOSSIER DEL RE DI ALASHIYA - LETTERE DI AMARNA
ALASHIYA è il nome dell'isola di CIPRO nel secondo millennio a.C. e molti testi di quest'epoca riferiscono relazioni con questo Regno. L'importanza del REGNO DI ALASHIYA per l'EGITTO consiste negli importanti rifornimenti di rame che ne provenivano. Il REGNO DI ALASHIYA, essendo ubicato su un'isola, poteva godere di relativa tranquillità e sicurezza nel XIV e XIII secolo a.C., per essere in questo modo al riparo dalle mire degli Imperi in espansione sulla terraferma, soprattutto quello hittita. Il rame di cui CIPRO era ricca costituiva una materia prima fondamentale all'epoca e veniva esportato sotto forma di lingotti. Le presenti lettere riguardano fondamentalmente rapporti di tipo commerciale. La 3° (EA 35) descrive una pestilenza che si abbattè nella terra del RE DI ALASHIYA e che gli impedì di rifornire adeguatamente di rame l'EGITTO, chiamando in causa l'antico dio sumero NERGAL: "Ne uru gal", "Signore della Grande dimora", ovvero il dio ctonio portatore di pestilenze e disgrazie. Le lettere risalgono al periodo amarniano e sono indirizzate ad AKHENATON, dopo il 1350 a.C. La tavoletta è scritta, come consuetudine, in accadico cuneiforme che all'epoca era idioma internazionale. La numero "6", (EA 38), il RE DI ALASHIYA risponde al Faraone circa l'accusa a lui rivolta che certi suoi uomini avrebbero collaborato con i "Lukki" (probabilmente i "Popoli del mare") contro i territori egizi, spiegando come anche le sue città fossero ogni anno preda di queste invasioni. Il dossier si conclude con una lettera del governatore di ALASHIYA al Governatore egizio.
IL RE DI ALASHIYA AD AKHENATON (1)
"Al Re d'Egitto, mio fratello, così dice il Re di Alashiya, tuo fratello. Io sto bene. Salute a te! Alla tua casa, a tua moglie, a tuo figlio, ai tuoi cavalli, al tuo carro, e nella tua terra, tanta salute! Inoltre, io ho udito che ti sei insediato sul trono della tua casa paterna, dicendo: "Spediamoci a vicenda doni augurali". E ho udito gli auguri di mio fratello, e io te li ricambio. Tu hai mandato duecento sicli di rame, ed ecco che io ti ho fatto spedire dieci talenti di rame. Il messaggero che tuo fratello ha mandato presso di te, rilascialo al più presto! Scrivimi; e mio fratello non trattenga il mio uomo che (....). Rilascialo al più presto! Ogni anno il mio messaggero vada presso di te; e quanto a te, il tuo messaggero da presso di te venga ogni anno presso di me". (EA 33)
IL RE DI ALASHIYA AD AKHENATON (2)
"Così dice il Re di Alashiya al Re d'Egitto mio fratello. Sappi che io sto bene, e la mia terra sta bene; e quanto alla tua salute: la tua salute, la salute della tua casa, dei tuoi figli, di tua moglie, dei cavalli e dei tuoi carri, della tua terra, stiano bene assai! Guarda, tu sei mio fratello! Poichè mi hai scritto: "Perchè non hai mandato il tuo messaggero presso di me?". In effetti io non sapevo che facevi un sacrificio, non prendertela per niente a cuore! Appena l'ho saputo, ecco che mando il mio messaggero presso di te. Forse che non ti mando per mano del mio messaggero cento talenti di rame? Inoltre, ecco le attrezzature che il tuo messaggero dovrà portare: un letto d'ebano placcato d'oro; un carro "suhitu" placcato d'oro, due cavalli, quarantadue pezze di lino, cinquanta scialli di lino e due vesti di lino, quattordici tronchi d'ebano, diciassette fiale d'olio profumato; e di lino regio: quattro pezze e quattro scialli. E delle attrezzature che mancano (....) di pelle d'asino (....) da letto; e delle fiale che mancano: (....) io faccio mandare per mano del mio messaggero. (....lunga porzione di testo mancante....) quanto prima (....) nella terra di Alashiya, i miei mercanti e venti tuoi mercanti (....) con loro. Facciamo un patto tra di noi, che il mio messaggero venga presso di te, e il tuo messaggero venga presso di me. Inoltre: perchè non mi hai mandato olio e lino? Quanto a me, ciò che tu desideri io l'ho sempre dato. Forse che non ti ho mandato una fiala piena d'olio profumato da versare sulla tua testa, quando ti sei insediato sul trono della tua regalità?" (EA 34)
IL RE DI ALASHIYA AD AKHENATON (3)
"Al Re d'Egitto mio fratello, dì: così parla il Re di Alashiya, tuo fratello. Io sto bene; le mie case, mia moglie, i miei figli, i miei Grandi, i miei cavalli, i miei carri nella mia terra, stanno molto bene.A mio fratello: salute! Alle tue case, a tua moglie, ai tuoi figli, ai tuoi Grandi, ai tuoi cavalli, ai tuoi carri e nella tua terra, tanta salute! Ecco che il mio messaggero ho mandato in Egitto, presso di te, assieme al tuo messaggero. Quanto al fatto che ti ho fatto portare solo cinquecento sicli di rame, l'ho fatto portare come dono per mio fratello. Fratello mio, che il rame sia poco, non prendertela a cuore! Davvero, nella mia terra la mano di Nergal mio Signore ha ucciso tutti gli uomini della mia terra, e non c'è nessuno che faccia il rame. Fratello mio, non prendertela a cuore. Rimanda in fretta il tuo messaggero insieme al mio messaggero, e tutto il rame che vorrai, fratello mio, io te lo farò portare. Tu sei mio fratello! Fammi portare moltissimo argento. Mio fratello mi dia argento divino. E io, presso mio fratello, tutto ciò che vorrai, fratello mio, io te lo farò portare.. Inoltre, fratello mio, il toro che il mio messaggero ha chiesto, dammelo, fratello mio. E olio profumato, fratello mio, mandamene due contenitori, fratello mio, e mandami un augure! Inoltre, fratello mio, gli uomini del mio Paese protestano con me per i tronchi che il Re d'Egitto ha preso. Fratello mio, pagamene il prezzo! Inoltre, un uomo di Alashiya è morto in Egitto, e le sue attrezzature sono rimaste nel tuo Paese, mentre suo figlio e sua moglie sono presso di me. Fratello mio, cerca le attrezzature dell'uomo di Alashiya, e mio fratello le affidi al mio messaggero. Fratello mio, non prenderla a cuore, per il fatto che il tuo messaggero è rimasto per tre anni nella mia terra. , in quanto c'era la mano di Nergal nella mia terra e nella mia stessa casa. Avevo una moglie ancora piccola, adesso è morta, fratello mio. Rimanda in fretta il tuo messaggero assieme al mio messaggero, sano e salvo, e io farò portare il dono augurale per mio fratello. Inoltre, fratello mio, l'argento che ti ho chiesto, fanne portare moltissimo, fratello mio. E le attrezzature che ti ho chiesto, fratello mio, mandale. Tutte le cose che ho detto mio fratello le faccia. E parimenti quanto a te: tutte le cose che mi dirai, io le farò. Col Re di Hatti e con il Re di Shanhar, con loro non sei stato messo (=paragonato): io tutti i doni augurali che mi hanno fatto portare, io al doppio te li ho ricambiati! Il tuo messaggero venga da me come prima, il mio messaggero venga da te come prima". (EA 35)
IL RE DI ALASHIYA AD AKHENATON (4)
"(....lunga porzione di testo mancante....) il rame, quanto ne hanno prodotto, lo faccio portare: adesso a mio fratello faccio portare centoventi lingotti di rame; rimangono ancora da consegnare settanta lingotti di rame da un talento l'uno. (....) Adesso, fratello mio, ciò che il tuo messaggero ha fatto portare è molto. Per parte mia, ciò che ti ho fatto portare è ancora poco, ma adesso cercherò e tutto quanto ne vuoi io ti farò portare. E quel che io chiedo, fà portare assieme a ciò che hai a cuore. Adesso per mio fratello ho prodotto molto rame: manda molte navi, che prendano il rame che ho prodotto. E come contraccambio del rame che ho prodotto. E come contraccambio del rame che ho prodotto, grano (....) fammi mandare dalla provincia di Canaan (....) in passato il cibo (....) il mio messaggero per due anni hai trattenuto (....lunga porzione di testo mancante....)" (EA 36)
IL RE DI ALASHIYA AD AKHENATON (5)
"Al Re d'Egitto, mio fratello, dì: così parla il Re di Alashiya, tuo fratello. Io sto bene. A mio fratello: salute! Alla sua casa, a sua moglie, ai suoi figli, ai cavalli e al suo carro, nella sua terra, tanta salute! Gli auguri di mio fratello ho udito. Cinque talenti di rame e cinque pariglie di cavalli sono il dono augurale per mio fratello. Il messaggero di mio fratello subito ho rimandato, e così pure mio fratello rimandi subito il mio messaggero, che io possa chiedergli della salute di mio fratello. Quelli che sono i tuoi desideri, mettili su una tavoletta, che io possa mandarteli. Fammi portare argento raffinato. Fratello mio, non trattenere il mio messaggero, spediscilo. Pashtumme, Kuniea, Etilluna, (XX)-rumma, Ushbarra e Belshamma: mio fratello li rilasci, che assieme a (....)" (EA 37)
IL RE DI ALASHIYA AD AKHENATON (6)
"Al Re d'Egitto, mio fratello, dì: messaggio del Re di Alashiya tuo fratello. Io sto bene. Salute a te! Alla tua casa, alle tue mogli, ai tuoi figli, ai tuoi cavalli, ai tuoi carri, in tutte le tue numerose truppe e terre e Grandi, tanta salute! Perchè mai mio fratello mi ha detto questa parola: "Questo mio fratello non lo sa?". Io non ho fatto nulla di simile, mentre piuttosto gli uomini di Lukki ogni anno prendono una piccola città nella mia terra! Fratello mio, tu mi hai detto: "Uomini della tua terra stavano con loro!", ma io, fratello mio, non sapevo che stavano con loro. Se davvero c'erano uomini della mia terra, tu scrivimelo e io agirò secondo il mio cuore. Tu non conosci gli uomini della mia terra, loro non farebbero mai una cosa simile! Ma se davvero gli uomini della mia terra lo hanno fatto, tu agisci secondo il tuo cuore! Fratello mio, poichè tu non hai rimandato il mio messaggero, questa tavoletta la recapiti un fratello del Re, il quale poi mi dirà cosa fare del tuo messaggero. Inoltre, quando mai in passato i tuoi padri e i miei padri hanno fatto una cosa simile!? Adesso, fratello mio, non prendertela a cuore". (EA 38)
IL RE DI ALASHIYA AD AKHENATON (7)
"Al Re d'Egitto mio fratello, dì: così dice il Re di Alashiya tuo fratello. Io sto bene. Salute a te! Alla tua casa, a tua moglie, a tuo figlio, alle tue donne, ai tuoi carri numerosi e ai tuoi cavalli, in Egitto tua terra, tanta salute! Fratello mio, rimanda subito il mio messaggero sano e salvo, e io udrò notizie della tua salute! Quest'uomo è un mio mercante, fratello mio: rimandalo subito, sano e salvo. Il mio mercante e la mia nave: il tuo esattore non si avvicini a loro!" (EA 39)
IL GOVERNATORE DI ALASHIYA AL GOVERNATORE D'EGITTO (8)
"Al Governatore d'Egitto, mio fratello, dì: così dice il Governatore di Alashiya, tuo fratello. Io sto bene: salute a te! Fratello mio, in vista dell'arrivo di Shumiti gli ho spedito nove lingotti di rame, due zanne d'elefante, un tronco di nave. Egli non mi ha dato niente; tu mandami avorio, fratello mio! Ecco che in dono per te faccio portare cinque lingotti di rame per un totale di tre talenti di rame raffinato; una zanna d'elefante, un tronco di bosso, un albero da nave. Inoltre, fratello mio, quest'uomo e questa nave sono del Re mio Signore, Tu rimandami subito indietro sana e salva la nave del Re mio Signore! Tu sei mio fratello! Tutto ciò che desideri, come mi dirai io te lo darò. Qiuest'uomo è un servo del Re mio Signore. Il tuo esattore non si avvicini a loro. E tu, fratello mio, rimandamelo subito, sano e salvo!" (EA 40)
FOTO: particolare di una statuina raffigurante una dea della fertilità, proveniente da Cipro e risalente a circa 2500 a.C. Attualmente in mostra presso: Paul Getty Museum, Galleria 217, dedicata a reperti preistorici e dell'età del bronzo.
Materiale: pietra calcarea.
Dimensioni: 39,1 x 26 x 42 cm.
La figura intera appare accovacciata nella posizione di una partoriente; il corpo è molto stilizzato e le sue componenti sono appiattite.
Le lettere sono tratte da "Le lettere di Amarna", a cura di Mario Liverani, Paideia Editrice. Prefazione e spiegazioni sono un mio riassunto generale.
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IL FARAONE AD UN VASSALLO (frammenti di testo danneggiato): "(........) tutte le terre vivono alla sua vista (....) riguardo alla signoria (....) Sappi che sta bene il Re, come il sole nei cieli, e le sue truppe e i suoi carri numerosi nel Paese Alto e nel Paese Basso, dal sorger del sole, al tramontar del sole, stanno molto bene" (EA 163)
TESTIMONIANZA DEL RE HITTITA HATTUSIL I
A proposito di Hittiti, sono troppo belle le parole del Re Hattusil I (1586–1556 a.C.) trovate su un antico documento, perciò, anche se sono duecento anni più antiche delle cronache amarniane di cui ci stiamo occupando ora, leggiamole. Esse sono relative alla successione al trono di un impero ormai potente e ricco, con capitale Hattusa; queste le parole del Re di fronte ai suoi Pari:
"Tempo fa vi presentai ufficialmente mio figlio, Labarna, dicendovi che egli sarebbe un giorno salito sul trono al mio posto. Voi avete approvato. Ma durante la mia malattia ho osservato il contegno di mio figlio: egli si è dimostrato un uomo senza cuore. Inoltre, ha prestato orecchio alle malvage insinuazioni di coloro che tentavano di aizzarlo contro di me. Ebbene, vi dico che costui non è più il mio successore. Gli avevo detto di porre sopra ogni altra cosa il bene dell'Impero, ma egli non ha dato ascolto alle mie parole; ha preferito agire seguendo la propria ambizione. Se non sa rinunciare al proprio egoismo, come potrà amare Hattusa?"
Gli Uguali approvarono e venne scelto come successore il nipote Mursili, che si dimostrò sempre onesto e ragionevole.
Foto: il Re Hattusil I convoca gli Uguali prima della morte, da un'opera di Giovanni Caselli, antropologo e illustratore.
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